Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 218 - seduta del 23-10-1980
1980 - Governo Forlani - Legislatura n. 8 - Seduta n. 218
  • Comunicazioni del Governo

signora presidente, onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , credo di non sbagliare rilevando che nel dopoguerra lei, onorevole Forlani, è il primo presidente del Consiglio che, presentandosi alle Camere per la fiducia, non dedica una sola parola al suo predecessore, al precedente Governo, ai motivi per i quali il precedente Governo è caduto e, pertanto, ai motivi per i quali la precedente struttura e la precedente formula di Governo sono state sostituite da una nuova formula e da una nuova struttura. mi sono chiesto perché, dato che alla sua intelligenza non può essere sfuggito un dato di questo genere; anzi, penso che sia stata una sua scelta dialettica. ho fatto varie ipotesi: può darsi che lei non abbia dedicato una sola parola all' onorevole Cossiga e al suo defunto Governo per motivi di pietà, di umana pietà e di umana considerazione; può darsi esattamente il contrario, cioè che lei non abbia voluto nemmeno deporre un fiore sulla tomba del precedente Governo. può darsi che lei non abbia voluto risollevare nell' animo suo e in quello dei colleghi della maggioranza il fastidioso ricordo dei franchi tiratori . può darsi che lei non abbia voluto riaccendere polemiche con i liberali e con i socialdemocratici per il loro atteggiamento di quei giorni. può darsi che lei non abbia voluto riaccendere polemiche tra gruppi o correnti della Democrazia Cristiana e del partito socialista allo stesso riguardo. può darsi soprattutto che lei abbia voluto evitare ogni discorso polemico, anche retroattivo, nei confronti del partito comunista e del suo atteggiamento di allora. però, onorevole Forlani, non avendo dedicato neanche una virgola al precedente Governo, alla crisi di Governo , ella non è stato nella condizione o, piuttosto, non è stato nella volontà di chiarire, come era suo diritto, ma come era soprattutto suo dovere di chiarezza, i lineamenti politici di questo Governo, perché i lineamenti politici di un Governo, nel momento in cui si appresta a chiedere la fiducia, sono essenzialmente dimostrati, sono obiettivamente dimostrati, sono correttamente dimostrati, per l' appunto, dai motivi per i quali la crisi — fatto in Italia abitudinario, ma tuttavia di una certa rilevanza — è scoppiata. sicché, è venuta meno l' iniziale chiarezza della sua impostazione e della sua esposizione. poiché noi non abbiamo oneri di Governo né oneri di potere e amiamo la chiarezza, io apro il mio ragionamento con lei e con i pochi colleghi presenti non solo ricordando, ma anche rivendicando come un titolo di obiettivo merito e di onere il nostro contributo determinante alla caduta del precedente Governo; il nostro contributo determinante, che fu dovuto non certamente a preconcetti o a pregiudizi, ma soprattutto a tre gravi motivi, uno dei quali — il solo — non a caso ella ha, sia pure in maniera cauta e indiretta, voluto ricordare nel suo discorso. mi riferisco alla decretazione d' urgenza , all' abuso arrogante che della decretazione d' urgenza ebbe a fare il precedente Governo, alle conseguenze gravi di ogni genere che si determinarono, e quindi alla più che legittima, doverosa nostra reazione, che fu reazione non tanto di opposizione per far cadere un Governo, bensì reazione intesa a far rispettare i diritti, le prerogative, i doveri del Parlamento a proposito di argomenti della massima importanza. e debbo dirle francamente che non dico l' unico, ma uno dei pochi tratti che obiettivamente ho apprezzato nel suo discorso di presentazione è stato quello relativo all' impegno — se ho ben capito, anche ella ha evitato di dire o di scrivere « impegno » — di non seguire la strada che in materia ebbe a seguire ostinatamente, pervicacemente, arrogantemente il precedente Governo. noi siamo certissimi che il nuovo Governo non vorrà ricadere in quel banale, marchiano e disgraziato errore ed io, con serenità ma al tempo stesso con fermezza, debbo avvertirla che, se per avventura si ricadesse in quell' errore, identica e semmai accentuata sarebbe l' inevitabile reazione di tutto il partito e dei gruppi parlamentari del MSI-Destra Nazionale . fu un secondo motivo, di merito e non soltanto di forma (anche se il precedente di forma non era), ad indurre il MSI-Destra Nazionale ad essere parte determinante nella caduta del precedente Governo. mi riferisco ai contenuti non del « decretone » , ma dei tre decreti legge che il precedente Governo ebbe a presentare ai primi di luglio. siccome in queste ultime settimane si sono lette difese di ufficio da parte di tanti giornalisti, da parte di uomini politici , i più autorevoli, e non soltanto da parte dei ministri che furono allora sconfitti, mi limito a ricordare uno dei dati che ci indussero all' opposizione, sino ai margini dell' ostruzionismo, uno dei dati che ci consentì di mettere in stato di accusa il Governo. è vero che in quella occasione presentammo centinaia di emendamenti che non potemmo non dico far votare, ma neanche illustrare; è vero che fra quelle centinaia di emendamenti, senza dubbio, ve ne erano di meramente formali, ma è anche vero che ve ne erano di sostanziali. e siccome lei ha detto — altro punto del suo discorso che ho apprezzato — che il Mezzogiorno non è un settore ma è parte integrante della politica, del volto stesso di un qualsiasi governo italiano , in particolare — mi auguro che sia la verità — di questo Governo, ebbene, onorevole Forlani, quando il precedente Governo ebbe a proporre il raddoppio dell' aliquota IVA sui consumi essenziali del popolo del Mezzogiorno, pane e pasta, e noi proponemmo l' azzeramento (e si trattava di un emendamento che non sarebbe costato tanto all' erario, ma avrebbe avuto una significazione obiettiva, direi una popolarità di base abbastanza dilatata), il fatto che, nel merito, il precedente Governo ed i suoi ministri lo abbiano rigettato in modo assoluto, tassativo, arrogante ed incurante della realtà dei problemi sociali (parlo dei problemi sociali, non tanto dei problemi economici, importantissimi ma subordinati nella nostra concezione e voglio sperare anche nella vostra) ci consente oggi di dire che abbiamo fatto bene, nell' interesse del popolo lavoratore italiano, a far pagare quella arroganza, quella pervicacia, quella indifferenza nei confronti dei problemi sociali, dei problemi del Mezzogiorno, in particolare abbiamo fatto bene a far pagare a quella compagine e a chi la presiedeva lo scotto di una crisi. c' è poi il terzo motivo, che in verità nell' animo mio e, penso, nell' animo nostro, è al primo posto. voglio riferirmi al comportamento scandaloso del presidente del Consiglio il quale, dopo la strage di Bologna, pur avendo il duro compito — me ne rendo perfettamente conto — di prendere la parola al Senato per riferire non sulle indagini, che non erano iniziate, ma sui propositi, sugli atteggiamenti, sulle misure che il Governo intendeva prendere o aveva cominciato a prendere, ebbe a concludere — come certamente lei ricorda, onorevole Forlani — con una frase che non dimenticheremo mai: « comunque la bomba è "nera" » . avrò motivo, onorevole Forlani, di intervenire nel corso di questo mio discorso — non lungo, stia tranquillo — sul problema del terrorismo e di spiegarmi con estrema chiarezza e, oso dire, con estrema, schietta, sofferta, sincera obiettività. l' Italia è piena di manifesti, di manifesti nostri, i quali dicono testualmente: « contro il terrorismo, da qualunque parte venga, pena di morte » . da qualunque parte venga... sicché io non mi sono rammaricato quel giorno, in Senato, e non mi dolgo ogni qualvolta si perseguitano, si perseguono, si inquisiscono elementi di cosiddetta destra. non è questo il problema! il problema è che la tavianea abitudine di attribuire a destra, all' infuori di ogni indagine, prima di ogni qualsiasi possibile indagine... lei ricorderà, onorevole Forlani, — io non la dimentico — , un' altra data, il 28 maggio 1974, quando in quest' Aula, essendosi verificato al mattino il tragico attentato di Brescia, l' allora ministro dell'Interno , onorevole Taviani, ebbe a dire (le indagini non avevano potuto avere inizio; anzi, la piazza era stata lavata perché non potessero avere inizio, neppure a quel livello): « bomba di chiara marca fascista » ! ecco, io mi auguro che non accada più, perché qualsivoglia presidente del Consiglio e qualsivoglia ministro che si permetta, in avvenire, di esprimersi in tal guisa, empiamente, linciando una parte... e quando dico « , linciando una parte » non mi riferisco a me, a noi; mi riferisco ai ragazzi, agli anziani, che in ogni parte d' Italia portano i nostri emblemi e che non meritano, salvo prova sui singoli... MSI-Destra Nazionale : fiamma tricolore su base trapezoidale, con su scritto « MSI-Destra Nazionale » . senza possibilità di accettazione da parte nostra, anzi con il totale ripudio da parte nostra...... di qualsivoglia simbolo, di qualsivoglia simbologia, che abbia riferimenti qualsivoglia ad organizzazioni terroristiche qualsivoglia, di destra, come di sinistra o di centro. si potrebbe infatti parlare, a proposito delle stragi, di un tema sul quale converrà qualche volta soffermarsi responsabilmente: c' è, c' è la strage di Stato , c' è il terrorismo di Stato , e forse prevale sugli altri, rossi o neri. comunque, quando il signor ex presidente del Consiglio Cossiga, non nuovo a queste imprese, perché in guisa analoga si era comportato vergognosamente già in precedenti occasioni, a proposito di uno dei tanti delitti politici commessi, purtroppo, nella città di Roma, così si espresse, giovò in sostanza al terrorismo e ai terroristi. non so, infatti, cosa accadrà se, come si ventila da parecchie parti, come Il Corriere della Sera ha scritto in questi giorni, si verrà a sapere che gli inquisiti per la strage di Bologna (inquisiti, badate, dopo il discorso dell' onorevole Cossiga) saranno stati ritenuti innocenti e scarcerati. non so che cosa accadrà, quali ripercussioni di opinione potranno esservi. ma una cosa so: che, se ciò dovesse accadere, uno sarebbe il vincitore, il terrorismo, il terrorismo vero. senza alcun dubbio! cadrebbe a terra infatti non il prestigio, se mai lo hanno avuto, di quei magistrati, di quei giornalisti, di quegli uomini politici che dal giorno della strage di Bologna in poi hanno ritenuto di aver individuato una pista e una sola ed hanno rifiutato di seguirne qualsiasi altra, interna o internazionale. no! cadrà a terra il prestigio di tutte le istituzioni. cadrà a terra quella credibilità nella certezza del diritto, onorevole Forlani, alla quale non a caso ella ha dedicato i primi periodi del suo lungo intervento. ecco, quando pertanto io rivendico alla nostra parte il merito e l' onore di avere fatto cadere il precedente Governo, non voglio soltanto dire — anche se questo ha la sua importanza, onorevole Forlani: lo valuti attentamente — che il MSI-Destra Nazionale , emarginato quanto volete, messo in frigorifero, conta in realtà, perché lo fanno contare i suoi elettori e — ci sia consentita l' immodestia — gli eletti, che cercano di esprimere qui, al Senato ed in ogni altro consesso, il pensiero, il sentimento, la volontà degli elettori. voglio anche dire che rivendichiamo il titolo di merito e di onore di aver fatto cadere il precedente Governo, senza per questo trovarci in difficoltà di fronte a chi ci chiedesse per quale motivo non siamo lieti della sostituzione, per quale motivo non riteniamo di concedere al nuovo Governo la possibilità di dimostrare con i fatti le sue buone intenzioni ed abbiamo invece praticamente già annunziato che voteremo contro. ecco, onorevole Forlani, vorrei cogliere questa occasione per chiarire una volta per tutte — sembra che ve ne sia bisogno — il ruolo della opposizione. e quando parlo « della » opposizione, quando rivendico al MSI-Destra Nazionale non già il monopolio, ma l' esercizio corretto della opposizione, senza compromessi, credo di esprimermi secondo verità. in uno Stato che è diventato regime, in uno Stato in cui — lo scriveva Alberto Cavallari su Il Corriere della Sera qualche giorno fa: ho molto apprezzato questo intervento — la Costituzione si traduce e degrada nella lottizzazione, « la » opposizione può farsi soltanto da parte di un gruppo politico e di gruppi parlamentari che non abbiano posizioni di potere, che non partecipino alla lottizzazione, che non contrattino, sottobanco o meno, posizioni di potere. ciò non vuol dire che noi giudichiamo illegittime quelle posizioni, quelle tesi, quei comportamenti. non pensiamo lontanamente di ergere noi archi di correttezza costituzionale sotto i quali ripararci per rimproverare alle altre parti politiche la scorrettezza di cui sono a nostro avviso colpevoli nei confronti del corretto assetto costituzionale della Repubblica. per carità: faccia ognuno il suo gioco; ma quando si parla di opposizione, si tenga conto che « la » opposizione può essere fatta, vantata, onorata, solo da chi non sia personalmente né collettivamente ricattabile da parte dei detentori ufficiali del potere, cioè da parte degli uomini di Governo. ed allora, con tutta libertà, onorevole Forlani, penso di poter dire che, se ci onoriamo e ci vantiamo di aver contribuito a far cadere il precedente Governo, ci onoriamo e ci vantiamo di assumere nei confronti del nuovo Governo una posizione critica ed oppositoria che, per i motivi che ora illustrerò, giudichiamo perfettamente legittima e corretta e che certamente non contrasta con il suo comportamento iniziale nei confronti della nostra parte politica . onorevole Forlani, qualcuno ha detto che dovrei ringraziarla perché per la prima volta, dopo quasi 40 anni, abbiamo ascoltato il discorso di un presidente del Consiglio non partigiano (salvo un lieve, inevitabile accenno: glielo perdoniamo!), assolutamente corretto e persino cortese verso la nostra parte. io, che ieri seguivo con attenzione e con doveroso interesse il suo discorso, mentre ella, onorevole Forlani, lo pronunciava e mi ero procurato un testo, non per controllare, ma nel timore di perdere qualche preziosa battuta, ho potuto constatare che nel testo scritto si diceva « la opposizione » mentre lei ha detto « le opposizioni » e gli stenografi hanno registrato « le opposizioni » e i giornali anche nei titoli hanno parlato delle opposizioni. dovrei ringraziarla perché ella ha parlato « di rispetto e volontà di dialogo » ieri a proposito dei rapporti tra Governo e opposizioni, ma mi ha costretto invece a non ringraziarla affatto, anzi a rimproverarla, sia pure con la massima cortesia, perché si è comportato — è giornalista anche lei, posso dirlo — come un singolare giornalista che smentisce la notizia prima ancora di averla data. infatti quando venimmo — posso rivelarlo perché non è un dato riservato e segreto, non c' è il segreto istruttorio sui colloqui cordiali che hanno luogo durante le consultazioni — il presidente del partito, i presidenti dei gruppi nello studio per la consultazione di rito, nel momento in cui ella aveva avuto l' incarico e non aveva ancora potuto sciogliere la riserva, ella ci disse autonomamente che avrebbe dedicato « rispetto e considerazione anche alla nostra opposizione » . noi fummo lieti, ne prendemmo atto e ritenevamo a questo punto di essere diventati una delle opposizioni, non di sua maestà , ma coperte, garantite dalla Costituzione repubblicana e dalla correttezza del presidente del Consiglio . qualche giorno dopo, onorevole Forlani, l' hanno costretta, penso che l' abbiano costretta — si dice che lei sia un po' debole e un po' pigro e evidentemente ha dato prova di debolezza — a consultare soltanto un partito, il partito comunista , non consultando le opposizioni e quindi mancando — uso le sue stesse parole — « di rispetto e di considerazione » per la nostra opposizione. ce ne importa qualche cosa? le sto facendo una scena di gelosia, onorevole Forlani? per carità, per carità, scelga i suoi compagni di strada liberamente: noi non siamo nella condizione, né nella volontà di avanzare ricatti, di mettere ipoteche; liberissimo di consultare chi vuole. anzi, in qualche guisa, debbo dire, non polemicamente ma garbatamente, ad un partito come il nostro, nei rapporti che abbiamo con il nostro non sempre facile elettorato, può perfino essere utile il fatto che ci distinguiamo dai comunisti e dai democristiani, in quanto non è pensabile che possiamo far parte, anche occasionalmente, di certa onorata società. però lei ci ha fatto una brutta figura, onorevole Forlani, perché la mancata nostra consultazione e la consultazione tanto reclamizzata e tanto ampia con il partito comunista e con l' onorevole Berlinguer hanno contribuito a chiarire quale sia il vero volto suo personale, come presidente del Consiglio , del suo Governo e del programma che ne deriva. a questo punto, pertanto, mi permetterò di tentare di delineare — spero che quello che sto per dirle, la diverta onorevole Forlani — il vero volto suo, come presidente del Consiglio , il vero volto del suo Governo, quello che io ritengo poter essere la fisionomia e la finalità del suo Governo. lei non ce lo ha detto e ho cercato di capirlo. non credo, onorevole Forlani, che lei sia per la Democrazia Cristiana l' uomo della Provvidenza, però penso che lei sia l' uomo della previdenza democratico cristiana nel costruire un' immagine di Governo e nel costruire una situazione politica la quale consenta al partito della Democrazia Cristiana di conseguire un risultato che fino a qualche settimana fa sembrava, se non impossibile, per lo meno improbabile. ho l' impressione che la sua presenza alla Presidenza del Consiglio , con il suo volto, serva alla Democrazia Cristiana per riprendere e portare avanti, senza parere, il discorso della solidarietà nazionale. non si chiama più solidarietà, si chiama coesione; ma credo che non vi sia, pensandoci bene, una grandissima differenza. perché è portato avanti da lei e perché è portato avanti in maniera surrettizia e semiclandestina? perché riprendere in altra guisa, cioè apertamente, e con altro personaggio il discorso sulla solidarietà nazionale avrebbe significato sconfessare il preambolo e il preambolo non tollera di essere sconfessato (il solo che abbia reagito nei giorni scorsi è stato il bollente onorevole Donat-Cattin, che peraltro non sta protestando più). portare avanti apertamente e non surrettiziamente la politica di solidarietà o di coesione nazionale avrebbe significato dare una soddisfazione troppo grossa all' « area Zac » ed ai suoi protagonisti. e allora vi siete comportati in questo modo ed avete trovato, probabilmente, l' uomo giusto al posto giusto. quanto a quel che pensiamo, onorevole Forlani, a seguito di questa iniziale considerazione sulla sua funzione, su di lei, sulla sua funzione e sulla sua figura come presidente del Consiglio , devo dirle che lei ha tre predecessori illustri nella storia dell' umanità: Ulisse, Ponzio Pilato e, un po' più vicino nel tempo anche se si perde nella notte dei tempi pure lui, Giulio Andreotti. ha tre predecessori soprattutto il terzo — perché lei non interpreta, onorevole Forlani, non se ne offenda, il moderatismo, non interpreta il pragmatismo, non interpreta il buon senso marchigiano, come i suoi recenti turiferari vanno scrivendo sui giornali di regime: lei interpreta il trasformismo, onorevole Forlani, e lo interpreta anche e soprattutto in casa sua, perché penso alla profonda crisi spirituale in cui deve versare in questo momento il suo padrino onorevole senatore Fanfani, il quale è finalmente riuscito a collocare il suo figlioccio alla testa del Governo e ve lo ha collocato nel momento in cui il suo figlioccio è condannato a praticare, alla testa del Governo, la politica Di Giulio Andreotti. credo che l' onorevole Fanfani non avesse mai pensato che la democristiana previdenza lo avrebbe portato a far compiere e quindi a giustificare ed a consacrare in qualche modo la politica dell' onorevole Andreotti attraverso il figlio politico prediletto dell' onorevole Fanfani, che notoriamente è lei. onorevole Forlani, lei sa perfettamente — perché è uomo di cultura — che cosa abbia significato il trasformismo nella storia politica italiana di fine Ottocento e che cosa abbia significato e significhi il trasformismo in tutte le democrazie del mondo. è un tarlo roditore sottile, di natura psicologica e culturale prima di tutto, perché trasformismo — sempre senza offesa, onorevole Forlani — vuol dire cinismo ed il cinismo non è indifferenza ai problemi bensì indifferenza ai principi. ebbene, si rilegga il suo discorso di ieri, onorevole Forlani, a questa stregua e con questa chiave interpretativa. i problemi li ha trattati tutti; e qui si sente l' ispirazione fanfaniana: i libri dei sogni, le puntuali esposizioni di cose che non saranno mai fatte, ma che è necessario dire (non per mentire bensì per prospettare, per avere qualche cosa su cui dissertare) che saranno fatte, dire che si tratta di impegni. ma di principi, onorevole Forlani, ce ne è uno solo, forse, nel suo lungo discorso? di ispirazioni autentiche — che io non le nego, ma che lei è stato costretto a negare a se stesso data la posizione che ha assunto nel suo partito e per il suo partito, alla testa di questo Governo — si sente il respiro, in quel lungo discorso, di un principio culturale, di un principio sociale, di un principio civile? e pensi, onorevole Forlani, che lei aveva cominciato bene il suo discorso! quando ho udito le prime parole, ho avuto un sussulto; ho detto: ci siamo, finalmente si parla delle cose che contano, delle cose vere; si parla, perché lei ha cominciato così, della funzionalità delle istituzioni, e ha fatto riferimento — un centimetro più in sotto in quel testo — alla « non funzionalità delle istituzioni dello Stato » . non ha parlato di qualche istituzione di questo Stato, ma le ha comprese tutte; e ha fatto bene, perché lei indubbiamente questa sensibilità ce l' ha. lei ha seguito onestamente — glielo riconosciamo — la vicenda politica italiana in questi trent' anni . lei sa che le istituzioni, dalla Presidenza della Repubblica sino al più umile sindaco del più sperduto paesello d' Italia, le istituzioni rappresentative, le istituzioni in genere, sono in crisi. lei sa che è perfettamente inutile, anzi può essere dannoso, indicare problemi parziali, settoriali, che non possono essere risolti se non si affronta il tema vero, centrale, quello della rifondazione dello Stato italiano, e della società italiana e del costume. perché si è ridotto, onorevole Forlani, a fare un discorso di ordinaria amministrazione , quando aveva ieri, dopo tanti anni — ancora giovane, d' altra parte — colto la memorabile occasione di essere il presidente del Consiglio dei ministri d' Italia? badi, ho apprezzato quel tratto del suo discorso, quando lei dice che per questo popolo vale la pena di lottare e di sperare; quando lei afferma — e noi siamo d' accordo — che non bisogna essere pessimisti, perché il popolo italiano possiede, e non soltanto a livello economico-produttivo, ma a livello sociale, a livello civile, a livello di costume, a livello di magistero di costume, quelle stesse qualità che nei secoli hanno sempre fatto del popolo italiano un popolo maestro e guida e pioniere di civiltà. ma quando lei ha la possibilità di dire queste cose, di credere a queste cose, come presidente del Consiglio , e poi le straccia, le butta nel cestino, per venirci a raccontare i provvedimenti a, b, c, d eccetera, i piani triennali, decennali, che né questo né altri governi, se non si affronta il problema di centro, potranno risolvere, francamente c' è da disperare, non negli italiani, ma anche in questo Governo. sicché non apparirà più, dopo questi chiarimenti iniziali, stravagante il fatto che noi ci accingiamo a votare contro questo Governo, avendo determinato la caduta del Governo precedente. e, onorevole Forlani, governare significa scegliere: lei non può pensare di aprire la sua parentesi governativa (perché sempre parentesi sarà) dichiarando la non scelta su ogni ordine di problemi veramente importanti. allora io le chiedo — e non lo chiedo ingenuamente, come ha fatto il precedente oratore — , sapendo che magari non mi risponderà: onorevole Forlani, da che parte sta? lei sta con i quarantamila di Torino, oppure sta con la triplice sindacale? lei sta con i quarantamila di Torino, oppure sta con la famiglia Agnelli? lei, quanto al terrorismo, sta con quei gruppi e con quei settori di questo Parlamento (mi riferisco anche al partito comunista ), che hanno presentato o hanno annunziato in questi giorni proposte di legge per la non punibilità dei terroristi o brigatisti pentiti? oppure sta con le famiglie delle vittime? oppure sta con gli agenti dell' ordine? oppure sta — questa volta la posso pronunciare anch' io la parola — con la patria italiana, che non è lecito nominare se non si sentono queste cose, e non si dimostra, come presidente del Consiglio , di volerle sentire? badi, io non le ho detto e non mi permetterò di dirle: lei sta con noi, lei condivide le nostre proposte, che lei conosce e tutti conoscono? per carità! io vorrei soltanto sapere da che parte lei sta, contemplando io e noi questa situazione e invitando il popolo italiano , nella sua generalità, a completarla, per dar luogo a dei giudizi obiettivi. da che parte sta? sta con i radicalsocialisti i quali vogliono che passi il referendum contro l' ergastolo oppure sta con coloro che chiedono pene più severe (non voglio parlare della pena di morte )? la pena di morte è più severa dell' ergastolo, senza alcun dubbio. io riconosco questo diritto a tutti, perché sono opinioni rispettabilissime, ma il negare la possibilità che si giunga alla pena di morte e al tempo stesso il chiedere che si sopprima l' ergastolo, in un paese in cui i presidenti della Repubblica hanno le grazie facili e le carceri hanno le fughe facili, significa mettere in circolazione i terroristi attraverso pseudoleggi. sicché io mi sono indignato quando, ascoltando il discorso di ieri e le caute, misere paroline dedicate alla lotta contro il terrorismo, ho trovato la parola « depenalizzazione » , ma non ho trovato una espressione intesa ad aggravare il sistema della prevenzione e della repressione nei confronti dei terroristi e di tutti i loro complici. questa mattina ha parlato mirabilmente di politica estera l' onorevole Tremaglia — lo ringrazio — e le ha rivolto una domanda: lei sta con la distensione formato sovietico o con la sicurezza formato europeo e occidentale? sono scelte che lei deve fare, signor presidente del Consiglio . non si illuda di poter continuare a non scegliere, come, non scegliendo, ha impostato il suo discorso di presentazione. a proposito della droga, lei sta davvero con il metadone, con il ministro Aniasi, con un ministro che dovrebbe combattere la droga ed è stato drogato, con i metodi che possiamo immaginare, dal segretario del suo partito, abbandonando la corrente per poter mantenere la poltrona? da che parte sta? quella presenza è squalificante, signor presidente del Consiglio , ai fini della lotta contro la droga, ed è perfettamente inutile che da qualche parte o da tutte le parti si invochi una politica per i giovani — per i giovani! — da parte di questo Governo; da parte di questo Governo, una politica per i giovani!? si può somministrare al tempo stesso droga e cultura, droga ed educazione, droga e speranza, droga e coraggio? io credo di no. anche a queste domande ella dovrà rispondere, anche queste scelte ella dovrà fare. quanto al programma, l' ho ascoltato attentamente, me lo sono riletto. c' è tutto. però, esaminandolo attentamente, ho trovato nel programma, signor presidente del Consiglio , alcuni segnali significativi indirizzati al partito comunista (non dico soltanto al partito comunista , ma soprattutto al partito comunista ). gliene cito alcuni di notevole rilievo, anche perché la nostra opposizione sarà assolutamente corretta, signor presidente del Consiglio . al confronto ci stiamo, al dialogo ci stiamo, al colloquio ci stiamo, anche se polemico, direi anche e soprattutto se polemico, perché è sempre educativo un colloquio al tempo stesso disinteressato e polemico. ma ci sono alcuni punti, signor presidente del Consiglio — glielo avvertiamo molto lealmente — che non dico ci indurranno o ci costringeranno a pratiche ostruzionistiche, ma certamente ci indurranno ad atteggiamenti molto severi in questo e nell' altro ramo del Parlamento. mi riferisco — ho fatto un piccolissimo elenco — alla legge, di cui si parla, a proposito del collocamento e degli uffici di collocamento, cioè al regalo, che si va meditando, del collocamento, non al sindacato, non alle forze sociali , come lei pudicamente dice, ma alla « triplice » sindacale. mi riferisco al piano triennale che viene preannunciato. adesso dovrebbe portarlo avanti l' onorevole ministro Andreatta. nella precedente occasione l' onorevole ministro Andreatta — io lo feci notare nel mio lungo discorso in quest' Aula — non fu ammesso alla firma di quel documento di piano a medio termine ; ma, se dovesse esser quello, io mi permetto di ricordarle, di pregarla, di invitarla, signor presidente del Consiglio , a dare un' occhiata alle priorità, perché sono scandalose, perché sono reazionarie, perché mettono alla testa problemi di potere e di lottizzazione, e mettono in coda problemi essenziali, quali quello proprio del Mezzogiorno. lei non può al tempo stesso portare avanti quel piano triennale antimezzogiorno e dire che il Mezzogiorno è il problema centrale della politica del suo Governo. quanto al Mezzogiorno, non ci è piaciuta una fra le ipotesi da lei sostenuta nel suo programma. alla scadenza di fine d' anno verrà meno, come tutti sappiamo, la Cassa per il Mezzogiorno e tutti sappiamo che una certa parte politica , il partito comunista , vuole affidare alle regioni i compiti finora, bene o male, assolti da questo istituto. le ha parlato a proposito della Cassa per il Mezzogiorno di affidare alle regioni del Mezzogiorno questi compiti. lo ha detto piuttosto genericamente, lo riconosco; voglio sperare che si tratti di potenziare l' interessamento e l' intervento delle regioni, dando però sempre il carattere di intervento straordinario e centralizzato al necessario intervento di ristrutturazione del Mezzogiorno d' Italia. patti agrari . abbiamo saputo che le presidenze delle Camere vorrebbero sbrigare in pochi giorni questo problema. non si illudano le presidenze delle Camere e non si faccia illusioni il Governo in proposito, perché questo è il problema sul quale occorre meditare, e non certamente a vantaggio della grande proprietà, che credo non esista nemmeno più, o per lo meno esiste in misura molto minore di quella in cui poteva esistere tanti anni fa. no, a vantaggio di chi coltiva la terra occorre dar luogo ad un esame molto attento di queste misure. non siamo affatto convinti che sia valida un' altra norma da lei appena accennata: la facoltà impositiva fiscale da parte dei comuni. andiamoci piano, se non vogliamo frammentare, fratturare, dividere: altro che coesione, qui siamo alla diaspora! non siamo d' accordo neppure sulla importanza che sembra che questo Governo voglia dare ad una legge per il controllo sulle televisioni libere. qui si tratta, invece, di smobilitare, nei limiti del possibile, il monopolio della televisione e della radio di Stato, non si tratta di compiere il cammino contrario; e ci troverete decisamente ostili se tenterete di portare avanti misure di questo genere. non dico che mi preoccupa, dico che mi muove a sdegno, signor presidente del Consiglio , l' annuncio che ella ha dato, non nella forma in cui lo interpreto io, e quindi spero di interpretare male, di un « pacchetto » per le popolazioni slovene del nostro confine orientale. la parole « pacchetto » lei non l' ha detta, però ha parlato — imprudentemente, mi consenta, di misure « di tutela di quelle popolazioni » , quasi che quelle popolazioni non fossero abbondantemente tutelate, quasi che non fossero da tutelare i cittadini di lingua italiana che vivono ed operano in quella parte d' Italia. non è il caso qui di riprendere il vecchio discorso sulla zona B , sulla zona franca a cavallo del confine; lei sa che quello che sto dicendo posso dirlo, non per ragioni di partito, ma nel nome del sindaco di Trieste e della maggioranza che governa quel comune, maggioranza di cui fino a quando sono stato consigliere di Trieste ho fatto parte, con voto gradito, accettato e richiesto. attenzione, non create al confine orientale una situazione che possa anche lontanamente assomigliare a quella che si è determinata, a causa e per colpa del « pacchetto » , al confine di Bolzano! proprio questa mattina la stampa italiana dà notizia, purtroppo, di una nuova serie di attentati sviluppatisi in Alto Adige . sono sicuro che si tratti di fenomeni limitati nel tempo e nello spazio, ma, attenzione, non muovetevi con la stessa sconsideratezza sul terreno minato della frontiera orientale. e mi ha preoccupato francamente quello che lei ha trovato modo di dire dedicando qualche riga ai rapporti con la Jugoslavia. siamo tutti d' accordo. noi siamo stati d' accordo, tra l' altro anche in sede europea, nell' approvare il trattato che la Cee ha concluso con la Jugoslavia, allo scopo di impedire che quel paese vada a precipitarsi tra le braccia dell' economia e quindi del totalitarismo sovietico. ma attenzione a non eccedere, a non invertire i ruoli e le parti, perché altrimenti... la conosciamo tutti, la barzelletta di quello che tiene il prigioniero, ma non può portarlo via, perché è da lui a sua volta trattenuto. onorevole Forlani, la situazione al confine orientale non è facile, come credo lei sappia perfettamente. detto tutto ciò, ho il compito di dire qualche cosa sulle prospettive della nostra opposizione, cioè sulle tesi che la nostra opposizione ha sempre sostenuto e sostiene e che vuole chiarire in questa occasione. e desidero parlare in primo luogo, molto brevemente, del terrorismo, per illustrare un po' meglio quanto ho avuto occasione di dire all' inizio del mio ragionamento con lei, onorevole Forlani. dopo la tragedia di Bologna, si è scatenata, come lei sa, a livello interno e anche a livello internazionale, una pesantissima campagna antidestra. è vero che nessuno, che io sappia, ha osato, fino a questo momento, riferirsi, dicendo « destra » o « terrorismo di destra » , al partito che ho l' onore di dirigere o a responsabilità personali di chicchessia fra noi. ma è anche vero che quando in Italia si dice « destra » , la gente pensa al MSI-Destra Nazionale . e anzi siamo lusingati per il fatto che non vi siano a destra altri schieramenti: il campo è assolutamente libero e, anche fisicamente, in Parlamento, questi 35 anni sono stati caratterizzati da una continua fuga verso sinistra di tutte le altre parti politiche, nessuna esclusa. e allora, poiché la campagna è stata pesante, poiché ci sono state e sono tuttora in corso retate in ambienti che vengono definiti di destra, abbiamo avuto modo di fare un severo, pesante, sofferto esame di coscienza. e abbiamo chiarito, onorevole Forlani, per sempre, le nostre posizioni a questo riguardo. noi siamo non solo per la dissociazione, ma per la più radicale condanna del terrorismo, da qualunque parte venga. ho avuto modo di rilasciare alla stampa, alla radio, a televisioni libere e qualche volta anche alla televisione di Stato delle interviste a questo riguardo e sono arrivato a dire, paradossalmente: se un terrorista (naturalmente reo confesso o accertato) è di sinistra, pena di morte ; se è di centro, pena di morte ; se è di destra, due volte la pena di morte . questo perché non accettiamo, non tolleriamo che la nostra battaglia pulita di tanti anni, che politicamente o da qualunque altro punto di vista può essere considerata come volete, che è battaglia di generazioni, sia così infangata. io sono arrivato avanti negli anni, ma via via, appresso a noi anziani, sono venute su generazioni di giovani; e non sono venute su nel segno del passato, ma nella speranza dell' avvenire, con quei riferimenti culturali al passato che fanno parte del patrimonio di qualsiasi movimento politico che non voglia ridurre se stesso alla piccola realtà quotidiana, alla navigazione di cabotaggio. abbiamo cercato di essere, onorevole Forlani, in questi quasi quarant' anni , educatori di noi stessi, con tutte le dovute autocritiche, che non abbiamo bisogno di vederci sollecitare da altri; ed educatori dei giovani e dei più giovani. abbiamo così la grande soddisfazione, la grande gioia di avere il più alto, anzi l' unico patrimonio che noi partito « di potere » possiamo vantare. questo patrimonio ce lo siamo costruito, con l' affetto di una parte notevole, con la comprensione di una parte notevole, con l' educazione al bene, alla patria (posso ripeterlo?) di una parte notevole della gioventù italiana. questo ci è stato riconosciuto: tutti parlano del nostro partito (anche quando ne parlano male o malissimo) come uno dei pochi partiti — lo si è visto anche nei diagrammi delle varie Doxa di questi ultimi tempi — che attrae le speranze, suscita i miti che piacciono alla gioventù. noi non accettiamo che questo patrimonio sia intaccato e sporcato da singoli, né da immagini, né da discorsi, né da riferimenti, né da tolleranze, né da complicità a livello interno od internazionale e non siamo arrivati a queste dure nostre decisioni (unanimi ed unitarie) perché qualcuno ci abbia costretti ad arrivarci. siamo abituati piuttosto a non aver paura, onorevole Forlani: da tanti anni chi parla è sottoposto ad una ridicola persecuzione giudiziaria e parlamentare. ogni qualvolta sono giunte qui — e torneranno anche nei prossimi giorni — richieste di autorizzazione a procedere in giudizio contro di me per motivi politici, il primo a votare a favore sono stato io: se non mi avete ancora processato, giuro che non è colpa mia. finora, non avete voluto farlo: non ve ne ringrazio; ne prendo atto ma, certo, non ho fatto nulla per non essere giudicato. nessuno tra noi ha mai fatto nulla per non essere giudicato e c' è qui chi ha scontato galere e persecuzioni; siamo fieri perché tutto questo è avvenuto per motivi politici e non certamente perché qualcuno di noi sia stato associato ad imprese criminose. se dovessimo scoprire che qualcuno di noi è stato associato o si associa ad imprese criminose, non ci sarebbe bisogno di autorizzazioni a procedere , perché le pedate arriverebbero immediatamente e sacrosantemente da parte nostra! se è così, ed è così, onorevole Forlani, reclamiamo una cosa non per noi, non per la nostra parte, che pure ha versato tanto sangue: quanti dei nostri ragazzi sono stati assassinati? recentemente, è stato « suicidato » in carcere un ragazzo che, allo stato degli atti, non doveva rispondere di niente o quasi niente e certo non doveva rispondere di imprese terroristiche. abbiamo inviato un' interrogazione al signor ministro dell'Interno e sono sicuro che nelle prossime settimane, appena esperito il dibattito sulla fiducia, una risposta arriverà. non per noi, ma per il popolo italiano , dicevo, reclamiamo giustizia, signor presidente del Consiglio ; reclamiamo una magistratura spoliticizzata; reclamiamo la spoliticizzazione degli organi di vigilanza, di informazione, di cosiddetta sicurezza; reclamiamo leggi durissime eguali per tutti, senza riserve né compartimenti stagni . nel dire questo, la prego di considerare la estrema gravità della situazione. non ci si illuda (lo vorrei e tutti lo vorremmo) che il terrorismo sia stato debellato negli ultimi tempi con le retate e le scoperte di cellule. i giornali di stamane riferiscono che la danza macabra a Roma ha riavuto inizio: carabinieri sono stati feriti da gruppi di autonomi, nelle ultime ore. non dico che è colpa di qualcuno, dico che l' Italia versa in una situazione intollerabile ed insostenibile. è vero quanto disse il signor presidente della Repubblica , quando affermò che siamo in guerra; è vero e gliene do una prova, signor presidente del Consiglio . esistono grosse, pesanti e sanguigne manovre internazionali: non so se abbia letto l' intervista rilasciata al settimanale Epoca da quello sciagurato, pazzo e cialtrone che si chiama Gheddafi. il Governo non può fare a meno di leggerla, e siccome Gheddafi ha a Roma un incaricato d' affari, credo, il quale avrebbe immediatamente smentito quell' intervista se fosse stata smentibile, ho il diritto in questo momento di ritenere veritiere le dichiarazioni in essa contenute. il giornalista chiede: « è probabile, ipotetico lo scoppio della terza guerra mondiale ? » . Gheddafi risponde: « no. la terza guerra mondiale scoppierà certamente » . « in che termini di tempo prevede lo scoppio di questa guerra? » . risposta: « quando i popoli arabi saranno pronti militarmente » . « teoricamente, colonnello Gheddafi, essi sono allora già pronti, perché la superiorità numerica e di armamenti degli arabi su Israele è ormai evidente? lo scoppio della guerra è dunque vicino, colonnello? » . risposta: « certo che sì, oppure lei crede che gli arabi non abbiano il diritto di liberare la Palestina? » . per avventura questa risposta di Gheddafi — liberare la Palestina — si collega a quell' Olp famoso. ha mai sentito parlare di un certo Daniele Pifano, onorevole Forlani? penso di sì. ho l' impressione che sia in carcere e spero che rimanga lì per molti anni. sentii parlare di questo signore quando lo accusai pubblicamente ed ebbi una querela che naturalmente non è stata mai discussa — di aver fatto uccidere un nostro ragazzo di 17 anni sulla porta di una nostra sezione di Roma; poi ne ho risentito parlare quando passeggiava per l' Italia con un lanciamissili. in quell' occasione (lei non era allora presidente del Consiglio e quindi non ha alcuna responsabilità) l' Olp mise in difficoltà i servizi di sicurezza italiani in quanto li costrinse a dichiarare ufficialmente che erano al corrente del trasporto del lanciamissile affidato a due delinquenti comuni, a due di quegli autonomi che hanno sparso tanto sangue. onorevole Forlani, il colonnello Gheddafi, forse ce ne siamo dimenticati, è un azionista della FIAT. è stato intervistato anche su questo argomento. la domanda del giornalista è stata: « colonnello Gheddafi, immagino che sarà al corrente degli ultimi avvenimenti politici italiani, il Governo Cossiga si è dimesso ed ha influito molto su questa vicenda l' atteggiamento assunto dalla direzione della FIAT, che ha chiesto il licenziamento di 15 mila operai. in virtù del fatto che la Libia possiede il 10, e c' è chi dice addirittura il 13 per cento del pacchetto azionario dell' azienda torinese, e che in sostanza ne è l' azionista di maggioranza relativa , come giudica la situazione determinatasi a Torino? » . risposta: « certo, quanto sta succedendo alla FIAT è in netto contrasto con i principi espressi dal mio libro verde. noi siamo comunque al fianco degli operai minacciati di licenziamento o di cassa integrazione guadagni e non sosteniamo neppure alla lontana l' operato dei dirigenti della casa torinese, anche se di essa risultiamo essere azionisti » . domanda: « e se gli operai della FIAT decidessero di occupare l' azienda quale sarebbe la sua reazione, colonnello Gheddafi? » . risposta: « noi li invitiamo ad occupare la fabbrica » . domanda del giornalista attonito: « vuole ripetere, per cortesia? » . risposta: « le confermo quanto appena detto e faccio pervenire alle maestranze della FIAT questo mio messaggio: che essi occupino l' azienda fino alla soluzione, per loro positiva, di tutti i problemi occupazionali. il popolo libico , con il suo appoggio morale e con il peso delle sue partecipazioni azionarie , è tutto dalla loro parte » . risulta da questa intervista che Gheddafi, nello stesso momento in cui l' onorevole Berlinguer solidarizzava con gli eventuali occupanti, solidarizzava con coloro che occupavano l' azienda torinese. non c' è un filo logico? non sono d' accordo? non c' è un legame? non ci sono legami internazionali? c' è bisogno di altre prove? cercatele! non chiediamo mica una condanna senza prove, ma che il suo Governo e la sua stessa persona, signor presidente del Consiglio , nel momento in cui si chiede la fiducia delle Camere, ignori i fatti e addirittura faccia l' apologia dell' Olp nel discorso di presentazione e non si renda conto di che lacrime e di che sangue gronda questa sporca compagnia, mi pare troppo. intendete tollerare questi interventi, sia pure verbali, in fatti interni del nostro paese? non è questa ingerenza, intromissione? il Governo ha ritenuto forse di dedicare una nota a tutto ciò? avete presentato la classica nota verbale all' incaricato di affari libico a proposito di questa scandalosa intromissione negli affari interni, negli affari sociali e nella vita del nostro paese? non lo credo, e sarò molto lieto se vorrà dare — penso sia doveroso — qualche spiegazione nella sua imminente replica. quanto ai problemi sociali, le chiedo — non si offenda — in che mondo viviamo. voi vi riempite la bocca, tutti quanti, democristiani e soprattutto socialisti (ricordiamo De Martino ), con le riforme; sono anni che non parlate che di riforme e definite reazionari e conservatori, nel senso deteriore del termine, tutti coloro che non sono con voi nella mirabile ondata progressista. ebbene, io vi chiedo in che mondo viviate, perché ho davanti a me l' autocritica della « triplice » e del partito comunista . la « triplice » , in un recente comunicato, ha ammesso che si sono verificati quattro punti di dissenso tra i tre sindacati confederali : in primo luogo, un dissenso sul fondo di solidarietà, in pratica sulla « mangiata » , tanto per essere molto banali, molto « terra terra » e molto sindacalisti di regime. in secondo luogo, sull' orario di lavoro : la Cisl era favorevole alla riduzione dell' orario, mentre le altre due confederazioni erano esitanti, evidentemente perché ritengono che la competitività vada a farsi benedire, se si lavora ancora meno di quanto finora si sia potuto o voluto lavorare. vi è anche dissenso sulla politica salariale . quando vi è dissenso su questo argomento, dato che le tre confederazioni non si occupano che di politica salariale , vi è dissenso su tutto. infine non vi è accordo nemmeno sulla « democrazia in fabbrica » . questa democrazia si riferisce ai 61 licenziati da Agnelli, alle connivenze non dico con i terroristi, ma con gli amici dei terroristi, violenti e prepotenti. a questo, dunque, si riduce l' autocritica della triplice. poi c' è l' autocritica del senatore Chiaromonte a nome del partito comunista : si tratta dell' autocritica più interessante e più intelligente. ebbene, Chiaromonte trova tre motivi di autocritica; il primo è l' incapacità di rendere consapevoli gli operai della realtà del problema FIAT. quindi, il partito comunista confessa di non aver capito e di non essere riuscito a far capire agli operai in che cosa consistesse il problema FIAT. in secondo luogo, egli confessa un errore sul tipo di forma di lotta (e questa è una bella sconfessione per l' onorevole Berlinguer, perché l' occupazione era una forma di lotta) e poi che la manifestazione dei 40 mila per il partito comunista era imprevista. senza alcuna prevenzione dirò che per noi non era affatto imprevista. e questo non perché non ne fossimo in qualche guisa alla testa o perché avessimo mai preso contatto con quei personaggi o perché si voglia politicizzare o partiticizzare dal nostro punto di vista quella importantissima, direi storica vicenda, ma perché quella stessa vicenda dimostra (e non da oggi) che il movimento dei lavoratori e dei produttori è in moto da decenni. potrei citare le date, potrei riferire episodi e potrei richiamarmi alle tradizioni del sindacalismo nazionale; potrei parlare a lungo e sarebbe veramente il caso che se ne parlasse in qualche occasione con serietà, con competenza e soprattutto con passione, effettivamente credendo nel movimento sindacale italiano, che non si esaurisce neppure oggi nella « triplice » , avendo larghe zone di autonomia e di consenso e non limitandosi all' esercizio del potere sindacale. esso non si limita alla proclamazione degli scioperi o alle richieste di aumenti salariali. rendetevi conto che, attraverso una siffatta ignoranza dei problemi, voi vi collocate (questo è addirittura comico) nella retroguardia della socialità del nostro paese. non so se abbiate avuto modo li leggere e di meditare le parole di quel fino a qualche giorno fa anonimo Arisio, il quale ha testualmente dichiarato, nel corso della manifestazione dei quarantamila: « noi siamo il partito della voglia di lavorare, di produrre, di competere con la concorrenza; noi siamo il partito del rispetto e non della sopraffazione! » . quanto sarebbe stato bello che un presidente del Consiglio avesse detto: « io sono il presidente del Consiglio della voglia di lavorare, di produrre, di competere, fuori da ogni sopraffazione e nel quadro del lavoro inteso come fecondità » . ebbi occasione mesi fa, prima che scoppiasse l' ira di Dio alla FIAT, di tenere, onorevole Forlani, un non tanto modesto comizio a Torino, in piazza San Carlo ; c' era tanta gente e per avventura proprio quel giorno Gianni Agnelli aveva messo in cassa integrazione guadagni per un giorno alla settimana 75 mila operai della FIAT Mirafiori. io dissi in quella occasione, non demagogicamente, ma in mezzo a tanti applausi, che se Gianni Agnelli avesse letto l' articolo 46 della Costituzione — e se lo aveste letto voi, padri costituenti , vestali della Costituzione repubblicana e antifascista! — e se, invece di costruirsi la propria azienda personale elargendo dividendi anche in questi anni cospicui, avesse realizzato il comandamento della partecipazione e avesse trasformato socialmente, giuridicamente, modernamente, la sua azienda attuando il principio della cogestione, dando luogo alla partecipazione agli utili dei lavoratori ed anche al controllo sulla direzione dell' azienda da parte dei lavoratori, indubbiamente non si sarebbero verificati alla FIAT né i fenomeni di assenteismo, né i fenomeni di « scioperite » acuta e tanto meno i fenomeni di così pesante disaffezione alla fabbrica da indurre numerosi, purtroppo, operai a convivere e a favorire addirittura i violenti (e non voglio dire i terroristi). quando ho letto le cronache delle recenti agitazioni, mi hanno colpito due cose: il discorso di Arisio e l' invettiva, certamente sincera, di un giovane operaio il quale, guardando verso la fabbrica, col pugno chiuso gridava: « maledetta fabbrica! » . onorevole Forlani, quando un regime ed un sistema arrivano al punto di degradazione che conduce un operaio a maledire la fabbrica, che conduce la donna a maledire il frutto dell' amore portato nel proprio seno, che induce il figlio a maledire il padre e il padre a maledire il figlio, allora siamo veramente fuori dei cancelli, non della FIAT, ma fuori dei cancelli della civiltà. mi auguro, signor presidente del Consiglio , che lei si accorga della realtà dei problemi della nostra patria e per amore della nostra patria che lei possa mostrarsi in grado di affrontarli. lei ha detto che dovremo giudicare dai fatti; ebbene, ora le voteremo contro, ed abbiamo tutte le ragioni per farlo, ma speriamo — me lo auguro come buon italiano e per la patria italiana — che i fatti ci dicano che lei qualche spiraglio, pur nella costrizione politica e partitica in cui si trova, di autentica sensibilità nazionale, sociale e civile sia in grado di concedere al suo Governo e tramite il suo Governo al popolo lavoratore italiano.