Giovanni SPADOLINI - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 555 - seduta del 02-09-1982
Sulle riforme istituzionali
1982 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 21
  • Comunicazioni del governo

onorevole presidente , onorevoli Deputati , ringrazio tutti gli oratori intervenuti nel dibattito per i contributi, le osservazioni ed i rilievi che hanno arricchito la discussione sulle dichiarazioni programmatiche del Governo e che mi consentono ora di precisare e puntualizzare la posizione dell' Esecutivo in ordine agli incalzanti problemi del momento. un particolare ringraziamento rivolgo ai segretari dei partiti che hanno concorso, con la piattaforma dei punti programmatici, istituzionali ed economici, intimamente connessi, alla formazione del secondo Governo da me presieduto, e cioè gli onorevoli De Mita , per la Democrazia Cristiana , Craxi, per il partito socialista italiano, Longo, per il partito socialista democratico italiano, Biasini, per il partito repubblicano italiano, e Zanone, per il partito liberale italiano. dopo una crisi grave, la maggioranza parlamentare si è ricostituita, sulla base di una riflessione comune ai cinque partiti circa i correttivi necessari a disfunzioni paralizzanti per la vita delle istituzioni, non meno che sulla riconferma di una serie di impegni solidali per la strategia economico-finanziaria contro l' emergenza economica dell' inflazione e della recessione congiunte, in continuità, onorevole Rodotà, con l' ispirazione istituzionale del precedente Governo, manifestatasi in una serie di coerenti proposte legislative, a cominciare dalla riforma della Presidenza del Consiglio , non meno che con la lotta alle quattro emergenze, irrise talvolta in quest' Aula proprio da coloro che ci avevano accusato di eccessivo pessimismo. il rilievo dato alla questione istituzionale nel mio discorso che ha aperto il dibattito era proporzionato, in tutto e per tutto, al rilievo ad essa attribuito dai cinque partiti, concordi nella soluzione della crisi e nelle vie scelte per tale soluzione. valga per tutti il riferimento testuale al documento della direzione della Democrazia Cristiana , formulato nella giornata di giovedì 12 agosto, che fu giornata centrale e decisiva per la svolta positiva che ci consentirà di concludere rapidamente la nostra fatica: « mentre sottolinea la necessità della definitiva approvazione di alcune importanti riforme già deliberate da un ramo del Parlamento, la Democrazia Cristiana ritiene che alcune riforme di regolamento, di ordinamento e di comportamento siano ormai imprescindibili per assicurare un più corretto e adeguato funzionamento del sistema ed una reale governabilità. a tale fine, il tempo che resta alla legislatura è opportunamente utilizzabile per elaborare le conseguenti scelte. infatti, mentre si governa la grave crisi della nostra economia, può e deve svilupparsi parallelamente un forte impegno di tutte le forze politiche per costruire le regole adeguate di una democrazia efficiente. in assenza di tale impegno immediato » — conclude il documento della direzione della Democrazia Cristiana — « anche nella prossima legislatura si partirebbe nelle stesse condizioni, con le stesse norme ed i regolamenti attuali, prolungando perciò la denunciata situazione di inadeguata governabilità » . debbo una risposta all' onorevole Natta che mi ha accusato di non avere messo in sufficiente rilievo le radici politiche della crisi. parlando di quel malessere istituzionale, che danni domina la vita italiana, non avevo mai inteso separare il dato istituzionale dai dati politici ad esso intimamente connessi. non appartengo e non ho mai appartenuto ai fautori dell' ingegneria costituzionale o di analoghe modellistiche, non sono mai caduto nell' illusione dei governi dei tecnici o dei sapienti. a proposito di tali ritornanti evasioni sono sempre rimasto fedele al primato della politica a proposito del quale mi lascerete citare, sia pure a memoria, Ortega y Gasset : se dobbiamo rivendicare orgogliosamente, come dobbiamo, il primato della politica, sappiamo che parlare di politica senza una prospettiva istituzionale è pressoché privo di senso. allora, sul punto politico dobbiamo essere chiari fino ai limiti della franchezza. l' incarico che l' 11 agosto ricevetti dalla rinnovata fiducia del presidente della Repubblica aveva due finalità essenziali, oggi come nel giugno 1981: evitare la minaccia, questa volta più forte di allora, di un' interruzione traumatica della legislatura; assicurare allo stesso tempo una linea di iniziativa politica ed economica capace di scongiurare la radicalizzazione dello scontro politico e dello scontro sociale di fronte ad un rapporto fra i partiti certo non più facile di un anno prima e a problemi irrompenti di crisi del sistema economico e sociale comuni agli altri paesi industrializzati dell' Occidente, ma in Italia resi più acuti dalle condizioni peculiari del caso italiano. come fare fronte a tali due imperativi? non esisteva, se non sulla carta del tutto ingannatrice, l' ipotesi di un Governo anche ad accentuato sfondo istituzionale, senza una base di maggioranza precostituita : maggioranza che non poteva non scaturire dalla concorde indicazione dei partiti componenti la vecchia coalizione a cominciare dal partito più forte: la Democrazia Cristiana . del resto gli stessi comunisti escludono di avere mai pensato ad un Governo senza o contro i socialisti. nulla quaestio ; allora, la via era obbligata. oltre le mie convinzioni personali, per cui non avrei mai tentato di formare un Governo senza il partito socialista italiano, c' erano le ragioni di fondo di un equilibrio politico complessivo che io dovevo preservare anche per i tempi futuri, non intaccare o spezzare. lo stato di necessità, questo sì, connesso all' obiettivo di evitare le elezioni anticipate , imponeva quindi la strada che abbiamo scelto con tutte le conseguenze di cui ci siamo fatti carico; di un Governo, cioè, che assumeva rilevanti compiti di ripensamento istituzionale, ponendo il programma — come ha sottolineato l' onorevole Craxi, ricordando la linea di sempre seguita dei repubblicani — sopra la logica degli schieramenti, ed insieme rivendicando la continuità di una direttrice economica e finanziaria secondo una linea di rigore e di contenimento dell' inflazione, in cui per quattordici mesi avevamo avuto al nostro fianco, sia pure in ruoli autonomi e differenziati, le grandi organizzazioni del lavoro. ci siamo forse dimenticati che i parametri del 16, del 13 e del 10 per cento per il tetto all' inflazione....... erano stati fatti propri, addirittura in solenni congressi nazionali dalle tre massime centrali sindacali del nostro paese? si pensa che sia possibile disperdere un dato di tanto valore e significato? il fondo politico della crisi, onorevole Natta, è questo. la formula a cinque resta, eguale e diversa. eguale nella composizione della lista e dell' alleanza parlamentare, diversa per le importanti integrazioni programmatiche stimolatrici di un processo politico-istituzionale più vasto, ma diversa anche per il più complesso ed articolato rapporto tra i partiti all' interno della maggioranza. Stato di necessità o pentapartito, noi dobbiamo governare, se il Parlamento ci onererà con la sua fiducia. e un compito pesante, lo sappiamo; non è il momento, però, né di ironie né di volgarità. assolveremo fino in fondo, con assoluto disinteresse, il compito istituzionale cui siamo stati chiamati, come garanzia democratica verso tutti, come punto di equilibrio sufficiente a distendere e chiarificare i rapporti tra i partiti, in vista di assetti futuri che per la verità, anche dopo lo stimolante ed importante dibattito registrato in questa Assemblea, non riusciamo a scorgere con chiarezza o almeno con la chiarezza commisurata all' urgenza e drammaticità dei problemi. ed io invidio l' onorevole Natta, di cui apprezzo l' eleganza intellettuale, ma non l' uso di taluni termini impropri, se egli vede più chiaro di me nell' intreccio di forze e nel sovrapporsi di prospettive a medio e lungo termine. tra i punti di garanzia democratica, che noi rappresentiamo, c' è al centro una rimeditazione dei temi istituzionali, consegnata in quei dieci punti accettati egualmente dagli onorevoli De Mita e Craxi — con espressioni di cui in eguale misura li ringrazio, non meno di quanto ringrazi gli onorevoli Longo, Zanone, Biasini per la fiducia rinnovatami su questo punto essenziale — , e che non hanno niente di scorretto, onorevole Natta, se la maggior parte di essi faceva parte del programma del precedente Governo, cui mai furono rivolti aggettivi tanto pesanti quanto ingiusti. continueremo ad ispirarci alle linee di correttezza istituzionale, cui ci siamo sempre riferiti, anche per la secolare scuola democratica cui ci richiamiamo: in tutti i campi, comprese le nomine pubbliche, dove non esistono — si tranquillizzino i colleghi comunisti — gli impegni precostituiti o intese sottobanco, ma esiste solo la volontà di restare fedeli ai valori di professionalità e di competenza, cui in nessun caso noi ci sentiremo di rinunziare. e mi sarebbe facile ricordare la linea, cui ci siamo richiamati sempre, ed in particolare nel discorso in questa Camera del 26 aprile 1982, di distinzione da una parte tra area di Governo e area di partiti, e di distinzione dall' altra parte tra area di partiti e area della società civile , a livelli sia centrali sia locali. l' onorevole Magri, in un intervento per taluni aspetti stimolante, ha fissato nella linea di incontro con le forze sociali la caratteristica peculiare del primo Governo da me presieduto. non intendo modificare quella linea nella sua ispirazione di fondo, che ha sopravvissuto anche — me lo consenta l' onorevole Magri — alla disdetta della scala mobile da parte delle imprese private. l' accordo con le parti sociali fa parte di questo principio, che ho voluto chiamare di garanzia democratica, che obbedisce agli obiettivi di fondo in cui si riconosce la nuova maggioranza parlamentare , ma che si rivolge in spirito di rispettoso confronto e di costante dialogo alle forze dell' opposizione parlamentare, ed in particolare al partito comunista . se la crisi che investe la Repubblica deve essere combattuta con spirito di solidarietà, nella comune fedeltà ad istituzioni da adeguare nei meccanismi di funzionamento, dobbiamo serbarci fedeli alla linea animatrice di progresso, che ispirò i padri costituenti , che generò quello che il presidente Pertini ha chiamato lo « spirito unitario della Costituente » . e proprio in nome degli irrinunziabili principi di libertà e di tolleranza, che sono alla base della nostra Repubblica, lasciatemi qui ricordare con animo commosso, onorevoli colleghi , un tema che scuote in queste ore tutte le coscienze civili. mi riferisco alla Polonia ed alle notizie allarmanti e gravi provenienti da quel paese, cui si sentiamo legati da tanti vincoli storici e di affetto. i fatti di Polonia hanno trovato puntuale eco in quest' Aula, nelle parole di numerosi intervenuti. la repressione in corso , aggravatasi negli ultimi giorni e nelle ultime ore con nuovi spargimenti di sangue, allontana sempre di più le prospettive di una soluzione del dramma polacco, fondata sul ritorno al libero dialogo fra tutte le componenti nazionali, quel libero dialogo che proprio due anni fa era stato così coraggiosamente avviato da Solidarnosc (di cui vediamo i profondi legami con la realtà sociale polacca) e che le forze democratiche di tutto il mondo avevano salutato come il primo passo verso un pacifico rinnovamento delle strutture politiche, economiche e sociali in quel paese. e penso in questo momento al ruolo di equilibrio e di moderazione svolto, con grande senso di responsabilità , dalla Chiesa cattolica , anche nei mesi difficili successivi al golpe del 13 dicembre 1981. come dissi in Parlamento all' indomani del colpo di stato , « la questione polacca si impone ancora una volta come lo spartiacque fra le ragioni della conservazione e dello statu quo e le ragioni della storia in movimento » . gli avvenimenti di questi giorni ne costituiscono una triste, dolorosa conferma, come ha giustamente rilevato l' onorevole Craxi quando ha detto che purtroppo all' est non c' è niente di nuovo. ecco perché non possiamo oggi in alcun modo modificare la strategia globale concordata con i nostri alleati nei confronti della Polonia. con sempre maggiore vigore chiediamo al governo di Varsavia l' osservanza dell' atto finale di Helsinki , sottoscritto anche dalla Polonia nel 1975. non cederemo di un passo, onorevole Zanone, nella difesa dei fondamentali diritti umani , ovunque siano minacciati, all' est come all' ovest. la nostra inquietudine sui fatti di Polonia è accresciuta da una precisa constatazione. viviamo il momento forse più delicato dei rapporti est ovest e del rilancio del processo distensivo, come è stato rilevato giustamente dai vari oratori intervenuti in questo dibattito. un processo cui si legano le trattative sugli armamenti fra USA e Unione Sovietica , avviate anche grazie alle pressioni esercitate da parte europea. ecco perché il Governo non può non confermare l' impegno di intensificare i vincoli che ci legano ai nostri alleati, alle nazioni dell' Occidente democratico, che credono, come noi, nei valori della libertà, per ridare vita, con una convinzione che solo dalla nostra compattezza può trarre forza, al dialogo con l' est. quel dialogo a favore del quale Italia ed Europa hanno così tenacemente operato. l' Europa resta un punto fermo nella politica estera dell' Italia. siamo ben consapevoli, onorevole Boato, delle difficoltà che ostacolano il cammino dell' integrazione. ecco perché continueremo a favorire il rafforzamento della cooperazione politica e del quadro istituzionale, con particolare attenzione al ruolo ed alle prerogative del Parlamento europeo . la necessità di una maggiore azione unitaria della Comunità non solo è avvertita dal Governo, ma costituisce uno degli obiettivi prioritari della sua politica estera . ci siamo coerentemente mossi, anche con specifiche iniziative e con l' impegno di avanzare proposte, per la ricerca di più profonde convergenze sulle questioni internazionali più importanti per l' Europa, che riguardano i « dieci » nel loro complesso. ed in questo contesto voglio precisare il punto relativo alle ulteriori forniture di gas sovietico, secondo le richieste avanzate in quest' Aula da autorevoli esponenti, sia della maggioranza sia dell' opposizione. e opportuno fare alcune considerazioni sul ruolo che è assegnato a tale fonte nel piano energetico nazionale. nonostante alcuni aggiustamenti che andranno fatti nelle previsioni dei consumi energetici nel 1990, aggiustamenti che porteranno ad una diminuzione dei consumi previsti dell' ordine di 10-15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, l' obiettivo di fondo del piano energetico nazionale, di realizzare un modello energetico che dia maggior spazio alle fonti alternative al petrolio (carbone, nucleare, gas, fonti rinnovabili) e che assegni al petrolio il carattere di fonte residuale, resta valido. il Governo, nel prendere una decisione sulle nuove importazioni di gas dall' Unione Sovietica , terrà dunque nel debito conto le linee strategiche indicate dal piano energetico nazionale relative al ruolo del gas nel quadro della diversificazione delle fonti energetiche e della loro provenienza geopolitica, ma anche delle indicazioni sulla sicurezza degli approvvigionamenti. per quanto concerne il tema del credito agevolato all' esportazione nei confronti dei paesi dell' Europa orientale , e dell' Urss in particolare, il Governo — desidero rassicurare l' onorevole Longo — si atterrà scrupolosamente a quanto stabilito nel vertice di Versailles. per quanto riguarda le importazioni di gas dall' Algeria, il Governo rinnova l' auspicio di una sollecita conclusione del negoziato secondo i termini precisati nelle dichiarazioni programmatiche da me esposte il 30 agosto scorso. per quanto riguarda il dramma libanese, confermo la linea italiana, volta a contribuire alla stabilità nell' intera area mediterranea e mediorientale. ecco perché, nella coerente attuazione di una politica di pace sulla sicurezza, il Governo attribuisce una particolare importanza allo sforzo di rinnovamento delle forze armate , sforzo che corrisponde ai doveri connessi con il sistema di alleanze non meno che alle esigenze di una nazione, come la nostra, che occupa una posizione strategica di prim' ordine proprio al centro dell' area del Mediterraneo. mi sono riferito al riconoscimento dell' Olp in rappresentanza del popolo palestinese , come ad una prospettiva nel quadro del reciproco, inequivoco e simultaneo riconoscimento fra Olp e Stato di Israele e in linea con il documento adottato all' ultimo Consiglio europeo di Bruxelles: linea coerente, lo ricordo agli onorevoli Almirante e Tremaglia. la posizione che ho enunciato riflette fedelmente, in particolare, quanto emerso nel recente dibattito alla Commissione affari esteri della Camera e ribadisco la linea che in tale occasione è stata manifestata dai rappresentanti della maggioranza, linea che, vorrei ricordare all' onorevole Natta, è stata approvata in quell' occasione anche dai comunisti. vorrei aggiungere in questo quadro che il Governo giudica incoraggianti e valuta con il massimo interesse le affermazioni del presidente Reagan per il rilancio, con idee innovatrici, dei negoziati sull' autonomia palestinese. quanto alla politica di cooperazione con i paesi in via di sviluppo , concordo con l' onorevole Bonino nel giudicare opportuno un ulteriore aumento delle risorse che dovremo impiegare. di questo il Governo è perfettamente consapevole e intende continuare, compatibilmente con le condizioni economiche generali del paese, nell' azione già intrapresa con successo volta a migliorare la partecipazione dell' Italia all' aiuto allo sviluppo fino al raggiungimento, nella metà degli anni 80, dell' obiettivo dello 0,70 per cento del prodotto nazionale lordo fissato dalle Nazioni Unite . ci auguriamo che il disegno di legge all' esame di quest' Assemblea completi al più presto l' iter parlamentare : nel quadro di una coerente strategia, cui ricondurre gli interventi bilaterali e multilaterali volti non solo a sradicare il drammatico fenomeno della fame nel mondo ma anche a rimuovere o a tentare di rimuovere le cause del sottosviluppo e delle diseguaglianze. e ringrazio a questo proposito l' onorevole Fortuna per il suo stimolante intervento. l' emergenza economica, nel suo stretto nesso con i nodi istituzionali, rimane il punto fermo dell' azione governativa. senza cadere nuovamente nel trabocchetto dei « due tempi » prima l' emergenza e poi le riforme o viceversa, e ribadendo il nesso opportunamente sottolineato dall' onorevole De Mita , dobbiamo ribadire la contestualità dell' azione di risanamento economico con la ricerca di adeguate correzioni alle disfunzioni istituzionali, così come la legge finanziaria per il 1983 già prevede, quando attribuisce al presidente del Consiglio la facoltà di autorizzare specifici interventi ed opere anche in deroga alle normative vigenti. non si tratta, è certo, di una modifica istituzionale — ben lo so — , ma almeno del riconoscimento dell' esistenza di un nodo da sciogliere nelle istituzioni e della proposta di un meccanismo, anche a carattere eccezionale, teso a superare gli inconvenienti immediati. nello stesso senso si muove, inoltre, la delega al Governo in materia di sanità, previdenza e finanza pubblica . non possiamo nasconderci, onorevoli colleghi , che la gravità della situazione economica , le sue dimensioni, le sue peculiari distorsioni, pur all' interno di un quadro complessivo assai difficile per tutti i paesi industriali occidentali, ci impongono una strada difficile ma senza alternative. essa è basata sul controllo della finanza pubblica , sul rallentamento dell' inflazione e sull' avvio di un piano di investimenti e di sostegno dell' occupazione: obiettivi che il Governo intende perseguire nella loro essenziale contestualità. obiettivi irrinunciabili, li abbiamo definiti, che spingeranno l' Esecutivo a cercare di sfruttare ogni opportunità di ripresa produttiva, come è stato immediatamente fatto in occasione della riduzione del tasso di sconto . faremo, inoltre, ogni sforzo in vista di ridurre il differenziale fra tassi attivi e passivi, secondo quanto ha detto l' onorevole Longo in materia di politica monetaria , e in vista di consentire il massimo volume di credito possibile al settore produttivo. l' elemento di fondo, nel quale tutte queste finalità della manovra economica trovano saldatura e debbono ricercare un punto di rigoroso equilibrio, è il fabbisogno del settore pubblico . noi conosciamo bene — mi rivolgo ai diversi oratori che hanno toccato questo tema — la crisi del welfare state che si manifesta un po' in tutto l' Occidente, e sappiamo di essere parte di questa crisi, ma ciò non può esimerci dall' affrontare in primo luogo le storture macroscopiche che sono peculiari al nostro sistema e che hanno determinato contemporaneamente l' ipertrofia e l' improduttività di gran parte del settore pubblico . non rappresenta alcuna forma di giustizia sociale regalare alla collettività i servizi pubblici per poi penalizzare i lavoratori attraverso un degrado continuo dell' apparato produttivo, minato dalla crescita incontenibile del disavanzo pubblico e da un processo inflazionistico che esca da ogni controllo. noi operiamo, al contrario, affinché accanto alle misure di inasprimento fiscale e tariffario e a quelle volte a riqualificare la spesa pubblica , aumentandone la quota per investimenti a scapito di quella corrente, ci sia un alleggerimento del drenaggio fiscale attraverso una revisione delle aliquote, una dura battaglia contro l' evasione fiscale e una adeguata regolamentazione dell' edilizia. si intende operare in questa maniera per assicurare in campo economico una maggiore giustizia che — come giustamente ha sottolineato l' onorevole Craxi — deve costituire una priorità, insieme a quella del rigore. per ridare governabilità alla finanza pubblica , obiettivo sul quale si è soffermato a lungo l' onorevole Zanone, il Governo non ha scelto la via di una semplice riduzione del fabbisogno da attuare attraverso un aumento di entrate e una riduzione di spese, ma si è dato carico di incidere sui meccanismi delle fonti incontrollate di spesa con riguardo, in particolare, alla previdenza, alla sanità od alla finanza locale . non siamo dunque certo noi, onorevoli colleghi , a voler sottovalutare la portata dei sacrifici che attendono la collettività, né la limitazione nella ricerca delle soluzioni che ci viene imposta dal carattere internazionale della crisi. ciò non significa, evidentemente, che non vi sia, anche da parte nostra, la possibilità di intervenire su queste sequenze di fatti che stanno soffocando l' economia mondiale e che rischiano di esplodere in crisi non solo economiche. ribadiamo che il nostro paese si adopererà perché non prevalga una miope visione nazionale che, nell' illusione di rispondere alle singole esigenze di ciascun paese, finisca per prolungare la crisi che ci coinvolge tutti. ma dobbiamo anche aver presente che non potremo opporci alle ristrutturazioni che si vanno operando sui mercati e nei rapporti economici internazionali, e che non possono non coinvolgerci. arroccarci su strutture antiquate nel disperato tentativo di salvare una vecchia organizzazione del sistema produttivo è impresa votata al fallimento, e condurrebbe altresì al fallimento di ogni politica di sviluppo dell' occupazione. il Governo è invece ben conscio dell' esigenza che attorno a tali processi si sviluppi un ampio e rilevante consenso sociale, come bene ha sottolineato l' onorevole Biasini, che contribuisca a guidare le ristrutturazioni cui accennavo, con il concorso di un intervento pubblico del quale non si potrà fare a meno, pur nel rispetto essenziale dell' economia di mercato , posto che oggi non si intravedono né sul piano interno né su quello internazionale fattori autonomi di rilancio. è scontato che in questo orizzonte le parti sociali , e segnatamente i sindacati dei lavoratori, debbano giocare un ruolo rilevante, che il Governo, onorevole Natta, ha ben presente. e nella considerazione di tale ruolo, nel rispetto dell' autonomia delle parti sociali , che il Governo si muove sul difficile terreno del costo del lavoro , il cui contenimento entro i tassi programmati di inflazione è condizionante rispetto ad ogni manovra di politica economica . abbiamo piena coscienza — per aver vissuto la vicenda e non certo da spettatori — delle difficoltà che hanno fin qui caratterizzato i rapporti fra le parti sociali , soprattutto rispetto al problema della contestualità delle trattative; e ancora ci stiamo adoperando e ci adopereremo per contribuire ad una ripresa parallela del confronto. va detto tuttavia, prescindendo in questa sede dalla dialettica interna al sindacato — che fa registrare legittime diversità di accentuazione sulla complessa problematica — , che sull' avvio di trattative contestuali si era realizzata (diversamente da quanto si è detto in quest' Aula), per impulso della Presidenza del Consiglio durante il precedente Governo, una convergenza tra le confederazioni Cgil, Cisl e Uil... che ho detto? dirò allora Confederazione generale italiana del lavoro , Confederazione italiana sindacati lavoratori e Unione italiana del lavoro ; se però lo spirito è ridotto a questo, andiamo male! convergenza, dicevo, che era stata formalizzata il 29 giugno in una ipotesi di intesa proposta all' Intersind e firmata dai sindacati dei lavoratori (a parte quella vicenda che poi superammo). così pure, un segno positivo è rappresentato dal confronto tra sindacati e Confapi (che è la Confederazione delle piccole aziende : non dirò più nessuna sigla!) che nella sua articolazione affronta sia il problema del rinnovo contrattuale, sia quello più generale del costo del lavoro . il problema vero, se anche su questo punto si vuol essere chiari fino in fondo, non è solo quello dell' apertura di due tavoli di negoziato, ma quello delle materie che si affrontano sugli stessi. tutti sanno infatti — e il sindacato per primo — che ben pochi spazi esistono per aumenti contrattuali e per modifiche normative che abbiano incidenza economica, se non si rivede la struttura del salario, a cominciare dalla scala mobile . del resto, onorevole Natta, anche il suo partito in un recente convegno si è pronunciato in tal senso, con motivazioni analoghe. mi sia consentito anche ricordare che nella stessa sede si sosteneva l' opportunità di spingere in avanti la fiscalizzazione dei contributi sociali, adeguandosi ai livelli europei. come ho detto nelle dichiarazioni programmatiche , l' Esecutivo farà ogni sforzo per creare le condizioni che consentano l' avvio delle trattative su due piani e favorire l' auspicata intesa, usando tutti gli strumenti di cui dispone; con quel rispetto, tuttavia, per i diversi ruoli, al quale facevo riferimento, e nel quale si sostanzia quella prudenza, forse straordinaria, certo necessaria, che mi è stata attribuita. in questo senso, il Governo si augura che tutti diano un proprio contributo per sbloccare l' attuale preoccupante situazione di stallo. debbo, inoltre, un chiarimento all' onorevole Alessandro Tessari e ad altri. che hanno parlato di contraddittorietà fra il decreto legge relativo alla fiscalizzazione degli oneri sociali e quello concernente l' aumento di alcuni contributi Inps. si tratta di provvedimenti che hanno una ratio ispiratrice affatto diversa, il primo essendo volto soprattutto a fornire un sostegno alla competitività delle imprese e all' occupazione, in quanto favorisce i settori ad alta intensità di lavoro, mentre il secondo si ispira all' esigenza di riassorbire il deficit di specifiche gestioni, in taluni casi concretando un adempimento previsto dalla legge numero 164. la fiscalizzazione degli oneri sociali è prevista nella legge finanziaria già approvata: cosa c' entrano i 14 provvedimenti? lei sa benissimo, onorevole Pochetti (e per questo certe volte potrebbe risparmiarsi le interruzioni), che i provvedimenti... mi consenta di risponderle, visto che lei è così saggio. abbiamo dovuto procedere in tal modo perché non c' era la copertura della legge finanziaria . lei sa che la legge finanziaria non ci autorizzava a concedere la fiscalizzazione ed ho dovuto varare tre decreti legge , in attesa dei tempi che il Parlamento ha impiegato per la legge finanziaria ! questa è la sostanza. mi dimostri il contrario, allora, invece di interrompere! lei sa anche, onorevole Pochetti, che il meccanismo è tale che non si può spezzare per un mese, perché creerebbe il caos nelle aziende per il mancato rinnovamento. ho dovuto procedere al rinnovo per decreto legge , perché non disponevo di copertura finanziaria, finché non è entrata in vigore la legge finanziaria : ecco la ragione dei decreti; non è che io li abbia varati per capriccio o per amore verso di essi, come qualcuno sostiene: non ho alcun amore verso i decreti legge ! nessuno! nessun amore! altro aspetto della problematica relativa al mondo del lavoro , cui numerosi intervenuti hanno fatto cenno, riguarda il mercato del lavoro , con particolare attenzione all' occupazione giovanile, e su questo punto è necessaria una premessa. ogni sforzo dev' essere teso ad uscire dalla crisi economica : se la situazione non cambia, non sarà possibile né il rientro in attività dei disoccupati esistenti, né l' assorbimento professionale delle nuove generazioni, ed in parallelo è intenzione del Governo agire su due fronti, in vista di introdurre elementi di flessibilità nel mercato del lavoro che valgano a sbloccare quelle potenzialità di ampliamento che nonostante tutto esso possiede in misura non trascurabile, ed in vista di creare le condizioni perché una ripresa non ci trovi impreparati ma possa giovarsi di adeguate predisposizioni relative al fattore lavoro. la formazione professionale , l' apprendistato, l' artigianato, la cooperazione, il lavoro a tempo parziale , i contratti a tempo determinato , il collocamento, la mobilità ed il sostegno dei redditi, sono tutti campi nei quali si prevede di esercitare un' iniziativa volta alla riforma di ordinamenti superati, per la quale chiediamo una partecipe collaborazione delle forze politiche e sociali, senza che il Governo rinunzi, onorevole Galli, ad alcuna delle proprie indicazioni programmatiche! e torno, in conclusione, ai nodi istituzionali che hanno ricevuto largo spazio negli interventi della maggioranza (penso agli onorevoli Craxi, De Mita , Longo, Zanone e Biasini) ed in quelli dell' opposizione, in tutte le sue componenti; in realtà, nessuno ha contestato la centralità del tema istituzionale, ma da parte delle opposizioni si è temuta una strumentalizzazione volta ad aggirare nodi politici (dei quali ho già parlato), che non fu mai nei nostri intenti. agli onorevoli Rodotà e Bassanini devo assicurare che il Governo respingerebbe come offensivo dello spirito della Costituzione ogni espediente di ingessatura istituzionale di temporanee fratture politiche; la verità è che nell' intreccio fra interventi che non richiedono procedure di revisione istituzionale e le proposte che saranno consegnate (se le Camere lo riterranno opportuno) allo studio della apposita commissione parlamentare , noi abbiamo delineato un programma valido non per questa stagione, ma per il futuro delle istituzioni repubblicane. abbiamo ormai l' esperienza di ogni tipo di maggioranza, compresa quella in cui concorreva l' attuale opposizione di sinistra: su ogni esperienza ha pesato la insufficienza degli istituti e delle procedure di decisione di cui disponiamo. certo, ha pesato e pesa la questione comunista, ma possiamo condannare un sistema politico al sottosviluppo istituzionale solo per un problema di alleanze politiche legate al vivo della dialettica fra i partiti e non fra le istituzioni? oppure non possiamo, e dobbiamo immaginare (direi, per dovere intellettuale) che si può avviare lo sblocco della democrazia bloccata, anche con modificazioni istituzionali che favorendo la decisione, favoriscono il ricambio e la alternativa, facendoci uscire dai rischi dell' assemblearismo? certo, ha pesato e pesa, pur nei riflessi istituzionali, la questione storica dei partiti in Italia e dei pericoli connessi alla legge dell' occupazione delle strutture pubbliche. ma come non pensare che se la decisione pubblica dei luoghi istituzionali è garantita nei tempi, se dunque il Governo è istituzionalmente più forte, la presa dei partiti — nel senso deprecato da De Mita — è destinata ad allentarsi? insomma, anche nelle questioni istituzionali, come in tutto nella vita, da un punto bisogna cominciare. dire che si deve fare tutto insieme è non scegliere, o meglio scegliere la strada del conservatorismo istituzionale di retroguardia. con singolare contraddizione rispetto ai numerosi interventi che ci hanno accusato — a mio giudizio ingiustamente — di irriguardosità nei confronti dell' autonomia regolamentare delle Camere, gli onorevoli Rodotà e Bassanini hanno imputato invece peccati di genericità nella delineazione delle riforme che vogliamo. non mi emenderò da questa colpa: il presidente della Camera avrebbe motivi, questa volta sì, di richiamarmi. devo fare però due eccezioni. una è per l' onorevole Bonino, il cui discorso mi è parso (prego di accettare questo complimento forse non gradito, ma lo faccio come antico studioso di fatti parlamentari) un modello di stile nell' arte dell' opposizione. vorrei assicurare perciò l' onorevole Bonino che né il Governo, né i gruppi della maggioranza hanno mai pensato alla corsia preferenziale come ad un fattore di ulteriore facilitazione per i decreti legge . al contrario, i due fattori sono in alternativa: più andrà avanti il progetto di procedure abbreviate per legge ordinaria a norma dell' articolo 72 della Costituzione, più si ridurrà l' esigenza di ricorrere all' articolo 77 della Costituzione, ponendo un limite alla decretazione d' urgenza : decretazione — creda onorevole Pochetti — che nessuno sceglie volentieri. l' altra è ancora per l' onorevole Rodotà, che pare accusare di genericità perfino il disegno di legge sulla Presidenza del Consiglio , presentato in tutti i suoi dettagli da alcuni mesi alla Camera e oggetto di approfondita analisi politica in varie sedi. a tal fine egli si è rifugiato in verba magistri , citando un primo, sommario giudizio di un' illustre giurista. senonché, come è normale per chi pensa, pochi giorni dopo, ipse dixit un' altra cosa che precisava il suo pensiero. commentando infatti il decalogo istituzionale, l' amico Massimo Severo Giannini — che è stato qui citato come una specie di ombra di Banquo del Governo — concludeva con queste parole un' altra sua nota intervista: « questi dieci punti non sono la grande riforma, sono dieci piccoli punti che tuttavia possono avere grande importanza per la governabilità del paese » . e noi crediamo nell' utilità di piccoli passi ai fini dell' avanzamento della storia. ebbene, ci rifugiamo anche noi in verba magistri e ci riteniamo paghi di questo giudizio, sobrio ed efficace. noi vogliamo raggiungere un risultato vero e valido per tutta la democrazia italiana e non solo per questa maggioranza, proprio perché la Costituzione viva, onorevole Mellini. abbiamo scelto una strada e andremo avanti per questa strada chiedendo, senza arroganza, l' aiuto di tutti. a questo punto della mia replica credo di aver dato una risposta ai rilievi di natura istituzionale sollevati dall' onorevole Calderisi (cui faccio notare che sempre i referendum popolari hanno confermato le scelte operate dal Parlamento), non meno che alle pertinenti osservazioni dell' onorevole Greggi e al peculiare contributo dell' onorevole Costamagna. io ritengo che ogni parlamentare possa essere citato senza manifestazioni di scherno o di dileggio che non mi sembrano conformi allo stile parlamentare. ho trovato un aggettivo che mi pareva adatto all' onorevole Costamagna, cioè « peculiare » , per chi la pensa con la propria testa. ho detto « peculiare » , non ho mica detto che si estendeva a tutto il Parlamento! peculiare: lei guardi il vocabolario, non credo di avere sbagliato per l' onorevole Costamagna. non ho detto che impegnava né la Dc, né nessun altro, e impegnava l' onorevole Costamagna. l' onorevole Riz, nella duplice veste di presidente della Commissione affari costituzionali della Camera e di esperto giurista, ha svolto un' appassionata perorazione in favore del voto palese , da far prevalere su quello segreto tutte le volte che non siano in questione persone. è un aiuto all' approfondimento di un tema che rientra nelle materie regolamentari rimesse all' iniziativa dei gruppi, nella loro autonoma sfera. prendo atto con soddisfazione che l' onorevole Natta ha giudicato nel suo intervento corretta, e suscettibile di intese, la proposta — nei modi in cui l' ho formulata — della commissione di studio sui problemi della revisione istituzionale. voglio precisare una volta per tutte — riferendomi ai vari settori dell' opposizione — che tale proposta, ipotizzata nel documento dei cinque partiti destinati a comporre la nuova maggioranza di Governo, non presuppone nessuna confusione di ruoli, non implica nessuna sovrapposizione di sfere lesiva delle prerogative che spettano in questa materia al Parlamento, e ad esso soltanto. essa costituisce semmai un omaggio, non formale e non rituale, all' alto ruolo istituzionale delle due Camere, indicate quali sedi proprie per un dibattito su questioni cui l' Esecutivo annette la massima importanza. agli onorevoli Almirante, Rubinacci, e Tatarella sarà opportuno precisare che crisi non è, per fortuna « del sistema » ma « nel sistema » . nessuno, e forse neppure l' onorevole Almirante, pensa davvero oggi ad un tipo di revisione che investa quaranta articoli della Costituzione, anche se non c' è, si può dire, forza parlamentare che non abbia contemplato la modificazione di questo o di quello articolo. l' esigenza di una regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali è stata sottolineata dall' onorevole Zanone e da altri oratori. tutti daranno atto dei positivi risultati già raggiunti in questo campo nel settore dei trasporti aerei, marittimi e ferrotramviari. il Governo riconferma l' impegno del precedente Esecutivo, nel senso di non aprire dal canto suo trattative con organizzazioni sindacali che non abbiano proceduto ad una autoregolamentazione del diritto di sciopero concretamente rispettate. ecco cosa significa la formula della « responsabilizzazione » , integrazione necessaria della linea che si compendia nella legge quadro sul pubblico impiego , nei nuovi status che essa dovrà definire nel recupero dei valori di efficienza che ne costituiscono la giustificazione profonda. e passiamo alle autonomie. l' onorevole Riz, nel suo intervento, ha osservato che le norme di attuazione dello statuto speciale dell' Alto Adige , ancora da emanare, non si riducono alle due da me indicate. al riguardo devo chiarire che abbiamo ragione tutti e due. io ho inteso riferirmi alle due ultime delle questioni prioritarie che erano state incluse nel calendario dei lavori della commissione paritetica, concordato nel gennaio scorso con il presidente della provincia di Bolzano, Magnago, con il quale mi incontrerò nuovamente al più presto. ma ha ragione anche lei nel richiamare la nostra attenzione su adempimenti riguardanti altre materie: che sono già al nostro studio e che quanto prima verranno definite. a tale riguardo confermo che il Governo agisce nella costante ricerca di soluzioni soddisfacenti di intesa con le minoranze etniche. nei loro interventi numerosi oratori, (a cominciare dall' onorevole Zanone per passare agli onorevoli Corleone e Galli), si sono riferiti al problema della « intesa » con la Tavola valdese , sollecitandone la definizione. mentre ricordo che sull' argomento la delegazione governativa e quella della Tavola valdese hanno concordato un secondo testo soltanto nel 1981, dopo aver apportato alla bozza precedente alcune necessarie modifiche, richieste peraltro dagli stessi valdesi, posso assicurare che il problema è allo studio degli uffici della Presidenza del Consiglio che hanno sollecitamente acquisito sul testo i pareri delle amministrazioni interessate. è in corso l' istruttoria necessaria per risolvere alcuni problemi d' ordine interpretativo e redazionale sorti a seguito delle osservazioni formulate dai ministeri. sarà cura del Governo procedere al più presto alla definizione dello strumento legislativo che, ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione, dovrà dare applicazione alla intesa raggiunta. per quanto riguarda le popolazioni di lingua slovena della regione Friuli Venezia Giulia , posso assicurare l' onorevole Fortuna che il Governo ha già rassegnato in sede parlamentare gli elaborati della commissione di studio Cassandro che ha a lungo approfondito i vari aspetti del problema. il Governo non ha formulato una posizione su questa questione e quindi si rimette completamente al Parlamento. credevo si riferisse al voto degli italiani all' estero. questo è un tema che riguarda l' iniziativa parlamentare. il Governo si riserva di presentare un proprio autonomo contributo per addivenire ad una adeguata soluzione delle questioni prospettate, che tenga conto delle esigenze delle popolazioni minoritarie ed anche delle particolarità emerse. così come ricordo all' onorevole Benco Gruber quanto i problemi di Trieste siano stati a cuore del precedente Esecutivo, e rimangano all' attenzione del Governo. onorevole presidente , onorevoli Deputati , la stessa complessità e profondità del dibattito qui svoltosi, attesta quanto aliena dalla normale condizione civile e politica del nostro paese sia la criminalità terroristica. senza basi di cultura politica , abissalmente distante da tutte le componenti del sistema politico , isolato nel paese, il fenomeno terroristico riproduce tuttavia la malattia dell' estremismo e della disperazione, congiunta al professionismo di banditi da anni e quindi dotati di un sicuro mestiere. lo Stato continuerà a combattere queste bande armate con la determinazione di sempre: accresciuta semmai dai pericoli e dall' allarme giustamente suscitati dai nuovi obiettivi, scelti in obbedienza a schematismi da manuale rivoluzionario, ma non per questo meno pericolosi. quanto alla gravità della situazione carceraria, da più parti in questa Camera denunciata, non sarà certo questo Governo a ignorare come gli istituti penitenziari costituiscano oggi un vero e proprio fronte di guerra aperto dal terrorismo, non meno che da mafia e camorra, contro le istituzioni democratiche e, prima ancora, contro le regole della civile convivenza, in nome di una lucida strategia destabilizzatrice, che sta a noi spezzare con la massima energia e determinazione. di fronte ad un simile stato di cose non resteremo inerti. lo Stato repubblicano retto da alcuni inalienabili principi non può tollerare che le carceri diventino teatro di una guerra per bande condotta con incredibile ferocia. ecco perché, accanto ai provvedimenti già adottati nei mesi scorsi in via amministrativa, è intenzione del Governo assumere altre iniziative, volte a rafforzare le strutture carcerarie: a cominciare da un adeguato impulso in sede parlamentare a disegni di legge governativi già presentati, ed ora all' esame delle Camere, in tema di riforma del Corpo degli agenti di custodia, dell' amministrazione penitenziaria, di trattamento economico del personale e di edilizia carceraria. accanto a questi fenomeni delinquenziali di stampo politico e comune si pone, con pari pericolosità per lo Stato repubblicano, il groviglio di fatti e di situazioni che va sotto il nome di « questione morale » . il paese assiste sgomento al resoconto di ruberie su una scala senza precedenti; constata con raccapriccio ascese vertiginose e cadute tragiche di personaggi che sembrano insospettabili. tutto questo deve finire. la lotta contro i centri di potere occulti, inquinanti e corruttori è una costante di questo Governo. l' emergenza morale — lo ricordo all' onorevole Teodori — non è stata mai ammainata, durante gli ultimi quattordici mesi, e l' ho sottolineato nell' ultima parte del discorso. il dissesto del Banco Ambrosiano — rispetto al quale la linea delle autorità di Governo e dell' autorità monetaria è stata di assoluto rigore e correttezza — rappresenta una lezione che la democrazia non può ignorare e sottovalutare. e io posso dirlo a voce alta, onorevole Almirante, perché l' episodio che lei ha cercato di accreditare, di un mio presunto interessamento per la quota di Calvi nel Il Corriere della Sera , nel mese di gennaio, è totalmente falso: immediata fu la smentita diffusa da Palazzo Chigi , alle ore 18 del 29 luglio scorso, appena si parlò del contenuto di una registrazione effettuata dall' attuale detenuto Carboni. e non ho niente da aggiungere, né da togliere, a quella categorica smentita che rinnovo alla Camera. quanto alla linea del Governo sul caso Il Corriere della Sera e in genere sulla libertà di stampa , resta quella da me enunciata davanti a questa Assemblea il 20 ottobre 1981, quando dissi che lo Stato ha diritto di occuparsi di un solo giornale, la Gazzetta Ufficiale . onorevole presidente , onorevoli colleghi , ho concluso il mio discorso in quest' Aula, il 30 agosto, con un richiamo ai doveri irrinunciabili della classe politica . e il mio dovere è proprio quello di interpretare gli elementi di novità, i fermenti di rinnovamento che non mancano in una società, pure travagliata da tante contraddizioni e da tanti squilibri. il nostro massimo sforzo deve essere quello di dotarci degli strumenti essenziali senza i quali, come l' esperienza ha dimostrato, non esistono possibilità di guidare i tumultuosi processi di sviluppo in atto, quei processi che esigono risposte pronte e adeguate, perché non perdonano i nostri ritardi, le nostre esitazioni, le nostre inadempienze. il Governo che chiede oggi la fiducia della Camera è fondato sulla stessa maggioranza a cinque che reggeva il precedente Esecutivo, e attraverso il complesso itinerario che ho descritto, senza infingimenti. una maggioranza che riflette la complessità della nostra storia, nel rapporto insostituibile fra cattolici e laici, e che è oggi chiamata a nuove e più difficili responsabilità. il dibattito che si è svolto in quest' Aula, e per il quale rinnovo il ringraziamento a tutti gli oratori intervenuti, ha riproposto — a testimonianza della centralità anche culturale del Parlamento nel paese — i nodi intricati e appassionanti su cui si gioca il nostro avvenire politico ed economico. nessuno poteva dare risposte di certezza, nessuno ha potuto azzardare previsioni inaccessibili al dubbio. ma quello che noi abbiamo fatto di diverso con la specifica risoluzione data alla crisi si riconduce, nell' immediato, alla scelta di un metodo nuovo per strutturare istituzionalmente una manovra economica-finanziaria che potrà essere discussa nei particolari — nulla è intangibile — ma che obbedisce al fine essenziale di preservare il meccanismo di sviluppo della società italiana per le generazioni future, oltre tutte le fallaci suggestioni dell' assistenzialismo, che abbiamo pagato a prezzo abbastanza caro. è una scelta ardua, di cui ci appaiono chiare le difficoltà crescenti per i sospetti da cui è circondata. è però anche una scelta d' avvenire e quindi una scelta di speranza. tanti oratori di opposizione ci hanno risposto con lo scetticismo, con il preannuncio di sabotaggio e di ostruzionismo. noi non defletteremo dalla via scelta, perché siamo tranquilli che questa via è capita profondamente dal paese. il paese ha bisogno di decisioni e di Governo: la situazione nazionale nei suoi aspetti sociali, economici, morali, è troppo seria per consentire lassismi o sbandamenti. in questo senso noi crediamo di raccogliere intorno alla nuova alleanza, intorno a questo Governo consensi più vasti, nel mondo del lavoro e della cultura, della sua stessa maggioranza. se vogliamo salvare il futuro, il futuro di una Italia migliore, dobbiamo compiere, oggi, oggi e non domani, tutti i sacrifici necessari per restare una società industriale avanzata, per restare — come siamo divenuti con la Repubblica — il settimo paese industriale del mondo. un posto che non ci è dato per elargizione dall' alto, ma che dobbiamo riconquistare giorno dietro giorno.