Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 145 - seduta del 18-04-1980
1980 - Governo II Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 145
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevoli rappresentanti del Governo, dopo la lunga divagazione radicale avevo pensato di riprendere correttamente il filo del dibattito sulla soluzione data alla crisi di Governo ; ci sono però due argomenti non estranei al dibattito che vorrei brevemente e preventivamente trattare. il primo concerne il nostro atteggiamento a proposito del tema della fame nel mondo ; tema che — lo riconosco — è connesso alla soluzione della crisi di Governo sia perché in questi giorni i giornali hanno annunziato trattative fra il Governo e il partito radicale a questo riguardo, sia perché, se le trattative giungeranno (o sono giunte) ad uno sbocco positivo, si tratterà di dare luogo nei prossimi giorni a decisioni importanti a proposito di variazioni sul bilancio. credo che sia necessario dire qualcosa al riguardo riferendomi all' ultima parte dell' intervento dell' onorevole Pannella. a nessuno, per motivo umani, può sfuggire l' esistenza, l' importanza e la gravità del problema. però sono problemi sui quali bisogna guardare a fondo avendo il coraggio della schiettezza, di guardare alle cose come esse sono e non come vorremmo potessero essere. quando qualche giorno fa, nel corso di un dibattito televisivo, ho detto che l' Africa è in casa nostra, ritengo di aver detto la verità, una verità dura, una verità che può essere considerata spiacevole, una verità della quale, come italiani, ci dobbiamo vergognare, ma una verità alla quale dobbiamo porre mente, nel momento in cui si sta per approvare o modificare il bilancio dello Stato , e nel momento in cui il Governo, a cui competono le massime responsabilità, si mette le mani tra i capelli, come sta facendo in questi giorni, per andare incontro ad una richiesta, ampiamente sentita dai lavoratori, e apre, come leggiamo questa mattina sui giornali, un « buco » di 700 miliardi nel bilancio. ritengo che a questi problemi si debba guardare nella realtà obiettiva, sociale ed economica del nostro paese e nella realtà delle condizioni in cui vive tanta povera gente nel nostro paese. se questa è demagogia, penso di dover professare questa sacrosanta demagogia, anche come deputato eletto nel Parlamento europeo per la circoscrizione del Mezzogiorno d' Italia. si discute, si tratta se debbano essere destinati 700, mille o 5 mila miliardi alla lotta contro la fame nel mondo . si arriva a dire in Assemblea, e non ho alcuna censura da porre, che: « ci asteniamo se » . quindi si contratta in termini politici, e non soltanto in termini tecnici e socio-economici, su questo problema e ci si dimentica, ripeto, che l' Africa è in casa nostra. mi riferisco, rivolgendomi ai ministri che sono cortesemente presenti, a quanto qualche giorno fa, mi è stato dato di constatare e controllare a Napoli. dovete sapere — e sono convinto che non lo sappiate — che esiste a Napoli ancora un campo profughi d' Africa, quel che parecchi anni or sono furono cacciati dall' amico di tanti, il colonnello Gheddafi, e tornarono in Italia spogliati, depredati di ogni loro avere, persino dei risparmi che avevano in banca, a Tripoli o nelle località libiche dalle quali provenivano. è un campo celebre per chi si è occupato attentamente ed umanamente di questi problemi anche se è carne bianca, carne nostra, anche se non è carne nera o gialla o di lontane contrade. il campo della Canzianella conteneva a suo tempo circa duemila profughi: oggi ne sono rimasti settanta. mi direte: « ti occupi di un problema che riguarda settanta persone? » . credo di occuparmi di un problema che riguarda settanta persone. sono vecchi, nessun partito li tutela, settanta unità sono una quantità irrilevante dal punto di vista elettorale, là dove ci si accinge a votare e a far votare per clientela. sono abbandonati da tutti e a tal punto che, avendo il diritto di percepire dallo Stato, tramite la regione, mille lire al giorno di sussidio, con le quali debbono provvedere a tutte le spese tranne il giaciglio, attendono da quattro mesi il pagamento delle loro 30 mila lire mensili. si sono rivolti agli uffici (dormenti) della regione, prima di Pasqua, per poter avere, a Pasqua, un acconto di 10 mila lire su quella somma di 30 mila lire al mese che non ricevono da Natale. sono stati trattati sgarbatamente, dal momento che è stato detto loro: « non ci sono fondi » . vicino a Napoli, nei giorni scorsi, vi sono stati tumulti per il fatto — e questa è responsabilità anche del Governo, non soltanto del signor sindaco comunista di Napoli — che sono stati fatti saltare tre edifici di cinque piani perché abusivi. vi sono edifici di cinque piani che sono abusivi! l' abusivismo, così chiamato, è stato tollerato, a forza, da tutti i governi del nostro paese, da molti anni a questa parte; e voi sapete benissimo, a qualunque gruppo parlamentare apparteniate, che si è trattato e si tratta di un abusivismo al quale si è stati costretti, che costituisce un disperato tentativo posto in essere da parte di gente certamente non ricca (perché i ricchi non hanno bisogno di ricorrere all' abusivismo spicciolo, in quanto possono costruirsi i superattici dopo aver ottenuto le licenze grazie alle clientele mafiose che fanno capo ai governi centrali e regionali), che ha investito i suoi risparmi per ottenere un tetto. ebbene, questi tre palazzi sono stati fatti saltare con il tritolo: ciò è avvenuto ieri o l' altro ieri. e allora, dobbiamo anche in questa occasione constatare che quando i derelitti, i senzatetto, gli abitanti dei bassi, chiedono una casa, si sentono rispondere che il bilancio non lo permette, i soldi non ci sono. di fronte a questa situazione, dobbiamo ora sopportare che vi sia un colloquio tra il Governo ed il partito radicale , su questo tema, e che il partito radicale tratti, che il segretario della Democrazia Cristiana si sbracci per ricevere il segretario del partito radicale per discutere e per trattare: per trattare diciotto voti di astensione, senza contare i due voti del Senato, che ormai non sono più disponibili, visto che i due senatori radicali hanno espresso voto contrario. tutto questo per diciotto astensioni! tutto ciò quando esiste un Governo, una maggioranza, un Parlamento: ma nessuno tra voi, di nessuna parte politica , ha detto al riguardo una parola di verità. avete il timore di essere definiti antiumanitari. avete il timore che si possa dire, nel resto del mondo, che il Parlamento ed il governo italiano non avvertono l' urgenza, della solidarietà da manifestare nei confronti del terzo mondo , dei paesi sottosviluppati. ma c' è di più, signori ministri, perché nella mia qualità di deputato europeo, facente parte della Commissione del Parlamento europeo per le relazioni economiche tra l' Europa ed il resto del mondo, ho chiesto chiarimenti sulla destinazione di questo denaro, sul controllo circa tale destinazione, sugli enti erogatori e sugli eventuali beneficiari. ho chiesto tali chiarimenti nella sede più responsabile, dato che a quella seduta della Commissione che si tenne nello scorso novembre partecipava, proprio per rispondere alle domande dei deputati europei, l' allora presidente in carica , irlandese, del Consiglio dei ministri della Comunità Europea . io feci una domanda precisa: chiesi, cioè, se gli aiuti fossero condizionati o incondizionati, se — per essere più preciso — essi fossero destinati indiscriminatamente a tutti gli Stati e statarelli, africani in particolare, indipendentemente dal regime dominante in quegli Stati e dalle garanzie democratiche, di libertà e di onestà. il presidente del Consiglio mi rispose che non poteva darmi alcuna garanzia, che non era possibile scegliere, discriminare e che gli aiuti andavano indiscriminatamente a tutti i paesi considerati sottosviluppati: il defunto regime di Amin, il defunto regime di Bokassa, il regime senza alcun dubbio ultracomunista e non certo impostato su principi umanitari che vige ora in Etiopia, sarebbero beneficiati; il che vuol dire che si toglie un pezzetto di pane di bocca ad un disoccupato italiano, ad un senzatetto italiano, ad un affamato italiano, ad un profugo italiano, per darlo ad un antropofago africano. è la tesi-limite, la mia, ma è la tesi-limite che si concreta poi in scelte reali. c' è qualche altra cosa ancor più grave che voglio citare. da un certo punto di vista mi duole essere il solo a farlo tra i segretari dei partiti, dall' altro sono fiero di farlo: attenti alle speculazioni, attenti alle multinazionali! ci sono infatti multinazionali le quali stanno incettando viveri a basso prezzo, con i soldi provenienti dalle generose sottoscrizioni in favore dei sottosviluppati e li commerciano nel mercato mondiale. si tratta del riso, dello zucchero, della pasta, dell' olio, dei famosi surplus che, da quando è in atto questa grossa campagna, così abilmente orchestrata in Italia (e non soltanto in Italia), vengono incettati da determinate compagnie, da determinate associazioni e inseriti nel mercato mondiale. ne sa qualche cosa il patrio Governo? avete preso delle precauzioni? avete preso delle informazioni? ritenete voi di potervi permettere di spendere denaro italiano per soccorsi all' estero, senza almeno quelle garanzie tecniche che siete tenuti, in relazione alle leggi vigenti nel nostro paese, a offrire a voi stessi, all' erario, al contribuente italiano, quando si tratta di spendere soldi in Italia? è possibile che per l' estero si possano esercitare queste colossali operazioni di peculato per distrazione? questo infatti è peculato. se non controllate, se non siete in grado di controllare, se non sapete quali enti controlleranno a loro volta tali erogazioni, vi rendete colpevoli di un peculato per distrazione e di un permanente attentato al popolo lavoratore italiano, soprattutto alle parti più dolenti del popolo lavoratore italiano. il secondo tema, tecnicamente estraneo al dibattito, ma al quale devo per un momento ricorrere per chiarire ai pochi presenti e anche ai colleghi e agli amici del mio partito il motivo per il quale, contrariamente alle mie consuetudini, ho interrotto così pesantemente poco fa lo onorevole Pannella, mi viene alla mente perché oggi è il 18 aprile 1980. onorevoli colleghi , signori ministri, signor presidente , dovete sapere che esattamente dieci anni fa a Genova, — ecco perché mi sono inalberato, commosso, pesantemente irritato quando ho sentito parlare in quello spregevole modo dell' operazione che i carabinieri hanno condotto a Genova qualche giorno fa — a quest' ora parlavo in piazza, per tenere un normale comizio. davanti a me c' era una folla plaudente, assolutamente pacifica, di amici, di simpatizzanti. dietro le mie spalle si trovavano esattamente sette teppisti, con le sacche cariche di pietre (allora per mia fortuna non usavano le bottiglie molotov ) e cominciarono il tiro a segno. io avevo il compito di parlare, di non interrompere io stesso il comizio che stavo tenendo: in questo modo avevo il compito di tutelare l' ordine pubblico . purtroppo il signor questore di Genova di allora non la pensava come me, sicché, invece di tutelare l' ordine pubblico e di provvedere a far sgomberare quei sette teppisti, lasciò del tutto indisturbati i teppisti e tenne le forze a disposizione nell' altra parte della piazza. in breve, stavano per colpirmi al capo, con un sasso pesante che mi avrebbe fracassato il cranio: un giovane attivista del mio partito, Ugo Venturini, 33 anni, padre di un figlioletto, operaio, si frappose. io non potevo vedere quello che accadeva esattamente alle mie spalle. si frappose. gli fu fracassato il cranio e morì. fu quello il primo episodio di tanta gravità, il primo episodio, in ordine di tempo, che si è verificato nel nostro paese. e forse a quell' episodio non sarebbero seguiti tanti altri, se coloro che non avevano tutelato l' ordine per impedire che si giungesse a tanto avessero, successivamente, saputo rappresentare la giustizia. i testimoni erano molto numerosi, i sette erano stati fotografati, addirittura cinematografati, durante gli incidenti. furono tutti quanti immediatamente individuati e rinviati a giudizio; senonché furono prosciolti in istruttoria tutti e sette, in quanto non si riuscì a raggiungere, negli interrogatori, la certezza su chi fra i sette avesse gettato il sasso mortale. e probabilmente, anzi certamente, quei sette hanno successivamente fatto parte delle formazioni brigatiste in Genova. e quando l' onorevole Pannella tentava la difesa dei brigatisti e la aggressione morale, ignobile, nei confronti dei carabinieri, pensavo dentro di me, forse impietosamente, forse non cristianamente — ma non me ne pento, e il Signore Iddio mi perdonerà quando mi presenterò a lui, non per tanti altri peccati, ma almeno per questo — , quando Pannella se la prendeva con i carabinieri « assassini » voglia il cielo che fra quei quattro giustiziati (è il caso di dirlo, giustiziati), vi sia almeno uno dei sette assassini dell' operaio trentatreenne, Ugo Venturini! con il che, mi guardo bene dall' investire il tema scottante dell' ordine pubblico , perché ne parlerà, non so se stasera o domani, il collega onorevole Servello, mentre il collega onorevole Mennitti ha tanto bravamente parlato ieri sui temi socio-economici, il collega onorevole Romualdi parlerà domani sui temi della politica estera ed io, rientrando nei binari — chiedo scusa per questa iniziale, e, d' altra parte, costretta, mia divagazione — , mi occuperò rapidamente della parte generale delle comunicazioni del signor presidente del Consiglio , a proposito della soluzione della crisi di Governo , cioè della parte relativa alla formula ed alla struttura di Governo. voglio citare con esattezza quanto lo stesso presidente del Consiglio ha detto nella replica di ieri al Senato, perché in essa egli ha insistito, in maniera particolare, direi prioritaria, su due argomenti: innanzitutto, la differenza tra questo Governo ed il precedente, tra un Governo a maggioranza precostituita ed un Governo che era condizionato — ha detto testualmente l' onorevole Cossiga — nel suo nascere e nel suo operare da quella intrinseca provvisorietà che deriva dal non disporre di una propria maggioranza. questa è la prima tesi sostenuta dall' onorevole Cossiga, con molta sicurezza, quasi con sicumera, tanto che egli ha cominciato dicendo: « non penso si possa contraddire l' affermazione che... » . seconda tesi sostenuta dall' onorevole Cossiga, con eguale insistenza: « appartiene alle forze politiche , ad ognuna di esse, elaborare e perseguire una propria strategia globale di movimento; al Governo incombe il dovere di elaborare e attuare una strategia di Governo, nell' ambito delle proprie competenze » . quindi, è un governo di coalizione , è un Governo con maggioranza precostituita , è un Governo che non soffre di intrinseca provvisorietà, però i partiti che fanno parte dello stesso hanno una strategia di movimento, la quale non coincide, ma si può conciliare e si concilia, con la strategia di Governo, che spetta al Governo stesso, nell' ambito delle proprie competenze. sono tesi apparentemente ineccepibili o che, per lo meno, il presidente del Consiglio ritiene ineccepibili. sono tesi entrambe contraddittorie ed assai fragili. non è difficile dimostrarlo. io sarei probabilmente ingeneroso se, per dimostrare che la prima tesi, cioè la tesi secondo cui quello attuale è un governo di coalizione , con maggioranza precostituita e quindi non soffre di intrinseca provvisorietà, sarei — ripeto — ingeneroso se, per dimostrare che il presidente del Consiglio ha detto cosa non vera, ripetessi quanto ha brillantemente detto all' inizio del suo intervento di ieri l' onorevole Mennitti, e cioè che nella storia parlamentare italiana del secondo dopoguerra questo è il primo Governo, con maggioranza precostituita sì, ma con una maggioranza che, prima ancora del voto di fiducia alla Camera, si è sfaldata, tanto che questo è il primo Governo nella storia parlamentare italiana che è stato bocciato due volte alla Camera dei Deputati (una volta in Assemblea, una volta in Commissione), in votazioni di grosso significato politico ancora prima di ricevere il voto di fiducia che certamente potrà avere domenica prossima. stavo dicendo che sarei forse ingeneroso dicendo ciò perché può anche darsi, in una ipotesi che per altro non condivido, che queste siano mosse di assestamento dopo il terremoto delle settimane scorse, dovuto alla crisi. quindi, può anche darsi che queste prime votazioni contrarie al Governo e quindi, queste prime sfaldature nella maggioranza siano da considerarsi come mosse di assestamento. tuttavia, la realtà è che il « Cossiga-bis » non è un governo di coalizione . e questo potrebbe essere definito come il Governo delle « divergenze parallele » , se la definizione vi aggrada, perché è vero che Democrazia Cristiana , partito socialista e partito repubblicano si sono messi almeno temporaneamente d' accordo per dare luogo ad una compagine governativa, ma è anche vero che quella strategia di movimento, della quale parla il presidente del Consiglio , non si muove nei partiti e al di fuori del Governo, bensì al suo interno. il Governo è stato definito ambiguo; deve essere definito diviso poiché tale è, essendo diviso in se stesso . non si tratta quindi, di un governo di coalizione se non nella forma e nell' apparenza, perché la strategia di movimento conduce e condurrà fatalmente una parte degli uomini di Governo nella direzione del pentapartito, un' altra parte nella direzione dell' ingresso del partito comunista nella compagine governativa. sicché il movimento comporterà una dissociazione, una divaricazione, appunto quella che io ho chiamato la formula delle « divergenze parallele » , molto peggiore dell' antica formula, ambigua anch' essa, delle convergenze parallele , formula responsabile del centrosinistra, degli equilibri più avanzati e di tutti i disastri che ne sono derivati al popolo italiano . bisogna considerare, infatti, che la cosiddetta strategia di movimento non condiziona il Governo soltanto nella vera e propria strategia, ma lo condiziona anche nella tattica. lo condiziona ogni giorno, così come si è già potuto constatare a proposito dei diversi e divaricanti comportamenti delle componenti della cosiddetta compagine governativa. sicché o la strategia di movimento diventa la strategia della paralisi permanente (o della paralisi progressiva), o la strategia di movimento porta alla spaccatura della compagine e una delle componenti prevarrà sull' altra e si giungerà, in tempi forse non lunghi, ad una nuova crisi. questa è una previsione che può sembrare eccessiva ma che, alla stregua dei primi giorni di vita asfittica e contraddittoria di questo Governo, non può essere considerata, a mio avviso, fuori della realtà. il mio discorso non sarebbe valido se il presidente del Consiglio potesse obiettare che alla strategia di movimento delle componenti del Governo al suo interno, si contrapponesse una politica di centralità. siccome sono un po' pignolo quando seguo i discorsi di presentazione di un Governo alla Camera, ho avuto cura di confrontare il testo scritto che era stato cortesemente distribuito ad ogni gruppo e ad ogni partito con quello effettivamente pronunziato dal presidente del Consiglio . così mi sono accorto che nel testo scritto distribuitoci era contenuta la parola « centralità » , mentre nel testo pronunciato dal presidente del Consiglio (non ho controllato, ma credo sia registrata nel resoconto stenografico ) la parola « centralità » è stata sostituita con la parola « centro » . perché? perché? evidentemente perché la parola centralità o centralismo democratico richiama formule che i socialisti non tollerano più, e pertanto il presidente del Consiglio ha dovuto indietreggiare nei confronti di quella formula. comunque se, invece di centro e di centralità si volesse dire mediazione e il presidente del Consiglio volesse sostenere che è compito e capacità del Governo quella di mediare tra le forze componenti il Governo stesso e tra di loro divaricate, io rispondo che non occorre aver letto Hegel per sapere che la mediazione o è dinamica o non è; quando la mediazione è puramente passiva, registrativa, quando la mediazione — non si offendano i pochi colleghi qui presenti — è tipicamente democristiana (e al riguardo ho parlato in una recente occasione della « questione democristiana » , cioè di questo partito che, per voler essere tutto ed il contrario di tutto, finisce con l' essere nulla e per ridurre al nulla tutte le forze che incautamente o intelligentemente ritengano di collaborare con esso), la centralità, il centrismo, il centralismo, quello che volete non è elemento dinamico di impulso e si riduce a registrare e a subire le contrapposte spinte, evidentemente si giunge al risultato che io vi stavo dicendo e pertanto si giunge ad una crisi di divaricazione. anche la seconda tesi sostenuta dal presidente del Consiglio è contraddittoria e non è valida: non si può sostenere che una strategia di movimento non contrasta con una strategia di Governo, immaginando che la strategia di movimento riguardi solo i partiti che compongono la coalizione. nossignore, la strategia di movimento riguarda le correnti dei partiti e allora c' è una seconda divaricazione all' interno della prima; le correnti dei partiti figurano al Governo come correnti interne al Governo stesso. c' è il più scandaloso dei casi, che è quello della sinistra socialista, la quale ha ufficialmente dichiarato, attraverso i suoi massimi esponenti, di aver prestato al Governo-bis dell' onorevole Cossiga, un ministro, l' onorevole Aniasi, il quale non credo sia diventato ministro della Sanità per ragioni di competenza e forse neppure per ragioni di riconosciuta moralità politica, visto che si tratta di uno dei personaggi più chiacchierati del regime; ampiamente chiacchierato soprattutto a Milano, dopo le non felici e non pulite sue esperienze di amministratore di quella grande città. non credo di sbagliare. il signor presidente del Consiglio ha proposto, e il signor presidente della Repubblica ha firmato e l' onorevole Aniasi, non competente, chiacchierato e quindi probabilmente non probo, è entrato nel Governo con un solo titolo, quello di appartenere ad una corrente del partito socialista , il cui contributo è stato ritenuto dall' onorevole Craxi indispensabile ed è stato pagato con questo prezzo di incompetenza e probabilmente anche di disonestà. è stato pagato ad un prezzo ancora più alto perché — ripeto — , lo hanno dichiarato ufficialmente — l' onorevole Aniasi è entrato in prestito a nome della corrente di sinistra del partito socialista , la quale ha dichiarato di non condividere l' operazione governativa e di aver dato in prestito, in osservazione un suo ministro alla compagine presieduta dall' onorevole Cossiga. e questo vuol dire che da un momento all' altro, qualora la sinistra socialista ritenesse di essere scontenta di prossime o future decisioni di questo Governo, potrebbe ordinare al suo personale ministro di ritirarsi dalla compagine governativa con motivazioni che potrebbero anche dilatare la crisi e costringere il presidente del Consiglio non ad un semplice rimpasto, ma a qualcosa di peggio. d' altra parte ritengo abbiate letto sui giornali di questa mattina le dichiarazioni dell' onorevole Signorile a nome della sinistra socialista e dell' onorevole Cabras a nome di una corrente della Democrazia Cristiana : dichiarazioni di sfiducia nell' operato, nella funzione, nella composizione, nella formula, nel programma del Governo; il che vuol dire, ripeto, che la strategia di movimento si muove a tal punto da determinare una situazione di estrema fragilità di questo Governo ancor prima che si possa perfezionare alla Camera l' operazione fiducia. allora ci dobbiamo chiedere: cosa significa questo Governo nella vita politica del nostro paese, nella evoluzione o piuttosto nella involuzione del nostro paese, cosa significa quel è la funzione, quali sono gli sbocchi possibili? so di dire un luogo comune quando dico che questo è il Governo dell' ambiguità, so di dire un luogo comune quando dico — ma è la verità — che questo Governo è da considerare, in termini politici, non in termini temporali, un vero e proprio Governo-ponte, che in sé non ha se non la personalità che gli attribuiscono coloro che lo vogliono determinare, condurre e condizionare in un determinato senso, o in quello opposto. sappiamo tutti queste cose e voglio al riguardo, sebbene pensi cosa leggermente diversa, accettare la interpretazione che il neocinese onorevole Berlinguer qualche giorno fa, parlando al Consiglio nazionale del partito comunista , ha dato di questo Governo. l' onorevole Berlinguer ha detto che questo Governo è aperto a tutti gli sbocchi; voleva dire aperto a entrambi gli sbocchi, voleva dire che è aperto al pentapartito — propagandisticamente gli fa comodo sostenere questa tesi — ma non ha escluso (in un discorso responsabile al Consiglio nazionale del suo partito) che questo Governo sia aperto ad uno futuro con la partecipazione del partito comunista . signori ministri, onorevoli colleghi , vi faccio rilevare che è la prima volta che il capo del partito comunista può considerare un Governo della Repubblica contro il quale lo stesso partito vota, contro il quale si esprime, come un Governo della Repubblica aperto, in qualità di Governo-ponte, ad un futuro successivo Governo con la partecipazione del partito comunista . vi faccio rilevare che anche secondo l' aspetto indubbiamente prudente, tattico, elettorale (fra un istante mi riferirò a questo problema) o preelettorale, questo Governo si presenta come un Governo-ponte verso la entrata dei comunisti, e questo avviene immediatamente dopo il congresso della Democrazia Cristiana , immediatamente dopo la vittoria dell' « area Pic » (come la chiamo io) all' « area Zac » , immediatamente dopo la votazione del famoso preambolo, immediatamente dopo le garanzie che sempre per motivi elettorali sono state date dalla Democrazia Cristiana all' opinione pubblica , al popolo italiano a proposito del non ingresso, anche in prospettiva, del partito comunista in un Governo della Repubblica. per quale motivo Berlinguer si è espresso con tanta cautela, per quel motivo la Democrazia Cristiana a sua volta si esprime con tanta cautela? vi ho accennato ma non è male ricordarlo — che è per un motivo preelettorale evidente: lo hanno detto anche altri oratori, in quest' Aula e durante questo dibattito. è evidente che il partito comunista in questo momento, per recuperare larghe frange del suo elettorato, specialmente quelle giovanili ed operaie che ha perduto e sta perdendo particolarmente nel Mezzogiorno di Italia, deve presentarsi come in dotta, in urto, in opposizione anche drastica nei confronti della Democrazia Cristiana e quindi del Governo costituito dall' onorevole Cossiga. è altrettanto evidente che la Democrazia Cristiana , nel tentativo di non perdere frange, o larghe frange di voti cattolici, antimarxisti, anticomunisti, si deve presentare in questo momento come chiusa ad una collaborazione immediata con il partito comunista . se in una situazione simile, così delicata per entrambi i partiti, tanto i democristiani quanto i comunisti parlano un linguaggio reciproco che è di urto e di opposizione, ma anche di enorme rispetto e condiscendenza, come tra un minuto mi permetterò di rilevare, evidentemente lo sbocco più probabile in base al quale la maggioranza della Democrazia Cristiana ha patrocinato il Governo tripartito è lo sbocco nella collaborazione con i comunisti. quando pertanto io mi chiedo quale sia la funzione di questo Governo, debbo tenere conto, onorevole ministro, del fatto che un Governo così diviso all' interno, così fragile per la partecipazione al suo interno non soltanto di partiti divisi tra loro, ma divisi in se stessi , si riduce ad essere condizionato dalle forze armate , cioè dalle opposizioni (di comodo o vere) che premono in un senso o nell' altro dall' esterno sul Governo. infatti la parte più rilevante, quella che ha destato maggiore interesse, direi maggiore curiosità, nel discorso di presentazione dell' onorevole Cossiga alle Camere è stata la parte finale, quella nella quale ha passato in rassegna le opposizioni, dal partito comunista al partito socialdemocratico , al partito liberale , alla sinistra indipendente, ai demoproletari, al partito radicale : tutte le opposizioni, quindi, tranne la nostra. io che sono, insieme a tutti i colleghi dei nostri gruppi, fermissimo oppositore di questo Governo e dell' onorevole Cossiga in quanto presidente del Consiglio , devo rivolgere, a nome di tutto il MSI-Destra Nazionale e a nome di tutti i colleghi deputati e senatori, un leale ringraziamento — lo dico senza ironia, onorevole ministro — all' onorevole Cossiga, per non averci citato in quell' elenco, in quel cumulo di sviolinature indirizzate, nella parte finale del suo discorso di presentazione alle Camere, a tutte le opposizioni o cosiddette opposizioni. se ci avesse citati in quel quadro, ci avrebbe infangati, ed io avrei dovuto guardarmi allo specchio per tentare di riconoscermi senza però riconoscermi, in quanto il MSI-Destra Nazionale non merita, non ha mai meritato e non meriterà mai di essere trattato dal presidente del Consiglio , chiunque egli sia, con l' ambiguità, con la doppiezza, con le sviolinature interessate che il signor presidente del Consiglio ha ritenuto di dedicare a tutte le altre forze di cosiddetta opposizione. a prescindere da questo rilievo, che è molto garbato, ma anche molto fermo (e che vale a chiarire, direi per sempre, la linea di condotta, morale ancora prima che politica, del partito che ho l' onore di dirigere), passiamo rapidamente all' esame delle posizioni che il Governo ha ritenuto di assumere nei confronti degli altri partiti di cosidetta o di autentica opposizione. e cominciamo dal partito comunista . signor ministro, nei confronti del partito comunista l' onorevole Cossiga, nella parte finale del suo intervento di presentazione del suo Governo alle Camere e anche in vari passi della replica pronunziata al Senato, si è espresso in guisa tale che, se per avventura fra mille anni lo stesso onorevole Cossiga sarà presidente di un governo di coalizione con il partito comunista , non potrà dire una parola di più per giustificare la presenza autorevolissima di quel partito nel Governo. non solo, infatti, ha riconosciuto al partito comunista tutto ciò che sin qui la stessa Democrazia Cristiana , nel recente congresso nazionale, aveva — per altro con espressioni molto più sfumate — ritenuto di riconoscere, ma non ha avanzato neppure una delle riserve che sin qui anche il più sinistro fra i democratici cristiani ha ritenuto di dover avanzare, se non altro per motivi di propaganda, nei confronti del partito comunista . non una parola a proposito degli incerti — o ambigui o non soddisfacenti o non sufficientemente chiari — atteggiamenti del partito comunista in politica estera . non una parola! l' onorevole Cossiga ha dedicato al partito comunista una specie di epigrafe esaltatoria o per lo meno dei riconoscimenti pieni e incondizionati. c' è quindi da meravigliarsi che, dopo tutti quegli elogi, non si sia giunti alla conseguenza logica: siccome siete bravi, rappresentativi del popolo lavoratore italiano, rappresentativi della tradizione della unità e dalla solidarietà nazionale, siccome avete insieme a noi costruito la prima Repubblica nata dalla Resistenza, siccome siete un grande Partito Popolare , accomodatevi! no, si dice tutto questo, nel discorso dell' onorevole Cossiga, ma non si spiega allora perché un partito così bello, così bravo, così glorioso, così importante, così rappresentativo, così utile, così responsabile (soprattutto questo!) non venga inserito nella compagine governativa. è un mistero, al quale subito dopo ne segue un altro, perché si parla dei socialdemocratici e dei liberali come di forze la cui tradizione è indiscutibile, è rispettabilissima, il cui passato è cristallino, la cui collaborazione è stata preziosa, la cui collaborazione viene in una prospettiva più o meno vaga e generica nuovamente auspicata, sicché ci si attende di sentir dire immediatamente dopo da parte del presidente del Consiglio : per questi motivi non vi cacciamo via. no, neppure una parola sui motivi per i quali queste benemerite, gloriose, valide, responsabili, rappresentative, risorgimentali e non so che altro forze debbano essere tenute fuori dallo uscio, anzi sbattute fuori dall' uscio. sono considerazioni politiche che credo abbiano un certo rilievo, anche se le altre parti presenti in quest' Aula si guardano bene dal rilevarle. quanto ai radicali, ci siamo chiesti i motivi per i quali i radicali sono stati, insieme con i demoproletari e con la sinistra indipendente, presi per la manina dal presidente del Consiglio incaricato, e trattati con tanto garbo e con tanto riguardo. le ipotesi sono tante: la fame nel mondo , certe complicità socialiste; abbiamo visto oggi l' onorevole Craxi così visibilmente intenerito per l' esibizione del suo neoallievo, l' onorevole Pannella; vi sono certe strofinature con ambienti, per essere chiari, manciniani, certe complicità nel favorire a tutti i costi certi sovversivi di comodo, che al regime sono serviti e può darsi servano, quei sovversivi nei confronti dei quali vi sono tutte le garanzie e tutte le guarentigie possibili, per carità!, non leggi speciali e neppure applicazione delle leggi vigenti. si possono fare tante ipotesi. si può anche fare una ipotesi, che è la più avvilente, ma che forse è l' ipotesi vera, quella che giustifica — se si può parlare di giustificazione questo ignobile dibattito sulla fiducia, in questa atmosfera che non riguarda me in questo momento, ma riguarda il presidente del Consiglio , il Governo, la Presidenza della Camera, la Presidenza del Senato, dove le cose sono andate più o meno nello stesso modo. sappiamo tutti che si è giunti ad un dibattito, di quattro giorni, con votazioni la domenica, perché lo hanno praticamente ottenuto o imposto — siamo arrivati a questo punto i radicali, nei loro colloqui con la Presidenza del Consiglio , forse con la Presidenza della Camera, fuori delle riunioni dei capigruppo, con il segretario della Democrazia Cristiana . vorrei dire, rivolgendomi in questo momento al presidente della Camera : state bene attenti, perché non abbiamo alcuna intenzione di prestarci a giochi degradanti come questo. il MSI-Destra Nazionale , quanto a capacità ostruzionistiche, ne ha dimostrate nel tempo anche a iosa , con una piccola differenza. noi facemmo per esempio, l' ostruzionismo contro il « pacchetto » altoatesino, per difendere i confini e gli interessi del popolo italiano , considerati da destra, ma comunque sempre i confini e gli interessi del popolo italiano . costoro hanno fatto ostruzionismi per impedire che potessero passare leggi dal loro punto di vista troppo avverse ai terroristi. quindi vi è una differenza di fondo nei contenuti ed anche nello stile. ma non si pensi che i gruppi parlamentari del MSI-Destra Nazionale si possano associare ulteriormente alla ignobile commedia che si sta conducendo, una commedia intrisa di viltà, di rassegnazione, di pochezza, di incapacità. state attenti, perché se, per avventura, ci mettessimo a fare l' ostruzionismo noi, vi manderemmo all' aria tutte le attività parlamentari. noi non ci prestiamo a giochi di questo genere. in questo momento li denunziamo, però non è pensabile che i parlamentari di qualsiasi settore, che il Governo e le presidenze delle Camere si rassegnino. ve lo dico io, che propongo una alternativa a questo sistema, che chiedo un diverso Parlamento, eletto dal popolo italiano , ma, vivaddio!, con la rappresentanza delle forze reali delle categorie del mondo del lavoro e della produzione; ve lo dico che, a nome del mio partito, insisto per un presidente della Repubblica (e ne riparleremo) eletto direttamente dal popolo; ve lo dico io che potrei, in cuor mio, godere di questo spettacolo, che è la morte del Parlamento e (non vi illudete!) della prima Repubblica nata dalla Resistenza! così non funziona niente! in questo clima, con questa viltà di fronte agli autentici assassini della libertà del popolo italiano , non si procede! non pensate di poter sfidare ulteriormente il buon senso , la pazienza e la tolleranza di tutti quanti noi, perché, anche nel metodo, cominceremo a combattere questo stato di cose che non è assolutamente sopportabile. concludendo questa parte del mio intervento, relativa alla funzione del Governo Cossiga-bis, debbo dire che non si può parlare di centralità, ma soltanto di cedimento; si può dire — dopo aver detto che questo è il Governo delle « divergenze parallele » — che non è il Governo del preambolo, ma del preepilogo. in sostanza, questo è il Governo del preepilogo, qualunque sia la soluzione-ponte alla quale si potrà giungere, in avvenire. ora mi voglio occupare della struttura di questo Governo. a questo proposito, ed a proposito delle polemiche che sono immediatamente sorte non solo da parte nostra, ma di tutti i settori della stampa ed anche di quella di regime nei confronti di un Governo elefantiaco come questo, e per costituire il quale non si è tenuto conto né delle competenze, né della moralità degli uomini chiamati a comporlo, il presidente del Consiglio ha tentato delle difese, peraltro abbastanza abili. lo ha fatto nel discorso di replica al Senato del quale voglio correttamente tener conto. riferendosi all' articolo 82 della Costituzione, alle responsabilità del presidente della Repubblica , alla lettera di quest' ultimo ed ai criteri suggeriti in essa dal presidente stesso e prendendone le difese, l' onorevole Cossiga (sono cose delicate: voglio citare con esattezza) ha detto testualmente: « è cosa impropria riferirsi al presidente della Repubblica , anzitutto perché del tutto estranea allo scopo, al contenuto, alla forma della lettera da lui inviatami, ed ispirata a scrupolosa attenzione per i suoi e per i miei doveri costituzionali è stata ogni facile predicazione morale, così lontana da un uomo di vera moralità quale è Sandro Pertini, e poi perché mia è costituzionalmente la responsabilità di proposta e di nomina dei ministri » . ora, l' articolo 92 — come tutti sappiamo — statuisce che è responsabilità del presidente della Repubblica la nomina. se si tratta di proposta e di nomina, e non di ratifica, è evidente che i momenti della responsabilità costituzionale sono due e sono diversi: c' è il momento della responsabilità indiscutibile ed ineccepibile del presidente del Consiglio incaricato che deve proporre (il che vuol dire che il Capo dello Stato non può proporre a sua volta); c' è la responsabilità costituzionale indiscutibile del presidente della Repubblica , che riceve la proposta e, trattandosi di proposta, può confermarla e può disattenderla, può modificarla o rinviarla alla responsabilità di una nuova proposta da parte del presidente del Consiglio incaricato. così questa difesa, o pseudodifesa (come ora dirò), del presidente del Consiglio , nei confronti del presidente della Repubblica , è perlomeno malaccorta, anche perché si è verificato un fatto nuovo di grande rilievo. il presidente della Repubblica , prima di ricevere le proposte, ha indirizzato allo stesso presidente del Consiglio una lettera relativa all' interpretazione dell' articolo 92 e si è permesso di dare un consiglio (non voglio parlare di « criterio » non desiderando forzare i toni della mia interpretazione correttissima) al presidente incaricato . egli ha dato il consiglio, che si è tradotto in un criterio di scelta consigliato, di designare ministri (e, voglio credere, anche sottosegretari) onesti e competenti. attenzione, signor ministro: non ha scritto, il presidente Pertini (così come risulta almeno dai giornali, e io credo che questi abbiano ricevuto le veline, l' imbeccata dell' ufficio stampa del Quirinale), nella sua celebre lettera, « onesti o competenti » , ma ha scritto « onesti e competenti » . e mi pare che abbia scritto giusto, perché esiste una forma di disonestà che è l' incompetenza da parte di chi, incompetente, accetti un determinato dicastero o sottosegretariato, compiendo così un atto di pubblica disonestà nei confronti del cittadino italiano, del contribuente che paga le tasse, perché per esercitare qualunque altra funzione, qualsiasi altro mestiere, anche se di responsabilità limitata, occorre un titolo di accesso, di competenza, perfino in questa Italia, in cui le competenze sono state messe sotto i piedi a cominciare dalla scuola; poiché un minimo di competenza, un minimo « pezzo di carta » , di diploma, di dichiarazione, laurea, è richiesto, non si vede per quale motivo, per fare il ministro delle Finanze , non occorra un titolo di studio adeguato o una pratica adeguata (e ho citato a caso, per carità, il ministro delle Finanze : posso citare, ed ora ne parleremo, tutti gli altri ministri che compongono questo Governo). ora, a me non interessa stabilire se il presidente della Repubblica abbia fatto bene o male ad inviare quella lettera al presidente del Consiglio incaricato. ma mi chiedo perché, nel 1980, dopo trentacinque anni di Repubblica nata dalla Resistenza, un presidente della Repubblica abbia sentito la necessità di indirizzare siffatta lettera al presidente incaricato . evidentemente, il presidente Pertini, allarmato da recentissimi scandali che hanno portato alla sostituzione di ministri ritenuti disonesti e incompetenti (a torto o a ragione non voglio neanche stabilirlo, però quegli scandali hanno portato alla sostituzione di ministri per incompetenza e disonestà, ritenute, anche se non ancora giudiziariamente provate), ha temuto che si potesse seguire ancora quella strada, che si potesse arrivare ad altri scandali di questo stesso genere e che, per altro, si dovessero assumere delle misure preventive di garanzia. io credo che sia così. penso che il presidente Pertini abbia scritto all' onorevole Cossiga quella lettera, soprattutto per dare — attraverso essa — al presidente designato uno strumento per poter resistere alle pressioni dei partiti, delle correnti, ai giochi di partito e di corrente. quindi, non censuro il presidente della Repubblica per aver inviato quella lettera, ma lo censuro pesantemente per non averne tenuto conto egli stesso. per la prima volta, nella storia parlamentare e politica del nostro paese nel dopoguerra, un presidente della Repubblica interviene presso il presidente incaricato allo scopo di prevenire eventuali nuovi scandali; dà al presidente incaricato delle direttive certamente sacrosante, anche se ovvie; gli dice: « voglio, desidero, auspico, consiglio la scelta di ministri competenti e onesti » (non « o onesti » ); dopo di che il presidente del Consiglio — stavo per dire una parola poco corretta — non se ne cura, gli porta la lista che i partiti gli hanno imposto, a cominciare dal suo, la lista che le correnti hanno imposto alle segreterie dei partiti, a cominciare dal suo; ci mette tutto ciò che è costretto a metterci perché, altrimenti, il tentativo che stava riuscendo gli può fallire. e il presidente della Repubblica che cosa ha fatto? si è lasciato trattare così, come un presidente della Repubblica impotente non a risolvere, ma a contribuire, ad indirizzare la soluzione meno peggiore di problemi relativi alla struttura del Governo. quindi, mi pare che la difesa che il presidente del Consiglio incaricato ha fatto del presidente della Repubblica non abbia molto senso. se l' onorevole Cossiga voleva coprire le responsabilità del presidente della Repubblica , dopo la lettera che questi gli aveva inviato, aveva il dovere di non disattendere i consigli. questa era l' unica copertura da dare; le coperture di questo genere si danno prima, non dopo, e si danno prima nei fatti, nella sostanza, non dopo dialetticamente, senza cogliere assolutamente la drammatica verità di quello che è successo. l' onorevole Cossiga ha tentato anche di difendere se stesso , quanto alle competenze e alla moralità dei componenti del nuovo Governo. ma si è difeso male, perché per difendere se stesso ha accusato se stesso e tutto il regime; egli ha detto infatti: « non siamo riusciti a sanare quella che è forse la lacuna più vistosa nell' attuazione costituzionale, almeno per quanto riguarda la struttura del Governo: la previsione di una vera struttura organizzativa per la Presidenza del Consiglio » . questa è bella: nel 1980 « non siamo riusciti a sanare » ! dove era, nella luna, l' onorevole Cossiga, quando percorreva via via la sua carriera, come sottosegretario, come ministro, fra l' altro anche per la riforma burocratica? signor ministro, lei sa molto bene perché esista questa lacuna, che — lo riconosco anche io — è probabilmente la più grave, pur se la lacuna rappresentata dalla mancata attuazione degli articoli 39, 40 e 46 della Costituzione non è meno grave di questa; quelle riguardano la società, questa riguarda lo Stato: entrambe sono gli elementi costitutivi di uno Stato, insieme alla nazione. perché questa lacuna? perché non la avete voluta colmare! e quando dico « non l' avete » , mi riferisco a tutto il regime, a tutte le forze di regime, a tutta la Repubblica nata dalla Resistenza. mi riferisco ai primi indecenti — da questo punto di vista — governi « ciellenistici » : ve li siete dimenticati? erano sei i partiti della coalizione, per cui ci volevano 18 ministeri, perché sei per tre fa 18; diventavano tre i partiti della coalizione, ma ugualmente i ministeri erano 18, perché ognuno ne prendeva sei anziché tre! poi si è proseguito in questo modo e si è passati sopra il dettato della Costituzione, dopo averla appena promulgata. si è continuato così, con i governi « ad organetto » — mi serve più esteso, mi serve meno esteso, devo accontentare x correnti, ne devo accontentare x più y, devo lasciarne fuori x meno y! — per 35 anni e si procederà ancora, malgrado le asserite e generose intenzioni dell' onorevole Cossiga, che non è stato capace, come ministro incaricato, di partorire uno straccio di autentica riforma, perché la Democrazia Cristiana glielo ha impedito e perché glielo hanno impedito tutti gli altri partiti del cosiddetto « arco » . figuratevi, perciò, se nella concitata esistenza di questa maggioranza l' onorevole Cossiga potrà fare il miracolo — ce lo auguriamo, ma non ci crediamo proprio — di un ordinamento appena appena decoroso e decente! anche da questo punto di vista , quindi, l' onorevole Cossiga ha sbagliato; ma ha sbagliato soprattutto perché se vuole essere credibile, nel momento in cui afferma che questo Governo colmerà la lacuna, non comprendo per quale motivo abbia peggiorato le cose, al momento della costituzione del suo Governo. un presidente del Consiglio con queste ottime intenzioni avrebbe dovuto, intanto, invece che aumentare il numero dei dicasteri, diminuirlo, anziché inventare nuovi dicasteri inesistenti e senza senso; avrebbe dovuto ridurli solo a quelli con portafoglio, accettabili sul piano formale e sostanziale. invece la situazione è peggiorata e siamo arrivati a 28 ministri e a 56 sottosegretari. ed è stato rilevato giustamente che vi troverete tutti in grossa difficoltà, perché o state in Parlamento, ed allora potrete determinare la maggioranza, ma non realizzerete il vostro ufficio governativo — questo vale per tutti meno che per lei, onorevole Gaspari, perché essendo lei adibito ai rapporti con il Parlamento, stando in Parlamento potrà adempiere all' uno e all' altro ufficio; e forse per taluni sarà bene che non stiano negli incompetenti uffici ministeriali — , oppure non starete in Parlamento, ma alloca il Governo andrà in minoranza ogni giorno, perché è rilevante la sottrazione di 84 componenti all' aritmetica occorrente affinché il Governo si salvi da successivi voti, non dico di sfiducia, ma per lo meno di contrasto da parte delle forze parlamentari, magari dalla stessa maggioranza, perché o l' assenteismo o i franchi tiratori si sono già messi in moto. quindi, pessima figura ha fatto a questo riguardo l' onorevole Cossiga, anche perché, tornando al criterio della competenza congiunta all' onestà, vi elenco, signori ministri, i ministeri che mi limito a definire impropri, senza offesa, per dire che non hanno senso: in primo luogo, c' è un ministro per gli incarichi speciali, sappiamo che il ministro per gli incarichi speciali non avrà incarichi speciali fino a quando i ministri economici non si saranno messi d' accordo per accettare che egli abbia incarichi speciali, e sappiamo tutti, pertanto, che, se va bene , soltanto dopo le elezioni dell' 8 giugno il ministro Andreatta potrà tentare di entrare in funzione come coordinatore di un programma economico che soltanto dopo le elezioni potrà vedere luce. questo è indecente, non so come dirlo, perché i dicasteri al contribuente costano; per quanto poco costino, i ministri senza portafoglio costano, ma soprattutto costituisce un volgare inganno nei confronti del cittadino contribuente quello di presentarli in un Governo costituito da ministeri impropri in larga misura. è, infatti, improprio il ministero della funzione pubblica : questo è un compito che può spettare a un direttore generale ; è improprio il ministero per la politica comunitaria , perché della politica comunitaria non può non occuparsi in prima persona il ministro degli Esteri , ed anche questo è un compito che può spettare ad un direttore generale ; è improprio anche il suo ministero, onorevole Gaspari, perché un ministro per i Rapporti con il Parlamento e rappresentante un Governo costituito tutto da parlamentari non so cosa altro possa fare se non intrattenere cordiali rapporti, come certamente è nella condizione di intrattenere, con tutti i gruppi parlamentari ; ma questo è un compito che la sminuisce e non la esalta nella sua funzione di ministro. c' è, poi, il ministro per le Regioni : io potrei sollevare problemi di riserva costituzionale a questo riguardo; infatti, l' articolo 124 della Costituzione assegna ad ogni regione un commissario per i rapporti con il Governo nei sensi che la stessa Costituzione stabilisce; per cui cosa significa ministro per le Regioni ? forse un ministro che riunisce a rapporto di tanto in tanto i presidenti dei consigli e delle giunte regionali ? come sapete, non ci turbano prospettive di questo genere; la nostra posizione contro l' ordinamento regionale, così come è stato voluto, l' abbiamo presa tanti anni or sono, non ce ne siamo pentiti, guardiamo con estrema preoccupazione al decadere fatale dell' istituto regionale nel quadro del decadere fatale degli istituti parlamentari e politici del nostro paese, comunque non so se abbiate pensato che problemi di incompatibilità incostituzionale potrebbero essere sollevati. e credete, forse, che abbia un senso un ministero dei beni culturali , in un paese in cui le sovrintendenze alle belle arti piangono perché non riescono ad ottenere nemmeno il minimo indispensabile? non ditemi, poi, che il ministero per la riforma scientifica, in quanto ministero, possa assolvere a delle funzioni attive e positive in un paese che dedica alla ricchezza scientifica briciole del proprio bilancio ormai dilatatissimo: altro che fame nel mondo ! quindi, un Governo che si presenta con ben sette ministeri ritenuti impropri, e dunque esalta l' incompetenza a funzione tipica e permanente del Governo stesso, mi pare sia un Governo che si presenta molto male. c' è poi il problema morale. l' onorevole Cossiga ha respinto la possibilità che si sollevi da qualsiasi parte la questione morale : io ho l' onore, signor ministro, di sollevare in questa sede, e la solleveremo in tutte le sedi, la questione morale non solo nei confronti di questo Governo, ma nei confronti di questo regime, che ha partorito questo Governo; e mi spiego. il presidente del Consiglio ha contestato abitualmente due casi che sono stati sollevati negli scorsi giorni da tutta la stampa italiana, il caso di un ministro e di un sottosegretario, ed in particolare ha contestato il caso relativo al ministro; comunque, ha contestato ogni caso di questo genere riferendosi a principi antichi e moderni. cito fra virgolette la lezione che ci ha dato o ha tentato di darci il presidente del Consiglio : « conquista del pensiero moderno è l' acquisita distinzione tra errore e peccato » . ed io rispondo che conquista del pensiero di tutti i tempi è che errare è umano ma perseverare è diabolico, e qui si persevera da 35 anni. aggiunge l' onorevole Cossiga: « altra conquista del pensiero moderno è la distinzione tra responsabilità accertata e accusa e l' accusa si distingue dall' indizio, e l' indizio genera il sospetto, e dalla categoria speciale che è il sospetto per induzione » . noi gli rispondiamo: ma le racconta a noi queste cose, onorevole Cossiga? le racconta ai nostri ragazzi incarcerati per quattro anni, a seguito della strage di Brescia, e poi rimessi in libertà senza scuse per non aver commesso il fatto? le racconta ad un partito politico il cui segretario da anni è sotto accusa di fronte alle Camere che concedono le autorizzazioni a procedere , senza che poi la magistratura proceda agli accertamenti, per ricostituzione di... eccetera, eccetera? si vede l' Italia piena di manifesti di regime, di articoli di regime, di accuse di regime, di discriminazioni di regime, senza che si sia giunti ad accertare la verità neanche ai sensi delle leggi speciali ed eccezionali che nessun Pannella pensa di abrogare. queste sono le uniche leggi eccezionali e contrarie alla libertà di pensiero, di parola e di organizzazione che tuttora esistono nel nostro paese. proprio a noi l' onorevole Cossiga viene a raccontare queste cose per difendere un Formica qualsiasi o un Andreatta? vi è tanto di autorizzazione a procedere contro il neoministro, riconfermato ministro, Andreatta per reati comuni. proprio a noi il presidente del Consiglio viene a raccontare che non si può giudicare reo nessuno prima che la sentenza sia stata emessa? certo, ma non si può giudicare innocente nessuno prima che la sentenza sia stata emessa, in virtù dello stesso principio. qui, signor ministro, non si tratta mica di giudicare! non chiediamo mica che il senatore Formica o altri vadano in galera! si tratta di non premiare, perché questo è lo scandalo! qui si è dato luogo ad una premiazione di alcuni personaggi per bassi motivi di partito e di corrente. quando noi parliamo del senatore Formica prima di tutto ne parliamo prescindendo dalla persona. e chi lo conosce? quali sono i suoi precedenti politici illustri? come ha meritato di diventare ministro? quali sono le sue competenze? non l' abbiamo fisicamente mai visto! non ci interessa la persona! e non ci interessano le denunzie non provate e non portate innanzi, almeno fino ad ora, dal senatore Merzagora, il quale oscilla sempre tra interessi confindustriali e ricordi partigiani. non è, il senatore Formica, un personaggio che ci interessi, che ci convinca o che ci commuova. al sempre ambiguo senatore Merzagora — il senatore Marchio ha fatto benissimo a querelarlo — speriamo che la magistratura possa estorcere qualche testimonianza o qualche verità, che egli custodisce così gelosamente. sappiamo tutti — ci sono interviste non smentite sui giornali — che l' onorevole Craxi ha voluto premiare il senatore Formica per il suo comportamento, non per i recenti affari od affarucci denunziati dal senatore Merzagora, ma per il suo comportamento in occasione dello scandalo dell' Eni. ci sono interviste non smentite che conoscete tutti, che non potere far finta di non conoscere, che il presidente del Consiglio non può far finta di non conoscere, dalle quali si evince — parlo della deposizione resa dinanzi alla Commissione bilancio della Camera, presieduta dal vostro onorevole La Loggia — che il senatore Formica un certo giorno ha telefonato, non essendo stata soddisfacente la risposta fornita dal ministro Stammati, al ministro Bisaglia ed ha intimato, all' uno ed all' altro, di non dar corso alla faccenda ENI-Arabia Saudita perché (sono testuali parole) « egli non aveva alcuna simpatia per il professor Mazzanti » . interrogato dalla stessa Commissione lo onorevole Craxi ha smentito il senatore Formica, suo carissimo amico, dicendo: « non sono stato io a dare l' incarico al senatore Formica, egli ha agito per profonda antipatia nei confronti del professor Mazzanti, però credo che si debba procedere in quella direzione » . perché si doveva procedere in quella direzione? perché l' alternativa non era tangenti o non tangenti, bensì tangenti a Craxi o a Signorile. queste sono le cose che avvengono sotto il naso degli italiani e per le quali gli italiani si indignano. è lo sdegno degli italiani che noi esprimiamo in questa sede. altro che questioni morali, signor ministro, signor presidente della Camera, onorevoli colleghi . Cento questioni morali, che noi solleviamo qui, che solleveremo fuori di qui e che ci invitano, con estrema energia, non soltanto a votare contro questo Governo, ma a combattere contro questo regime e a denunziare questo regime che sta sprofondando nel fango e nel sangue.