Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 248 - seduta del 04-12-1980
1980 - Governo Forlani - Legislatura n. 8 - Seduta n. 248
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , signori del Governo, in questa grave occasione io ho l' onore di parlare non soltanto come componente di questo ramo del Parlamento, ma anche come consigliere comunale di Napoli e come deputato d' Europa per il Mezzogiorno d' Italia; ed ho quindi l' onore — e la ferma volontà — di esprimere, come deputato di questo ramo del Parlamento, come consigliere di Napoli e come deputato europeo del Mezzogiorno, la protesta e lo sdegno delle genti terremotate e delle genti di tutto il Mezzogiorno d' Italia; ma ho soprattutto l' onore e la possibilità di parlare in tal senso, primo: come uno che ha visto; secondo: come uno che non ha partecipato alla gestione del potere; terzo: come uno che non ha speculato, non specula e non intende speculare sulle sciagure della propria patria; quarto: signor presidente del Consiglio , come uno che, insieme a tutto il suo partito, è disposto alle più chiare responsabilizzazioni, nel più assoluto disinteresse, anzi rivendicando e reclamando per sé e per la sua parte la nobile ed insostituibile funzione di opposizione alternativa. parlo come uno che ha visto: signor presidente del Consiglio , signori ministri dell' Interno e della Difesa, che Iddio vi perdoni le prime 48 ore. che Dio ve le perdoni, perché ho visto, essendo stato, io credo — e non è un merito: sarebbe stata vergogna il contrario — essendo io stato il solo segretario di partito che ha visitato immediatamente quelle zone (e non era difficile), ho visto uno spettacolo che descrivo, signor ministro della Difesa : ho visto gente che si era riunita accanto a quel che restava del bar centrale della cittadina di Lioni, perché in quel bar, alle 19,30 di domenica, era raccolta tanta gente, per bere un caffè o per vedere la partita alla televisione. io ho visto gente, a Lioni, che grattava le pietre con le unghie, disperatamente, perché lì sotto c' erano i propri congiunti; ed ho udito con queste orecchie le invocazioni. e mi si è chiesto, quando hanno saputo che ero un deputato, un segretario di partito, un uomo che conta, mi si è chiesto di portare delle pale, delle picozze, dei badili, qualche cosa. io ho passato i cinque giorni più lunghi, più allucinanti, più sofferti della mia vita lì, e ne sono ancora stordito in questo momento: lì ho passato il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì, il venerdì; non li dimenticherò mai. ebbene, fino al venerdì — fino al venerdì — signor presidente del Consiglio , signori ministri, fino al venerdì ho assistito allo spettacolo di congiunti che invocavano la possibilità di salvare i propri fratelli, le proprie mogli, i propri bimbi che erano lì sotto, che stavano agonizzando; e fino al venerdì, in taluni centri — notissimi, perché i giornali già ne parlavano, la televisione ne parlava — non erano ancora arrivati i soccorsi necessari, che in quel momento erano soprattutto i soccorsi militari. sicché io credo, senza dubbio, credo alla vostra buona volontà , alla vostra buona fede : vi dovrei considerare delle belve umane se osassi pensare — e non lo penso — che abbiate sbagliato apposta, o che la vostra incuria sia stata dovuta a cinismo di potere. non lo penso, lo escludo; penso che abbiate tentato, voluto immaginato tutto il possibile; ma penso che abbiate sottovalutato la gravità del fenomeno, penso che non abbiate curato il ricevimento puntuale e preciso delle notizie; penso che non abbiate capito che l' emergenza richiede i militari, che la ricostruzione richiede i tecnici, e che il compito dei politici è soltanto quello di dare impulso e di coordinare. e allora le colpe di questo Governo, signori ministri, mi duole dirvelo, per le prime 48 ore, sono colpe penalmente rilevanti. ho sentito che il signor presidente del Consiglio ritiene che il messaggio del Capo dello Stato non sia stato diretto né contro il Governo, né contro il ministro dell'Interno , né contro il ministro della Difesa , né contro altri ministri. vuol dire che il messaggio del signor presidente della Repubblica , quando egli ha testualmente detto « chi ha sbagliato pagherà » , o « deve pagare » , si riferiva al prefetto di Avellino. evidentemente il prefetto di Avellino è da considerare l' untore, in questo caso (si va sempre alla ricerca di un untore quando si vuole sfuggire alle responsabilità); vuol dire che il prefetto di Avellino è il solo responsabile della tragedia in termini rilevanti, non soltanto di carattere politico, ma, ripeto, di carattere penale per le prime drammatiche, indimenticabili, allucinanti 48 ore e per tutto quello che è seguito. ma io parlo anche come uno che non ha gestito, e che si onora di non aver mai gestito — insieme ai colleghi ed agli amici del proprio partito, di non aver mai gestito il potere; e in tale qualità io esprimo lo sdegno delle genti terremotate, delle genti del Mezzogiorno, ma, se mi consentite, anche il nostro sdegno nei confronti di una classe dirigente che dimentica le responsabilità di cui è gravata; le responsabilità morali, le responsabilità politiche , le responsabilità tecniche e legislative: non esiste una legge per la difesa civile, o, per dir meglio, esiste, ma non funziona non essendo stato approvato, in dieci anni, il relativo regolamento. ma dove eravamo, dove eravate quando la legge fu approvata da questo ramo del Parlamento? non era forse allora presidente della Camera il signor presidente della Repubblica ? non aveva egli seguito la procedura. signora presidente. so come debbo parlare. so come debbo parlare: credo di essere abbastanza anziano in questo ramo del Parlamento. ma le responsabilità debbono essere indicate tutte, e indicarle è nostro compito, nostra funzione, nostro diritto e nostro dovere. anche il Capo dello Stato , quando entra nella polemica, e ci entra alla televisione, ci entra in un momento di quel genere, risponde di quel che dice; ed in Parlamento egli non deve essere criticato, o approvato enfaticamente, come ho sentito fare poco fa dal gruppo socialista, ma deve essere giudicato. il Capo dello Stato ha detto: « chi ha sbagliato pagherà » ; dopo di che è stata data una concorde interpretazione di questa affermazione. io debbo credere all' onorevole Forlani: l' onorevole Forlani è un galantuomo, non può certamente mentire; è un galantuomo anche il presidente della Repubblica , e non può certamente mentire. io penso che il presidente del Consiglio sia stato preventivamente autorizzato dal presidente della Repubblica a farci oggi la comunicazione scritta che ci ha fatto. debbo quindi ritenere che il Capo dello Stato ed il presidente del Consiglio abbiano di comune accordo stabilito che chi aveva sbagliato dovesse pagare. ha pagato il prefetto di Avellino; non ha pagato il presidente del Consiglio ; non ha pagato il ministro dell'Interno , che ha fatto malissimo a dimettersi (non aveva capito, il ministro dell'Interno , che il Capo dello Stato si riferiva al prefetto di Avellino, e non a lui); e bene ha fatto il ministro della Difesa a non pensare neppure lontanamente che il Capo dello Stato , essendo di provenienza socialista, potesse pensare, nel pronunciare quelle parole, ad un ministro della Difesa che ha la fortuna di essere socialista, e quindi immune dagli strali del presidente della Repubblica . bene hanno fatto tutti; ma io, cittadino, ascoltatore della televisione di Stato, debbo ringraziare il signor presidente della Repubblica , il quale, bonariamente, ci ha portato a Disneyland, ringiovanendoci un po' tutti, facendoci ricordare la strega di Cenerentola: « televisione delle mie brame, chi è il più bello del reame? chi è il più bravo del reame? » . ho imparato che il presidente della Repubblica è il più bravo; che egli ha il diritto di acquisire alla televisione la popolarità di tutto il popolo italiano , compresi i terremotati, perché è disponibile a far pagare chi ha sbagliato. ed abbiamo anche appreso che chi ha sbagliato è il prefetto di Avellino! questo è il regime che ci comanda, dal vertice fino alla base politica, fino a questo così squallido ramo del Parlamento, che ascolta i discorsi dei leaders, che evita il colloquio, che rifugge dal colloquio, che ha paura del colloquio, perché la funzione del Parlamento non è quella di colmare l' abisso, che purtroppo regna — dico purtroppo, perché non vi speculo sopra — tra paese legale e paese reale ; ma il compito del Parlamento è quello di rispecchiare, anche fisicamente, platealmente, l' abisso che regna tra paese legale e paese reale . dicevo che io parlo come uno che non ha gestito il potere, e quindi non posso sentirmi impartire delle lezioni di difesa dello Stato, di difesa delle forze armate , di difesa delle forze dell'ordine , dal partito comunista . e non posso sentirmi impartire lezioni di pubblica, e forse anche privata moralità, dal partito socialista , che certo dimentica i recenti scandali nei quali è stato implicato. né posso sentirmi impartire dal presidente del gruppo della Democrazia Cristiana lezioni relative all' unità del partito, necessaria per salvare il partito e la patria nelle attuali circostanze; dimenticandosi lo spettacolo che nel Transatlantico, fino a cinque minuti fa, e credo anche in questo momento, hanno dato e stanno dando tanti esponenti del Partito di maggioranza relativa. ecco, come uomo fuori dal regime, come uomo che non ha nessuna ragione di dire hic manebo optime , perché poltrone non ne conosciamo, ma conosciamo soltanto i molto scomodi sgabelli sui quali abbiamo trovato posto da 40 anni a questa parte; come uomo al di fuori del regime, io vi dico e vi ripeto, a nome delle genti terremotate del Mezzogiorno, qualche cosa di più che la protesta — e non voglio pronunziare parole troppo gravi, che mi vengono alle labbra quando ricordo quelle giornate — : certamente il discredito, per non dire il disprezzo, che circonda il potere in Italia. il potere è il male vero, il male oscuro, del quale soffre il popolo italiano , e soprattutto il popolo del Mezzogiorno d' Italia. ma io vi parlo anche come uno che non specula, che non ha bisogno né voglia di speculare sulle disgrazie della propria patria. mentre si perseguono giustamente gli sciacalli di base, non ho l' impressione che si perseguano o si individuino gli sciacalli di vertice, che sono qui dentro. il partito comunista è recidivo. il partito comunista , subito dopo il dramma di Bologna, subito dopo la strage di Bologna, intervenne nel dibattito politico ad altissimo livello, con il presidente della Repubblica come garante e testimone. nessuno ha dimenticato quell' altro spettacolo televisivo: il presidente della Repubblica , mentre il sindaco comunista di Bologna pronunciava un ignobile discorso di speculazione politica. dopo la strage di Bologna, il partito comunista disse: vi è stata la strage di Bologna, dobbiamo andare al Governo. dopo il terremoto, dopo la sciagura che ha colpito il Mezzogiorno d' Italia, l' onorevole Berlinguer — che sui luoghi del disastro non mi risulta sia andato, e non è venuto nemmeno qui oggi per dirci la sua alta parola; che non era a Strasburgo quando nelle scorse settimane si è approvato in prima lettura il bilancio, e si è polemizzato a proposito del fondo regionale di sviluppo, e si è disperatamente tentato, senza peraltro riuscirvi, con molti emendamenti migliorativi da parte nostra (e siamo 4 in tutto, però con la solidarietà di colleghi europei di altre forze, di destra o di centrodestra), di ottenere per l' Italia qualche cosa di più — l' onorevole Berlinguer, ripeto, ha riunito la direzione del suo partito e ha chiesto, data la strage, dato il terremoto, data la sciagura, che il partito comunista deve andare al Governo. è davvero iettatorio questo atteggiamento del partito comunista , vien fatto di pensare; anche perché, in questa seconda occasione, il signor presidente della Repubblica sostanzialmente, e certo involontariamente, ha appoggiato la manovra del partito comunista . mi viene da pensare che al vertice del nostro paese vi siano forze, le quali sono infoiate dal desiderio, dalla volontà, dalla fretta — forse per arrivare prima che Reagan eserciti i suoi compiti effettivi di presidente degli USA, forse per arrivare prima di una invasione sovietica della Polonia — di giungere al potere sulle disgrazie, sulle rovine, sui lutti della patria, e particolarmente del Mezzogiorno. che cosa ha fatto seriamente il partito comunista di diverso dagli altri partiti, che qui siedono, in favore del Mezzogiorno d' Italia, per la tutela contro le calamità, che così spesso colpiscono il nostro paese, il nostro Mezzogiorno? quali sono stati i meriti particolari di quel partito e degli altri? perché, accanto allo sciacallismo comunista, c' è uno sciacallismo forse anche più equivoco, che è quello socialista. l' onorevole Craxi, come ha dimostrato lo stesso intervento dell' onorevole Casalinuovo quest' oggi, in una situazione così drammatica, gioca sul doppio tableau: al Governo insieme con l' onorevole Lagorio che, in quanto socialista, non deve essere toccato — è sotto la protezione del presidente della Repubblica ; e, in vista di diversi orizzonti, in posizione critica verso il Governo, di cui fa parte mostrando disponibilità verso il fronte delle sinistre, di cui tanto si parla. onorevole Gerardo Bianco , lei ha pronunciato un buon discorso, specialmente nella prima parte, perché come meridionale sente il problema. ed io credo di aver interpretato questa parte positiva e nobile del suo discorso; ma tutto il resto? codesta Democrazia Cristiana , che aspetta l' impulso dei cento o centoventi per un invito alla moralizzazione della vita pubblica , e che si lascia guidare, nelle maniere più sbadate e al tempo stesso più ciniche, da uomini che anch' essi sciacallescamente approfittano delle circostanze, delle sciagure della patria, per uno sciacallismo all' interno del proprio partito, che è altrettanto immorale, altrettanto detestabile quanto lo sciacallismo, al di fuori del proprio partito, esercitato dal partito comunista o dal partito socialista ; codesta Democrazia Cristiana , onorevole Gerardo Bianco , certamente non è in grado di andare incontro a nessuno. lei ha parlato dei voti che avete ricevuto, ed io vi auguro di riceverne ancora tanti; ma io quando sono sceso laggiù non sono andato appresso ai voti, che anche io ho ricevuto nell' Italia meridionale assai copiosamente, come deputato europeo: io sono andato incontro ai volti della gente, non ai voti della gente. io ho trovato i sindaci di quei paesi in piena e perfetta linea ed efficienza (lo dico ai signori del Governo, che non se ne sono occupati, perché non ci sono stati). non ho trovato neanche un sindaco che avesse abbandonato il proprio posto, ed erano tutti avversari politici: socialisti, comunisti, democristiani soprattutto. erano al loro posto umilmente e fermamente; alcuni di loro avevano perduto i congiunti: c' era uno che aveva perduto la moglie, e ancora non aveva potuto disotterrarla, ma era lì a fare il suo dovere! sa cosa mi ha detto, onorevole Gerardo Bianco ? mi ha detto: « onorevole Almirante, oggi abbiamo ricevuto due visite, una di un parlamentare democristiano dell' altro ramo del Parlamento e la sua. non abbiamo gradito la prima e abbiamo gradito la seconda » . sa perché hanno gradito la mia visita? perché mi sono presentato cacciando via i fotografi, che erano alla ricerca di immagini; cacciando via le televisioni libere senza fare dichiarazioni, e portando soltanto la mia modestissima ma autentica solidarietà umana. ecco, il saluto di quei sindaci mi ha detto che non è vero che tutte le istituzioni siano marce. no, soprattutto nel Mezzogiorno d' Italia, le istituzioni locali non sono marce, da chiunque siano dirette! c' è amore per la propria terra. e, a questo riguardo, signori del Governo, non commettete il tragico errore psicologico che sta commettendo l' onorevole Zamberletti, il quale — sia detto senza offesa siccome è di altra parte d' Italia, non comprende nulla circa la psicologia e i valori culturali che l' Italia del Mezzogiorno rappresenta. il piano S, che vi diffido dal chiamare come piano sgombero come qualcuno insolentemente ha fatto, non fallirà, è fallito. è un tragico errore ed è anche malvagità e cinismo il volerlo portare avanti ben sapendo che è fallito. non si può dire che volevate realizzarlo e che le popolazioni non vi hanno compreso, siete voi che non avete compreso le popolazioni di quella parte d' Italia. sono valori culturali e tradizionali: se quella parte d' Italia ha difeso l' unità di tutti gli italiani più ed assai meglio di quanto non abbiano fatto altre parti — e lo dico senza spirito campanilistico — è perché quella parte d' Italia è legata alla patria perché è legata alla terra, al campanile del proprio paese, perché è cattolica in questo senso, perché è cristiana in questo senso, perché è sociale e paesana in questo senso; sono italiani che non hanno mai cambiato; sono emigrati, sono andati in terre lontane ma questa volta sono arrivati prima dei soccorsi governativi. ho visto personalmente automobili con targhe tedesche, francesi o inglesi arrivate prima dei soccorsi governativi in quella loro terra che non abbandoneranno mai. è lì, quindi, che bisogna ricostruire, ed ora occorre attrezzare quelle zone per l' inverno con prefabbricati o in altro modo. quella gente mangia ancora freddo perché non sono arrivate ancora le cucine da campo e le altre attrezzature, e poi il commissario del Governo ci fa sapere che incombono le epidemie: ne incomberebbero anche a Roma se ci si costringesse a vivere come continuate a far vivere tanta parte di quella povera gente . signor presidente del Consiglio , parlo oggi come chi vuole ritenere che i suoi appelli alla « coesione » (parola che lei ama tanto) siano sinceri; siamo a disposizione, non abbiamo nulla da chiedervi e non avete nulla da darci. siamo fuori dal potere, dal Governo e dal « palazzo » e siamo felicissimi ed orgogliosi di esserlo soprattutto in momenti come questo. restando fuori dal palazzo, siamo disponibili a collaborare, ma nella chiarezza, signor presidente del Consiglio . mi spiego. ho già detto quello che pensiamo del piano S, le dirò ora cosa pensiamo del provvedimento di urgenza che dovevate emanare e che in questo momento è all' esame della commissione ad hoc già formata intelligentemente e responsabilmente dal presidente del Senato . so, essendo stato informato di recentissime dichiarazioni del ministro La Malfa , che in quella Commissione si sta discutendo, come è naturale, dei mezzi necessari. ebbene, signor presidente del Consiglio — abbia la bontà di controllare — per la legge di emergenza occorre uno stanziamento di almeno 10 mila miliardi e posso anche dirle che questa somma è reperibile, se si tiene conto dei 1.200 miliardi che avete deciso di stanziare, dei 1.200 miliardi che avete ottenuto in prestito dalla Cee. è questo un modesto prestito, signor presidente del Consiglio : dica alla delegazione italiana di cercare almeno in questa occasione di farsi capire e dica ai suoi colleghi della Democrazia Cristiana , che sono anche deputati europei, e, se può anche agli altri parlamentari europei, che dal 15 al 20 prossimo dobbiamo esserci tutti a Lussemburgo e lì ci dobbiamo battere unitariamente — ecco la coesione — perché la Cee comprenda l' entità del disastro che ha colpito l' Italia e che si tratta di una tragedia europea e non solo italiana. è una vergogna che dalla Cee ci provengano soltanto 1.200 miliardi rispetto agli aiuti spontanei ed umilissimi che stanno arrivando in una gara esaltante da ogni parte d' Italia e da tante altre parti del mondo. stavo dicendo che se ai 1.200 miliardi stanziati dal Governo e ai 1.200 della Cee, si aggiungono i 6-7 mila miliardi che il Governo dice di poter rintracciare nelle cosiddette pieghe del bilancio, si arriva ai 10 mila miliardi necessari per la emergenza. perché dico questo? se l' emergenza viene considerata come tale e se i provvedimenti vengono presi subito, non accade il Belice, altrimenti il Belice è alle porte. le dico questo, signor presidente del Consiglio , perché, non so se lei sappia (la stampa non credo ne sia a conoscenza), che in questo stesso ramo del Parlamento è riunita la Commissione d' inchiesta tendente ad accertare le responsabilità delle mancanze e delle ruberie verificatesi in occasione del terremoto nel Belice. onorevole presidente del Consiglio , ricorda la data del gennaio 1968? fra qualche giorno, si celebrerà, per modo di dire , il tredicesimo anniversario del Belice. colpevoli le popolazioni? i sindaci (si disse allora)? no, colpevoli il regime, il potere, il « palazzo » , i palazzetti dipendenti, a cominciare dal potere esercitato in Sicilia da tutte le vostre forze riunite a livello di assemblea e governo regionali. colpevoli tutti, colpevoli sareste voi se vi metteste sulla stessa strada. l' emergenza, cioè il primo periodo, deve durare il meno possibile e fin dal primo momento debbono stabilirsi le strutture necessarie per il secondo periodo. guardatevi bene dall' affrontare il problema in un secondo momento, affidandolo, come vorrebbero i comunisti, alle regioni, che non sono in grado lo dico senza alcun sapore polemico — di assicurare l' efficienza. non hanno la mentalità necessaria, anche se hanno tanti funzionari. la regione Campania, mi sono informato, ha 8 mila funzionari, — questi sono poi gli scandali veri — ma in questo momento a Napoli non è in grado di offrire un po' di geometri o ingegneri per compiere rapidamente gli accertamenti sulle case seriamente lesionate. non commettete l' errore, e sarebbe una colpa, di decentrare, di deresponsabilizzare; no, responsabile è il Governo, come istituto. si deve creare una struttura a livello nazionale , statale, per il secondo periodo, e questo deve cominciare al più presto. fate i conti, ma occorrerà uno stanziamento di almeno 20 mila miliardi per il secondo periodo. non si dica, come ha fatto stamane in Commissione al Senato il ministro La Malfa , che si ricorrerà ad ulteriori tassazioni. il fisco ha già gravato abbastanza sugli italiani. dovete ricorrere ad un prestito obbligazionario internazionale sul mercato privato internazionale, che a mio parere è largamente disponibile; deve essere un prestito collegato al valore del dollaro con indicizzazione in guisa tale da offrire ai risparmiatori stranieri la garanzia della restituzione in dieci anni, ad esempio; un tale periodo di ammortamento comporterebbe per l' Italia una spesa annuale sopportabile dall' erario (2.000 miliardi circa), senza dover imporre nuove tasse. non rinviate a domani quello che oggi nella tranquillità del « palazzo » potete e dovete fare! quanto al provvedimento immediato, non vi vergognate di aver stabilito in un provvedimento di emergenza di questo genere un indennizzo di 4 milioni per i capifamiglia e di 10 milioni per i morti, quando poi questo Parlamento stipula delle convenzioni con compagnie di assicurazione che, in caso di morte nostra — faccio i debiti scongiuri — garantiscono non meno di 25-30 milioni; non vi è compagnia di assicurazione che assicuri sulla vita per una cifra inferiore. quella povera gente fate finta di assicurarla con indennizzi che sono assolutamente da fame. è questa la vostra mentalità! è questa la vostra impreparazione! per questo ci chiedete coesione e solidarietà? coesione e solidarietà certamente, operante. quando io sono stato in giro in quei drammatici, allucinanti cinque giorni, ogni sera mi sono presentato ai prefetti, ai questori, ai sindaci dei capoluoghi per riferire, per dare il modestissimo aiuto che potevo dare. nello stesso senso noi siamo disponibili per dare una grossa mano di aiuto, e possiamo darla, possiamo darla perché siamo profondamente radicati alle basi di tutto il Mezzogiorno d' Italia e particolarmente di quelle zone. a Napoli contiamo qualche cosa, ma contiamo qualche cosa per stare ad occhi aperti, per impedire che il partito comunista dia luogo a dei golpe striscianti, che potrebbero anche non diventare tanto striscianti nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. tenete conto di quello che vi sto dicendo, non perché io sia importante, ma perché sono disinteressato, perché siamo disinteressati e perché, come avete visto, mi è capitato forse di fare il discorso più disordinato di tutta la mia lunga carriera di parlamentare. sapete perché? perché non riesco a staccarmi dagli occhi gli spettacoli di quei giorni e perché penso: ma, in questo momento, che cosa stai facendo qui, Giorgio Almirante? corri — e ci correrò domani a prestare, non il tuo aiuto, ma la tua solidarietà, ad offrire la tua solidarietà e la solidarietà di tutto questo partito alla povera gente , che voi non amate.