Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 20 - seduta del 10-08-1979
Sul processo verbale
1979 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1023
  • Comunicazioni del governo

signora presidente, signor presidente del Consiglio , mentre un' altra opposizione va a colazione, come è lecito, quella radicale... ti ringrazio, Tortorella: io ho detto che è lecito; ma se tu vai a digiunare, è lecito anche quello! vuoi continuare ancora con questo concetto qualunquista sul digiuno! vattene di là, invece che a mangiare. dunque, mentre — come è perfettamente legittimo — altri che preannunziano per il futuro l' opposizione al Governo intanto vanno a colazione, noi, signor presidente del Consiglio , iniziamo subito la nostra opposizione, non preannunziandola per domani — come lei dice nella sua relazione — , ma per l' oggi e per il domani, e non solamente per il domani. per l' oggi non abbiamo un presidente della Camera con voi; per l' oggi non abbiamo presidenti di Commissioni con voi; per l' oggi non abbiamo accordi nelle Commissioni con voi; per l' oggi abbiamo solo opposizione: l' opposizione, signor presidente del Consiglio , viene dai nostri banchi e per le procedure che sono state adottate e perché lei è presidente del Consiglio e perché lei è democratico cristiano ; per il programma che ci viene proposto; per la testimonianza che ci viene in questi giorni di prefigurazione dei cambiamenti che ciascuno di noi sembra auspicare, mentre ben pochi sembrano riuscire a prefigurarli. signora presidente, una prima constatazione è che il 16 marzo, l' ultima volta cioè che in questa Camera si è avuto un dibattito per la fiducia ad un Governo, si iniziò in modo drammatico e tragico, chiedendosi allora di far durare non più di un giorno il dibattito sulla fiducia al Governo. fummo soli a dire che la risposta alle Brigate Rosse doveva essere la normalità e non la straordinarietà dei lavori del nostro Parlamento; fummo i soli a dire che la risposta giusta agli assassini della scorta di via Fani ed a coloro che sarebbero divenuti con altre corresponsabilità gli assassini di Aldo Moro doveva essere semmai un Parlamento che discutesse più a lungo dell' adeguatezza di quel Governo a salvare la vita di Moro, oltre che quella della democrazia! comune filosofia è la vostra, comune civiltà (non più cultura) è la vostra: una cultura che diventa quasi inconsapevole di se stessa , diventa istinto, riflesso, quindi involontariamente terroristica: essa sembrò prendere la nostra posizione quasi come blasfema; si ebbe allora la fiducia ad un Governo in quelle condizioni, in un giorno, compagno Di Giulio ! ma oggi non abbiamo attorno a noi che l' afa, l' assuefazione; eppure il Parlamento repubblicano, dopo che da otto mesi gli è stata espropriata la possibilità piena di discutere un po' di politica, dopo che è stato rimandato a casa e riconvocato, ha un giorno e mezzo di dibattito vero d' Aula. e la stampa, bontà sua , ha contribuito anch' essa a far comprendere bene la realtà della nostra situazione e ad informare il nostro paese parlando del semiostruzionismo radicale! dunque, poiché il gruppo radicale ha ritenuto di dover onorare lei, signor presidente del Consiglio , le sue funzioni e quelle del Parlamento, preannunciando al massimo sette ore di interventi sul primo Governo che dopo otto mesi la maggioranza ci offre per la normalizzazione costituzionale, saremmo i semiostruzionisti! non saremmo, come per avventura riteniamo di essere, coloro che cercano di attivare, come lei pretende, signor presidente del Consiglio , le funzioni costituzionali: saremmo invece coloro che ancora una volta, mancando di misura, individualisticamente sommando le esigenze esibizionistiche di ciascuno, vogliono tenere per altre sette ore colleghi, ministri, stampa e commessi impegnati, rischiando di far perdere loro i treni delle ore 20 o gli aerei delle 21 di domani sera! signor presidente del Consiglio , ma soprattutto colleghe e colleghi di tutti i gruppi, questo sarebbe il Parlamento che dobbiamo contrapporre nella sua dignità e pienezza a coloro che , come le Brigate Rosse ed altri, ritengono che questa sia finzione, liturgia, copertura di una dialettica di classe diversa? questa è la risposta di coloro che dicono, da altre sedi, che il Parlamento non è più del Parlamento; che lo Stato non è più dello Stato; che il diritto non è più della giustizia: questa è la risposta di prassi che noi diamo? cosa incombe su di noi? l' ora di colazione ed il treno delle 22 di domani! è lecito avvertire tutto ciò in questo modo, come preponderante, perché, nella stragrande maggioranza, parlamentari sono ancora convocati in quest' Aula come « parlamentari-squillo » ad esprimere un voto, e bene fanno a volersene tornare alle loro case, alle loro famiglie, perché non si chiede loro di essere rappresentanti della nazione! anche il signor collega che ha così interrotto è vittima del tentativo di essere trattato come un « deputato squillo » ! ritengo che dire questo significhi difendere la sua, la mia e la nostra dignità signora presidente, non il termine, ma volere ridursi a « deputato-squillo » è una vergogna ed un insulto alla quale ci ribelliamo, non in quanto deputati radicali, ma... ignora presidente, allora dico che si tenta di ridurre a « gruppi parlamentari-squillo » i gruppi parlamentari , quando per affermare la normalità costituzionale si ritiene che il Parlamento debba circoscrivere ad un giorno e mezzo l' opera, il lavoro che è dialogico in democrazia, per il dibattito sulle dichiarazioni del Governo . il regolamento prevede, signora presidente, colleghe e colleghi, che il dibattito termini con la replica del presidente del Consiglio al Parlamento. perché questo? perché un dibattito è lì dove si presume di poter convincere e correggere i rispettivi errori. quindi, da conclusione con un ulteriore intervento del Governo implica che venga davvero vissuta dal Parlamento, come situazione di dibattito reale del programma, la sua opera e non quella di registrazione, di tribuna, rispetto al paese, delle dichiarazioni ufficiali di questo o quel gruppo parlamentare . quindi, torno a ripetere che bisogna difenderci da una politica che ci riduce, riduce il Parlamento, o tenta di ridurci a delle funzioni che non sono né costituzionali, né civilmente apprezzabili. signora, quando ci sono o quando si è portatori di quelle altrui. signora presidente, io apprezzo sempre di più la differenza del suo presiedere da quello di altri. signora presidente, lei ci arricchisce costantemente con dei suoi interventi politici di merito dei quali posso sentire il piacere nel momento in cui li ho già ricevuti, ma dei quali a priori sono un po' sorpreso ogni volta che me li vedo fornire. no, signora presidente, ma se lei non vuole essere un « presidente del regolamento » , secondo il regolamento stesso ha altre scelte, perché il medico non impone a nessuno di presiedere. presidente Bianco, con la presidenza della Dc dimostrerò tra poco che polemizzo, ma la collaborazione regolamentare tra la Presidenza dell' Assemblea e i gruppi è invece imperniata sull' articolo 41 del regolamento, nel senso che il richiamo al regolamento è sempre collaborazione, sia pure critica e polemica, rispetto all' opera della Presidenza. in democrazia il dissenso, dovete capirlo, così come le forme di polemica, sono il aspetto che ci si deve. infatti, l' andare altrove, il non dibattere è mancanza di rispetto. signora presidente, parlavo chiaramente di illegittimità politica, perché altrimenti avrei sollevato dei richiami al regolamento ; il suo intervento, in sede di legittimità politica o meno, a mio avviso, configura un modo di intervenire della Presidenza, quanto meno, rabelaisianamente abbondante. prendo atto, comunque, che finalmente quando parla un radicale questa Assemblea attraverso le interruzioni consente a moltissimi parlamentari, i cui gruppi non li fanno intervenire, di intervenire in altro modo. di questo sono perfettamente lieto, anche se lo dicono solo pensando ai « parlamentari-qualunque » che noi siamo. se adesso mi è consentito, vorrei pregare i colleghi presenti e numerosi della Democrazia Cristiana di interrompermi tra un momento. dicevo che non è un problema marginale il sottolineare questa anomalia: dopo otto mesi ci ritroviamo qui a discutere il programma di questo Governo; e ci troviamo in una situazione nella quale è impossibile collaborare — che è il presupposto indispensabile della democrazia e dell' alternanza — con il Governo perché non faccia errori gravi analizzando la sua politica energetica , la sua politica dell' ordine pubblico , la sua politica estera , la sua politica dell' istruzione, la sua politica costituzionale ed istituzionale. quando dovrebbero aver luogo questi dibattiti, se non in questa sede ed in questi momenti? forse l' essenza della divergenza fra compagni socialisti e comunisti da una parte e l' opposizione radicale dall' altra risiede proprio in ciò; ed è nostra convinzione che la Democrazia Cristiana non può governare e partecipare ai governi del nostro paese percorrendo gli alvei costituzionali. e i fatti l' hanno dimostrato: siete stati il partito di potere per trent' anni , non avete potuto attuare la Costituzione in parti fondamentali perché la difesa interclassista, la vostra concezione dello Stato e della società non potevano essere portate avanti attraverso i sentieri della legge. sicché ci troviamo dinnanzi ad una realtà che non è patologica se non per chi, come noi, a volte viene accusato di garantismo sfrenato. tale realtà diventa tuttavia fisiologica rispetto alla filosofia comune di tutti i gruppi, i quali trovano normale che il Parlamento sia fuori, che l' essenza dei dibattiti, delle contrapposizioni e delle posizioni avvenga fuori di quest' Aula e che quest' Aula registri momenti di tensione formale, stanca, del dibattito che dovrebbe essere lotta politica. e questo, signori del Governo, accade su tutto. ieri sera c' è stato un intervento che comprensibilmente, a mio avviso, ha commosso ed emozionato molti amici e colleghi della Democrazia Cristiana , nonché la nostra presidente, un intervento di parte radicale del collega Melega, il quale ha accusato la Democrazia Cristiana di costituire istituzionalmente — se il violare la legge è delinquere, se il violare la legge è il presupposto — una associazione a delinquere rispetto alla Costituzione repubblicana e, forse, rispetto ad alcuni comandamenti extracostituzionali. una voce a destra. ma smettila! scusatemi, probabilmente se richiamo quell' intervento, colleghi democristiani e no: è per meglio intenderci, non per provocare. non è vero. ed allora tanto per chiarirci — dirò che queste accuse non vengono né da giacobini né da filistei; queste accuse non vengono da chi ha buona coscienza a buon mercato , presidente Bianco! noi, grazie ad uno di voi adesso plebiscitato deputato, grazie al collega Casini, siamo perseguitati ufficialmente, in quanto partito radicale , per associazione a delinquere . e noi abbiamo detto che era vero; rispetto ai problemi fondamentali della vita, della morte, della legge, rispetto alle leggi fasciste ed al codice Rocco , il segretario del partito radicale Gianfranco Spadaccia è stato due mesi in galera; sono per questo stati in galera e sono in libertà provvisoria la Faccio, la Bonino e molti altri di noi. allora il problema è quello di vedere qual è la realtà drammatica che noi stiamo vivendo, quella per la quale non c' è ragazzino scippatore che entri nelle accademie del delitto offertegli dallo Stato, cioè le carceri, l' unica istituzione che funzioni, e non ne esca rapinatore. la sua colpa è quella di non aver rubato miliardi, di non avere buoni avvocati, di aver scippato o tentato di scippare 50 mila lire. credo che non possiamo moralisticamente dimenticare che è proprio di chiunque sia testimone, quindi anche martire, di verità che non siano per intero versate nel diritto esistente, agire in una certa maniera: è proprio di chiunque abbia un momento nel quale deve violare la legalità ed affermarsi come tale in nome della giustizia, in nome del delitto. noi, da non violenti , lo facciamo autoaccusandoci. abbiamo detto a più riprese di avere non solo violato la legge, di essere stati « delinquenti » rispetto alle leggi fasciste, ma che intendevamo continuare ad esserlo fino a che la vergogna di queste leggi non fosse stata cancellata dalla vita del nostro Stato, della nostra società. abbiamo detto che lo Stato democristiano, da trent' anni , non intende, non vuole e non può, senza dissolversi, senza rovinare, come rovina la natura, come rovina la terra, come rovina l' aria, come rovina tutto, agire in un certo modo. per motivi di classe, da trent' anni , nel nostro paese, accade questo. se tutto ciò è il proprio della realtà che è dietro di noi, come politici che dobbiamo amministrare, governare, vedere, se questa è la realtà, noi abbiamo accusato lo Stato di essere lui fuori legge: uno Stato che conserva le leggi militari di sua maestà Vittorio Emanuele III e di Benito Mussolini, e le conserva per trent' anni , è uno Stato fuori legge, è uno Stato clericofascista, come quello Stato che, attraverso le maglie del Concordato, saccheggia la religione, la religiosità — laica e cattolica — e fa del Concordato fra Stato e Chiesa i fondamenti per le azioni dei Virgillito e dei Sindona, uniti dalla macchia di classe massonica, con la quale si spartisce il potere finanziario del nostro paese, da trent' anni . appunto, il vero potere di classe, il vero « santuario » del delinquere contro lo Stato, quello che provoca le morti per virus (altrove non pericolosi) a Napoli, che considera la salute e la vita, ancora, un privilegio di classe, nella realtà storica delle nostre città, del nostro Mezzogiorno, che oggi vive nel Friuli, vive attorno a Cuneo, a Torino, a Milano e ovunque. è questo che l' afa di agosto, che la liturgia spenta, che la liturgia pericolosa pone in evidenza! credo, signor presidente del Consiglio , che nella sua cultura, che conosciamo anche nella sua specificità, vi siano echi che potrebbero, probabilmente, consentirci di chiedere se per caso non ci si trovi, per quanto riguarda il « corpo » dello Stato, il « corpo » del diritto, il « corpo » della legge, del Governo, in quella fase nella quale la corruzione della carne è in qualche misura inarrestabile, perché non aleggia spirito di nessuna natura che cerchi di farsi carico di una vita diversa, di una salvezza per questo corpo. quando un presidente del Consiglio viene a raccontare le cose che lei ci ha raccontato, cosa pensare? nel « racconto » , signor presidente , non vi è alcuna nota negativa; ritengo che molto spesso la narrativa, assai più saggistica, consenta verità, dialogo e trasmissione. lei ci viene, ad esempio, a raccontare, onorevole Cossiga, che nel 1979 il Governo delle cose di questa Repubblica, il Governo dei nostri problemi, chiede la proroga della delega per la riforma del codice di procedura penale , sia pure con le prudenze che ho avvertito. lei dice: « vogliamo questa proroga della delega per poter creare le premesse possibili per l' attuazione di detta riforma, quando sarà consentito » . ma se lei avesse davvero sentito l' importanza del rientrare nella legge, dell' armare il diritto e la giustizia, signor presidente del Consiglio , e non avesse avuto le sue remore di parte, ed in lei non vivesse quel pessimismo cattolico che ha in comune con Andreotti e con altri, cosa ben diversa avrebbe dovuto dire! pessimismo cattolico che ha in comune con « eleganza » , quella per la quale, in fondo, la politica è pur sempre il regno delle cose di questo mondo, del principe delle tenebre, del peccato. dunque, schizofrenica deve essere per forza la funzione di un credente, il quale non deve commettere il peccato di voler trasferire le sue speranze di purezza e di salvezza — ecco il peccato dell' irenismo! — anche all' interno delle istituzioni. e quindi i Vitalone sono gli amici, e quindi i Caltagirone sono gli amici, e quindi i Sindona sono gli amici, e quindi gli amici degli amici: perché guai agli angelismi, guai ai puritanesimi, guai ai moralismi; questo è pericoloso perché non è di questo mondo, né il bene, né la verità, né la giustizia possibile! lei, presidente del Consiglio , viene appunto a dirci questo, invece di dire che questo Governo chiede, a questo punto, di votare in modo da definire finalmente questa riforma, salvo semmai spostare al 1981, anziché al 1980, la data dell' entrata in vigore , in modo che nel frattempo il Governo stesso possa proporre, con opportune variazioni di bilancio, l' attuazione delle condizioni necessarie. allora, signor presidente del Consiglio , sarebbe salvo il senso della legge come condizione della presenza della democrazia; allora, signor presidente del Consiglio , si potrebbe guardare con occhi tersi anche ai peccati politici, veniali o no, di ciascuno di noi, anche al disfunzionamento di oggi della giustizia; si potrebbe dire — credendovi, però, signor presidente del Consiglio — che fino a prova contraria l' imputato è innocente! ma non nella situazione in cui voi ci avete condotto; malgrado il fatto che voi ci abbiate imposto, nonostante il vostro voto contrario, una novellistica, delle riforme in sede di procedura penale , in forza delle quali volevate eliminare le connessioni, creando — come diceva Mellini — una sorta di diritto di guerra per poter processare subito il sicario ed evitare il grande processo, proprio voi, per il 7 aprile, chiedete invece un processo mostruoso, quando avete a iosa le armi per pronunziare condanne per detenzione di armi o per altro, per poter dire, nella pur perversa vostra logica, che intanto questi imputati sono assicurati alla giustizia e non possono esservi sottratti. contro questa logica noi ci siamo levati, ma queste sono le leggi che l' unità nazionale ha votato, con violenza contro la nostra posizione. signor presidente del Consiglio , lei ha richiamato Aldo Moro. ebbene, io conosco meno di lei, forse, anzi sicuramente, la cronaca di Aldo Moro, i testi, il linguaggio di Aldo Moro; non so se conosco meglio o peggio di lei l' esempio della sua storia e della sua persona, la moralità della sua esistenza. ma certo, signor presidente del Consiglio , un po' di emozione l' abbiamo avuta quando, avendo rarissimamente udito nominare Cesare Beccaria da Aldo Moro giurista, rarissimamente e forse mai in queste Aule, dal carcere abbiamo sentito Aldo Moro parlarci della nostra civiltà giuridica, richiamarci alla civiltà giuridica di Cesare Beccaria: non l' entità ma la certezza della pena, non le procedure personali, non la ragion di Stato ma il senso dello Stato. è necessario andare a vivere o a morire come Pino Pinelli o come tanti altri nostri compagni, è necessario andare a vivere orrendamente costretti in carcere e vittime di violenza per ricordare queste cose e ritenere che sono essenziali al Governo dei nostri giorni, dei nostri sentimenti, del nostro paese, signor presidente del Consiglio ? come posso rivolgermi a lei, signor presidente del Consiglio , usando l' ottimismo se non la finzione di un dibattito che sia realmente tale, da questi banchi di opposizione — poiché la mia moralità di opposizione è quella oggettiva, propria della stessa vita democratica , è quella di lottare per impedire al Governo, al quale mi oppongo, di commettere errori troppo gravi — , per pregarla di prendere in considerazione, in termini di riforma della procedura penale , l' opportunità di scegliere la soluzione che noi le indichiamo, cioè dar luogo entro il 30 ottobre all' approvazione definitiva di tale riforma, salvo fissare una data più avanzata — 1° gennaio o 1° giugno 1981 — per l' entrata in vigore della riforma stessa? ciò consentirebbe quindi, signor presidente del Consiglio , con il nostro aiuto, unanime, penso, con l' aiuto di tutti coloro che in questo Parlamento possono senza vergognarsi richiamarsi a Cesare Beccaria e ad un certo tipo di cultura giuridica, a quella riforma, finalmente, di prendere vita. questo per impedire che accada la stessa vicenda occorsa alla riforma carceraria , che molti hanno approvato, forse dolosamente, non armandola della possibilità di tradursi in effettiva riforma, sicché poi abbiamo avuto la controriforma carceraria molto prima dell' attuazione della riforma carceraria . ma torniamo ad un leitmotiv radicale. se c' è la crisi della giustizia, signor presidente del Consiglio , è perché ne avete bisogno, come istinto, come civiltà, non come cultura soggettiva. in una struttura giuridica funzionante, come si spiegherebbe la corsa perché Vitalone fosse eletto senatore? sicuramente essa non sarebbe stata vinta. quanti processi che da anni e anni si trascinano, senza l' aiuto perverso dell' inquirente, se ci fosse stata una struttura giuridica funzionante, sarebbero stati terminati! noi stessi, signor presidente del Consiglio , siamo una testimonianza di questo modo perverso di operare la giustizia. io sono un cittadino — quindi, figuratevi se è da giacobini, Gerardo Bianco , che vi accusiamo, se è da filistei che vi accusiamo — che non ha passaporto. è in libertà provvisoria Adele Faccio, è in libertà provvisoria Emma Bonino: parlo in termini giuridici, non alludo al fatto che la nostra vita è una libertà provvisoria. non abbiamo diritto al passaporto perché Carmelo Spagnuolo ci rimproverava di avere costituito dei momenti di pericolo per quel Governo del palazzo di giustizia a Roma che da anni continuiamo ad affermare inutilmente, chiedendo per questo di essere incriminati, essere luogo di violenze e di nequizie, luogo di ingiustizia, luogo perverso. parlo del palazzo di giustizia di Roma, che rimerita il nome di « Palazzaccio » , che aveva perso con il suo trasferimento. avete bisogno di questo stato di cose . la prova è che, malgrado la presenza dei compagni comunisti, il bilancio della giustizia è sceso nel corso della politica di unità nazionale . è ulteriormente diminuito, così come è vero che proprio il Governo di unità nazionale ha marcato uno dei punti più infami della realtà della presenza politica italiana nel mondo: quest' anno, per la fame nel mondo , contro la morte di 50 milioni di persone il nostro aiuto pubblico è sceso dallo 0,1 allo 0,06 per cento , mentre è aumentato l' aiuto privato (che è l' affare sulla morte), dato che è arrivato all' 1 per cento , grazie a meccanismi di sostegno da parte delle nostre strutture pubbliche, finanziarie e no. allora, sono queste le cose sulle quali si dovrebbe discutere. signor presidente del Consiglio , noi avremmo una qualche tendenza a dirle che la dobbiamo più verità di quante non ne vengano da altre parti. dobbiamo dirle perché siamo convinti del fatto che, per una volta, a conferma del resto, a conferma della diversità della tesi e della regola, il presidente della Repubblica si è profondamente sbagliato ad imporre a lei l' onere di presiedere un Governo. le diamo atto, onorevole Cossiga, che noi pensavamo che ella avesse scelto un altro atteggiamento: ella si era posto come si suol dire — in zona di parcheggio, nella Commissione esteri. non crediamo che ella abbia brigato minimamente per trovarsi oggi con questo onere e questo onore. è un riconoscimento che va fatto: altri brigarono, lei no. è lei che si trova ad essere presidente del Consiglio , uomo non giusto come presidente del Consiglio . perché? ebbene, abbiamo le nostre storie. e sulle nostre storie, quali che esse siano, signor presidente del Consiglio , possiamo edificare la nostra crescita e la nostra decrescita umana e politica. non appartiene a noi neppure il pessimismo dei destini negativi. sappiamo benissimo che ci si può rendere forti anche degli errori passati. ma la sua dislocazione dal 1962, signor presidente del Consiglio , è stata centrale nei momenti più gravi, drammatici, tragici e torbidi della vita della nostra Repubblica. lei sa, signor presidente del Consiglio , quando dinanzi all' insorgere della minaccia dei socialisti, del centrosinistra e poi forse del partito comunista , con quali armi si riuscì a rendere malato un presidente della Repubblica ; lei sa i mattinali che più o meno arrivavano dal generale De Lorenzo ed altri; lei sa come si gettò nella preoccupazione e nell' allarme il galantuomo presidente Segni; lei sa le tentazioni del galantuomo presidente Segni di prendere esempi da oltr' alpe per salvare la democrazia contro noi, contro la sinistra che sembrava incombente; lei sa — per esempio con un comune amico, Franco Briati — quanto si tentò di difendere la possibilità dell' elezione. sicuramente lei avrà tentato di tutelare il presidente Segni da quello che si stava facendo. lei, signor presidente del Consiglio , conosce gli omissis per poterne serbare oggi memoria integra e politica. lei, signor presidente del Consiglio , ha ricoperto sempre gli incarichi del dicastero dell' Interno e della Difesa: c' è stato da democristiano. colleghi democristiani, perché non dovete offendervi personalmente di quello che ieri sera Melega e oggi noi, delinquenti ufficiali in libertà provvisoria, diciamo? perché se vi è un dramma in questa nostra società è che i galantuomini, che in grande maggioranza siete, per ragioni di Stato e di partito siete spesso costretti ad operare non da tali. questa è la vera tragedia. non che questa società consenta al disonesto o all' onesto di essere tali: il dramma è che si perseguono Baffi e Sarcinelli per cose reali nel momento in cui tentano di correggere dei fatti infinitamente più gravi ai quali hanno dovuto collaborare. la gestione della Banca d'Italia , quella dei ministeri finanziari, quella del credito sicuramente era tale che Baffi e Sarcinelli non potevano più proseguirla. chi erano coloro che avevano gestito il tutto in quel modo che Baffi e Sarcinelli cercavano di correggere se non quei galantuomini, veri e reali, come Guido Carli? la gestione di classe del credito, il finanziamento della pirateria, l' incentivazione da Virgillito a Sindona, e a Rovelli, l' incentivazione di quello che ha fatto sì che un nostro credito ha nutrito la pirateria e non è mai giunto nei luoghi per il quale veniva erogato! perché tutto questo? perché siete corrotti? ma non scherziamo! fosse questa la spiegazione! eravate la buona coscienza di un certo tipo di cultura politica che è pericolosa, il dare per scontato troppo facilmente, come anche i compagni socialisti ed altri hanno fatto in questi anni, che esiste una doppia moralità, l' una pubblica e l' altra privata, per cui chi ruba per il partito è un coraggioso militante e chi ruba per i figli è un delinquente. è questa una cultura, una sorta di antropologia culturale che si è affermata dalle file del partito comunista alle altre parti; quella della doppia verità, quella del popolo immaturo, quella della necessità di vivere in modo diverso il momento del Governo della famiglia e quello delle istituzioni, o dei servizi segreti , o dell' ordine pubblico ; è il portato dall' interclassismo, è quello che io credo onestamente oggi crei al partito socialista e al partito comunista problemi di ampiezza maggiore di quelli che pure adesso stanno discutendo; è la sostanziale realtà interclassista della loro struttura, dopo trent' anni di collaborazione, in un modo o nell' altro. si pensi alle « leggine » votate nel 1957 e nel 1958, già allora, a migliaia, da partito socialista , partito comunista , Democrazia Cristiana , creando appunto una struttura dello Stato corporativista , con migliaia di « leggine » e mai leggi di riforma, « leggine » tipiche di Camere dei fasci democratici e delle corporazioni, con le giungle che si sono create e nelle quali non ci si riesce a districare. l' illegalità, il delinquere è la vostra necessità, perché non tollerate, non potete tollerare la giustizia che funzioni innanzitutto rispetto al potente. la vostra è una giustizia prepotente e vile, disarmata dinanzi ai crimini da miliardi o dinanzi agli assassini di Moro, o agli assassini di Scaglione. ma forse questi li dimentichiamo, forse, colleghi della Democrazia Cristiana , esistono solo i « morti da Brigata rossa » , e ad un tratto la storia d' Italia comprende solo quelli o piuttosto i « morti da Brigata rossa » si inseriscono in una teoria, in una litania di morti di altro segno? è una unità, che l' immaginazione di Bernanos, che sembrava torbida, all' inizio del secolo aveva forse visto, questa compromissione fino in fondo tra un certo tipo di massoneria e un certo tipo di clericalismo corrotto, cinico, rispetto agli ideali di libertà e di liberazione, profondamente di classe. ma vogliamo anche pensare per un istante, per esempio, alla sociologia della nostra classe di potere? ebbene, io ricordavo oggi quando morì un azionista, un antifascista, un uomo di estremo galantomismo e pulizia, che era divenuto importante, centrale nel sistema finanziario italiano: Silienti. ebbene, bastava guardare la pagina dei necrologi per vedere, in modo plastico, come una certa borghesia intellettuale, comunista, socialista, azionista, radicale, liberale, cattolica, in realtà fosse profondamente intricata tutta su posizioni di Governo; lo si vedeva dal necrologio di Silienti scomparso, un azionista, un uomo teso alla giustizia ed alla libertà, attraverso la lotta politica. e così Franco Mattei, nella Confindustria, attraverso il Governo, l' illusione del Governo nel momento finanziario; e la continuità di quell' uomo, forse l' unico grande uomo di Rinascimento che abbiamo avuto, Mattioli, che ha saputo governare in modo quasi antifascista il fascismo delle sue strutture sotto il fascismo, che ha saputo appunto governare contro tutte le (idee, da uomo profondamente, artisticamente quasi, materialista, tutti gli scontri politici che avevamo qui dinanzi, unendo, lui appunto, finanza spesso delinquenziale, mafiosa, e vaticana, e massonica, e laica, e repubblicana, e radicale, e socialista. non è buona coscienza a buon mercato quella che ci fa parlare, amici, ma la convinzione che nel momento in cui ci si pongono problemi di Governo dobbiamo forse comprendere che il Parlamento deve, non per caso, discutere un solo giorno, un giorno e mezzo, perché queste cose sono scontate nei corridoi dei partiti, o nelle segreterie, e non si dicono, mentre qui si direbbero, se si dovessero riempire sette, otto, dieci giorni. pensate che aberrazione: otto giorni su 360 per discutere le dichiarazioni di un Governo in un Parlamento repubblicano, per dare questo apporto! certo, di queste cose bisogna parlare; ed io ho ascoltato con molto interesse, signor presidente del Consiglio , la giusta critica che è venuta dal compagno Di Giulio su alcuni punti del suo programma, per quanto riguarda la politica energetica . abbiamo il rammarico di non poterla aiutare molto (ci sarà Emma Bonino che farà un intervento su questo). avremmo voluto poterle direttamente offrire da questa sede, come Parlamento repubblicano, alcune considerazioni, signor presidente del Consiglio ; considerazioni che se vengono dai tecnici giustamente, poi, in democrazia giungono inanimate, molto spesso impossibili a tradursi in fatti politici. ma la dimostrazione che il gioco è un gioco sta nel fatto che è possibile parlare del nucleare civile senza parlare del nucleare militare. e se esiste la scelta del nucleare in Occidente e non solo in Occidente, ciò è dovuto al fatto che abbiamo degli interessi feroci che gravano sulla nostra libertà di scelta e sono conseguenti al fatto che il complesso industriale militare è quello che appunto governa le scelte della ricerca tecnologica e scientifica e quello che impone le priorità in base alle sue logiche. si può ritenere che l' ombrello della NATO vada benissimo, e si sta infatti preannunciando che entro dicembre si avranno nuove e più sofisticate armi nucleari . forse che il Governo di unità nazionale si era opposto a queste cose? mai! il problema è che sui programmi noi continuiamo a ritenere che questo Parlamento sia in gran parte d' accordo. sul Concordato, ad esempio. è questo un modo importantissimo di qualificarsi politicamente: coloro che sono qui, o che si proclamano opposizione, continuano ad essere per la revisione, cioè per la conferma del Concordato, che è uno strumento interclassista, uno strumento profondamente reazionario ed una via che offende la coscienza del credente laico e del credente religioso. se volessimo andare a guardare i programmi del presidente Cossiga, ci verrebbe da chiedere: in che cosa mutano i programmi dell' unità nazionale ? allora ci si spiega poi se sotto questi preannunci di opposizione che sono venuti abbiamo poi il presidente Modica mercoledì e giovedì il presidente Bubbico, dopo di che i compagni socialisti sempre ne hanno avuto uno il giorno prima e ne hanno uno il giorno dopo. non vi è infatti alcun dubbio sulla grande convinzione dei compagni socialisti che socialismo e presidenze vadano di pari passo e che in qualche misura le presidenze diano corpo e prefigurino il socialismo; è per questo forse che si chiama partito socialista italiano, perché ha raggranellato tutto, quello che mancava era la Presidenza del Consiglio . ma per fare che cosa? cose diverse da Francesco Cossiga? i programmi sono forse diversi? che cosa anche dall' intervento di Di Giulio è stato dato di diversità e di alternativa, se non il ribadire che l' errore della Dc è di non governare con il Pci? ma forse che è ammissibile che non vi sia stata ancora una volta in cui il partito comunista sia andato dal presidente della Repubblica per dare un suo candidato, un suo nome da candidare al Governo del paese e cioè che almeno formalmente non abbia fatto mai almeno questa rivendicazione? caro Gerardo, se me lo consenti, ci sono due tipi di realismo, e te lo ripeto ancora una volta: c' è una sorta di realismo che è realpolitico e che è l' arte del consumare il possibile; quello che mi interessava invece è quello che è arte di creare il possibile. noi invece assistiamo ad una politica che sempre di più consuma il possibile, consuma le differenze ideali, consuma verità. oggi pensiamo che il marxismo sia superato; ci sono le nuove destre e le nuove sinistre: può anche darsi. se oggi però vogliamo leggere perché muoiono 50 milioni di persone al mondo, io credo che un tantino di aiuto dal professore e dal maestro Marx lo abbiamo. la logica della conversione del capitalismo nazionale o dei capitalismi delle società nazionali in imperialismo con la sua logica feroce di difesa dei meccanismi e dei sistemi di profitto... ti ringrazio, ma non dovresti essere molto stupito del fatto che da una posizione radicale si recuperi tutto il quoziente di libertà e di liberazione che è propria di Marx e delle posizioni marxiane. noi abbiamo sempre respinto invece quelle visioni liturgiche marxiste-leniniste che hanno sempre esaltato i realismi politici, abbiamo respinto l' assassinio dei compagni, abbiamo respinto la « Costituzione in chiesa » , abbiamo respinto la non tolleranza; per il resto però siamo profondamente convinti che, anche se la realtà di classe che ci hanno dato la rivoluzione francese e il terzo stato non è una scoperta marxiana, e così la realtà dei poveri che sono tutto se hanno coscienza della propria ricchezza, della potenzialità della loro povertà e della giustizia (che solo se la strappano per se stessi possono garantirla a tutti), sono tuttavia confermate e garantite dall' analisi scientifica di Marx, che è oggi più che mai viva. che cosa è questo Stato incapace di riforme, uno Stato che nello stesso tempo deve tutelare la pensione d' oro del direttore generale ed il disoccupato? che cosa è questa visione in cui non avete mai fatto scelte nemmeno voi fra piccola e media industria, industria di Stato, reddito, profitto; questa sorta di poujadismo continuo (ed oggi non abbiamo neppure all' opposizione delle scelte chiare)? quello che volevo dirle, signor presidente del Consiglio , è che noi faremo l' impossibile di fronte all' errore del nostro presidente della Repubblica , del partito socialista e degli altri che l' hanno portata sicuramente al di là se non contro il suo volere ad assumersi questo onere, perché si ritardi al massimo il momento in cui, dinanzi ad un suo errore o ad un suo dovere, Cossiga torni a scriversi con il « kappa » per le strade della Repubblica, perché non è questo che può salvare e portare avanti i nostri ideali. non creda, signor presidente del Consiglio , che la storia che va da Pino Pinelli a Giorgiana Masi non sia presente e non sarà presente soprattutto nei momenti in cui le testimonieremo tolleranza e rispetto per le funzioni costituzionali che fanno capo alla sua persona. potremo farlo perché, signor presidente del Consiglio , siamo convinti che dopo trent' anni la Democrazia Cristiana non possa governare secondo la legge, non possa governare la legge, non possa attuare la Costituzione. vogliamo che delle contraddizioni nascano e si sviluppino. ogni tanto c' è qualche bella riga, se non qualche bella pagina che nasce. Riccardo Misasi ieri si è dimesso dalla commissione inquirente, dopo aver accettato di farne parte. lo ha comunicato con una lettera formale in cui afferma, dopo aver riflettuto, che quello non è il posto per chi sia stato ministro anche se cinque o sei anni fa, sia per motivi personali, sia per motivi più ampie comprensibili. bella riga, bella proposizione, bel gesto di stampo liberale, di stato di diritto , di stampo civile, di stampo repubblicano, che invece passerà probabilmente del tutto ignorato. si farà l' impossibile perché non lo si sappia fino a quando non si sarà convinto Riccardo Misasi a cancellare questa proposizione giusta e bella. siamo convinti, signor presidente del Consiglio , che se, malgrado tutto, c' è stato più ordine dopo le sue dimissioni da ministro dell'Interno , è perché il ministro Rognoni o non ha fatto nulla o ha fatto poco. signor presidente del Consiglio , non possiamo non constatare con allarme che nel suo testo, che ho cercato di leggere con attenzione, l' unico contesto nel quale evoca la riforma di polizia — mi corregga se sbaglio — è quello dell' efficienza nella difesa dell' ordine pubblico . in questo quadro la riforma. no, certo la riforma è la premessa perché la polizia funzioni, ma ci sono anche i carabinieri, la Guardia di Finanza , perché altrimenti il problema del coordinamento che lei pone si aggraverà e vi sarà una incapacità ed una impossibilità ad una azione coordinata della polizia italiana. il problema è un altro; è un imperativo che altri chiamerebbero categorico, democratico, repubblicano, costituzionale. dobbiamo rendere i diritti civili agli agenti di polizia, ai carabinieri, alla Guardia di Finanza . non dobbiamo e non possiamo continuare a tenerli occupati ed organizzati secondo le leggi militari, che li creano certo non cittadini repubblicani, capaci di operare come tali, per forza professionale della loro preparazione, nella società repubblicana per prevenire, oltre che per colpire. signor presidente del Consiglio , non sempre sarà possibile sperare, a lei e a noi, dinanzi ad errori come quelli del 12 maggio 1977, che le cose vadano così: decine di migliaia di cittadini passanti o supposti manifestanti impegnati per sette ore, secondo i vostri dati, in scontri gravissimi chiudono la giornata portando alle loro case 45 feriti per colpi di arma da fuoco ed altri portando al cimitero uno di loro, ma nemmeno una scalfittura per quei sei o sette mila ragazzi che avevate buttato e precipitato in quell' avventura, con gli altri vestiti da assassini per obbligo da codice militare, che contro i poliziotti si comportavano da autonomi, che minacciavano di sparare per ordine vostro: erano vestiti da assassini per ordine vostro, non da ragazzi della Repubblica. vi sono le fotografie, i nomi, i luoghi! ebbene, alla fine di quella serata in decine di migliaia noi possiamo dire che abbiamo portato a casa nemmeno una scalfittura per migliaia e migliaia di ragazzi del nostro Stato, secondo voi impegnati — è vero — in sette ore di assalti contro la cittadinanza inerme. non è sempre possibile sperare da noi stessi, signor presidente del Consiglio , che le cose vadano così. allora mi consenta di esprimere una speranza: ci è accaduto di constatare, nei governi dei quali lei ha fatto parte, una situazione non tanto paradossale, anche se può apparire tale. lei è affabile ed attento, umile come ogni persona forte e sicura di sé, ma di tanto in tanto la sensazione della tracotanza, dell' arroganza, della iattanza le si propone come modo di uscire da situazioni difficili, nelle quali — per colpa sua o no si è venuto a trovare. mi auguro che nel tono dimesso e sommesso, con il quale lei ha presentato il suo Governo, signor presidente del Consiglio , non ci sia soltanto un artificio, ma ci sia la coscienza della difficoltà delle situazioni che dovranno essere affrontate, e anche forse la forza delle esperienze fatte in passato. mi auguro che questo tono sommesso e dimesso dinanzi al Parlamento repubblicano, sia pure così male testimone di sé, il giorno in cui verranno degli umili dinanzi a lei, lo serbi e lo accentui ancora di più nei loro confronti. gli umili della droga, gli umili dei manicomi, signor presidente del Consiglio democratico cristiano , i tossicomani! la legge che noi riuscimmo ad imporre dall' esterno del Parlamento era già cattiva; ma solo un senso privo di qualsiasi scintilla cristiana — e chiedo scusa — nell' amministrazione del nostro Stato può consentire che questa legge già così minima sia totalmente disattesa per le cose che, invece, chiedeva fossero realizzate. le strutture che dovevano essere date non sono state realizzate, con lo stesso cinismo di tutti i partiti dell' unità nazionale , con la quale si è chiusa la vicenda per impedire un referendum. la chiusura dei vecchi manicomi si è risolta per una cattiva legge, che avete imposto pur di non fare un referendum, ha determinato altre tragedie, perché nemmeno quel poco previsto nella legge di riforma degli istituti manicomiali è stato realizzato; e abbiamo trovato molto spesso a migliaia i ristretti nei manicomi, che creavano morte e follia, abbandonati in un modo ancora più selvaggio nelle strade o in case che non potevano ospitarli. piccole cose; ma puntualmente, così come la giustizia non funziona in Italia con i Sindona, non funziona con i Vergellito, non funziona, signor presidente del Consiglio , con tutti quei maggiorenti del ministero dell'Interno , dei servizi segreti , dei quali le sentenze di tribunali dello Stato ci dicono che sono colpevoli, che non hanno avuto nemmeno un provvedimento amministrativo a carico . c' è da chiederselo! è vero: in alcune sentenze non vediamo attribuite responsabilità penali precise, ma responsabilità gravi sì. abbiamo mai avuto notizia di provvedimenti disciplinari o amministrativi presi in altra sede, o di ulteriori indagini da fare in quella direzione. no, signor presidente del Consiglio , lei non può dire che lo Stato deve costituirsi in esempio e pretendere dai cittadini un comportamento esemplare, se voi come Democrazia Cristiana avete dovuto proteggere tutti coloro che sicuramente avranno pur peccato sette volte al giorno; si erano pur sbagliati almeno sette volte al giorno nel loro operare, e una volta ogni vent' anni si saranno pure sbagliati in modo che la legge penale avrebbe dovuto essere attivata. questo senso di complicità e di connivenza mafiosa nei confronti dello Stato è pericolosa! non è vero che si può continuare a fare l' elogio indiscriminato alla magistratura italiana, quando poi abbiamo il palazzo di giustizia di Roma lasciato in mano alle azioni che conosciamo e che spingono, poi, a premiare con un posto di senatore il tipo di magistrato rappresentato dal senatore Vitalone: sono cose che ci preoccupano! avremmo, signor presidente del Consiglio , molte altre cose da dire, ma mi avvio ad avere quasi occupato un' ora nei lavori dell' Assemblea e, a questo punto, non penso vi sia altro da fare che rassegnarsi alla logica per la quale vi sono altri quindici colleghi iscritti, che hanno il diritto di parlare di qui alla mezzanotte. la ghigliottina contro i veri dibattiti in questo Parlamento funziona in modo perfetto: in modo tanto perfetto che (in effetti ci fa sentire come una colpa quello che invece, a nostro avviso, è fare onestamente il nostro tentativo di essere parlamentari. dobbiamo riconoscere, signor presidente del Consiglio , che la situazione dei gruppi non l' aiuta, perché un Governo è forte se è forte non solo la sua maggioranza, ma anche le opposizioni; e, per il momento, le opposizioni che si preannunciano, con l' eccezione di quella radicale, non sono tali, o sono così contraddittorie da non consentire di sperare troppo in tale direzione. sentiamo strane teorie, sentiamo parlare di maggioranza istituzionale, di maggioranza costituzionale, di maggioranza delle Commissioni, di maggioranza delle banche... ognuno ha una sua maggioranza e una sua opposizione in riserbo, per cui è indubbio che in questo modo le funzioni rispettive saranno sicuramente difficili. per quel che ci riguarda, ci muoveremo in questa legislatura come nell' altra; cercheremo di garantire, signor presidente del Consiglio , a questo Parlamento e al Governo un' opposizione capace, forse, di marcare anche le altre opposizioni, affinché non si tenti sempre di ostacolare le iniziative del Governo, fino a quando i disegni di legge presentati a questa Camera non vengano da questa sfornati in modo tale che anche l' opposizione ha una sua fetta di cointeressenza. è questa una logica obbligata nelle scelte interclassiste e concordatarie: è quello che è accaduto per anni! noi riteniamo, invece, signor presidente del Consiglio , che il nostro compito di oppositori sarà quello di aiutarla ad avere votati tutti i provvedimenti costituzionalmente legittimi presentati dal Governo. certo, ogni qualvolta lei tenderà a ledere la Costituzione o i regolamenti, ci muoveremo come nel passato e con maggior forza; ma di fronte ad un' azione legittima del Governo — anche se da noi profondamente avversata nei contenuti chiederemo che l' articolo 81 del nostro regolamento sia assolutamente rispettato. la prima cosa che un Governo ha il diritto di avere da questo Parlamento è il voto sulle sue proposte! se non basteranno 60 giorni, c' è l' articolo 81 che ne prevede altrettanti; ma non possiamo andare avanti, cioè indietro, come si è fatto per la sua riforma di polizia, perché questa lentocrazia manda in putrefazione noi tutti ed anche le speranze di alcuni, al di fuori del Parlamento. ma chiederemo anche che l' opposizione abbia il suo dovuto, perché l' opposizione ha il diritto di vedere bocciate le proprie proposte e non di vederle tenute nei cassetti, perché queste sono proposte che, per avventura, possono parlare ai poveri, ai diseredati, agli esclusi, ai drogati, ai disoccupati, ai pensionati, ai pazzi, ai radicali di diversa natura che abbiamo nel nostro paese. abbiamo il diritto di vedere bocciate entro 60 giorni le nostre proposte! abbiamo il diritto di vedere che esse siano discusse qui dentro! sulla riforma di polizia ci dovremo confrontare; lei ha detto molto meno oggi da presidente del Consiglio di quanto non dicesse da ministro dell'Interno tre anni fa! a questo punto chiediamo al Governo, ma anche all' opposizione, se è serio dopo tutti questi anni non prendere in considerazione il punto di vista radicale di una riforma organica della polizia; se è serio non vedere la situazione nella quale, non appena avremo risolto questa riforma tecnica di un settore della polizia, vedremo aggravati i problemi di coordinamento e disattesi, per altri dieci o quindici anni, o cinque, i diritti civili e i diritti dello Stato per quel che riguarda gli altri settori della polizia. noi ci muoveremo su questo tipo di proposte positive, come sempre abbiamo fatto. e fissiamo un appuntamento a voi tutti, opposizione e no, come nell' altra legislatura: a metà della primavera del 1981 (se il congresso del mio partito lo confermerà nel mese di novembre) avremo molti referendum sui quali confrontarci, colleghi e presidente del Consiglio . mettetelo nelle vostre scadenze, questo! voi sapete quali sono i termini dei nostri referendum; sono, innanzitutto, quelli relativi all' attuazione della Costituzione. non possiamo andare oltre i 34 anni (nel 1982 saranno appunto 34 anni) senza avere attuato in un modo o nell' altro la Costituzione. quindi questo è un altro appuntamento, quello della opposizione radicale, è un appuntamento che daremo a tutti e lo diamo su tutte le bardature penalistiche, su tutte le bardature che continuerete a mantenere, con le quali cercherete di soffocare, o continuerete a soffocare, la vita della società e l' applicazione della nostra Costituzione. è un disegno abbastanza complessivo nel quale io spero che la sinistra sappia ripensare fino in fondo, e non tatticamente, sui limiti storici della sinistra nel suo complesso. diceva il compagno Di Giulio : l' unità della sinistra, essendo mancata, ha mancato di poter far valere la forza della sinistra sociale del nostro paese negli anni dell' unità nazionale . certo, ma non è forse follia sperare di raccogliere l' unità della sinistra sulla legge Reale ? non è forse follia dover raccogliere l' unità della sinistra sociale e politica nella prospettiva del patto storico con la Democrazia Cristiana , cioè una prospettiva interclassista? non è follia dover continuare davvero ad insistere nelle vie interclassiste e neoconcordatarie, sulle quali il partito comunista sembra per il momento continuare a voler discutere? non è follia la posizione del partito socialista , che parla di unità delle sinistre mentre molto spesso questa unità vede i socialisti impegnati nella assenza, quasi senza limiti? termino queste riflessioni con una ultima osservazione: un giorno e mezzo di dibattito, i radicali accusati di essere quasi ostruzionisti per questo giorno e mezzo di dibattito, Giulio Andreotti nemmeno a renderle omaggio della sua attenzione; ma nemmeno Pietro Ingrao presente in questo dibattito, fino adesso; non ho visto nemmeno, finora, Zaccagnini (posso sbagliarmi, non ho tenuto la contabilità d' Aula, forse ieri c' era); non capisco perché in questo dibattito non interverrà il presidente del gruppo della Dc Gerardo Bianco , ma il presidente del partito: comunque avremo finalmente l' intervento di Piccoli; il nostro compagno Craxi mi pare lo si sia visto poco: l' intervento sarà del compagno Balzamo, e vedremo per le dichiarazioni di voto . voglio dire cioè, signor presidente del Consiglio , che proprio lei non si augurava di trovarsi in queste condizioni oggi; devo proprio dirle che hanno mal ripagato e, mi pare, si stia mal ripagando la sua disponibilità proprio da parte di coloro che hanno poi voluto, o mostrato di volere, la sua Presidenza del Consiglio . sono problemi formali ma sostanzialmente rilevanti. mai, forse, come in questo dibattito nel Parlamento repubblicano, fra afa e altre distrazioni, siamo giunti in una situazione così bassa, di così bassa dignità, di così bassa serietà; e, signor presidente del Consiglio , se lo dico, evidentemente non ne faccio carico a lei, ne faccio carico a noi. questa è la realtà del Parlamento repubblicano. ed è davvero la Brigata rossa , signor presidente del Consiglio , che è il nostro pericolo? grazie al laico dissentire, magari da compagni, di noi rispetto a coloro che hanno scelto le vie del terrorismo e grazie al nostro laico riconoscere come compagni, o come fratelli coloro che hanno scelto la via dell' assassinio, oltre che del suicidio, per cercare di affermare le loro idee e quindi sono assassini anche innanzi alla legge dei nostri cuori; oggi, forse, vi sono segni di dibattito, segni di indebolimento, segni di scelte forse diverse. io mi chiedo se le prigioni speciali di Dalla Chiesa siano davvero servite a questo; è possibile, ma mi pare più probabile che sono nelle scelte dei compagni Pinto, dei compagni di « Lotta Continua » , di Boato, in noi non violenti , nelle scelte di coloro che dicono che è sempre meglio nella lotta politica, ma anche nella vita umana dare alle proprie idee il proprio corpo, piuttosto che il corpo degli altri. questa è la sostanza della differenza fra violenti e non violenti . forse per questo ci accingiamo, signor presidente del Consiglio , a superare per ora la prospettiva dei momenti di terrore che abbiano innanzi. ho parlato fin qui come presidente del gruppo radicale; parlo ora a titolo personale. sono disposto, signor presidente del Consiglio , a titolo personale, a votare per il suo Governo, ad una condizione: non appartengo a coloro che hanno sufficiente fede per sacrificare l' uomo davanti ad un progetto d' uomo, la vita davanti ad un progetto di vita. signor presidente del Consiglio , muoiono 50 milioni di persone; ne sono morte 27 milioni finora. da ora al 31 dicembre ne stanno per morire altrettante. non importa se hanno meno di 10 o di 5 anni; non importa! stanno morendo mentre noi passiamo da 408 miliardi di dollari di investimenti nelle armi a circa 500 miliardi e mentre la NATO ci chiede, per dicembre, di buttare a mare, essendo superate, armi già sofisticate che costano decine e decine di migliaia di dollari. questo per il 31 dicembre, signor presidente del Consiglio . io sono un non credente ; lei è un credente; voi siete democristiani; noi siamo socialisti-comunisti. per vie diverse, una cifra umana supera, comprendendola, la scelta politica di ciascuno. noi crediamo all' internazionalismo ed alla pace da conquistare in un certo modo; voi credete ed avete anche il dovere di obbedire alle gloriose servitù che avete nella vostra esistenza. per l' aborto avete obbedito ad ordini della Chiesa. ebbene, la Chiesa ed il Papa, questo Papa, e il suo predecessore, il suo predecessore e il suo predecessore — gli ultimi quattro Papi — hanno chiesto in modi a volte anche politici che in nome di un progetto d' uomo non si continuasse a uccidere l' uomo e che le spese per le armi fossero spese direttamente per impedire, già oggi, qualche morte. è possibile, signor presidente del Consiglio , con poche migliaia di miliardi di lire salvare sicuramente moltissime centinaia di migliaia di persone di qui al 31 dicembre. conosco l' obiezione: e dopo, se non si muta la struttura? da Dom Franzoni ai tecnici ed a Visentini, tutti dicono queste cose e le pensano. ma costoro, da vent' anni , stanno edificando questo mondo nel quale, in un anno, noi assassiniamo più di quanto in 10 anni non abbiano fatto Stalin e Hitler. signor presidente del Consiglio , io non credo che lei possa insegnare a chiunque altro (ed io nemmeno), a figli, a nipoti o a padri che la vita è sacra attorno a sé, che è sacra la vita di Aldo Moro o è sacra — Francesco Cossiga — la vita di Giorgiana Masi , se dai posti che occupiamo — lei dal suo di presidente del Consiglio e io dal mio di deputato — accettiamo il nulla fare perché ogni giorno ci porti queste decine di migliaia di morti, perché noi distogliamo attivamente il pane necessario alla vita di milioni di persone, per destinarlo alle spese per armamenti. se il 1° gennaio del prossimo anno avremo un milione di bocche salvate in più, sicuramente in quel momento sarà ancora più drammatico il problema della riforma di struttura, di dare senso a queste vite salvate! allora, forse potremo fare qualcosa. signor presidente del Consiglio , vi è una sessione dell' Onu tra poche settimane: vi andò un tempo il Papa; un' altra volta, un ministro degli Esteri italiano. lei crede che il Governo delle cose del nostro tempo, dei suoi, dei miei, degli altri e degli altrui sentimenti, non consenta di fare qualcosa come per il Vietnam, tra mille critiche? in termini puramente economici forse il conto non torna, ma non sono d' accordo: quelle navi comunque avrebbero consumato anche se fossero rimaste nel Mediterraneo, ecco l' errare. si dice che esse consumino, perché le abbiamo inviate a salvare vite: ma chi mette in conto la dignità umana ritrovata e la fierezza del marinaio italiano (ed anche dell' ufficiale) che non sa perché è soldato, visto che la patria è una cosa diversa da quella dei decenni precedenti? personalmente ritengo che qualsiasi governo, che desse una garanzia in questo senso, non potrebbe minimamente consentirmi altro voto se non di approvazione, densa di contraddizioni ma precisa, perché Governo significa governare le situazioni, e governare innanzitutto la vita piuttosto che la morte. lo farei a titolo personale e le critiche sarebbero molte ma, signor presidente del Consiglio , quell' unità che, da parte dei compagni comunisti che ancora non ci conoscono e da parte molti di voi ci è stato a lungo rimproverato di non voler cercare (i radicali non darebbero indicazioni positive), quell' unità l' abbiamo sempre voluta e forse speriamo di saperla creare noi: un' unità sui valori di credenti cattolici, socialisti, comunisti, di credenti nella libertà può essere sconvolgente, ma non può esserlo quella delle strategie sofisticate, più o meno ingraiane, con incontri delle strutture nei vertici partecipazionistici o meno, vuotando i bilanci dei patti di Varsavia o della NATO, smentendo ogni giorno la profezia cristiana e la prassi, credo, di lotta e di esistenza di classe dei socialisti e degli altri! questa è una via di unità possibile e nuova. se continuerete ad illudervi, se non con l' umiltà ma con la modestia di questo tran-tran quotidiano senza sconvolgimenti e mutamenti di obiettivi, che sia passibile avere un' altra società, con altri governi ed altre maggioranze, temo che l' utopia sia vostra e non nostra, signor presidente del Consiglio , compagni comunisti, amici democristiani e colleghi! è una squallida utopia perché improponibile a vecchi, giovani, donne e uomini: improponibile al di fuori di queste sedi che non a caso, dinanzi al suo Governo, signor presidente del Consiglio , diventano più deserte e desolate.