Bettino CRAXI - Deputato Maggioranza
VIII Legislatura - Assemblea n. 348 - seduta del 10-07-1981
1981 - Governo I Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 348
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , è una buona cosa per la vita democratica , per le sue istituzioni e per il paese, che lei sia qui stamane alla testa di un governo di coalizione che può raccogliere — ed ha già raccolto — il consenso di una larga maggioranza parlamentare . questo significa che l' ottava legislatura può continuare il suo corso, che si sono rinnovate le basi per un quadro di stabilità governativa e poste le premesse per affrontare l' insieme dei problemi, che per parte nostra avevamo indicato in sei dossier programmatici e che lei stesso, nella nuova sintesi risultante dall' apporto di cinque partiti, ha voluto riclassificare in quattro capitoli definiti di emergenza. il nuovo Governo è di fronte al Parlamento dopo che il precedente aveva lasciato il capo a seguito di una crisi tipicamente extraparlamentare e dopo essere uscito da un travaglio, non lungo, ma di intensità tale da comportare il rischio di una traumatica interruzione della legislatura. per quanto ci riguarda, avendo posto in tempo utile il tema di una verifica dell' azione di governo , abbiamo affrontato i problemi della crisi — che non per nostra iniziativa ne è seguita — sempre con spirito costruttivo, con la pazienza e la duttilità necessarie a favorire il superamento di impostazioni ed alternative troppo rigide e contribuire alla ricomposizione su nuove basi ed equilibri diversi una importate alleanza di Governo tra forze politiche democratiche, allargata ora in modo più organico alla presenza utile ed apprezzata del partito liberale . ora che il rischio è stato allontanato e che una nuova équipe di Governo è all' opera, non è inutile una riflessione critica, che deve partire dalla constatazione che nei primi due anni di vita della legislatura questo è il quarto Governo che prende il largo. lo accompagna ancora un clima politico incerto, in un contesto di forte radicalizzazione della lotta politica, che accenna appena a modificarsi, ma non nel modo sostanziale che sarebbe necessario. per una ragione o per l' altra, la stabilità governativa, così necessaria al paese, fondamentale per promuovere un migliore funzionamento delle istituzioni, così utile per chi si propone obiettivi di riforma e di progresso, si è trovata in questi anni a più riprese indebolita, posta in crisi o travolta. non possiamo nasconderci, perciò, che ormai molti margini si sono erosi, i rapporti politici hanno attraversato fasi di forte deterioramento, si è indebolita la linea della governabilità, rispetto alla quale abbiamo continuato a prendere fin dall' inizio della legislatura decisioni coerenti e conseguenti. non hanno preso corpo e sostanza politiche le ipotesi alternative di cui si parla e che vengono avanzate e fatte valere nella polemica politica. di qui, signor presidente , nasce un nostro odierno rifiuto di valutazioni, giudizi o previsioni poco incoraggianti circa la vita e la sorte del nuovo Governo, quali che siano le ragioni di insofferenza, di insoddisfazione, di timore di cambiamenti, che possono averle generate. forti dell' assoluto primato mondiale della instabilità politica e governativa e piuttosto restii, almeno in generale, ad introdurre nel nostro sistema istituzionale istituti e meccanismi che sono alla base della ben maggiore stabilità e della ben più operosa efficacia di altre democrazie parlamentari del mondo occidentale, il proposito, almeno nella maggioranza, non può che essere quello di operare con responsabile solidarietà per garantire la vita del Governo, per agevolarne il compito, per sottrarlo ad ogni ipoteca di precarietà e di provvisorietà. ripetiamo anche noi, perciò, con il presidente del Consiglio che il Governo non ha da essere né di tregua né di transizione né balneare né quant' altro si voglia dire o immaginare per scolorirne l' immagine, per limitarne il ruolo, per ridurre l' autorevolezza. noi, per parte nostra, lo incoraggiamo fortemente a muoversi nella pienezza della sua autorità e dei suoi poteri, perché non sia un centro di alchimie e di defatiganti compromessi, ma sia un centro di azione e di iniziativa, che affrontare con la decisione, il coraggio, la tempestività che la situazione richiede problemi che si vanno facendo incandescenti e rispetto ai quali sarebbe deleteria la filosofia dell' attesa o, peggio ancora, del rinvio. il Governo durerà se sarà all' altezza della situazione, se la maggioranza che si appresta a dichiarargli la propria fiducia non sarà ondivaga né sarà frenata nell' attuazione degli impegni dichiarati e sottoscritti da zone e pratiche paludose, se riuscirà ad organizzare con le opposizioni, a cominciare da quella più forte e rappresentativa costituita dal partito comunista , rapporti più corretti, più costruttivi e più utili per ditti... manca certo alla base del Governo un accordo di legislatura, ma nulla impedisce che in circostanze più opportune si possa lavorare, portando ciascuno il contributo più adeguato per determinarne le condizioni politiche e gli obiettivi di programma. il presidente Spadolini ha proposto una formula di alleanza parlamentare mai in precedenza sperimentata: l' abbiamo condivisa ed approvata senza difficoltà, giacché è la medesima che proponemmo senza fortuna all' inizio della legislatura, quando ormai appariva tramontata la politica di cosiddetta unità nazionale e quando erano abbastanza chiare le alternative ed i possibili equilibri democratici dell' attuale Parlamento. essa consente almeno a noi una ulteriore verifica del corso, sempre animato ma sempre fecondo, dei rapporti tra socialisti e repubblicani, la conferma della politica di intese inaugurata tra socialisti e socialdemocratici, un dialogo che avviene più diretto tra socialisti e liberali ed attua un rapporto di collaborazione tra l' insieme di queste forze e la Democrazia Cristiana che, a nostro giudizio, debbono mantenersi su di un piano di pari dignità, di schietta competizione democratica, di rispetto dell' autonomia e delle specifiche esigenze di ciascuno, di solidale convergenza nel quadro degli impegni e delle responsabilità di Governo, di reciproca lealtà. la nascita di questo Governo è stata preceduta ed accompagnata da un susseguirsi incalzante di avvenimenti straordinari, destinati a influenzare il suo quadro di azione e a segnalare le tendenze in movimento, con le quali esso dovrà fare i conti in politica interna come in politica internazionale . e straordinario ciò che è avvenuto nella grande piazza che è il simbolo della cristianità: il tentato assassinio del Papa rappresenta uno degli episodi più inquietanti e mostruosi del terrorismo internazionale. il giovane turco che ha tentato di uccidere Papa Wojtyla ha tutte le stigmate del killer da addestramento. si allunga la lista dei fatti misteriosi di cui l' Italia da tempo è fatta teatro, con incursioni che portano tutte lo stesso segno, volto alla destabilizzazione, al disorientamento generale, alla prostrazione morale. il fatto che altri paesi abbiano vissuto il dramma di attentati a capi di Stato e ad eminentissime personalità non riduce il senso collettivo di insicurezza, di paura ed anche di impotenza che si diffonde in questi casi e si radica tra noi ed alla base del paese. per un momento, dopo la cattura di Moretti, il capo terrorista divenuto leggendario per la sua inafferrabilità, si era diffusa la convinzione, suggerita da analisi autorevoli, che la battaglia contro il terrorismo fosse ormai entrata nella sua fase conclusiva, che il problema fosse ormai quello di rastrellare le sacche di resistenza e di prendere di petto la questione del terrorismo che si riorganizzava nelle carceri. l' affondo necessario non c' è stato: la questione del terrorismo nelle carceri è rimasta al punto in cui si trovava, senza che siano intervenuti provvedimenti selettivi ed efficaci. non faccio provocazioni in una materia così aspra e dolorosa e non spendo neppure una parola per rispondere alle provocazioni che sono affiorate in questi giorni a proposito dei nuovi sequestri e della sorte del povero ingegner Taliercio. provengono dalle stesse fonti che due anni fa, dopo l' assassinio di Moro hanno inutilmente ma pervicacemente tentato di trascinarci sul banco degli accusati, me stesso, i miei compagni, e i riformisti coerenti che si sono sempre battuti e si battono sempre per la legalità, per la salvezza della vita umana nella legalità, anche se tra di loro c' è poi chi ha perso la vita e c' è chi vive sotto una costante e incalzante minaccia. la verità che il radicamento terrorista era andato molto in profondità, in misura tale da consentirne la rigenerazione ed una nuova germinazione. non sottovaluto affatto e non ho mai sottovalutato i notevoli successi conseguiti nella lotta degli ultimi anni, ma ora siamo di fronte ad un nuovo terrorismo, con caratteristiche più legate alla realtà della emarginazione ed alla dinamica del conflitto sociale, talvolta immerso e confuso nella realtà delle grandi fabbriche. nuovo e meno conosciuto, propone nuovi problemi e maggiori difficoltà, oltre al pericolo di una sua espansione nelle aree di più acuta sofferenza sociale. deve, perciò, prendere corpo quella politica globale di cui si è sottolineata più volte l' esigenza. occorre forse valutare l' opportunità di un ritorno a gruppi speciali di intervento antiterroristico, eliminare la condizione di terrore e di violenza che domina nelle carceri, proteggere e incoraggiare seriamente chi ha collaborato o sarebbe disposto a collaborare con la giustizia. occorre un attacco a fondo che scompagini il tentativo in atto di ricostituire la forza, la compattezza e lo slancio del movimento terroristico armato, e questo è il compito più urgente dell' azione di governo . straordinaria, sotto molti profili, la vicenda P2. essa ci appare oggi come qualcosa che probabilmente è meno di una vera e propria setta di cospirazione politica, ma più di una semplice cosca di interessi e di obiettivi perseguiti in forma legittima. benché molte cose non siano chiare attorno alla valigia originaria ed ai fatti che ne sono seguiti e che andranno per parte loro chiariti, mentre è in arrivo del nuovo bagaglio, possiamo ripetere che è un bene che lo scandalo sia esploso, che un velo sia stato sollevato su di una realtà che non era totalmente estranea alle cronache e neppure alla conoscenza dei pubblici poteri, ma che era stata forse sottovalutata o forse deliberatamente ignorata o giudicata in modo erroneo, anche perché si presentava — probabilmente — in modo ingannevole. sta di fatto che resta l' inquietante interrogativo di come abbia potuto allargarsi quest' area, che ha perforato lo Stato, i partiti, le religioni. all' ombra di un uso abusivo e degenerato di regole di solidarietà massoniche, sembra delinearsi un quadro folto di aspetti torbidi ed inquietanti ed ancora largamente indefinito. dunque, che si faccia luce, che siano perseguiti con severità e scrupolo tutti i reati, le illegittimità, le responsabilità che potranno essere individuate. severità e senso di giustizia possono raggiungere il risultato di una effettiva opera di pulizia morale. fuori di questo può esservi solo l' abuso di chi approfitta dell' abuso... si sono, in questa vicenda, commessi degli errori. il primo è stato quello di aver riconosciuto, senza adeguati riscontri obiettivi, l' autorità di una fonte generatrice di ricatti, trame, pressioni indebite, con il risultato di trovarci oggi, o forse domani, alle prese con nuove trame, nuovi ricatti, nuovi inquinamenti. anche noi, ci siamo trovati nelle scorse settimane a dover chiedere che non si facesse troppo facilmente di ogni erba un fascio, in una società che mena vanto della sua civiltà democratica. nelle note liste (quelle fino ad ora conosciute), a fianco di farabutti notori e di persone già inquisite per reati comuni, figuravano altri, che io ho sempre stimato per galantuomini e che non ero e non sono per nulla disposto a condannare sulla base di un semplice sospetto e senza aver valutato fino in fondo le loro spiegazioni e giustificazioni. si è andati invece oltre, con una campagna che ad un certo punto ha cominciato a puzzare di maccartismo e contro la quale non si è sufficientemente reagito; una campagna che tuttavia ha fatto delle vittime, coinvolgendo persone che io continuo a considerare assolutamente in buona fede , spingendo molti alla disperazione e financo al suicidio. e questo, probabilmente, il caso doloroso del colonnello della Guardia di Finanza Luciano Rossi. onorevole presidente del Consiglio , domanderemo perché non si è detta subito la verità su questo terribile gesto, avvenuto mentre era al suo acme una generale furia accusatoria, nella quale si denunciava un male perdendo sinanco il senso delle proporzioni e la nozione del male che veniva denunciato. la verità sta — lo sappiamo ora — in una semplice, macabra fotografia (che i colleghi penso potranno vedere quando il rapporto sarà messo a loro disposizione dalla Presidenza della Camera) del cadavere del colonnello Rossi, la quale mostra che il suicida si è steso sul corpo un giornale, mettendone in evidenza il titolo: « sotto inchiesta per la P2 cinquantotto alti funzionari » . pulizia morale, dove è necessario, ma sempre all' insegna della giustizia. penso sarà questa la linea di condotta che il Governo seguirà, nelle decisioni che proporrà al Parlamento e che esso stesso adotterà in sede amministrativa, con lo scrupolo ed il rigore necessario. se tuttavia la Loggia P2 appare come un centro di raccolta e di collegamenti di fattori inquinanti e di abusi, corrosivi per la vita della Pubblica Amministrazione , non può non accrescersi l' allarme per tanti altri inquinamenti, abusi e corruzioni che degradano la nostra vita pubblica , contro i quali azioni energiche e risolutive del Governo e della magistratura devono essere incoraggiate e sostenute. ma non c' è più grande male, per un' azione di moralizzazione e di giustizia, che quello che deriva dalla strumentalizzazione volgare, dall' uso politico delle carte e delle iniziative giudiziarie. in questo senso, non sto neppure a fare l' elenco di casi di eccezionale gravità sui quali ormai si potrebbe — anzi si dovrà — raccogliere un libro bianco di documentazione e di denuncia delle ingiustizie e degli abusi compiuti in nome della legge. tutto ciò rappresenta un fattore ulteriore di inquinamento, di intossicazione, di distorsione della vita democratica . se si vuole favorire un' opera di effettivo rinnovamento, risanamento della vita pubblica , gli strumenti della giustizia devono essere posti in grado di funzionare con il massimo di efficienza, il che purtroppo ancora non è, ma anche con il massimo di autorevolezza e di indiscusso prestigio. si pone ora la necessità di misure volte a rafforzare le garanzie e la tutela dei diritti dei cittadini ed a perseguire lo scopo di una reale indipendenza della magistratura. il Governo si trova di fronte ad avvenimenti straordinari in campo economico , monetario, borsistico; la straordinaria avanzata realizzata in questi mesi dal dollaro americano ci pone di fronte ad una più acuta emergenza, ad un nuovo carico, che aggrava la pesantezza della nostra situazione economica e monetaria, ci espone ai rischi gravissimi per i prossimi mesi, fornendo nuovo impulso alla spinta inflattiva. certo, occorre che gli USA accettino di concordare con noi e con gli europei una linea di cooperazione monetaria internazionale, ma mentre si può ragionevolmente prevedere per i prossimi mesi una riduzione del tasso di interesse primario negli USA, non è egualmente certo che possa prevedersi una riduzione della quotazione del dollaro. in circostanze come le attuali vale — non c' è dubbio l' esigenza di una maggiore intesa tra i paesi europei , ma non meno il detto antico « aiutati che Dio ti aiuta » , e quindi la lotta alla nostra inflazione, almeno quella parte che non siamo costretti ad importare, dobbiamo condurla usando i nostri mezzi, le nostre risorse, facendo ricorso alla responsabilità di tutti. verso l' obiettivo di un' effettiva riduzione dell' inflazione devono convergenze comunque, finché si è in tempo, tutti coloro che sono interessati a garantire i fondamentali interessi del mondo del lavoro , i fondamentali interessi della produzione, del risanamento e dello sviluppo del nostro sistema economico . le cose non vanno a posto da sole e chi si è fatto questa illusione ora fa i conti con i dati che ogni mese si fanno più inquietanti e pericolosi. se non sì attua una seria politica di controllo, di responsabilità sociale, di governo dell' economia, verranno tempi veramente duri, anzi durissimi, in termini di stabilità monetaria, di ulteriori sacrifici per l' occupazione e per il risparmio, di perdita di competitività e di prestigio commerciale. serve a poco e servirà a poco il palleggio delle responsabilità se il saldo sarà pesantemente negativo. serve a poco forse anche diffondere e disputare attorno a dottrine di filosofia sociale, mentre servono invece fatti concreti, limitati magari, ma positivi, un' esatta e consapevole visione del quadro d' insieme e soprattutto la volontà di reagire efficacemente e costruttivamente. la realtà più concreta di tutte è costituita da un' inflazione fuori controllo, che è ormai una mina pericolosa per tutti, istituzioni comprese, mentre un fatto egualmente concreto è che una società industriale come la nostra, piena ancora di vitalità, di capacità, e di potenzialità, viene ricacciata all' indietro dal disordine, dall' ingovernabilità delle relazioni sociali e dal farraginoso ed inconcludente accavallarsi di corporativismi, di parassitismi, di scarsa coscienza degli interessi generali. certo, questo è il terreno più difficile per l' azione del governo per difetto di strumenti, per ritardi accumulati, per inefficienza di apparati; ma sarebbe già importante che esso riuscisse a realizzare un' univocità di indirizzi ed a stabilire quel tanto di accordi necessari perché nei rapporti con i sindacati e le organizzazioni industriali e nel Parlamento si elevi il grado di collaborazione democratica e di costruttiva ricerca delle soluzioni migliori. straordinaria è la crisi che investe la Borsa di Milano, in preda al panico ed all' avventura. i giornali di ieri hanno titolato le vicende della Borsa milanese ricordando Caporetto, non in senso figurativo, ma riandando al reale precedente storico, che pare appunto risalire alla giornata che nel 1917 seguì la sconfitta militare di Caporetto. ho visto che sul tema c' è chi fa spallucce, considerando l' avvenimento come un prodotto interno al sistema ed una delle tante diavolerie del capitalismo. la verità è che è stata falcidiata e bruciata una massa imponente di risparmi, travolti da ondate speculative successive, e che si è paralizzato uno strumento, certo male ordinato ed anchilosato, ma che può essere ricostituito e rinnovato come un utile canale di ricongiunzione tra la fiducia dei risparmiatori e le iniziative di ripresa produttiva. certo, un clima paranoico, da grande crisi, ha sospinto un' ondata di panico e di generale confusione e destabilizzazione, che ha visto da un lato l' aumento massiccio. anche se difficilmente calcolabile, dell' esodo dei capitali verso l' estero, e dall' altro le massicce svendite di titoli. forse c' è da chiedersi chi ha concorso a determinare questa situazione, che spoglia i piccoli risparmiatori ed avvantaggia gli speculatori. probabilmente la risposta giusta è dire che i responsabili sono tanti, comprese talune azioni giudiziarie, che presentano aspetti scriteriati, per andare al gioco di banchieri astuti ed al ruolo di politici sprovveduti ed intriganti. quando si mettono le manette, senza alcun obbligo di legge, o senza ricorrere ad istituti di cautela, che pure la legge prevede, a finanzieri che rappresentano in modo diretto o indiretto gruppi che contano per quasi metà del listino di Borsa, è difficile non prevedere incontrollabili reazioni psicologiche e varchi aperti per le correnti speculative, che si sono messe al galoppo. la verità è che, contemporaneamente, assistiamo all' intrecciarsi di torbide manovre di potere attorno a grandi giornali, a grandi banche, a grandi gruppi finanziari; tutta materia sulla quale il Governo dovrà mettere occhi attenti, disponendo i più accurati controlli, mentre mi auguro che sia in corso un' azione adeguata per riportare almeno ad un punto di equilibrio la situazione borsistica. il tentato suicidio del banchiere Calvi ripropone con forza il problema di un clima inquietante di lotte di potere condotte con spregiudicatezza e con violenza intimidatoria, e contro il quale bisogna agire per ristabilire la normalità dei rapporti tra Stato e cittadini, la fiducia nella giustizia, la correttezza nei rapporti tra potere economico, gruppi editoriali, potere politico . il Governo avrà perciò il suo daffare; ma deve impegnarsi, giacché è anche questa opera di difesa della pubblica moralità, una lotta aperta contro la disgregazione, la speculazione e gli abusi di ogni sorta. nella vicina ed amica nazione francese un avvenimento straordinario è venuto a modificare l' equilibrio politico europeo con la conquista socialista della Presidenza della Repubblica, della maggioranza assoluta nell' assemblea nazionale , e con la formazione di un Governo di sinistra. l' avvenimento è straordinario, perché realizza in Francia un radicale cambiamento, dopo più di un ventennio ininterrotto di egemonia del blocco di centrodestra, e perché esso si attua con un' ampiezza di consensi e di mandati che non ha precedenti nella storia repubblicana della Francia. nessun presidente, neanche il generale De Gaulle , e nessun partito ha mai potuto contare da solo sul sostegno della maggioranza assoluta , così come oggi può contarvi François Mitterrand, che vede aggiungersi alla maggioranza assoluta dei socialisti il sostegno dei comunisti e degli altri gruppi della sinistra. batti e ribatti, in Francia le vie del cambiamento democratico si sono aperte, ed equilibri logorati e troppo a lungo difesi con chiuso spirito di conservazione sono stati travolti. io non ho mai fatto e non faccio analogie e paragoni impropri tra situazioni diverse, che hanno percorso e percorrono itinerari diversi. osservo però che anche nel nostro paese si è accumulato un bisogno di cambiamento e di rinnovamento, che deve trovare le strade, gli equilibri, le espressioni politiche adeguate perché esso possa realizzarsi; e che noi sentiamo il dovere di aiutare ogni azione che si muove in questa direzione, ogni proposito convincente di rinnovamento, di revisione e di ricerca delle vie più opportune perché esso assuma aspetti sempre più coerenti. si rafforza, con la vittoria dei socialisti in Francia, da un lato, la possibilità che l' Europa cresca in autorità e responsabilità politica ; dall' altro, la grande corrente internazionale che opera e lotta per la pace nel mondo. c' è una grande tradizione pacifica e pacifista della Francia repubblicana, di cui i socialisti francesi sono oggi come ieri i più autentici interpreti. penso che sarà questa l' ispirazione che guiderà la politica francese, che risulterà di grande aiuto nella ricerca comune delle vie del negoziato e della pace, che rimane il problema dominante sulla scena mondiale. all' ordine del giorno è tornato il problema del negoziato sulle armi nucleari nel teatro europeo; questione di tanto maggiore rilievo in un quadrante che vede sempre accesi focolai e punti di crisi ovunque nel medio ed Estremo Oriente , dall' Africa al Centro-America, dall' Afghanistan alla Polonia. se qualche cosa si muove, occorre subito aiutarla nel movimento. se nulla si muove, occorre che siano prese iniziative perché ciò avvenga. una corsa incontrollata al riarmo nucleare ed una pace senza equilibri e controlli sono i due estremi dai quali bisogna rifuggire. i problemi sul tappeto non sono irrisolvibili, se vi sarà da parte di tutti la chiara volontà politica di ristabilire un' onesta comunicabilità, il rispetto delle naturali, reciproche esigenze di equilibrio e di sicurezza, il desiderio di lavorare per giungere ad accordi soddisfacenti. se l' Unione Sovietica usa, come fa dal recente congresso del partito comunista in poi, un linguaggio di moderazione, anche quando non muta o non pare mutare ancora le sue posizioni sul fondo dei problemi, ciò rappresenta comunque un fatto che va apprezzato positivamente, e che deve incoraggiare a definire le procedure di sviluppo di un negoziato. anche l' Unione Sovietica ha interesse, nella complessa crisi economica internazionale (che non risparmia certo l' area che essa controlla), a spendere per il burro e non per i cennoni. tutti sanno ormai di che cosa si tratta: da un lato i nuovissimi ss20, dall' altro i sistemi difensivi vecchie nuovi che l' Alleanza Atlantica ha deciso di porre in essere. le azioni di propaganda in questa materia servono a poco, ciò che serve, lo ripeto, è un negoziato aperto a tutto ciò che è negoziabile nell' interesse della pace, della sicurezza e di un nuovo corso delle relazioni internazionali. un ruolo attivo dell' Italia in Europa, e per un ruolo dell' Europa nell' elaborazione di una politica e di un' iniziativa comune con gli USA nel campo del negoziato e della pace, rimane la direttiva di fondo di una politica estera , cui — penso — il Governo vorrà dare nuovo impulso, rifiutando in Europa la miopia degli assi e dei direttori, sottolineando la convinzione che né l' Europa né gli USA possono ormai affrontare da soli il problema di un rapporto globale con l' Unione Sovietica e con il blocco militare politico guidato dall' Unione Sovietica , assicurando un più convincente e più organizzato apporto italiano alla politica della cooperazione nord sud ed un impegno rinnovato alle azioni specifiche per la lotta alla fame nel mondo . signor presidente del Consiglio , vi è anche, diciamo così, l' aspetto africano delle nostre relazioni internazionali, che merita di essere approfondito e precisato per non lasciare crescere equivoci, teorie distorte ed azioni puramente dispersive. da un lato, il problema consiste in un maggior sforzo di collegamento e di sostegno diplomatico, tecnico ed economico, dall' altro, nella necessità di definire priorità e direttrici costanti rivolte principalmente ai paesi più poveri, ai paesi amici, ai paesi che guardano a noi, a cominciare dalla Somalia e dalle sue povere popolazioni periferiche, che muoiono di fame quando non sono vittime delle incursioni militari del più agguerrito vicino. il Governo nasce, com' è naturale, in una data continuità con le esperienze che l' hanno preceduto, contiene una novità di equilibrio e di leadership, che è anch' essa a suo modo un fatto straordinario, giacché l' ordinario per più di trent' anni è stata la guida democristiana dei governi nazionali. la guida di un non democristiano, di un laico, come forse impropriamente si dice, era nelle cose, era matura da tempo e rappresenta un' alternanza salutare, così come è salutare il ricambio ed ogni fattore che vivifica ed alimenta la fisiologia della democrazia. per noi, che non da oggi abbiamo preconizzato l' avvio di un principio di alternanza e che ponemmo questo problema sin dal primo giorno della legislatura, come ricorderanno gli amici democristiani, questa è una ragione in più per sostenere il Governo e per augurargli successo. per la Democrazia Cristiana , che per questa volta non si è opposta, è stata una buona occasione per dimostrare la sua sensibilità democratica e la sua disponibilità ad accettare equilibri diversi che non la vedono più collocata in una posizione egemone. la grande vittoria della tesi laica in una consultazione popolare che ha dato risultati straordinari ed imprevisti per la loro ampiezza e per il loro significato politico e culturale, ha del resto reso naturale l' avvicendamento alla guida del paese di una leadership laica. il Governo sa cosa il partito socialista attende dal suo impegno e dalla sua azione nel campo della politica interna ed estera. il Governo sa di avviarsi ad affrontare difficoltà straordinarie, è atteso al banco di prova della lotta contro l' inflazione, della difesa dei più deboli, a cominciare dai senza lavoro , della gestione controllata e razionale delle riforme sociali già impiantate, perché esse non falliscono al loro scopo, e di quelle nuove che urgono nel campo istituzionale come nel campo sociale. se una grande riforma, della quale si è parlato, non appare ancora matura e condivisa, piccoli ma significativi passi nel campo delle riforme istituzionali sono necessari e inevitabili; così come, sul piano sociale, una grande opera urgente in favore della casa è un tema che non può essere assolutamente accantonato. il Governo è atteso al banco di prova di una intensificata lotta al terrorismo, per una migliore funzionalità della giustizia, per una più efficace organizzazione della protezione civile , perché siano assicurati mezzi, programmi e controlli adeguati all' opera di ricostruzione nelle zone terremotate; perché sia fatta avanzare una opera rigorosa di moralizzazione sull' affare P2 e su altri, sempre con rigore e con senso di giustizia, perché nel suo insieme l' azione del governo aiuti ad allontanare il pericolo derivante da una ulteriore degradazione della vita pubblica , delle intossicazioni della vita politica, della involuzione della vita democratica . ripeto ancora che esso potrà contare sul nostro sostegno pieno, leale e combattivo. anche nella vita del nostro partito abbiamo vissuto un momento che possiamo considerare straordinario, almeno in rapporto a difficoltà, travagli e divisioni che per tanto tempo sono stati il pane quotidiano del nostro partito e del nostro movimento. una larga maggioranza al congresso di Palermo ha favorito la maggiore unità del partito, lungo le grandi direttrici di un' opera di rinnovamento che continua e che continuerà, nella ricerca di uno sviluppo sempre più coerente. confortati dal sostegno alla nostra politica che ci viene da settori importanti dell' elettorato; confortati dalla unanimità con la quale abbiamo potuto adottare le nostre più recenti impegnative decisioni; confortati dalla convinzione che lungo la strada dal consolidamento democratico del cambiamento e delle » riforme si verranno dislocando un sempre maggior numero di forze aperte ed impegnate nella lotta per il rinnovamento e per il progresso; guardando anche noi all' Italia della ragione (come dice il titolo di un pregevole lavoro del presidente del Consiglio Spadolini), all' Italia del dissenso e dell' eresia contro quella delle soluzioni facili e definitive, all' Italia del dubbio e della lotta contro quella del compromesso e della rinuncia, esprimiamo senza incertezze il nostro voto di fiducia al Governo.