Emma BONINO - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 520 - seduta del 23-06-1982
Sulla politica econimica
1982 - Governo I Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 520
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghe e colleghi, signor presidente del Consiglio , non sono disposta a seguirla nel girotondo di cifre, sempre diverse e molto spesso inattendibili, con le quali ritengo si voglia nascondere la verità che è nelle cose e che è la bancarotta della politica economica di questo Governo. credo sia invece necessario che la gente, i pensionati, coloro che sopravvivono, magari senza l' indispensabile, i lavoratori dipendenti , sappiano che lei si è presentato in quest' Aula per annunciare un' altra vera e propria « stangata » sulla testa di questa parte di italiani. ora, mi chiedo, le chiedo e chiedo ai colleghi presenti in quale altro paese civile un presidente del Consiglio avrebbe potuto affermare, senza suscitare scandalo, che le stime delle entrate e delle spese presentate solo qualche mese fa in documenti ufficiali sono « sballate » e con errori di decine di migliaia di miliardi. invece lei, senza alcun cenno di autocritica, che non ho potuto rinvenire nella sua relazione, in realtà ci chiede di autorizzare di trasferire questi errori sulle tasche dei contribuenti. signor presidente , noi non siamo tra coloro che irresponsabilmente chiedono solo aumenti corporativi e clientelari, abbiamo condotto una durissima battaglia, che lei ha voluto spesso gratificare con il termine di ostruzionismo, nei mesi scorsi, per tentare di ridurre il disavanzo dello Stato attraverso l' obiettivo che noi riteniamo prioritario, cioè la riduzione delle spese militari e delle altre spese superflue. in realtà, la questione politica e il nodo che mi pare abbiamo di fronte è abbastanza semplice: sacrifici di chi e per che cosa? sappiamo che sono necessari sacrifici, anche duri, per rimediare allo sfascio prodotto in questi trent' anni , non solo dalla Democrazia Cristiana , come vorrebbe il giovane La Malfa , ma anche dal suo partito che in questi stessi anni ha sempre, senza soluzione di continuità, cogestito il potere e il Governo con gli altri partiti. ma riteniamo che tali sacrifici debbano essere innanzitutto sopportati da quelle categorie che, ad esempio, non pagano quanto dovuto secondo le leggi tributarie del nostro paese, e non tanto dalla gente per bene o dai lavoratori dipendenti , da coloro che le tasse le pagano comunque. ha detto il collega Vizzini che non è possibile stimare o quantificare l' evasione fiscale ; eppure delle cifre corrono: non saranno perfettamente esatte, ma corrono. siamo in una situazione in cui, più o meno, si parla di 30 mila miliardi di evasioni fiscali, di mancati pagamenti da parte delle imprese all' Inps per circa 10 mila miliardi, o di esportazioni di capitali per circa 15 mila miliardi, e via discorrendo. sacrifici per che cosa? io credo non si possa continuare a chiedere sacrifici agli italiani per pagare le folli spese di riarmo del ministro socialista Lagorio, o magari le migliaia di miliardi che vengono dilapidati dalle partecipazioni statali , o, peggio ancora, le rapine dei Calvi e dei Sindona, cioè degli uomini che fino a ieri decidevano, probabilmente con maggiori poteri degli stessi ministri, sulle sorti della nostra economia. io credo, signor presidente del Consiglio , che in questa situazione solo una classe dirigente miope non riesce a scorgere la priorità assoluta, in questo momento storico, di una vera politica di vita e di pace, la necessità politica di salvare subito, come noi sosteniamo, quei tre milioni di esseri umani destinati altrimenti a morire per fame. per le stesse ragioni per cui poi siete incapaci di fornire una risposta al problema delle pensioni, della casa, della disoccupazione, siete poi incapaci di dare una risposta alle proposte che vi formuliamo in ordine allo sterminio per fame, e persino incapaci di mantenere gli impegni più volte assunti nei due rami del Parlamento. in politica estera quel che sapete fare, tutt' al più , è impasticciare un compromesso, più o meno miserevole — mi scusi, presidente! — magari come quello della vicenda Falkland-Malvinas, per uscire — male — dall' imbarazzo. quella di salvare subito questi milioni di vite umane è — a nostro avviso — l' unica strada possibile; così come, in termini di politica interna , la strada possibile è quella di porre mano alle riforme, che invece non saranno fatte. pare anzi che persino la riforma sulle pensioni sarà rinviata in Commissione (se ne parlerà quindi, forse, nei prossimi trent' anni ). siete poi incapaci anche di capire i suggerimenti che vengono da parte dell' opposizione. noi vi avevamo perfino proposto di isolare questa iniziativa di vita dalla polemica politica, per farne un grande momento di convergenza tra maggioranza e opposizione. per ora abbiamo avuto, da parte vostra, solo un imbarazzato silenzio. e questa vostra incapacità di concepire e di governare una vera politica di pace, di vita e di sviluppo, è la stessa incapacità di governare i bisogni e il malessere della gente nel nostro paese, dei deboli, degli emarginati, di coloro che sono i più esposti. tutto questo si chiama disgoverno, a nostro avviso, come conseguenza di quarant' anni di malgoverno. lei ha sostenuto, signor presidente , di aver seguito, nei confronti dell' opinione pubblica e del Parlamento, la strategia della verità. io sostengo invece, al contrario, che lei ed i suoi ministri avete seguito, in realtà, in questa Camera almeno, la strategia dei numeri in libertà, la strategia della vera e propria menzogna. e tutto questo per che cosa? per coprire una coalizione di Governo che è costretta dalla sua stessa logica a strumentalizzare tutto, finalizzando tutto ad una semplice competizione di potere, nell' incapacità di una vera politica. questo Governo non serve al paese: serve ad altri scopi; serve a Craxi per fare la sua ricerca di egemonia; serve alla Dc, forse, per la rimonta della sua crisi; serve certamente al Psdi, per la salvaguardia delle sue posizioni clientelari; serve al partito repubblicano , confinato in un ruolo di mediazione, giustamente però; e serve forse anche ai liberali che coltivano una loro illusione. sfortunatamente, a sprazzi, pare che serva persino al partito comunista per mimetizzare la mancanza di una strategia politica, con un' opposizione che diventa sempre di più la ricerca di una complicità di Governo. io sono molto contenta, signor presidente , che lei trovi anche in questa situazione un dato di ottimismo (così mi pare di aver capito dalla sua relazione) almeno apparente. mi pare, però, che manchino i presupposti per questo suo apparente ottimismo. la situazione dei problemi che ho citato — e che sono sempre quelli — rimane la stessa, senza che si ponga mano a risolverli in qualche modo. lei ha dichiarato anche di compiere oggi qui un doveroso passaggio istituzionale. mi consenta di dirle che non sono affatto d' accordo, soprattutto per le modalità con cui si svolge questo dibattito, che sono da attribuirsi in parte alle responsabilità dei gruppi e della Camera, ma in parte anche alle responsabilità del Governo. lei sa che questo dibattito non può finire con un voto, e allora di fatto lei effettuerà fuori di qui le sue verifiche; e, come sempre, come hanno fatto i suoi predecessori, tornerà qui, ma a giochi assolutamente compiuti. credo che sarebbe stato doveroso, o almeno così io avevo interpretato da dichiarazioni di stampa, che il Governo rendesse comunicazioni, sulle quali aprire un dibattito libero ed ampio, che poteva concludersi con un voto. abbiamo scoperto che invece il Governo era disponibile solo a rispondere alle interpellanze, quindi con un dibattito, se mi si consente, abbastanza privo di significato dal punto di vista non certo politico, ma dal punto di vista formale ed anche sostanziale. credo, d' altra parte, che anche noi abbiamo compiuto un errore: quello di accettare quest' organizzazione del dibattito. avevano ragione i colleghi che questa mattina hanno protestato, cercando di opporsi ad una decisione della conferenza dei capigruppo , che comunque non è vincolante, in relazione ai lavori dell' Assemblea, quando si è scelto di consentire a ciascun gruppo una replica di mezz' ora . e evidente che poi i colleghi fanno bene a non essere presenti qui, come puri e semplici spettatori, quando di fatto sanno già che qualunque cosa succeda non avranno diritto alla parola. l' insieme di queste cose — che sono apparentemente formali, ma di fatto sono sostanziali — ritengo concorra ad indebolire (contrariamente a quanto ha dichiarato questa mattina la Presidenza della Camera), a svilire questo dibattito, non certo a potenziarlo; a meno che la risonanza venga vista come un fatto del tutto formale, perché quando parlano i presidenti dei gruppi — pare — devono essere più ascoltati dei singoli deputati. signor presidente del Consiglio , potrei anche concludere qui, perché ritengo che questo dibattito non è tecnico, ma politico. abbiamo fatto presente, per quanto ci riguarda, in termini molto generali, le cose sulle quali non siamo d' accordo. la sostanza di quello che ci è stato detto è la seguente: abbiamo scoperto da molto tempo che esiste un « buco » , la fantasia non ci aiuta molto, per cui copriamo questo « buco » predisponendo la stangata di sempre. questa procedura non è una novità; l' abbiamo già vista e sentita. lei, signor presidente del Consiglio , ha voluto presentarsi in questa Assemblea come il garante di un corretto rapporto tra Esecutivo e legislativo. tutti sappiamo, invece, che questa è una pura facciata perché la « verifica » sulle sorti del Governo si terrà tra pochi giorni e in tutt' altre sedi. se poi tutto andrà bene ne saremo informati in questa sede, diversamente lo apprenderemo dalla stampa. ritengo che lei non abbia delineato in questa sede le possibili scelte diverse, ma abbia semplicemente confermato la politica seguita fin qui da lei e dal suo Governo. rispetto alla voracità di ministri del suo gabinetto che hanno divorato migliaia di miliardi, come il ministro socialista Lagorio per dilatare il bilancio della difesa (che raggiunge ormai i 10 mila miliardi) o il ministro De Michelis per ripianare i « buchi » spaventosi dell' allegra gestione delle partecipazioni statali , non ho mai sentito da parte sua neanche l' intenzione di scegliere un' altra strada. mai in questi casi ho sentito una parola di rimprovero o di richiamo ad un maggior senso di responsabilità nell' uso del denaro pubblico . mi sembra che si ami fare i predicatori solo quando si tratta di imporre sacrifici o nuovi carichi fiscali ai lavoratori dipendenti , magari quando si tratta di togliere ai pensionati le loro liquidazioni ed al paese il diritto al referendum. lei, signor presidente del Consiglio , comunque oggi ha ammesso con coraggio — e gliene do atto — che, se qualcosa è stato fatto per rallentare l' inflazione, questo — mi pare di citare testualmente — è stato possibile grazie al freno imposto ai salari ed alle pensioni. non voglio anticipare, ma il riflesso mi sembra abbastanza evidente. prendo atto di questa sua dichiarazione, che ha del coraggio, perché poi di fatto non ho sentito come si pretenda che i lavoratori accettino questa politica di sacrifici senza un contestuale segnale che anche in altri settori, quelli che ho citato prima ad esempio, si stia o si voglia cominciare ad operare. mi è parso che con molta eleganza lei sia passato sopra tutta la questione del banchiere Calvi, tacendo forse quello che è noto a tutti e cioè che Calvi era diventato ciò che era nella finanza italiana grazie anche alla copertura di quelle forze politiche che fanno parte del suo Governo e su cui lei forse ha elegantemente glissato. non voglio aggiungere altro, signor presidente del Consiglio . lei sa che il nostro gruppo è impegnato, da tre o quattro anni ormai, su un tema che consideriamo prioritario in assoluto e che ritiene la politica per la vita di chi muore di fame legata inscindibilmente con una politica della qualità della vita anche nel nostro paese. su questo aspetto abbiamo avuto da lei la assunzione di una serie di impegni, ed oggi che si tratta di renderne conto mi pare di poter notare solo un silenzio, forse un po' imbarazzato. io credo, invece, che occorra arrivare a sciogliere questo nodo, magari a toglierlo dalla polemica politica per farne un momento di grande convergenza tra maggioranza e opposizione, così come dovrebbe essere comunque una vera politica estera di qualunque governo. se questo dibattito può servire a qualcosa, per quanto ci riguarda auguriamo che esso possa servire almeno a ricordarle, signor presidente del Consiglio , che anche la nostra e la sua credibilità in sede interna ed internazionale si gioca spesso su impegni assunti e non mantenuti.