Francesco COSSIGA - Presidente del Consiglio Maggioranza
VIII Legislatura - Assemblea n. 131 - seduta del 19-03-1980
1980 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 131
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il 2 agosto 1979 il signor presidente della Repubblica mi ha conferito l' incarico per la formazione del Governo; incarico al quale ho adempiuto il successivo 4 agosto con la costituzione del gabinetto che ho l' onore di presiedere. il 9 agosto il Governo si è presentato alle Camere come prescritto dalla Costituzione, ottenendo l' 11 agosto il voto di fiducia della Camera dei Deputati e il 12 agosto il voto di fiducia del Senato della Repubblica (e venendosi in tal modo a perfezionare il previsto iter costituzionale). trovava così soluzione, anche se in un contesto politico obiettivamente limitato, una crisi lunga e travagliata che datava politicamente dalla rottura della coalizione di maggioranza parlamentare che aveva portato nel gennaio 1979 alle dimissioni del gabinetto presieduto dall' onorevole Andreotti e che, dopo i tentativi rimasti senza successo per risolverla nell' ambito della precedente legislatura, era sfociata nelle elezioni politiche generali, cui erano seguiti, senza esito, gli incarichi all' onorevole Andreotti, all' onorevole Craxi e all' onorevole Pandolfi. il Governo da me presieduto non è stato, così come non è, un governo di coalizione nel senso proprio del termine: non è infatti un Governo sorto da un accordo tra i partiti, né da un accordo tra i partiti rappresentati nel Governo, né da un accordo con i partiti che hanno permesso il sorgere del Governo e la sua attività con la loro astensione. il Governo si è formato sulla base di convergenze che, nell' esercizio dell' ampio mandato conferitomi dal presidente della Repubblica , ha sollecitato e acquisito da parte dei singoli partiti. convergenze che, partendo dall' iniziativa della Democrazia Cristiana , per quanto attiene questo partito, il partito liberale e il partito socialista democratico , si sono concretate in una partecipazione al gabinetto e in un voto favorevole di fiducia mentre, per quanto attiene al partito repubblicano e al partito socialista italiano, si sono concretate in un atteggiamento di astensione che non solo ha permesso — come ho detto — la nascita del Governo, ma ha consentito l' utile svolgimento della sua attività. a ciò hanno dato il loro contributo, con il voto favorevole, anche i parlamentari della Sudtiroler Volkspartei e della Valle d'Aosta . queste parti politiche ringrazio per il sostegno accordato al Governo e alla sua opera in Parlamento. non gabinetto di coalizione , quindi, né gabinetto che nasceva da un accordo tra i partiti, ma gabinetto sorto con un man dato preciso e limitato, esercitato sotto la mia personale responsabilità, come d' altronde sottolineato dal fatto che la sua composizione non è stata definita (come avveniva nei governi di coalizione) sulla base di indicazioni nominative fatte dai partiti, ma sulla base di indicazioni di rose di nomi entro le quali — in armonia con la natura propria del mandato conferitomi e del Governo che si andava a costituire — le scelte sono state fatte senza che intervenisse un preventivo accordo tra partiti. ciò poneva e pone indubbiamente il Governo in una posizione costituzionale particolare e in particolare rapporto di fiducia con il Capo dello Stato . infatti, a causa appunto delle modalità con le quali il Governo si è formato, viene ad assumere un particolare rilievo quel generale potere, che in base alla prassi ed ai principi costituzionali in ogni caso spetta al Capo dello Stato quando si verifichino segni chiari di mutamento del quadro politico e parlamentare o quando se ne ravvisi per altri motivi l' opportunità o la necessità di accertare se sussistano o meno le condizioni per la permanenza del gabinetto, chiedendo al presidente del Consiglio dei ministri di verificare, sotto la responsabilità di quest' ultimo e nella sede propria, che è il Parlamento, se queste condizioni continuano a sussistere. il Governo da me presieduto si è costituito con tre obiettivi: dopo l' attenta costruttiva ricerca dell' onorevole Andreotti e l' impegnata iniziativa degli onorevoli Craxi e Pandolfi, rimettere in moto, dopo ben sei mesi di crisi, il normale meccanismo costituzionale che rischiava di rimanere bloccato e inceppato, anche per quanto attiene al funzionamento dell' amministrazione; fronteggiare i più gravi problemi di fronte ai quali il paese si trovava; creare uno spazio non ipotecato dall' urgenza di scadenze costituzionali, in modo che tra le forze politiche potesse proseguire con maggiore incisività il confronto e potessero maturare collegamenti per la definizione di un quadro politico e parlamentare stabile, quale richiesto dai problemi del paese per una programmata e continuativa azione del governo e del Parlamento. al perseguimento di questi tre obiettivi, pur nei limiti oggettivi sui quali era stato costituito e si è trovato ad operare, il Governo ha dedicato ogni suo impegno, con il responsabile concorso delle parti politiche che ne avevano con il loro atteggiamento permesso la costituzione, concorso che, su alcuni importanti temi, come la lotta contro il terrorismo e la legge sulla docenza universitaria, ad esempio, ha avuto più ampie dimensioni, per il costruttivo concorso dell' opposizione. il primo obiettivo — rimettere in moto i meccanismi costituzionali nella loro regolarità — è stato realizzato pienamente e concretamente con la ripresa del dialogo Governo-Parlamento e con la normalizzazione dell' attività di Governo e di amministrazione, anche in relazione ad alcune importanti istituzioni civili e militari dello Stato. e non era, questo, un obiettivo puramente formale. in un regime democratico non è il consenso che si acquisisce con il potere, ma è il potere che si acquisisce con il consenso e diventa perciò autorità. non parlo ovviamente del solo potere del Governo o dell' amministrazione: parlo del potere dello Stato, del potere dello Stato democratico . dare e mantenere normalità alla vita delle istituzioni, quindi, è garantire la vita della società democratica ed impegno e responsabilità importanti anche dei governi. vi sono stati grandi cambiamenti nella società, vasti cambiamenti nell' ordine economico e sociale , nelle strutture delle classi e della produzione, nel sistema de i valori anche religiosi; a ciò — dobbiamo riconoscerlo — non hanno corrisposto cambiamenti adeguati nell' ordine giuridico e nello stesso funzionamento delle istituzioni. se questo funzionamento per qualche motivo viene ad incepparsi, è evidente che tanto più difficile sarà mantenere o addirittura recuperare il necessario collegamento con la vita sociale. è questo un problema su cui grande attenzione, a mio avviso, deve essere perciò portata da tutte le forze politiche . secondo obiettivo di questo Governo era quello di affrontare nei loro più urgenti termini i grandi problemi del paese. questo obiettivo è stato dal Governo affrontato collegialmente con l' impegno costante e con l' opera intelligente di tutti i membri del gabinetto, che qui ringrazio, e con il concorso del Parlamento. a questa azione di governo posso qui fare soltanto qualche cenno. sul piano della politica interna , ci siamo trovati ad affrontare una recrudescenza grave del terrorismo e della criminalità comune organizzata. la riforma ed un migliore coordinamento dei servizi di informazione e di sicurezza hanno aperto squarci nella trama del terrorismo. la costante, intelligente, coraggiosa, sacrificata e tenace opera della magistratura, che in questi giorni ha pagato nuovi dolorosi tributi di sangue, e l' altrettanto intelligente, paziente, silenziosa opera delle forze dell'ordine hanno fatto conseguire numerosi e significativi successi. il Governo ha proposto importanti misure legislative per la lotta alla criminalità terroristica e organizzata ed ha adottato con decisione anche misure ordinative e di organizzazione, quali quelle per l' attuazione del coordinamento delle forze di polizia , e nel rigoroso ambito della Costituzione misure normative urgenti per la tutela dell' ordine democratico e della sicurezza pubblica. misure che il Parlamento ha approvato con larghissimo e responsabile consenso, dandoci con ciò la dimostrazione di quanto fosse giusta l' impostazione data dal Governo della Repubblica al modo di affrontare questi problemi. ma la approvazione di importanti misure legislative, ordinative ed organizzative non può bastare. a questa deve seguire ed è seguita un' azione costante dei pubblici poteri, che certo innanzitutto significa impegno della magistratura, delle forze di polizia , del Governo, ma che, per l' essenziale elemento dei consensi sociali di cui abbisogna, deve trovare un punto di riferimento in un quadro politico e parlamentare sicuro e stabile. sul piano operativo è necessaria una strategia ad ampio respiro , che passi anche attraverso il potenziamento e il rinnovamento tecnologico delle forze di polizia , che è già in fase di avanzata attuazione. sul piano istituzionale, il Governo ha presentato un organico disegno di legge per la riforma globale dell' amministrazione della Pubblica Sicurezza e, nel suo ambito, delle forze di polizia inquadrate nel ministero dell'Interno , che vengono costituite in Polizia di Stato secondo i principi relativi allo stato giuridico , ai diritti, ai doveri ed alla rappresentanza largamente condivisi, al fine di una sua migliore moderna efficienza; il disegno di legge è stato approvato dopo un costruttivo ed approfondito dibattito della Commissione interni della Camera: occorre ora portare a termine con urgenza e quindi attuare decisamente la riforma. il Governo ha ben presenti le legittime attese degli appartenenti alle forze dell'ordine per una più adeguata preparazione professionale, per una sempre più forte efficienza operativa e per il riconoscimento dei propri diritti quali lavoratori al servizio dello Stato. e sono convinto che il dibattito parlamentare sulla riforma della polizia sarà costruttivo, esauriente, ma anche serrato, così da arrivare in porto in tempi brevi. sono altresì da riconsiderare, ai fini di una maggiore incisività e di un migliore coordinamento con le attività di polizia, la struttura, l' ordinamento e l' azione dei servizi di informazione e di sicurezza , sulla base dell' esperienza acquisita in questi ultimi due anni. certo, nessuno può illudersi che lo sforzo fin qui fatto possa di per sé essere elemento determinante e definitivo per la scomparsa del terrorismo. i drammatici assassini dei magistrati a Salerno e a Roma sono qui a darne dolorosa testimonianza. ma l' impegno con il quale il Parlamento e il Governo hanno affrontato il terrorismo costituiscono certamente un impegno sulla via giusta; l' impegno ad affrontare il terrorismo in modo ragionato e concreto, resistendo alle insidie della emotività, dello sconforto e del pessimismo, con un' azione pacata ma ferma, sempre rispettosa della legge, ma inesorabile nel difendere l' ordine democratico e nel colpire i suoi nemici e chi li fiancheggia. strettamente connessi con tali problemi sono quelli della giustizia. il piano della giustizia, inteso come una risposta organica ed articolata alle insufficienze emergenti nell' amministrazione della giustizia , ha avuto la sua prima attuazione. è infatti in avanzata elaborazione il disegno di legge sulle nuove disposizioni per l' emanazione del codice di procedura penale , che consentiranno una più coerente applicazione dei principi di fondo della delega originaria, mentre le implicazioni poste dalla prospettiva del nuovo codice processuale trovano il loro primo riscontro nei provvedimenti sulla « depenalizzazione » e sul giudice onorario. l' importanza di queste iniziative è data dal fatto che con esse si avrà un indubbio decongestionamento del lavoro de gli uffici giudiziari ed il conseguente aumento di disponibilità di risorse, da utilizzare sia nei maggiori impegni che il nuovo processo penale comporterà sia per un più celere andamento della stessa giustizia civile, nonché di assicurare alla lotta alle evasioni fiscali il tempestivo con tributo della giurisdizione penale. ci siamo anche trovati di fronte ad una situazione economica e sociale estremamente delicata, le cui radici sono lontane e non sono neanche tutte da ricercare all' interno delle strutture del nostro paese. nel presentare al Parlamento, il 9 agosto 1979, il programma del Governo indi cavo che le mutate condizioni internazionali ci imponevano di perseguire una strategia di medio-lungo periodo basata sullo incremento della produttività e della accumulazione di capitale e una strategia di breve periodo coerente con quegli obiettivi di ristrutturazione. ribadivo la validità degli obiettivi, fra essi coordinati, di lotta all' inflazione e di stabile crescita del reddito e dell' occupazione indicati nel progetto di programma economico triennale 1979-1981. la linea di politica economica del Governo è stata più ampiamente definita con la presentazione al Parlamento della relazione previsionale e programmatica , del disegno di legge di bilancio e di quello relativo alla legge finanziaria . in un quadro internazionale che già lasciava prevedere per il 1980 un rallentamento generalizzato della congiuntura, il Governo confermò il proprio intendi mento di evitare una troppo brusca caduta dell' attività economica interna, pur in presenza di vincoli rappresentati da un alto tasso di inflazione e da un elevato disavanzo del settore pubblico allargato. il Governo ha deciso l' aumento di alcune detrazioni fiscali, per attenuare l' effetto di drenaggio sui redditi esercitato dall' imposta personale in un periodo di inflazione e assicurare al tempo stesso un sostegno alla domanda; ha deciso inoltre una politica di incentivi all' edilizia abitativa, con interventi da realizzare in tempi brevi soprattutto nei grandi centri urbani. al fine di agevolare il contenimento dei costi di produzione , e per questa via, ridurre le pressioni inflazionistiche e favorire la competitività delle esportazioni, si è previsto un provvedimento di ristrutturazione degli oneri sociali a carico delle imprese. al tempo stesso il Governo ha indicato in 40 mila miliardi il limite massimo per il 1980 del disavanzo del settore pubblico allargato per la necessaria azione di risanamento della finanza pubblica . le vicende internazionali successive al settembre scorso e, in particolare, la nuova violenta crisi petrolifera hanno modificato profondamente le ipotesi entro le quali era stata progettata la politica economica per il 1980. in particolare, quelle vicende sconvolgevano le aspettative inflazionistiche, a livello mondiale, introducevano rischi di carenze di offerta di petrolio, indebolivano la struttura della bilancia dei pagamenti . in questo mutato contesto internazionale, il Governo si è mosso responsabilmente, da un lato, prendendo o predisponendo nuove misure, dall' altro confermando ancor più la validità di scelte precedenti. più in particolare, la politica moneta ria, che nella prima parte dell' anno era stata moderatamente espansiva, assume, in sintonia con quanto andavano decidendo altri paesi industriali, una connotazione più restrittiva, per la salvaguardia della bilancia dei pagamenti e del tasso di cambio, la difesa del quale appariva tanto più necessaria per contenere le spinte inflazionistiche di provenienza esterna al nostro sistema. nel settore dell' energia, il Governo ha affrontato due ordini di problemi: quello di garantire nel 1980 i necessari rifornimenti e quello di incidere sugli aspetti strutturali del fabbisogno energetico del paese. alla fine di dicembre, il Governo ha mutato il metodo di fissazione dei prezzi dei prodotti petroliferi; l' adeguamento dei ricavi delle compagnie petrolifere a quelli da esse percepiti nel resto dell' Europa occidentale ha garantito al paese i necessari approvvigionamenti. al tempo stesso è stato presentato al Parlamento un ampio disegno di legge per il contenimento dei consumi energetici, per la costituzione di più adeguate scorte di prodotti energetici e per l' ampliamento delle fonti alternative al petrolio. è stato altresì affrontato il problema della scelta nucleare, in un quadro in cui risultino conciliate le esigenze di sicurezza per tutti i cittadini con quelle dell' offerta di energia necessaria ad una società industriale avanzata, se essa vuole proseguire. importanti elementi di valutazione sono emersi, a questo proposito, nella recente conferenza di Venezia che, conformemente agli impegni del Governo, si è svolta nello scorso mese di gennaio. di fronte alla ripresa dell' inflazione nell' ultima parte del 1979 e alle sue conseguenze sul ritmo di crescita dei prezzi nel 1980, il Governo si è mosso su più fronti, oltre all' uso già ricordato degli strumenti della politica monetaria . ha richiamato l' attenzione delle parti sociali sulla urgenza di ricercare nuovi modelli salariali che risolvano il problema della difesa del salario reale senza il ricorso a meccanismi che alimentano e diffondono l' inflazione, allargando il divario inflazionistico fra l' Italia e gli altri paesi e mettendo così in pericolo la competitività esterna delle industrie e, in definitiva, le possibilità di investimento e di incremento dell' occupazione. il Governo ha riconfermato la volontà di contenere il disavanzo del settore pubblico e, in particolare, la parte corrente di esso. in questo contesto, notevoli successi ha avuto l' azione di restrizione dell' area di evasione fiscale . è anche per effetto di questa azione che, nel 1979, il disavanzo del settore pubblico allargato è stato inferiore a quello previsto nel settembre scorso e a quello registrato nel 1978 e che, nel 1980, appare tuttora valida la previsione di un fabbisogno non superiore a 40 mila miliardi. più di recente il Governo, in assenza di intese tra le parti sociali in tema di contenimento dei costi unitari del lavoro e aggravandosi le prospettive di perdita di competitività internazionale, dopo il rinnovo del provvedimento di fiscalizzazione di oneri sociali già in vigore nel 1979, ha ripreso in esame un progetto di maggiore fiscalizzazione, in tutto o in parte finanziato da maggiori entrate fiscali, nel convincimento che, attraverso il contenimento dei costi, risultano agevolati il rallentamento dell' inflazione, la preservazione della competitività e la stabilità del cambio. affrontare e risolvere questi problemi economici richiede però un confronto con le forze sociali ed imprenditoriali che, per essere costruttivo, esige nel Governo una garantita capacità di impegni e di programmi, sulla base di una azione politica, definita e certa nei contenuti, ma anche nei modi e nei tempi. l' attuale ordinamento creditizio ed il regime del suo operare vanno riesaminati anche alla luce di recenti vicende giudiziarie, affinché nella vita economica e finanziaria del paese non vengano introdotti ulteriori elementi di incertezza. il sentimento popolare è turbato per episodi e vicende che sembrano appannare l' immagine di una società giusta e pulita, in cui la vita di ognuno e di tutti sia ispirata ai criteri certi e limpidi di un costume conforme alla moralità democratica e all' etica repubblicana. e l' instabilità della situazione politica, l' incertezza nell' operare delle istituzioni, certamente non contribuiscono al rinvigorimento di questi valori, all' affermazione serena della verità e, fuori di ogni clima di sospetto e di procedure irose o di giudizi sommari, alla realizzazione di una imparziale giustizia. anche per questo occorre che all' azione politica sia restituita quella chiarezza che la renda comprensibile all' uomo comune, e ciò nel solo modo possibile: nella certezza delle posizioni, nella responsabilità delle scelte, nel continuo collegamento con la vita della società, nella capacità di animare, con grande tensione morale e civile, la vita delle istituzioni. anche per questo occorre che le istituzioni funzioni no in modo corretto: che i giudici giudichino, che il Parlamento legiferi e fissi le grandi linee e i grandi indirizzi dell' azione pubblica, che il Governo governi, che le istituzioni autonomiste concorrano anche esse in modo appropriato al Governo della società. anche per questo occorre che vi siano certezze: certezze morali, certezze civili, certezze politiche. pur nei limiti oggettivi, di cui si è già detto, nei quali ci si è trovati ad operare, il Governo, nella consapevolezza che l' impegno per i temi più urgenti non deve far accantonare gli sforzi verso la rimozione delle ragioni profonde del malessere di una società in sviluppo come la nostra, non ha mancato in questi mesi di porre attenzione verso i problemi istituzionali dello Stato, verso quelli della scuola e, in particolare, della istruzione universitaria, sul quale si è verificato un grande consenso di forze politiche e parlamentari, verso quelli della riforma sanitaria , della quale sono state realizzate altre importanti fasi, verso quelli dell' agricoltura, per i quali va ricordato l' approvazione del piano agricolo nazionale e, nel settore comunitario, le misure che vanno sotto il nome di « pacchetto mediterraneo » che, oltre a sostenere con azioni più incisive il miglioramento delle strutture agricole del nostro paese ed in particolare del Mezzogiorno, hanno accresciuto le possibilità di sostegno dei prezzi dei prodotti tipicamente italiani con positivi effetti anche sui livelli occupazionali. durante tutti questi mesi non è mancata l' iniziativa del Governo nel settore delle politiche del lavoro, nei diversi campi dei rinnovi contrattuali e della politica salariale , della politica del mercato del lavoro e dei problemi previdenziali. dopo la conclusione dei più importanti rinnovi contrattuali del settore industriale, che hanno interessato circa quattro milioni di lavoratori, il Governo ha svolto la sua azione di mediazione in delicate vertenze, quali quelle del settore del credito, degli autoferrotranvieri e del commercio, che presentavano aspetti particolari di complessità o per la natura di talune rivendicazioni sindacali o per l' onere relativo e la sua copertura attraverso la finanza pubblica o per la peculiare struttura del settore. nel settore del pubblico impiego è stato raggiunto l' accordo per la trimestralità dell' adeguamento delle retribuzioni al costo della vita , accogliendo una rivendicazione sentita dei pubblici dipendenti e soprattutto garantendo una più efficace difesa delle retribuzioni reali. per quanto attiene alle politiche attive del mercato del lavoro , sono stati trattati i problemi della mobilità collegati alla riconversione e ristrutturazione, ciò che ha consentito la definizione di difficili vertenze sindacali e, nello stesso tempo, è stato ripresentato il disegno di legge per la sperimentazione di nuove forme di avviamento al lavoro. nel campo della previdenza sociale , si è provveduto all' aumento delle pensioni minime e all' adeguamento delle pensioni minime e dei trattamenti al costo della vita con cadenza semestrale, mentre si è provveduto a migliorare il disegno di legge di riforma generale del sistema pensionistico , e ad avviare riforme per settori specifici. la politica tributaria si è espressa in una serie di interventi diretti a ridurre l' evasione fiscale e l' erosione della base imponibile , creando così le condizioni per alleggerire il carico fiscale e migliorarne la distribuzione. a queste azioni si è aggiunta una politica volta alla trasparenza del rapporto tra fisco e cittadini, col fine di legittimare il sistema fiscale, che sconta ancora l' eredità di una concezione che contrappone Stato e cittadini. coerentemente col programma di Governo è stato presentato un articolato insieme di interventi. alcuni di essi introducono o migliorano strumenti già previsti dalla legislazione vigente, quali i controlli sulla circolazione di beni e la prestazione di servizi. altri interventi introducono sostanziali modifiche nella legislazione. essi sono rivolti a diversi obiettivi: riduzione della propensione ad evadere, riduzione di aree di erosione della base imponibile , ristrutturazione dell' amministrazione finanziaria . le varie azioni intraprese costituisco no soltanto un primo passo . i vari provvedimenti presentati — ed in parte approvati dalle Camere — costituiscono già, tuttavia, un sistema di norme per raggiungere l' obiettivo di ridurre la area della evasione e dell' erosione. i risultati del recupero di evasione hanno già consentito di ridurre l' imposizione sul reddito di oltre mille miliardi per il 1980. vi sono, poi, i gravi problemi e gli importanti impegni di politica estera . per quanto attiene all' impegno di pace nella sicurezza, il Governo ha affrontato il delicato problema delle iniziative volte a garantire la distensione attraverso il raggiungimento di condizioni di equilibrio e di sicurezza, che si sono concretate con l' adozione di un programma di ammodernamento delle forze nucleari di teatro. non si è trattato soltanto di un problema tecnico-militare, ma di una occasione in cui l' Italia ha dimostrato di sapere e di poter rimanere parte attiva e significativa dell' Alleanza Atlantica . ne è conferma l' adesione accordata — dopo un approfondito e sereno dibattito parlamentare — a tale programma, non solo dai partiti che partecipano al Governo, ma, con grande senso di responsabilità , di cui si deve dare loro doverosamente atto, anche dai repubblicani e dai socialisti. le decisioni del Consiglio atlantico dello scorso dicembre, nel porre le premesse per il ripristino di situazioni di equilibrio lese dall' altrui determinazione di dotarsi di nuovi sistemi d' arma di teatro a lungo raggio, configurano inoltre una vera e propria offerta negoziale alla controparte sovietica per un accordo limitativo e riduttivo di tali armamenti, nell' ambito del SALT III . circa l' atteggiamento da assumere nei confronti della preoccupante paralisi che attualmente incontra il processo distensivo in ambito est ovest , il Governo ha operato nel fermo convincimento che esso non abbia alternativa, in Europa e nel mondo, ma anche che non possa esser mantenuto realisticamente in vita se ad esso non siano seriamente acquisiti tutti i suoi naturali soggetti negoziali. in particolare, il Governo ritiene che, in una strategia globale articolata e flessibile per la sicurezza e la distensione, l' Europa ed i singoli paesi europei abbiano un grande ruolo da svolgere. l' Europa deve avere una sua soggettività specifica, poiché specifica è la sua posizione geopolitica, i suoi interessi, la sua struttura culturale e politica. nell' esprimere questa sua soggettività specifica, è necessario che l' Europa dei « nove » agisca nel quadro della fedeltà atlantica e che elabori la sua strategia globale unitamente agli altri membri dell' alleanza, ed in particolare con gli USA. per questo motivo, sono state di grande utilità le consultazioni avute con il presidente Carter e con autorevoli membri dell' amministrazione americana a Washington nel gennaio scorso. in coerenza con tale impostazione, il Governo ha recepito in tutta la sua portata la gravità delle ripercussioni sui rapporti est ovest dell' intervento militare sovietico in Afghanistan e si è fatto carico di rappresentare ai partners europei l' esigenza di fornire una risposta concordata ed inequivoca all' azione internazionale dell' Unione Sovietica , sulla base di una piattaforma di solidarietà interoccidentale, volta al ristabilimento di condizioni per proseguire sulla via della distensione. per il superamento della crisi aperta dall' intervento militare in Afghanistan, il governo italiano persegue la prospettiva di un Afghanistan neutrale, scaturita dalla riunione dei ministri degli Esteri dei « nove » il 19 febbraio a Roma. con la loro iniziativa i « nove » hanno recuperato all' Europa il ruolo che le spetta sul piano internazionale per la difesa della pace. sarebbe però incongruo invocare che al popolo afgano sia dato di liberamente determinare il proprio destino e non riconoscere che è attraverso un processo di autodeterminazione che dovrà essere regolato quello che l' Italia considera il punto cruciale dei problemi del Medio Oriente . mi riferisco alla soluzione del problema dei palestinesi e di una loro patria nel quadro di una sistemazione globale e durevole, giusta per tutti. ferma l' esigenza che il popolo palestinese abbia la possibilità di esercitare effettivamente i suoi diritti legittimi e fermo il diritto di tutti gli Stati della regione, di Israele come dei paesi arabi, di vivere in pace e nella sicurezza, con adeguate garanzie, entro con fini certi e riconosciuti, i principi fondamentali sanciti dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell' Onu per le trattative dovranno essere tradotti nella realtà da tutte le parti negoziali. fra queste, come il governo italiano ha già più volte affermato, è anche l' Olp, che da tempo riconosciamo essere forza politica rilevante del popolo palestinese . il Governo non si è limitato soltanto ad operare nel contesto dei problemi posti dall' insorgere o perdurare di situazioni conflittuali o focolai di tensione; esso ha inoltre fornito un importante contributo di proposte e di iniziative per lo sviluppo del processo di unificazione europea che si articola, come è noto, nel duplice momento della cooperazione politica a nove e della integrazione economica comunitaria. tale azione è stata e dovrà essere condotta alla luce della delicata responsabilità che discende al nostro paese dall' esercizio, nel semestre in corso , della Presidenza di turno delle comunità europee , che non è soltanto un fatto tecnico ma ha una grande rilevanza politica, che richiede un impegno particolare di Governo. non può sfuggire ad alcuno che la vita comunitaria europea attraversa attualmente, sul piano interno, un momento difficile per la presenza di numerosi e complessi problemi che si intrecciano fra loro in un rapporto di stretta correlazione. la convergenza delle economie dei paesi membri e lo squilibrio di bilanci o britannico, la razionalizzazione della spesa agricola e la ristrutturazione del bilancio comunitario, l' approvazione dello stato previsionale della spesa per il 1980, il rafforzamento della solidarietà finanziaria e il miglioramento dei rapporti tra le istituzioni comunitarie, sono tutti problemi che hanno trovato responsabile e competente e anche in questa Assemblea. per la loro soluzione il governo italiano si è sforzato di dare, anche mediante intensi contatti bilaterali, il suo più fattivo contributo, in uno spirito di realismo, di moderazione, di sincera solidarietà europea, ma, soprattutto, nella profonda convinzione che il successo del processo di integrazione comunitaria è essenziale per il futuro dell' Italia e degli altri paesi europei . importanti scadenze internazionali ci attendono: la visita di Stato del presidente degli USA Carter nel prossimo giugno, i due consigli europei, di Bruxelles del 31 marzo-1° aprile e di Venezia del 12-13 giugno, in cui si dovranno porre le basi per un rinnovato impulso alla costruzione europea. altro importante impegno per il Governo, che ne ha la responsabilità organizzativa e per il quale dovrà svolgere un' azione di propulsione e di impostazione concettuale dei problemi da affrontare, è il vertice dei sette paesi maggiormente industrializzati, che si terrà a Venezia il 22-23 giugno. esso dovrà fornire una manifestazione concreta e operante della solidarietà occidentale, dalla quale l' opinione pubblica dei nostri paesi si attende una risposta precisa ed incisiva ai gravi problemi del momento, alla generale domanda di progresso economico e sociale ordinato ed armonico ed una verifica della validità delle nostre scelte. vi sono poi le elezioni regionali , provinciali e comunali da indire e gestire, elezioni che, per il numero di elettori che vi partecipano, sollevano complessi problemi organizzativi e che, per la grande valenza di natura politica che vanno a rivestire, richiedono anch' esse chiarezza di riferimenti politici. sono, tutti questi, problemi per i quali è necessario un quadro politico certo e stabile, un' azione di governo non precaria nella sua operabilità politica e parlamentare, non incerta nei suoi tempi; un' azione del Parlamento che in questo quadro politico e in una azione stabile del Governo trovi il suo necessario punto di riferimento costituzionale e politico, come richiesto dai principi del regime parlamentare , per una attività organica e programmata. quale presidente del Consiglio dei ministri , responsabile dell' unità di indirizzo e dell' azione complessiva del Governo ho il dovere, non certo per la difesa di questo Governo, o per garantire ad esso un qualunque spazio temporale di sopravvivenza, ho il dovere verso la Costituzione, verso il Parlamento e verso il paese di dire queste cose e di indicare queste cose come urgenti, necessarie e vitali per la vita delle nostre istituzioni e della nostra società. le parti politiche sono evidentemente consapevoli di ciò, se esse hanno avviato tra di loro e nel loro interno un processo di definizione degli obiettivi e dei modi per una composizione più stabile e organica del quadro politico e parlamentare, che sia di chiaro e certo supporto all' azione delle istituzioni e, prime di tutte, del Parlamento e del Governo. in questo processo, sono stati in varie sedi ed in momenti diversi sottoposti a revisione i collegamenti tra le parti politiche e tra il Governo e quelle parti politiche che hanno reso possibile il suo formarsi e il suo operare. non è compito del Governo, in particolare di questo Governo, per il mandato che esso è andato ad esplicare in questi mesi, di intervenire e di interferire in questo processo di definizione. vi sono però precisi doveri del Governo che, nella sua responsabilità, deve portare grande attenzione alle condizioni politiche ed istituzionali nelle quali opera, condizioni che costituiscono un elemento importante, anzi essenziale, per il funzionamento dell' apparato istituzionale al servizio della comunità. le condizioni attuali della situazione politica e parlamentare pongono, perciò, anche al Governo precise responsabilità nell' ambito di una corretta impostazione dei rapporti tra organi costituzionali, caratterizzata anche dalla particolare origine, posizione e mandato del Governo, che richiedono spirito di prudenza, ma anche di decisione e di realismo. vi sono due esigenze che — come si dice con un neologismo ora di moda si deve cercare di coniugare insieme. da un lato vi è certo l' esigenza di procedere, per corrette vie politiche e costituzionali, alla ricerca di forme più stabili e sicure di collegamento tra le forze politiche e di assetto parlamentare e governativo, anche con la revisione degli attuali equilibri politico-parlamentari e governativi, al fine di evitare al paese una crisi il cui sbocco abbia contorni non definiti o definibili. dall' altro lato vi è l' esigenza, che come presidente del Consiglio dei ministri ho il dovere di sottolineare, che il Governo — non dico questo Governo, ma il Governo della Repubblica — abbia spazi di operatività politica, anche definiti, ma parlamentarmente e temporalmente sicuri e non instabili e incerti, che diano ad esso insieme la reale autorità politica, la legittimità costituzionale , l' autorevolezza verso il paese e l' affidabilità nei rapporti internazionali, che sono necessarie al prestigio delle nostre istituzioni democratiche; prestigio che è un valore democratico reale certamente non inferiore a quelli che hanno per riferimento i concreti legittimi interessi e aspirazioni della società. sono esigenze da non valutare astrattamente o da considerare solo in relazione a particolari, se pur legittimi, obiettivi di singole parti politiche e sociali, ma da misurare concretamente sui bisogni, gli interessi, le aspirazioni reali del paese, di una comunità che ha dimostrato e dimostra una grande ricchezza di valori, di una comunità che ha l' ansia di un progresso civile, ordinato e pacifico e che ha il diritto al più utile funzionamento delle istituzioni poste al suo servizio dalla Costituzione della Repubblica. è perciò una grande responsabilità, una grande responsabilità del Parlamento, del Governo, delle forze politiche , dare una risposta valida al paese, in termini di legislazione adeguata, di amministrazione pronta, corretta ed efficiente, di giustizia credibile, di Governo degli uomini e delle cose secondo valori unificanti e non divaricanti. vi è un solo luogo e una sola procedura che appaiono politicamente chiari e costituzionalmente opportuni al Governo perché tutti questi elementi della presente situazione istituzionale e politica e queste esigenze di governabilità delle istituzioni e del paese vengano valutate: il Parlamento, espressione della sovranità popolare e centro di formazione e controllo dell' indirizzo politico , in un dibattito aperto al confronto chiaro tra le forze politiche , i loro giudizi, le loro tesi, i loro indirizzi, le loro prospettive di impegno. è nel Parlamento che può e deve avviarsi la verifica sui contenuti, tempi e indirizzi di un confronto politico volto a ricercare, attraverso collegamenti e convergenze sui problemi reali del paese, indirizzi stabili e precisi di politiche e programmi, e forme e modalità istituzionali per formularli e realizzarli. è nel Parlamento, in questo quadro, che deve essere conseguentemente definita la posizione di questo Governo. ciò in relazione anche alla natura e al contenuto del mandato suo proprio, come sanzionato dalla fiducia a suo tempo espressagli. e questo, ripeto, non sotto il solo profilo della sorte che deve toccare a questo Governo, ma nella prospettiva di una forte esigenza che il paese ha di essere governato, di essere governato da un Governo autorevole per chiarezza di impegni, per organicità di programmi, per certezza di consensi, per spazio non insicuro di operatività parlamentare e politica. è dovere delle forze politiche e del Parlamento soddisfare conseguentemente questa fondamentale esigenza del paese, perché le istituzioni tutte possano dare una giusta risposta alla domanda di giustizia, di ordine, di pace, alla domanda impetuosa, onesta, chiara di libertà, che è posta dai cittadini. è un dovere che abbiamo verso chi lavora, che abbiamo verso chi difende lo Stato, che abbiamo verso la memoria di chi è caduto perché la libertà viva. per questo il presidente della Repubblica , cui compete la responsabilità di garantire il corretto funzionamento delle istituzioni, ed io, quale presidente del Consiglio dei ministri , responsabile dell' attività dell' Esecutivo, abbiamo consentito sulla necessità politica e sull' opportunità e correttezza costituzionale che il Governo, come oggi fa con questa dichiarazione, si presenti alle Camere ed apra in esse un dibattito. è augurio del Governo che, nell' interesse del paese, da questo dibattito emergano, e si manifestino, nella consapevolezza profonda delle esigenze vere della comunità nazionale, segni e volontà per soluzioni o prospettive confortanti di coerente impegno politico per il funzionamento delle istituzioni, per la governabilità democratica del paese, per una con creta e matura capacità di affrontare e risolvere i così complessi e gravi problemi, interni ed internazionali, dell' ora presente. questo è l' augurio del Governo che ho l' onore di presiedere: come doveroso, il suo concludente comportamento sarà politicamente e costituzionalmente coerente con gli indirizzi politici che saranno espressi o verificati in Parlamento.