Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 81 - seduta del 27-01-1977
1977 - Governo I Fanfani - Legislatura n. 2 - Seduta n. 80
  • Comunicazioni del governo

potrei essere telegrafico, ancor più che breve. mi sembra che la replica del presidente del Consiglio sia la replica giusta ad un Parlamento che in questa legislatura sempre più chiaramente esercita le sue funzioni di controllo in un modo quanto meno singolare e straordinario. la risoluzione proposta da quasi tutta la Camera, tranne eccezioni, avrebbe potuto essere riassunta in modo più incisivo nella frase: « la Camera è d' accordo con il Governo e auspica che tutto venga fatto perché le cose vadano il meglio possibile » . mi sembra che una tale risoluzione avrebbe espresso meglio il modo con il quale questo Parlamento collabora alla vita delle istituzioni, esercitando le sue funzioni di controllo sull' Esecutivo. non vi è quindi da meravigliarsi che la saggezza, a prova di trent' anni di lotta politica; del presidente del Consiglio sembri qualche volta, forse, cominciare ad incrinarsi. in questo clima di unanimità nel quale non vi sono più differenze culturali né politiche né di giudizio, tranne eccezioni, forse l' euforia diventa tale che il presidente del Consiglio può ritenere di avere davvero aggiunto una nuova arma a quelle tradizionali per mantenere l' ordine pubblico : basterebbe, sembra, che il presidente del Consiglio facesse ogni sera una dichiarazione alla radio minacciando di essere severo con coloro che non hanno la sua e la nostra approvazione, e noi avremmo i sequestrati liberati, perché il presidente del Consiglio ha annunciato che forse proporrà l' ergastolo. devo dire che mai un presidente del Consiglio o un governo hanno evidentemente avuto o ritenuto di avere, nel paese, un tale prestigio, se lei può, malgrado la modestia e il gusto che tutti le riconosciamo, avere per inciso ricordato, in sede di replica, che è stato sufficiente, per garantire finalmente la libertà ad un sequestrato, il semplice annuncio-radio delle sue intenzioni in ordine all' ergastolo per i sequestratori di minorenni. questo abbiamo udito poco fa da lei, signor presidente del Consiglio ! al suo annuncio, sono entrati in crisi i sequestratori, hanno discusso fra di loro e liberato il sequestrato. basta questo. vede che non vi è bisogno della pena di morte , né dell' ergastolo? provi, la volta prossima, a minacciare semplicemente di essere più severo con gli evasori, con i generali, con i servizi segreti ; lo annunzi per radio e tutto tornerà a posto; tutti, come quel sequestrato, potranno tornare a casa! vi è una cosa, signor presidente della Camera, che giudico molto più importante e nuova, in questa circostanza, dell' atteggiamento del Governo. lo sottolineammo già in occasione del dibattito sulla giustizia e sull' ordinamento carcerario: consiste nel fatto che il Parlamento, questa Camera, si muove, alla fine dei dibattiti, addirittura in arretrato rispetto alle esigenze, non certo rivoluzionarie, ed alle disponibilità che il Governo annuncia. vi è una cosa, però, della quale siamo ugualmente sorpresi: è che questa Camera sia pressoché unanime nel riservare al problema del disordine — costituito da un decennale o ventennale abuso dei servizi segreti dello Stato, e da una ventennale cronaca dalla quale abbiamo appreso quanto spesso esistano connivenze e complicità nello Stato, nell' amministrazione della giustizia , nella amministrazione militare ed in quella dell' Interno rispetto ai più gravi fatti che hanno marcato la crisi della Repubblica in questi dieci anni — l' accoglienza che ha riservato. prendiamo atto che tutti, dai compagni comunisti ai liberali... Pochetti, basta con questa storia di « ma che compagni! » . almeno sino a quando, per decreto legge , questo vostro Governo non ve la darà in esclusiva... non ho detto « i tuoi compagni » , ho detto « compagni » . se pretendi di sequestrare anche una parola del vocabolario, stai in una posizione — mi pare un pochino difficile: si comincia con il dover sequestrare le parole dei vocabolari e si finisce per sequestrare anche altri diritti, o cose pubbliche o private. è dall' inizio della legislatura che state rivendicando non solo il diritto ereditario, o per usucapione, dei posti, ma anche quello delle parole. state un pochino esagerando! signor presidente , forse in termini di « ordine della Camera » , se non di ordine pubblico , per accontentare Pochetti potrebbe stabilire il divieto per i radicali, i socialisti e i demoproletari di usare la parola « compagni » , impiegando la quale rischiamo di creare turbamento all' ordine dell' Aula e magari, all' ordine politico esterno. dicevo che la risoluzione presentata vede i compagni comunisti d' accordo con i liberali nel limitarsi a chiedere al Governo in termini di servizi segreti , di disfunzione dello Stato, in termini di ordine pubblico , di garantire (leggo) « fin da ora, in attesa della sollecita definizione delle proposte di legge pendenti dinanzi al Parlamento, il pieno funzionamento dei servizi di informazione e di sicurezza secondo i loro compiti istituzionali » . debbo dire che tutto ciò è, quanto meno, un po' generico; il che significa che sono tutti d' accordo con il presidente del Consiglio , in questa Camera, tranne alcune eccezioni, nel ritenere che questo problema non esiste. sono tutti d' accordo nel ritenere, probabilmente, frutto di partigiane valutazioni e di spirito settario e fazioso l' aver sottolineato, come noi abbiamo fatto, la stranezza rappresentata dal fatto che in una relazione del presidente del Consiglio sull' ordine pubblico , nella quale, sia pure in modo non esclusivo (siamo i primi a dargliene atto, onorevole Andreotti) è stata individuata nella pornografia una delle concause della situazione di disfacimento dell' ordine pubblico e morale del paese, non sia stata detta una parola precisa, non si sia data una informazione e una validazione, non si sia neppure in realtà ricordato, quanto di « pubblico » vi fosse alla base dei fatti che ci hanno tutti terrorizzato, in un momento o nell' altro, signor presidente del Consiglio , secondo i diversi gradi di informazione che ciascuno di noi poteva avere; fatti, appunto, relativi a stragi, a connivenze, se non a volte a provocazioni, che partono dall' interno dello Stato. su questo il presidente del Consiglio , in realtà, non aveva detto nulla, non aveva nemmeno ritenuto opportuno richiamare l' attenzione del paese, della Pubblica Amministrazione , e del Parlamento. e la Camera — quasi unanime — approva. è dall' inizio della legislatura che accadono cose strane. d' estate, i compagni socialisti avevano avuto un nostro stesso riflesso; avevano insieme chiesto, per esempio, una Commissione di inchiesta sui problemi connessi con alcune rivelazioni, sulla possibilità che il Sid ed i servizi di informazione dessero, o avessero dato in passi in ossequio a prassi internazionali, dei beneplaciti e delle informative sulla nostra classe dirigente e sul presidente del Consiglio . i compagni socialisti, ripeto, chiesero questa inchiesta, e la radio e la televisione annunciarono che i compagni socialisti avevano fatto questa proposta, e non annunciarono la nostra. da allora, se non vado errato, i compagni socialisti hanno anche ritirato — e perché? — quella proposta formale, che avevano annunciato battendo la grancassa. dunque, da un po' di tempo, mi pare che da tutti i banchi della sinistra — tranne eccezioni — si taccia su questi temi delle stragi, di Stato o no, sul significato, sulle ragioni, su che cosa dobbiamo attenderci dall' Esecutivo, perché più non si ripetano certe situazioni di grave disfacimento dello Stato. probabilmente, questa è materia riservata ai vari « vertici » , perché materia delicata. e sempre più, signor presidente del Consiglio , stiamo vivendo un momento politico ed istituzionale nel quale le cose delicate sono, appunto, vissute in altre sedi, sono maturate ed affrontate nei « vertici » dell' ex arco costituzionale o nelle convocazioni presso il presidente della Repubblica . è, questa, certamente una nuova concezione della vita delle istituzioni. naturalmente, raccoglieremmo altre accuse di sensibilità ottocentesca se dicessimo, invece, che siamo qui solo nella misura in cui riteniamo possibile continuare a batterci e ad affermare che quanto più delicati sono certi problemi della vita dello Stato, tanto più questa è la sede necessaria per dibatterli, a preferenza di sedi riservate, di quelle sedi riservate che corrispondono ad una visione direi, tradizionalmente monarchica, aristocratica, oligarchica, e non democratica o repubblicana, della dinamica sociale, della dinamica politica, della dinamica delle istituzioni e della vita civile nel suo insieme. desideravo semplicemente limitarmi a ben marcare questo fatto: il Parlamento, tranne eccezioni, sembra sempre più d' accordo con il Governo e l' Esecutivo nel mettere una pietra sopra a situazioni, avvenimenti, eventi che non possiamo nel modo più assoluto ritenere superati, ritenere ormai neutralizzate, proprio perché un dibattito franco tuttora è mancato, e si consente di parlare di ordine pubblico senza nemmeno accennare a queste realtà, che sono state drammatiche e che sicuramente non sono oggi del tutto esaurite. se l' onorevole presidente del Consiglio è, in questi anni, in qualche misura affrancato dal sospetto di rappresentare organicamente una certa destra del paese, lo deve al fatto che, da qualche anno, si è cominciato a poter, dire — a torto o a ragione nel nostro paese che certe trame nere , certe connivenze con le trame nere , terroristiche ed eversive, da parte di settori della nostra amministrazione, erano state colpite da un certo suo comportamento. a livello di cronaca, a livello di fatti che conosciamo, questa correzione di giudizio non è arbitraria. non riteniamo — comunque — di poter ancora intentare un processo, perché per processi del genere ci vogliono documentazioni serie e convinte, se non si vuol essere faziosi. dobbiamo dire che, da questo punto di vista , è forse esatto affermare che, nelle vicende della strage di Stato , l' atteggiamento del Governo e del presidente del Consiglio Andreotti, non è stato tra i peggiori; anzi, è stato forse tra i migliori — nella Democrazia Cristiana — negli ultimi due anni. ma, detto, questo, signor presidente del Consiglio , che cosa si tendeva a realizzare attraverso queste stragi, queste tensioni? di per sé la distruzione fisica, immediata e diretta dello Stato? evidentemente no. non è con gli 8 morbi qua, con i 5 in un altro posto che si distrugge fisicamente lo Stato. che cosa si intendeva provocare con questa strategia della tensione , di efferati crimini, e che cosa intendevano gli alti ufficiali, gli alti funzionari conniventi, quanto meno, in queste situazioni? che cosa intendevano fare? verso, quale direzione andavano? io credo che anche, tutto questo ce lo fossimo detto. un fenomeno di destabilizzazione, un fenomeno di violenze, di violenze contrapposte sempre più gravi, l' esasperazione della lotta politica e sociale, la corruzione del dialogo democratico, la impossibilità psicologica — almeno apparente — di confrontarsi attraverso il dibattito civile e non violento . tutti questi tentativi, erano volti a creare nel paese dei riflessi che poi si traducono nella illusione autoritaria, nella illusione di provvedimenti straordinari (l' attuazione dell' articolo 90, l' ergastolo), tutta una certa dinamica pericolosissima storicamente perché tende a ridare al paese e alla classe dirigente l' illusione che, attraverso un certo uso del potere, sia possibile davvero guadagnare forza; mentre molto spesso tutte queste misure sono sintomo di impotenza storica delle classi dirigenti , che si illudono, attraverso sanzioni, minacce, leggi sempre più gravi, di avere risolto un problema (come le leggi Rocco, per esempio: l' aborto), che si illudono, con un certo uso del diritto sempre più duro e crudele, sempre più tassativo (la pena di morte e l' ergastolo), di risolvere questo tipo di problemi. questa strategia è davvero scomparsa, ha cessato di avere effetti? grave è dunque questa costante accettazione, questa non riflessione da parte della Camera; questa mancata richiesta al Governo di essere finalmente esplicito. abbiamo bisogno, di conoscere: bisognerà allora prendere altre iniziative, quale la proposta di una Commissione di inchiesta, di nuovo, sui fatti, sugli eventi che hanno caratterizzato e caratterizzano la complicità di settori dello Stato e vedere se non risulti, ad un' attenta analisi parlamentare, un filo evidente di responsabilità che si snoda ancora oggi. dovremo cercare a questo punto, per quel che ci riguarda, di attivare anche una procedura di questo genere. comunque, signor presidente del Consiglio , l' intervento che abbiamo fatto, la collega Bonino e io stesso, ancora ieri sera, viste le non novità anche nella sua replica di oggi, mi consente di dire che nulla è accaduto che possa fare rivedere il nostro atteggiamento politico verso il Governo. con convinzione voteremo contro. riteniamo la sua risposta gravemente inadeguata ed elusiva dei problemi posti sul tappeto dalla situazione del paese; non voteremo la risoluzione presentata dalla maggioranza dei sì e delle astensioni. ci auguriamo che i fatti non ci diano ragione e che fra qualche settimana o mese, sull' onda di altri crimini e di altri guai, non torneremo di nuovo a dibattere in questo modo inutile.