Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 131 - seduta del 19-03-1980
1980 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 131
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , mai prima d' ora era apparso così evidente, abissale ed incolmabile il solco tra paese legale e paese reale . ne ha dato involontariamente la prova poco fa il presidente di turno quando, nel dare notizia dell' assassinio del giorno, dell' assassinio rosso del giorno, ha dichiarato, non so se con consapevole o inconsapevole sarcasmo, che il Parlamento attende dall' Esecutivo un programma di emergenza contro il terrorismo. il Parlamento, questo ramo del Parlamento, è oggi riunito per una sceneggiata di regime; la sceneggiata del parere su di una crisi che è praticamente già aperta e della quale si conoscono già le tappe successive fino ai primi particolari relativi alla apertura delle consultazioni. il Parlamento si presenta in questa veste squallida, disincantata, cinica, incapace di sussulti emotivi e di decisioni responsabili. da questa sceneggiata noi siamo fuori, signor presidente del Consiglio . invitati ad esprimere il nostro parere, evidentemente non riteniamo di modificare quello espresso quando il suo Governo nacque, che fu un parere negativo che la grama esistenza di questo Governo ha dimostrato essere un parere secondo verità, onestà e correttezza. ma che dire delle forze di regime, di tutte quante, che sin qui hanno variamente sostenuto, o con il voto favorevole, o con l' appoggio esterno o con una opposizione fasulla e concertata il suo Governo? che dire delle forze di regime che aprono questa crisi al buio — la crisi più al buio che mai si sia verificata in Italia; anzi bisognerebbe parlare di Italia al buio nel quadro di una crisi al buio — e l' aprono per ignobili motivi, concorrenziali e di carattere preelettorale? perché i socialdemocratici e i liberali hanno paura che i repubblicani possano portar loro via voti e viceversa; perché la Democrazia Cristiana deve attrezzarsi preelettoralmente in guisa tale da far ritenere di essere il partito del 18 aprile 1948, per consentirle di pescare nell' elettorato di destra e di centrodestra; perché il partito comunista deve correre appresso alla Democrazia Cristiana , ma al tempo stesso deve avere l' occasione solenne per far finta di essere passato all' opposizione al fine di poter ingannare più che mai i poveri proletari che ad esso si sono affidati in termini di speranza, di riscatto e di resurrezione. questa ignobile sceneggiata che si svolge sotto gli occhi degli italiani dimostra ancor più che in ogni occasione passata quale sia, dicevo, il distacco fra paese reale e paese legale . dimostra che non ci troviamo di fronte, signor presidente , onorevoli colleghi , ad una crisi di Governo , ma ad una crisi dello Stato; ci troviamo di fronte alla crisi del sistema, alla crisi del regime. quando noi, solitari e forse presuntuosi, pronunciavamo queste verità, qualche anno fa, ci mettevate fuori dai vostri « archi costituzionali » : per fortuna ne siamo fuori! ringraziamo tutti i colleghi e tutte le parti politiche che hanno voluto sottolineare la nostra estraneità politica e morale al sistema, al regime che voi tutti assieme, concordi nell' apparente discordia, avete non l' onore, ma il disdoro e la pesante responsabilità di rappresentare. sicché in questo momento mi consentirete, onorevoli colleghi , di andare al di là e fuori da quest' Aula semivuota, disincantata, cinica e incapace di sussulti, e di guardare (almeno io, almeno noi) al paese reale : all' angoscia, alla paura, alla parziale rassegnazione del paese reale , ma anche all' indubbio coraggio, all' indubbia capacità di coraggio e di ripresa che il paese reale ha sin qui dimostrato, e ancor più dimostrerà sotto la sferza degli eventi. allora, il mio, il nostro è, un j'accuse legittimo, non presuntuoso, molto responsabile, molto serio, severo e sereno, e non lieto, non ilare, non di speculazione; è un j'accuse nei confronti della classe politica dirigente di regime e, al tempo stesso , un appello alla gente italiana perché possa continuare a sperare e soprattutto perché colga le occasioni, non lontane, ad ogni livello, per giudicarvi, per squalificarvi, per eliminare dai gangli del potere tutto ciò che vi si è purtroppo abbarbicato in questi anni dolorosi e sanguigni. dicevo, onorevoli colleghi : crisi di Stato, crisi di regime, crisi di sistema, anche nelle modalità di questo strano dibattito parlamentare , signor presidente del Consiglio , che è stato introdotto da sue comunicazioni, che ho sotto gli occhi e delle quali voglio sottolineare la straordinaria gravità sotto l' aspetto costituzionale e istituzionale. lei ha detto, all' inizio del suo discorso di stamane, che il Governo è stato posto « in una posizione costituzionale particolare » . non sapevamo che esistessero amicizie particolari a livello costituzionale; lo abbiamo appreso da lei. e « in un particolare rapporto di fiducia con il Capo dello Stato » : non sapevamo che potessero esistere particolari rapporti di fiducia da parte del Capo dello Stato nei confronti di un certo Governo o di una certa formula di Governo; pensavamo che per il Capo dello Stato tutti i governi fossero costituzionalmente eguali e che la fiducia non la concedesse né la revocasse il Capo dello Stato , ma il Parlamento. se questa frase, signor presidente del Consiglio , è stata — come io credo — autorizzata dal Capo dello Stato , autorizzandola, il Capo dello Stato ha autorizzato una patente offesa alla Costituzione e ai poteri e alle prerogative del Parlamento, nonché ai rapporti tra il Parlamento, il Governo e la stessa Presidenza della Repubblica. non credo che si possano prendere alla leggera affermazioni di questo genere! ella ha ancora aggiunto: « infatti, a causa appunto delle modalità con le quali il Governo si è formato, viene ad assumere un particolare rilievo quel generale potere che, in base alla prassi e ai principi costituzionali, in ogni caso spetta al Capo dello Stato , quando si verifichino segni chiari di mutamento del quadro politico » . al Capo dello Stato in questi casi non spetta, signor presidente del Consiglio , decretare la fine di un Governo; al Capo dello Stato spetta soltanto rispettare il volere del Parlamento e garantire che il Parlamento possa esprimere il suo parere. invece, signor presidente del Consiglio , signor presidente della Camera, il Parlamento non è stato messo nella condizione di esprimere responsabilmente il suo parere, non è stato messo nella condizione di votare. addirittura uno dei due rami del Parlamento, il Senato, non è stato messo neppure nella condizione di esprimere il suo parere; il che crea, a mio avviso, forti dubbi di incostituzionalità relativamente alle procedure di questa strana crisi di Governo . so benissimo che è sufficiente il voto di uno dei rami del Parlamento per determinare la sfiducia. però ci vuole il voto, e per giunta il voto per appello nominale , come la Costituzione prescrive e i regolamenti garantiscono. in questo caso, invece, si elimina la possibilità di esprimere un voto da parte di un ramo del Parlamento e addirittura si elimina la possibilità di esprimere un parere da parte dell' altro ramo del Parlamento, che il suo parere avrebbe potuto e dovuto esprimere. ma c' è di più, signor presidente del Consiglio e onorevoli colleghi , perché non soltanto il Governo non ha ritenuto di adempiere al suo dovere costituzionale (in ciò mal consigliato dal signor presidente della Repubblica , se, come traspare dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio , egli è stato consigliato o autorizzato dal presidente della Repubblica ), non solo il Parlamento non è stato messo in grado di votare, per la mancata presentazione di uno strumento parlamentare di indirizzo per la verifica della fiducia che il Governo, sulla base della prassi, dei precedenti, dei suoi doveri, dei suoi poteri, della Costituzione, della logica, della buona educazione, doveva presentare al Parlamento; ma la cosiddetta opposizione di sinistra cosa ha fatto? a cominciare dal partito comunista , quel partito comunista che ha dedicato un recente comitato centrale , tanto reclamizzato dalla televisione di Stato, a riassumere propagandisticamente i toni forti contro il Governo e contro la Democrazia Cristiana ? il partito comunista si è ben guardato dal presentare quella mozione di sfiducia che nei giorni scorsi aveva annunciato. e tutto il fronte delle sinistre? si è ben guardato dal presentare quella mozione di sfiducia che nei giorni scorsi aveva dichiarato di voler o di poter presentare. come mai? il gioco dei do ut des è trasparente. pochi giorni fa ci siamo trovati ad assistere al salvataggio compiuto, ad opera della Democrazia Cristiana e di tutti gli altri partiti, dal partito liberale al partito socialista , del partito comunista che — poverino! — sui problemi europei rischiava di rimanere isolato, così come isolato è rimasto a Strasburgo di fronte a quella netta, chiara, rigida, coraggiosa, pulita maggioranza di centrodestra: non bisognava isolare i compagni comunisti in una votazione di tanta importanza, che avrebbe potuto avere ripercussioni di carattere internazionale! e, allora, quanti insieme avete concordato un ordine del giorno che ha impedito al partito comunista di essere « verificato » su di una votazione come non europeo o antieuropeo, rispetto allo schieramento europeista che caratterizza tradizionalmente (ricordiamoci del voto sugli « euromissili » ) questo ramo del Parlamento e tutto il Parlamento italiano. e oggi il partito comunista , e la sinistra tutta intera, rendono il favore: do ut des . siamo alla formula « ciellenistica » : io do una cosa a te, tu dai una cosa a me, e intanto il paese reale piange, il paese reale sanguina e si apre una crisi al buio di questo genere. il Parlamento, dunque, è stato espropriato del diritto di votare, un ramo del Parlamento è stato espropriato del diritto di esprimere il suo parere: noi non possiamo votare e — c' è di più — si è così introdotto surrettiziamente (ci pensi, signor presidente del Consiglio ) il voto per delega. siccome si è stabilito di dar luogo ad un dibattito in cui prendessero la parola, uno per gruppo, i rappresentanti di tutti i gruppi politici , io, in questo momento, adempio, così come i rappresentanti di tutti gli altri gruppi politici , al dovere di esprimere un parere che ha la funzione di un voto, perché — lo sappiamo — porterà alla denegata fiducia a questo Governo da parte della maggioranza della Camera e quindi alle dimissioni di questo Governo. io sono quindi delegato ad esprimere un parere che ha il peso e il significato di un voto ed è sostitutivo non soltanto di un voto singolo, ma di un voto singolo che si sarebbe dovuto esprimere per appello nominale . in questo modo la libertà di espressione, di giudizio e di voto dei singoli parlamentari viene cancellata con un colpo di mano , che è una specie di golpe, signor presidente del Consiglio . non ci piace l' aria « golpistica » che sta circondando la Presidenza della Repubblica. non ci piace affatto, anche perché — diciamolo con tutto il riguardo — per compiere il golpe, anche di questa. non arrabbiatevi! io vi sto difendendo! sto difendendo la libertà di parola che, in questo momento, è negata alle vostre correnti, mi dispiace! mi dispiace che i socialdemocratici abbiano dovuto affidare la rappresentanza del loro parere all' onorevole Reggiani, che tutti stimiamo, e che non abbiano avuto la possibilità di far esprimere a qualcuno dei loro colleghi il diverso parere del presidente del loro partito, che è stato costretto a farlo conoscere attraverso una dichiarazione alla stampa. mi dispiace che il partito socialista sarà costretto, tra qualche minuto, a far esprimere il suo parere alla corrente Egidi, scusate: alla corrente Craxi e non alla corrente Signorile, scusate: alla corrente Mazzanti! mi dispiace. vorrei che ciascuno di noi, in un dibattito di questo genere, potesse esprimere liberamente il suo pensiero. vorrei che un parere di questo genere, che ha il significato ed il peso d' un voto, potesse essere espresso da ogni deputato, secondo la libertà dei propri convincimenti e dei propri giudizi sicché, quando parlo di un vero e proprio golpe in termini antiregolamentari ed anticostituzionali, chiedo a nome di tutti voi e dell' intero Parlamento, signor presidente del Consiglio , che questa stranissima procedura non costituisca precedente! rimanga per lo meno agli atti il nostro avvertimento, la nostra protesta perché è indecente, signor presidente del Consiglio , ciò che si sta consumando. Letta la prima parte del suo discorso, mi dispiace leggere la seconda ed ultima che, in qualche modo, è ancora più grave. lei ha detto, a conclusione del suo discorso, che il presidente della Repubblica , cui compete la responsabilità di garantire il corretto funzionamento delle istituzioni, « ed io, quale presidente del Consiglio dei ministri , responsabile della attività dell' Esecutivo, abbiamo consentito sulla necessità politica e sull' opportunità e correttezza costituzionale che il Governo, come oggi fa con questa dichiarazione, si presenti alle Camere ed apra in esse un dibattito... » . mi scusi, signor presidente del Consiglio : quale delle due interpretazioni è vera? l' onorevole Pertini è co-presidente del Consiglio, o lei è co-presidente della Repubblica? una delle due, a questo punto: tertium non datur ! ella ci penserà, ma gradiremmo una risposta, a seconda degli sviluppi della situazione in termini costituzionali ed istituzionali, sul modo in cui vanno e stanno le cose. non si dispiacciano i colleghi, ma di questi argomenti è più corretto e leale parlare qui apertamente, anziché rilasciare facili dichiarazioni alla stampa. siamo di fronte ad una specie di presidenzialismo che circola negli uffici, al Quirinale e si diffonde nelle redazioni dei giornali, nei corridoi e nel « Transatlantico » : vorremmo saperne qualcosa. siamo interessati tecnicamente e politicamente a ciò perché, come tutti sapete, ci rimproverate (dal vostro punto di vista magari giustamente) di essere presidenzialisti. non abbiamo fatto mistero, da anni a questa parte, nei nostri congressi e discorsi parlamentari, nei nostri comizi, di essere favorevoli ad una riforma globale delle istituzioni che porti ad una repubblica presidenziale che si basi su dirette elezioni del presidente della Repubblica da parte del popolo lavoratore italiano. lo dico perché probabilmente — non per colpa vostra — non lo sapete: siamo per una repubblica presidenziale in cui il presidente eletto direttamente dal popolo non sia anche il capo dell' Esecutivo , ma nomini un capo dell' Esecutivo che esprima a sua volta un Governo che sia controllato da un Parlamento liberamente eletto. questo è il sistema democraticissimo cui ci rivolgiamo, ritenendo che attraverso di esso i guai della partitocrazia, della sindacatocrazia, della correntocrazia che imperano nel nostro paese nella veste e la forma di democrazia parlamentare , possano essere superati. sicché, quando al vertice dello Stato italiano si assumono atteggiamenti presidenzialisti, noi ce ne interessiamo e vorremmo che ci fossero date spiegazioni perché, in mancanza di interlocutori più seri e più validi, il signor presidente della Repubblica non sia costretto, come gli è accaduto durante il suo recente viaggio nelle Puglie, a farsi chiedere da un bambino delle scuole elementari se sia favorevole o contrario alla repubblica presidenziale ; e perché noi non si sia costretti a farci quattro risate — non sul presidente della Repubblica , per carità! su questo tipo di Repubblica, quando leggiamo sui giornali che il presidente ha amorevolmente spiegato al bambino di essere contrario alla repubblica presidenziale , perché lui non vuole le dittature. non le vuole davvero, o per caso, surrettiziamente, si sta affermando, non dico la dittatura — per carità! — ma una specie di potere personale, che viene coccolato e caldeggiato, e, signor presidente del Consiglio , stimolato attraverso dichiarazioni responsabili, quali quelle che lei ha fatto all' inizio di questo dibattito? non si è trattato forse di presidenzialismo molto deteriore — mi si consenta — e molto poco responsabile, quando il signor presidente della Repubblica è intervenuto all' inizio della vicenda degli « uomini radar » ? e l' osservazione che ora mi permetto, correttamente e lealmente, magari duramente, di fare, non l' abbiamo letta sui giornali di regime? non ci sono stati importanti ed illustri giornalisti che ne hanno scritto non nei termini garbati e corretti con i quali mi esprimo, ma in termini pesantemente polemici? e quale parte dello schieramento di regime, qui dentro o fuori di qui, ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità di un colloquio e di un chiarimento da dare al popolo italiano , che deve vedere chiaro in queste cose? non è stato, forse, un altro atto di presidenzialismo di bassa lega quello che è consistito nel censurare un ministro della Repubblica, per carità censurabilissimo per quello che aveva detto, se lo aveva detto, ma non censurabile dal Capo dello Stato , che nel nostro attuale ordinamento è « irresponsabile » ? ma non è stato un atto di presidenzialismo, ancora deteriore e soprattutto molto pericoloso, quello che è consistito — e noi eleviamo la nostra ferma protesta — nel preconsultare, prima delle consultazioni che cominceranno domani o doman l' altro, addirittura prima della presentazione del Governo quest' oggi alle Camere per porci sostanzialmente la questione di fiducia , le confederazioni sindacali della « triplice » ? ho letto su Il Corriere della Sera di questa mattina: « il potere istituzionale del sindacato italiano ha ricevuto il più alto riconoscimento » , ma allora chi ha autorizzato il presidente della Repubblica ad offrire un riconoscimento ed una patente di questo genere al « potere istituzionale del sindacato » ? e se si fosse trattato di una udienza concessa dal signor presidente della Repubblica a tutte le cosiddette forze sociali , vale a dire alle rappresentanze sindacali a livello nazionale che, per esempio, nel campo dell' impiego statale e parastatale — lo sapete tutti quanti — sono molto più autorevoli della « triplice » tutta quanta intera; se, per avventura, oltre alle forze sociali rappresentate da tutte le organizzazioni sindacali di vertice, il presidente della Repubblica avesse invitato anche le organizzazioni imprenditoriali per un largo colloquio di informazione sulla reale situazione socio-economica del nostro paese, prima di affrontare le consultazioni per la crisi, non sarebbe venuta ugualmente la legittimità di un riconoscimento istituzionale, ma si sarebbe potuto parlare di una provvida iniziativa intesa a chiarire la situazione della crisi socio — economica del nostro paese! nossignori, il Capo dello Stato ha ricevuto la « triplice » ; ma l' ha ricevuta per consultarla sui problemi socio-economici? non so se abbiate letto le dichiarazioni degli esponenti della « triplice » , quando sono usciti dalla consultazione al Quirinale. ora, io non voglio attribuire al Capo dello Stato o agli uffici del Quirinale la responsabilità di quanto lor signori hanno dichiarato uscendo dal Quirinale; ma sta di fatto che essi non si sono riferiti a problemi sindacali e socio-economici, ma a problemi politici trattati con il Capo dello Stato ed hanno sostenuto la tesi che era logico sostenessero, perché tutti sappiamo quale sia il volto politico dei capi della « triplice » . essi hanno sostenuto la tesi comunista, hanno cioè detto che per risolvere i problemi socio-economici del nostro paese occorre — frase di Lama — distinguere tra le forze del progresso e quelle della conservazione, il che vuol dire mandare al Governo i comunisti in nome del progresso, senza tener conto del fatto che da qualche mese a questa parte i contatti tra la « triplice » e la Confindustria, fra la « triplice » e Gianni Agnelli, tra L'Unità e Gianni Agnelli (vedansi gli strofinamenti di questi ultimi giorni) sono contatti di amicizia, di collaborazione e di complicità. ma tutto questo, onorevoli colleghi , accade sotto gli occhi indifferenti del Parlamento, con la strizzatina d' occhio complice del presidente del Consiglio che — lo dico senza offesa — in questo modo forse ha ritenuto di assicurarsi, si è senz' altro assicurato il reincarico, la reinvestitura, perché vi sono rapporti di particolare fiducia, di particolare amicizia, perché questo Governo ha meritato la particolare considerazione del presidente della Repubblica , perché « lui ed io abbiamo consentito » ; allora di fronte a sua maestà il presidente della Repubblica , quasi presidenziale, al suo co-presidente, onorevole Cossiga, levatevi il cappello tutti quanti, perché questo fa parte della sceneggiatura. noi non ci leviamo il cappello, anzi denunziamo questi bassi espedienti. quanto poi, onorevoli colleghi , alla crisi politica , noi vorremmo sfatare un luogo comune e un pregiudizio che, lo riconosco, è anche pregiudizio di opinione, pregiudizio secondo cui tutta la situazione politica italiana ruoterebbe intorno alla « questione comunista » . una volta tanto vorrei assolvere i comunisti da una colpa che eccessivamente viene loro attribuita: la realtà è che la crisi politica italiana ruota tutta, specialmente da qualche mese a questa parte, intorno alla « questione democristiana » . abbiamo atteso in ansia, e per mesi, i risultati del congresso della Democrazia Cristiana ; ci siamo chiesti: vincerà lo schieramento del « no » ai comunisti oppure quello del « sì » ai comunisti? onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana , devo riconoscere, in atto di ammirazione nei vostri confronti, che siete stati tutti bravissimi, avete vinto tutti, hanno vinto tutti e due gli schieramenti, perché avete preso in giro in un modo formidabile, squisito l' elettorato che da 35 anni vi tiene al potere nella speranza io dico nell' illusione e spero di aver ragione almeno questa volta — che vi opponiate ai comunisti. non è vero che la Democrazia Cristiana sia divisa sul « no » o sul « sì » , la verità è che vi sono tre democrazie cristiane d' accordo tra loro. vi è la Democrazia Cristiana dei tempi preelettorali ed elettorali che è tutta quanta, con modulazioni diverse, con accentuazioni diverse, con motivi o con pretesti diversi, per il « no » all' ingresso del partito comunista in un Governo; vi è la Democrazia Cristiana postelettorale che, con espedienti, con formule e con formulette, è tutta quanta per il « sì » al partito di centro che, diceva Alcide De Gasperi , marcia verso sinistra; si tratta di vedere se deve marciare sino in fondo o meno con rapidità bersaglieresca o con il passo dell' alpino dell' onorevole Piccoli, neosegretario del partito, ma la Democrazia Cristiana postelettorale è tutta per il sì più o meno graduato; c' è poi la terza Democrazia Cristiana , che comprende lo schieramento del « sì » e quello del « no » , che comprende il preambolo del « sì » e quello del « no » , che comprende l' « area Zac » e l' « area Pic » , ed è la Democrazia Cristiana del « ni » , l' ineffabile, l' eterna, la noiosa, monotona Democrazia Cristiana del « ni » . fino a quando questo « ni » non vi avrà fatto perdere gli elettori, fino a quando non avrete subìto una lezione (scusatemi: ve lo dico con ammirazione per la vostra straordinaria abilità), fino a quando l' elettorato non si sarà cavato di dosso questo ossequio alla Democrazia Cristiana , proprio perché essa sa non scegliere per farsi scegliere, la « questione democristiana » avrà paralizzato tutta la vita politica del nostro paese e gli stessi comunisti, che ci fanno un po' pena, quando cadono nelle vostre ragnatele tattiche, resteranno impeciati e paralizzati. ma i comunisti hanno un' altra risorsa! anche questo è un discorso che dobbiamo fare chiaramente e duramente, poiché non è un discorso riferito alle persone o al partito comunista in quanto tale: è, infatti, un discorso riferito al comunismo. i comunisti hanno un' altra risorsa: il partito armato , che è comunista! se avessi il minimo indizio lo direi, ma contesto che il partito armato sia a disposizione tattica, agli ordini o al comando del partito comunista ; dico soltanto che il partito armato è il bastone ed il partito comunista è la carota: entrambi sono al servizio non del comunismo mondiale (non commettiamo questo errore) ma dell' imperialismo sovietico, che è un' altra cosa. l' imperialismo sovietico è ciò che conta e conta esattamente e purtroppo perché è assolutamente spregiudicato, assolutamente cinico: è un imperialismo e basta! ed ha a sua disposizione il comunismo come veleno e come strumento intossicante. ebbene, non negatemi che il partito armato sia un partito comunista in questo senso! non negatemi che esso — a prescindere da quei contatti, quelle collusioni e quegli aiuti di cui persino il presidente della Repubblica ha parlato e provenienti dall' oltre « cortina di ferro » — abbia una sua coerenza ideologica! i proclami delle Brigate Rosse (lo dico con mortificazione e con il gelo nel cuore) sono ideologicamente tra i pochi documenti aberranti — certo — , folli, tutto quello che volete (e consentirete soprattutto a me di dirlo con profondo convincimento, con odio addirittura), ma certamente ideologicamente coerenti e corretti. allora, onorevoli colleghi di tutte le parti, non è sufficiente dire: « isoliamo il terrorismo e le Brigate Rosse nell' opinione pubblica » ; no, bisogna isolarli anche ideologicamente. e come fate, voi democristiani, ad isolare ideologicamente le Brigate Rosse , il partito armato ed il comunismo di quella specie, se avete abbattuto proprio voi tutte le dighe ideologiche? tutti quanti voi lo avete fatto, anche nel recente congresso; anche voi dell' « area Pic » , avete abbattuto le barriere ideologiche nei confronti del comunismo, dicendo di tenere in piedi ancora qualche argine di natura politica, soprattutto internazionale. come si fa ad isolare il partito armato nei suoi programmi, nelle sue follie, nelle sue assurde rivendicazioni e nel fascino rivoluzionario che, purtroppo, può avere e sta avendo su una parte della gioventù drogata, deviata, disincantata del nostro paese, se l' argine tipico di voi cattolici lo avete ormai abbattuto? l' argine deve essere eretto contro il materialismo, il neomaterialismo ed il marxismo! allora l' argine reggerà anche nei confronti della folle e funesta ideologia del partito armato ! allora sarà possibile fare appello a tutta la gioventù italiana perché si batta, perché non si faccia attirare mai nelle spire della guerra civile , così come il partito armato , la Russia sovietica e l' imperialismo sovietico vogliono. tutto questo può anche passare al di sopra delle responsabilità politiche del partito comunista italiano, ma non è nostra colpa se esso è una filiale del comunismo internazionale. è una filiale che fa tutti gli sforzi possibili per eludere le responsabilità morali, politiche ed internazionali che le derivano dall' essere una parrocchia della grande chiesa sconsacrata del comunismo. ma questo sono i colleghi che ci stanno di fronte! sono marxisti, materialisti, portatori di quel verbo attossicato, portatori della guerra civile e sociale in termini di lotta di classe esasperata. tutto questo è nella logica devastatrice dell' imperialismo « rosso » che pesa su tutto il mondo e che, in questo momento, pesa particolarmente sull' Italia. questi sono i grandi motivi della crisi politica ! aggiungetevi il comportamento della classe dirigente del partito socialista , che non so se definire più folle o più irresponsabile, o più amena e divertente; un partito socialista il quale aspira alla Presidenza del Consiglio dei ministri non essendo in grado di controllare la presidenza del proprio partito! io penso che l' onorevole Craxi, prima di chiedere di presiedere un Governo, debba chiedere di mettere le cose a posto con la presidenza del suo partito. e lo stesso richiamo amichevole dobbiamo fare ai socialdemocratici a proposito della presidenza del loro partito, dell' ordine nel loro partito. infine, quanto ai liberali, questo loro volersi a tutti i costi abbracciare con i socialisti, andare incontro ai socialismi, dar luogo ad una specie di liberalsocialismo proprio in un momento in cui il socialismo — specie quello del partito socialista italiano — dimostra ancora una volta i suoi limiti — storici — , la sua incapacità ad essere sociale perché socialista e socialista in quanto sociale, mi sembra anche questo una follia, se non addirittura un voltare le spalle, un tradimento. sento il dovere, dato che sono fuori, con il partito che ho l' onore di rappresentare, dalla « sceneggiata » che qui si recita, di dire qualche cosa a nostro riguardo. quando noi proclamiamo che la crisi è dello Stato, che la crisi è del regime, che la crisi è del sistema, non lo proclamiamo — voglio ripeterlo — con gioia, con letizia; lo proclamiamo con enorme, profonda preoccupazione e con grande rigore morale e politico. e abbiamo il diritto di questo nostro rigore morale e politico perché ce lo siamo guadagnato sul campo. ce lo siamo guadagnato sul campo con le nostre origini di tanti anni fa, alle quali mi richiamo volentieri perché si tratta di origini che possono non piacervi, che non debbono affatto piacervi, ma che, da parte nostra, furono sempre origini sacrificali di uomini che, dalla sconfitta delle armi della propria patria e della propria parte, non hanno mai tratto conseguenze capitolari, hanno pensato di doversi presentare alla luce del sole per sostenere le proprie idee. ecco, questa classe dirigente che ho l' onore in questo momento di rappresentare è una classe dirigente che — grazie anche a voi, colleghi democristiani — ha potuto ripulirsi delle scorie che nel tempo si erano accumulate anche attorno a noi. vi ringrazio ora, prima non l' avrei potuto fare; ringrazio gli ispiratori della manovra che, alla fine del 1976, portò alla nascita di una presunta destra, di una fasulla destra, di una ben impinguata destra, che avrebbe dovuto liquidare, nel giudizio di popolo ed anche nei suoi vertici, il MSI-Destra Nazionale . avendo vinto quella grande battaglia morale nei confronti di noi stessi, e con il sussidio di un elettorato pulito e fedele, ora noi vi diciamo che la prima Repubblica nata dalla Resistenza è fallita e che non è giusto che il popolo italiano paghi il fallimento, non è giusto che curatore del fallimento sia la stessa classe dirigente politica che nel fallimento è precipitata e che al fallimento ha portato la prima Repubblica nata dalla Resistenza. sicché i problemi politici, onorevoli colleghi , non si risolvono con le « sceneggiate » qui dentro: si risolvono a contatto con il popolo italiano , con i problemi che il popolo italiano deve vedere risolti dalla qualsiasi classe dirigente politica che questo abbia portato al suo vertice. ed allora i problemi... io voglio essere estremamente rapido nell' elenco dei problemi di fondo , anche perché, ripeto, il mio compito oggi non è certamente quello di assegnare un qualsiasi programma di futuro Governo all' onorevole Cossiga o a chi per lui. mi consentirete e ci consentirete di collocare al primo posto, tra i problemi di fondo , quello relativo alla moralizzazione della vita pubblica . non ne parlo da moralista né da moralizzatore, non mi sento tale. ne parlo da uomo che molte volte è stato incriminato di fronte alla Camera, con richieste di autorizzazione a procedere : mai per reati comuni! ed allora mi permetto di dire che è significativo il fatto che ci sia voluto il Movimento Sociale Italiano per eliminare l' immorale equivoco Mancini dalla Commissione Moro. credo che noi abbiamo reso omaggio alla memoria dell' onorevole Moro, attraverso quel nostro responsabile e moralizzatore comportamento e credo di poterlo e di doverlo dire proprio nei giorni del secondo anniversario della strage di via Fani . ritengo che abbiano tentato di gettare fango sull' inchiesta Moro e persino sulla figura dell' onorevole Moro, alla quale abbiamo tutti, sempre, indirizzato un compianto riconoscimento cristiano. ritengo — dicevo — che il tentativo di infangare quella memoria sia stato dovuto proprio alla sporca manovra che voleva tenere in piedi un amico, un amico dei probabili assassini, in seno alla Commissione che ho detto. è significativo il fatto che sia occorsa una iniziativa del Movimento Sociale Italiano ; e significativo che gli altri settori non fossero in grado di prenderla, perché troppe ramificazioni, di contatti, di camorre, si erano negli anni verificate tra i settori dello schieramento politico di regime ed un personaggio sempre discusso e discutibile, come l' onorevole Mancini. così, è significativo il fatto che ci sia voluto un magistrato di destra, contro il quale si sono tentate le più turpi manovre, per metter le manette a tutta una serie di banchieri disonesti, in ordine ai quali, naturalmente, aspetteremo il giudizio per poterne stabilire la colpevolezza, ma che indubbiamente rappresentavano uno dei fattori essenziali delle troppe cose illecite che andavano compiendosi. il secondo problema sul quale noi poniamo l' accento è quello dell' ordine pubblico . lo volete chiamare dell' ordine democratico? non ha nessun interesse. ho ascoltato poco fa, con molto rispetto, come sempre abbiamo l' abitudine di fare, l' onorevole Mammì che ha parlato per il partito repubblicano . dico con molto rispetto perché desidero ringraziare pubblicamente — l' ho già fatto in privato — l' onorevole Mammì per quanto ha avuto la cortesia, l' intelligenza, l' onestà di dire qualche giorno fa, nella seduta dedicata alla commemorazione del nostro povero, caro caduto, Angelo Mancia. l' onorevole Mammì ha parlato oggi anche di questo, riferendosi al secondo anniversario della strage di via Fani e ha rivolto il suo elogio al Governo Cossiga, per quanto questo Governo ha realizzato in tema di ordine pubblico . onorevole Mammì, da tutti tranne che da lei, da tutti tranne che dai repubblicani, potevo attendermi una dichiarazione ed un riconoscimento di questo genere! nessuno tra noi ha dimenticato che nella ben più importante seduta del 16 marzo 1978, quando l' eccidio di via Fani era stato appena perpetrato e l' onorevole Moro sequestrato, vi fu una sola voce che si levò in questa Camera a sostegno del grido non di dolore ma di appello al coraggio, alla decisione, all' energia, alla lotta — lotta seria, severa e dura — contro il partito armato , che era stato pronunciato da noi e modestamente da me: la voce di Ugo La Malfa , che non abbiamo dimenticato. avversario politico e con il quale ci siamo infinite volte scontrati, che abbiamo ritenuto responsabile di errori, come egli, in perfetta buona fede , poteva ritenere noi responsabili di errori ancora più gravi, ma uomo politico di indubbio coraggio, che pronunciò in quella occasione — lo ricorderete — , con voce straordinariamente commossa, anche per l' amicizia personale che lo legava all' onorevole Moro, una allocuzione che è rimasta nell' animo nostro, di noi che in questo Parlamento stiamo con il nostro cuore, con il nostro animo, con la vita, poiché ci stiamo non per ragioni di potere, ma per ragioni di rappresentanza dell' elettorato che ha ritenuto di inviarci qui. l' onorevole La Malfa gridò: « pena di morte » ! io non voglio gridare: « pena di morte » ! voglio semplicemente dire, signor presidente del Consiglio , che, se fossimo in un paese serio, qualcuno avrebbe tradotto, non questo Governo, ma il governo italiano dagli anni in cui si è prodotto il fenomeno del terrorismo, dinnanzi al Parlamento eretto in Alta Corte di giustizia , per accusarlo di mancata applicazione delle leggi vigenti! noi desideriamo essere capiti a questo proposito. non abbiamo mai chiesto e non chiediamo né modifiche a questo riguardo, né violazioni della Carta Costituzionale , né leggi speciali; abbiamo anzi votato contro talune leggi speciali e taluni decreti legge da voi presentati, ritenendoli inefficaci, inadeguati, solo apparentemente volti a combattere il terrorismo e in sostanza diretti a consentire discriminazioni politiche, probabilmente ai nostri danni. abbiamo richiamato la vostra attenzione, in Parlamento, sulla stampa, alla televisione, sul fatto che esistono, sono in vigore , non sono state abolite né modificate né abrogate da sentenze della Corte costituzionale , norme di legge adeguate. poc' anzi il presidente di turno auspicava che il Parlamento ottenesse dal Governo un programma legislativo adeguato, di emergenza: ebbene quelle norme di legge cui mi riferisco rappresentano appunto norme di emergenza e per l' emergenza, atte a risolvere, o per lo meno a tentare di risolvere, questo problema. si tratta del testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza , un testo unico — ripeto — vigente, articolato, comprendente disposizioni che, se volete, potete modificare, ma che non avete il diritto di disapplicare. lo dico al Governo, a qualunque governo, lo dico alla maggioranza, lo dico anche al Capo dello Stato , il quale vuole essere un po' « presidenzialino » , vuol assumere determinate iniziative: ed allora, senza violare la Costituzione, egli deve ricordare di essere il presidente del Consiglio supremo di difesa; deve quindi riunire, in casi del genere, questo Consiglio, deve quanto meno ascoltare ciò che potrebbero dirgli i capi delle forze armate . ed io non credo che i capi delle forze armate siano contrari all' applicazione del testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza , in quella parte in cui tale testo unico — vigente, non smentito, non abolito, non modificato: lo ripeto ancora una volta — stabilisce che in casi di emergenza si proclama lo stato di pericolo, o addirittura lo stato di guerra interna, per una parte o per l' intero territorio nazionale , e conseguentemente entra in vigore il codice penale militare di guerra e subentra la giurisdizione dei tribunali militari di guerra. e quel codice stabilisce, senza violare la Costituzione, che venga inflitta la pena di morte ai colpevoli di determinati gravissimi reati, dopo che — ovviamente — la verità sia stata accertata, democraticamente e giudiziariamente. non si viola la Costituzione perché l' articolo 27 dice espressamente che « non è ammessa la pena di morte , se non lei casi previsti dalle leggi militari di guerra » . ma si applicano leggi militari di fronte ad uno stato di guerra che lo scorso 1° gennaio, alla televisione, il signor presidente della Repubblica ha pur dichiarato, ha pur proclamato, o del quale ha preso dolorosamente atto, senza mostrare poi alcuna capacità di voler sul serio concorrere a reprimere il terrorismo. siamo tutti stanchi di doverci ogni giorno riunire per commemorare un caduto, e non importa se esso sia di destra, di sinistra o di centro, se sia un magistrato o un povero fattorino, come il nostro Angelo Mancia. non potete dubitare quale sia il sentimento con cui noi vi parliamo di tutto ciò. la vicenda dura e dolorosa dei giorni scorsi mi ha posto nella condizione, assai difficile, di proclamare in piazza, di fronte a 20 mila persone, il nostro credo, di dire che noi ci rifiutiamo energicamente di lasciarci trascinare nella spirale dell' odio, della vendetta e della guerra civile . non ho mai pronunziato, non pronunzierò mai, la parola « vendetta » : renderei, lo so, un prezioso ed inestimabile servigio al partito armato , a coloro che vogliono la guerra civile . ma ciò non significa che noi dobbiamo assistere impotenti, inerti, incapaci, cinici, alla morte di questa Italia che è al buio e che si sveglia di tanto in tanto per commemorare qualcuno. non è ammissibile che dobbiamo ancora ascoltare l' urlo belluino delle mamme d' Italia che piangono. non è ammissibile che dobbiamo sopportare giornalistacci come quello che ha scritto, sul Il Corriere della Sera , che c' è un' Italia evoluta, che di fronte ai propri morti è serena e tranquilla e perdona anche in chiesa gli assassini, mentre c' è un' Italia poco evoluta — che coinciderebbe, credo, con quella centro-meridionale — che urla il proprio dolore. io non auguro ad alcuno tra voi di provare quello che ho provato io, giorni fa, quando ho sentito in me, leggendo quell' articolo, il grido della madre disperata, rabbiosa, furente di Angelo Mancia; ma quella mamma non gridava alla guerra civile , gridava: « voglio gli assassini » . vogliamo concedere alle famiglie degli italiani assassinati, la speranza che gli assassini vengano puniti e puniti sul serio? oppure cosa vogliamo fare? vogliamo continuare con l' ignoranza e con il rifiuto di applicare le leggi vigenti? vogliamo sentirci dire da un presidente del Consiglio quello che ha detto oggi l' onorevole Cossiga e cioè che siamo a buon punto e che con la riforma della polizia le cose andranno bene, quando sappiamo che il 20 aprile verrà ufficialmente lanciata la sfida dal sindacato non autonomo di polizia e dal sindacato della triplice nei confronti della legge che sta vedendo la luce, nei confronti del Governo e nei confronti dello Stato? sono queste le assicurazioni che ci dà il Governo, che ci dà la classe dirigente a proposito della lotta contro il terrorismo e contro la violenza? ed in termini socio-economici cosa ha saputo dire oggi il presidente del Consiglio ? cosa ci dicono i partiti di Governo e di maggioranza? cosa ci dice l' estrema sinistra ? vogliamo ripetere la frase di Lama « le forze del progresso contro le forze della conservazione » ? ma quali sono i progetti sociali portati avanti dalle forze del progresso contro le forze della conservazione? quali sono i piani di rinnovamento, di riscatto? non siamo forse in pieno in una politica assistenziale e non sociale, in una politica di dilatazione della spesa pubblica all' infinito, in un bilancio macroscopico costituito da spese correnti e non certamente sociali? non è forse questa la verità; questa verità riguarda forse e soltanto lo Stato o non riguarda anche quegli enti locali che avete lottizzato e che vi siete spartiti? sapete quanti sono i residui passivi in questo momento della regione Campania? sono 1.471 miliardi, se sono bene informato. sapete quanti sono i residui passivi della regione Sicilia? circa 2 mila miliardi, se sono bene informato. sapete quali sono i residui passivi delle regioni governate meno peggio di altre, come ad esempio la Lombardia? oltre 500 miliardi di residui passivi . volete mettere assieme tutti questi residui passivi che sono i residui del clientelismo, della incapacità, dell' impotenza, dell' assenza anche di capacità tecniche, dell' assenza di una buona volontà politica? volete considerare che i veri evasori fiscali sono costoro, i cattivi amministratori dei nostri comuni, delle nostre province, delle nostre regioni che imboscano nelle banche, con interessi privilegiati, tutta questa enorme massa di denaro? volete aspettare che scoppi lo scandalo anche a questo livello? verrà fuori qualche Alibrandi, anche a livello locale, che manderà in galera la grande maggioranza dei vostri sindaci e dei vostri assessori infedeli a tutti i livelli. queste sono verità che voi conoscete benissimo e per le quali continua a sanguinare il popolo italiano . inoltre ci sono le altre verità, alle quali ho già accennato, di ordine internazionale; è mai possibile che nel momento in cui a Strasburgo si determina, sia pure con potestà consultiva e non deliberativa, una maggioranza che emana ordini del giorno , deliberazioni così nette, così chiare in termini di antimarxismo, di anticomunismo, di antisovietismo, il Parlamento italiano, la classe dirigente politica italiana assumano un atteggiamento che sempre più assomiglia all' atteggiamento dei non allineati ? dove vogliamo arrivare? quali solidarietà socio-economiche possiamo attenderci dallo schieramento dei non allineati nel momento in cui dovessimo distaccarci, allontanarci o essere tragicamente cacciati via dal consesso europeo a seguito di questi folli atteggiamenti? sono questi i problemi ai quali ci rivolgiamo e ci riferiamo; è questo il nostro j'accuse e al tempo stesso è questa la nostra ferma speranza, onorevoli colleghi di tutti i settori, di chi ritiene che se la prima Repubblica nata dalla Resistenza è fallita, il popolo italiano non possa fallire. i popoli civili non falliscono mai e soprattutto il popolo italiano nei suoi secoli di storia tanto sovente infelice ma tanto spesso grande e glorioso nel magistero delle arti, delle scienze, della stessa vita politica. siamo certi che il popolo italiano saprà, attraverso successivi scossoni elettorali, liberarsi della zavorra — come a suo tempo ce ne siamo liberati noi — per poter intraprendere tra gli italiani veri un colloquio risolutivo, di pace, di sicurezza, di giustizia, di moralità e di progresso.