Emma BONINO - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 420 - seduta del 09-12-1981
Sul vertice europeo di Londra
1981 - Governo I Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 420
  • Comunicazioni del governo

certamente, onorevole ministro. ma lei mi insegna che quando si vuole adottare un' iniziativa diplomatica in sede comunitaria, non ci si sveglia il mattino in cui inizia l' incontro. se fa così, si tratta di un atto proforma. se la valenza che si vuole dare a questa risoluzione, stabilita da lungo tempo, è un' altra, mi consentirà di dire che le iniziative diplomatiche e politiche cominciano ben prima; altrimenti è evidente che burocraticamente il gesto è stato anche compiuto, ma altrettanto burocraticamente è stato risposto di no. noi quindi insistiamo nell' indicarle come strada di politica estera non solo italiana, ma della Comunità, la prevalenza dell' asse nord sud . su questo ci siamo già dilungati a iosa . sfortunatamente, pochi giorni fa, il dibattito è finito nel modo che sappiamo, con un' azione inqualificabile da parte del Governo, che ha posto la questione di fiducia su quella mozione, bloccando quindi i notevoli passi avanti che pure si sarebbero potuti compiere. noi ripresenteremo un ordine del giorno in questo senso, e ci preoccupa molto che nelle sue comunicazioni, signor ministro, lei non abbia fatto alcun cenno a questa tematica, che pure, se riveste priorità per la politica estera italiana, in qualche modo deve evidentemente trovare riflesso anche nella nostra politica comunitaria . per finire, signor ministro, credo che sia pericolosa la strada che sembra abbiate imboccato, quella cioè di dimenticare — poiché sono più difficili — i problemi dei rapporti economici per questa che viene definita « integrazione politica » . credo che prima ancora della modifica dei trattati, che pure si può studiare, il problema reale debba essere quello dell' applicazione dei trattati. e se esiste un' idea che deve andare avanti per la rivalutazione del Parlamento europeo , delle istituzioni europee, questa è l' idea federalista, e non tanto quella dei rapporti più intensi, a livello interstatuale o intergovernativo. per questo siamo molto preoccupati. le valutazioni, evidentemente, possono essere di vario ordine; ma, al di là delle intenzioni, a me pare che da tutto il « piano Genscher-Colombo » in realtà venga fuori qualche « contentino » per il Parlamento europeo , del quale però non si è compresa la potenzialità. ma non solo non l' hanno capita gli stati membri ; ma la mia preoccupazione è dettata dal fatto che neanche il Parlamento europeo stesso, in quanto tale, ha capito l' importanza, le possibilità reali, in termini di evoluzione politica, del Parlamento europeo ; tant' è vero che avendo avuto, l' anno scorso , il coraggio (si fa per dire), di rifiutare il bilancio, quest' anno si è ben guardato dal compiere un' operazione di questo tipo, anche se ci si è trovati di fronte ad alcuni « no » del Consiglio assolutamente ingiustificati. il Consiglio, che pure dice di voler perseguire una nuova politica sul fondo regionale, ad esempio, poi respinge emendamenti presentati dal Parlamento europeo d' accordo con la Commissione, in una situazione in cui il Parlamento europeo vede il suo ruolo completamente emarginato, anche se autoemarginato, perché di fatto non ha la volontà di darsi il potere che pure gli spetterebbe. se un piano va rifatto per la Comunità Europea , credo che si debba trattare soprattutto di un primo piano di rivalutazione delle istituzioni della Comunità Europea ; in primo luogo del Parlamento, e quindi della Commissione. per questo mi preoccupa, nell' atto europeo che ho letto, la creazione di un centro permanente di coordinamento tra i vari Stati, perché allora non capisco cosa stia più a fare la commissione, se vi deve essere quest' altro doppione. altri argomenti si potrebbero ricordare in questo dibattito, ma mi voglio fermare su due argomenti in particolare. il primo è quello delle relazioni esterne; a questo proposito, non possiamo dimenticare la Convenzione di Lomè, ed anche la « Lomè II » , la quale — a detta dello stesso Pisani — rappresenta il punto culminante di un processo giunto ormai a termine. credo che occorra rivedere globalmente i rapporti nord sud non solo dell' Italia, ma della Cee, con l' obiettivo di portare persone vive allo sviluppo e con opzioni economiche che consentirebbero il rilancio dell' economia europea e mondiale, aprendo anche mercati amplissimi di investimenti e di consumi. se questo non avviene, credo che ci limiteremo semplicemente a razionalizzare ed a gestire l' esistente, invece di creare il possibile. ma ci sembra che, rispetto a questa politica, la sordità del Governo sia totale, perché si preferisce gestire più o meno bene il possibile, invece di cercar di creare il possibile: il che è l' unico modo, in realtà, di fare politica. se ci limitiamo a razionalizzare i cammini già percorsi, come per la politica agricola , se ci limitiamo a spendere meglio, non troveremo spazio per l' iniziativa politica. è da perseguire, invece, la strada che abbiamo indicato e che, anche a rischio di essere ripetitivi, continueremo ad indicare, perché si tratta di una nostra convinzione profonda.