Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 76 - seduta del 19-01-1977
Norme sull'aborto
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 76
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghe e colleghi, io credo che l' articolo 2, cioè l' articolo che propone la casistica, sia un articolo fondamentale di questa legge, un articolo che rende questa legge particolarmente ambigua, particolarmente compromissoria; quindi ne chiediamo sostanzialmente la soppressione. desidero illustrare brevemente da quale punto di vista intendiamo partire, perché o noi (anche a sinistra) siamo d' accordo sul fatto che le donne abortiscono per capriccio personale, come è andato sostenendo ieri l' onorevole Bruno Orsini, o l' onorevole Gargani, li confondo sempre;... nel suo intervento, e allora è chiaro che la legge deve avere un valore pedagogico — e quindi la casistica avrebbe lo scopo di insegnare alle donne che non si abortisce per un capriccio personale, ma si abortisce in casi gravi o specifici — oppure ci rendiamo conto e sappiamo perfettamente che le donne abortiscono sempre per ragioni che sono gravi, ma che sono gravi, spesso, dal punto di vista soggettivo. è chiaro ed è vero che nessun altro, se non la donna con il proprio compagno, se si tratta di un rapporto valido e reale, può stabilire perché non può, non si sente di portare avanti una gravidanza. e io voglio dire che il rifiuto a diventare madre è un diritto della donna: non è diritto all' aborto, tutt' altro. io dico che come individuo voglio essere libero di poter scegliere, anche, dal punto di vista della prevenzione, se sono in grado di essere o di diventare madre; e come individuo posso anche decidere che non mi sento di diventare madre. la maternità deve essere una delle scelte delle donne, ma non la sola e non l' unica: non il destino e non l' obbligo. siamo individui e non semplicemente oggetti per la procreazione. la maternità non è solo un fatto biologico, e io credo che su questo occorra fare chiarezza. non siamo dei contenitori che si allargano o si restringono tutte le volte che capita. la maternità non è solo un dato fisiologico o biologico; la vita non è solo respirare. essere madre significa anche essere disponibile, dal punto di vista psicologico ed affettivo, ad interessarsi non di un proprio possesso, ma di un altro individuo che si mette al mondo. e allora io credo che su questo bisogna « capire » . mi rivolgo anche alle forze di sinistra, e in particolare al partito socialista che ha sempre sostenuto l' aborto libero; mi deve spiegare: « libero » come? che cosa è questa casistica, allora? è un proforma, è una ipocrisia? e mi si dice sottobanco che comunque è talmente ampia, che ci rientriamo tutte! per questo, io non credo che si possa legiferare a livello di sottobanco nel senso che, anche se si pone una casistica, poi si trova il medico buono; e la casistica, in ogni caso, è talmente ampia che comunque ci si rientra tutte. credo che il punto di vista all' inizio fosse diverso. le donne non abortiscono per capriccio personale e non è vero che esse non si servono della contraccezione, come ha sostenuto l' onorevole Pennacchini, perché sono indifferenti a questo problema. il problema della contraccezione è un problema grosso, ed è un problema politico. è inutile che mi veniate a dire che la mancata prevenzione non è da addebitarsi a responsabilità politiche precise, perché non si sa, quale destino stellare maligno e malvagio abbia impedito quest' opera di informazione fra le donne italiane e non una precisa resistenza di parte clericale e quindi politica, perché questa è spesso la posizione della Democrazia Cristiana . il problema della contraccezione e quello dell' aborto sono sempre stati problemi che hanno visto indifferente per molto tempo anche la sinistra, e forse non abbiamo saputo neanche noi imporre questo tema con forza e con rigore, tant' è vero che ci ritroviamo di fronte ad una legge fatta, per le donne emancipate e per le donne borghesi, per le donne che già sanno difendersi, mentre non è fatta per favorire le donne più povere e più indifese. perciò, io chiedo l' abolizione della casistica, non solo perché non ne capisco il valore, se è vero come è vero — e tutti a sinistra mi sostenete — che l' aborto lo deve decidere la donna. ma ciò non accade, perché esiste il riferimento dell' articolo 3, relativo al fatto che il medico valuta con la donna le ragioni che la spingono ad abortire. in base a quale metro, a quale misura se non alla casistica prevista dall' articolo 2? questi sono i riferimenti e i dati di fatto. abbiamo avuto proprio in questi giorni una presa di posizione dell' ordine dei medici, che sicuramente non è la più aperta o la più « a sinistra » delle varie corporazioni che abbiamo, il quale rifiuta semplicemente di « valutare » con chicchessia le ragioni che spingono all' aborto. è chiaro ed è evidente — voglio ribadirlo — che non è questo il modo di togliere le donne dall' isolamento. le donne escono dall' isolamento in ben altri modi, e sicuramente non con il colloquio con il medico. per tutte queste ragioni, ma soprattutto perché rimane consacrato nella legge il principio che il destino della donna è la maternità e le poche devianti, quando non vogliono essere madri, devono rientrare in una casistica, credo sia necessario pronunciarsi. invito tutti, ed in particolare chi ha sostenuto sempre l' autodeterminazione della donna, a fare chiarezza di fronte alle donne italiane. dobbiamo capire se l' aborto è reato o se l' aborto è una violenza perpetrata ogni giorno sulle donne. finché non sarà chiaro questo, finiremo per fare delle leggi che non scontentano nessuno, ma che non risolvono i problemi reali, anche culturali, anche di rivoluzione culturale , del nostro paese.