Emma BONINO - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 553 - seduta del 31-08-1982
1982 - Governo II Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 553
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, colleghe, signor presidente del Consiglio , seguendo da ieri i lavori parlamentari ed in particolare la presentazione del suo Governo alle Camere, l' impressione che avevo riportato in questi giorni, seguendo soprattutto la stampa, l' impressione del « già visto » e del « già vissuto » o — come altri hanno voluto dire in forma certo meno elegante e con una certa mancanza di stile — , della « minestra riscaldata » , come ebbero a definirla esponenti di un partito prestigioso ex ed attuale alleato di Governo, le dicevo che questa impressione del già visto e del già vissuto si è andata del tutto consolidando. lei si è presentato qui un anno fa circa, più o meno, a chiedere la fiducia per il suo precedente Governo, proclamando una strenua volontà politica di fronteggiare quelle che lei definì allora le quattro emergenze del paese: l' emergenza morale innanzitutto, l' emergenza economica, l' emergenza civile e l' emergenza internazionale. nel proporre ed illustrare il suo programma, lei sostenne allora che era suo fermo intento — cito testualmente — « aprire un cammino lungo il quale la Repubblica potesse spezzare l' ipoteca dei centri di potere occulto, conquistare un terreno di rientro dall' inflazione e di politica programmata, rispondere con inflessibile energia alla rinnovata sfida del partito armato , far fronte con autorevoli iniziative alla minacciata congiuntura internazionale, in particolare europea e medio orientale » . il tutto nello spirito del richiamo integrale alla Costituzione ed in assoluta deferenza verso il Parlamento. oggi si ripresenta alla Camera con un Governo assolutamente identico al precedente nel numero, nell' identità delle forze che lo sostengono ed anche nella scelta degli uomini che lo compongono, ma che lei ha definito ieri diverso nell' impegno politico. vedremo dopo in cosa consista questa diversità; per intanto mi preme rilevare come nella sua esposizione lei, a nostro avviso, abbia trascurato un particolare che trascurabile non ci sembra, cioè il bilancio dell' attività del Governo in questi ultimi tredici mesi; in altri termini, il fallimento suo personale e del Governo che ha appena finito di presiedere, con la conseguenza di un ulteriore aggravamento dei mali di cui soffre il paese, giunto ormai ai limiti del collasso. ma non è soltanto questo. sull' itinerario percorso da lei, signor presidente , non solo è passato, a nostro avviso, l' ulteriore peggioramento delle condizioni del paese, ma anche e contestualmente il processo di involuzione che minaccia da anni la nostra democrazia e che in questo anno ha felicemente fatto enormi passi avanti. il suo fallimento, a nostro avviso, coincide con questo dato di regime, rappresenta nelle sue ragioni profonde questo dato di regime al quale lei ha rischiato di fornire ieri l' alibi ed offre oggi, esplicitamente, la copertura della sua pretesa laicità. per questo mi sembra estremamente utile ripercorrere oggi, anche se molto brevemente, il suo percorso e tracciare un bilancio del suo precedente Governo, a cui lei si è riferito ieri per rivendicare a questo suo nuovo tentativo il carattere della diversità. lei certamente ricorda che, nell' emergenza morale, nella tematica dei centri di potere occulto e sommerso, fra le degenerazioni capaci di minare le basi stesse della convivenza democratica, incluse allora anche il comportamento che i partiti sono venuti assumendo nella nostra vicenda democratica, avvertendo l' incongruenza di partiti che finiscono con il proteggere se stessi , individuando per essi un problema di credibilità. lei disse: ci deve essere una tensione che, partendo dall' autocritica interna allo stesso regime dei partiti, deve investire, con strumenti giuridici non vessatori ma suscitatori di garanzie dal di dentro, le centrali finanziarie, i gruppi di pressione , i grandi sistemi informativi sempre più condizionanti. dichiarò senza mezzi termini che avrebbe svincolato per primo dall' ipoteca di tale potere il suo Governo, salvaguardando l' esercizio dei poteri di indirizzo e di coordinamento del presidente del Consiglio . ebbene, signor presidente , come è stato onorato questo impegno? né più, né meno che adattandosi alla logica della partitocrazia, mediando fra le varie influenze che lei stesso aveva denunziato, in un certo modo trovandosi persino a suo agio. d' altra parte, signor presidente , cosa è questa benedetta partitocrazia se non l' escrescenza del potere dei partiti ai danni della dialettica democratica, con le sue implicazioni così riconoscibili, oggi più di ieri, nell' egemonia delle cosiddette forze politiche sulla società civile e politica, nella contrattazione sistematica che sostituisce il confronto ed il gioco dell' alternativa, nell' appropriazione degli istituti e delle istituzioni democratiche, e soprattutto nella lottizzazione dei centri di potere , a tutti i livelli ed in tutti i campi di attività? le sembra di aver inciso su questo fenomeno? a nostro avviso, i livelli della partitocrazia non sono calati di un millimetro, ma si sono ulteriormente consolidati ed istituzionalizzati. persino nel suo gabinetto, in barba alle sue rivendicazioni dei poteri del presidente del Consiglio , i partiti hanno operato mediante delegazioni al Governo e gestito i vari ministeri come feudi di parte. e lei oggi, riproponendo questo regime, dopo e nonostante la proclamazione dei suoi propositi di segno opposto, lo consolida e lo istituzionalizza. in effetti, perché questa volta dovrebbe essere diverso? la politica estera continuerà a farla il qui presente ministro Colombo, quella delle partecipazioni statali De Michelis , quella dell' energia Marcora; Andreatta e Formica continueranno a litigare, e via di questo passo, tutti quanti sostenuti dai loro rispettivi partiti. e lei? lei non potrà fare altro che continuare a rifare se stesso , come ha fatto in questi giorni. è diminuita a suo avviso, signor presidente del Consiglio , la furia delle lottizzazioni? a nostro avviso, non solo non è diminuita di un' unghia, ma ha investito persino la sistemazione del Banco Ambrosiano , rivelando, anche attraverso questo spiraglio, i nessi che legano i poteri sommersi in questa gigantesca Loggia P2 che è il sistema di potere nel nostro paese. e, già che ci siamo, che ne è stato mai dello scandalo della Loggia P2 ? si è quasi polverizzato! da punto focale di un regime generalizzato di poteri occulti si avvia a diventarne il momento di dispersione. e l' informazione? signor presidente , lei vede la TV di Stato anche quando non trasmette — raramente — la sua immagine? noi invece sfortunatamente ci vediamo poco, ma vediamo spesso lei! comunque, se lei la vede poco, e quindi le mancano dei dati di informazione, le voglio comunicare che con enorme sforzo finanziario abbiamo messo in piedi un centro d' ascolto che le può dare tutte le informazioni che ritiene, se ritiene di non disporne a sufficienza. basta abbonarsi e pagare un tot per avere a disposizione questo servizio, perché il centro d' ascolto costa caro! e poi, signor presidente del Consiglio , li legge i giornali? allora seguirà certamente la vicenda della proprietà dei quotidiani, e saprà meglio di me, immagino, data la sua esperienza nel campo (che io ancora non ho e non avrò), come si nomina ai giorni nostri un direttore, un redattore, un capo cronista o un redattore politico. lei però vive anche in questi e sa che purtroppo le cose sono cambiate! esattamente: era questo che volevo farle notare! lei invocò un anno fa l' autonomia delle istituzioni (le risparmio le citazioni testuali); ma, mi chiedo, dov' è questa autonomia? dov' è approdata, presidente, dopo questo che io ritengo un fallimento rispetto ai suoi propositi? a me pare che lei oggi non possa fare altro che rilevare le ragioni di tale fallimento ed assumerle come base del suo nuovo impegno di Governo. però, si è presentato qui non per dire in che cosa e perché è fallito, ma ignorando tutta la tematica — come ama dire lei — enunciata il 7 luglio dello scorso anno e auspicando, anzi pretendendo, a mio avviso con una certa arroganza (ma su questo punto tornerò dopo), una riforma istituzionale e costituzionale che equivale ad un adattamento definitivo delle istituzioni e della Costituzione alla logica e alle convenienze della partitocrazia. e invoca innanzitutto, in modo — mi consenta — quasi provocatorio, esorbitando dai confini delle sue competenze, un' ulteriore riforma dei Regolamenti parlamentari , su cui tornerò più avanti. a mio avviso, c' è una sola riforma istituzionale fondamentale da fare, come credo che lei sappia molto bene: svincolare dalla partitocrazia, dalla lottizzazione, da ogni ipoteca di potere il governo delle istituzioni e restituire le istituzioni al loro compito di servizio dello Stato e della gente. passiamo ora all' altra emergenza che lei ci aveva citato, l' emergenza economica. è un vero e proprio disastro! se un anno fa la chiamavamo emergenza, oggi come la chiamiamo? giusto, emergenza-bis! lei ha governato e si accinge a governare un disgraziato paese, nel quale l' indebitamento dello Stato raggiunge i 600 mila miliardi, il debito pubblico (i BOT in tutte le loro versioni) i 300 mila miliardi e passa, il deficit del settore pubblico allargato i 100 mila miliardi. complessivamente, un debito da bancarotta, che si è impennato nel corso del suo precedente Governo, e non perché sia stata forzata la spesa per la soluzione dei problemi che angustiano gli italiani. non è che tutto questo è avvenuto perché si è risolto il problema della casa o quello delle pensioni o quello della sanità o quello dell' occupazione o quello del territorio o della giustizia. non ne è stato risolto nessuno, nemmeno uno. mi permetta, a questo punto, un' annotazione. per quanto riguarda le pensioni, lei ha detto che il progetto di riforma è all' esame del Parlamento. sfortunatamente, in realtà, il progetto di riforma pensionistica era già all' esame dell' Assemblea ma si è improvvisamente inceppato, c' è stata una richiesta del ministro del Lavoro del suo Governo di rinviarlo in Commissione e lì si è definitivamente fermato. era stato richiesto un rinvio di quindici giorni, ma ne sono passati molti di più. così, dopo essere arrivata, al termine di un iter di non so quanti anni, all' esame dell' Assemblea, la riforma delle pensioni è stata, come nel gioco dell' oca , rimandata indietro di dieci giri; penalizzata insomma. e credo che lì rimarrà, con il risultato che gli unici ad essere penalizzati saranno i pensionati. lei oggi si ripresenta capo di un nuovo Governo che intende proseguire su questa strada, dopo aver conseguito questi risultati, non certo brillanti. il risultato è che l' Italia è l' unico paese in cui allegramente convivono recessione ed inflazione in continua e felice espansione, dove la gente vive giorni sempre più disperati, dove la produzione boccheggia, la disoccupazione è in aumento, la cassa integrazione guadagni dilaga, i prezzi salgono ad un ritmo frenetico, i BOT imperano, i salari diventano sempre più poveri ed avari. credo che non vi sia da complimentarsi per questa situazione, né è possibile nascondere tutto questo invocando riforme istituzionali , per compensare con un equivoco pericolosamente eversivo l' incapacità politica di questo Governo. con estrema chiarezza e decisione, signor presidente , noi le diciamo che quel biblico deficit dello Stato è l' indice più scandaloso di uno spreco direttamente conseguente ad una politica che, sotto le cure della partitocrazia, ha allevato in se stessa tutti i mostri che ci angustiano, dal corporativismo al clientelismo, dal parassitismo alla pubblica disonestà, fino ad arrivare alle assurde spese-militari, che superano ormai (lo ripeteremo senza tregua) gli 80 mila miliardi, calcolati in lire 1986 a dollaro fermo. allora, se governare non è esercizio di potere sulla gente ma servizio alla collettività, se non è partitocrazia ma democrazia, non c' è altra via di intervento risolutore se non quella paradossale del soddisfare subito, ad ogni costo, i bisogni degli italiani corrispondenti alle fondamentali esigenze di vita e confinare le cosiddette manovre finanziarie negli spazi residui, fino al pareggio forzato dei conti. paradossale: ma mi pare che si debba scegliere questa od un' altra strada, non tutte e due insieme, perché, trattandosi di divergenze parallele, non si giungerebbe nemmeno alla metà del percorso. questa stessa logica è quella di fatto da noi seguita (non le sembri strano), nel proporre il problema all' attenzione della classe politica in relazione allo sterminio per fame nel mondo , su cui tornerò. qui voglio dire che era proprio quella logica di un riordino della spesa, che onori il buon governo della gente e della sua esistenza quotidiana, che potrebbe costringere ad una riduzione di tutti i meccanismi di spreco, giustificando e legittimando i sacrifici necessari con un criterio drastico che li subordini alle spese per la vita e per la qualità della vita . si potrà così avere un parametro certo di giudizio ed un altrettanto sicuro indice di individuazione degli sprechi. signor presidente , signor presidente del Consiglio , non farò un bilancio delle altre due emergenze che lei ci aveva proposto un anno fa; interverranno altri colleghi su questo punto; passerò più puntualmente a quella parte preponderante del suo discorso programmatico concernente le cosiddette modifiche istituzionali, costituzionali e particolarmente regolamentari, da lei auspicate. un quotidiano di oggi — non nostro amico, ma molto autorevole — si chiedeva quali fossero, nella vicenda della morte e della resurrezione del Governo Spadolini, le cose serie e quelle da ridere. lei certamente avrà letto... le dirò, le dirò. sempre che vi sia ancora la possibilità di ridere di qualche cosa, in questa situazione, nonché di ridere su alcune tragiche (mi consenta il termine, che non vorrei fosse più forte) banalità, cercherò di dimostrare le banalità che lei ha ritenuto di esporci ieri. sostanzialmente, lei ha impiegato gran parte del suo tempo per tentare di spiegare ciò che non è spiegabile, e cioè il curioso evento di un Governo specularmente eguale al precedente (se non per una sostituzione dovuta ad « intervento superiore » ), che presenta un programma che differisce da quello precedente solo per le cosiddette questioni istituzionali, che in gran parte attengono agli interna corporis che il Parlamento dovrebbe gelosamente difendere dalle interferenze di altri poteri dello Stato. ha ragione Pajetta quando parla di illegalità ed imbrogli di questo Governo, ma ritengo che non basti parlarne nelle interviste. bisognerebbe trarne tutte le conseguenze in Parlamento, ed in proposito, con la dovuta cautela, mi rivolgo alla Presidenza di turno (per rivolgermi, in realtà alla Presidenza della Camera) per constatare come, dopo un dibattito che per giorni è infuriato sul fatto che la crisi fosse parlamentare, extraparlamentare o aparlamentare (sottigliezza straordinaria!), lei avrà notato (come me e come, credo, molti deputati), che ieri, in apertura di seduta, la presidente della Camera ci ha dovuto comunicare contestualmente la morte e la resurrezione del Governo Spadolini: ha dovuto leggerci ieri, all' inizio della seduta, la comunicazione delle dimissioni del Governo e quella della sua resurrezione, facendo con questo atto (evidentemente obbligato e consegnato agli atti della Camera) giustizia di tutto il dibattito sul fatto che questa crisi fosse parlamentare, extraparlamentare o aparlamentare. sta di fatto che il Parlamento ha saputo formalmente il 30 agosto di una crisi che si è voluta assolutamente parlamentare, tanto è vero che il Parlamento era in vacanza. credo che, a questo punto, gli atti stessi della Camera facciano giustizia di esercitazioni di politologi e politici più o meno campate per aria, e credo anzi che si dimostri giusta quella che era stata non solo la nostra richiesta, ma anche di altri gruppi, e cioè che sia lei, sia il presidente della Repubblica avrebbero dovuto tentare almeno un gesto formale, quello della richiesta alla delegazione socialista di ritiro delle dimissioni per presentarsi in Parlamento, incardinando così un dibattito parlamentare . e quando, signor presidente , nella seduta del 5 agosto scorso il collega Cicciomessere le chiese una sospensione della seduta per valutare gli eventi che stavano maturando in quelle ore e di cui tutti erano a conoscenza, non essendo proprio chiusi qui come in una turris eburnea , avendo anche orecchie, per impedire la chiusura per ferie della Camera proprio in un momento così delicato, e le chiese di riunire la conferenza dei capigruppo , la presidente non solo ritenne di non mettere ai voti quella proposta, ma non consentì neppure il dibattito parlamentare che, a nostro avviso, il regolamento prevede. e non fu quello, signor presidente , un grave errore, un' occasione mancata per incardinare nel Parlamento il dibattito sulla crisi di Governo ? questo è un tema che credo sia molto caro anche a lei, signor presidente Spadolini, stando almeno alla forza con cui ha reiterato sempre la necessità di crisi che nascano dal Parlamento e che nel Parlamento siano discusse. certo, può darsi che la crisi sia nata da un episodio parlamentare, ma quali valutazioni i gruppi abbiano tratto da quell' episodio questo Parlamento non è stato messo in grado di conoscere, di valutare, di discutere. forse, se fossimo riusciti ad incardinare il dibattito in Parlamento, si sarebbe potuto arrivare ad enucleare (se è così fondamentale) la questione istituzionale anche in questo Parlamento, senza bisogno di aprire una crisi durata diciotto giorni, con dichiarazioni trionfanti da parte del partito socialista — meglio le elezioni che una minestra riscaldata — , dopo le quali abbiamo assistito ad un veloce ritiro e remata indietro con coda tra le gambe, con quello che — lei dice — non è stato un escamotage per dare soddisfazione ad un partito e risolvere la crisi: può darsi, la buona fede non manca da nessuna parte, consenta ad un osservatore forzatamente esterno (non essendo stato coinvolto poiché è stato mandato in vacanza il 5 agosto e richiamato il 30 agosto, e pur volendo non abbiamo potuto essere coinvolti in questa, che pur vorremmo, profonda riflessione sulle modifiche istituzionali) di avere almeno il sospetto che non sia stato proprio tutto questo trionfo quella che stamattina è stata definita a più riprese la « campagna d' agosto » . forse qualcuno l' ha già definita la disfatta d' agosto; io non voglio essere così terrorista, ma certo non mi pare che sia stato un episodio così brillante. ma veniamo alla cosiddetta causa della crisi, che sarebbe da ricercare nel voto, conforme al parere espresso dalla Commissione affari costituzionali, dell' Assemblea sul decreto legge del ministro Formica. fu quello un trabocchetto infame di « franchi tiratori » , così come è stato più volte definito? o forse, ad esempio, se la buona fede è un dato che ci riconosciamo almeno reciprocamente, non può essere considerato un atto responsabilmente dovuto dalla Camera di fronte all' insussistenza dei requisiti richiesti dall' articolo 77 della Costituzione? voglio fare un inciso: è bene ricordare che l' oggi vituperato articolo 96-bis del regolamento fu voluto dalla maggioranza all' epoca delle riforme regolamentari e l' automaticità del voto segreto su tale articolo fu anch' essa voluta dalla maggioranza della Giunta per il regolamento. il povero Mellini fu l' unico che prese la parola esprimendo dubbi sulla automaticità del voto segreto sull' articolo 96-bis. evidentemente, avranno avuto ragione gli altri, visti i risultati. d' altra parte, quello scempio dei franchi tiratori , unito anche a quello degli assenti... questo è un altro fenomeno! subito dopo quel vituperato episodio, ho sentito dalla televisione di Stato, che lei non vede, ma che io vedo per essere informata... anch' io, ma cerco di vedere almeno i telegiornali, per avere il piacere di vederla spesso, ma soprattutto per cercare di capire cosa succedeva, a crisi aperta ed a vacanze forzate. dunque, ho sentito che il nodo del problema erano i trenta o quaranta franchi tiratori . ho voluto verificare quanti fossero gli assenti e ho constatato che il gruppo socialista — che stava vituperando i franchi tiratori medesimi — era assente nella metà dei suoi componenti. se è vero che quel voto — come ha detto poi Labriola alla televisione lottizzata, alla rete 2 — era fondamentale, tanto è vero che aveva avvertito gli alleati della maggioranza....... non si capisce perché non abbia avvertito Craxi. ed il povero Craxi, non sapendolo, non è venuto. a meno che non mi si voglia far credere che tutti, avvertiti dell' importanza di quel voto su cui la maggioranza era già stata sconfitta nella Commissione affari costituzionali... infatti, anche lì i socialisti erano assenti. dunque, avvertiti dell' importanza fondamentale di questo voto strategico per la moralizzazione del paese, poiché — guarda caso — colpiva i petrolieri, trenta socialisti, non volendo colpire i petrolieri stessi, non sono venuti. questo è vero, ma, essendo l' ultimo giorno prima delle vacanze, la visione di trenta socialisti tutti insieme ci aveva fortemente colpito. sapevamo di assistere ad un evento storico, poiché trenta socialisti non li abbiamo mai visti qui dentro in un colpo solo; tuttavia, non avevamo capito l' importanza strategica di quel voto. com' è sfortunato! proprio quando era di fronte ad un evento storico che stava per determinare la crisi, non ha potuto votare. dunque, siamo in una situazione ridicola, ma anche tragica. il tutto, infatti, era stato preceduto da un comunicato dei presidenti di gruppo, che si erano riuniti quello stesso pomeriggio. essi emisero un comunicato che esprimeva una posizione di coesione, che sembrava di cemento armato . pertanto sembrava che la maggioranza non si potesse toccare. ma due ore dopo si arriva in Assemblea e — come dice il partito socialista — la Democrazia Cristiana vi propina e le propina trenta o quaranta franchi tiratori in una votazione fondamentale, come dice Labriola. e, se lo dice Labriola, lo è certamente! il gruppo socialista è rappresentato dalla metà dei suoi componenti; gli altri trenta, non ritenendo la votazione fondamentale, o non essendone informati, non si sono presentati. non ho la fotografia del gruppo liberale, ma se mi informano bene mi pare che vi siano due deputati liberali. mi risulta che i repubblicani vi siano. e il gruppo socialdemocratico era presente in massa, come al solito. e ognuno deduca. è il massimo. lei capisce che, quando in una situazione di questo tipo arriviamo a quel voto e si sente aria di crisi dappertutto, il collega Cicciomessere prova a suggerire, data la situazione caotica, di evitare di sprangare tutto e di riflettere un momento se sia il caso di rimanere qui a discutere. pare che sia successo il putiferio su questa richiesta, che sicuramente esula da qualunque logica, come sembra di capire. non è mai gratificante dire a distanza di tempo che si aveva ragione, soprattutto se non serve per il futuro, ma consentitemi non dico un minimo di soddisfazione, ma di dirvi che non perché un deputato stia all' opposizione non debba essere considerato tutte le volte che apre bocca. risulta oggi, a distanza di venticinque giorni, che allora avevamo ragione e che, se ci fosse stata meno fretta e se ci fosse stata maggiore responsabilità e riflessione da parte di tutti, e dico soprattutto da parte dei gruppi della maggioranza e del gruppo comunista, che non accolse allora questa richiesta, io credo che avremmo potuto risparmiare al nostro paese la farsa della campagna d' agosto o della disfatta d' agosto o, certo, della rottura d' agosto, perché io credo che non solo la gente non abbia capito nulla, ma che anche si sia un po' sostanzialmente scocciata di questa situazione. in tutta questa situazione, io avevo capito che il nodo fondamentale — lei pensi l' ingenuità che mi distingue! — fossero i petrolieri. scopro, dopo tre o quattro giorni, che il centro della questione sono le istituzioni. ma lei pensi! io avevo capito che il centro di tutto questo fossero la moralizzazione della vita pubblica , i petrolieri, l' evasione fiscale , eccetera eccetera. invece, scopro che il presidente della Repubblica le ridà l' incarico. c' è una valutazione non gentile da parte del gruppo socialista, una valutazione culinaria e non gentile. dopo i primi giorni, scopro anche che il problema non era costituito dai petrolieri, non era costituito neanche dall' evasione fiscale : nossignore, il problema era quello delle istituzioni. e qui arrivo al punto. intanto, voglio ricordare ai colleghi e a lei, signor presidente del Consiglio , nonché a coloro che hanno parlato di infami trabocchetti, che quell' episodio del 5 agosto fu preceduto da solenni dichiarazioni della Presidenza della Camera la quale disse: « questo dei decreti è forse il più grave dei nostri mali » . l' episodio fu preceduto, da queste dichiarazioni: « il Governo Spadolini ha battuto nei suoi tredici mesi di vita ogni precedente record, presentando alle Camere ben 86 decreti. così si compromette ogni possibilità di programmare i lavori del Parlamento » , cosa che sosteneva anche il collega Riz poco fa. ed è tollerabile, allora, che una crisi sia aperta in relazione al conseguente esercizio — io devo ritenere che sia così — del dovere di verifica sulla esistenza dei requisiti che legittimano la decretazione di urgenza, voto questo che espressamente il regolamento ha sottratto ad ogni possibile posizione della questione di fiducia , smentendo quindi gli stessi solenni richiami del presidente della Camera , senza che gesti adeguati abbiamo sottolineato sufficientemente questa disagevole situazione di conflitto tra poteri dello Stato? è stato così semplice risolvere tutto con l' infame trabocchetto degli infami « franchi assentisti e tiratori » ? non mi dilungherò qui sulla polemica relativa ai decreti legge perché l' ho fatto molto spesso. mi consenta solo, presidente, di dire due cose. il tema dei decreti era compreso — se non ho letto male — nel decalogo. è stato oggetto di sue passate circolari ma l' ho trovato — si è forse trattato di una mia disattenzione — poco sottolineato nella sua relazione. arrivo a quella, infatti! questa atmosfera gioviale mi fa molto piacere... arrivo alla corsia preferenziale . questo discorso dei decreti che, le ripeto, ho visto sottolineato poco, ma certo per mia distrazione, è però — ahimè! — talmente presente nei nostri lavori parlamentari....... che basta guardare il calendario dei prossimi giorni per scoprire che vi sono sei decreti legge « fondamentali » . innanzitutto un decreto legge di proroga della deroga alle norme Cee sulla eviscerazione dei volatili da cortile (come è noto, provvedimento fondamentale...), quindi il tredicesimo decreto sulla fiscalizzazione degli oneri sociali , per il « controdecreto » in materia previdenziale (se ho ben capito, dal momento che con una mano si dà e con l' altra si toglie), infine l' ennesimo decreto legge sulla GEPI. la conferenza dei capigruppo per decidere in quanto tempo dovranno essere esaminati questi decreti è rinviata a domani pomeriggio. ma so già che, se per caso qualcuno — come noi faremo — si azzarderà a far presente che sei decreti in quattro giorni — ed in più di questa natura — rendono inutile la convocazione per decidere un calendario, poiché questo è già fatto e noi non abbiamo niente da inserire, come pure è già fatto il calendario della settimana tra il 27 settembre ed il 4 ottobre (si devono convertire i decreti che nel frattempo giungeranno dal Senato, quello sull' IVA e quello sulla benzina), cosicché tanto vale che i capigruppo siano convocati dopo tale data, poiché fino al 4 ottobre tutto è già stabilito, se ci si attarderà — dicevo — a rilevare tali perplessità e a non dare l' accordo politico sul calendario, vi sarà una sfuriata gigantesca (come c' è già stata ieri) del presidente del gruppo socialista Labriola, il quale si è scandalizzato — lei pensi, scandalizzato! — che il dibattito sulla fiducia, che il dibattito su una crisi nata e chiusa come ho detto, duri due giorni! stentavo a credere alle mie orecchie, ma si è proprio scandalizzato di questa situazione perversa, per la quale il Parlamento — che appunto non ne ha saputo mai niente — si permetta addirittura di discutere per due giorni sulle cose cui mi sono riferita. sui decreti non voglio continuare ma credo sia importante non arrivare a quegli escamotages di cui ho già sentito parlare e che mi preoccupano non poco: i decreti legge , cioè, in sede legislativa . lo voglio dire qui proprio perché spesso i demoni, resi palesi... vuol dire che vi sarebbe la proposta che, una volta effettuata la votazione relativa all' articolo 96bis, che una volta approvato in tal modo il decreto (o non approvato, se ancora esisteranno franchi tiratori nel nostro paese e se non verranno fucilati a vista)... lascia perdere la corsia preferenziale , ché ci arrivo dopo. lo dico perché mi sembra una proposta incredibile, che non limiterà certamente l' uso dello strumento del decreto, semmai lo incentiverà, venendo meno anche tale ostacolo. questo è un problema diverso: io mi riferisco ora ad una proposta precisa, che ho sentito circolare e che non riguarda lei. non ho detto che la proposta sia sua, senatore Spadolini: dico che circola e che mi preoccupa, perché non sarebbe certo in tal modo che si potrebbe limitare il ricorso alla decretazione d' urgenza , né snellire sostanzialmente il lavoro del Parlamento, a parte ragioni di ordine costituzionale che sono estremamente importanti. sempre per quanto attiene all' aspetto istituzionale, sono molto preoccupata per il fatto che gli unici, o quasi, elementi di novità di questo Governo (poi li specificherò) attengano rigorosamente alla personale responsabilità non sua, senatore Spadolini, ma della presidente della Camera , quale presidente della Giunta per il regolamento. le sembra normale che il Governo giunga perfino a designare il presidente di una non ben definita commissione parlamentare ? se ho letto bene la stampa... io dispongo di alcuni canali di informazione, e debbo dire che ho sentito, senza smentita da parte di nessuno che era stato designato il presidente di quella commissione. Bozzi, che invece normalmente possiede una particolare sensibilità, anziché far presente di non aver ancora avuto nomine da parte di alcuno e che forse tali nomine competevano piuttosto al Parlamento, si è affrettato non solo a ringraziare ma a dichiarare, in un' intervista al quotidiano La Repubblica , come funzionerà questa commissione. ne prendiamo atto. questa però è la situazione, anche se per la verità non ha ancora, il collega Bozzi, indicato la data di convocazione della Commissione stessa per la sua prima riunione! l' aspetto che per altro, a mio avviso, è più preoccupante è che, di fronte a riferimenti più vaghi a riforme istituzionali o costituzionali, i riferimenti alle modifiche regolamentari sono stati molto più precisi. al riguardo vorrei farle un appunto, signor presidente del Consiglio , per la sua mancanza di sensibilità, non formale ma sostanziale. lei ha anticipato tre punti di revisione regolamentare, rappresentati dalla corsia preferenziale , dalla limitazione del voto segreto e dalla sessione di bilancio , auspicando che l' iniziativa autonoma dei capigruppo della maggioranza (che si sostanzierebbe proprio in questi tre punti) vada velocemente in porto . ora, io non so se tu, collega Bianco, ne sai qualcosa, ma io di una simile autonoma iniziativa dei capigruppo della maggioranza non so assolutamente niente. ciò che ho saputo, invece, riguarda una tua giusta protesta, collega Bianco, per non essere stato consultato. questo è ciò che ho letto — a meno che i giornali non abbiano distorto il tuo pensiero — ed ho in proposito addirittura solidarizzato con te....... ma perché mi sembrava una posizione giusta. vorrei allora sapere in quale sede si sia mai manifestata questa autonoma iniziativa dei presidenti di gruppo della maggioranza sui tre aspetti di riforma del regolamento, di cui, a parte il collega Bianco, gli altri presidenti di gruppo, della minoranza e della debolezza politica, non sanno assolutamente niente! penso anche, signor presidente , che come... lo fate fuori? è una vostra iniziativa autonoma, non sua. ma lui come sa che io non so? penso, signor presidente , che come dato di sensibilità sostanziale sarebbe stato bene che lei non le anticipasse nella sua relazione, ma che i capigruppo della maggioranza esprimessero queste proposte autonome al Parlamento e che lei le recepisse, magari con auspicio e con soddisfazione, nella replica. non è solo una questione di stile — lei, signor presidente , mi consentirà — , ma sostanziale. del resto la facoltà di parola è libera in questo Parlamento e se i presidenti di gruppo della maggioranza avessero voluto esporci queste proposte — che certo lei poteva condividere e quindi auspicare una rapida approvazione in sede di replica — , credo che avremmo avuto un rapporto più corretto. per quanto riguarda la corsia preferenziale , l' altra volta le facemmo notare le stesse cose che le facciamo notare adesso. devo dire di aver fatto queste precisazioni soltanto perché lei ha fatto riferimento ad una autonoma iniziativa che io non so dove si sia esplicata. non voglio dire altro anche se sostanzialmente ho capito cosa vuol dire; soltanto ho difficoltà nel seguire i passaggi. desidero dirle brevemente poche parole a proposito della corsia preferenziale . certo. prendo atto della sua precisazione, ma la mia contestazione riguardava altro. comunque, veniamo nel concreto alla questione relativa alla corsia preferenziale , perché onestamente devo dire di non aver capito bene cosa sia. infatti, esiste già nel nostro regolamento, mai attuata dal Governo e dalla maggioranza, una corsia preferenziale . è noto che il presidente del Consiglio ha la possibilità — se la maggioranza è d' accordo — di presentare un disegno di legge e di farlo giungere in Assemblea al massimo dopo due mesi. in questo caso la maggioranza dopo aver votato l' urgenza ed aver inviato in Commissione il provvedimento per un massimo di due mesi e non concedendo proroghe ha la possibilità di farlo arrivare in breve tempo in Assemblea; d' altra parte è noto che il calendario dei lavori della Camera è approvato a maggioranza. allora, esiste già una corsia preferenziale , che però non è stata mai richiesta dalla maggioranza né, in sede di conferenza dei presidenti di gruppo , dal ministro per i Rapporti con il Parlamento . ma se non è quella da me indicata, che cosa è la corsia preferenziale ? pertanto, invece di inventarci corsie preferenziali , perché non cominciamo ad applicare gli istituti già previsti dal nostro regolamento che porterebbero a deliberazioni — non dico ad approvazioni — su disegni di legge ritenuti importanti dal Governo entro due mesi? perché non si applica questa procedura? potremmo forse dire che non la si applica perché su molti dei disegni di legge che il Governo presenta non esiste coesione, in Commissione, tra le forze di maggioranza, che sono le prime a chiedere proroghe. badi bene che, a proposito della questione della corsia preferenziale , posso dire che io sono d' accordo sul fatto che il Governo abbia la possibilità di arrivare a deliberazioni parlamentari rapide su disegni di legge che ritenga importanti: ma le chiedo semplicemente perché non applicare i termini regolamentari già esistenti, quando la votazione dell' urgenza in quest' Aula è a maggioranza semplice , quando il rifiuto di proroghe è a maggioranza semplice , quando l' approvazione del calendario dei lavori di quest' Assemblea è a maggioranza semplice . tutto ciò evidenzia che questa corsia preferenziale già esiste, e che basterebbe applicarla. se altro si vuol proporre, mi si dica però anche perché gli strumenti che oggi il regolamento ci offre non sono usati, o non sono considerati validi. a tutt' ora, infatti, quest' analisi io non l' ho sentita. sul secondo punto, quello del voto segreto , sarò molto più breve. devo dire che mi hanno preoccupato le posizioni espresse dal gruppo comunista il quale, per bocca di Spagnoli, da una parte afferma: « il voto segreto non si tocca » ; ma aggiunge subito dopo che però, per esempio, invece di essere chiesto da un presidente di un gruppo piccolo — un gruppo che, magari, non sta tanto alle convenzioni, per cui chiede di votare il lunedì pomeriggio, quando questo non esiste in nessun Parlamento democratico — , il voto segreto potrebbe essere richiesto da un « congruo » numero di deputati. e allora, il congruo numero di deputati come lo valutiamo? per esempio, vogliamo lasciare o no al gruppo socialista la possibilità di richiedere il voto segreto ? se non vogliamo lasciarla, diciamo allora che il congruo numero di deputati è cento, e non se ne parla più, e i gruppi che possono chiedere il voto segreto sono due. voglio dire che dobbiamo stare attenti su questo punto perché, al di là dell' uso o dell' abuso, è indubbio che la richiesta di voto segreto sia uno strumento di battaglia politica. voglio aggiungere una semplice considerazione: nel Parlamento dei gruppi (come l' attuale Parlamento si avvia sempre più ad essere, e anzi credo in buona parte sia ormai diventato) il voto segreto , qualunque sia l' uso deformato che se ne possa fare, è l' ultima tutela che resta al Parlamento degli eletti. voi potete dire che di questo strumento si è abusato: però state attenti a non mettervi su questa china. non si può, con superficialità, chiedere l' abolizione di questo istituto o, come diceva Craxi, ragionevoli correzioni di esso, almeno finché non sarà chiaro cosa sono queste ragionevoli correzioni. penso che anche lei, signor presidente del Consiglio , non dovrebbe auspicare questa ragionevole correzione, perché ritengo che non possa essere pago dell' equivoca, ambigua ed instabile garanzia che le fornisce oggi la contrattazione tra i vertici dei partiti, della quale chiedo la proiezione immediata sul Parlamento, in termini di perentorietà. sulla sessione per quanto riguarda il bilancio, devo dire che siamo pronti a discutere. voglio solo farle notare molto rapidamente che, dopo che si è detto che la legge finanziaria ed il bilancio sarebbero stati presentati entro il 31 luglio, il bilancio è attualmente senza relazione e senza tabelle. al 31 agosto ancora non l' abbiamo visto. non è grave, perché dev' essere presentato entro il 30 settembre. quello della presentazione entro il 31 luglio, però, era diventato un suo cavallo di battaglia . non richiamerò, perché l' abbiamo fatto molte volte ed altrettante volte lei ci ha replicato, la vicenda della legge finanziaria dell' anno scorso , dove il blocco non è stato certo rappresentato (e lei non può considerare che lo sia stato) dall' ostruzionismo radicale per cinque giorni, quando quella stessa legge finanziaria è stata in Commissione quattro mesi, senza che noi aprissimo bocca. evidentemente c' erano altri motivi, altre ragioni di fondo, altre polemiche che lei sicuramente conosce molto meglio di me, altre risse interne alla maggioranza che sicuramente l' avranno occupata a lungo per dirimerle. le auguro in questa sessione di avere meno problemi in questo senso; ma, la prego, non accetti anche lei l' alibi dell' ostruzionismo radicale, che quando è proprio esasperato dura cinque giorni, per dire che il Parlamento è bloccato, perché questo è veramente un po' ridicolo. non insisterò sull' uso e sull' attuazione dell' articolo 92 della Costituzione; mi basta fare una battuta, per dirle che io in realtà le dichiarerò la sfiducia ma la dichiarerò al ministro Olcese, perché per gli altri l' ho già dichiarata un anno fa! lei pensi alla situazione tragicomica di chi non ha mai votato la sfiducia, è andato in ferie pensando di avere un Governo, torna e scopre che ne ha uno completamente nuovo che si identifica nella faccia di Olcese! anche lui era quindi più disinformato di me! io ho paura che, rispetto alla montagna della grande riforma istituzionale , sia poi partorito velocissimamente non un topolino, che è anche innocuo, ma una viperetta, piccola ed estremamente pericolosa: quella della compressione della dialettica parlamentare, e quella di fatto di una normalizzazione del Parlamento per un verso per una maggiore efficacia ma forse più semplicemente per una maggiore efficienza del Governo, non certo per una maggiore efficacia della vita democratica . stamattina il compagno Craxi diceva che si sta perseguendo una politica di rigore, di risanamento e di giustizia, quando la mia paura è che una vera e propria stangata istituzionale o meglio regolamentare si accoppi alla stangata economica del primo Governo Spadolini. non è male! il Signore ci scampi da uno Spadolini-ter che potrà trovare spazio per ulteriori stangate! d' altra parte, stamattina il collega Craxi ha sostenuto tra l' altro di aver dato nell' ottava legislatura l' apporto costruttivo del gruppo socialista. non lo metto in dubbio, ma vorrei dare solo alcuni esempi di apporto costruttivo, che non commenterò neppure perché si commentano da soli. in questo ultimo anno c' è stata un' iniziativa straordinaria del gruppo socialista per il raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti; c' è stata una iniziativa straordinaria per la riforma del regolamento della Camera contro pretesi ostruzionismi radicali che avrebbero paralizzato le istituzioni, con l' introduzione proprio di quel famigerato articolo 96-bis, di cui oggi si chiede praticamente l' abolizione, chiedendo il voto palese . sono in prima linea nel raddoppio delle spese militari, per quanto riguarda il bilancio della difesa; sono stati in prima linea con un egregio professore nella iniziativa contro il referendum sulle liquidazioni (episodio parlamentare risolto con l' apposizione di tre, quattro, cinque questioni di fiducia , come auspicato da parte socialista molte volte per rendere governabile il Parlamento). vi è poi l' atteggiamento assurdo, per quanto riguarda la proposta di legge dei sindaci contro lo sterminio per fame nel mondo , bollata dal segretario Craxi come pura demagogia. vi sono state poi le iniziative del partito socialista sulla lottizzazione della Rai-TV. detto questo, credo di non dovere sottolineare altro. allora, quando si parla di apporti costruttivi, credo sia giusto che ognuno dica quello che crede di aver fatto di positivo, e spetta anche all' opposizione dire quello che pensa su alcune iniziative come quelle alle quali ho accennato. per concludere, signor presidente , in questo intervento, che è stato un po' conviviale ed anche un po' collegiale a cui abbiamo o avete partecipato in molti (ma forse è giusto, anzi io ritengo proprio giusto che gli interventi siano così e portino alla riflessione di tutti quanti), io non toccherò i vari punti ai quali lei ha accennato (il piano nucleare), perché interverranno su questo altri colleghi. ma ce n' è uno che mi sta particolarmente a cuore — so di non essere originale, so benissimo che lei sa quello che voglio dire — , cioè quello della politica estera , non per scoprire l' acqua calda, ma per farle onestamente alcune considerazioni. questa mattina il compagno Craxi riferiva, per dimostrare che ad est non vi è nulla di nuovo, della situazione tragica in Afghanistan e in Polonia. a me pare doveroso aggiungere però che anche l' ovest non è da meno....... e che anche l' atteggiamento del nostro Governo non mi pare dimostri particolari novità; ma a me pare imperdonabilmente succube, come continua ad essere, con, nel migliore dei casi, qualche impennata sporadica e un po' rissosa, ma che appunto è un' impennata e non una politica. sì, appunto, mi riferivo a questi, quando parlavo della tragica situazione. lei ricorda, signor presidente , senz' altro il dibattito in quest' Aula sulla situazione in Salvador, la posizione assunta allora dal ministro Colombo, neanche di sostanziale neutralità, ma di sostanziale appoggio alla Giunta salvadoregna, ricorda senz' altro le oscillazioni di comportamento nel conflitto Argentina-Inghilterra, fino alla attuale esitazione, a mio avviso colpevole, nella vicenda palestinese. ma tutti questi non sono episodi isolati, tutti questi sono sintomi di una sostanziale mancanza di una politica estera capace di iniziative adeguate ed autonome, di una politica chiusa e ancora subalterna allo schema est ovest , a cui attribuisce la molla portante e assoluta della sicurezza internazionale e che finisce di diventare, invece, colpevolmente complice dei tragici conflitti che ad est come ad ovest o nel sud insanguinano il nostro pianeta. signor presidente del Consiglio , da anni, con ostinazione e con tenacia, noi abbiamo tentato di suggerire un' altra strada, la strada dei rapporti nord sud , che trova il suo perno e il suo fulcro non nell' auspicare nuovi ordini economici internazionali, pur necessari, ma un fulcro concreto da cui partire per arrivare a diversi rapporti nord sud , e cioè a partire realmente e concretamente dalla lotta contro lo sterminio per fame come indicazione non solo moralmente obbligata, ma come indicazione foriera di reali possibili sviluppi sulla strada della pace e della sicurezza, se solo si vuole possedere un minimo di preveggenza politica, astraendosi per un attimo dal contingente. e qui la scelta che si impone è una sola, quella che dovete scegliere: quale pace? o la pace di potenza e di dominio, indifferente alla sorte degli uomini, fondata su equilibri armati, che presuppongono la capacità di provocare la guerra, o la pace intesa come condizione politica, economica, sociale e culturale, attraverso cui gli uomini fruiscono della vita, dalla sopravvivenza alla libertà. e di fronte a tale scelta non è possibile rimanere in mezzo. una scelta si impone; e questo contingente da cui dovremmo astrarci per guardare un momento in prospettiva, eppure questo contingente, questo emergente di milioni di morti per fame è una cosa che preme ed è ormai intollerabile. questi milioni di morti dovrebbero essere per lei, come lo sono per noi, un peso e suonare come una condanna della nostra civiltà, del nostro modo di far politica, persino del nostro modo di essere e di vivere. invece? invece abbiamo assistito ad alcuni momenti di apparente presa di coscienza e di assunzione di impegni, che poi non sono stati mantenuti, e quanti glielo ricordano o hanno tentato di ricordarglielo, magari con azioni non violente, e non solo parlamentari, non hanno ottenuto alcuna risposta per mesi e quando la risposta è arrivata si è trattato di una risposta non solo inadeguata — è troppo poco dirle questo — ma di una vera e propria « non risposta » o peggio è stato un « no » molto secco. credo che la nostra azione su questo tema continuerà tenace, puntuale e costante affinché si pervenga ad una decisione e ad una assunzione di responsabilità. noi faremo di tutto, signor presidente , perché la pace, intesa come condizione politica attraverso cui gli uomini fruiscono della vita, dalla sopravvivenza alla libertà, diventi il dato portante della politica del nostro paese.