volevo chiedere al collega ed amico Pennacchini se per caso ricorda un colloquio che avemmo una mattinata del dicembre 1975. quel giorno, qui in Parlamento, discutendo già allora di queste cose con rispetto reciproco, ti raccontai che la sera prima nella sede del partito radicale (cioè anche del CISA) avevo visto fra le tante donne che erano venute a chiedere un aborto clandestino , ma non dalle mammane, né dalle cliniche di lusso, e che erano venute per capire se era possibile praticarlo o meno in un certo modo, due quattordicenni. dinanzi a quei volti, io che non c' entravo, avevo voluto parlare con loro e mi ero chiesto che cosa avrei dovuto fare, se, per esempio, avessi dovuto cercare di carpirne i nomi per telefonare ai genitori. mi chiedevo cosa avrebbero dovuto fare le compagne del CISA che spesso, avevano avuto, fino alla vigilia della loro entrata nel CISA, paura di un po' di sangue o di un graffio e che da mesi erano divenute quelle che altri chiamavano « mammane di sinistra » o « catene di montaggio » dell' aborto di un certo tipo, contro quello delle mammane, quello dei soldi. quello era invece un aborto gratuito, assistito, fraterno, sbagliato o no. parlai con una di queste ragazze e mi parve chiaro che il motivo soggettivo, collega Piccoli, forse sbagliato, dal quale tutto partiva era la convinzione di questa ragazza della incapacità dei genitori di ascoltarla e di assisterla. metto nel conto che questo non fosse oggettivamente vero (mentre sappiamo che può essere vero), metto nel conto che questa fosse una nevrosi della ragazza, una sua convinzione sbagliata che l' aveva portata altrove a vivere in un certo modo, magari pur tornando a casa alle 8 di sera, restando incinta ed essendo disposta, disperatamente angosciata, ad andare dalla mammana, quella che sfonda l' utero, collega Piccoli; quella mammana che fa certe cose per cui si arriva... onorevole Piccoli, vorrei pregarla di non andar via, di avere il coraggio di assistere ad un dialogo fatto di interrogativi, altrimenti ci viene il dubbio che ella sfugga ai suoi demoni interiori nelle accuse che ci rivolge collega Bianco, ne sei testimone; ne abbiamo parlato anche insieme. io continuo a chiedermi e chiedervi che cosa devo fare, che cosa avrei dovuto fare, che cosa dovrò fare quando con una legge o con un' altra... Andreoni, poiché stasera mi sembra obbligatorio ripagare con la moneta del dialogo e dell' amicizia i vostri insulti, consentimi di suggerirti il dubbio, per un istante, che... genitori così ferocemente sicuri — di sé come ti mostri — e non sappiamo quale sorte la vita può riservare a te o ad altri — siano, per avventura, alla radice dei drammi che stiamo qui tutti prendendo in considerazione per individuare il modo di impedirli o superarli. credo che le sicurezze eccessive possano essere assassine rispetto alla realtà; temo che le vostre risate — colleghi Dc — su questi temi servano a non ascoltare chi vi sta parlando. quando il collega Piccoli, dice accorato, come faceva un momento fa: « ma la bambina che ci sarà resa ammazzata... » quando Cerquetti dice: « il medico che mi facesse questo... » , qual è l' altra ipotesi? quella che si verifica ogni giorno se c' è la « bambina » incinta. è un presupposto questo, volete capirlo? c' erano anche ieri, Cerquetti! le domande ve le faccio con onestà, rispondetemi quando e come volete. se c' è la ragazzina, la « bambina » della quale parlava Piccoli (e qualche volta c' è, ed è già incinta)...... noi, con la nostra legge, dobbiamo spingerla dalla mammana che le sfonderà, quasi certamente, l' utero, o dobbiamo... Pennacchini, se ho ben raccolto la tua interruzione, ti devo porre una domanda per la quale noi siamo — qui a sinistra — uniti in questo tipo diverso di civiltà, e di civiltà giuridica: se la « bambina » per nevrosi, perché è stata plagiata dalla nostra sporca e dissoluta cultura, vuole invece assolutamente — ammettila questa ipotesi! — interrompere la gravidanza, perché ha paura del padre, che invece è buono, cosa si trova oggi, oggi, di fronte? si trova di fronte una società, quella del codice Rocco , che nulla ha fatto per lei, della quale ha terrore o odio. e questa « bambina » ha fatto, fa il figlio oppure va o è andata dalla mammana? e mi spiace che un uomo dell' umanità di Zaccagnini sia anche lui — un attimo fa — fuggito — umanamente perché uomo sicuramente molto umano — dinanzi ad interrogativi di questo genere. Cerquetti, Pennacchini, Bianco, altri colleghi, non stiamo chiedendoci se la bambina debba o meno proseguire nella sua gravidanza. in ipotesi avete ragione voi: deve proseguire. mettiamogli allora dietro i carabinieri, i magistrati, oltre l' angelo, oltre il terrorismo ideologico. mobilitate pure lo Stato! sapete però che lo Stato dei carabinieri e dei magistrati, così come non poteva garantire l' unità di una famiglia morta, così come non poteva garantire di inchiodare al cadavere purulento di un amore morto la convivenza di un uomo e di una donna, non può nemmeno costringere una bambina, terrorizzata, plagiata, sporcata da noi, assassini morali. per questo, infatti, si abortisce, come diceva Borruso, in questa società. questa società che produce aborti è la nostra o la vostra? devo dire che almeno una cosa dovete riconoscere: è la irrilevanza del nostro potere istituzionale; e francamente ci vuole: direi, un po' di impudicizia a sostenere che dopo trent' anni di predominio assoluto la società non sia la società della Democrazia Cristiana , ma quella, di Adele Faccio e di Emma Bonino. e così loro, amici e colleghi, che noi siamo, in termini di potere, un' infima minoranza, che nel momento in cui dichiariamo di astenerci su questo articolo, perché non fa fronte a tutti i nostri interrogativi, non vogliamo far nulla perché cada quel minimo che ci è stato concesso. noi resteremo, collega Pennacchini, quella « associazione a delinquere » che siamo stati fino ad adesso, per garantire l' aborto « costituzionale » o comunque quello non di classe, non quello delle mammane, non quello delle cliniche di lusso, non quello per il quale vi abbiamo inchiodati a discutere di queste cose, perché per voi non c' era l' aborto che c' è, avete preferito non vedere e sentire e non avete proposto nulla. c' è una continuità nella nostra azione militante. noi sappiamo, colleghi, che, comunque voteremo, quando sarà stata votata questa legge, nelle lerce nostre sedi, perché sono poche, sono povere, senza finanziamento pubblico, senza peculati, petrolieri, potere, nelle sedi in cui siamo ammucchiati (gente del FUORI, indegna, obiettori di coscienza , omosessuali, abortiste: queste cose così lerce) lì, non altrove, forse un barlume di onestà continuerà a dare speranza nelle istituzioni, perché noi ubbidiremo al dovere di essere lì, perché la quattordicenne o la quindicenne o la donna saranno portate dalla vostra legge a dovere continuare a praticare il vostro storico aborto clandestino , che conduce alla morte, che aggrava le condizioni spirituali di disastro, che porta appunto le stigmate della vostra società di classe, capitalistica, dove tutti dobbiamo essere atomizzati, frantumati individualisticamente, in cui la figlia e il padre non parlano. continueremo ad essere l' a associazione a delinquere perché quella, bambina, di cui parli, Piccoli, non venga come adesso piratescamente spedita dalle mammane, non resti ancor più sola! quanto al resto, c' è un itinerario che ho percorso, Piccoli! non sono solito andare ad applaudire le omelie pontificali, ma te lo ripeto ancora una volta: nel 1967, a Pasqua — ti spedirò la documentazione fotografica — eravamo in piazza San Pietro prima della « disumanae » vitae, quando la commissione conciliare si stava orientando come sapevamo, dando ragione a De Marchi e a noi della Associazione per l' educazione demografica, che, insultati, condannati nel 59, nel 61, nel 62 inalberavamo — noi, Piccoli, non tu! — cartelli grossi cosi, che dicevano: no all' aborto, sì alla pillola! eravamo lì a rischio del linciaggio. continuiamo oggi su quella strada. credo che dobbiamo pur dire, Piccoli, che c' è bisogno oggi da parte nostra di tener presente, forse con non minor senso di tolleranza, di amicizia e di solidarietà cristiana, ancor più delle bambine delle quali stiamo parlando, in cosi grave rischio umano, te e coloro come te. sento che debbo a te più comprensione che a loro, a te e a coloro che hanno applaudito un momento fa quelle tue ingiurie, fatte da chi cerca sempre di scacciare i propri dèmoni interiori e di vederli incarnati negli altri con l' illusione di poterli così impiccare moralmente e, se potesse, non solo moralmente, per liberarsi di quello che la vita porta di drammatica necessità ogni giorno, di scelta morale e di assunzione di responsabilità. per questo, signor presidente , noi del gruppo radicale, rammaricandoci dello scarso ascolto, e, debbo dire, del duro atteggiamento del compagno Giovanni Berlinguer e della commissione, ci asterremo e non voteremo contro questa norma.