Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 95 - seduta del 22-02-1977
Sulla situazione dell'Università di Roma
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 95
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

mi riesce addirittura difficile decidere se sono o meno sodisfatta, per il semplice fatto che ella, onorevole ministro, non ha risposto alla mia interrogazione. essa era rivolta a conoscere se per caso ella, dopo la eccezionale — debbo dire — apparizione alla televisione: « a caldo » sui fatti dell' università di Roma, aveva almeno in parte modificato i suoi giudizi. mi duole dirle, onorevole Cossiga, che da anni sono stati inventati i registratori, cosicché, pur incapace di riprodurne il tono (spero che qualche compagno abbia filmato la sua apparizione televisiva), citerò testualmente alcune sue dichiarazioni. dicevo che la mia interrogazione era tesa a sapere se ella dalle dichiarazioni, veramente incredibili, di giovedì o venerdì sera ad oggi avesse per caso mutato qualche giudizio. debbo dire che se quest' ultimo non è cambiato, è certamente mutato il tono. non siamo nel Far West , ella ha detto a noi che, tra l' altro viviamo in una situazione di agglomeramento urbano assolutamente folle! siamo ben coscienti di non essere nel Far West : non abbiamo un filo d' erba da nessuna parte, si figuri se possiamo sognare le praterie! certo, la sua apparizione era una cosa a metà tra lo sceriffo e il cacciatore di indiani. mancava il nitrito del cavallo in lontananza e l' atmosfera era fatta! non si è sentito, dicevo, il nitrito del cavallo. dopo la sua dichiarazione ella si è allontanato (non caracollando); in ogni caso l' atmosfera era stata creata! onorevole ministro, per arrivare al succo del discorso, cito alcune sue dichiarazioni. « la rabbia giovanile è determinata da tante cose » , ha detto. dopo di che, ella ha steso un pietoso velo, perché di queste « tante cose » non è dato sapere a sedici milioni di telespettatori italiani, ai quali l' unica cosa che si voleva far passare è questo atteggiamento vandalistico, da « indiani metropolitani » , da « fricchettoni » , eccetera, eccetera. sulle « tante cose » mi sembra che bisognerebbe aprirlo e alzarlo un attimo, questo velo. forse è difficile dire a dieci milioni di telespettatori che i loro figli che vanno a scuola con i loro sacrifici non troveranno lavoro; forse è difficile dire a dieci milioni di italiani che esiste in Italia il furto e lo scippo delle lambrette che ti manda in carcere, ma esiste il furto legalizzato per cui si è benemeriti del paese; è difficile dire al paese che Einaudi chiede ed ottiene un miliardo e 200 milioni di liquidazione; è difficile dire alla gente che in Italia chi fa debiti per un ammontare superiore al miliardo sicuramente non va in carcere ma è benemerito del paese e — tutt' al più — cambia poltrona, perché dall' EGAM passa all' Iri: dall' Iri ritorna all' EGAM, poi semmai va all' Eni e così siamo a posto. l' ultima tappa è la Montedison, che è poi — non si sa perché — la più favorita: è la carriera, insomma. quindi sulle « tante cose » forse sarebbe meglio fare delle dichiarazioni un po' meno frettolose ma un pochino più incisive. quali sono, secondo lei, le « tante cose » ? certo ne ha accennato qui con un tono che era meno esagitato, per la verità, ma dopo queste sue pie intenzioni io credo che, riaprendo l' università, le « tante cose » ci siano e rimangano. si parla spesso di massimalismo radicale, ma credo invece che noi siamo minimalisti radicali; poi comunque si potrà fare anche il dibattito sulla scuola con il suo collega Malfatti. dopo di che arriva il piano di riforma quinquennale, tipo enciclopedia Utet e comprensivo di tutto e di tutti, la panacea, quella che tanto poi non si fa, per cui tanto vale... ora, ci sono delle cause storiche, generali, strutturali, eccetera, ma ci sono delle cause più concrete e più reali, che pure si trascinano altrettanto da dieci anni. qui molti hanno già accennato all' università di Roma, costruita per 20 mila persone e che ha 170 mila iscritti; da dieci anni si parla della seconda università, ma non sono state ancora neanche acquistate le aree. mi vuole dire se anche questo rientra nella « panacea Utet » di cui parlavamo prima? ho davanti questa sua dichiarazione che è stata veramente eccezionale e che dice che ad un certo punto intervengono le forze dell'ordine e « constatato che la mattina si erano confrontati gli indiani metropolitani » a colpi di sampietrini e di sbarre di ferro, trovandosi di fronte alle forze dell'ordine con il necessario equipaggiamento, dotate anche (le forze dell'ordine ) dei mezzi speciali necessari... certo, certo, solo che ella ne ha elencato soltanto qualcuno e non altri; poi certe volte si trovano proiettili che — come ella sa — volano da soli, non si sa bene come... non è scaduto, mancano due minuti. dopo di che ella, signor ministro, continua dicendo che tutta questa voglia rivoluzionaria pare l' abbiano perduta mollando l' università al terzo squillo di tromba. di che cosa si dispiace, signor ministro? del fatto che non hanno fatto gli arditi? spera che li facciano la prossima volta? allora, signor ministro, dopo aver dato queste informazioni ai cittadini italiani (o questa disinformazione ai cittadini italiani), ella ha cambiato tono, ma non ha cambiato però giudizio. ebbene io credo, da non violenta e non condividendo certi atteggiamenti, che se non cominciamo — al di là della enciclopedia Utet — a fare alcune cose minimali, avremo un' altra serie di incidenti. e piantiamola di inneggiare al passato come a qualcosa di aulico: il 1968, che meraviglia! lo dice Preti, ma forse dimentica cosa ha scritto nel 1968 di fronte agli « indiani metropolitani » d' allora. stiamo attenti a non dire tra tre mesi che quello che — è successo a febbraio era una meraviglia culturale!