Giovanni SPADOLINI - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 450 - seduta del 01-02-1982
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
1982 - Governo II Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 148
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevole presidente , onorevoli Deputati , la risposta del ministro dell'Interno è stata di per sé tale da fornire alla Camera, che ha sempre seguito il fenomeno terroristico con interesse pari alla sua gravità e drammaticità, un quadro esauriente degli ultimi sviluppi della lotta al terrorismo. un quadro al quale ulteriori elementi, non compatibili con le forme di pubblicità con le quali si svolgono i dibattiti in questa Assemblea, sono e saranno aggiunti se necessario, utilizzando l' appropriato strumento parlamentare delle audizioni presso il comitato bicamerale di vigilanza sui servizi segreti e sul segreto di Stato , cui rinnovo il mio deferente saluto. è tuttavia giusto che il presidente del Consiglio sia qui non solo ad attestare la straordinaria importanza dei risultati conseguiti, per cui alto e diffuso è stato l' apprezzamento dell' opinione pubblica nazionale e internazionale, ma anche e soprattutto per testimoniare il perdurare, e anzi l' accentuarsi, di un impegno generale del Governo sull' emergenza civile. un' emergenza che dobbiamo continuare a fronteggiare con raddoppiata energia, con raddoppiato vigore. l' avevo detto a questa Camera, dopo gli interventi dei ministri dell' Interno, della Difesa e della Giustizia, venti giorni fa. si impone una lotta globale contro il terrorismo in tutte le sue forme, in tutte le sue espressioni, in tutte le sue ramificazioni. nella consapevolezza che l' emergenza civile del terrorismo, non ancora domato, sommandosi all' emergenza morale dei centri di potere occulti e corruttori come la P2, intrecciandosi all' emergenza economica di una inflazione devastatrice e disgregatrice, espone a rischio estremo l' intero sistema politico , minaccia le basi di sopravvivenza della Repubblica. « terrorismo, inflazione, corruzione: tre mali — ricordavo l' 11 gennaio qui a Montecitorio — che hanno radici in parte comuni, che esigono di essere combattuti insieme con lucida determinazione e con assoluto coraggio » . ed ecco perché, impegnato a fondo in una sfida che non consentiva e non consente nessuna illusione o attenuazione, il Governo non aveva voluto sottolineare allora con toni trionfalistici i pur notevoli risultati conseguiti sul fronte del terrorismo appena pochi giorni prima, con la cattura di numerosi esponenti di primissimo piano del « partito armato » , fra cui Senzani, certo uno degli « ideologi » delle Brigate Rosse . « contro il terrorismo — dissi alla Camera — la nostra democrazia, con la forza della legge, deve vincere la guerra e non può accontentarsi di successi parziali » . è stata una scelta di misura e di riserbo di cui rivendichiamo oggi tutto il significato, alla luce delle ultime vicende di lotta all' eversione armata, culminate in una serie di azioni straordinariamente efficaci condotte dalle forze dell'ordine contro le organizzazioni terroristiche. ogni enunciazione più dettagliata dei nostri propositi avrebbe favorito i piani eversivi, avrebbe rischiato di pregiudicare l' esito della controffensiva lanciata dallo Stato, che ha conosciuto il suo momento più alto nella liberazione del generale Dozier, avvenuta senza spargimento di sangue. e qui mi si consenta un appello rinnovato a tutti gli strumenti del mondo dell' informazione — un mondo dal quale provengo — per un autocontrollo sempre vigile sulle notizie che una libera stampa può attingere in materia di lotta al terrorismo. talvolta l' indiscrezione di un minuto può compromettere l' opera di mesi. oggi, che un sentimento di legittimo orgoglio nazionale tutti ci pervade, desidero dire a questa Camera che il più grave degli errori sarebbe quello di abbandonarci ad un superficiale ed incontrollato ottimismo. la lotta contro il terrorismo, onorevole Pinto, sarà lunga e dura, irta di ostacoli e di difficoltà, non tutte prevedibili. lo dimostra il numero dei covi che sono stati individuati, lo dimostra la mole degli armamenti che sono stati ritrovati, lo dimostra l' intreccio fra elementi delle Br ed elementi fiancheggiatori, disseminati in aree della società civile che si pensava di aver immunizzato dal contagio del crimine terroristico. già un' altra volta, e dopo una vicenda certo non conclusasi come il caso Dozier, ci fu un momento di euforia, cui contribuirono anche elevati funzionari pubblici. fu un errore che denunciammo come tale anche allora, in diverso ruolo e in diversa veste. abbassare il livello di guardia, in questo momento e di fronte alla mostruosa ampiezza degli obiettivi terroristici individuati, sottovalutare la consistenza e la capacità di azione dei nuclei di delinquenza politica, si raccordino al terrorismo rosso o nero non importa, coinciderebbe con uno sbaglio fatale per le istituzioni. le forze dell'ordine hanno dato prova di alta professionalità, di stretto raccordo operativo, di eccellente saldatura fra i diversi corpi preposti, senza divisioni né dispersioni. il coordinamento di tutte le ricerche nel gruppo operativo di Verona, affidato alla guida del prefetto De Francisci , in quanto capo dell' UCIGOS, ha costituito un momento decisivo della controffensiva dello Stato contro la delinquenza terroristica: controffensiva cui ha arrecato un contributo altrettanto decisivo lo stretto e, vorrei dire, strenuo controllo del territorio, in cui sono impegnati Pubblica Sicurezza , guardie di finanza e carabinieri (lasciatemi ricordare con commozione il sacrificio dell' Arma benemerita attraverso i due morti di Siena, Giuseppe Savastano e Enzo Tarsilli, entrambi ventenni), quasi condizione e prefigurazione del riscatto del generale Dozier, il soldato della nazione amica ed alleata che siamo riusciti a restituire ai suoi affetti. continueremo la battaglia contro il terrorismo, con discrezione, col riserbo assoluto che ci siamo imposti in questi giorni e che ci ha spinto a non sopravvalutare il pur straordinario risultato conseguito. e la continueremo ben sapendo che la pericolosità del terrorismo di casa nostra è accentuata da collegamenti internazionali sempre più visibili, sempre più inquietanti, sempre più ammonitori. quali sono le lezioni di Roma e di Padova? la prima e forse più importante è quella del coordinamento e della coesione. il rapimento di un alto ufficiale di una nazione amica ed alleata e di una organizzazione sovranazionale, quale la NATO, costituiva un vero e proprio salto di qualità nella strategia delle Brigate Rosse , che ambiziosamente cercavano una legittimazione internazionale, commisurata agli obiettivi di destabilizzazione internazionale. in tale strategia, come risulta dalla documentazione prodotta dai terroristi, si riconoscevano, pur fra contrasti e differenze di impostazione, tutte le varie componenti dell' organizzazione eversiva. essa postulava una risposta articolata, capace di tenere conto di tutti i fattori, compresi quelli inerenti alle nostre relazioni internazionali. esattamente la risposta che è stata data, attraverso le decisioni tempestivamente adottate: la sala operativa al ministero dell'Interno ; il gruppo di lavoro , costituito dai servizi di informazione e di sicurezza , in stretta relazione con i collegati servizi degli USA; la decisione già ricordata, dopo una riunione del CESIS il 26 dicembre, di coordinare in loco tutti gli organi operanti (decisione che ha dato maggiore incisività alle indagini). si è voluto evitare la creazione di sovrastrutture, che spesso finiscono col complicare anziché semplificare l' azione di coordinamento. tutto si è svolto nell' ambito e nel quadro degli organi istituzionali, e la scelta del direttore dell' UCIGOS era quella più naturale ed appropriata alla luce del criterio che si è inteso seguire. nessuna delle unità impegnate — polizia, carabinieri, Guardia di Finanza , servizi segreti — ha rinunciato ai propri metodi di azione, ma tutte hanno fatto confluire i propri dati in un sistema informativo che poi ha elaborato e redistribuito. nel prosieguo della lotta al terrorismo non si dovrà perdere il filo di questa esperienza. la seconda lezione è nella integrazione fra servizi segreti e servizi operativi. le decisioni prese nella notte fra il 17 ed il 18 dicembre con i ministri dell' Interno e della Difesa, mezz' ora dopo che la notizia del rapimento Dozier era giunta a Palazzo Chigi e prima ancora che essa si diffondesse, non devono restare leggi di un solo caso. disposizioni sono state impartite per la continuità ed il rafforzamento della rete di collegamenti messa allora in opera. i servizi hanno fatto integralmente la loro parte. le forze dell'ordine si sono mosse questa volta con le spalle ben protette: un eccezionale lavoro di sostegno e di vigilanza è stato per 43 giorni svolto su una vasta area territoriale dai servizi segreti . occorre ora metterne a frutto l' intera esperienza, senza fatue dispersioni e senza attardarsi ulteriormente nelle recenti, velenose e ingiustificate polemiche. la terza lezione riguarda la linea di fermezza e di intransigenza che si è inteso confermare, senza il minimo cedimento, nei riguardi del terrorismo. in questa linea è concorde tutto il Governo, sono concordi tutte le forze politiche della maggioranza e non solo della maggioranza: e in questo momento il nostro pensiero si rivolge, commosso, alla memoria dell' onorevole Moro. in questa linea si riconosce, sono certo, la stragrande maggioranza del popolo italiano . su di essa si sono schierati al nostro fianco, con piena e aperta solidarietà, il Governo e il popolo degli USA, pur direttamente colpiti, insieme con noi, dall' attacco dei terroristi. fin dal primo momento si è escluso ogni patteggiamento, si è esclusa ogni compromissione. destituite di ogni fondamento sono le ipotesi, talvolta affiorate sulla stampa, anche dopo la conclusione della vicenda, di trattative e di taglie. nessuna trattativa si è svolta, nessuna taglia è stata pagata. il pieno successo dell' operazione, la sua brillante conclusione costituisce l' esclusivo frutto di un lungo e paziente lavoro di investigazione, che ha mobilitato per oltre 40 giorni tutte le forze dell'ordine in tutte le loro componenti dalla polizia ai carabinieri, dalla Guardia di Finanza al Corpo degli agenti di custodia ed ai servizi di informazione e sicurezza: quelle forze dell'ordine cui si è rivolto — per mio tramite — il grazie commosso del presidente della Repubblica ! costituiscono l' esclusivo frutto di una vastissima operazione di controllo del territorio, intelligentemente diretta e condotta in maniera coordinata, senza inutili sovrapposizioni e senza nulla disperdere dell' opera di ciascuno: è un controllo che ha costretto in un angolo i terroristi, precludendo loro ogni libertà di movimento. si è trattato di un lavoro spesso oscuro, tante volte misconosciuto, fatto di mille tentativi, denso di innumerevoli difficoltà, sempre pericoloso: di esso va dato atto alle forze dell'ordine , il cui impegno e sacrificio desidero ancora una volta additare, da questa tribuna, alla riconoscenza della nazione! non saremmo giunti ai significativi risultati di oggi senza il progressivo adeguamento delle strutture, il miglioramento dei mezzi in dotazione, lo sviluppo crescente della professionalità: ma l' opera è ancora ben lungi dall' essere compiuta, pur se i primi frutti già si intravedono. essa sarà lunga e faticosa, non sopporta impazienze, richiede mezzi cospicui, tenacia e perseveranza, ma sarà portata a compimento. la quarta lezione sta nell' inutilità di pensare a leggi e misure straordinarie. nell' ultimo loro volantino, i banditi che tenevano segregato Dozier hanno parlato, nell' infinita protervia della loro ignoranza, di « leggi segrete approvate dal CIIS » (il comitato interministeriale per l' informazione e la sicurezza). non si può chiedere, a traditori della Costituzione, di conoscerla: tuttavia è evidente che con quella denunzia essi tentavano di svelare presunti atteggiamenti pretercostituzionali dello Stato; credevano di aver colto una vittoria registrando un passaggio cui avrebbero costretto — per le loro azioni, secondo i loro disegni — il Governo: l' illegalità dello Stato. ebbene, se i banditi ed i loro complici si sono giustamente preoccupati per la segretezza che ha circondato, ancora circonda e domani circonderà una serie di misure amministrative, alcune delle quali non ancora entrate in azione — a cui però il Governo non intende rinunziare, assumendone la piena responsabilità politica e giuridica — , nulla è più falso che il definire contra legem tali misure; al contrario, devo ancora una volta affermare la profonda convinzione del Governo che l' aver affrontato una lotta pluriennale contro un barbaro terrorismo, armato di armi micidiali (tanto più micidiali in quanto nascoste fra la borsa della spesa e la spazzatura), con le sole leggi ordinarie , con i tribunali ordinari, con i corpi di polizia ed i servizi segreti , nell' ambito dei normali compiti istituzionali, è un titolo di forza per questa Repubblica! se ce la facciamo, come ce la faremo, a vincere definitivamente, questo sarà il primo Stato al mondo ad aver superato la prova senza essere ricorso a leggi ed istituti straordinari: potremmo ricordare questi anni come quelli in cui la democrazia ha vinto una battaglia, supremo antidoto a qualsiasi futura tentazione autoritaria! l' eco internazionale del caso Dozier ha attraversato i continenti con una mobilitazione della stampa e delle televisioni straniere senza precedenti, ed anche questo è importante, perché la democrazia italiana — pur assillata da così angosciosi problemi economici, istituzionali e sociali — è in grado di trasmettere al mondo un attestato di fiducia nella capacità che ha il sistema libero di sconfiggere la nuova barbarie, senza rinunciare ad alcuna delle proprie garanzie! signor presidente , onorevoli colleghi : noi siamo qui solo per servire la Repubblica ed il primo, supremo impegno per la difesa della Repubblica — come quotidianamente ci ricorda il presidente Pertini — è quello di debellare il terrorismo: a tale impegno resteremo fedeli, con fedeltà tanto più strenua quanto più silenziosa!