Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 24 - seduta del 20-09-1979
Modifiche al testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei dpputati, approvato con decreto presidenziale 5 febbraio 1948
1979 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1047
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor ministro, colleghe, colleghi. certo da molto (forse da troppo) noi ci occupiamo di questo tema: non noi Parlamento, ma noi radicali. è un motivo di autocritica, non di fierezza: non appartengo a quel tipo di compagni che nella nostra sinistra molto spesso si gloriano di dire queste cose da trent' anni . bel risultato, compagni: 50 milioni di morti l' anno per fame! dobbiamo invece renderci conto che la moralità di un dibattito parlamentare sta nelle sue conclusioni, in quello che concretamente induce a fare. io — grazie anche ad una stampa ineffabile che magari a primavera, sotto Pasqua, fa l' apologia di queste lotte, ma nel momento in cui si trasferiscono nel Parlamento repubblicano non se ne accorge nemmeno so benissimo che nel nostro paese molti si chiedono come avvenga che si discuta dei morti nel Bangladesh, mentre abbiamo eventi tragici nel nostro paese. signor presidente , credo che a noi stessi, agli italiani dobbiamo ricordare che continueranno sempre ad esserci gli ignominiosi mercati delle braccia di Altamura, di bambini di 10 o 12 anni; continueranno sempre ad esserci i morti per il virus della miseria a Napoli e nel nostro meridione; continueranno sempre nel nostro paese le stragi di Stato e non, con terroristi di Stato e non, liberi e non perseguitati (le vittime non avranno neanche la giustizia della verità sul loro assassinio); continueranno sempre nel nostro paese miseria e disoccupazione, la vergogna delle pensioni di fame e della sottoccupazione, fino a quando si riterrà possibile ed ammissibile che nello stesso giorno e nello stesso anno 17 milioni di bambini e 50 milioni di adulti — innocenti di tutto — qui e altrove siano condannati all' assassinio solo perché il denaro delle nostre tasse non solo non arriva ai bambini di Napoli e di Altamura, ai pensionati, ai disoccupati e sottoccupati, ma non arriva nemmeno dove stragi immani, peggiori di quelle naziste o staliniste, oggi rischiano di dare il segno della nostra generazione e del nostro tempo! occuparsi del più perché anche il meno (per tragico che sia) venga affrontato e risolto, credo sia necessario. se non cambiamo modo di operare, di agire, non credo, collega Casini, che si possa dire a chicchessia che la vita è sacra; al ragazzo della siringa, dell' eroina o della P38 non abbiamo il diritto di dire che la vita è sacra, perché noi apparteniamo a quelle potenti istituzioni della terra che stabiliscono ogni giorno che 480 mila miliardi di lire siano stanziati per armamenti che non servono che alla morte, togliendo contemporaneamente il diritto alla vita a 50 milioni di esseri umani l' anno: mezzo miliardo ogni dieci anni, nel nostro mondo. gli ineffabili compagni comunisti hanno detto che questo dibattito è improvvisato. ma scusatemi, se c' è il rischio di dieci morti domattina, all' improvviso, per qualche evento o calamità, ci riuniamo d' urgenza o no? che cos' è, se non assuefazione, la vostra, che vi porta ad opporre, con pretesa eleganza, la scarsa preparazione del dibattito dinanzi alla richiesta del Parlamento repubblicano di riunirsi per discutere dei 10-12 milioni di morti sicuri da oggi a Natale? penso invece che questa riunione giunge troppo tardi perché all' inizio dell' anno siamo stati i destinatari di un mostruoso messaggio che dovevamo respingere al mittente. l' Onu, all' inizio dell' anno, ci ha preannunciato che alla fine del 1979, 17 milioni di bambini sarebbero morti ammazzati. siamo a settembre; volevate aspettare ancora un paio di mesi, compagni critici e perbene, perché cominciassimo a discutere quando gli altri 12 milioni fossero già morti? non avete letto la mozione che poi avete votato al Senato, compagni comunisti? la mozione dice che è necessaria un' immediata mobilitazione. allora? se è necessaria un' immediata mobilitazione, era necessario un immediato dibattito che chiedesse questa mobilitazione. la verità è che la commedia degli equivoci è sempre presente; c' è quella forma di ostruzionismo tipica degli intellettuali per la quale se si chiede un dibattito alla Camera per parlare della vergogna dei bambini di Altamura e del virus della miseria a Napoli, ci si dice che le cause sono più remote e che è inutile e demagogico discutere. se poi si chiede un dibattito sul milione di morti di domani e di dopodomani, ci si dice che l' argomento è troppo vasto e che bisogna disaggregare le cifre. lo facciamo. il gruppo radicale è stato presente in questo dibattito con otto interventi. logorrea, improvvisazione? non so se invece non ci sia l' obbligo per il deputato, che rappresenta da solo la nazione e che non può delegare questa rappresentanza, di cercare di dare in questo dibattito il contributo che ciascuno, a partire dalle proprie esperienze e attenzioni, ritiene di poter dare. abbiamo avuto l' intervento di Franco Roccella, stringato e puntuale nei suoi termini politici; abbiamo avuto l' intervento di Maria Antonietta Macciocchi , a livello ideologico e culturale; abbiamo avuto l' intervento di Marisa Galli che affonda nella sua storia culturale e umana; l' intervento di Adele Faccio; l' intervento che propone in concreto la disaggregazione della quale si parla, con l' esempio del Nicaragua, svolto dal collega Teodori; l' intervento del compagno Ajello, che ha cercato finalmente di tradurre in capacità di operare quello che per anni egli ha acquistato e saputo apprendere attraverso la sua milizia nell' Internazionale socialista e nel partito socialista italiano. è un esempio di come conoscenze e sapere possano diventare forza creativa, forza di vita, anziché alibi per rassegnarsi, assuefatti a denunciare sempre i misfatti della morte per poi, in realtà, consentire che essi proseguano. abbiamo avuto l' intervento di Emma Bonino che ha cercato di fornire e aggiungere dei dati al nostro dibattito; abbiamo avuto con Mimmo Pinto la testimonianza diretta e precisa della coscienza di classe e internazionalista che abbiamo di questi problemi da più tempo — dimostrando di averla — di quanto non ne sarebbe trascorso se queste cose le avessimo apprese solo udendo le lezioni tardive, quanto eleganti, di Luciana Castellina in quest' Aula. la collega Castellina prende la parola solo per deprecare che i radicali non abbiano portato quelle motivazioni per le quali, invece, si sono ufficialmente mossi. ma in tutti i documenti la coscienza del carattere di classe, la coscienza del carattere strutturale, la coscienza del significato politico di questa realtà è sempre stato presente nell' iniziativa, nelle proclamazioni, nelle esibizioni, nelle ineleganze dei radicali. si potrebbe allora parlare di fiera della vanità, quando questo o quell' ideologo viene qui a dirci quello che si dovrebbe fare senza avere nemmeno avuto la correttezza di ascoltare il dibattito e di leggersi le carte sulle quali si è aperto. a questo punto il nostro problema è quello di arrivare a qualche conclusione. qualche conclusione, collega Casini, tu che onori il nostro sapere, che mostri davvero di rispettarlo. tu sai, collega Casini, che in altra sede ebbi a chiederti, stupito, che cosa eri solito fare del tuo sapere. quando, aspettando che fossero i radicali ad assumersi la responsabilità del flagello morale dell' aborto clandestino , per superarlo, li hai sbattuti dentro, io chiesi e ti chiesi che cosa avevi fatto fino a quel giorno del tuo sapere sull' aborto clandestino di massa, dal momento che nella tua carriera sì e no si potevano trovare un paio di denunce a carico di povere donne vittime dell' aborto! ma l' hai fatto in quanto la speculazione politica e la passione, non l' amore civile, hanno portato il magistrato che eri ad usare il suo sapere per una battaglia politica. ora sei schierato sulla nostra iniziativa, e me ne compiaccio, anche per la giustizia italiana, visto il tuo modo passionale di esercitarla non più lì ma qui, luogo che ti si confà maggiormente. non possiamo usare il sapere come viene usato normalmente. ed allora, collega Casini, se vogliamo rendere qui un omaggio comune alla vita che ciascuno di noi dice di amare, non basta auspicare che il Governo faccia qualcosa, bisogna aiutarlo, bisogna aiutare i nostri partiti. bisogna avanzare cifre, bisogna dire che siamo a tre mesi da un bilancio nel quale i residui passivi saranno comunque di migliaia di miliardi. e questo lo sappiamo. dobbiamo dire tranquillamente che possono essere reperiti quest' uno per cento del prodotto nazionale lordo , questi 2 mila e passa miliardi, dal momento che ne abbiamo reperiti di più per finanziare Sindona o ignobili « carrozzoni » , a volte con la complicità dei sindacati; ne abbiamo reperiti a diecine di migliaia per le autostrade della FIAT, complici la Dc e il Parlamento, anche quando si è trattato di autostrade inutili. siamo qui per lavorare insieme per la vita, collega Casini, ed allora noi proponiamo che si onori quello che il Senato, unanime, ha dichiarato essere necessario. ma ciò è già accaduto tre giorni fa. cosa aspettiamo, allora? aspettiamo che il Governo si muova? ma non è, mi pare, da Parlamento repubblicano, semmai da Camera dei fasci e delle corporazioni , aspettare sempre che si muova il Governo. il Governo, prima della riunione del Senato, non aveva nel suo programma nulla in proposito né era obbligato da risoluzioni parlamentari a far qualcosa in quella direzione. il Governo era esente da critiche perché, in realtà, rappresentava la sua posizione, null' altro che la conseguenza delle congiunte incapacità delle opposizioni storiche e dei governi storici italiani, se è vero — come è vero — che la punta più bassa ed ignobile del contributo del nostro Stato a questa causa è venuta fuori proprio con i governi dell' unità nazionale . i governi precedenti, quelli che non godevano qui del voto anche delle opposizioni storiche, davano almeno lo 0,16-0,12 per cento ; mentre votavate tutti assieme i governi di unità nazionale , era il vostro Governo, il Governo di tutti voi, che portava tale cifra allo 0,06 per cento ! ed allora sarebbe stato ingeneroso e sbagliato fare carico al Governo di questo difetto, un Governo che ereditava tale vergognosa situazione dalla maggioranza di unità nazionale . fargli carico, dopo 60 giorni, di non aver rovesciato la tendenza esistente! al Senato, per altro, è stato approvato un testo. la ringrazio, sottosegretario Baslini, di essere qui. presiede l' Assemblea il vicepresidente Fortuna; per il Governo c' è il solo Baslini. sta parlando Pannella... ho il senso del già vissuto, signor presidente , se me lo consente, e di un « già vissuto » non infelice, che fu fertile. spero che ciò sia di buon augurio. anzi, a tale proposito, mi sia consentita un' altra parentesi. proprio nel momento in cui sottolineo come non fosse lecito al Senato, per i motivi già esposti, criticare il Governo, adesso che questo stesso Governo ritiene necessaria una mobilitazione straordinaria, ritengo che esso debba governare, da tre giorni, questa straordinaria mobilitazione per sottrarre vite umane alla morte per fame; mobilitazione, signor rappresentante del Governo, secondo quanto voi avete accettato venisse detto, « senza la quale anche gli impegni economici a breve, medio, lungo termine, rischierebbero di non produrre effetti risolutivi » . ed il Governo ha accettato di farsi impegnare su quest' altro capoverso, tre giorni fa: « dopo aver preso atto » — dice il Senato — « delle richieste dei paesi più tragicamente e direttamente interessati e dopo essersi rivolto alle diverse istanze internazionali, a riferire con la massima, adeguata urgenza... » ! perché abbiamo, signor rappresentante del Governo, dovuto sentire ieri da due rappresentanti del Nicaragua, che parlavano nella sede della federazione della stampa, che la metà di quella popolazione rischia di morire nei prossimi mesi di fame! forse si sarebbe potuto dire questo ieri già dai banchi del Governo , poiché in una tale direzione siete impegnati! attenzione, il documento del Senato impegna il Governo ad adottare subito... prima ancora che riferisca alle Camere, il Governo è invitato — ed esso ha accettato l' invito — ad intervenire in modo straordinario ed immediato per salvare quelle vite umane e ad adottare, per la salvezza di quanti diversamente sono destinati, secondo le previsioni ufficiali dell' Onu, a sicura morte nel corso delle prossime settimane, le iniziative del caso: prossime settimane, signor rappresentante del Governo, prossimi mesi. vorrei dire che già un sintomo di insensibilità è venuto dallo svolgimento di questo dibattito, dal modo con cui lo stesso viene effettuato. e non tanto per la storia dell' assenteismo; lo deploriamo, assenti non lo siamo stati! è altra la ragione cui faccio riferimento, anche se da un punto di vista regolamentare e costituzionale la cosa è perfettamente sostenibile. in questa Italia, poi, in cui abbiamo sentito sostenere a livello costituzionale e regolamentare, soprattutto negli ultimi anni, di tutto! figuratevi se voglio qui avanzare delle obiezioni. a noi risulterebbe — sarà magari indelicato che il presidente del Senato aveva proposto che questo dibattito avvenisse nell' una e nell' altra Camera quando il presidente Pertini, il Capo dello Stato , fosse stato in Italia. il presidente, così sensibile al tema in discussione, è tra l' altro il primo dei convocatori del Parlamento! dunque, le Camere si sarebbero dovute riconvocare sabato prossimo, in sedute appunto straordinarie, con una certa evidente solennità, alla presenza del ministro degli Esteri . una riunione straordinaria del Parlamento, la seconda in trent' anni , avviene qui alla Camera, con questa gestione sciatta (lo sottolineo, perché mi auguro che non sia più così, nel futuro); sciatta in forza di alcune sensibilità politiche (anche questo va sottolineato, perché tutto ciò non sia acquisito per sempre). ecco, con la solennità avremmo probabilmente avuto il non-assenteismo. si viene invece a questa convocazione, fatta in questo modo, quasi d' ufficio, (solo perché 200 deputati, anziché 210, l' avevano già richiesta), da parte di chi sostiene poi che il dibattito è comunque prematuro...! che logica c' è? si è proposto, in sede di conferenza dei capigruppo , che questo dibattito fosse inserito ai primi punti dell' ordine del giorno , per scongiurare la seduta solenne, e poi si è detto in questa sede che il dibattito non avrebbe dovuto aver luogo, perché sarebbe stato improvvisato, raffazzonato. questa sciatteria dipende forse dal fatto che non si sono ancora calibrati i toni di opposizione, forse perché ancora, rispetto all' unità nazionale , rispetto alla gestione della Camera, non si è trovato il tono giusto: ebbene, lo si trovi presto, questo giusto tono! ed al sottosegretario Baslini debbo dire che il fatto che il presidente del Consiglio non abbia sentito il dovere, per opportunità o per stile, di affacciare il suo naso qui dentro, mentre parlava il ministro Sarti o chiunque altro, è un sintomo che allarma proprio noi che stiamo cercando, in questa situazione, di creare una situazione nuova, proprio noi che siamo criticati da altri per aver voluto, per aver sottolineato la importanza della qualità dell' incontro politico che si realizzava attraverso quelle firme, proprio noi che siamo stati accusati, da un ineffabile giornalista della Repubblica, di aver fatto l' elogio del Governo: chissà perché! certo non poteva saperlo, quel giornalista, perché sicuramente sa scrivere (visto che fa il giornalista), ma ha dimostrato di non saper leggere; e non avendo letto il testo di quel documento, non poteva rendersi conto dei motivi per i quali da parte nostra giungeva un plauso rispetto all' acquisizione del principio dell' intervento straordinario per risolvere i problemi del massacro, non quelli della fame nel mondo in generale. al Senato si è compiuto un salto qualitativo enorme, quello che dall' inizio dell' anno chiedevamo si compiesse. perché la giusta posizione culturale antiassistenzialistica, quella che da vent' anni soprattutto noi, da sinistra, lentamente abbiamo imposto, stava diventando l' alibi che giustificava l' attesa: per curare le cause, per assicurare nel 1985 alimentazione quasi per tutti, si rischiava di dimenticare i 250 milioni di individui che nel frattempo, per mancanza di alimentazione (quella « programmata » quella « strutturale » ), non sarebbero stati in grado di sopravvivere fino al 1984, come non lo sono perché nel frattempo muoiono letteralmente di fame, in attesa che l' ideologia della progettazione e della programmazione compia gli stessi disastri che la ideologia assistenzialista e caritatevole ha compiuto in passato. dobbiamo quindi, alla fine, prendere atto che tra le cose proposte vi sono soluzioni di estrema importanza, a cominciare dal fondo europeo indicato dal compagno e collega Forte, dai compagni socialisti. sono dati, signor rappresentante del Governo, che dobbiamo cogliere in fretta, in questa atmosfera, pochi che siamo, ma in cui di questo stiamo discutendo (non ve ne dispiaccia troppo), in cui potremo votare (non ve ne dispiaccia troppo), mentre fino ad ora queste idee non riuscivano a trovare un momento di risoluzione: perché l' idea del compagno e collega Forte non è probabilmente di ieri, stava maturando, era stata forse già espressa, era stata forse raccolta da altri. noi crediamo che a questo punto la risposta della Camera dei Deputati , proprio perché il Governo ha accettato il documento votato al Senato, che parla di immediata mobilitazione contro lo sterminio, non può limitarsi ad un voto analogo a quello del Senato. il Senato ha fatto una scoperta; il Senato ha acquisito un principio; il Senato ha affermato che è in atto uno sterminio che può essere in parte compresso soltanto con una mobilitazione straordinaria ed immediata. noi veniamo tre giorni dopo. allora, o smentiamo la visione della mobilitazione immediata o la concretiamo in un aiuto che noi Camera dei Deputati dobbiamo dare al Governo. qual è la sollecitazione che gli diamo quando il Governo ha accettato tre giorni fa, di mobilitarsi in modo straordinario per salvare delle vite umane ? sorge a questo punto il problema dei due mila miliardi: entro ottobre non si riesce a reperire questa somma. collega Forte, forse tu potresti fornire più cifre di me sul modo in cui è articolata la spesa pubblica in Italia. ma siete veramente convinti che il problema è solo di denaro? un momento fa Roberto Cicciomessere mi ha portato la fotocopia de Il Corriere della Sera della sera di venerdì 14 settembre. si legge: « manovre dell' esercito a Turbigo » , sottotitolo: « terremoto simulato — ieri ce ne è stato uno vero e speriamo che l' esercito abbia funzionato anche in questa occasione — , ponte e tendopoli costruiti in due ore; ufficiali e soldati di leva si sono addestrati ad interventi di emergenza in casi di calamità naturali. si è costruito un ponte su un fiume, si è edificato un campo medico con nucleo chirurgico, è stato montato un autoforno capace di garantire migliaia di pasti al giorno, autofrigo e autobagni sono stati approntati » . nel momento in cui avviene una felice confluenza — come quella che si verificava a Pasqua tra credenti cattolici e credenti in altro, ma pur sempre appartenenti alla religione della vita — tra seri militaristi (coloro che pensano alla gloria degli eserciti, che si ispirano ancora e ricercano l' equivalente di quello che Alfred de Vigny scriveva sugli onori dell' esercito) e noi antimilitaristi, cosa non consentirebbe, signori rappresentanti del Governo, dopo aver accettato l' ordine del giorno del Senato, di non mobilitare l' esercito? di non mobilitarlo per portare aiuto alle genti bisognose, per non distribuire il pane che c' è? perché non portare nel Bangladesh e nel Nicaragua o in altri paesi quelle infrastrutture, composte da piccole opere di emergenza, che gli eserciti sanno approntare in poco tempo? infrastrutture, piccoli silos, piccoli autoforni o autofrigo, cucine da campo, collegamenti telefonici, ponti. abbiamo la miniatura dell' operazione che si è svolta in questi giorni. che cosa consente oggi di dire « no » alla proposta di mobilitare in una nuova esercitazione gli eserciti, e il nostro esercito, in questa direzione? certo, sarebbe di nuovo un servizio militare faticoso, stanziale; ma in questo caso tecnicamente tornerebbero tradotte in vita, e non in morte, le decine, le centinaia di migliaia di miliardi che sono state riversate sugli eserciti da parte dei nostri Stati. chiediamo quindi, signor ministro, che qualche traccia di riflessione rapida su questo punto ci venga dalla sua replica, venga dal Governo. sottolineavo infatti glielo ripeto, se non avessero avuto l' opportunità di riferirle quanto è stato detto durante la sua assenza — che diversa è la situazione del Governo oggi rispetto a quella che aveva quando ha fatto propria, a questo proposito, la filosofia dell' intervento immediato e straordinario, dell' intervento contro la strage, ed ha accettato la risoluzione del Senato non solo per creare un nuovo modello di sviluppo ma per intervenire subito e contenere il massacro per fame: tanto è vero che vi siete impegnati a riferire a breve scadenza, con adeguata urgenza. a questo punto ai nostri compagni critici, della sinistra critica verso l' opposizione — e che invece lo è sempre stata troppo poco contro il Governo; ma speriamo che le cose cambino — vorrei dire che tra l' altro — lo saprete se avete letto i documenti — tra un mese il dibattito si rifarà. tra un mese o quaranta giorni mi auguro, il Governo, stando al suo impegno, tornerà in Parlamento per riferire urgentemente sugli interventi fatti e da fare. non è un po' ingiusta, non è un po' gratuita, per avventura, la vostra critica nei nostri confronti? quale dibattito più bello di questo, più completo? c' è già il secondo dibattito in vista. intanto è stato possibile ad alcuni compagni, i quali non ne parlavano più da tanto tempo , di ricordare le grandi tradizioni del partito comunista in proposito: bene! ha avuto nuovamente ingresso in quest' Aula, ad opera dei settori comunisti, persino la parola « classe » . erano tre anni che era scomparsa e che l' aspettavamo. abbiamo sentito finalmente che questo problema della fame è anche un problema di classe, democratico di classe, internazionale di classe. come vedete, è un dibattito che serve. ce ne sono voluti di anni! dal 1976 — lo vediamo se andiamo a leggere gli stenografici — nessuno qui dentro aveva parlato più di classe. si aveva paura, c' era il Tricolore, l' unità nazionale ; la classe sapeva di zolfo, di divisione nazionale, non sapeva abbastanza di interclassismo unitario contro il terrorismo. ebbene, signor ministro, noi intendiamo allora suggerirvi come cercare di attuare gli impegni che avete assunto al Senato. avete qui la mozione radicale: noi siamo dispostissimi, d' accordo con i compagni comunisti e con quelli degli altri gruppi che lo hanno proposto, a determinare la somma che possa apparirvi più sennata (anche se per me si è tanto più dissennati quanto più la si diminuisce) per quel che riguarda l' intervento ordinario. ma per quanto riguarda l' intervento straordinario di 2 mila miliardi, noi chiediamo che sia reso possibile al Governo di reperirli. signor ministro, vorrei richiamare la sua attenzione sul fatto che la nostra mozione null' altro fa che impegnare il Governo a presentare delle variazioni di bilancio per reperire quei 2 mila miliardi, quell' 1 per cento . non è una procedura da opposizione, non è un colpo di mano del Parlamento che vota lo stanziamento di una somma. il Parlamento fa un auspicio, vi indica, a mio avviso, come potete essere conseguenti con l' atteggiamento politico che avete preso al Senato. e noi chiediamo agli altri gruppi, ma chiediamo anche al collega Casini — se è tornato, se c' è — di firmare anche lui questa richiesta dell' 1 per cento , altrimenti rischia di fare il parlamentare così come faceva il magistrato, e sarebbe doloroso per tutti noi, perché perderemmo un possibile valente deputato. i giornali italiani, quest' altra parte della classe dirigente , possono loro non accorgersi che il presidente della Repubblica va in Germania a dire quello che ha detto. così Sandro Pertini ricambia la sciatteria di questa convocazione che ha collocato il dibattito nei due giorni della sua assenza. noi abbiamo ritenuto che l' intero popolo tedesco fosse responsabile anche di quello che non sapeva in termini di stragi naziste; il Capo dello Stato ha tentato di ricordare che invece noi tutti, noi popoli occidentali, noi popoli orientali, noi popoli industriali, sappiamo già quanti e quali saranno i morti e quanto sia spessa la « novità » di questa strage. questo gesto del presidente Pertini significa qualcosa. certo viviamo in una Repubblica che non è presidenziale, ma io credo che il Governo governi anche le opportunità politiche, e io mi auguro, signor ministro, che in concreto nei vostri atti di Governo vi sia — nelle vostre dichiarazioni alle Camere vi è — l' impegno in termini qualitativi e quantitativi di affrontare questo problema: la qualificazione del vostro impegno attraverso l' esercito e la sua qualificazione attraverso le centinaia o migliaia di miliardi che sono necessari. ma voi credete forse che non tornerebbe anche in denaro, in prestigio, in forza politica al nostro paese, quello che il Governo decidesse con noi di dare, se fosse possibile non solo a Giovanni Paolo II andare all' Onu in nome della sua fede, ma anche al presidente della Repubblica italiana di andare lui all' Onu essendo noi il primo paese che ha avuto il coraggio di investire 2 mila miliardi per salvare qualche milione di vite, anche se sono, purtroppo, noccioline rispetto alle donazioni concesse ai Rovelli, ai Sindona, agli enti pubblici ? ecco, c' è da riflettere su questo, su quale sarebbe la forza pratica che deriverebbe al nostro paese da una decisione di questo genere, non la forza spirituale, la forza politica ; che cosa accadrebbe anche nelle nostre relazioni con il quarto mondo , la considerazione nella quale saremmo tenuti e che cosa significherebbe questa unità sui valori di comunisti, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, sui valori politici, sulle leggi, su atti concreti: questa unite profonda e creativa in luogo della squallida ricerca continua dell' unità per dividersi qualche fetta di potere del compromesso ideale e politico che si chiama storico. non è quella la via per creare le nostre unità, non è quella che viene invocata anche a nome di un termine che amiamo moltissimo, quello dell' austerità. ma l' austerità è anche uno stile e, se si è austeri nella difesa delle proprie convinzioni ideali, si deve essere poi anche austeri nell' amministrazione della propria forza politica . noi allora chiediamo e ci auguriamo che per motivi del giudice Casini e per gli altri, quelli internazionalisti, socialisti, comunisti, umanisti, il nostro dibattito si concluda in modo tale — signor ministro, non vado oltre — da consentire almeno al Governo di venire qui tra 20 o 40 giorni (quando riterrà di soddisfare lo impegno assunto al Senato) non solo con le indicazioni degli interventi adottati e da adottare, ma anche con una quantificazione, con ipotesi di variazioni di bilancio o con nuovi inserimenti di bilancio, in relazione all' intervento straordinario per salvare in queste settimane, prima del 1980, almeno una parte di quei dodici milioni di persone che, con buona o cattiva pace del collega Greggi, di qui a gennaio moriranno per fame, denutrizione o fatti riconducibili innanzi tutto alla fame e alla denutrizione. questa è la posizione che assumiamo. ci auguriamo che su di essa si voglia lavorare. non può bastare occuparsi solo di indurre il Governo — cosa che va fatta a raggiungere l' anno prossimo una quota più elevata del raddoppio annunziato e prima del triennio lo 0,7 previsto per gli aiuti pubblici. ti raddoppio ha sorpreso — e ce ne complimentiamo — il segretario generale dell' Onu Kurt Waldheim, il quale penso abbia letto soltanto che abbiamo raddoppiato e non che cifra abbiamo raddoppiato. comunque, ben venga questo raddoppio: stiamo qui per lavorare insieme. il problema, però, non è adesso quello di ottenere disperatamente qualcosa di più sul medio e breve termine , ma di inserire nella eventuale risoluzione unitaria della Camera qualcosa che consenta — non dico costringa — , che stimoli, che spinga il Governo a compiere quello per cui già si è impegnato, e cioè gli interventi che dovranno essere già stati adottati quando prenderà la parola per riferire ed altri che vorrà adottare. su questo, come radicali, abbiamo il diritto ed il dovere di insistere: nessun documento conclusivo formale da questa Camera che non cifri in qualche modo o che non acquisisca la possibilità vicina di cifre adeguate (abbiamo parlato dell' uno per cento ) per salvare centinaia di migliaia e milioni di uomini nei prossimi mesi. questo è quanto noi riteniamo molto più che necessario. gli imperativi categorici non li amiamo. questo è quanto riteniamo — diciamo — possibile; ed è questo che ci costringe ad insistere. il motivo è uno solo: è possibile.