Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 387 - seduta del 06-10-1981
Sulla situazione politica dell'Alto Adige
1981 - Governo I Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 387
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , signor ministro, non cederò — lo dico per rassicurarvi — alla facile tentazione di far seguire al discorso-fiume, pronunziato nella giornata di ieri dall' onorevole Boato, un analogo discorso. non farò anche perché il discorso-fiume l' ho pronunziato in questa Aula dieci anni fa; o meglio, dieci anni fa credevo che si trattasse di un discorso-fiume — ho parlato solo per nove ore e un quarto — , in quanto sono stato largamente « stracciato » in questi ultimi tempi da veri e propri discorsi-fiume. comunque, in quella occasione, lo confesso, fui molto fiero di aver stabilito un primato, ma soprattutto fui fiero ed orgoglioso — e, se mi si permette, lo rimango — per aver sollevato il problema al momento giusto. signor ministro Rognoni, la ringrazio per essere presente e perché so che sarà lei a rispondere ai documenti del sindacato ispettivo presentati. è un fatto importante che sia il ministro dell'Interno , e non per avventura quello degli Esteri, a rispondere in materia di statuto del Trentino Alto Adige . quella di questi giorni, diciamocelo chiaramente, è una sceneggiata, è una tardiva e — mi duole molto dirlo — , inutile sceneggiata; sceneggiata fuori di qui e sceneggiata qui dentro. fuori di qui ci sono le « gabbie » ed io ho letto di ciò con divertimento e con malinconia: le « gabbie » organizzate dai radicali o dalla Nuova sinistra bolzanina per dimostrare che, attraverso quanto si sta per perpetrare in Alto Adige , le minoranze italiane e ladine entrano in gabbia. devo dire che purtroppo questo è vero, ma devo anche rilevare che questa gabbia è stata determinata — e le minoranze vi sono state fatte entrare a forza e con l' inganno — dieci anni fa. il problema infatti non è scoppiato ora, il dramma non risiede nel censimento in quanto tale, ma il problema ed il dramma consistono nelle conseguenze da noi previste — se mi si permette, da me puntualmente previste — dieci anni fa con le modifiche apportate allo statuto del Trentino Alto Adige ed in particolare con quell' articolo 89, di cui si è parlato, e con le norme di attuazione che nel frattempo — dal 1971-1972 fino ad oggi — sono state approvate. mi permetto perciò di dire che si tratta di una sceneggiata alla quale partecipo mal volentieri, perché avere ragione è una brutta condanna in Italia; avere ragione quando i fatti ti danno torto è una pena; avere ragione quando i fatti ti danno torto e quando tu sai di avere un' altra volta ragione nel prevedere conseguenze nefaste per quello che si sta per perpetrare in Alto Adige è ancora, più doloroso e malinconico. è in questo stato d'animo , signor ministro, che prendo la parola a nome del mio partito e del gruppo al quale ho l' onore di appartenere. ricordo la scena di dieci anni fa alla conclusione del mio discorso durato nove ore ed un quarto; se volessi fare un discorso-fiume potrei recitare a memoria quel che dissi proprio a proposito di quanto ora è venuto fuori drammaticamente. quando terminai di parlare nella mia qualità di relatore di minoranza , il relatore per la maggioranza, l' onorevole Rocchetti della Democrazia Cristiana , batté a sua volta un primato, quello della brevità: credo di ricordare che egli parlò per soli venticinque secondi. venticinque secondi da un lato, nove ore ed un quarto dall' altra. in venticinque secondi, l' onorevole Rocchetti, a nome della maggioranza (ora vi ricorderò di quale maggioranza), mi liquidò limitandosi a dire, assai urbanamente (ed il resoconto stenografico lo documenta): « io non ho la competenza dell' onorevole Almirante; non ho studiato il problema come l' onorevole Almirante; non sono in grado di rispondere ai molti quesiti che l' onorevole Almirante ci ha posto, ma mi rimetto alla mia precedente relazione scritta e pertanto invito la Camera a votare contro la relazione di minoranza presentata ed illustrata dall' onorevole Almirante a nome del suo partito e del suo gruppo » . venticinque secondi! dopo di che (i banchi non erano vuoti, ma pieni) si alzarono le mani di tutti, dai comunisti ai liberali! certo, essi ritenevano di avere ragione, senza alcun dubbio! ma erano tutti nelle stesse condizioni in cui si trovava il relatore per la maggioranza, al quale non attribuisco alcuna responsabilità personale: essi cioè non erano in grado di rispondere, non volevano farlo, chiudevano gli occhi di fronte alla realtà; bisognava comunque togliere di mezzo non l' umile sottoscritto, ma le tesi che l' umile sottoscritto — conoscendo i problemi — a nome del suo partito aveva sostenuto per difendere l' Italia e gli italiani in Alto Adige . so che questo linguaggio può apparire arcaico, ma, signor ministro, lei sa (mi sarà molto facile dimostrarlo, e d' altra parte oggi lo dicono tutti) che si tratta di un dramma che continua ancora oggi per la minoranza italiana in Alto Adige . perché ho detto che questa discussione è avvilente e mortificante? perché, onorevoli pochi colleghi e signor ministro, i giochi sono fatti! il censimento avrà luogo anche in Alto Adige verso il 25 di questo mese; avrà luogo secondo le norme prestabilite; gli stampati per il censimento, come credo che l' onorevole ministro dell'Interno sappia sono già in distribuzione (ed è logico e giusto che siano già in distribuzione); questo dibattito serve solo di copertura propagandistica a taluni e di copertura politica a talaltri. a livello interno ed internazionale questo dibattito non sposterà di una virgola quanto è già stato deciso e perpetrato. la singolarità della nostra e della mia personale posizione sta in questo: noi denunziamo la sceneggiata alla quale siamo costretti a partecipare. la verità andremo a dirla o a ripeterla alle popolazioni dell' Alto Adige nelle prossime settimane; infatti, non saremo presenti soltanto qui, ma anche, là, nelle piazze di Bolzano ed in tutte le piazze dell' Alto Adige , dove palpita la vita difficile di tanti italiani. non meno vanto per questa nostra posizione autonoma, più che isolata; però debbo ricordare alla sua cortesia, signor ministro, che la nostra posizione non risale soltanto a dieci anni fa, ma è una tipica ed originaria nostra posizione, dovuta non tanto o non soltanto all' essere noi (e non ce ne vergogniamo) nazionali e nazionalisti soprattutto nelle zone di confine, ma ad una considerazione che credo possa essere condivisa, cioè che in Alto Adige la minoranza da tutelare, ai sensi costituzionali, giuridici, sociali, economici, nazionali, e anche sentimentalmente, è rappresentata dai cittadini di lingua italiana e dal gruppo ristretto, ma qualificato, dei ladini. quella è la minoranza e non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscerlo, perché non c' è bisogno del censimento nel 1981, che non può che confermare — speriamo non aggravandole — le cifre del 1971. ciò che ha determinato l' equivoco, o meglio il dramma, non è il fatto che gli italiani e di ladini siano una minoranza della popolazione, ma il fatto che nel Trentino Alto Adige , e particolarmente nella provincia di Bolzano, per gli errori — limitiamoci benignamente a chiamarli così — compiuti, esiste una situazione di vero e proprio apartheid, che dal 25 di questo mese diventerà schiacciante, ai danni della minoranza italiana. gli italiani ed i ladini dell' Alto Adige , invece di ottenere, ai sensi della Costituzione, i diritti e le guarentigie che spettano alle minoranze, vengono trattati come se fossero una potenziale maggioranza usurpatrice di diritti, che debbono essere riconosciuti alla minoranza di lingua tedesca . la realtà è, invece, che c' è una maggioranza di lingua tedesca che ha tutti i vantaggi della maggioranza, sia quelli leciti, sia quelli meno leciti o addirittura illeciti. sicché non si tratta di una battaglia nazionalistica « o intero-nazionalistica » , o addirittura razziale: il razzismo è l' altra parte, il nazionalismo isterico è dall' altra parte, la prepotenza è dall' altra parte; qui si tratta di difendere i diritti di povera gente italiana. tengo a ricordare a me stesso — forse è inutile ricordarlo ad altri, che non ci sono neppure — che quando nel 1954 era presidente del Consiglio l' onorevole Pella, allora sostenuto dai voti responsabili del Movimento Sociale Italiano , dopo la crisi De Gasperi intervenuta nel 1953, la regione Trentino Alto Adige , ed in particolare il collegio provinciale di Bolzano, tentò di far vistare dal governo italiano due leggi regionali e provinciali, che volevano introdurre l' applicazione analogica del principio della proporzionale etnica, che in questo momento è in discussione. si trattava di leggi riguardanti i vigili del fuoco — i celebri Schutzen, tanto cari alla Svp — e la ricostituzione della Cassa mutua malattie della provincia di Bolzano. il Governo Pella rifiutò di vistare quelle leggi; il Consiglio regionale del Trentino Alto Adige , caduto il Governo Pella, si riunì e riapprovò, secondo che la Costituzione gli consentiva di fare, quelle leggi e le rimandò per il visto al Governo nazionale. nel frattempo, era diventato presidente del Consiglio mi dispiace dirlo, perché è una persona rispettabile — l' onorevole Scelba ed i voti del Movimento Sociale Italiano non erano più determinanti, mentre erano utili, se non determinanti, i tre voti della Sudtiroler Volkspartei . il Governo Scelba, pochi mesi dopo che il Governo Pella aveva respinto quelle leggi regionali, le vistò. il dramma è cominciato da lì e poi è continuato, sempre più grave. è dal 1954, quindi, che ai tre voti della Sudtiroler Volkspartei è legata la proporzionale etnica, con tutte le sue conseguenze. purtroppo, c' è un problema ancora più grave, che mi permetto di segnalare in questo momento e sul quale ritornerò a conclusione del mio non lungo discorso. e il problema, signor ministro dell'Interno ecco perché sono lieto che sia presente lei oggi e non, come avrebbe potuto anche essere, nella logica della politica governativa il ministro degli Esteri — ripeto: più grave, o per lo meno tanto grave quanto quello della proporzionale etnica, rappresentato (lo dico tra virgolette, perché mi vergogno perfino di dirlo; consentitemi di dirlo tra virgolette) dalla « dipendenza » del governo italiano (non solo di questo Governo, ma del governo italiano come istituto), ormai da molti anni, dal governo austriaco . signor ministro, ho quindi davanti a me il resoconto pubblicato da tutta la stampa italiana; ma ho voluto essere preciso, ed ho preso il resoconto pubblicato dal quotidiano Alto Adige , che in questo momento si sta battendo, se non sbaglio, su tesi contrarie al censimento, d' accordo con la nuova sinistra altoatesina. ho qui davanti a me il ritaglio dell' Alto Adige del 2 ottobre, quindi, di pochi giorni fa, che dice: « intervento di Pahr sull' Alto Adige » (Pahr per chi non lo sapesse, è il ministro degli Esteri austriaco); titolo: « l' Austria all' Onu deplora l' Italia » ; sottotitolo: « se non saranno varate in fretta le norme di attuazione mancanti, Vienna dubiterà seriamente di Roma » . e il giornale riferisce che, prendendo la parola davanti all' Assemblea generale dell' Onu, il ministro degli Esteri austriaco Pahr ha trattato in particolare il problema dell' Alto Adige , affermando che, per quanto riguarda i rapporti bilaterali dell' Austria, « è da deplorare che con l' Italia non siano stati raggiunti negli scorsi mesi dei sostanziali progressi per la soluzione del problema dell' Alto Adige . soprattutto, rimangono irrisolte le questioni che riguardano il diritto di due terzi della popolazione altoatesina ad usare la propria lingua materna nei tribunali e negli uffici. il ministro ha espresso la speranza che, dopo le assicurazioni del presidente del Consiglio Spadolini, si verifichino in questo senso sostanziali progressi nel prossimo futuro. altrimenti, si dovrebbe dubitare seriamente della disponibilità e della volontà dell' Italia di adempiere ai suoi impegni internazionali » . quindi, abbiamo una specie di Gheddafi in miniatura all' Assemblea delle Nazioni Unite . e, mentre veniamo, come Governo e come italiani, ingiuriati pesantemente e minacciati dal Gheddafi numero uno, abbiamo un piccolo, borghese e — per carità — civile, ma insidioso Gheddafi austriaco, il quale porta la questione davanti all' Assemblea delle Nazioni Unite . ora, signor ministro, ce ne dia atto: sono trent' anni , da quando sediamo in questo Parlamento, che noi solleviamo e risolleviamo questo problema. non è pensabile che il governo italiano , che l' Italia — e lo dico senza enfasi nazionalistica o isteronazionalistica — accetti dall' Austria una dipendenza, una posizione di formale e sostanziale dipendenza per faccende che riguardano l' assetto interno del nostro democratico paese. i governi italiani di questo dopoguerra, anche quello in carica , hanno avuto impennate di dignità nazionale quando è sembrato, secondo alcune interpretazioni, che il presidente degli USA si permettesse di entrare nelle nostre faccende o di voler condizionare, dall' alto della sua potenza imperiale, la nostra politica, i nostri interessi. ma insomma, il senso delle proporzioni bisogna pure averle. facciamo, come italiani, tutti (io mi sento personalmente colpito), una figura miseranda, e il governo italiano non è stato capace di rispondere. ho scorso con attenzione i giornali in tutti questi giorni, aspettandomi una risposta, e non dico neppure una risposta polemica, ma una risposta dignitosa e chiarificatrice. ho capito perché la risposta non c' è stata. ora, se possibile, vorrei dalla sua cortesia, quando risponderà, un chiarimento. credo di aver capito, credo di sapere (per lo meno è stato pubblicato sui giornali) che nei prossimi giorni, prima dello svolgimento del censimento in tutta Italia e nell' Alto Adige , ci sarà — sembra a Verona — un incontro tra il presidente del Consiglio Spadolini ed il presidente del Consiglio austriaco Kreisky. vorrei sapere se sia vero, perché a questo punto veramente il Parlamento italiano sarebbe irriso. è vero che questa Assemblea non ha alcun potere in questo dibattito — lo spiegherò meglio più avanti — , ma che il Parlamento italiano sia umiliato da tale atteggiamento del Governo, che prima fa finta di ascoltarci e poi, nell' immediatezza del censimento, si incontra con il presidente del Consiglio austriaco, dopo aver subito le ingiurie, espresse sia pure correttamente, del ministro degli Esteri austriaco, questo veramente mi sembrerebbe un po' troppo e vorremmo avere delle spiegazioni. e le vorremmo avere anche perché sul quotidiano La Repubblica del 29 agosto di quest' anno ho letto testualmente: « Spadolini ha fatto sapere che intende rispettare gli impegni presi dai precedenti governi anche per i riflessi internazionali della vicenda nei rapporti con l' Austria, potenza garante dei sudtirolesi » . ora è vero che la frase « potenza garante dei sudtirolesi » è apparsa su un quotidiano e quindi non è di responsabilità del Governo, ma è responsabilità del Governo smentire con le parole e con i fatti una tale impostazione, che è assolutamente inaccettabile. a questo riguardo, se volessi autocitarmi lungamente, potrei davvero spendere giornate intere ricordando, testi alla mano, tutto quello che, a questo proposito, abbiamo detto. mi permetto di ricordare che in uno dei dibattiti che si sono svolti su questo argomento in Parlamento — ed è un dibattito abbastanza recente, del 1980 — ebbi a dire qualche cosa (allora il Governo era rappresentato dall' onorevole Bressani) che sono addolorato di dover ripetere. ma, tanto per dimostrarvi la continuità e, quindi, penso, anche l' onestà, la sincerità, la validità dei nostri atteggiamenti, ecco quel che dicevo un anno fa o poco più: « lei ha detto » — mi rivolgevo al rappresentante del Governo — « a proposito di un passo dell' ambasciatore d' Austria, che si è permesso mesi or sono di intervenire nelle nostre vicende interne per sollecitare l' attuazione piena del pacchetto » (e per lo meno allora erano passi compiuti dall' ambasciatore d' Austria presso il nostro Governo; non si trattava di un discorso pronunziato davanti all' Assemblea delle Nazioni Unite dal ministro degli Esteri e non si trattava, come spero non si tratti, di un incontro tra i due presidenti del Consiglio nell' imminenza del censimento). lei ha detto: « riconoscendo il governo italiano il diretto interesse austriaco » . ma allora il principio della sovranità limitata viene attuato, viene accettato, viene subìto dal governo italiano nei confronti del governo austriaco ? ma come, siete così orgogliosi, così liberi, così indipendenti nelle scelte da consentire o forse imporre al presidente del Consiglio , quando va negli USA, che dichiari che nessun intervento è immaginabile — ed è giusto — da parte degli USA nei confronti del governo italiano , presente o futuro, dopo di che riconoscete il « diretto interesse austriaco » , non nel problema in genere, non nella vertenza in genere, ma addirittura nell' attuazione di leggi approvate da questo Parlamento, nell' attuazione di leggi costituzionali e dei decreti presidenziali di attuazione? ma che figura fa il Capo dello Stato ? tutte le norme di questo tipo recano la firma del presidente della Repubblica ! il nostro presidente della Repubblica dipende dal presidente del Consiglio austriaco o, forse, dall' ambasciatore austriaco? » . e continuavo, ma non voglio tediarvi. penso però che si stia superando il limite della decenza; penso che più in basso di così sia difficile arrivare. se si trattasse soltanto di un problema politico, se si trattasse soltanto di problemi, sia pur gravi, di politica estera , connessi alla nostra situazione interna, potrei anche fermarmi qui. il problema invece comincia a questo punto perché, al riparo dei cedimenti a livello internazionale o, addirittura, dei complotti a livello internazionale, ha marciato il principio della proporzionale etnica, sicché — è bene chiarirlo all' opinione pubblica e faremo tutto il possibile per chiarirlo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane — il censimento del 1981 è cosa assolutamente diversa da quello che fu il censimento del 1971. non solo, ma il censimento del 1981 in Alto Adige e nella provincia di Bolzano è assolutamente diverso dal censimento per il quale avete affisso tanti bei manifesti tricolori in ogni parte d' Italia. voglio augurarmi (non sono stato ancora a Bolzano in questi giorni) che non abbiate avuto la faccia tosta — mi perdoni, signor ministro — di far affiggere il manifesto tricolore anche in provincia di Bolzano. il censimento 1981, in provincia di Bolzano — e solo nella provincia di Bolzano — è, infatti, cosa giuridicamente, istituzionalmente, costituzionalmente, politicamente, socialmente, economicamente, diversa dal censimento in tutte le altre province d' Italia. e quando parlo di tutte le altre province d' Italia potrei riferirmi anche, signor ministro — sulla base dei principi costituzionali, dell' articolo 6 della Costituzione, della tutela delle minoranze — alle provincie della Calabria e della Sicilia, in cui vi sono minoranze linguistiche qualificate. secondo i più recenti « andazzi » , potrei addirittura riferirmi alla Sardegna, caro Pazzaglia, visto che vi sono spinte autonomistiche, con le quali noi certo non concordiamo ma delle quali si deve pur prendere atto. voglio, invece, riferirmi alle altre regioni autonome di confine, alle regioni, Val d'Aosta e Friuli Venezia Giulia , nelle quali i diritti delle minoranze sono stati riconosciuti, e sono garantiti. non ci opponiamo a che siano garantiti; non ci opponiamo e non ci siamo mai opposti alla puntuale attuazione dell' articolo 6 della Costituzione, per quanto riguarda tutte le zone di confine. come mai soltanto in provincia di Bolzano alle domande cui gli italiani sono chiamati a rispondere, cui tutti siamo chiamati a rispondere, in occasione del censimento, si aggiunge la domanda che sappiamo? perché il censimento in Alto Adige è cosa diversa dal censimento in Valle d'Aosta ed in Friuli Venezia Giulia ? non esistono forse — purtroppo — implicazioni internazionali anche in quella regione? non vi sono stati forse momenti della nostra recente storia in cui, in Valle d'Aosta , qualche problema si è pur proposto, in relazione a certi eccessivi interessamenti francesi alla sorte della minoranza — che poi forse non è nemmeno una minoranza — di lingua francese? non vi sono stati forse momenti, gravissimi, della nostra recente e meno recente storia politica e nazionale...? ho citato Pella. il Governo Pella, nei confronti dell' autonomia altoatesina, si regolò, come ho già detto, saggiamente e correttamente. ma si comportò molto coraggiosamente in rapporto a spinte autonomistiche, anzi peggio che autonomistiche, istero-nazionalistiche, nei confronti dello stato jugoslavo. si arrivò addirittura ad una minaccia di mobilitazione di truppa. abbiamo dall' altra parte uno stato che è certamente da considerare molto più aggressivo, molto più pericoloso, di quanto sia lo Stato austriaco . i cittadini del Friuli Venezia Giulia , quelli della Val d'Aosta , e di tutte le altre parti d' Italia, non dovranno però rispondere a quella tal domanda aggiuntiva, che è poi il nodo del problema. perché tutto questo capita adesso? ve ne accorgete ora, onorevoli colleghi di tutte le parti politiche, non presenti o così scarsamente, ma autorevolmente, presenti? noi ce ne siamo accorti dal 1954! voglio, per altro, limitarmi a ricordarvi che ce ne siamo accorti nel momento giusto, cioè tra il 1971 e il 1972, quando si trattava di modificare le norme statutarie e di inserire quel tale articolo 89 e quel tale articolo 15, di giungere, dunque, ad una situazione che fatalmente ci avrebbe portato fin qui. ora siamo arrivati, allo sbocco drammatico. il censimento si farà e gli italiani, i ladini, i cittadini di lingua tedesca sono invitati, in Alto Adige , e riempire la loro scheda... è ridicolo ed assurdo parlare di segretezza! che significa segretezza? non si censiscono degli animali! si censiscono dei cittadini, i quali debbono sottoscrivere e firmare. ed è logico che così facciano, perché debbono rispondere a tante domande che nell' insieme, riflettono lo status del cittadino dell' Alto Adige . uno status diverso dallo status giuridico dei cittadini di ogni altra parte d' Italia, diverso perché c' è quella tale domanda in più che si collega alla proporzionale etnica e alla sua realizzazione. questo è il problema di cui dobbiamo ora parlare e sul quale ci dobbiamo spiegare perché altrimenti il censimento del 1981 e ricordiamo che quello del 1971 ha dato i seguenti risultati: il gruppo tedesco, 62,9 per cento ; il gruppo italiano, 33,3 per cento ; il gruppo ladino, 3,7 per cento ; gli altri gruppi, 0,1 per cento — non potrebbe dare risultati molto diversi. viceversa potrà dare risultati diversi proprio in relazione alle modifiche introdotte nello statuto e a quella tale domanda aggiuntiva che soltanto in Alto Adige viene proposta ai cittadini. entrando nel merito della questione desidero soffermarmi sull' articolo 89, signor ministro dell'Interno , se mi si permette, se i colleghi non se ne hanno a male, con una legittimità di critica e di condanna che non hanno tutti gli altri gruppi e oratori, nessuno escluso. infatti, dopo il dibattito svoltosi nel 1971-72 abbiamo continuato ad occuparci concretamente del problema nell' unico modo che spetta ad un partito di opposizione e di alternativa, cioè di un partito che sente il dovere, e lo adempie, di non limitarsi alla critica o alla condanna, ma di prospettare delle proposte. ebbene, noi abbiamo avanzato una organica proposta — che è qui tra le mie carte, ed è stata ripresentata ad ogni legislatura, comunque il testo più recente è quello del 26 giugno 1979 — il che vuol dire che il primo pensiero — se mi consentite — sia del segretario del Movimento Sociale-Destra Nazionale , sia del gruppo parlamentare della Camera, subito dopo le elezioni — che in Alto Adige non ci hanno dato gran soddisfazione numerica e che difficilmente ce la daranno a livello nazionale — è stato quello di fare il nostro dovere nei confronti, non dei nostri elettori in Alto Adige , ma degli elettori, dei cittadini di lingua italiana dell' Alto Adige . tutto questo non perché vogliamo comportarci, ci siamo comportati o pensiamo di comportarci in maniera razzistica nei confronti dei cittadini di lingua tedesca , ma perché i cittadini di lingua tedesca sono la maggioranza mentre noi siamo una minoranza insidiata che deve essere difesa. quindi, come dicevo, abbiamo presentato il 26 giugno 1979 una proposta di legge costituzionale che reca come prima firma quella del segretario del partito e poi quelle di tutti i componenti del nostro gruppo — nessuno escluso — in cui facevamo, all' articolo 5, insieme con altre, la proposta formale di soppressione completa dell' articolo 89 dello statuto concernente i ruoli del personale negli uffici statali in provincia di Bolzano. quindi non ci siamo limitati durante tutto il corso delle otto legislature a combattere italianamente per gli italiani, per la minoranza italiana dell' Alto Adige , non ci siamo limitati alle dure critiche, agli ampi discorsi, ai discorsi ostruzionistici di dieci anni fa, fatti al momento opportuno, quando si trattava di tentare di impedire l' approvazione, con il nuovo testo dello statuto, del micidiale articolo 89, dell' articolo 15 e di altri articoli che adesso vengono invocati da chi vuole il censimento e vuole trarne determinate conseguenze, ma siamo andati avanti con la nostra proposta alternativa, con una proposta di legge costituzionale che — a nostro avviso — se accettata non ci avrebbe certo portato ad una vigilia drammatica del censimento 1981 che, invece si sarebbe svolto secondo le norme seguite in occasione del censimento 1971 e quindi non avrebbe contemplato la domanda aggiuntiva per i cittadini dell' Alto Adige . in questo modo si sarebbe evitata questa drammatizzazione, anche perché chi non conosce gli esatti termini del problema potrebbe pensare che siamo dei pazzi a scervellarci in occasione di un imminente censimento; il problema è che non si tratta di un censimento, ma della consacrazione dell' apartheid a danno della minoranza italiana e ladina. di questo si tratta, ed è per questo che insorgono anche quei settori del Parlamento che, strano caso, non lo avevano capito, fino a qualche mese fa; ed è per questo che insorgiamo noi, è per questo che faremo tutto il possibile perché l' opinione pubblica nazionale sia informata, in particolare perché i cittadini dell' Alto Adige siano debitamente informati ed energicamente li inviteremo — come vi dirò alla conclusione del mio intervento — a resistere alle cattive tentazioni provenienti da chi fa finta di difenderli, e invece li offende. ho parlato dell' articolo 89, ma debbo ricordare — e lo ha ricordato ieri l' onorevole Boato — che c' è anche un articolo 15 dello statuto al quale dobbiamo guardare con attenzione, perché esso dice che « la provincia di Bolzano utilizza i propri stanziamenti, destinati a scopi assistenziali, sociali e culturali, in proporzione diretta alla consistenza di ciascun gruppo linguistico e in riferimento alla entità del bisogno del gruppo medesimo. » allora si applichi per lo meno, in avvenire — visto che sin qui è stato disapplicato — questo comma dell' articolo 15. si dice che i fondi sono utilizzati in relazione alla consistenza del gruppo; e c' è, ahimè, il riferimento al censimento contenuto nell' articolo 89; ma si dice anche: in relazione ai bisogni del gruppo medesimo. l' entità del bisogno, si dirà, è difficilmente valutabile; ed io rispondo che non è vero. cosa significa « entità del bisogno » ? bisogno di lavoro, bisogno di denaro, bisogno di alloggio: queste sono le necessità fondamentali, credo, dal punto di vista concreto, sociale ed economico. noi conosciamo l' entità di questi problemi: per esempio, se ci si riferisce al lavoro, sappiamo che ci sono molti posti vacanti negli uffici delle amministrazioni statali in provincia di Bolzano per effetto della proporzionale e delle norme sul bilinguismo. sappiamo che i posti vacanti negli uffici delle amministrazioni statali sono circa 2.900; sappiamo che di essi circa 1.500 sono vacanti nelle ferrovie, circa 500 nelle poste; il resto nelle altre amministrazioni. per quanto riguarda le ferrovie, dispongo di dati più precisi; il signor ministro potrà naturalmente correggerli, qualora non fossero esatti: mi sono stati forniti dall' organizzazione sindacale che è a noi più vicina, la USFI-CISNAL, Unione sindacale ferrovieri italiani. secondo questi dati, in rapporto a 2.936 posti di lavoro , di cui circa 750 per cittadini di lingua italiana e 2.200 per cittadini di lingua tedesca , ben 1.145 posti vengono ricoperti da ferrovieri di lingua italiana inviati in missione da altri compartimenti. perché? perché non c' è lo stato di bisogno presso la comunità di lingua tedesca , perché non ci sono aspiranti a questi posti, a questi impieghi. cosa significa questo? significa che la missione è quasi obbligatoria per alcuni compartimenti, e comporta per le Ferrovie dello Stato un onere maggiore di circa 600 mila lire per ciascun ferroviere. nonostante ciò, circa 400 posti di lavoro su 2.936 non vengono ricoperti per mancanza di personale disponibile nei compartimenti ferroviari del sud. tutto questo avviene per l' impossibilità di assumere personale attraverso concorsi locali, in base alla proporzionale etnica. perché, secondo la proporzionale etnica, se si assume un ferroviere italiano bisogna assumerne due di lingua tedesca e zero virgola non so quanto di lingua ladina; il che non è possibile, perché mancano gli aspiranti, manca lo stato di bisogno o di necessità che è semmai dall' altra parte — ; ed allora si debbono pescare i ferrovieri italiani in altre parti d' Italia, mandarli in missione (che sta ormai diventando obbligatoria) da altre parti d' Italia; lo Stato spende, si creano situazioni di insofferenza e di disagio; siccome la precettazione non è possibile, in questi casi, c' è carenza di personale e vacanza di posti. sono situazioni assurde, incredibili, però sono vere. è vera questa situazione delle ferrovie; ma ancora più vera, più assurda, più incredibile è quella che si è verificata — e, confesso, non so se si verifichi ancora in questo momento; se l' onorevole ministro vorrà fornirci ragguagli in materia gliene saremo grati nell' ospedale civile di Bolzano, o di Merano, dove mancano gli anestesisti perché ne sono stati assunti di lingua italiana , ma ve ne debbono essere in numero doppio anche di lingua tedesca . sappiamo tutti, infatti, che l' anestesista deve parlare con l' ammalato, dopo che lo ha addormentato, ed è molto importante che gli parli in lingua tedesca o in lingua italiana secondo la proporzionale etnica. guai se l' ammalato addormentato dovesse ascoltare due discorsi in italiano ed uno solo in tedesco, o magari uno ed uno. per questo, ripeto, per molto tempo sono mancati gli anestesisti, e non so se questa situazione permanga, nell' ospedale civile di Bolzano. altrettanto assurda è la situazione degli insegnanti di seconda lingua, cioè di lingua tedesca , appartenenti al gruppo etnico italiano, che pur essendo titolari di cattedra in base a regolare concorso non potrebbe insegnare nelle scuole italiane, in quanto il tedesco deve essere insegnato, in base alla norme di attuazione, da appartenenti al gruppo etnico di lingua tedesca ; né potrebbero insegnare nelle scuole tedesche perché sono di madrelingua italiana. in questo modo sono obbligati a dichiararsi di madre lingua tedesca se vogliono poter lavorare. si tratta di situazioni che possono riguardare centinaia o migliaia di individui o anche un solo individuo, ma che gridano comunque vendetta di fronte a Dio ed agli uomini. si tratta di situazioni fuori dalla legge, fuori dal diritto, fuori da ogni consuetudine di civiltà. situazioni assurde di cui ci si accorge ora nell' immediata vigilia del censimento, perché il censimento aggraverà in questa situazione. quando andiamo, come faremo nei prossimi giorni, signor ministro, a dire agli italiani dell' Alto Adige di sottrarsi alla propaganda del boicottaggio e dell' astensione e li invitiamo a firmare italiano, a dichiararsi italiani quali sono e a dichiarare i loro figli minori, pensiamo alle conseguenze nefaste che si verificheranno, Dio non voglia , ma è molto difficile che ciò accada, se ad esempio gli insegnanti italiani di lingua tedesca per poter lavorare si dichiareranno tra qualche giorno di madrelingua tedesca, se dichiareranno di lingua tedesca i loro figli minori e se lo stesso faranno i padri italiani coniugati con donne di lingua tedesca per assicurare ai loro ragazzi un avvenire meno disagevole e meno iniquo di quello che stanno soffrendo nel presente ed hanno sofferto nel passato; se una parte della comunità di lingua italiana , attraverso il censimento, si sposterà in direzione del gruppo di lingua tedesca , sarà alterata la proporzione e questa alterazione peserà con progressione geometrica sul destino fisico — qui non si tratta di sentimenti — , sul destino sociale ed economico di tutti quegli italiani che giustamente e nobilmente continueranno a dichiararsi appartenenti alla comunità di lingua italiana . questo è un meccanismo che procede schiacciando la volontà delle persone, anche perché — rifletteteci, per cortesia, voi tutti ne sapete abbastanza al riguardo — la dichiarazione che verrà fatta tra qualche giorno nel censimento 1981 sarà automaticamente valida per dieci anni; sarà valida per dieci anni per chi si dichiara e dichiara i propri figli, a meno che questi figli diventati maggiorenni, non avranno la volontà, e diciamo pure il coraggio civile, di modificare tale dichiarazione, perché ci vuole più coraggio a vivere civilmente secondo le proprie idee e secondo la propria nazionalità che non ad operare coraggiosamente in tempo di guerra per un minuto; il coraggio quotidiano, quello di tutti i minuti, di tutta la vita, di tutti i giorni, di tutte le sere, di tutte le notti, è il vero coraggio del cittadino. questo infernale congegno relativo alla proporzionale etnica, progredendo geometricamente, non determina soltanto, il che ci potrebbe premere per motivi di prestigio e non più per motivi di sentimento, l' impoverimento della collettività italiana dal punto di vista numerico; non determina soltanto statistiche più favorevoli alla comunità di lingua tedesca e meno favorevoli alla comunità di lingua italiana , ma determina, secondo una progressione geometrica , io schiacciamento sistematico, l' apartheid l' esilio in casa propria da parte della comunità italiana ed anche della comunità di lingua ladina. spero di essere chiaro quando dico queste cose e di non essere considerato espressione di un istero-nazionalismo da tempi andati, perché sto parlando, credo, civilmente, e non parlo contro nessuno, parlo per qualcuno, per esempio, parlo anche per la comunità di lingua ladina. e qui debbo citare recenti testi, perché la rigida applicazione della proporzionale etnica rischia di risolversi per i ladini in un' arma a doppio taglio, si potrebbe dire in un' arma a taglio solo, contro se stessi . il meccanismo della riserva assoluta dei posti nel pubblico impiego può far sì che chi si dichiara appartenente al gruppo ladino si vede poi limitato nella partecipazione ai concorsi per il pubblico impiego o sia spinto ad aderire ad uno dei gruppi maggiori nella speranza di poter accedere ad un numero più cospicuo di impieghi, tant' è vero che l' Unione dei ladini della valli dolomitiche ha espresso di recente forti riserve circa le modalità di rilascio della dichiarazione etnica, tanto è vero che il presidente dell' Unione dei ladini (e non mi direte che per motivi politici noi siamo vicini al gruppo dei ladini; tutt' altro! non sono certamente nostri elettori), Brugér, ha dichiarato: « ci siamo svegliati tardi! » — ecco, io potrei dire: vi siete svegliati tardi! ammesso che vi siate svegliati! — « ma ancora in tempo per evitare che la minoranza ladina finisca per non essere più indicata nella carta geografica dell' Alto Adige » . io ho ricevuto, come credo abbiate ricevuto voi, un documento — mi pare che nessuno finora lo abbia citato — che è interessante, non per la consistenza del gruppo che ce lo trasmette, ma per la qualità della rappresentanza che ce lo invia. si tratta del Movimento Sakharov di Bolzano — il nome è significativo! — che invia ai segretari di tutti i partiti politici italiani una nota sul censimento e sulle sue conseguenze « in contrasto » — dice questo testo — « con le norme dei diritti umani e civili » . ancora, tale documento, che reca molte firme, dice: « il partito di governo Sudtiroler Volkspartei intende obbligare gli abitanti di questa provincia a dichiarare l' appartenenza a uno dei tre gruppi linguistici » . qui debbo correggere, perché non è il partito di governo Sudtiroler Volkspartei , è il governo italiano che d' accordo con il partito di governo in Alto Adige intende obbligare a dichiarare l' appartenenza. il termine « obbligare » è appropriato, perché sono previste sanzioni penali contro chi non si dichiara; è bene ricordarcelo! il documento prosegue: « chi non vorrà dare la dichiarazione di appartenenza linguistica nell' ambito delle tre lingue, sarà sottoposto a delle pene » . ciò significa che gente di lingua diversa dai tre gruppi previsti non so di che razza o di che lingua siano, comunque in provincia di Bolzano, secondo il censimento 1971, c' è una percentuale dello 0,91 per cento della popolazione che non si riconosce in nessuno dei tre gruppi linguistici e che certamente è costruita da persone e non da cose — nella dichiarazione relativa al censimento dovrà dichiararsi di uno dei tre gruppi e non potrà dichiarare a quale gruppo linguistico a quale lingua, a quale razza effettivamente appartiene. quindi un 1 per cento di cittadini è esclusa a priori e deve iscriversi ad un gruppo al quale non appartiene e non ha mai appartenuto — « per esempio cittadine provenienti dall' estero sposate con un italiano o la società a livello internazionale, perdono il diritto di dichiarare la sua vera lingua e viene obbligata a dichiararsi di lingua diversa dall' attuale per non perdere importanti diritti civili » . ciò significa, signor ministro, ed è vero, una discriminazione per motivi di lingua, proibita dalla Carta dei diritti umani (articoli 2 e 21) e dal patto internazionale sui diritti civili e politici del 1976 (articoli 2, 25 e 26). bene, voi siete così rispettosi del governo austriaco che non vi risentite quando il governo austriaco prende posizioni all' Onu contro il governo italiano per presunte inattuazioni dello statuto regionale nelle parte convenute insieme con l' Austria, ma vi esponete ad andare incontro a denuncie che, anche se fossero sporte da un solo cittadino, dovrebbero riempire di vergogna il democratico governo italiano . « il pacchetto con le norme di autonomia della provincia di Bolzano del 1971 non corrisponde al patto internazionale sui diritti civili , politici, sociali, economici e culturali del 1976, firmati dall' Italia nel 1978. la proporzionale etnica nel pubblico impiego e nel settore sociale è in contrasto con le norme di questo patto, a danno soprattutto dei ladini (minoranza di più antica tradizione storica di questa provincia) che, come tutte le altre minoranze di minor numero di persone, corrono il pericolo di essere totalmente germanizzati » come vedete, è una leggera che mi arriva certamente non da amici nostri — « per poter usufruire di diritti sociali indispensabili per lo sviluppo delle loro famiglie » . credo che a queste comunità si debba pur dare qualche risposta, signor ministro dell'Interno . e allora, abbiamo ascoltato ieri un autorevole « pentito » e ascolteremo nelle prossime ore fino a domani altri autorevoli « pentiti » , perché si tratta di « pentiti » , si tratta di membri di quell' assemblea, oggi vuota, che dieci anni fa, gremita, sommerse le mie povere nove ore e un quarto di intervento con 25 secondi di dichiarazione governativa, cui tutti, dai comunisti ai liberali, assentirono. non me la prendo con i « pentiti » , anche perché siamo in regime di pentimenti agevolati, protetti e stipendiati. quindi, evviva i pentiti, anche a questo riguardo! ma se siete pentiti sul serio, rendetevi conto che, come tali, siete impotenti. a prescindere dalle modifiche allo statuto di dieci anni fa, le successive norme di attuazione sono state infatti vistate, discusse, approvate e controllate da questo e dall' altro ramo del Parlamento? esiste nell' ordinamento costituzionale e istituzionale italiano una « riserva di caccia » di questo genere, senza che ce se ne accorga neppure? è mai pensabile che il principio della Repubblica italiana , una e indivisibile, sia calpestato fino a questo punto? perché non si tratta soltanto delle modifiche allo statuto apportate dieci anni fa, che furono approvate da un voto parlamentare, che io giudico sbagliato e irresponsabile, ma dal punto di vista costituzionale indiscutibilmente corretto. no, da quel voto del Parlamento, da quel nuovo statuto regionale, e in particolare dal, tante volte citato, articolo 89 di quel nuovo statuto regionale, sono scaturite le norme di attuazione. chi le ha controllate? la « commissione dei sei » o « dei dodici » , cioè un ristretto consesso che ha lavorato di concerto con il governo italiano , con qualche pausa di riflessione, con qualche lungaggine (che l' Austria ci rimprovera dal suo, a mio avviso, non legittimo punto di vista ), ma ha approvato una quarantina di provvedimenti di attuazione in questo decennio, a completa insaputa del Parlamento italiano. io chiedo — e dovrei chiederlo al signor presidente della Repubblica — il perché di questo vuoto di diritti, di diritti ispettivi quanto meno. se ne discute soltanto oggi, tardivamente, sulla base di mozioni e interpellanze; non si è accettato di discuterne prima, perché la nostra proposta di legge costituzionale giace e non si riesce a portarla avanti, nemmeno all' esame della Commissione competente; e non vorrei che il presidente di quella Commissione competente, che è la Commissione affari costituzionali, fosse influenzato dagli interessi del gruppo al quale appartiene per bloccare il dibattito. magari ci direte di no, ma vorrei che questo « no » ce lo diceste o ce lo aveste detto dopo aver ragionato e discusso. quindi esiste una sordità totale del Parlamento italiano di fronte alle proposte costituzionali che sono state presentate, mentre la « commissione dei sei » o quella « dei dodici » lavorano oscuramente, in silenzio; non esiste autorità ispettiva: quando hanno deciso, sono emanati i decreti presidenziali. è quindi il presidente della Repubblica — non come persona ma come istituto — che si ridicolizza a tal punto da sottoscrivere con decreti presidenziali decisioni prese, al coperto, da un comitatino ristretto. e tutto questo è democratico e costituzionale! no, assolutamente. non esiste una « commissione dei sei » né una « dei dodici » per la Sicilia o per la Sardegna. ci sono commissioni paritetiche e poi il Parlamento ha sempre, in ogni caso, potere ispettivo. no, in questo caso siamo stati nella ignoranza (dal verbo « ignorare » ) più completa. abbiamo cercato di sollevare il problema in modo clamoroso, presentandoci qui con una proposta di legge costituzionale, bella o brutta, accettabile o respingibile che fosse. per carità, sapevo benissimo, presentandola, che non sarebbe stata approvata. ma lo scopo era un altro. invece, silenzio stampa , tutto viene sbarrato. poi, ormai vicini al censimento (voluto, provocato e accettato da tutti voi), si viene in piazza con le « gabbie » , si fanno discorsi chilometrici in quest' Aula, ci si associa, si esprimono dubbi e perplessità: il partito socialista auspica che il censimento sia rinviato, il partito liberale per bocca del qui presente onorevole Biondi — ha fatto delle nobilissime dichiarazioni, che io sottoscrivo, ma che resteranno del tutto sulla carta; i repubblicani di Bolzano si sono ribellati, sono stati convocati dal presidente Spadolini perché avevano addirittura dichiarato una specie di riserva (politica, non etnica: non ce n' è bisogno!) contro l' imminente censimento. riserve sono state espresse, insomma, un po' da tutti ed è stato combinato questo dibattito, per poter dire « ne abbiamo parlato » . intanto, però, in gabbia gli italiani ci sono già ed anche i ladini: quello che si doveva fare è stato fatto e le conseguenze (mi duole dirlo, perché è tremendo, per chi come me crede nei valori nazionali, dover fare il mestiere della Cassandra) le vedremo presto. le mura sono già state abbattute, il cavallo di Troia è già entrato: è bello, variopinto, variegato, ma lo avete fatto entrare tutti voi, lo avete agevolato in tutti i modi, e gli armati sono già pronti nella pancia. ora, alla Sudtiroler Volkspartei qualcosa debbo dirla, da avversario leale: riconoscetelo, noi non abbiamo mai usato lo zuccherino nell' esprimere le nostre idee nei vostri confronti, vi abbiamo sempre parlato chiaro, netto e duro; in piazza, a Bolzano, non soltanto in Parlamento. e vi dico: state esagerando. e sta esagerando l' onorevole Magnago, di cui conosciamo la durezza ma di cui conosciamo anche la provenienza. amici miei, io non ho l' abitudine — spero me ne diate atto — di inasprire il dibattito con ingiurie o allusioni offensive. Dio me ne guardi , anche perché non servono a niente, se non a diminuire noi stessi nei confronti della nostra coscienza e della consapevolezza del nostro popolo. ma l' onorevole Magnago è il meno adatto a venirmi a fare l' isterodemocratico, il tutore dei diritti. perché non suoni offesa, leggo da un giornale democratico, Il Tempo di Roma (credo molto vicino ad ambienti democristiani autorevolissimi), del 29 settembre, che l' autorevole giornalista Chiocci, ha scritto: « tutti gli altoatesini, compreso Silvius Magnago, che a suo tempo optarono per la Germania e andarono con Hitler, non scontarono la sconfitta della Germania, ma ne beneficiarono. adesso comandano e addomesticano contro gli italiani anche i censimenti degli italiani » . mi pare di non aver mai detto cose più gravi e più dure. siccome però la penso, mi sono coperto — ecco, lo confesso — sotto l' autorità di un quotidiano come Il Tempo . e di un giornalista come Chiocci, che nessuno in questo momento sta accusando di fascismo o di isteronazionalismo, per dirvela in faccia: state esagerando, state esagerando! anche la recente nomina dell' onorevole Ebner (se non erro, direttore del Dolomiten) ha un suo significato. egli è noto, a me ed agli altri che erano qui nelle prime legislature, per i suoi atteggiamenti di durissima intransigenza e di italofobia (non esito a dichiararlo!); quando nei giorni scorsi avete avuto l' occasione di mandare un vostro rappresentante alla Consulta affinché poi, una volta approvate tutte le norme, poteste intervenire nei dibattiti relativi al destino costituzionale e giuridico dell' Alto Adige , avete scelto fosse il più duro tra voi. trattandosi di un incarico a livello giuridico e costituzionale, avete scelto un politico e non un giurista! anche con quella nomina, avete voluto operare una nomina politica di sfida contro l' Italia e gli italiani, contro l' Italia, che non solo rispetta i vostri diritti ma, nel farlo, è giunta a calpestare i diritti dei propri figli in Alto Adige ! non è possibile continuare così: dieci anni or sono, ci dicevate tutti — dai comunisti fino ai liberali — che bisognava portare la pace in Alto Adige e, per portare la vera pace in Alto Adige , bisognava approvare quel tale statuto. stanno scoppiando bombe, da qualche tempo: siamo arrivati alle mele avvelenate! pensate che noi possiamo non dico condividere od appoggiare, ma anche soltanto giustificare atteggiamenti, complotti, congiure ed attentati vilissimi, di tal genere, da qualunque parte vengano? certamente no, ma, amici miei, la colpa è vostra e ve la attribuiamo. a questo, come ai precedenti governi, in questo momento, specialmente in vista dell' incontro Spadolini-Kreisky, attribuiamo la responsabilità diretta ed indiretta di tutto quanto potrà accadere d' ora in poi in Alto Adige : e non è una minaccia; minacce sono state a voi rivolte da Magnago, anche recentemente, negli ultimi giorni; Almirante non vi rivolge minacce. tra qualche giorno sarò in piazza, a Bolzano, insieme con tutti i miei amici, e parlerò il linguaggio della pace, ma nel quadro dei diritti garantiti; dirò agli italiani di non boicottare il censimento, di non disertare e di non cedere alle lusinghe, di non cedere alle paure. dirò: votate Italia! così come i tedeschi ed i ladini voteranno rispettivamente per i loro gruppi ed i relativi interessi. farò tutto il possibile perché la collettività italiana esca dallo stato di costrizione e disorientamento (mi vergogno di dirlo), di paura in cui attualmente si trova! daremo tutto il nostro contributo, che non è piccolo, a questo riguardo, e voi lo sapete. sapete che sul piano morale, proprio per questa nostra continuità di intransigenza, siamo ascoltati, ed io particolarmente credo di poter essere ascoltato dai cittadini di piazza della Vittoria , a Bolzano! nessuno può accusarmi di correre in Alto Adige per meschini interessi elettorali o di parte: in materia di voti, l' Alto Adige è stato sempre generoso con noi ma, data l' esiguità dell' elettorato, non ci può dare nulla di più. né sono prossime nuove elezioni; interverremo in Alto Adige e vi saranno diretti interventi in tutto l' Alto Adige ; interverremo per evitare almeno parzialmente il disastro, soprattutto per evitare il disastro morale di una collettività italiana, signor ministro, che non siete degni di rappresentare (mi dispiace dirlo), né come Governo, né come classe dirigente , né come Democrazia Cristiana : la Democrazia Cristiana si strofina al potere della Sudtiroler Volkspartei , senza neppure esserne strofinata! hanno ben maggiore dignità, nei vostri confronti, i dirigenti della Sudtiroler Volkspartei , che conducono durissimamente la loro battaglia! lei è di Trento, onorevole Kessler: faccia le sue battaglie nella Val di Sole contro l' onorevole Piccoli, e cerchi di vincerle, come qualche volta le ha vinte, nell' interesse suo e del suo partito, ma....... non parli di Bolzano, perché ne sa molto meno di quanto ne so io, che vengo da Roma! lei se ne sta occupando ora: finora si è occupato dei « problemini » della provincia di Trento, e delle sue giuste lotte contro l' onorevole Piccoli ed il suo clan. c' è stato, ma nessuno se ne è accorto. io mi sono accorto della sua latitanza nei confronti dei problemi della nazione e del popolo italiano in Alto Adige si occupi di Trento e controlli da vicino l' onorevole Piccoli. mantenendo l' impegno preso in precedenza, non aggiungerò altro. noi, signor ministro, attendiamo la sua replica, dalla quale speriamo emerga la decisione del governo italiano di comportarsi nei confronti di quello austriaco con un minimo di dignità e di decoro. sappiamo che nella sua risposta non ci potrà annunziare né il rinvio né l' annullamento del censimento sono domande formali che vengono poste da altri gruppi, noi chiediamo solo che si verifichi una svolta — ; faremo però tutto il possibile, nei prossimi mesi, affinché le nostre proposte alternative vengano quanto meno discusse dal Parlamento italiano e faremo tutto il possibile per difendere la compattezza, la serenità, la socialità, la cultura, il lavoro che la gloriosa comunità italiana in Alto Adige rappresenta.