Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 7 - seduta del 04-08-1976
1976 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 7
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , la fine anticipata della sesta legislatura, preceduta dalle iniziative e dai dibattiti che tutti ricordiamo, ha trovato origine in quei problemi la cui serietà e complessità avrebbero pure comportato la formazione di un Governo espresso da una adeguata maggioranza in Parlamento. tanto conseguente e logica appariva questa convinzione, che ad essa fu ispirata fin dal momento in cui il presidente della Repubblica mi fece l' onore di affidarmi l' incarico, il 13 luglio scorso — ogni mia mossa nella ricerca di una soluzione alla crisi. un duplice proposito mi incoraggiava su quella via: facilitare il ritrovarsi o il ravvivarsi di uno spirito di collaborazione quasi totalmente finito; e, più in generale, appellarmi a quei « doveri inderogabili » consacrati nell' articolo secondo della nostra Costituzione — « di solidarietà politica, economica e sociale » , i quali non mi sembrano affatto inconciliabili con il preciso mantenimento di quelle disparità che sono nella natura e nello schieramento di ciascuna forza politica democratica: direi, anzi, che la precisa « richiesta di adempimento » formulata nella Carta Costituzionale presuppone appunto una tale differenza, vano apparendo altrimenti un appello così solennemente rivolto ad uomini e a formazioni sociali di cui fossero indubitabili la solidarietà e l' unitarietà degli intenti. il proposito della ricerca di un nuovo spirito di collaborazione si è concretato nella presentazione ai partiti di una bozza di « idee per il programma » , nella quale ho tenuto nel dovuto conto gran parte delle osservazioni, proposte e richieste che avevo raccolto dai primi colloqui con le delegazioni dei partiti stessi. dopo di che, e dopo aver aggiunto l' esperienza assai utile di contatti con le confederazioni delle province e dei comuni, ho dovuto purtroppo cedere alla constatazione che l' obiettivo di un governo di coalizione non presentava alcuna possibilità di realizzazione. ma accanto a questa realistica conclusione si andava formando in me un nuovo convincimento, tale da attenuarne il pessimistico significato: ed era, ed è, che sugli orientamenti di fondo e sulla impostazione per il programma potevano registrarsi significative convergenze, tali da far prevedere una accoglienza non ostile allo sviluppo dei relativi propositi legislativi. ho maturato così la convinzione, subito convalidata dalla piena adesione del partito al quale ho l' onore di appartenere, che non restasse al momento altra via se non quella di dar vita ad un ministero monocolore per evitare l' ulteriore protrarsi della già troppo lunga interruzione nella regolare attività del Parlamento e del Governo. accertato altresì che il mancato assenso dei partiti traeva motivazione da valutazioni politiche oggettive e non da riserve ad personam (come invece avevo dovuto sperimentare in altra occasione, sei anni or sono, e ne avevo tratto le immediate conseguenze) ho pertanto proposto al Capo dello Stato la nomina dei ministri che oggi con me si presentano per ottenere la fiducia o almeno la non sfiducia del Senato e della Camera dei Deputati . con noi, quasi tutti parlamentari più o meno anziani, sono i neosenatori Bonifacio e Stammati che onorarono l' ultimo ministero presieduto dall' onorevole Moro — al quale rivolgo il mio saluto nel segno di una lunga collaborazione non solo politica — e ad essi si aggiunge il dottor Rinaldo Ossola, la cui preziosa presenza è particolarmente significativa per i problemi finanziari da affrontare, interni e internazionali. vorrei per inciso ricordare, pur non entrando nel complicato tema, le parole che ci disse nel 1945 l' onorevole Sforza insediandosi alla presidenza della consulta nazionale : « voi siete stati scelti in parte con criteri politici, in parte per competenza tecnica, ma io spero — e quel che più conta lo spera il paese — che tutti sentirete da politici e tutti lavorerete come dei tecnici » . il Governo che vi è dinanzi si qualifica pertanto essenzialmente dagli indirizzi di azione che si impegna a seguire e dalla piattaforma programmatica, nella quale ha cercato di interpretare le attuali aspirazioni ed esigenze del nostro popolo con la consapevolezza che dalle strette in cui ci dibattiamo non si esce se non con un esteso impegno di buona volontà . il rapporto con il Parlamento di un Governo come il nostro dovrà essere ancora più stretto che in altri momenti. a facilitare questo rapporto gioveranno anche le precise scadenze che stiamo per indicare per gli adempimenti programmatici, ed alcune proposte che accolgono giuste aspirazioni per un più penetrante controllo sulla amministrazione, sollecitato da tempo in seno alle maggioranze così come alle opposizioni. il complesso dei problemi che siamo chiamati ad affrontare si presenta come un groviglio in cui i nodi economici sembrano dominare con la loro urgenza e la loro gravità. non bisogna lasciarsi coinvolgere in considerazioni parziali — anche se di grave momento — che facciano perdere la prospettiva dell' insieme. e non sembrerà illogico di fronte agli aspri e duri ostacoli di natura finanziaria ed economica, riaffermare la interazione di tutti i problemi della società e insieme il primato del quadro politico ed istituzionale. ed è con decisa convinzione che pongo in cima ai nostri impegni il superamento della crisi della giustizia che non soltanto mette in pericolo la funzionalità di un servizio essenziale che lo Stato è tenuto a garantire ai cittadini, ma può colpire al cuore lo Stato stesso inteso come espressione della comune volontà di assicurare a tutti una civile convivenza e un libero avvenire. i tragici fatti delle ultime settimane confermano come sia ormai divenuta davvero imperativa una politica rigorosa e coerente nel delicatissimo campo della giustizia. il mancato adeguamento delle leggi alla realtà emergente e il cronico stato di disfunzione dell' apparato giudiziario sono le cause di un fenomeno che ormai coinvolge con la sicurezza fisica dei giudici lo stesso destino delle istituzioni democratiche. occorre perciò un' azione risoluta che incida in profondità su tutti i fattori, organizzativi e legislativi, delle tensioni e delle obiettive difficoltà del momento, evitando interventi settoriali e frazionati che, inseriti in una realtà non valutata nel suo complesso, aggraverebbero anziché risolvere la crisi. è appena il caso di sottolineare che il sistema di amministrazione della giustizia non potrà mai funzionare nel modo dovuto fino a che non avrà a disposizione i mezzi necessari allo scopo e che è quindi inutile tentare di uscire dalla crisi puntando esclusivamente sul rinnovamento dei contenuti normativi senza rendere a un tempo più efficiente l' organizzazione. il ministro guardasigilli ha già formato una commissione per formulare un programma di interventi sia per quel che riguarda il settore del personale giudiziario e ausiliario sia per l' edilizia e le attrezzature strumentali. si tratta di affrontare con uno spirito nuovo e con adeguato impegno finanziario la tematica dei sussidi tecnici necessari per il quotidiano svolgimento dell' attività giudiziaria allo scopo principale di sempre più e meglio fare ricorso a tutti quei mezzi meccanici che il progresso tecnologico può mettere a disposizione della giustizia. viceversa per quanto riguarda il personale, la prospettiva nella quale è opportuno muoversi non è tanto quella di un incremento numerico, salvo che per alcune categorie di coadiutori, quanto di una migliore e più razionale utilizzazione delle risorse esistenti, ivi compreso un più efficace metodo di reclutamento e di formazione, quale la previsione di un periodo di preparazione ampiamente articolato: oltre all' esame dottrinale, un corso di formazione professionale in cui si alterni l' approfondimento teorico con l' esperienza pratica. saremo in condizione di presentare proposte concrete entro l' anno. per le riforme legislative, la proroga della delega per il codice di procedura penale è già operante. il Governo dovrà dare rinnovato impulso alla riforma del codice penale , il quale esprime oggi una gerarchia di valori ispirata a ideologie superate e non sempre corrispondente né ai valori istituzionali né alle esigenze della società contemporanea. si studierà il modo migliore per fare avanzare questa e le altre riforme dei codici, attraverso il metodo delle leggi delegate , dando per altro alla commissione parlamentare una funzione attiva e tempestiva ovvero utilizzando il sistema della cosiddetta approvazione in sede redigente . per il codice di procedura civile sarà riproposto il disegno di legge già presentato durante la scorsa legislatura, il quale tra l' altro prevede la riduzione del numero dei membri dei collegi giudicanti. a questi provvedimenti dovrebbe seguire una riforma del processo civile più articolata e possibilmente modellata in forme tali da rendere sempre più operanti i principi della immediatezza, della concentrazione e dell' oralità. presso il ministero della Giustizia lavora dal gennaio scorso una commissione per lo studio dei problemi del diritto societario , che si è mossa, dalla riforma parziale intervenuta con la legge 7 giugno 1974, numero 216, ed i successivi decreti delegati . la Commissione ha affrontato anche lo studio assai importante delle numerose direttive comunitarie e del loro riflesso sul diritto interno. per l' ordinamento giudiziario , con le molteplici e profonde modifiche intervenute negli anni, si rende necessaria una riforma generale, per una struttura normativa più rispondente ai principi costituzionali e alla nuova realtà in cui oggi opera la magistratura. su molti temi, già oggetto di approfondita elaborazione da parte delle associazioni dei magistrati e del Consiglio superiore , si possono tracciare le linee essenziali di necessari interventi legislativi a cominciare da una diversa organizzazione strutturale e territoriale, rivalorizzando anche l' ufficio del giudice onorario per le controversie di minore importanza. profonda e articolata revisione sarà necessaria per la materia disciplinare, avendo di mira la repressione di tutti i comportamenti oggettivamente censurabili, evitando a un tempo pericolosi arbitri e riservandone l' esercizio solo al ministro, che è responsabile di fronte al Parlamento. la giustizia dunque deve essere al centro dell' attenzione del Governo. lo testimonia il fatto che i suoi rappresentanti sono bersaglio del terrorismo, come strutture portanti dell' edificio sociale che i violenti vorrebbero demolire. ed è proprio in questa convinzione che intendiamo tradurre al più presto in atti concreti l' invito che i capi di nove governi della Cee hanno rivolto ai ministri della giustizia, di perfezionare una convenzione per la lotta al terrorismo in Europa. ai problemi della giustizia si ricollegano direttamente quelli della più generale tutela dell' ordine democratico, che è stato spesso lacerato da crimini efferati. poco giovano le ripetute parole di deplorazione, anche le più sincere, anche le più accorate o sdegnate, e le dichiarazioni di « intollerabilità » di ciò che purtroppo torna a verificarsi. appare invece indispensabile attuare un deciso ammodernamento tecnico e formativo, in modo da colmare e superare le deficienze di informazioni e di mezzi di prevenzione, sia contro la violenza eversiva sia contro i reati di forte allarme sociale come le rapine, i sequestri di persona ed il traffico di stupefacenti, che tanto turbano la serena convivenza civile. è in questa luce che vanno visti congiuntamente sia i temi della riforma dell' amministrazione di Pubblica Sicurezza e della polizia che quelli di una migliore risposta alle aspirazioni civili ed umane degli uomini che in questo campo servono lo Stato con coraggiosa dedizione e pagando spesso di persona. si dovrà lavorare al superamento della rigidità burocratica a delle strutture, anche attraverso la devoluzione ad altri settori di compiti non essenziali di polizia amministrativa. i problemi dello statuto giuridico ed economico del personale di polizia dovranno essere risolti in armonia con i principi dell' ordinamento costituzionale e con quelli generali dell' amministrazione statale, con i fini della riforma di istituto, con il rispetto e con l' osservanza del carattere assolutamente speciale dei compiti affidati a questo personale. nella necessaria distinzione tra impegni di carattere civile e altri per i quali è necessaria un' organizzazione militare, non sembrano affatto incompatibili forme, anche differenziate, di autorganizzazione e di tutela di diritti e di interessi nei confronti dell' amministrazione, salvo la ferma e indeclinabile garanzia dell' imparzialità politica prescritta dalla Costituzione. con altrettanta oggettività dobbiamo riconoscere valida l' aspirazione di questi agenti dello Stato a non vedersi messi in condizione di inferiorità — quando assolvono ai propri doveri — dinanzi alla delinquenza invadente, prepotente e non di rado spietata. inoltre, per una più efficace difesa della legalità è preciso intendimento del Governo di realizzare con maggiore chiarezza il coordinamento delle forze dell'ordine , con una migliore identificazione dei rispettivi compiti e delle specifiche attribuzioni. è necessario altresì garantire una più ampia e tempestiva circolazione delle informazioni sia tra gli organi della magistratura inquirente e gli organi di polizia, come all' interno stesso delle rispettive organizzazioni: strumenti in questo senso sono stati ad esempio già positivamente approntati dalla recente legge antidroga. in questa battaglia per l' ordine democratico il Governo sollecita la massima collaborazione di tutte le forze politiche , sociali e culturali. è auspicabile che anche altri paesi collaborino con noi, non confondendo mai il nobile istituto del diritto di asilo con una sostanziale corresponsabilizzazione in brame di terrore e di delitto. al riassetto dei servizi di sicurezza facenti capo al ministero dell'Interno si abbina il riordino del servizio informazioni della difesa per il quale fin dal 1971 la commissione parlamentare presieduta dall' onorevole Alessi presentò articolate proposte. sulla base di queste, arricchite dagli studi e dai dibattiti successivi, il Governo presenterà entro il 15 ottobre un disegno di legge , sollecitandone la rapida approvazione. con l' occasione verrà affrontato, per risolverlo, il complesso tema del « segreto politico e militare » , attorno al quale ogni confusa indeterminatezza può provocare i contrapposti errori di una carenza di tutela o di un abuso nel ricorso alla delicatissima eccezione. i problemi delle forze armate sono da collocarsi come sempre al di sopra di ogni particolarismo e contingenza. entro ottobre il Governo presenterà le due leggi promozionali per l' esercito e per l' aeronautica. esse fanno parte — insieme alla legge analoga, già approvata, per la marina — di un organico programma per fare delle forze armate uno strumento valido ed efficiente, ancorché di più contenute dimensioni. in settembre invece saranno presentati altri due disegni di legge : il primo per il riordino delle servitù militari con relativo snellimento e aggiornamento della normativa; ed il secondo sui principi basilari del nuovo regolamento di disciplina, così come furono abbastanza concordemente delineati durante la passata legislatura. tra gli obiettivi che con sempre maggiore ampiezza verranno perseguiti dalle forze armate vi è l' utilizzo del servizio di leva per dare o completare nei giovani un addestramento tecnico-professionale. il ministero della Difesa , riprendendo una iniziativa felicemente adottata in altri paesi ed anche da noi nel 1967, annuncia la pubblicazione di un libro bianco per dare conoscenza della problematica delle forze armate e quindi dello stato dell' amministrazione militare nella sua effettiva consistenza e nella sua nuova composizione. il riferimento ai problemi di riforma nell' ambito del ministero dell'Interno , induce a far cenno alla sentita necessità di una riconsiderazione quasi per ogni comparto della Pubblica Amministrazione , senza di che sarebbe puramente nominalistica la leggendaria legge sulla Presidenza del Consiglio e sui ministeri, annunciata in quasi tutti i programmi di Governo a far tempo dal 1948. la funzionalità e l' efficienza dell' amministrazione pubblica sono un obiettivo fondamentale per la costruzione di uno stato di diritto basato sulla partecipazione e sulla più ampia articolazione delle autonomie regionali e locali. al tempo stesso sono uno strumento indispensabile per affrontare con rigore e serietà i problemi della crisi economica , del risanamento della finanza pubblica e, in generale, di ogni iniziativa riformatrice. sotto il primo profilo si tratta da un lato di completare il decentramento regionale delle funzioni e degli apparati dello Stato, come previsto dalla legge numero 382, anche al fine di semplificare la struttura centrale dell' amministrazione; e dall' altro di accrescere l' operatività dell' Esecutivo ed il ruolo riassuntivo del Parlamento. la fase preparatoria, terminata con la relazione del gruppo di lavoro presieduto dal professor Massimo Severo Giannini, è ora all' esame delle regioni e delle amministrazioni centrali . si pone pertanto l' esigenza di una proroga della delega, che potrà essere molto breve perché la discussione sui temi più significativi ha già fatto notevoli passi. contestualmente all' attuazione della delega dovranno essere affrontati altri problemi legislativi, più opportunamente di diretta normazione del Parlamento, che la stessa Commissione ha indicato, come anche quelle leggi-cornice più urgenti ed importanti che non a caso coincidono con le riforme di settore più significative (sanità, urbanistica, eccetera). in una consapevole visione della particolare importanza della regione Trentino Alto Adige , assicuro il Parlamento che per le norme di attuazione di quello statuto non ancora approvate, il lavoro preparatorio è praticamente compiuto, così da Peter fissare entro il 31 dicembre di quest' anno il completamento di questo lungo iter. anche per le due misure del « pacchetto » ancora inattuate si osserveranno tempi molto brevi, che per una di esse riguardano la ripresentazione del disegno di legge decaduto per fine legislatura. il Governo è altresì in grado di presentare tra non molto il disegno di legge necessario per le norme di attuazione dello statuto della Valle d'Aosta . si pone qui il problema della riforma delle amministrazioni centrali . le due tappe più immediate sono l' esercizio della delega prevista dalla ricordata legge numero 382 e la complessa ed articolata trattativa con i sindacati per la risoluzione delle vertenze in corso di svolgimento per gli statali e per tutti i dipendenti degli enti pubblici , sulla base dell' accordo quadro già raggiunto. l' attuazione della delega consentirà, infatti, non solo di ridisegnare l' ordinamento regionale e quello degli enti locali , ma opererà, in modo chiaro, quello scorporo di funzioni dalle amministrazioni centrali e dalla costellazione degli enti pubblici , che porrà, come necessario ed inevitabile il riordino dell' organizzazione centrale e ne darà i criteri adeguati. si tratta di creare un' amministrazione capace di far fronte in modo diverso ai compiti che le sono propri, che qualitativamente non diminuiscono, e di saper tenere rapporti costruttivi con gli altri soggetti autonomi. la trattativa con i sindacati consentirà di prefigurare, con la previsione dei costi e con l' ordinamento del personale pubblico, il futuro assetto delle amministrazioni centrali ; di migliorarne l' attuale funzionalità e di programmare, in termini finanziari la spesa pubblica in quella parte delle spese correnti . vogliamo dare seguito agli orientamenti già espressi in proposito dal Parlamento e a quelli che emergeranno dalla commissione parlamentare di inchiesta sui livelli normativi e retributivi del pubblico impiego . le difficoltà della finanza pubblica rappresentano l' altro dato al quale ancorare la riforma della Pubblica Amministrazione . il completamento poi delle competenze regionali e la riforma della finanza degli enti locali , accanto alla riforma della contabilità e della finanza regionale, consentiranno non solo di avviare le programmazioni regionali, ma anche di impostare, con sufficiente grado di previsione, tutta la spesa sociale e la partecipazione agli investimenti degli enti autonomi, che riguardano oramai quasi tutti i settori economici. la prospettiva della riforma dello Stato ha quindi in queste due scadenze, attuazione della legge numero 382 e trattative sindacali per il pubblico impiego , i dati precisi di riferimento. certo un sistema articolato di poteri Po ne il problema della continua armonizzazione delle loro politiche e dei loro effetti economici e sociali nella imprescindibile unità dell' ordinamento. a questi fini sono previsti dalla Costituzione appositi istituti, ma un' opera veramente efficace, che prevenga distorsioni ed esalti la sintesi politica, richiede più intensi rapporti tra i poteri e una leale e costruttiva collaborazione tra tutte le forze vive della società. in questa stessa prospettiva si colloca l' adeguamento ed il riordino delle strutture del ministero del Bilancio e della programmazione economica sulla base degli approfondimenti critici delle esperienze fatte e delle azioni e dei metodi di recente avviati ed in corso di svolgimento. la sollecitazione di un maggiore impegno al servizio dello Stato e dei cittadini per tutti i pubblici dipendenti è necessaria altrettanto quanto le nuove norme tecniche e regolamentari. il diffuso malcontento provocato anche da complicate procedure e da un accumulo intollerabile di giacenze arretrate — nuoce in modo grave al buon nome dell' Italia democratica e riduce le nostre capacità di azione in tutti i campi. di certa utilità in proposito sarà un disegno di legge sui controlli, preparato sulla base di un testo formulato nel marzo dello scorso anno dalla stessa Corte dei conti (è significativo notarlo) in un contesto di altre interessanti proposte. limitando il controllo preventivo agli atti di particolare portata, per materia o per valore, e sveltendo le procedure relative, si otterrà finalmente il superamento, da sempre inutilmente auspicato, dei tempi lunghi e defatiganti dell' azione amministrativa . il controllo successivo e adeguate sanzioni per le irregolarità tuteleranno, d' altra parte, la più rigorosa correttezza. l' argomento « controlli » porta a raccogliere una richiesta molto viva tanto nelle forze politiche che in quelle sindacali. i sindacati invocando esperienze non positive che avrebbero fatto in passato, domandano di aver modo di verificare l' adempienza di quanto — attraverso varie forme di accordi od anche di decisioni autonome dei pubblici poteri (Governo e Parlamento) — sia stato deliberato in riferimento a vertenze sociali. a questa esigenza potrebbe rispondere un comitato istituito presso il Cnel. di particolare importanza per il rilancio del processo di programmazione e più in generale per il coordinamento dell' attività di Governo sono la riorganizzazione e la ristrutturazione coordinata degli strumenti della informazione economica, Istat, Isco, ISPE anche al fine di definire rapporti corretti e continui tra questi enti, Governo, Parlamento e regioni. è nota l' attuale situazione economica del paese: in essa emergono luci ed ombre. con prevalenza di aspetti preoccupanti per le possibilità, dell' economia di riprendere una crescita adeguata alle esigenze poste dai problemi sociali. tra gli aspetti positivi possiamo ricordare: la ripresa produttiva, che ha assunto nei primi sei mesi dell' anno ritmi apprezzabili sia sulla base della spinta proveniente dalla ricostituzione delle scorte, che, fortunatamente, sulla base di una vigorosa domanda estera e di una ripresa dei consumi interni: la migliorata situazione internazionale che rappresenta tuttora una delle più grosse chances di ripresa per la nostra economia: l' evoluzione dei rapporti di cambio ed una moderata ripresa di fiducia che ha favorito un miglioramento dei nostri conti con l' estero. tra le ombre possiamo elencare: le conseguenze, sull' economia, della politica monetaria restrittiva adottata, di necessità, nei primi mesi dell' anno: queste conseguenze dovrebbero portare ad un rallentamento della crescita dell' economia nel secondo semestre dell' anno in corso (permanendo la fase recessiva degli investimenti fissi); la situazione del mercato dei cambi potrebbe tornare ad aprirsi ad avventure speculative che potrebbero interessare anche la nostra moneta nei prossimi mesi; la difficoltà estrema di indurre comportamenti adeguati, nelle parti sociali tutte, alla gravità della situazione economica , ed in particolare al perseguimento dell' obiettivo oggi prioritario della lotta all' inflazione. l' attuale nostra situazione si presenta tuttavia non come conseguenza di fatti economici temporanei o transitori, ma come effetto di modificazioni strutturali riguardanti l' economia in genere. a questo proposito giova ricordare alcuni elementi di valutazione: l' indebitamento con l' estero, che ha ormai superato i 15 miliardi di dollari , e che comporta un esborso di circa 1 miliardo di dollari all' anno per i soli interessi; la situazione della nostra bilancia dei pagamenti , con particolare riferimento all' andamento della bilancia commerciale che ha presentato saldi negativi elevati negli ultimi, anni (rispettivamente 3.254,7 miliardi di lire nel 1973, 6.889 miliardi nel 1974, 2.329 miliardi nel 1975, 3.061 miliardi nei primi sei mesi del 1976). sul deficit commerciale incidono ormai in misura pesantissima non solo i prodotti petroliferi, che presentano un saldo negativo di 3.359,9 miliardi di lire per i primi sei mesi del 1976 contro un saldo negativo di 2.358,6 miliardi per lo stesso periodo del 1975, ma anche i prodotti agricolo-alimentari che, per lo stesso periodo, hanno un saldo negativa di 1.643,9 miliardi nel 1976, contro i 1.295.6 del 1975. il terzo elemento di valutazione, il più preoccupante in questo momento, è quello relativo all' andamento dei prezzi, che, a partire dal mese di gennaio, ha presentato un ritmo ascendente eccezionale: sia per i prezzi all'ingrosso che per quelli al minuto, non attenuato in modo sostanziale dall' andamento più calmo riscontrato nello scorso mese di giugno. questa situazione appare tanto più preoccupante in quanto si inserisce in un andamento che, tra il 1970 ed il 1976, ha portato i prezzi al minuto, quelli all' ingrosso ed i costi unitari del lavoro nell' industria, ad aumentare rispettivamente di circa il 25 per cento , il 40 per cento , il 45 per cento di più rispetto a quanto e avvenuto, in media, negli altri principali paesi industriali, ed i tassi di cambio a perdere quasi la metà dei loro valore. vi è in fine la ben nota situazione della finanza pubblica : il disavanzo corrente della Pubblica Amministrazione nel suo complesso assorbe attualmente un ammontare di risparmio pari al 5-6 per cento del reddito nazionale , vale a dire oltre un quarto del risparmio del settore privato, che invece di finanziare investimenti produttivi copre disavanzi del settore pubblico limitando l' aumento della produttività e dell' occupazione. l' aspetto cruciale di ogni politica economica che voglia affrontare con decisione e coerenza questa situazione, è l' esistenza di vincoli in parte contrapposti che rendono difficile seguire indirizzi precisi ed univoci. com' è noto, i vincoli principali sono: l' equilibrio della parte corrente della bilancia dei pagamenti ; il contenimento del tasso di inflazione entro il livello « di guardia » degli altri paesi industriali; il mantenimento dei livelli di occupazione anche al di fuori di massicci interventi della cassa integrazione guadagni ; a questo va aggiunto l' assorbimento almeno di parte della mano d'opera intellettuale e giovanile in cerca di prima occupazione. questi vincoli sono in parte contrapposti perché mentre i primi due comportano una politica di stabilizzazione attenta più agli equilibri che alla dinamica di sviluppo, il terzo postula un rilancio produttivo molto sostenuto, l' accelerazione delle importazioni, l' aumento della spesa pubblica . l' operazione da compiere è resa ancora più complicata dalle componenti internazionali: le spinte esterne ai sistemi economici rendono sempre più inapplicabili politiche che evitino le speculazioni provenienti dall' estero. posto in questi termini, il problema della politica economica del Governo sembra debba consistere essenzialmente nel conciliare le esigenze di politica monetaria derivanti dagli impulsi inflazionistici che vigorosamente permangono nella nostra economia, con la necessità di evitare politiche che risultino di fatto punitive o comunque restrittive per la base produttiva del paese. è in questo gioco di equilibri e di consensi necessari, anche se non sufficienti, che si può sperare di ritrovare e riprendere le condizioni per una adeguata ripresa dello sviluppo, i cui problemi principali sono di carattere economico e sociale . è necessario anzitutto cercare di fondere le due esigenze in modo che gli interventi di carattere sociale, in particolare quelli sull' occupazione, abbiano efficacia anche sul piano economico. questo soprattutto perché i primi due vincoli riguardano direttamente la spesa pubblica e quindi impongono che essa, nel rispondere a finalità sociali, sia anche qualificata sotto il profilo economico. in secondo luogo appare necessario che gli interventi di carattere economico e di tipo congiunturale si inseriscano — pur senza pendere di operatività e di incisività — in chiare linee di sviluppo che puntino al superamento delle carenze strutturali. e in terzo luogo l' azione urgente deve essere condotta in modo organico e coordinato su tutti i punti di tensione e tale da costituire la premessa per un rilancio dell' economia nel medio periodo. la politica economica che il Governo intende perseguire si pone pertanto una serie di obiettivi tra di loro interconnessi. da un lato si propone di ridurre le tensioni inflazionistiche sui prezzi, di contenere il deficit della bilancia dei pagamenti e di difendere i rapporti di cambio della lira ; dall' altro lato, intende promuovere un maggior grado di efficienza e una più rapida espansione del sistema economico sia in termini di produzione che in termini di occupazione. l' allargamento della base produttiva e dell' occupazione sarà realizzato accrescendo la quota di risorse destinata al settore produttivo e migliorando il clima economico-sociale del paese. in questa prospettiva, verrà affrontato il problema dell' efficienza delle imprese, pubbliche e private, della riduzione dei loro costi, dell' incremento del livello medio di profitto, e si provvederà al una migliore allocazione di risorse nell' area pubblica. la quota degli investimenti sul prodotto nazionale dovrà raggiungere livelli analoghi a quelli che si riscontrano oggi in Germania e in Francia; la maggior parte dei nuovi investimenti dovrebbe rivolgersi ai settori direttamente produttivi con assoluta priorità per quelli sostitutivi delle importazioni e ad alta capacità di esportazione. questo aumento della quota degli investimenti, realizzabile nel breve periodo con una contrazione in termini relativi di quella per consumi, stante l' attuale condizione della finanza pubblica , implica una riduzione del disavanzo mediante il contenimento selettivo della spesa e la manovra della leva fiscale. l' utilizzo dei mezzi resi disponibili risponderà ad un rigoroso criterio di accrescimento della produttività del sistema. un particolare impegno sarà dedicato, ovviamente, al problema della bilancia dei pagamenti . per allentare tale vincolo, che condiziona rigidamente la politica economica , del paese. si opererà, a livello istituzionale, in due direzioni: dal lato delle importazioni, attraverso una decisa azione sul piano della politica agricola comunitaria che consenta, di alleggerire il grave deficit agricolo-alimentare; dal lato delle esportazioni, attraverso una revisione di tutti gli strumenti di (promozione e sostegno e mediante l' accentramento delle competenze e la riorganizzazione del ministero per il commercio estero e degli enti da esso dipendenti. per dare contenuto operativo a queste linee programmatiche, il Governo intende utilizzare, più che in passato, tutti gli strumenti di politica economica e di azione amministrativa di cui dispone. impiegando i meccanismi della politica finanziaria (delle entrate e della spesa pubblica ), della politica monetaria e creditizia e di una adeguata politica industriale e agricola, si cercherà di rovesciare la tendenza che ha determinato negli ultimi anni la caduta del tasso di sviluppo, l' indebolimento delle strutture produttive e l' emarginazione della parte più avanzata e moderna delle economie industriali. di particolare rilevanza è, per la lotta all' inflazione, anche la politica dei prezzi amministrati, i cui meccanismi devono rispondere a criteri il più possibile oggettivi. il Governo esaminerà i modi per consentire al Parlamento di esercitare una penetrante attività in proposito, sia in ordine alla revisione di quei meccanismi, sia per il controllo sul loro funzionamento e sull' applicazione che ne viene fatta. in tema generale di prezzi torna puntualmente sul tappeto la critica al nostro apparato distributivo, ritenuto, forse con eccessiva generalizzazione, annoso e poco razionale. al riguardo, occorre portare avanti misure già sperimentate, come l' accesso diretto dei produttori ai mercati, le facilitazioni per forme associative consortili o cooperativistiche dei piccoli commercianti, eccetera. il Governo, per procedere sulla via dell' ammodernamento del sistema distributivo, intende presentare al Parlamento una proposta di modifica della legge numero 426, prevedendo maggiori poteri di coordinamento e di programmazione delle regioni. il « riaggiustamento » dell' economia italiana nel medio termine richiede l' eliminazione, entro alcuni anni, del disavanzo della Pubblica Amministrazione nel suo complesso e non solo dello Stato. la trasformazione del disavanzo in investimenti avverrà contestualmente, al fine di impedire che la riduzione dei consumi abbia effetti deflazionistici, attraverso i piani annuali che saranno dotati dei necessari strumenti operativi. il peso della riduzione del disavanzo dovrebbe essere — sopportato in massima parte da un aumento della pressione fiscale e da una rivalutazione delle tariffe. al solo fine di rendere più significativo l' obiettivo della riduzione e dare concretezza alla elaborazione di una strategia di medio periodo, si può ritenere sufficiente e possibile proporsi di ridurre il disavanzo realizzato nel 1975, in termini di fabbisogno del Tesoro, misurato in relazione al prodotto nazionale, di circa due terzi entro il 1979 e di destinare la massima parte delle risorse liberate ad investimenti produttivi e pubblici. non appare viceversa realistico ipotizzare una riduzione del peso reale della spesa pubblica , ovvero della quota da essa rappresentata sul prodotto nazionale. anzi, si può ritenere ambizioso già l' obiettivo di un blocco del peso reale attuale, sia per gli effetti di lievitazione automatici già innestati, sia per le esigenze di carattere sociale che deriveranno dal programma di ristrutturazione industriale. verrà però compiuto il massimo sforzo per accrescere la qualificazione e la produttività, in modo che la spesa pubblica divenga un fattore propulsivo della nostra economia. i provvedimenti qui di seguito proposti potranno cominciare ad esplicare pienamente i propri effetti soltanto dopo 12-18 mesi; si ritiene — pertanto indispensabile affrontare subito, per gli effetti che essi hanno sul bilancio dello Stato del 1977, i problemi concernenti eventuali economie, sia arrestando nuovi impegni di spesa soprattutto corrente, sia con la soppressione di spese già previste. il Governo, a tal fine, si impegna a presentare precise proposte in tempo utile perché le Commissioni parlamentari competenti possano dibatterle in sede di esame referente sul bilancio di previsione. perché poi si passi da una generica recriminazione sui residui passivi ad una sia pur parziale loro cancellazione, il ministro del Tesoro , attraverso il lavoro di un comitato di esperti, sarà in grado di fare entro sessanta giorni concrete proposte. il Governo si impegna inoltre a dare puntuale attuazione all' articolo 9 della legge 10 maggio 1976, numero 249, presentando entro il mese di gennaio 1977 le previsioni di cassa per tutto l' anno e i successivi aggiornamenti a ritmo trimestrale. al riequilibrio della finanza pubblica dovrà, come abbiamo detto, concorrere un adeguato sviluppo delle entrate tributarie. ci proponiamo di conseguirlo avendo simultaneamente di mira una distribuzione del carico fiscale perequata e socialmente accettabile. l' azione del governo sarà in primo luogo ispirata, secondo una linea di continuità e di rigore, a un impegno severo sul piano amministrativo. si tratta, prima ancora di pensare a rettifiche o perfezionamenti del nuovo ordinamento tributario, di dedicare ogni sforzo a sorreggere l' attività dell' amministrazione finanziaria , le cui condizioni critiche sono state oggetto un anno fa di una diffusa e meditata illustrazione al Parlamento. nell' immediato, e parallelamente alle nuove assunzioni rese possibili dagli aumenti apportati, agli organici, si cercherà di liberare personale da impiegare nei compiti di accertamento, sviluppando l' introduzione di procedure integralmente o parzialmente automatizzate. all' attuazione della anagrafe tributaria, secondo i criteri dettati dal recente provvedimento legislativo che la disciplina, recherà un determinante impulso l' imminente stipula della convenzione per l' affidamento a una società a prevalente partecipazione statale della realizzazione e conduzione tecnica del sistema informativo del ministero delle Finanze . in una prospettiva di realizzazione nel medio e lungo periodo, ma con avvio sollecito anche in considerazione dei positivi effetti di impegno che potranno derivarne, si metteranno allo studio, coinvolgendo la partecipazione del personale: la riforma delle procedure amministrative; la riforma delle strutture centrali e periferiche della amministrazione; un piano pluriennale di investimenti che includa la costruzione di nuove sedi per gli uffici e la creazione di centri residenziali per l' addestramento e la riqualificazione del personale. un' azione sul piano amministrativo metodica, rigorosa e tenace quale quella che il Governo si propone consentirà concreti passi in avanti nella lotta alle evasioni, che è obiettivo essenziale, prima ancora che sotto il profilo del recupero di materia imponibile a fini di aumento del gettito, come fatto di giustizia generatore di consenso sociale. tale azione sarà resa più efficace da una serie di misure specifiche. tra queste alcune saranno subito operative, come i controlli globali a scandaglio ad opera della Guardia di Finanza , già predisposti nella loro strumentazione; altre avranno graduale applicazione, come i provvedimenti in materia di IVA intesi a consentire, in attuazione delle disposizioni di legge approvate nella primavera scorsa, più stretti controlli sul movimento di talune categorie di beni e su particolari operazioni imponibili; altra, infine, formeranno oggetto di appositi disegni di legge che il Governo presenterà al Parlamento entro un arco massimo di quattro mesi. rientrano in questo ultimo gruppo le disposizioni, in avanzata fase di elaborazione, intese a prevedere, sia in materia di IVA che di imposte sul reddito , ipotesi di reato il cui accertamento non richiede giudizio di estimazione della materia imponibile e che possono essere quindi sottoposte direttamente all' esame dell' autorità giudiziaria senza che occorra la preventiva valutazione degli uffici finanziari. si tratta di passare dal principio, attualmente sancito, della precedenza in ogni caso dell' accertamento definitivo dell' imposta, che implica normalmente il decorrere ed esaurirsi di un lungo contenzioso, all' introduzione, per definite ipotesi, del principio inverso che assegna precedenza all' azione penale. per l' inosservanza di obblighi, particolarmente in materia di IVA, ad esempio, per la mancata emissione delle fatture o di altri documenti di controllo, si prevederanno pene accessorie come la temporanea chiusura degli esercizi o la sospensione dall' attività professionale. resta fermo in linea generale il proposito del Governo di affrontare l' arduo compito che è al centro di ogni azione indirizzata a fini di giustizia fiscale; ed è l' attuazione del principio dell' accertamento su base documentale, su cui poggia il progresso del nuovo sul vecchio ordinamento e insieme la prospettiva di una imposizione collocata al riparo da tolleranze ed arbitri. non sfugge davvero all' attenzione del Governo la rilevanza e complessità dei problemi posti dalla recente sentenza della Corte costituzionale in materia di cumulo dei redditi dei coniugi. per consentire un ponderato esame delle soluzioni da adottare ed evitare al tempo stesso comportamenti incontrollati dei contribuenti, il precedente Governo ha emanato un provvedimento di sospensione delle riscossioni relativamente alle imposte a cui concorrono imponibili dei coniugi. il Parlamento, al cui esame è ora il provvedimento, mostra di condividerne le finalità e le motivazioni, orientandosi anzi verso un più ampio termine di sospensione. la necessaria cautela e l' esigenza di una approfondita riflessione non esimono tuttavia il Governo dall' obbligo di ricercare con sollecitudine soluzioni che valgano da un lato a salvaguardare le entrate dello Stato e, dall' altro, a delineare un equo regime ordinario di tassazione dei redditi dei coniugi che tenga conto della sentenza della Corte costituzionale , regolando nel contempo i rapporti tributari pendenti. sul primo punto, il Governo sottoporrà al Parlamento entro settembre un testo legislativo che renda possibile l' acquisizione all' erario delle imposte dovute dai soggetti per i quali operava il cumulo dei redditi, con procedure che evitino il più possibile pesanti aggravi, al lavoro degli uffici. sul secondo, il Governo conta di presentare alle Camere, entro la metà di ottobre, un disegno di legge contenente una disciplina organica. in relazione alle soluzioni che saranno prescelte potrà porsi l' esigenza di una revisione della tabella delle aliquote dell' imposta sul reddito delle persone fisiche . il Governo non può, a questo riguardo e per ragioni che toccano l' equilibrio della finanza pubblica , non darsi carico del volume delle entrate tributarie: ma ogni manovra delle aliquote dell' imposta personale dovrà tener conto degli effetti del processo inflazionistico in atto, che provoca un incremento dei redditi monetari e si ripercuote sull' imposizione elevandone in forma strisciante l' incidenza. un altro importante strumento per contenere il disavanzo è l' adeguamento delle tariffe dei servizi di pubblica utilità ai costi di produzione , che deve consentire di ridurre sostanzialmente nei prossimi tre anni l' onere sulla finanza pubblica determinato dai deficit delle imprese. allo Stato dovrebbe far carico esclusivamente il finanziamento degli investimenti e, per i servizi di trasporto, un sussidio di importo prefissato per la copertura del disavanzo di parte corrente. per quel che riguarda le tariffe, sembra tuttavia da doversi riconsiderare con favore anche una differenziazione ispirata a particolare attenzione verso categorie più deboli (pensionati, studenti, eccetera.); si tratta non solo di un lodevole indirizzo sociale, ma di un mezzo concreto, per quanto limitato — di lotta ai rincari nel costo della vita . naturalmente, le politiche tariffarie dovranno essere fissate senza trascurare né i delicati aspetti distributivi che in esse sono coinvolti, né i problemi di efficienza della gestione che devono essere avviati a soluzione, sia con l' adeguamento delle tariffe, sia mediante una migliore utilizzazione tecnica delle risorse impiegate. appare comunque indispensabile evitare che i provvedimenti di rivalutazione tariffaria, per gli automatismi salariali operanti, sortano risultati opposti a quelli per i quali sono adottati, e cioè in senso inflazionistico. per realizzare l' obiettivo primario del contenimento e della riqualificazione della spesa pubblica è necessario anzitutto manovrare, sia pure con la dovuta gradualità e nel rispetto delle legittime aspettative nell' arduo campo delle retribuzioni al personale del settore pubblico , per definire funzioni e trattamenti omogenei e puntare a stabilire un limite massimo differenziale. il Governo coglierà l' occasione del rinnovo del contratto , del settore pubblico per realizzare questi obiettivi e porre così le basi per la riforma della Pubblica Amministrazione e di una maggiore mobilità dei pubblici dipendenti. parallelamente, promuovendo contrattazioni sindacali private o apposite misure regolamentari, si potrà ridurre con metodo fortemente progressivo l' applicazione della scala mobile sui redditi medio-elevati da lavoro dipendente , bloccando temporaneamente, oltre un certo limite (da fissarsi con opportuna trattativa) ogni aumento retributivo. nel medio periodo, si dovranno inoltre eliminare gli effetti redistributivi di carattere perverso che si verificano sia tra le pensioni minime e quelle più elevate, sia tra i contributi per le gestioni speciali e quelli per l' industria, puntando soprattutto sulla difesa dei redditi minimi. nel settore sanitario, dove l' aumento della spesa ha ormai un carattere esplosivo, è assolutamente indifferibile preordinare seri controlli ed avviare una profonda razionalizzazione — nel quadro della riforma sanitaria — non trascurando fin d' ora alcuni paesi (come il ticket di dissuasione per l' abuso di farmaci e la correzione dell' abnorme durata della spedalizzazione). anche nella pubblica istruzione l' aumento della spesa è divenuto insostenibile: andrà, quindi, mantenuta costante la quota di risorse ad essa destinata e nello stesso tempo si dovrebbe attuare una distribuzione ed utilizzazione più razionale del personale. come ho detto in precedenza, il Governo si sforzerà di garantire la contestualità dell' aumento degli investimenti rispetto al contenimento della spesa pubblica . in particolare, si può porre l' obiettivo di portare gli investimenti in opere pubbliche al 5-6 per cento del prodotto nazionale, rispetto al 3 per cento del recente passato, rimuovendo le carenze dovute sia all' impostazione sia alle procedure, prevalentemente di natura finanziaria. data l' importanza del ruolo svolto dagli enti locali e dalle regioni e volendo rispettare l' attuale quadro di distribuzione delle competenze tra i vari livelli di Governo, ne consegue la necessità di fondi crescenti agli enti locali . nel quadro di una programmazione finanziaria pluriennale delle opere pubbliche . si propone di modificare alcune norme di contabilità dello Stato coerentemente con la nuova legge di contabilità regionale e di istituire un apposito ufficio per il controllo della attuazione delle opere; il relativo provvedimento sarà presentato al Parlamento entro la fine del 1976. per quel che riguarda la finanza locale dobbiamo affrontare due problemi: il primo riguarda il riassetto in tempo utile, per la scadenza fissata dalla legge di riforma tributaria (31 dicembre 1977), con la conseguente operazione di consolidamento dei debiti pregressi, a sollievo dei quali — resi assai pesanti dagli interessi bancari — si farà ogni sforzo per anticipare un pre-consolidamento e per accelerare intanto i pagamenti dovuti. uno schema bene articolato è stato già diramato nei mesi scorsi dal ministero dell'Interno ed è bene riprendere da questo le mosse. da qualche parte politica si è caldeggiato il ripristino di una facoltà impositiva autonoma per gli enti locali , ma altri ha eccepito che si rischierebbe così di rimettere pericolosamente in discussione la riforma; senza dire che gli apparati burocratici relativi sono stati smobilitati. forse possono trovarsi soluzioni che raggiungano lo obiettivo senza incontrare queste difficoltà. ma è un tema aperto, che deve essere adeguatamente dibattuto. anche l' altro aspetto richiede approfondimento. si tratta della riconsiderazione del ruolo e delle competenze dei singoli enti locali , specie in considerazione del fatto che a quelli storici altri se ne sono aggiunti, comprensoriali e simili. torna cioè di attualità il discorso sulla sopravvivenza dell' ente provincia. i provvedimenti riguardanti la spesa pubblica , che ho fin qui indicato, avranno un positivo effetto anche sulla bilancia dei pagamenti . questo problema basilare del nostro sistema economico , tuttavia, potrà essere risolto solo migliorando il clima economico-sociale del paese, in quanto nei nostri conti con l' estero si riflettono le tensioni e le attese economiche e psicologiche sia dei lavoratori sia degli operatori italiani e stranieri. si ritiene comunque necessario procedere ad una politica decisamente più attiva che per il passato, volta a ridurre il deficit commerciale operando contestualmente dal lato delle importazioni e delle esportazioni. ho già citato prima alcuni punti chiave di questa azione, quali l' orientamento coerente dei nuovi investimenti e gli interventi di tipo istituzionale nella politica agricola comunitaria e nell' organizzazione delle strutture del commercio con l' estero. aggiungo ora, per le importazioni, la definizione di programmi agevolati di approvvigionamento delle derrate agricolo-alimentari, l' attuazione di una efficace politica di risparmi energetici (entro il mese di settembre sarà emanato il decreto di attuazione della legge sui risparmi di energia e sarà dato il via alla campagna pubblicitaria), l' aumento dell' IVA ed eventuali altre azioni dissuasive per i prodotti superflui, la prosecuzione delle facilitazioni per il rientro dei capitali e per importazioni « franco-valuta » . salvo ulteriori approfondimenti si pensa alla eventuale emissione di un prestito denominato in dollari, sottoscrivibile in valuta estera, ma rimborsabile in lire interne, eventualmente legato ad esportazioni italiane con pagamento differito, e al rinvio a fine dicembre della scadenza del termine per la dichiarazione degli averi detenuti all' estero. dal lato delle esportazioni ci si propone il miglioramento dei meccanismi assicurativi e creditizi nonché la vasta gamma di interventi da compiere nei settori produttivi per sviluppare le attività con maggiore forza di penetrazione commerciale e per riportare tecnologie e costi ai livelli dei paesi concorrenti. in questo quadro, è di fondamentale necessità, per il perseguimento degli obiettivi di politica economica del Governo, assicurarsi il sostegno del credito estero nelle sue varie sedi, nel quadro — di un riaggiustamento graduale dei problemi della nostra economia e della bilancia dei pagamenti , ai fini non solo di consolidare i debiti già contratti, ma anche per finanziare investimenti produttivi. per l' immediato appare indispensabile riprendere nel corso del mese di settembre le trattative con il Fondo Monetario Internazionale per l' ottenimento del prestito « stand-by » di circa 500 milioni di dollari e aprire subito, trattative con la Banca federale tedesca per il rinnovo del prestito di 2 miliardi di dollari che scade ai primi di settembre. è in questa sede che trova logica collocazione l' esigenza di un deciso rilancio del settore turistico, inquadrato anche nei suoi valori economici, per accrescere soprattutto nell' attuale squadro valutario il suo apporto, già rilevante (1.000 miliardi nel 1975), alla bilancia dei pagamenti . a tal fine verrà convocata in tempi brevi (entro sei mesi) una conferenza nazionale del turismo che, debitamente preparata, potrà definire l' opera di promozione da compiere. occorre inoltre mantenere, i vincoli in atto relativi al turismo italiano verso l' estero e conservare (eventualmente migliorandole) le recenti agevolazioni accordate alle rimesse degli emigrati. la politica di lotta all' inflazione e di risanamento della finanza pubblica darà al sistema produttivo maggiore capacità di produrre lo sforzo di ripresa richiesto dalla situazione delle prospettive economiche, internazionali. ma affinché — di fronte alla ripresa mondiale — l' Italia non perda la favorevole occasione per espandere le esportazioni e la produzione, si dovrà provvedere ad adeguare le disponibilità valutarie al crescente fabbisogno per le importazioni di materie prime e di beni strumentali e a fornire alle imprese capitali di credito sufficienti. più in generale, con una adeguata politica di riconversione industriale, dovranno essere affrontati con priorità i programmi che assicurano la sostituzione delle importazioni e l' ampliamento e diversificazione delle esportazioni. oltre ad incentivi ed a finanziamenti, le imprese hanno bisogno di disporre di un quadro sufficientemente chiaro della politica economica , delle possibilità di credito, dei blocchi di domanda pubblica che nei prossimi anni potranno sostenere la produzione e gli investimenti. non meno importanti sono le linee di sviluppo delle imprese pubbliche, della riforma dell' intero settore delle partecipazioni statali e del loro specifico ruolo nei riguardi e nel rispetto di una moderna economia di mercato e con essa dell' iniziativa privata ; e gli orientamenti assunti dalle organizzazioni sindacali , in particolare per quanto attiene alla contrattazione aziendale ed all' accettazione di limiti agli incrementi salariali coerenti con una dinamica dei costi unitari del lavoro, e quindi dei prezzi, allineata a quella dei paesi concorrenti. risulta comunque essenziale pervenire ad un miglioramento qualitativo delle modalità di gestione dell' apparato produttivo sia a livello politico sia a livello « grandi imprese » , pubbliche e private, riducendo le aree di rendita, migliorando il controllo, selezionando severamente gli uomini sulla base dei risultati conseguiti, e compiendo ogni possibile sforzo per riportare l' apparato produttivo a livelli di efficienza comparabili a quelli dei paesi concorrenti. in questo quadro risulta altrettanto fondamentale ridurre gli interventi dello Stato nel settore delle aziende in crisi, destinando il massimo possibile di risorse all' allargamento dell' attività e dell' occupazione delle aziende sane o risanabili, al duplice fine di ristabilire condizioni di efficienza nella gestione delle imprese ed indirizzi ottimali nella destinazione delle risorse. particolare importanza assume; ai fini di un più ampio e consistente allargamento della base produttiva , il lavoro autonomo ; in ispecie, per l' artigianato il Governo si propone di presentare un disegno di legge quadro per coordinare l' attività delle regioni nel settore. il Governo si propone anche di raggiungere gli obiettivi ora indicati e gli altri obiettivi riguardanti l' apparato produttivo, soprattutto creando le condizioni per una efficace politica industriale , che punti: ad uno sviluppo rapido ed equilibrato del paese con particolare riferimento al Mezzogiorno; all' aumento dell'occupazione ; ad una maggiore qualificazione del nostro sistema industriale per mantenere e migliorare le posizioni acquisite soprattutto in settori nei quali operano le piccole e medie imprese e per recuperare molte posizioni perdute in alcuni settori a tecnologia avanzata. per conseguire questi obiettivi occorre eliminare le condizioni di inferiorità in cui operano imprese di piccola-media dimensione ed artigiane, attraverso forme associative e nuove procedure più celeri per la concessione degli incentivi, destinando ad esse la maggior parte delle risorse finanziarie ed organizzative del potere pubblico. una consistente quota di risorse va anche riservata per interventi che consentano la creazione di strutture di ricerca, commerciali e informative su basi consortili, utilizzando la nuova legge 374 del 30 aprile 1976. il complesso problema della ristrutturazione industriale sarà affrontato anzitutto mediante una gestione e direzione politica e amministrativa unitaria della problematica industriale — relativa cioè alle imprese private e pubbliche, alle diverse aree territoriali, alle varie forme di finanziamento agevolato degli investimenti — e dando preminenza ai problemi globali dello sviluppo produttivo ed occupazionale rispetto, ai problemi di singole aziende in crisi; questi ultimi, nel quadro dei programmi di risanamento, saranno verificati subito in collegamento con i sindacati, in modo da soddisfare le esigenze dei lavoratori ed insieme quelle del buon uso del pubblico denaro. al fine di garantire contestualità di interventi e unitarietà di indirizzi nell' ambito della politica industriale il Governo intende attuare presto la delega prevista dalla recente legge sul Mezzogiorno per il credito agevolato alle nuove aziende e coordinare con questa la normativa concernente il coordinamento per la politica industriale e per la riorganizzazione, ricostruzione e riconversione del settore. il Governo ripresenterà entro settembre alle Camere un nuovo disegno di legge coordinato con la recente legge sul Mezzogiorno al fine di realizzare l' obiettivo di un unico fondo per il finanziamento degli investimenti industriali. questa è una condizione importante perché, insieme agli strumenti, si dia il via ad una ripresa qualificata degli investimenti industriali che tenga conto della necessità di riorientare l' offerta in funzione del riequilibrio territoriale e settoriale dovuto anche alla necessità di fronteggiare il deficit strutturale della bilancia dei pagamenti . l' alta gestione di tutto il fondo di riconversione e ristrutturazione e nuovi impianti sarà affidata al Cipi, mentre le funzioni amministrative ed istruttorie e la redazione di specifici programmi di settore su cui si baseranno gli interventi saranno affidati al ministero dell'Industria . la ristrutturazione dovrà operare nel quadro dell' unificazione delle leggi di intervento, di un controllo parlamentare e di controlli generalizzati sui risultati di gestione e sull' utilizzo del denaro pubblico . particolare rilievo assume l' impegno di definire e realizzare una incisiva politica della ricerca e sviluppo , anche proseguendo ed accentuando lo sforzo iniziato con il disegno di legge La Malfa . un impegno deciso, per dare credibilità ad una politica industriale che si proponga un rapido ampliamento della base produttiva , è richiesto nel settore della ricerca scientifica e tecnologica. difficilmente si può ignorare, nelle attuali circostanze politiche, che occorre accrescere i poteri di coordinamento del ministro della ricerca, tenuto conto delle competenze che gli sono già formalmente attribuite dalle leggi speciali. la politica per le partecipazioni statali deve partire dalle conclusioni cui è giunta la commissione Chiarelli, i cui risultati hanno trovato consenso tra le forze politiche . principio comune cui si ispirano le conseguenti proposte è che al sistema debbano in ogni caso essere garantite le seguenti condizioni: unità ed efficacia di indirizzo in base ad una visione chiara degli obiettivi di sviluppo; economicità e chiarezza di azione delle imprese operative in modo da perseguire l' obiettivo del riequilibrio delle gestioni in un mercato necessariamente aperto e concorrenziale; diversificazione e decentramento delle responsabilità per impedire l' accentramento e la burocratizzazione delle gestioni, assicurare la partecipazione delle società operative alla elaborazione dei programmi di sviluppo e valorizzare il contributo dei quadri dirigenti, selezionati secondo esclusivi criteri meritocratici; puntualità di controllo attraverso un ammodernamento degli statuti degli enti e delle società, un affinamento delle procedure di pianificazione, ed una conseguente riorganizzazione e ristrutturazione settoriale. in una prospettiva più ampia, coinvolgente istituzioni e organi diversi, sono da rendere concretamente operative le iniziative intese: ad inquadrare l' attività del sistema in più comprensive linee di sviluppo segnate dal Parlamento e dalle competenti autorità di Governo, a favorire il controllo parlamentare anche attraverso l' istituzione di un' apposita commissione, a rendere concreta la partecipazione delle regioni e dei sindacati alla definizione dei piani esecutivi di sviluppo. d' altra parte, va valorizzata al massimo l' esigenza di collegare gli apporti ai fondi di dotazione non già a copertura di perdite di gestione comunque determinatesi, quanto a precisi e verificabili obiettivi gestionali e imprenditoriali dei programmi di investimento degli enti, che devono essere coerenti con gli obiettivi e le priorità prima indicati. è in questa linea che del resto potrà avviarsi, nelle forme più corrette, il confronto tra autorità di Governo ed enti di gestione per quanto riguarda la valutazione dei cosiddetti oneri impropri e la loro copertura, non già automatica ma subordinata alla verifica di quegli specifici aggravi di costi legati a comportamenti che lo Stato impone alle partecipazioni statali . il Governo è del parere che si debba provvedere subito alla costituzione della prevista commissione parlamentare di controllo anche per discutere in quella sede il lavoro di attuazione dei principi, posti dalla commissione Chiarelli per la parte che più direttamente coinvolge il Parlamento. il Governo intende, in analogia a quanto previsto dalla recente legge sul Mezzogiorno, comunicare a tale commissione un curriculum di tutti i nominati per atto ministeriale. la legge numero 183 della scorsa legislatura ci fornisce gli strumenti per portare avanti la politica meridionalistica che resta sempre fondamentale per il progresso dell' intera società italiana . occorre ora costituire rapidamente gli organi previsti dalla legge — commissione parlamentare , comitato dei rappresentanti regionali, insieme al Consiglio d'amministrazione della Cassa e alla ristrutturazione di essa e degli organismi collegati secondo modelli amministrativi più adeguati ai nuovi compiti e responsabilità — per poter elaborare il programma quinquennale, entro il semestre fissato dalla legge. andranno verificate le implicazioni, meridionalistiche di ogni provvedimento — che viene proposto alle Camere — e soprattutto degli interventi di ristrutturazione — e si dovrà gestire la spesa pubblica rispettando le priorità del Mezzogiorno in modo da evitare una nuova concentrazione di capacità produttiva al nord e quindi nuova emigrazione dal sud. è necessario — secondo la delega della legge numero 183 — procedere alla radicale modifica del sistema di incentivi vigente, eliminando inutili procedure, responsabilizzando gli istituti di credito nell' attuazione delle scelte di politica industriale , stimolando la responsabilità imprenditoriale e soprattutto unificandoli nel fondo nazionale già previsto. nell' ambito dei progetti speciali, indubbia priorità va assegnata al settore agricolo soprattutto attraverso i progetti per l' irrigazione e quelli promozionali per la zootecnia, i rimboschimenti a fini industriali e l' agricoltura; i progetti speciali per l' utilizzazione ottimale delle risorse idriche rappresentano l' asse portante dello sviluppo di tutti i settori produttivi e del soddisfacimento dei bisogni civili; i progetti per il risanamento urbanistico delle due vecchie capitali del sud. nel settore industriale gli interventi nel Mezzogiorno devono essere finalizzati ad obiettivi di sviluppo generale del paese; in particolare si dovrà operare per superare i ritardi e le carenze strutturali, promuovendo le necessarie azioni per accrescere l' efficienza del fragile tessuto delle piccole industrie, per assicurare la presenza di nuove aziende di media dimensione di cui si avverte la mancanza nel Mezzogiorno; per assicurare, infine, anche per la grande dimensione, il sorgere di vere imprese e non solo di impianti produttivi. nel settore dell' agricoltura sono necessari urgenti provvedimenti per realizzare alcune efficaci misure di sostegno nei comparti più importanti. un programma preciso con provvedimenti concreti verrà definito nei prossimi mesi partendo dall' analisi delle proposte di revisione della politica comunitaria ora allo studio, sollecitate anche dalle situazioni di sovraproduzione o di carenza che hanno messo in crisi l' intero sistema. il Governo ha presentato l' ordine del giorno Colleselli votato in Senato il 27 novembre 1975, che richiede adeguate proposte per correggere distorsioni ed inadeguatezze manifestatesi appunto nell' impostazione e nella gestione della politica agricola comunitaria. inoltre sarà subito posta all' esame la proposta, da più parti formulata, di un rifinanziamento della legge dell' agosto 1973 che aveva incrementato il fondo per i programmi di sviluppo; in modo da disporre di mezzi aggiuntivi rispetto alle dotazioni che le regioni possono destinare all' agricoltura. saranno anche rafforzate le facilitazioni per il credito agrario e per la cooperazione agricola che hanno già dato buoni risultati. altre misure specifiche potranno venire adottate anzitutto nel settore dell' irrigazione per il completamento e l' ammodernamento degli impianti irrigui e per la realizzazione delle infrastrutture civili ed agrarie necessarie per attuare, in modo coordinato, piani delle coltivazioni e degli allevamenti in base ai quali definire l' utilizzo delle nuove risorse idriche. nel settore della forestazione si dovranno intensificare i rimboschimenti a scopo industriale per contenere i crescenti deficit di legno e di carta, mobilitando a tal fine le proprietà pubbliche e private e predisponendo uno strumento legislativo per individuare ed acquisire i terreni incolti a vocazione silvo-pastorale. su di un piano più generale, che va oltre lo stesso settore dell' agricoltura, sembra necessario predisporre un vero e proprio piano alimentare, che affronti il problema dell' alimentazione in tutti — i suoi aspetti e consenta non solo di fronteggiare le fasi critiche, ma anche di adeguare l' offerta allo sviluppo dei consumi senza gravi ripercussioni sulla bilancia dei pagamenti . i ministri dell' Agricoltura, Commercio estero, Industria e partecipazioni statali dovranno entro tre mesi presentare questo piano, coordinato dal ministro del Bilancio . per quanto riguarda la struttura istituzionale, è essenziale la definizione del rapporto tra poteri pubblici centrali e regioni. si procederà anche alla riorganizzazione delle istituzioni di ricerca e sperimentazione e, per quanto riguarda l' AIMA, verrà sollecitamente presentato il disegno di legge di riforma nel testo già predisposto. la riforma dell' AIMA ha come scopo di rendere efficaci e tempestivi gli interventi sul mercato in un rapporto di piena e organica collaborazione con le strutture della cooperazione e delle associazioni dei produttori. in attesa dell' approvazione della nuova legge proseguirà l' opera di recupero dei ritardi amministrativi che negli ultimi mesi ha già portato sensibili vantaggi. sul piano dei mercati si sono già esposte le linee secondo le quali il Governo intende muoversi per assicurare una diversa e più efficace collaborazione fra agricoltura ed industria, a sua volta essenziale per consentire al sistema produttivo di conseguire gli effetti richiesti. dovrà in ogni caso assicurarsi ai produttori agricoli un ruolo più pieno ed incisivo nella fase della commercializzazione e trasformazione, operando secondo tre dimensioni: adozione di una normativa organica per le associazioni dei produttori; messa a disposizione degli stessi impianti collettivi di commercializzazione e trasformazione; presenza dei produttori nelle imprese a capitale pubblico. all' esigenza dell' impresa, della ricomposizione fondiaria e dell' utilizzo economico delle risorse sarà altresì finalizzata l' armonizzazione del regime dei contratti agrari allo scopo preminente di favorire e diffondere il rapporto di affitto, in armonia con gli altri paesi della comunità . infine sul piano comunitario in questo semestre andranno prese, prima del rinnovo della commissione, due iniziative per l' approvazione del regolamento dell' associazione dei produttori e per la convocazione della conferenza mediterranea. una considerazione a parte merita il problema dell' occupazione giovanile che significativamente intendiamo affrontare nell' ambito della strategia per l' allargamento della base produttiva . tale problema risente nella congiuntura attuale di almeno un duplice condizionamento: il primo, e più generale, attiene alle condizioni generali dell' economia e alla ridotta capacità di accumulazione e d' investimento del sistema; il secondo, che ha ormai carattere strutturale, attiene allo squilibrio fra domanda e offerta di lavoro, in termini sia di propensioni soggettive sia di qualità della formazione ricevuta. per superare il primo condizionamento è necessaria la ripresa dello sviluppo e dell' accumulazione, risolvendo i relativi problemi di politica economica e finanziaria lungo le linee prima illustrate; il secondo condizionamento legittima misure specifiche idonee a rompere quella quasi esclusiva spirale da impiego pubblico in cui finiscono per convogliarsi le aspirazioni e le attese lavorative dei giovani e delle famiglie. da tempo sono state avanzate varie proposte per misure transitorie atte ad alleggerire con urgenza la disoccupazione giovanile. per evitare utilizzi meramente assistenziali o soltanto figurativi — esigenza su cui tutti concordano — è necessario procedere lungo tre direttrici: corsi di formazione professionale presso le industrie con contratto a tempo determinato ; corsi diversi di formazione professionale , organizzati tenendo conto della specifica competenza delle regioni e finalizzati secondo vari indirizzi quali il turistico, sanitario, eccetera; assunzione temporanea presso enti pubblici — centrali o locali — per mansioni straordinarie quali vigilanza di opere artistiche e guardiania dei musei, controlli ecologici, operazioni di censimento e di catasto urbano, biblioteche civiche e popolari, eccetera. in modo particolare per la terza direttrice vanno prese le necessarie garanzie perché non si traduca in un modo surrettizio per entrare, con temporaneità solo apparente, nei pubblici impieghi senza concorso, il che determinerebbe inoltre un appesantimento della spesa pubblica e del carico di personale, del tutto contrastante rispetto alle linee prima enunciate. è invece da sottolineare l' esigenza che in ognuna delle ipotesi si provveda con fonti pubbliche ad assicurare le previdenze sanitarie e infortunistiche. il disegno di legge sull' occupazione giovanile sarà presentato entro il mese di ottobre. il Governo si impegna, con la collaborazione delle regioni degli organi dello Stato e delle strutture produttrici di beni e servizi, ad effettuare una ricognizione di larga massima sulle reali possibilità di lavoro per i giovani, provvedendo poi ad una revisione annuale con apposite strutture regionali. per quanto attiene alla domanda pubblica (edilizia, trasporti ed energia), si intende procedere sulla base di provvedimenti organici ed unitari che diano agli operatori prospettive certe e di lungo periodo ed un sostanziale contributo alla soluzione dei problemi legati all' allargamento della base produttiva . il settore edilizio — nel quale le carenze sono enormi ed a tutti ben note — richiede da tempo un intervento organico attraverso una programmazione di lungo periodo ancorata strettamente al decentramento regionale e alla continuità e certezza dei finanziamenti per interventi unitari di abitazioni e servizi sociali connessi. viva è l' esigenza di ridurre l' andamento divaricante tra prezzi abitativi e redditi familiari, sia per quanto riguarda i canoni di locazione sia i prezzi di compravendita degli alloggi. per i canoni di locazione, verrà utilizzato lo strumento dell' equo canone per riportare equilibrio tra nuovi e vecchi contratti e tra reddito familiare e canone di locazione: va tenuto presente al riguardo che il blocco dei contratti di locazione ha generato squilibri di segno opposto a seconda che si considerino gli alloggi di nuova o recente locazione ed i contratti delle più antiche fasce di blocco. il provvedimento legislativo relativo potrà essere presentato alle Camere entro il prossimo mese di ottobre. per la concessione degli alloggi in proprietà occorre dare forte impulso alle nuove forme di intervento soprattutto nell' ambito dell' edilizia economica e popolare e della cooperazione. l' edilizia convenzionata e agevolata dovrebbe venir sviluppata adottando un meccanismo che consenta l' accesso alla proprietà dell' alloggio a famiglie a reddito medio basso : in particolare potrebbero essere prefissati, con accordi tra ente costruttore ed operatore pubblico, prezzi di vendita contenuti, che comprendano il solo profitto industriale depurato dalle varie rendite immobiliari, ed a fronte dei quali vi sia l' ulteriore apporto di agevolazioni creditizie e fiscali. più in generale, l' obiettivo del contenimento dei prezzi di cessione e dei canoni dei nuovi alloggi verrà conseguito attraverso una ristrutturazione dei meccanismi di intervento dal momento dell' acquisizione delle aree a quello della immissione delle abitazioni sul mercato. in tale prospettiva devono essere visti i futuri provvedimenti sul regime dei suoli, sul finanziamento dell' edilizia, e soprattutto sulla programmazione generale del settore, che garantisca agli operatori continuità di interventi, razionalizzazione dei cicli produttivi e contenimento dei costi. per evidente opportunità di discussione il Governo ripresenterà alla ripresa parlamentare sia il disegno di legge Lauricella sia quello Bucalossi. l' altro settore di intervento che occorre avviare operativamente per impedirne il deperimento o le trasformazioni soltanto speculative è quello del risanamento del patrimonio esistente, una parte non piccola del quale risale all' anteguerra. accanto agli obiettivi che possono essere considerati di medio e lungo periodo, in quanto legati all' iter di provvedimenti legislativi, già in Parlamento nel corso della precedente legislatura — come quelli relativi al regime dei suoli e alla programmazione decennale — vi è l' esigenza di risolvere con urgenza i problemi connessi all' attuazione dei programmi in corso . in questa prospettiva è indispensabile affrontare subito i problemi delle strutture di programmazione e di finanziamento che riguardano sia l' emergenza che il medio e lungo periodo. per quanto riguarda, i trasporti, è già al lavoro presso il Cipe un comitato trasporti, con il compito di studiare il piano nazionale dei trasporti inteso a conseguire un coordinamento di questo articolato settore, privilegiando il trasporto pubblico e rispondendo alle esigenze che in alcune zone sono pressanti ed indifferibili. a conclusione di questi studi, che non dovrebbero protrarsi per molto tempo ancora, verrà predisposto e presentato al Parlamento, in collaborazione con le regioni, un programma unitario pluriennale degli investimenti nel settore dei trasporti ferroviari, navali, stradali e dell' aviazione commerciale, per i prossimi dieci anni, con l' indicazione delle opere attualmente in corso e delle nuove opere che si intende realizzare, con le relative precisazioni finanziarie e temporali. per quanto riguarda il trasporto ferroviario, entro la fine del 1976, sarà presentato al Parlamento il piano pluriennale di sviluppo della rete ferroviaria, come previsto dalla legge 14 agosto 1974, numero 377. per quanto riguarda i trasporti marittimi, è in corso di definizione un decreto per la revisione del programma triennale (1975-77) sulla ristrutturazione dei servizi marittimi cosiddetti di pubblico interesse nazionale . circa i problemi dell' energia — così urgenti e con preoccupanti ritardi — le delibere del Cipe hanno fissato indirizzi concreti la cui attuazione deve procedere senza indugi. appare indispensabile effettuare un esame a livello parlamentare dell' intera tematica attraverso un dibattito sul quale il Governo Moro si era impegnato e che è stato rinviato per la fine anticipata della legislatura, dibattito che sarà richiesto sollecitamente dal Governo. si può intanto ribadire che i problemi fondamentali da affrontare e risolvere sono quelli della sicurezza degli approvvigionamenti alle migliori condizioni economiche e della razionalizzazione dell' intero settore per eliminare gli sprechi. le misure urgenti da prendere in questo campo riguardano, per il settore nucleare. l' attuazione delle delibere del Cipe sui ruoli dei vari operatori e la sollecita soluzione del problema della scelta dei siti per le centrali, che va affrontato in stretto contatto con le regioni; per gli altri settori energetici, l' attuazione dei programmi d' investimento ed in genere delle iniziative più opportune per una attiva presenza nei paesi produttori. il Governo riprenderà le necessarie trattative per acquisire finanziamenti esteri per la realizzazione del programma elettronucleare. accanto a un serio impegno per la realizzazione del programma di politica economica , appare necessario pensare ad un programma di politica sociale che non sia soltanto la somma formale di vari interventi e di spese settoriali, ma sia qualcosa di più unitario ed organico. si tratta di un argomento di importanza fondamentale e rilevante anche dal punto di vista economico, visto che nell' intervento sociale (scuola, sanità, assistenza, casa, pensioni ed altri istituti previdenziali, eccetera) si spendono ogni anno ormai quasi 20.000 miliardi; e considera l' elevato livello di predeterminazione di larghi settori di spesa sociale (spese per il personale scolastico e sanitario, indicizzazione delle pensioni, eccetera). per dare concreta attuazione ad una politica sociale organicamente collegata alla politica economica , si ritiene anzitutto necessario, come ci ricordò nell' autunno scorso il presidente della Repubblica nel suo messaggio alle Camere, restituire funzionalità al Cnel aprendo nel contempo un discorso sulla sua riforma. in secondo luogo occorre definire presso la programmazione una sede, intersettoriale. di politica sociale con compiti di individuazione dei criteri di coordinamento fra i vari interventi settoriali, di costante rapporto unitario della politica sociale con gli organi della politica economica e finanziaria, di definizione di meccanismi, sedi di controllo e verifica del complesso della spesa sociale. in terzo luogo occorre creare un comitato misto regioni-amministrazioni settoriali, per tentare un coordinamento fra i vari criteri di spesa ed una precisa ripartizione dei compiti di azione, specie finanziaria, fra Stato e regioni. la prevista conferenza semestrale dei presidenti delle regioni presso la Presidenza del Consiglio dei ministri potrebbe corrispondere allo scopo. in questa prospettiva si collocano le iniziative politiche nei settori del lavoro, della sanità, dell' istruzione. quanto alla politica del lavoro, un' attenzione particolare deve essere rivolta ai problemi dell' occupazione non solo per « difendere » i posti di lavoro esistenti (vista la gamma di provvidenze e di istituzioni preposte allo scopo), quanto per creare nuovi posti di lavoro , soprattutto nel Mezzogiorno. la dinamica salariale deve risultare dalla libera contrattazione tra le parti sociali , essendo la tutela della libertà sindacale obiettivo intangibile sancito dalla Costituzione. non si possono però ignorare gli effetti che la dinamica salariale può avere sullo sviluppo degli investimenti e quindi sul conseguimento degli obiettivi occupazionali che sono compiti eminentemente di politica economica generale. va considerato di grande importanza, a questo fine, assicurare le condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti: sostegno della domanda aggregata, autofinanziamento delle imprese pubbliche e private, adeguata disponibilità di credito a convenienti tassi d'interesse . l' attuazione dei recenti contratti collettivi di lavoro, per la parte relativa al controllo degli investimenti, può rappresentare — nel rispetto per le responsabilità imprenditoriali — un' importante cerniera tra le decisioni di politica economica del Governo, i programmi di sviluppo e di ammodernamento delle imprese ed il controllo dei lavoratori sulla validità degli investimenti, in termini di verifica di conformità delle intese sulle ristrutturazioni, sulla localizzazione dei nuovi posti di lavoro , sulla preferenza per gli investimenti nel Mezzogiorno. di grande importanza è che la nuova tornata della contrattazione aziendale si orienti verso questi ed altri temi, nei quali prevalgono le questioni inerenti il funzionamento delle imprese ed il ruolo dei lavoratori, più che rivendicazioni salariali disparate e disordinate, che finirebbero per contrastare con la linea portata avanti dalla contrattazione nazionale. tra questi temi, vanno certamente posti quelli della produttività, dell' utilizzazione degli impianti, della mobilità del lavoro e dell' assenteismo, in conformità alle esperienze che con molta responsabilità sono state già avviate, ad esempio, in alcune grandi imprese . il problema della mobilità dei lavoratori impegna il Governo nella ricerca, con le organizzazioni sindacali , di una soluzione adeguata; soluzione per certo non agevole, che deve naturalmente tener conto così delle istanze dei lavoratori, come delle esigenze della produzione, e soprattutto non può non collocarsi nella prospettiva di un regime di piena occupazione, che rappresenta l' obiettivo primario della politica del lavoro. in questa prospettiva, il Governo si propone di adottare misure di sostegno a favore dei lavoratori, per alleviare gli oneri che la mobilità comporta. ancora con riferimento alla meta della piena occupazione, in quanto correlata alla efficienza del sistema produttivo , si deve considerare il grave problema dell' assenteismo, grave anche per le negative ripercussioni sul mercato del lavoro . è innegabile che il fenomeno sia in larga misura determinato da un' applicazione impropria delle norme di garanzia dei lavoratori, e in particolare dello statuto, delle quali vengono distorti li reali significati ed impoverito il valore, ove non se ne tragga il giusto fondamento di un regime di ponderato equilibrio tra diritti, e doveri di ciascuna parte sociale. il Governo non può restare insensibile di fronte a questo problema, pur auspicando che esso sia in primo luogo risolvibile attraverso l' autonoma determinazione dei lavoratori, scaturente dalla responsabile consapevolezza della necessità di concorrere allo sforzo comune per superare la crisi attuale. l' esigenza di uno sforzo comune, è opportuno chiarire, si esprime in un principio di solidarietà che comporta la partecipazione di tutti i cittadini all' opera di risanamento della nostra economia; è impegno del Governo di agire in ogni senso per la realizzazione di questo impegno. per parte sua, il Governo ritiene necessario rispondere ad analoghe esigenze risolvendo il problema dell' accorpamento delle festività infrasettimanali. una politica che miri a ricreare la possibilità di un adeguato sviluppo delle occasioni di lavoro, eliminando ostacoli ed anomalie che aumentano il costo e riducono la produttività, deve proporsi di affrontare esigenze centrali, quali gli automatismi che incidono sulla dinamica salariale e gli istituti della cassa integrazione guadagni e dell' indennità di disoccupazione. per altro, su questi temi si registra una disponibilità dei sindacati ad accettare un serio confronto; ed è intendimento del Governo farne oggetto di esame specifico con i rappresentanti delle forze sociali appena possibile. il Governo dichiara altresì la sua disponibilità per cooperare alla soluzione delle due grandi vertenze in corso : per i braccianti agricoli ed i lavoratori del commercio. per quanto riguarda gli aspetti istituzionali, è già stata definita una nuova disciplina legislativa del collocamento, indispensabile per far fronte alle mutate istanze provenienti dal mercato del lavoro , soprattutto in relazione ai problemi posti dalla politica industriale , ed il relativo provvedimento sarà presentato in Parlamento entro il prossimo mese di settembre. sui problemi concernenti il collocamento obbligatorio, l' addestramento e la cooperazione, sono già stati predisposti i relativi provvedimenti legislativi sulla base di approfondite consultazioni e, pertanto, potranno essere presentati alle Camere quanto prima. il Governo annette una particolare importanza ai problemi di riforma del nostro sistema scolastico al fine di adeguarlo alle nuove esigenze della società italiana ed europea. in primo luogo, si tratta di assicurarne l' efficienza sia riconsiderandone il calendario, sia promuovendo quelle iniziative, anche legislative, atte a rimuovere gli ostacoli che tra l' altro impediscono l' ordinato e tempestivo inizio delle lezioni. il Governo procederà altresì al rinnovo del contratto triennale del personale della scuola. è nostro impegno di realizzare nuovi interventi che valgano a dissipare persistenti zone d' ombra nella scuola dell'obbligo che si evidenziano soprattutto con il fenomeno della dispersione scolastica, espressione molte volte, di oggettiva discriminazione sociale; come è anche nostra intenzione rilanciare e potenziare l' esperienza degli organi collegiali, altra notevole riforma che ha reso operante uno strumento originale di democrazia scolastica promuovendo uno dei più significativi canali di partecipazione nella vita del paese. è su questa strada che potremo cogliere, se vi saranno adeguate adesioni, tutto il significato democratico delle riforme che abbiamo compiuto. un altro grande tema nel campo della istruzione si dovrà affrontare con celerità: quello della riforma della scuola secondaria superiore. il tempo è ormai maturo per intervenire con un' azione incisiva di rinnovamento. è indispensabile però che tale azione venga condotta in modo organico e quindi in stretta connessione con la predisposizione di un disegno di legge quadro sulla formazione professionale , e ciò al fine di creare un migliore rapporto tra scuola, professionalità ed occupazione. fissiamo per il novembre il termine massimo di presentazione. lo spettro della cosiddetta disoccupazione intellettuale ci obbliga ad essere in proposito quanto più possibile attenti e lungimiranti, perfezionando anche le tecniche di orientamento dei giovani. i problemi dell' università richiedono che si proceda ad una organica programmazione delle sedi cominciando da quelle già approvate in Cipe; alla rapida applicazione delle leggi sulla edilizia universitaria e sul potenziamento delle attrezzature scientifiche, ed infine ad innovazioni significative dell' ordinamento degli studi superiori. tali innovazioni richiedono che con un preciso quadro di riferimento si provveda all' articolazione dell' università per dipartimenti, all' introduzione del diploma di primo livello e del dottorato di ricerca , al nuovo stato giuridico ed al conseguente trattamento economico del personale docente e non docente. è un errore, peraltro, sottovalutare le esigenze complesse della vita universitaria e quindi immaginare di poter intervenire solo con strumenti uniformi in taluni settori della ricerca e dell' insegnamento che spesso presentano problemi del tutto peculiari. e questo il caso, ad esempio, della facoltà di medicina, la cui specifica riforma è indifferibile, anche in connessione con la riforma sanitaria , e rispetto alla quale la evidenza dei fatti impone che venga introdotto il numero programmato. ma, più in generale, la riforma degli studi superiori non deve essere un modo per limitare, ma al contrario per esaltare il principio costituzionale della autonomia delle università. infine, il Governo ha intenzione di dedicare nell' ambito scolastico una particolare attenzione ai problemi dello sport che qui possono trovare un terreno importante, certamente non esclusivo, di promozione e di necessario potenziamento. il Governo ripresenterà in ottobre il disegno di legge sulla istituzione del servizio sanitario nazionale, sulla cui impostazione generale si era già registrata, nella passata legislatura, una larga convergenza. elemento da approfondire resta quello finanziario, in una valutazione per altro globale che non può trascurare di considerare la dispersione e l' insufficiente produttività di risultati — sia sotto il profilo sociale, sia sotto quello economico — degli attuali servizi di assistenza e di prevenzione sanitaria. per il successo della riforma appare necessario: approfondire il tema relativo alla parte del reddito nazionale da destinare alla politica di difesa della salute (se non si vuole ripetere l' errore già compiuto — anche se previsto — con la riforma ospedaliera): rendere più rapidamente operanti le norme legislative esistenti in materia di ripianamento dei debiti degli enti ospedalieri ed emanare a breve scadenza, sulla base dei deliberati del Cipe, le norme per l' integrazione del fondo nazionale per l' assistenza ospedaliera per gli anni 1975 e 1976; revisionare, determinati aspetti finanziari e fiscali per evitare un eccessivo costo della gestione degli ospedali; dettare nuovi criteri per la determinazione dei prezzi dei medicinali, incentivando la ricerca e la sperimentazione e contenendo gli indiscriminati consumi; presentare provvedimenti idonei per la formazione permanente del personale medico e paramedico; provvedere alla regolamentazione unitaria del sistema di convenzionamento del personale medico per un nuovo e positivo rapporto medico-paziente che il sistema mutualistico ha oggettivamente contribuito a deteriorare; definire, non ultimo le linee generali di raccordo — anche attraverso l' attuazione dei decreti, delegati previsti dalla legge numero 382 e la correlativa ristrutturazione del ministero della Sanità — del testo di riforma sanitaria finora approvato con il testo, in elaborazione, di « riforma generale dell' assistenza » anche — e soprattutto — in relazione alla prevenzione e all' intervento nell' ambiente e nel mondo del lavoro . la scadenza del 1° luglio 1977 prevista dalla legge numero 386 per la definitiva liquidazione giuridica, gestionale e strutturale degli enti mutualistici non ammette ritardi: la tesi del rinvio si scontrerebbe, nel caso, contro una realtà già di per sé in progressiva liquidazione. ai problemi sanitari, normali e di riforma, si è aggiunta, purtroppo, nelle ultime settimane una grave preoccupazione. una operosa zona della Brianza vive momenti di enorme apprensione a seguito di una nube di gas tossico uscita da uno stabilimento chimico di Meda, lassù trasferito nel dopoguerra dopo il bombardamento dei suoi impianti in Napoli. in piena intesa con la regione sono state adottate le misure d' urgenza e concordate le linee di un provvedimento legislativo che è in elaborazione tecnica. si è data anche vita ad una commissione scientifica ad alto livello per determinare un metodo idoneo di decontaminazione, fruendo di tutte le possibili consulenze anche straniere. il ministero del Lavoro ha disposto a sua volta le dovute indagini per accertare le responsabilità della ditta, che dovrà evidentemente assumersi tutti gli oneri relativi. esprimiamo alle famiglie di Seveso e degli altri centri colpiti il senso della più viva solidarietà, che il Governo rinnova oggi ai friulani danneggiati dallo sconvolgente terremoto. con decreto del 25 luglio scorso si è posto termine lassù alla gestione straordinaria di emergenza. il Governo si propone di trasmettere al Parlamento una relazione dettagliata sugli interventi effettuati, e la stessa relazione trasmetterà ai paesi che ci sono stati vicino. già il precedente Governo dichiarò che riteneva doversi compiere l' opera di ricostruzione dalla regione nel rispetto delle competenze costituzionali determinate sulla base di quell' ampio e pluralistico concorso istituzionale e sociale che un' opera di tale mole richiedeva. a questo principio si è ispirato il provvedimento di urgenza emanato nella forma del decreto legge e con cui sono stati stanziati i primi fondi necessari per sostenere gli interventi ricostruttivi della regione. il Governo riconferma questa linea di riconoscimento del ruolo primario della regione nell' opera della ricostruzione e ai contempo l' impegno dello Stato a ulteriori interventi di carattere finanziario non appena, come già previsto, si potrà fare un bilancio concreto dei fabbisogni nella prospettiva di alcune linee fondamentali di azione ricostruttiva. rispettoso delle competenze regionali e del ruolo delle altre comunità locali lo Stato, in accordo con esse, sarà comunque presente nel Friuli per quanto è di sua diretta competenza e per quanto altro, sul piano politico interno e internazionale, su quello del coordinamento internazionale e sul piano dell' assistenza tecnica , sarà necessario fare. prima di affrontare l' ultimo tema, sulla politica estera , debbo sottolineare la delicatezza e l' urgenza di due problemi che preoccupano grandemente, per tutte le loro implicazioni. nel quadro delle difficoltà generali del momento è esplosa la crisi della stampa quotidiana, nonostante la legge speciale di sostegno votata lo scorso anno dopo l' accurata indagine della Commissione interni della Camera. alcuni giornali di illustri tradizioni hanno dovuto sospendere la pubblicazione, mentre si stima a ben 130 miliardi il deficit globale del settore per l' anno 1976. la commissione tecnica formata a seguito della ricordata legge per dare entro sei mesi pareri sulle garanzie di pluralismo delle informazioni non ha ancora potuto trarre le sue conclusioni. per coordinare ogni possibile iniziativa, che non potrà però essere efficace se non avrà il concorso e il sacrificio di tutti, ho ritenuto opportuno affidare esplicitamente ad un sottosegretario — l' onorevole Arnaud — la responsabilità governativa di tutti i problemi dell' editoria e della stampa. altro tema complesso, nel campo delle informazioni, è quello aperto dalla sentenza della Corte costituzionale sulla libertà di impianto di stazioni radiotelevisive. senza una normativa adeguata si rischia di passare dal regime di monopolio ad una sorta di disordinata congestione certamente deplorevole anche sul piano tecnico. il ministro delle Poste e telecomunicazioni presenterà con estrema urgenza una proposta di necessaria regolamentazione. nel campo internazionale ci si muove in un mondo che va verso un' era di sempre maggiore interdipendenza. questa interdipendenza tra nazioni legate da comuni interessi è tanto più rilevante per un paese come il nostro, la cui sicurezza dipende da uno sforzo e, da una organizzazione collettiva e che deve tendere, con la sua azione di politica estera ed in collaborazione con le grandi democrazie, a raggiungere essenziali obiettivi nazionali, quali l' espansione delle esportazioni, il pareggio della bilancia dei pagamenti e la sicurezza delle fonti di approvvigionamento. questa obiettiva constatazione non toglie davvero validità al rilievo che tutti gli sforzi possibili per una parziale affrancazione dalla dipendenza economica esterna vadano con tenacia perseguiti, anche se non è segno umiliante il chiedere l' altrui aiuto quando questo sia necessario. aggiungo che i vincoli di alleanza o di compartecipazione ad una comunità politica rendono doveroso il mutuo aiuto nel geloso rispetto della sovranità e dignità nazionale di ciascun paese. ma mi sembra opportuno ricordare quanto disse in proposito nel 1945 alla consulta nazionale Benedetto Croce in un discorso che specie noi giovani ascoltammo con profonda emozione: « non sarebbe savio aspettare ne dignitoso domandare il concorso di aiuto se non fosse insieme prestazione e ricambio di lavoro nostro. e lavorare non si può se non nell' ordine e nella serenità e nella fiducia e nell' alacrità che l' ordine crea nell' animo dell' uomo operoso » . io credo che sia a questa identità italiana che noi dobbiamo affidare la sicurezza del nostro avvenire. un' esposizione delle grandi direttrici della nostra politica in campo internazionale non può non avere come punto di partenza ha constatazione che esiste un' ampia misura di consenso tra le forze politiche sulle scelte di fondo . infatti, non solo la scelta atlantica e quella europea non vengono poste in discussione, e quindi possono essere confermate e portate avanti in uno spirito di libera decisione che in una società democratica costituisce il solido fondamento della politica estera , ma anche la politica della distensione e quella dei rapporti nord sud (cioè tutta la tematica della collaborazione con i paesi in via di sviluppo ) rientrano, nelle loro motivazioni di fondo, in questa area di convergenza. il leale impegno nell' Alleanza Atlantica è stato e rimane per l' Italia una scelta di cui il Governo desidera confermare l' obiettiva validità. garanzia di sicurezza collaudata da più di 25 anni di storia, l' alleanza ha rappresentato ormai un fattore fondamentale di equilibrio e di pace in Europa, presupposto per lo sviluppo con i paesi dell'est europeo di un dialogo serena e reciprocamente fruttuoso. la sicurezza, nel rapporto est ovest , si presenta dunque come il frutto di una stretta connessione tra difesa e distensione. la politica della distensione va affrontata in termini pragmatici e realistici, al di là delle divergenze ideologiche e dei contrasti di interessi. la distensione accentua il suo carattere, dinamico ed arricchisce i suoi contenuti attraverso la creazione di un intreccio di rapporti sempre più fitti tra governi ed individui. anche in relazione alla verifica prevista a Belgrado nel 1977 dell' attuazione dell' atto finale della conferenza di Helsinki, il Governo intende insistere per l' equilibrata realizzazione del documento in tutte le sue parti, specie per quel che riguarda la libera circolazione degli uomini e delle idee. solo così le relazioni est ovest si articoleranno in maniera efficace e concreta, e la complementarietà economica potrà essere ancora potenziata sia sul piano multilaterale nell' ambito dell' ECE e delle relazioni tra Cee e COMECON, sia su quello dei rapporti bilaterali. altro importante elemento che può favorire la creazione di relazioni più stabili in Europa è costituito dalle trattative per il disarmo e dal negoziato di Vienna sulla riduzione reciproca e bilanciata delle forze in Europa centrale, che esige da parte dei paesi partecipanti un impegno responsabile e costante. il rapporto di forze nel nostro continente trova il suo indispensabile supporto nell' equilibrio strategico tra gli USA e l' Unione Sovietica , che attraverso i negoziati SALT tendono oggi alla ricerca di accordi atti a stabilizzare il loro rapporto globale e a consolidare così — nonostante le tensioni e i focolai di crisi — le basi dell' equilibrio e della pace nel mondo. in linea generale si può dire che tutta la tematica della distensione, nelle sue varie articolazioni e nei vari settori geografici, rappresenta un esercizio di responsabilità che può e deve dare i suoi frutti attraverso sforzi continui tendenti a creare condizioni di comprensione e di fiducia reciproche. l' appartenenza alla Comunità Europea , rimane, più che mai, l' elemento qualificante della politica dell' Italia. la costruzione unitaria dell' Europa, nella quale l' Italia è tenacemente impegnala, dovrà segnare sostanziali progressi, se i « nove » non vogliono correre il rischio di vedere insidiati i risultati già ottenuti sul cammino dell' unità. al di là di ogni tecnicismo e di ogni verticismo, che noi respingiamo come metodo, l' Europa unita sarà anche politica e democratica; o non sarà. puntiamo perciò al sollecito raggiungimento di quell' Unione Europea che consideriamo come una tappa verso la realizzazione di un' Europa federale. in tale prospettiva appare sempre più evidente l' importanza della prima elezione del Parlamento europeo , nel 1978, a suffragio universale diretto. occorrerà a tal fine procedere rapidamente alla firma degli atti già elaborati in sede comunitaria, atti che verranno successivamente presentati, per la approvazione parlamentare, alle Camere. il Governo si riserva di predisporre tempestivamente il progetto di legge elettorale nazionale che dovrà regolare le elezioni europee in Italia nel 1978. le elezioni dirette rappresenteranno la migliore garanzia del carattere di democrazia e di eguaglianza nella costruzione europea. l' Italia si considera, storicamente e politicamente, un elemento essenziale ed integrante di questa costruzione. il risanamento economico del nostro paese, la stabilizzazione della lira ed il riequilibrio dei nostri conti con l' estero, che sono tra gli obiettivi prioritari del programma di Governo , costituiranno perciò di per sé un contributo positivo al necessario rilancio del processo di unificazione dell' Europa. l' Europa comunitaria non costituisce per noi un settore geopolitico a sé stante. essa trova infatti un suo naturale complemento nel Mediterraneo. l' Italia continuerà ad adoperarsi presso i suoi partners per accentuare la proiezione mediterranea della Comunità, nel quadro di una politica globale mediterranea che abbia un sostrato non solo economico ma anche politico, e che tenga al tempo stesso debitamente conto degli importanti interessi agricoli delle regioni mediterranee della Comunità ed in modo particolare del meridione d' Italia. siamo convinti che una attiva presenza europea nel Mediterraneo possa avere benefici effetti per un più stabile assetto di quest' area, consentendo anche alla Comunità di recare un responsabile contributo alla soluzione della crisi mediorientale, che continua ad essere un fattore di viva preoccupazione per il Governo. i suoi effetti sono evidenti anche nelle tragiche vicende del Libano; di fronte alle sofferenze che tali vicende causano alle popolazioni, il governo italiano sente il dovere di rinnovare un pressante appello affinché, con il concorso di tutti, prenda avvio in concreto il processo di pacificazione. il Mediterraneo — dei cui problemi noi ci facemmo portavoce anche nella conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa — è destinato ed assumere sempre di più, per la Comunità Europea , un carattere prioritario. i problemi dei paesi emergenti sono determinanti per un equilibrio mondiale più equo e quindi più sicuro. per la cooperazione tecnica con questi paesi il Governo si propone di ripresentare al Parlamento il disegno di legge già approvato dal precedente Governo e presentato alle Camere poco prima della fine della precedente legislatura. non sarebbe sufficiente progredire nella distensione est ovest lasciando sussistere nelle regioni in via di sviluppo pericolosi elementi di tensione e di conflittualità. l' attenzione che dobbiamo portare al dialogo nord sud è una necessità impostaci dalla consapevolezza di vivere in un mondo anche qui sempre più interdipendente. stabilendo con la Convenzione di Lomè uno statuto delle relazioni tra paesi industriali e paesi emergenti , la Comunità Europea ha già dimostrato di aver preso coscienza della gravità e dell' urgenza del problema. in tale prospettiva si pone anche l' esigenza di un rilancio dei meccanismi di ricerca della pace e di gestione della conflittualità che, nella nostra concezione, devono far capo alle Nazioni Unite . non minore significato dell' azione diplomatica in campo multilaterale, riveste per noi l' approfondimento delle nostre relazioni bilaterali con numerosissimi paesi con i quali siamo legati da vincoli tradizionali o da nuovi comuni interessi accresciuti nel pluralismo e nella sempre più vasta articolazione della vita internazionale odierna. anche in tale prospettiva bilaterale continueremo a sviluppare i rapporti con i nostri partners europei ed i nostri alleati atlantici, in particolare gli USA, nell' amicizia e solidarietà che ad essi ci lega. siamo inoltre decisi a coltivare i rapporti con i paesi dell' Europa occidentale non associati nell' impresa comunitaria. parimenti, il dialogo amichevole che intratteniamo con i paesi dell' Europa orientale ha dimostrato la sua validità, ed intendiamo continuarlo nel quadro delle intese a suo tempo adottate, prima e dopo il protocollo di consultazione con l' Unione Sovietica . in particolare, i fattori storico politici ed economici ci spingono ad aprirci ad ogni possibile relazione di amicizia e di cooperazione con i paesi con noi confinanti. il Governo intende operare perché questo dettato delle nostre tradizioni risorgimentali e questa linea politica costante della Repubblica italiana trovino attuazione sempre più estesa. con gli accordi italo-jugoslavi di Osimo, non senza dolorosi sacrifici, l' Italia ha dato un concreto esempio di eliminazione, attraverso il negoziato, di una potenziale causa di frizione; il Governo auspica ora che sia espletata al più presto la procedura parlamentare di ratifica, attraverso la quale i suddetti accordi saranno resi sollecitamente operanti. nel rivolgere il saluto ed il pensiero grato della nazione ai lavoratori italiani allo estero e alle loro famiglie, ritengo doveroso informare che il Governo conferma il proprio impegno di attenersi alle indicazioni emerse dalla conferenza nazionale dell' emigrazioni, che si è svolta nel febbraio dello scorso anno . alcune delle istanze indicate con priorità dalla conferenza hanno già dato luogo ad iniziative parlamentari ed amministrative volte a soddisfarle. è nei propositi di questo Governo dare rapidamente attuazione ad una delle innovazioni più insistentemente sollecitate, e cioè la creazione di comitati consultivi eletti dalla collettività italiane in ogni circoscrizione consolare per permettere agli stessi connazionali residenti all' estero di proporre e gestire gli interventi che localmente si dimostrino più opportuni. parallelamente, con funzioni di pianificazione a livello nazionale entrerà in funzione il comitato interministeriale per l' emigrazione già costituito con legge del 18 marzo scorso. nella stessa prospettiva si colloca la riforma del comitato consultivo degli italiani all' estero, secondo le indicazioni emerse dalla conferenza nazionale dell' emigrazione, per farne uno strumento nuovo, rappresentativo ed autorevole, di partecipazione delle nostre collettività all' estero e delle forze associative, sociali e politiche, interessate ai problemi dell' emigrazione. miriamo ad una utilizzazione più razionale di tutte le risorse disponibili a favore dell' emigrazione, il cui ammontare finanziario, comunque, dovrà essere accresciuto ed inquadrato in un organico programma di legislatura. tra gli interventi inderogabili, anche se onerosi, da preordinare ricorderò quelli che riguardano la riforma ed il potenziamento della rete consolare, scolastica ed assistenziale all' estero per una efficace difesa dei diritti, dei nostri connazionali. onorevoli colleghi , la coincidenza con il periodo più impegnato della preparazione elettorale ha purtroppo impedito che la data del recente 2 giugno avesse quella significativa solennità di celebrazione che sarebbe stata richiesta dalla trentennale ricorrenza del referendum istituzionale e della nascita della prima assemblea elettiva che seppe mirabilmente — come era stato auspicato ai suoi inizi da chi la presiedeva — dare « un volto alla Repubblica, un' anima alla democrazia ed una voce eloquente alla libertà » . oggi come non mai credo sia doveroso trarre ispirazione non solo dalla Costituzione — punto centrale del patto solenne che vincola perennemente tutti gli italiani al rispetto della legalità democratica — ma dallo spirito, costruttivo e responsabile, che ci animò in quei venti mesi nei quali — coscienti di lavorare per i tempi lunghi — si riuscì a mantenere intatta una ispirazione superiore e unitaria, anche quando legittime contrapposizioni determinavano e approfondivano tra le forze politiche differenze fondamentali. tanto diversa è la situazione attuale dell' Italia rispetto agli anni del dopoguerra. e so esattamente si afferma che attraversiamo un periodo estremamente difficile, dobbiamo ben riconoscere che le difficoltà sono di tutt' altra natura rispetto alla disperata lotta per la ricostruzione di un paese avvilito e stremato, che appassionò e mise felicemente alla prova uomini e partiti chiamati a riparare i terribili guasti di una situazione letteralmente insostenibile. se il Parlamento darà la sua conferma al nostro Governo, sarà al ricordo di quegli anni di fervida rinascita che noi attingeremo ispirazione e forza per superare le contrarietà e restituire a tutti gli italiani la gioia di lavorare e di vivere in pace.