Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 75 - seduta del 18-01-1977
Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'esercizio finanziario 1952-53
1977 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 942
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghe e colleghi, per la prima volta in questa legislatura, noi, cui così spesso si chiede quale sia il punto di riferimento ideale e politico in nome del quale, dall' inizio, della legislatura votiamo contro la maggioranza equivoca dei « sì » e delle astensioni, in questa occasione — dicevo — vedremo affermato il (punto di riferimento ideale e politico al quale guardiamo. per la prima volta in questa legislatura si impone infatti una naturale e storica convergenza, sin nome di qualcosa che si vuole disanimato a livello politico, ma che invece è ancora una premessa necessaria per qualsiasi riforma nel nostro paese, in nome, cioè, della civiltà giuridica laica. lo schieramento che già batté otto anni fa in questa Camera la Democrazia Cristiana e il Movimento Sociale , e che di nuovo li sconfisse nel paese con l' apporto importante e determinante di masse cristiane, di credenti e anche — i colleghi del Movimento Sociale lo sanno — della metà almeno del loro, elettorato più civile di loro, in termini di scelte di civiltà giuridiche, si è ricomposto. la convergenza, si è già delineata: andiamo ad una affermazione alternativa rispetto a quella che purtroppo, con accanimento, la sinistra ufficiale, del partito socialista e del partito comunista , oltre: agli altri gruppi laici continuano ad indicare come via necessaria da seguire per la salvezza del paese dalla crisi. è quindi con gioia che a questo appuntamento ci troviamo di nuovo uniti, forse al di là delle intenzioni di qualcuno, ma invece in base ad un nostro calcolo; ad un nostro calcolo, alla nostra strategia politica, per cui abbiamo fondato su lotte di liberazione la nostra politica di verità con i compagni comunisti, con i compagni socialisti, con gli amici dello schieramento laico, con cui già conducemmo e vincemmo la battaglia di liberazione laica e cristiana contro il divorzio di classe della Sacra Rota , contro l' inciviltà giuridica che anche allora — come oggi — ci veniva opposta. non faremo finta quindi di confrontarci qui per passione di interpretazioni tecniche e giuridiche diverse. è una finzione, colleghe e colleghi, e lo sappiamo; non siamo qui animati da diverse deontologie tecnico-giuridiche. sapete benissimo che, quando questo fosse vero, non ci troveremmo divisi in quest' Aula, come invece siamo, puntualmente e meticolosamente, per gruppi e per partiti perché la logica dell' interpretazione del diritto non può, nella sua autonomia, se fosse davvero sovrana, dividere in questo modo il Parlamento. ci troviamo, quindi, dinanzi ad un pretesto politico (che ben venga!), un pretesto che ridà corpo, per un momento, in questo Parlamento allo schieramento dell' alternativa che deve, essere e può essere solamente laica, libertaria, liberale e liberante per la gente, per la persona, così come l' inizio dell' affossamento dell' infame legge Rocco in questo campo noi l' abbiamo visto realizzare grazie alle lotte unitarie di base che, ci sono venute, da fuori del Parlamento. potremmo solo osservare — credo con qualche pertinenza — che in questa sede abbiamo il diritto di essere diffidenti rispetto o chi ci parla di sovranità del diritto, se è vero come è vero che solo grazie ad una miserabile finzione giuridica è stato passibile impedire il rispetto di una legge che avrebbe voluto che il referendum sull' aborto si tenesse fra il 15 aprile e il 15 giugno di quest' anno, che, si sarebbe potuto me dovuto tenere, signor presidente , colleghe e colleghi, perché già un sindacato di costituzionalità era stato dato sulla nostra proposta abrogazionista. noi avevamo infatti, come tutti ricorderete, proposto un referendum abrogativo che depenalizzava totalmente o quasi talmente l' aborto: c' è stato un sindacato di costituzionalità che ha riconosciuto la legittimità costituzionale dell' abrogazioni e della persecuzione penale, del fatto abortivo e, del riconoscimento dell' interruzione volontaria della gravidanza . ci basterebbe questa osservazione, per quel che ci riguarda, se ritenessimo — lo ripeto — che siamo in questo momento in sede di confronto giuridico e non di confronto politico. dopo questo voto riprenderà di nuovo corpo in quest' Aula e nel paese la logica diversa e suicida che sta portando il paese sempre di più in una situazione di crisi: di crisi della nostra sinistra, di crisi della gente, di crisi delle masse, dei lavoratori e dei cittadini. ma in questo momento io penso che in realtà e visivamente possiamo prendere atto che, nel momento in cui le scelte che riguardano, come giustamente è stato detto, la coscienza delle persone, che riguardano problemi della vita e di morte, problemi di cultura, problemi di civiltà giuridica alternativa, problemi di una diversa concezione della vita civile e della civiltà della legge, nel momento in cui questo c' è stato imposto dalle lotte della donna e dalle lotte radicali, dalle lotte della collega Faccio e dalle lotte della collega Bonino, dalle lotte di chi ha inchiodato il nostro Parlamento a quella « primavera » di presentazione di progetti di legge che nessuno poco prima delle loro lotte voleva presentare... arrivati dunque a questo momento e a questa scelta mi pare che nessuno abbia avuto dubbi su quale dovesse essere il comportamento del liberale, del repubblicano, del socialista, del comunista, del radicale, del demoproletario. ritenere che questo abbia il valore di mera parentesi e scambiare i propri desideri — ormai impauriti — con la realtà, tentare di edificare scelte politiche, diverse sulla negazione di questa unità fondata sui principi socialisti laici, ci appare indubbiamente come una grave mancanza di prudenza interiore, che caratterizza contro l' apparente prudenza delle loro scelte di oggi, la linea politica generale dei nostri compagni socialisti, comunisti e delle altre forze della maggioranza delle astensioni. non abbiamo, signor presidente , altro da aggiungere tranne, se me lo consente, due brevissime — davvero brevissime — osservazioni finali. vogliamo dare atto della civiltà con la quale la Democrazia Cristiana aveva proposto che un voto di così fondamentale importanza avvenisse per appello nominale : fatto di rivendicazione del diritto dovere di ogni rappresentante della nazione, nel momento in cui ci si trova dinanzi a scelte così fondamentali, di rispondere in proprio , con un si o un no, rispetto alle proprie idee, alle proprie forze, rispetto al paese nel suo insieme e all' elettorato nel suo insieme. rivolgo quindi qui un appello formale — perché qui noi siamo tutti uguali finché ci muoviamo con lo stesso rispetto del vivere civile — al gruppo che ha avanzato la proposta di scrutinio segreto , mi auguro non in malafede, non per calcoli inconfessabili, non per cose che, per il momento, sarebbe ancora da parte nostra un indebito processo alle intenzioni presupporre, affinché ritiri la sua richiesta di scrutinio segreto . chiedo che essi diano a loro stessi l' occasione di poter rispondere, come persone e come deputati, del loro individuale, singolo voto, e che non ci rovescino addosso anche in questa occasione, loro che pretendono a loro modo di essere una forza nuova, una delle più putride, anche se regolamentari, nostre abitudini, che è quella di celare nel segreto del voto i momenti delle scelte anche maggiori. per ultimo, signor presidente — solo un accenno — lei sa che continua ad essere aperta in questa Camera una questione che ci pone ogni giorno, a noi del gruppo radicale, dei problemi gravi di comportamento. non aggiungo nemmeno di che si tratta, perché so che lei lo comprende, signor presidente . come abbiamo fatto fino ad ora, consentiremo ai compagni comunisti che siedono anche in questa occasione nei nostri posti, come sempre, di votare, contrariamente a quanto alcuni di voi credono, e cioè che noi occupando quei posti non consentiamo loro di esercitare il diritto di voto . noi chiediamo, signor presidente , che su questo una riflessione ulteriore venga portata avanti. dal primo giorno non abbiamo voluto né vinti né vincitori: abbiamo voluto che una soluzione equa venisse affermata. comunque, il gruppo radicale, nella misura in cui potrà, voterà contro gli ordini del giorno che sono stati presentati, sottolineando il valore altissimo e importantissimo che l' unità laica, resuscitata in questo Parlamento, così diverso stasera dalla sua politica di ogni giorno, dà a queste nostre ore e a questo tema che stiamo dibattendo.