Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 80 - seduta del 26-01-1977
Sulla situazione dell'ordine pubblico
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 80
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , nel ringraziare l' onorevole Andreotti di essere presente all' inizio della seduta e nell' auspicare che intervengano, con la loro presenza, anche i ministri competenti o, per lo meno, il ministro dell'Interno che, credo, sia il più competente in materia, desidero correttamente riferirmi ai precedenti cui ella, onorevole presidente del Consiglio , si è richiamato nel suo discorso di ieri mattina e cioè: al precedente dibattito svoltosi in quest' Aula mesi or sono; alle dichiarazioni dell' onorevole ministro dell'Interno presso l' altro ramo del Parlamento, e precisamente alla Commissione interni del Senato; al « supervertice » svoltosi al Quirinale; al vertice svoltosi a Palazzo Chigi . a proposito di quest' ultimo ella, onorevole Andreotti, ha detto testualmente: « qualche settimana fa, in una riunione tenuta a Palazzo Chigi , i segretari dei partiti, che erano stati invitati a prendere informata conoscenza della realtà della situazione e a dare il loro consiglio, convennero con i ministri dell' Interno e della Giustizia e con me sulla necessità di dichiarare apertamente che per la funzionalità dei pubblici apparati e la garanzia della libertà e della sicurezza di tutti i cittadini non vi sono riserve o distinzioni di parte » . è curioso che una simile dichiarazione sia stata resa dai partecipanti ad una riunione dalla quale erano state escluse in modo preconcetto alcune parti politiche. poiché, per avventura, io sono il segretario di una delle parti politiche che non è stata invitata, mi permetta, onorevole presidente del Consiglio , di rilevare la contraddittorietà di un siffatto documento e di auspicare non solo che la parte finale di tale documento voglia ammettere implicitamente tale contraddittorietà e tale mancanza, ma anche che quando ella ha detto, riferendosi a quella riunione di Palazzo Chigi , « che non vi sono riserve o distinzioni di parte » quando si tratta della libertà e della sicurezza di tutti i cittadini, abbia voluto riferirsi indistintamente a tutte le parti politiche. in questi giorni, onorevole presidente del Consiglio , ho letto alcune divertenti considerazioni e osservazioni a proposito di una parola di cui tutti — noi compresi si stanno riempiendo la bocca da qualche tempo a questa parte: « pluralismo » . mi permetto di osservare che il pluralismo meno uno è più vicino al totalitarismo che alla libertà e spero che ella condivida questa osservazione, a condizione naturalmente che l' uno o i più di cui si tratta partecipino agli inviti a superare lo spirito di parte con la sincerità con cui vi partecipiamo noi in questo momento. questo è infatti un dibattito nel quale ci vergogneremmo di portare l' espressione faziosa di una parte politica e nel quale, invece, vogliamo portare razionalmente i nostri sentimenti e le nostre osservazioni di fondo. la prima osservazione che mi permetto di fare in questo spirito è che si tratta di un problema di Stato e non di Governo, tanto è vero che ella, signor presidente del Consiglio , ha tentato invano nel suo discorso (ci ha messo poca buona volontà , a mio parere, e comunque non era, per le ragioni che dirò, nella condizione di farlo) di parlare da statista e noti soltanto da presidente del Consiglio . rilevo infatti nel suo discorso una espressione significativa. ella ha detto: « lo Stato per salvaguardare i valori essenziali della convivenza democratica è costretto ad una maggiore severità » . non vorrei, visto che ho studiato il suo discorso analiticamente e visto che la parola « Stato » ricorre solo in questo caso nel suo discorso, non vorrei, dicevo, che ella avesse parlato di Stato per farlo apparire severo o eventualmente severo, quasi a coprire le responsabilità del Governo dietro le pur vaste responsabilità di uno Stato, — rappresentato, così, attraverso una sola citazione, come il « baubau » del quale si deve parlare il meno possibile e a nome del quale si è abituati a parlare il meno possibile. noi invece riteniamo — e questa è una delle caratterizzazioni della destra politica, lo vorrà riconoscere — che i problemi relativi all' ordine pubblico , prima ancora di essere i problemi del Governo, siano i problemi dello Stato. riteniamo che quando un Governo non è idoneo a parlare nel nome dello Stato, quel Governo non sia idoneo a tutelare i valori che nello Stato debbono riconoscersi: il valore della libertà, il valore dell' autorità, il valore della giustizia. e riteniamo pertanto che quando un capo di governo , un presidente del Consiglio , mi scusi, non è nella condizione di parlare nel nome dello Stato, egli o parla in nome di un Governo inefficiente, incapace, inidoneo a tutelare quei valori, o, peggio ancora, parla nel nome di un regime che usurpa, quando lo pronunzia, il nome dello Stato e usurpa anche il nome del Governo democraticamente inteso, quando a nome del Governo ritiene di parlare. devo fare una seconda osservazione preliminare, che caratterizza anch' essa le posizioni tradizionali di una corretta destra politica: questo non è soltanto un problema di Governo e di Stato, ma è un problema di sistema, ancor prima che di costume. infatti, signor presidente del Consiglio continuo a rilevare analiticamente quanto ho potuto trarre dal suo discorso — ella si è riferito esattamente ai principi ed alle finalità della Carta Costituzionale del nostro paese, quando ha detto: « la Costituzione ha scelto, tra le diverse finalizzazioni del magistero penale, non la retribuzione punitiva del reo ma un orientamento di fiducioso recupero sociale. siamo contrari ad una spinta reattiva, che vorrebbe farci retrocedere da una linea di civile progresso dei diritti di ogni uomo » . a questo punto si apre il discorso di sistema e sul sistema ed è un discorso che forse mi può riuscire meglio che dall' alto di un palco tribunizio o in una Camera affollata e probabilmente urlante. non contesto la legittimità, della sua affermazione, quanto al doveroso suo richiamo, come presidente del Consiglio e, se ella vuole, come statista, ai principi e alle finalità della Carta Costituzionale italiana. non contesto che la sua interpretazione dei dettami e dello spirito della Carta Costituzionale italiana, rispetto ai principi dell' ordine e della libertà, sia una interpretazione esatta. non contesto che 80 anni fa circa, quando la Costituzione fu promulgata, quella fosse la volontà dei costituenti in genere, quello fosse il sistema e quello fosse il modello di società, come oggi si dice, che i costituenti volevano realizzare. ma 30 anni dopo, signor presidente del Consiglio , siamo di fronte al fallimento del sistema, e non lo diciamo noi, lo dice lei. ho trovato molte volte nel suo discorso, che ho studiato attentamente, direi umilmente, una parola indicativa, che forse, persino ad un uomo attento come lei alla scelta delle parole, può essere sfuggita per una specie di richiamo freudiano. ho trovato parecchie volte le parole « recupero » . ella ha detto esattamente: « bisogna recuperare i cittadini ai valori » , « bisogna recuperare i valori » . onorevole presidente del Consiglio , si recupera ciò che si è perduto, per la strada. voi avete perduto — mi perdonerà se dico voi: ma lo dico riferendomi non soltanto alla sua persona, ai suoi collaboratori, al partito che ella rappresenta, ma a tutti i partiti politici che hanno voluto denominarsi con l' espressione « arco costituzionale » , con ciò assumendosi responsabilità storiche e morali di sistema che, spero, non vorranno scrollarsi dalle spalle quando si tratterà di pagare il conto, per lo meno di fronte al Parlamento e all' opinione pubblica ; voi partiti dell' « arco costituzionale » , dicevo, avete inventato concordemente trenta anni or sono noi non facevamo parte dell' Assemblea costituente ma io faccio parte di questo ramo del Parlamento fin dalla prima legislatura avete costruito un sistema sul quale io non voglio neppure discutere, perché se mi riferissi alle finalità indicate dalla Carta Costituzionale e soprattutto in quegli articoli che sono rimasti inattuati fino ad oggi — cito, per tutti, i famosi, famigerati articoli 39, 40 e 46, quelli che Avanti! definiva « ferri vecchi da gettare via » — se mi riferissi cioè alla Costituzione in genere e a talune sue norme in particolare, non avrei alcuna difficoltà a riconoscere che quel sistema poteva avere allora una sua coerenza, una sua costruttività, suoi fini rispettabilissimi, alcuni discutibili se mi si permette, ma in genere rispettabilissimi e comunque fra loro coerenti e derivanti da qualcosa di più di un compromesso, derivanti da un accordo tra varie parti politiche e anche tra varie ideologie. ma se trent' anni dopo ella, signor presidente del Consiglio , che è il maggior rappresentante in questo momento dell' « arco costituzionale » a livello parlamentare, politico e governativo, ritiene o è costretto a dover affermare che bisogna recuperare l' individuo alla società, recuperare i valori — ella lo ha ripetuto varie volte — vuol dire che questi valori, per lo meno i valori inerenti all' ordine pubblico , alla sua tutela, inerenti all' ordine civile voi lo definite ordine democratico; benissimo, dell' ordine democratico, dando alla democrazia il significato pregnante che voi, o ella in particolare, credo vogliate dare — ; se dopo trent' anni volete recuperare i valori, dicevo. ciò significa che o non avete neppure iniziato a realizzarli, o avevate cominciato a farlo e ve li siete perduti per la strada. in ogni caso il modello di società che voi offrite al cittadino italiano è un modello lontano; lontanissimo dai fini della Costituzione, lontano da quei valori. ciò significa che il sistema è fallito, che i veri nemici del progresso — come voi dite e come dicono i vostri amici dell' estrema sinistra — i veri nemici della socialità, della libertà — e dell' ordine non sono coloro i quali denunziano il fallimento del sistema e pongono in alternativa ad esso portando ala sistema in crisi dei valori: i veri eversori sono i conservatori del sistema o sono coloro che approfittano della conservazione pigra, miope e folle del sistema per dare luogo alla eversione vera che, nessuno ne dubita, proviene tradizionalmente da sinistra: è un portato della sinistra, della sinistra in termini storici, e senza volere in questo momento precisare ulteriormente (tornerò in seguito sull' argomento che è molto importante, ad evitare particolari responsabilità a questo o a quel partito, a questo o a quel gruppetto o gruppuscolo). le posizioni della destra tradizionale, della destra storica , della destra che noi rappresentiamo sono di opposizione al Governo, di alternativa, di opposizione al regime, perché questo è più regime che governo, per il motivo che ho già detto; di opposizione ad un sistema che voi stessi, quando vi occupate di questo problema, denunciate come fallito. sicché, venendo dal generale al particolare, onorevole presidente del Consiglio , è chiaro, che ella non era in grado di pronunziare un discorso diverso da quello che ha pronunziato, ma soprattutto è chiaro che ella non è in condizione , come presidente del Consiglio , di svolgere un' azione né preventiva né repressiva adeguata alla drammatica situazione attuale; ed è ancor più chiaro che ella, come presidente del Consiglio o come statista, non è nelle condizioni di tirarci fuori o di contribuire a trarre fuori il popolo italiano dalla fallimentare crisi di sistema in cui versiamo. perché? perché, onorevole presidente del Consiglio , se dovessimo dare retta alle sue impostazioni, che hanno tentato di essere impostazioni di fondo ma senza successo, che cosa dovremmo fare? dovremmo prima « recuperare » i famosi valori che vi siete perduti per la strada e poi affidare l' individuo per il suo recupero ad una società che non esiste. so che questi sono antichi discorsi che facevano i socialisti dell' Ottocento i quali sostenevano (ed era una magnifica visione delle cose): « prima bisogna fare gli italiani e poi si potrà fare l' Italia » . ora voi, in sostanza, ci dite che prima bisogna risanare la società e poi recuperare l' individuo alla società, ed in nome di questi fumosi principi che nascono dalla constatazione, dalla confessione del vostro fallimento, vi opponete e considerate reazionari e meramente repressive le nostre tradizionali e tipiche posizioni di destra che vi richiamano alla necessità, visto che ormai non vi è altro sistema per smuoverci da questa situazione, di coraggiose operazioni chirurgiche. onorevole presidente del Consiglio , non è con i « pannicelli caldi » che si risolvono i drammatici problemi che abbiamo di fronte; e che siano drammatici lo ha affermato lei stesso, lo ha affermato il ministro dell'Interno (spero che rientri in Aula dopo la sua breve apparizione), lo hanno detto tutte le parti politiche e tutti i giornali. ho ascoltato poco fa alla televisione le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Roma al quale è stato chiesto di commentare l' unica proposta da lei portata innanzi nel corso di questo dibattito, cioè la pena dell' ergastolo per i rei di sequestro di minori. il procuratore della Repubblica di Roma ha detto alla televisione un' ora fa che si tratta di un' ottima misura — noi condividiamo — ma di una misura insufficiente e contraddittoria in quanto non si comprende perché l' ergastolo debba essere comminato soltanto a chi sequestra un minore e non anche a chi sequestra un vecchio o un ammalato. egli ha poi aggiunto: « ottima misura questa, ma valida soltanto in un quadro di prevenzione e di repressione che fino ad ora il Governo della Repubblica non ci ha posto sotto gli occhi » . queste sono le nostre posizioni, contrapposte alle vostre, nel quadro, ripeto, di una situazione che noi consideriamo drammatica, ma — e questo è interessante — che viene considerata drammatica e fallimentare — a parole — anche dalle sinistre. ho letto attentamente il suo discorso, dopo averlo ascoltato, ma nei giorni scorsi ho letto attentamente soprattutto la stampa di estrema sinistra , in particolare la stampa comunista e ho letto, direi con soddisfazione e senza diffidenza per i motivi che vi chiarirò, su L'Unità affermazioni, dichiarazioni, prese di posizione che qualche mese fa avrei potuto leggere quasi soltanto su Il Secolo d'Italia . ho letto su L'Unità per esempio, il riconoscimento, che noi stiamo ribadendo faticosamente da anni, che la crisi di sistema quale risulta dalla situazione dell' ordine pubblico in cui versiamo in Italia, è crisi peculiare del nostro paese, con caratteristiche che si riscontrano soltanto qui e che traggono origine da ideologie, da pressioni politiche, da complicità politiche che sono tipiche di questo regime italiano, di questo sistema all' italiana. fino a qualche mese fa tesi simili erano eresie; ci si rispondeva che la crisi dell' ordine in cui versa il nostro paese non era che un aspetto, che una parte — neppure la parte più drammatica o più inquietante — di una più vasta crisi della società consumistica o della società capitalistica mondiale. ebbene, su L'Unità — per l' esattezza si tratta di un documento della direzione del partito comunista italiano apparso su L'Unità in data 19 gennaio — si legge che: « se è vero che il fenomeno della criminalità accomuna il nostro ad altri paesi, è anche vero che esso assume in Italia rilievi che traggono origine e motivo da specifiche situazioni che chiamano in causa pesanti responsabilità di Governo e di forze politiche » . dopo di che i comunisti, appoggiando questo Governo, hanno un presidente del Consiglio come parla, anche durante questo dibattito, il linguaggio più vicino a quello che sta parlando il partito comunista . è uno strano atteggiamento quello di un partito importante come il partito comunista , quello di un partito essenziale alla vita del Governo come il partito comunista , il quale pochi giorni fa in quest' Aula ha pesantemente contestato alle posizioni della Democrazia Cristiana (e credo anche le sue, onorevole presidente del Consiglio ) a proposito di un grosso tema di costume come è quello del diritto alla vita, più ancora che dell' aborto. abbiamo sentito in quell' occasione volare tra la Democrazia Cristiana e i comunisti accenti pesanti. l' onorevole Piccoli si è richiamato ai valori: ebbene, un altro dei valori che lei dovrà recuperare, onorevole Andreotti, da oggi in poi, sarà il valore, che avete perduto per averlo abbandonato alla sinistra, del diritto alla vita. quando in questa Aula si vota come si è votato pochi giorni fa, consentendo che le sedicenni dispongano liberamente del loro corpo, come è stato detto, e in pratica possano fare i loro comodi e abortire sottraendosi ad ogni controllo (non voglio tornare su quella discussione, ma il mio non è un appiglio), in pratica si tratta di un valore che è andato perduto in quest' Aula. non so dove sia, sotto quale banco sia andato a finire; ma ho l' impressione che sia sotto il suo banco, onorevole Andreotti, perché su quei voti, che hanno rapinato un altro valore alla società italiana , lei si sta sorreggendo in questo momento. e mentre lei si sorregge su quei voti e contro quel valore, il partito comunista , in una sua recentissima dichiarazione ufficiale, chiama in causa pesanti responsabilità di Governo e di forze politiche per la peculiare crisi in cui versa l' ordine pubblico in Italia. e aggiunge il partito comunista (sentite): « la scuola non ha saputo dare ai giovani quella educazione civile e morale che è difesa essenziale contro le suggestioni della violenza » . mio Dio ! io sono un vecchio laureato della facoltà di lettere dell' università di Roma. in tale facoltà, con alla testa il professor Sapegno (che ha scritto, per altro, ottimi volumi che ho consigliato ai miei allievi quando insegnavo), vi è tanto di falce e martello. la facoltà è controllata dal partito comunista , come sono praticamente controllate da anni le facoltà di lettere e filosofia di tutta Italia. di lì il « saper comunista » , il « saper marxista » , di lì il veleno. vogliamo riferirci alle esperienze sociologiche di Trento? sono forse esperienze sociologiche o culturali che non portano la marca del partito comunista ? e non sono nate lì anche le Brigate Rosse ? non è forse vero che sono quelle le origini del Curcio, della Cagol, del veleno diffuso a piene mani a Trento, in quella che — dal Concilio in poi — era la culla di quei valori...... sia pure interpretati in modo molto diverso da come li interpretiamo noi? Trento è diventata invece la culla e il centro di diffusione del veleno marxista, l' inevitabile scaturigine della violenza organizzata attraverso le Brigate Rosse . la direzione del partito comunista riconosce che abbiamo perduto i valori della scuola. e la tragedia della Statale di Milano , la tragedia, del Politecnico di Torino? è noto a tutti gli italiani che, portano firme comuniste, non marxiste in genere. i nomi sono quelli. come fa, signor presidente del Consiglio , a recuperare dei valori che sono stati ceduti alla parte comunista senza neanche ricevere in cambio l' ossequio di una corresponsabilità? per carità! loro hanno sparso il veleno; voi avete dato loro gli incensieri perché il veleno potesse diffondersi come un profumo in tutta Italia; vi reggete su quei voti e su quei consensi; e il popolo italiano paga, le forze dell'ordine pagano, i carabinieri pagano, la povera gente , sequestrata paga. e poi ci si presenta in Parlamento con un discorso metà da presidente del Consiglio metà da « arco costituzionale » , con un pizzico di statista, e si propone l' ergastolo per chi sequestra i minori, non si propone nient' altro. guai alle leggi speciali! e la destra viene rappresentata come eversiva o parasovversiva. credo che queste considerazioni dovrebbero avere qualche peso sulla vostra coscienza, se ve ne è avanzata. non ho letto soltanto la stampa comunista, ma anche quella socialista. il partito socialista sembra si stia avviando o si voglia avviare, auspice l' onorevole Moro (non so se le faccia piacere, signor presidente del Consiglio ) ad una rentrée: si riparla di centrosinistra. quindi, ecco che anche il partito socialista si sposta su posizioni che qualche mese fa sarebbero state considerate reazionarie. senta quello che scrive Avanti! in data 9 dicembre (in data 15 dicembre, poi, vi è un altro tratto ancor più interessante di quello che sto per leggere): « oggi non c' è dietro la violenza né cultura né politica, ma soltanto un' ansia di distruzione che interessa lo psicanalista forse prima del politologo e che dà a questi gruppi eversivi connotati molto incerti, che sarebbe superficiale definire di sinistra » . vorrei sapere, signor presidente del Consiglio , dove sia il dottor Cicchitto. mi pare che sia diventato deputato; non ne sono sicuro, ma ho l' impressione che tra i tanti guai che il 20 giugno ci ha procurato possa esservi anche questo. comunque, sino a qualche tempo fa io seguivo con molta attenzione le manifestazioni verbali e scritte del dottor Cicchitto (mi sembra sia a capo dell' ufficio propaganda del partito socialista ) perché ad ogni manifestazione dei « gruppettari » c' era il dottor Cicchitto il quale, a nome del partito socialista , recava l' espressione della solidarietà ufficiale del partito socialista . ho ricordato in quest' Aula mesi or sono (non pretendo che alcuno lo ricordi, per carità!), quando si parlava di politica estera e non di politica interna , che la raccolta delle firme su Stella rossa contro il rispetto del patto atlantico e degli impegni NATO da parte del nostro paese si iniziava proprio con l' adesione del dottor Cicchitto a nome del partito socialista . poiché un collega mi conferma che il dottor Cicchitto è deputato, mi dispiace che non sia presente in Aula; ma spero che qualcuno glielo dica, anche perché io sono un uomo leale e amo dire le cose in faccia. dunque, l' onorevole Cicchitto (chiedo scusa se l' ho chiamato solo dottor Cicchitto) fino a qualche mese fa era presente — potete controllarlo — sull' Avanti! , su Stella rossa , su Lotta Continua , sul Il Manifesto e su tutta la stampa della sinistra parlamentare ed extraparlamentare, e manifestava solidarietà. adesso, coloro in nome dei quali egli sembrava parlare (oltre che in nome del partito socialista ) interessano lo psicanalista più del politologo. forse l' onorevole Cicchitto adesso è assente perché disteso su un lettino a farsi psicanalizzare. può darsi. io mi auguro che egli sia occupato in più piacevoli esperienze; ad ogni modo, sono tipici questi « movimenti di coda » del partito socialista , il quale — come vi documenterò più avanti — non si limita a questo, ma riversa, come al solito, tutte le responsabilità sulla Democrazia Cristiana per gli appoggi di cui finora i « gruppettari » di sinistra hanno goduto. il 15 dicembre Avanti! ha scritto qualcosa di più interessante, su cui bisogna che io mi soffermi un istante. ha scritto che « coloro che determinano la violenza inducono larghi strati popolari a spostarsi a destra, a chiedere misure liberticide, a invocare, come spesso accade quando si verificano fatti del genere, persino il ripristino della pena di morte . lo Stato, dunque, deve essere richiamato da sinistra e non da destra » . allora, analizziamo psicanaliticamente questo ragionamento dei socialisti. coloro che reclamano la pena di morte al vertice sono gli uomini di destra. il sottoscritto, per esempio (me ne onoro). coloro che inducono gli uomini di vertice della destra a reclamare leggi liberticide e addirittura la pena di morte sono larghi strati popolari, i quali si muovono da sinistra verso destra, perché a sinistra non hanno trovato espressione dei loro sentimenti e delle loro aspirazioni. allora, grazie a un po' di psicanalisi e ad un' analisi, credo, attenta e onesta di quanto scrive Avanti! , debbo dedurre che i socialisti ritengono che quando la destra reazionaria si muove e chiede misure liberticide, essa rappresenti larghi strati popolari, che avrebbero voluto essere rappresentati da una sinistra capace di chiedere e di tutelare l' ordine e che, non trovando tutela dell' ordine a sinistra, la vanno a ricercare a destra. sicché il democratico sono io che chiedo misure dette liberticide perché il popolo le vuole e gli antidemocratici sono loro i quali, non chiedendo misure dette da loro liberticide, si sono alienati, anche psicanaliticamente (altro che alienati non potrebbero essere se parlano e scrivono in questo modo), le simpatie e i consensi dell' elettorato e delle masse popolari di sinistra. sicché, onorevole ministro dell'Interno , in questo momento io rappresento, per volontà dell' Avanti! , oltre che le masse popolari di destra (immagini che festa: per lei non credo), anche le masse popolari di sinistra, alla ricerca di qualcuno che finalmente interpreti l' ordine, un qualcuno che a sinistra evidentemente non si trova. io credo che queste citazioni servano a chiarire quale sia la nostra autentica posizione, quali siano le vostre responsabilità e quanto sia fondata la nostra critica nei confronti del Governo, del regime e del sistema in atto. visto che è presente l' onorevole Cossiga — e lo ringrazio — vorrei commentare una sua affermazione che si riferisce sempre ai democratici rapporti tra il democratico Governo, la pubblica opinione e i partiti politici , in relazione ai problemi dell' ordine. nel discorso che ella ha pronunciato al Senato e che io ho letto... sarà più modesto, però, nel suo discorso modesto, lei ha trovato modo, di dire nei nostri confronti cose sulle quali dovrò tornare più avanti. e comunque, dalla modestia e dal disimpegno, onorevole ministro, l' ha tratta il signor presidente del Consiglio il quale, nel discorso che ha pronunciato ieri, ha citalo come un documento, da lui recepito il discorso da lei pronunciato alla I Commissione del Senato. quindi io correttamente mi riferivo a quell' intervento. volevo solo scusarmi con lei per il fatto che io non possiedo il testo integrale, ma solo quello che è apparso nel resoconto sommario del Senato e se pertanto, dirò qualcosa che ella non abbia detto, voglia scusarmi e, se crede, voglia indurmi a rettificare, cosa che farei ben volentieri, perché ne avete dette di « belline » in quel discorso, o in quella relazione: lei ha detto: « le forze politiche non debbono sottovalutare la domanda che proviene dalla pubblica opinione ; anzi ad esse è richiesto un apporto di meditazione e di razionalità: politica di fronte alla non sottovalutabile passionalità di atteggiamenti riscontrabili nel paese. la situazione nel paese va rappresentata senza toni allarmismi, ma anche senza toni ingiustificatamente ottimistici » . leggendo queste parole mi sono ricordato di Manzoni, Milano..., adelante Pedro ... questa pubblica opinione rappresentata da voi come bambina, che non è diventata adulta (anche grazie a voi) durante trent' anni — e non so quando lo diventerà secondo voi — , questa pubblica opinione impressionabile e allarmata, le cui spinte debbono essene tenute presenti quando sono interpretate dalla sinistra, ma debbono essere contenute quando non sono interpretate, o non sono ancora interpretate, dalla sinistra; questa pubblica opinione non deve essere sottovalutata, ma non deve essere neppure valutata come seria, meditata in modo, le da dover portare a delle decisioni, a delle innovazioni, a delle assunzioni autentiche di responsabilità. onorevole ministro, noi non siamo d' accordo, noi non crediamo che la pubblica opinione , come ella la chiama — io direi il cittadino italiano, il cittadino medio, comunque la pensi politicamente — oggi sia in stato di allarme (come lo è senza dubbio) a causa, di un momento di passionalità. lo debbo dire anzi che il cittadino medio italiano, a qualunque parte politica appartenga, sta dando prova di una razionalità, di una calma, di una capacità, di sopportazione che supera veramente ogni immaginazione. ed io credo che noi dobbiamo rivolgere da questi banchi — tutti, a qualunque parte apparteniamo — la espressione del nostro sentimento di omaggio, di riconoscimento e di riconoscenza, e da parte vostra anche qualche cosa di più: vorrei che voi chiedeste perdono al cittadino italiano, il quale vi sta sopportando da trenta anni, e soprattutto da alcuni anni a questa parte, con un senso di responsabilità , con una serenità, con una razionalità, con una maturità o, forse, non vorrei, con una rassegnazione che rasentano, in taluni momenti, addirittura il vuoto di coscienza. sicché, il vostro compito, signor ministro — non il suo in particolare, ma il vostro come uomini di Governo e di Stato — non è quello di prendere sottogamba questo « bambinello » ? che sarebbe l' opinione pubblica italiana esagitata, ultra... allarmata, ma semmai quello di adeguarvi alle necessità obiettive di sicurezza della propria vita, dei propri beni, dei propri interessi; dei propri affetti del cittadino medio italiano, a qualunque parte politica esso appartenga. inoltre, debbo dirle, signor ministro, che voi non sapete fare nemmeno quello che dite. infatti, se davvero voi foste nell' intendimento — che sotto certi aspetti potrei anche capire, non dico condividere — di dar luogo ad un apporto di meditazione e di razionalità politica, voi non permettereste che gli strumenti del potere, a livello di propaganda, venissero usati come vengono usati. mi riferisco, per fare un esempio, ad una trasmissione di ieri sera sul secondo canale della televisione. certo, mi riferisco a quella trasmissione anche per motivi personali, perché essa riguardava, in parte, la mia modesta persona oltre ad altri amici, del mio partito. la televisione ieri sera, ha messo in onda un servizio speciale che si concludeva al grido « Almirante assassino » . un grido corale: e così si è chiusa la trasmissione. non mi preoccupo di questo a titolo personale; vorrei dire che può persino trattarsi di propaganda. non amo certo, e credo che, nessuno possa amarla, una propaganda di questo genere, evidentemente, ma, ripeto, non me ne preoccupo, anche perché le facce di coloro che gridavano « Almirante assassino » erano facce da assassini e quindi la gente che seguiva la trasmissione credo abbia apprezzato più l' assassinato che gli assassini autentici. comunque, signor ministro, l' uso che state facendo o state tollerando (è esattamente la stessa cosa) ai fini di odio, con semina di odio e quindi di allarme, sia che lo facciate contro la destra, sia che lo facciate contro la sinistra (non ha nessuna importanza), un uso che fate tutti insieme — è investito tutto l' arco costituzionale , ma in particolare voi — dei mass-media, di tutte queste magnifiche cose che ha inventato la sociologia marxista o quella consumistica — non ha alcuna importanza — dell' opinione pubblica , di quello che i francesi chiamavano le bourrage de crâne , l' imbottimento dei cervelli a quali fini lo state portando avanti, permettendolo, pagandolo e facendocelo pagare, da parecchi anni a questa parte? forse ai fini della meditazione, della razionalità o non invece ai fini dell' odio, della inciviltà? e il responsabile chi è? il popolo italiano ? il popolo italiano eccessivamente sensibile che vi sopporta e, ripeto, sopporta tutto? sopporta la televisione, cosi come l' avete ridotta; la radio, così come l' avete ridotta; gli spettacoli cinematografici, teatrali, i manifesti, così come li avete ridotti? con la perdita, di tutti i valori civili e morali, con il continuo incitamento e direi addirittura, la tentazione? non si può circolare in una strada italiana, non ci si può rifugiare in un locale pubblico, non si può in casa propria passare una serata con i propri figli o con la propria moglie senza essere aggrediti dall' odio, dalla violenza, da tutto ciò che corrompe, che tenta, che dissolve, che distrugge, che debilita. chi è il responsabile di tutto questo? ma non siete voi in solido? con quali facce vi presentate al popolo italiano dicendogli: medita, se poi ogni sera, ogni giorno, ogni momento, cercate di impedirgli di meditare? con quali facce vi presentate al popolo italiano dicendogli: recupera. recupera che cosa? nella stessa serata in cui il presidente del Consiglio avrebbe dovuto parlare alla Camera di quella che risulterà poi l' unica proposta — lo ripeto — da lui fatta e cioè della pena dell' ergastolo per chi sequestra un minore, la televisione, sulla prima rete, questa volta, non a caso, mandava in onda un vecchio film (qualcuno di voi lo avrà visto) in cui si esaltano, non si giustificano, ma si esaltano i carcerati in rivolta. è un caso? potrà essere un caso « Almirante assassino » proprio ieri sera, lo voglio ammettere; ma che sia un caso il film pro detenuti che si ribellano nella stessa sera in cui il presidente del Consiglio avrebbe dovuto parlare qui sull' ordine pubblico non me lo fa credere nessuno! la televisione di Stato poteva scegliere quella sera un altro film. mentre il presidente del Consiglio , lodevolmente, per una piccola parte del suo discorso, si accingeva a dire cosa atta a far meditare e a razionalizzare l' opinione pubblica italiana — quel discorso è stato ascoltato qui da pochi parlamentari (in verità non eravate troppi) e fuori di qui sarà stato letto da non molti italiani, che sono distratti a questo riguardo — si trasmetteva alla televisione quel film che sarà stato contemplato da parecchi milioni di italiani. e questo il modo in cui gestite la società? e non credete di dover rispondere di queste responsabilità? e gli eversori saremmo noi, signor ministro? io credo che si dovrebbe dire: « vergogna! » . non lo dico perché comunque non riuscirei a farvi vergognare di queste cose. non è assolutamente possibile comportarsi in questo modo; e non è possibile, di fronte a una situazione di questo genere, presentarsi in Parlamento con i cinque punti che a nome suo, signor ministro; sono stati annunziati negli scorsi giorni. uno di questi punti riguarda il codice di comportamento per gli agenti di Pubblica Sicurezza . sono molto curioso di leggere il codice di comportamento degli agenti di Pubblica Sicurezza ; ma perché non dirama un codice di comportamento per i « gruppettari » o — potrebbe essere interessante — un codice di comportamento per i banditi, un codice di comportamento per i sequestrati? lei vuole insegnare il buon comportamento solo agli agenti di Pubblica Sicurezza ? è con questi « pannicelli caldi » che si presenta in Parlamento? tra gli altri punti troviamo — bellissimo! — il piano pluriennale di investimento per le scuole e le caserme di polizia, l' impiego delle forze armate all' esterno delle carceri (però sembra che il ministro della Difesa non sia d' accordo), il coordinamento — da quanto tempo se ne parla! — tra polizia, carabinieri e guardie di finanza, e il trattamento economico più decoroso per agenti e carabinieri. tutto bene, signor ministro, ma non credo che voi vi vogliate fermare a questo punto... no, sono tratte dai giornali i quali hanno riferito...... anche in relazione ad una sua disgraziata intervista. il quotidiano La Repubblica , e vedo che lei mi ha capito... qualunque cosa io consideri negativa la conforta? lei è manicheo, non è soltanto democristiano e filocomunista: è addirittura manicheo! io non credevo che arrivasse a questo punto la faziosità di un ministro dell'Interno . badi che neppure l' onorevole Taviani era arrivato a tanto. lei lo dice sorridendo e io le rispondo sorridendo, ma è estremamente grave che un ministro dell'Interno , che un ministro, che un uomo di Governo si rivolga in questi termini ad un deputato, di qualunque parte egli sia, perché può accadere... ma io l' ho giudicata attraverso le parole da lei pronunziate, non attraverso le intenzioni. non ho detto e non mi permetterei mai, di dire, perché non lo penso, che qualunque cosa lei possa dire deve essere da me respinta; anzi, sto esaminando con attenzione le cose da lei dette, e le sto esaminando con tanta attenzione le con tanto riguardo umano che riesco a trovare perfino, nelle pieghe di quello che lei ha detto, qualche cosa che io posso condividere o approvare. se lei è in diversa posizione, lei un uomo incivile, signor ministro. si tratta di civiltà e di costume: mi permetto di richiamarla alla civiltà e al costume, e l' avverto che da questi banchi non si è disponibili per umettare, non dico per tollerare, ma per accettare da qualunque altra parte, politica, e soprattutto dal Governo, un linguaggio di quel genere. no, noi rappresentiamo... la ringrazio, signor presidente . per il momento passo ad altri, passo, signor ministro dell'Interno , ai suoi amici comunisti, nei confronti dei quali poco fa (ella non mi ha udito perché non era ancora presente) non ho tenuto affatto un atteggiamento manicheo. ho riconosciuto anzi che talune affermazioni finalmente, anche se tardive, addirittura della direzione del partito comunista , in tema di ordine pubblico potevano essere accettate persino da noi, perché, sorprendentemente, riproducevano tesi e posizioni da noi sostenute sempre e da quella parte invece contrastate fino la qualche mese fa. i comunisti però si muovono fino ad un certo punto, perché non riescono a rompere il cordone ombelicale con i « gruppettari » di sinistra e non riescono soprattutto a liberarsi dai luoghi comuni attraverso i quali se la sono cavata in tema di ordine fino a qualche tempo fa, fino a quando cioè non condividevano responsabilità di Governo. luoghi comuni ai quali, signor ministro come ora le dimostrerò — vengono richiamati proprio dal giornale della Democrazia Cristiana . vediamo prima di tutto che cosa scrive, in maniera apprezzabile, L'Unità , tenendo presente che questo è un comunicato ufficiale, un comunicato della segreteria, del partito comunista in data 16 dicembre: « i gruppi eversivi sono tutti nemici della democrazia » , molto bene! ma c' è di più: « la mascheratura di sinistra di uni di essi serve solo, all' intento di provocare reazioni, di destra » . ecco, anche questa è un' ammissione molto interessante, come quelle socialiste che citavo qualche minuto fa; si riconosce cioè che sono le azioni dei « gruppettari » di sinistra che possono provoca reazioni da destra. fino a qualche tempo fa ci chiamavano provocatori, adesso i provocatori stanno a sinistra e i provocati, che eventualmente potrebbero essere indotti o costretti a reagire, starebbero a destra. è una posizione interessante questa che il partito comunista assume, però, poiché il partito comunista nelle sue pubblicazioni continua a prendersela con la matrice fascista (così come fa lei, signor ministro) anche a sua edificazione, leggo quanto Il Popolo , a firma del giornalista Gilmozzi, ha pubblicato il 17 dicembre in polemica con L'Unità : « il dire, come faceva L'Unità di mercoledì, che questo delirio, attraverso il quale si cerca soprattutto di intimidire e di paralizzare gli organismi intermedi delle istituzioni, risale in ogni caso alla matrice fascista, significa distorcere pericolosamente una corretta analisi dei pericoli reali che incombono sulla democrazia italiana. prendiamo atto che nel suo commento di ieri l' organo, del Pci ha corretto la sua prima impostazione riconoscendo che nessuno, può affermare od escludere con sicurezza alcunché e che ogni ipotesi è possibile; e quanto le prime reazioni de L'Unità fossero fuori caso lo dimostrano i resoconti dei fogli dell' estrema sinistra che non nascondono affatto chiare connivenze psicologiche e ideologiche con i sinistri protagonisti di quest' attacco concentrico allo Stato » . io vorrei allora sapere, signor ministro dell'Interno , se c' è o meno coincidenza di posizioni fra il partito della Democrazia Cristiana , secondo quanto espresso dal quotidiano ufficiale di questo partito, e il Governo, perché i riferimenti alla matrice fascista non mi preoccupano affatto, ma i riferimenti che ella si è permesso nella intervista a La Repubblica , nei confronti del partito che ho l' onore di rappresentare, quando alla violenza e ai contatti — magari indiretti (ella ha detto) — con l' estrema destra eversiva, quelli certamente sono suoi. noi ci troviamo quindi di fronte a questa curiosa situazione: ad una eversione che (lo ha documentato il presidente del Consiglio con le cifre) proviene soprattutto dalla estrema sinistra , ad un partito comunista e ad un partito socialista che vengono accusati dal giornale ufficiale della Democrazia Cristiana di non aver rotto i legami ideologici e i legami di corresponsabilità con i gruppettari o con alcuni « gruppettari » di estrema sinistra , ad una polemica del giornale della Democrazia Cristiana con il foglio del partito comunista , ed addirittura con la segreteria e la direzione del partito comunista (rimproverando, la Democrazia Cristiana ai comunisti, di voler cercare a tutti i costi la matrice fascista in un delirio di violenza che invece risale ad ideologismi folli di estrema sinistra ), e ad un ministro dell'Interno il quale ignora questa polemica, e conduce, per suo conto, una ripresa di polemica di pretto tipo tavianeo, non soltanto — e questo non ci preoccupa affatto — nei confronti di eventuali, fumose, non identificate e non identificabili matrici fasciste, ma addirittura nei confronti del MSI-Destra Nazionale che io ho l' onore di rappresentare. a questo riguardo, onorevole ministro, senza « paroloni » e senza dire nulla che personalmente le dispiaccia io la devo richiamare al senso di responsabilità che ad un ministro dell'Interno non può mancare. ella ha qualcosa da dire, nei confronti del partito che ho l' onore di dirigere, nei confronti degli uomini che dirigono questo partito? ella e nella condizione di accusarci di legami diretti o indiretti con « gruppettari » di estrema destra ? ella è nella condizione di accusare questo partito di essere responsabile, o corresponsabile, direttamente o indirettamente, di atti di violenza o di trarne eversive? lo faccia. Saccucci è stato da me personalmente cacciato via dal partito a seguito di quanto è accaduto. è stato cacciato via dal MSI-Destra Nazionale , nel quale, fino a quel momento, si era, comportato con perfetta correttezza, tanto è vero che nessuno tra voi, essendo egli nostro collega nella scorsa legislatura, aveva avuto occasione di rimproverarlo di alcunché. non mi pare — l' ho già detto alla televisione, ed ella mi perdonerò se lo ripeto qui, ma io ripeto non alle persone che sono qui presenti, ma al partito a nome del quale parlate — che nei confronti di vostri colleghi, imputati di colpe non meno gravi, voi abbiate agito nello stesso modo. proprio in questo momento sia accadendo qualcosa, in una certa commissione, e si stanno tentando — anche con l' aiuto di qualche transfuga nostro — delle operazioni di salvataggio che fanno letteralmente schifo e vergogna — chiunque le compia — perché non si tratta di operazioni di salvataggio tendenti a dimostrare l' innocenza o la reità, ma intese ad impedire che si svolga un accertamento da parte del Parlamento e della giustizia. è molto diverso! personalmente non ritengo affatto di essere certo, neanche in parte, della colpevolezza di coloro ai quali sto alludendo, però sono certo che è stata instaurata nei loro confronti una procedura. sono certo del fatto che della loro qualità di ex ministri essi si avvalgono in questo momento per sfuggire alle maglie della legge e degli accertamenti. sono certo che si sta tentando da parte del vostro partito e di qualcuno, transfuga, che veleggia verso il vostro partito, una operazione letteralmente ignobile. non è ancora esauriente! mi permetta, signor presidente , una osservazione, e poi ho concluso su questo punto. questo è un dibattito di estrema importanza, nel quale ho l' onore di intervenire, e che ella ha l' onore di dirigere. e di questo si tratta! si tratta dei valori morali dei quali ha parlato lungamente l' onorevole presidente del Consiglio ; il riferimento è preciso. io gradisco, ed ho il diritto di gradire, come membro di questo Parlamento, che i deputali interrompano per chiedere chiarimenti od anche per esprimere il loro avviso, diverso, come essi penso gradiscano che vi sia risposta, purché la risposta sia corretta e cortese. mi pare che siamo in questi termini, una volta tanto, in un Parlamento che vede invece molto sovente delle risse indecorose. concludo allora la risposta dicendo che, comunque, non me la prenderei, in un caso di questo genere, con la Democrazia Cristiana o con il suo segretario politico , anche se rispondo ad una citazione con altre citazioni. poiché, sono così corretto da non fare i nomi delle persone citate, vi prego di non insistere con riferimenti. mi atterrò al tema e, così facendo, ai valori morali ai quali mi sono riferito e ai quali si è riferito il presidente del Consiglio . quanto all' atteggiamento dei comunisti sui problemi dell' ordine pubblico , dopo aver rilevato, attraverso le dichiarazioni del quotidiano della Democrazia Cristiana , quanto contraddittoria, sia la loro posizione, io debbo rilevare, onorevole ministro dell'Interno , come un suo collega (che, nei giorni scorsi, per fortuna, si è espresso in modo diverso da come ella si è espresso)? l' onorevole Forlani, sia stato pesantemente ripreso dalla stampa comunista, proprio per essersi espresso abbastanza pesantemente e, comunque, chiaramente, circa i problemi dell' ordine pubblico . ma io — e non è colpa mia, ne chiedo scusa ai colleghi — mi stavo dilungando sul tema perché non ho finito con la risposta all' onorevole ministro dell'Interno , a proposito dell' ordine pubblico , circa il mio partito e le sue responsabilità. allora, onorevole ministro, poiché ella si è permesso in una intervista ad un quotidiano di sinistra che è la Repubblica, di dichiarare che esistono — se non sbaglio — collegamenti, magari indiretti, del partito che ho l' onore di dirigere con azioni di violenza di gruppi, eversivi, poiché ella è il ministro dell'Interno , poiché ella ha a disposizione tutti gli uffici riservati — ella mi capisce molto bene — del Viminale, abbia la cortesia — non dico in questa sede, per carità! — di essere preciso, perché ella ha il dovere di esserlo. ella, infatti, non può additare alla riprovazione, all' odio, un partito e la classe dirigente di un partito che stanno facendo duramente il loro dovere. poiché ella si è riferito al mio partito anche nella relazione — come ella la chiama — che ha svolto presso la I Commissione del Senato e, riferendosi al mio partito, ha detto in quella sede che si deve guardare con preoccupazione a divisioni che si sono verificate in alcuni settori, e, tra l' altro, nel settore del MSI-Destra Nazionale , perché siffatte divisioni — continuo a citare a memoria e, se sbaglio, mi corregga... grazie, onorevole ministro. perché tali divisioni — ricordavo possono diminuire quella responsabilizzazione che si andava rilevando in certi settori, in la ringrazio per la responsabilizzazione che ella aveva rilevato prima della cura, ma la avverto che, dopo la cura, la responsabilizzazione è maggiore, perché la responsabilizzazione, in un partito politico , è tanto più alta quanto più quel partito politico si libera dagli equivoci e dalle scorie e parla con un linguaggio chiaro e responsabile. io sto parlando con un linguaggio chiaro e responsabile nel nome di una formazione politica assolutamente unita e pulita, libera da condizionamenti di qualsiasi genere, interni e internazionali, economici — altresì — e partitici e posso usare il linguaggio — che sto usando — dell' opposizione al Governo, della opposizione al regime, della alternativa al sistema, in termini di civiltà, di correttezza e di responsabilità. e quando il segretario di questo partito parla con questo linguaggio, pulito, credo, onesto e corretto (mi perdoni sa mi autoelogio, ma non parlo per me, parlo per tutta la classe dirigente del mio partito che, una volta tanto, bisognerebbe cessare di diffamare sistematicamente), quando, dicevo, il segretario del partito, dall' alto del suo non mal conquistato seggio parlamentare, usa serenamente questo linguaggio, e lo usa nel momento in cui gli sarebbe facile parlare con il linguaggio della demagogia, non dico della eversione, in un momento in cui gli sarebbe facile limitarsi a mettere il Governo e la classe dirigente sotto accusa, nel momento in cui gli sarebbe facile aggiungere odio a odio, stimolo a stimolo, nel momento in cui gli sarebbe facile tentare di fare l' agitatore, mentre invece partecipa con pieno senso di responsabilità e si assume la grave responsabilità di chiedere più energia, più efficienza, ad un Governo che sa essergli nemico, ebbene, in questo momento io credo che quanto ella ha detto debba essere chiarito e rettificato. comunque, le chiedo formalmente, per i rapporti che devono esistere tra l' unico partito di opposizione rimasto oggi in piedi e il signor ministro dell'Interno , le chiedo formalmente (non nel corso di questo dibattito, ma quando ella vorrà) di chiarire quanto ella ha inteso dire attraverso quella infelice sua intervista al quotidiano La Repubblica . sempre con questo senso di responsabilità , devo rilevare, signor ministro, che hanno pesantemente sbagliato quegli ambienti politici di sinistra e di estrema sinistra che nei giorni scorsi se la sono presa con il Capo dello Stato e con taluni altri magistrati, con i procuratori della Repubblica per gli atteggiamenti che hanno preso. io, se mai avessi pensato di criticare il signor presidente della Repubblica , lo avrei criticato per il motivo inverso, cioè per il suo tardivo intervento. lo avrei criticato, semmai, per non aver riunito in tempo il Consiglio superiore della magistratura . lo avrei rimproverato, semmai, per non aver preteso — lo poteva fare e lo può fare — dal Consiglio superiore della magistratura una più attenta vigilanza sulle cose della giustizia e quindi, in questo caso, sulle cose dell' ordine; Ina non avrei mai pensato che il Capo dello Stato potesse essere criticato per aver convocato il Consiglio superiore della magistratura e per aver presieduto al Quirinale un vertice, al quale credo che anche lei abbia partecipato, nel quale si dovevano discutere questi problemi, e che non poteva non essere un vertice riservato. ho letto sui giornali dell' estrema sinistra che in questo modo il Parlamento è stato espropriato delle sue funzioni, ma quando poi finalmente si arriva in Parlamento a discutere di questi problemi, questi problemi vengono snobbati. dai deputati di quasi tutto l' arco costituzionale e, particolarmente, dai deputati del partito comunista e del partito socialista . non riesco a capire in che cosa consista questo « costituzionalismo arrabbiato » dei partiti di sinistra, e di estrema sinistra , se poi quando qualche cosa nel nostro assetto costituzionale tenta, di funzionare, lo si scoraggia. questo mi sembra evidentemente che sia un doppio gioco, ma io devo fare al riguardo una contestazione più importante. vi sono alcuni personaggi, più o meno importanti, i quali da anni dirigono il corso delle operazioni politico-ideologiche della, sinistra, i « santoni » della estrema sinistra . i « santoni » della estrema sinistra non hanno mancato di farsi vivi anche in questa occasione. alludo a Lelio Basso, — a Enrico Banfi, a Carlo Galante Garrone : personaggi, mi si dirà, che non contano nulla; ma io non so se non contino nulla. so che a tutti gli appuntamenti di costume, a tutti gli appuntamenti civili o incivili, a tutti gli appuntamenti relativi ai problemi dell' ordine, della libertà, della Costituzione, del rispetto della Carta Costituzionale (e quindi anche a taluni appuntamenti importanti che hanno riguardato il mio partito o i dirigenti del mio partito) questi augusti personaggi sono stati presenti e hanno pontificato. e non è mai accaduto che l' estrema sinistra ufficiale, che l' estrema sinistra parlamentare, che il partito comunista e il partito socialista si dissociassero dalle tesi, dalle posizioni, dalla problematica di codesti « santoni » , di codesti illustri personaggi; neanche in questa circostanza. sicché, per completare il quadro — e ora vi leggerò le citazioni relative agli atteggiamenti del partito comunista e del partito socialista — emerge questa problematica: da un lato il sostegno ad un Governo assolutamente impotente, anche a detta dei comunisti e dei socialisti, per la tutela dell' ordine; dall' altro, la critica a, questo Governo, che viene accusato di impotenza nel momento in cui viene tenuto in piedi; dall' altro ancora, la pesante, ufficiale dissociazione da tutti i « gruppettari » di estrema sinistra , ma anche l' appoggio, non dico addirittura entusiastico, ma devoto, a « santoni » che sono notoriamente gli ideologi, gli ispiratori delle ideologie dei « gruppettari » , di estrema sinistra . ecco quello che su Il Messaggero del 21 dicembre ha scritto Lelio Basso: « è impossibile qui fare un' analisi della complessa psicologia dei brigatisti e dei nappisti » — dalla psicanalisi siamo calati alla psicologia — « ma io credo che gli esecutori materiali, questi ragazzi e ragazze spesso giovanissimi che ammazzano e si fanno ammazzare, siano degli esaltati in buona fede , che credono sul serio di servire la causa della rivoluzione proletaria » . abbiamo visto sugli schermi televisivi il nostro ex collega Lelio Basso presiedere tribunali che dovrebbero far giustizia di regimi totalitari di altre parti del mondo, naturalmente regimi totalitari di destra, mai di sinistra. abbiamo visto Lelio Basso giudice inflessibile nei confronti della violenza. vediamo ora il Lelio Basso vero, peggiorato rispetto a come lo conoscevamo in questo ramo del Parlamento, che fa il tutore, il protettore, il santone dei ragazzi e delle ragazze che ammazzano e sono in perfetta buona fede . non è questo un contributo alla violenza? non si può pensare che la firma di Lelio Basso in calce ad affermazioni di questo genere induca un ragazzo od una ragazza in più a ritenere di essere in buona fede e quindi nell' esercizio di un suo, diritto democratico quando ammazza? non sono questi contributi odiosi alla violenza? La Repubblica queste cose non le dice, onorevole ministro? Enrico Banfi sull' Avanti! del 7 gennaio scrive: « la radice del male, tutti lo sanno, è da ricercare nei codici fascisti che in trent' anni la Democrazia Cristiana ha ostinatamente e con tutti i suoi ministri lasciato a regolare la nostra convivenza civile » . si dimentica che il primo guardasigilli si chiamava Palmiro Togliatti! non poteva Togliatti dare un' occhiata ai codici fascisti? era il momento buono, non poteva demolirli di schianto? perché non l' ha fatto? si dimentica che altri guardasigilli sono stati liberali nel corso di questi trent' anni . i socialisti non hanno retto anche essi il dicastero della giustizia? credo anche i socialdemocratici, tutti si sono avvicendati e invece — onorevole ministro; goda di questi amici! — sull' Avanti! , i socialisti, con i quali vi dovreste riunire nel Governo, affermano che voi soli da trent' anni tenete in piedi i codici fascisti. la colpa è Di Rocco e di Andreotti — non so — Di Rocco e i suoi fratelli, in questo caso Di Rocco e dei suoi figlioletti. perché non devo nominare il codice Rocco ? vorrei sapere perché non lo devo nominare. questa è un' interruzione scema, onorevole presidente ! d' accordo. il senatore Carlo Galante Garrone , a sua volta, sul giornale a lei caro, onorevole ministro, su La Repubblica di questi giorni, si chiede perché, caduto il fascismo da qualche annetto, debbano continuare a concionare i procuratori generali non più soggetti all' Esecutivo; è un mistero, dice, o meglio sarebbe un mistero se certe sopravvivenze non fossero diventate ormai una regola fissa. in altri termini, la sinistra indipendente si duole perché i procuratori generali sono liberi di parlare, non sono soggetti al ministro, sicura che Bonifacio, si potrebbe dire le bocche di Bonifacio, li farebbe tacere. lasciamo parlare questi procuratori generali! lasciamo che almeno una volta, l' anno il cittadino italiano sia informata sullo stato della giustizia e dell' ordine da persone che sono fuori dal regime, dal potere politico o che per lo meno dovrebbero esserne fuori! queste tre citazioni, onorevole presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , dimostrano quale sia la maschera ed il volto, la maschera perbenista del partito comunista e del partito socialista , la rottura apparente, malgrado l' onorevole Cicchitto, dei legami con i « gruppettari » e poi le sostanziali complici che purtroppo sono complicità addirittura a livello ideologico. c' è di più, onorevole ministro. i sovversivi li abbiamo qui. non se n' è accorto? ella, tanto fine nell' accorgersi di eventuali contatti, magari indiretti, tra il MSI-Destra Nazionale ed i sovversivi o gli eversori di destra, non, ha guardato in questo ramo del Parlamento dal 20 giugno in poi? le leggerò un ameno pezzetto tratto dal giornale a lei caro, La Repubblica , di un nostro collega, dell' onorevole Corvisieri. è, uscito recentissimamente, l' 11 dicembre. ascolti, onorevole ministro: « la nuova campagna anti-giovani che vorrebbe ridurre la questione ad un problema di polizia » quindi la campagna per l' ordine e una campagna anti-giovani — « la denunciata e combattuta da ogni democratico. il manganello di Stato o il candelotto lacrimogeno contro gli autoriduttori, la pistola facile contro i banditi tredicenni che non si fermano allo stop, i fiumi d' inchiostro avvelenato contro chi si azzarda a gridare i suoi bisogni, no, questa ricetta di stampo tedesco lasciamola a Strauss e ai suoi insopportabili amici » . questo scriveva un nostro collega. liberissimo di scriverlo, per carità!, ma questa è la voce dell' eversione: qui si difendono i banditi, come tali, nel momento in cui delinquono. c' è poi un pezzetto delizioso in questo articolo di Corvisieri su La Repubblica che io le dedico, dato che ella è un amatore di questo giornale, che è ben fatto, intelligente; pubblica fra l' altro, ogni giorno delle caricature, di cui io sono un ammiratore: oggi ce ne è una bellissima che riguarda Sua Santità e il presidente della Repubblica (le sfugge? le sue interviste sono in prima pagina , le caricature, qualche volta blasfeme, in quarta; e sa perché? non è un problema per lei, vero? ella è un uomo di mondo). allora, senta quest' altro pezzettino delizioso dell' onorevole Corvisieri, sempre sul giornale, a lei caro. vi leggiamo: « voglio spiegarmi con un esempio. molti anni fa, quando lavoravo ancora a L'Unità , di notte fu rubata l' auto ad un redattore. bastò recarsi alla borgata Gordiani, chiedere a crocchi di giovani se per caso avevano visto la tale auto, informarli che, apparteneva ad un giornalista comunista. nel giro di poche ore l' auto era di nuovo sotto la redazione del giornale. in borgata c' erano delle regole, un codice morale, un orientamento ideologico: non si ruba ai compagni del partito comunista » . che bello! che bello! « un codice di comportamento » , « una norma ideologica » , onorevole ministro: non si ruba ad un compagno comunista, a tutti gli altri sì! magari si ruba insieme con gli altri, come forse sta accadendo da quando governate insieme. è veramente bello! ora ella va a cercare collegamenti esterni, ancora una volta cita il Manzoni. non cerchi lontano, scavi vicino, e vedrà che il delitto attribuito alla monaca di Monza le apparirà chiaro in tutti i suoi contorni. troverà qualche cosa se scava vicino, molto vicino alla sua persona. si rivolga agli « affari riservati » , onorevole ministro, prima di concedere le interviste, e avrà tutte le informazioni possibili; quando gliene mancassero, venga in Parlamento, si guardi intorno e troverà gli amici dei sovversivi in questo ramo e nell' altro del Parlamento, ma soprattutto in questo. sicché io che non sono manicheo come lei, le do ragione quando lei dichiara, come ha dichiarato al Senato, che sulle radici dell' eversione occorre una più sprofonda meditazione politica e culturale. ella consideri il mio modesto discorso come una serie di appunti intesi a consentirle una più profonda meditazione politica, e nel caso della citazione Corvisieri, anche culturale perché si tratta di una situazione, non per merito mio, ma del giornale a lei caro, ad alto livello culturale. così come do ragione al presidente del Consiglio quando egli dice, come ha detto ieri in questo ramo del Parlamento, che una difesa del costume e il recupero, di certi valori si impongono pertanto anche da un punto di vista strettamente civile » . vengo allora rapidamente alla mia conclusione. noi abbiamo avuto l' onore, all' inizio, della precedente legislatura ed ancora all' inizio di questa, di presentare alcune proposte di legge . mi riferisco — ne potrei citare molte altre di minore rilievo — , altre tre fondamentali proposte di legge che abbiamo avuto l' onore di presentare. nell' ordine: una proposta di legge per la nomina di una commissione parlamentare d' inchiesta sulla violenza in Italia. dico « sulla violenza in Italia » , non dico « sulla violenza di sinistra » . penso, onorevole ministro, che, sempre che ella avesse la bontà di chiedere qualche informazione ai suoi uffici « affari riservati » , non le sarebbe difficile procedere d' accordo con la commissione parlamentare , cioè mettere a disposizione di una commissione parlamentare d' inchiesta gli strumenti operativi idonei a venirne a capo molto rapidamente. che cosa intendo dire? intendo dire che i « gruppettari » non si nascondono, signor ministro; i « gruppettari » hanno le loro sedi, le loro insegne, i loro giornali, parlano apertamente e spavaldamente il loro linguaggio, non di rado tutelati e protetti, per ordini ricevuti, dalla polizia. se si desse un' occhiata a quelle sedi, cominciando, in Roma, dal tanto da, me citato « collettivo di via dei Volsci » , se non capitasse più ciò che è capitato dopo l' assassinio del nostro ragazzo Zicchieri (cioè che la perquisizione avvenga esattamente quaranta giorni dopo il delitto), se talune perquisizioni fossero effettuate rapidamente e, credo, con il consenso di tutti i gruppi parlamentari qui presenti tranne gli « ultrasinistri » , senza distinzioni di parte, non guardando né a sinistra né a destra bensì guardando a tutto ciò che vi è di « gruppettaro » nel nostro paese; se si facesse tutto ciò credo che si potrebbero compiere operazioni preziose in pochi giorni o in poche settimane, tali non dico da risolvere il problema, ma da avviarlo a soluzione, da tranquillizzare il cittadino medio, da togliere la certezza dell' impunità ai delinquenti comuni e ai delinquenti politici, che nel nostro paese si sono saldati perfettamente. nei prossimi giorni e nelle prossime settimane insisteremo perché questa proposta di legge sia approvata, mi auguro, con il consenso di tutti gli altri gruppi: si collocherebbe infatti in una strana posizione di inciviltà chi si opponesse ad una simile proposta di legge ; e se per caso ostasse la nostra firma, siamo prontissimi a ritirarla, purché con le firme di colleghi di altri gruppi andasse avanti. credo che almeno questo si potrebbe ottenere. in secondo luogo, noi abbiamo presentato una organica proposta di legge che ha un illustre precedente, un precedente lontano, il precedente della famosa « polivalente » (deve ricordarla, signor ministro), che per primo Alcide De Gasperi progettò e fece predisporre, ma che poi non fu portala all' esame attento del Parlamento. noi abbiamo ripreso in parte, modificandola e adeguandola, quell' antica proposta di legge , ma ne ho voluto ricordare le origini proprio a lei, anche perché ricordo la sua origine politica all' interno della Democrazia Cristiana , che non dovrebbe renderla aliena da certi ricordi. abbiamo ripreso, dicevo, quella proposta e l' abbiamo trasformata in una proposta di legge (che abbiamo ripresentato) per lo scioglimento di tutte le formazioni comunque anticostituzionali. si tratta di una « polivalente » che riguarda lutti i settori, nessuno escluso, e che tende a mettere fuori legge chi fuori legge già è. non si tratta di una legge speciale. eccezionale non è la legge; eccezionale è la situazione in cui versa l' ordine pubblico nel nostro paese. non è eccezionale il rimedio che ponga termine, o che si proponga di porre termine, o che comunque sia ritenuto idoneo a porre termine, ad una situazione di eccezionalità. non eccezionale l' intervento del chirurgo; esso è normale e doveroso quando il male si presenti in guisa tale da richiedere l' intervento chirurgico. ed è colpa il non dar luogo all' intervento quando da esso dipenda la salvezza del cittadino. credo che siamo a questo punto. abbiamo reclamato pochi giorni fa, a proposito dell' aborto, il diritto alla vita, ma io reclamo il diritto alla vita in nome dagli agenti assassinati, dei carabinieri assassinati, dei cittadini assassinati, se volete anche dei banditi assassinati. reclamare il diritto alla vita significa andare alle origini del male, incidere con il bisturi; e le origini del male sono quelle: i « gruppettari » di qualsiasi tinta. le statistiche ci sono state fornite dall' onorevole Andreotti: abbiamo potuto constatare le proporzioni del fenomeno. sono esattamente quelle del famigerato « rapporto Mazza » . guardi, signor ministro, come si vendica talora, non la storia, ma la cronaca politica. l' onorevole Andreotti è stato costretto a riconoscere validità, persino nelle cifre (infatti, le proporzioni sono quelle) all' antico « rapporto Mazza » , vituperato da tutti coloro tra voi che hanno cercato, in qualunque modo, di rendersi graditi alle sinistre, con alla testa l' onorevole Andreotti e anch' ella, onorevole Cossiga. le cifre che siete stati costretti a fornire della realtà dura dei fatti confermano le proporzioni di quel famigerato rapporto. e allora, si incida con il bisturi! sono passati tanti anni e non si è fatto nulla. si sciolgano con legge tutte le formazioni incostituzionali, con la legge di cui noi abbiamo assunto l' iniziativa e per la quale ripeto quanto ho detto: se ostano le nostre firme, firmino altri colleghi, ma si dimostri al cittadino che si lenta, per lo meno, di incidere sulla realtà disastrosa del nostro paese, in questo momento. infine, ho presentato (me ne assumo la responsabilità e non me ne vergogno affatto, anche perché in paesi democraticissimi, che ci insegnano in ogni momento la democrazia, si tratta, di norma in vigore ) ho presentato — dicevo — insieme con altri colleghi una proposta di legge per il ripristino della pena di morte per i reati più efferati. non mi si dica che nella prevenzione dei delitti non deve trovar posto l' inasprimento delle pene, perché non lo può più dire questo Governo, non lo può più dire il presidente del Consiglio e non lo può dire nemmeno lei, signor ministro dell'Interno , dopo che ci è stato lodevolmente spiegato l' altro giorno dal presidente del Consiglio che comminare l' ergastolo ai rei dei sequestri ai (danni dei minori viene considerato come un efficace mezzo, di prevenzione nei riguardi di questo determinato delitto. quindi, se si sceglie la strada della prevenzione attraverso l' inasprimento delle pene, la si scelga nella maniera più efficace. i principi sono travolti, su questo punto. sono più io il reazionario? se lo sono, lo sono assieme al Governo dell' onorevole Andreotti. me ne onoro moltissimo, perché io mi dichiaro tale, perché io desidero reagire contro la violenza indiscriminata; e se reagire contro la violenza, contro il disordine, contro l' anarchia, contro il « sinistrume » , contro i « gruppettari » di ogni tinta, senza eccezioni, vuol dire chiamarsi reazionari, e se destra a questo punto significa reazione, mi onoro di chiamarmi reazionario e, di destra, estremisticamente; ma al tempo stesso vi affibbio la stessa etichetta in linea, di principio, con la differenza che io, per lo meno, sono coerente nei confronti dei miei principi e me ne assumo la piena responsabilità, mentre voi siete malthusiani anche in questo. smettetela di fare i malthusiani! ricordo che un capo di governo non presidente del Consiglio (perché allora si chiamava così) vi accusò di malthusianesimo nel 1923, quando eravate insieme e quando vi astenevate, invece di votare a favore, nei confronti di certi provvedimenti. è divertentissima la cronaca parlamentare della fine del 1922 e del 1923, con le dichiarazioni di voto del Partito Popolare di allora in favore di un certo capo del governo e con certe dichiarazioni malthusiane. ora, smettetela di fare i malthusiani! ritenete, d' accordo con noi, che un efficace mezzo di prevenzione sia l' inasprimento delle pene? allora, non chiamateci reazionari, non voltateci le spalle, considerate una volta tanto che noi siamo nel giusto quando da anni sosteniamo la stessa tesi! se la tesi è valida, cadono gli ostacoli di principio, cadono gli sbarramenti ideologici; gli sbarramenti ideologici, semmai, dovrebbero nascere nei confronti dell' altra parte, a meno che anche l' altra parte — noi ce lo auguriamo — aderisca a principi civili di questo genere e si dichiari pronta a collaborare con tutti, perché in Italia ordine venga riportato. ecco, come, segretario dell' unico partito di opposizione ormai esistente in questo Parlamento, le ho rassegnato le nostre considerazioni, le nostre — se mi permette di dirlo — volontà, i nostri appunti, fermi, ma credo civili, e soprattutto ho rassegnato a lei, signor ministro dell'Interno , e al Governo, la nostra volontà di responsabilizzare al massimo la nostra azione politica, in Parlamento e fuori del Parlamento, perché l' ordine sia recuperato all' Italia.