Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 55 - seduta del 03-12-1976
Sui patti lateranensi
1976 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 55
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

la mia sarà una brevissima dichiarazione di voto per ricordare alcune cose al presidente del Consiglio . ella ieri non era presente quando io ho accennato al suo modo di fare particolarmente astuto: ora confermo tale accenno. signor presidente del Consiglio , il gioco le è riuscito benissimo! già in altre occasioni le ho dato atto di portare avanti gli interessi della sua parte politica in modo egregio, scaricando la responsabilità soprattutto sulla sinistra e coinvolgendola in questa sua politica. questa tattica le riesce ogni giorno di più. quella che verrà votata oggi è una vera e propria delega in bianco, sostenuta dai miei compagni della sinistra, per portare avanti queste trattative, invitandola a tener conto di quanto è emerso da questo dibattito (ci mancherebbe altro!). ricordavo ieri che l' onorevole Biasini si augurava che la prossima volta che il Governo tornerà in Parlamento per parlare sul tema del Concordato, della questione siano investiti entrambi i rami del Parlamento. io credo che, poiché la prossima volta che verrà sarà anche l' ultima (ed arriverà con questo Concordato, avendo cambiato solo qualche virgola), sarà veramente necessario investirne entrambe le Camere. d' altronde questa è la prassi normale, non è una sua concessione. vorrei solo ricordarle che l'Osservatore Romano si è riferito a questa bozza affermando che si tratta di « un nuovo Concordato » le ripeto il quesito postole ieri: signor presidente , come la mettiamo con l' articolo 7 della Costituzione? questo Concordato in quanto nuovo, non è coperto dall' ombrello costituzionale. ed allora? questo è il quesito che pongo e, si badi, non si tratta della nostra versione, perché anche noi siamo d' accordo; anche noi, come parte politica , diciamo che 6 un nuovo Concordato. è grave però che lo dica l'Osservatore Romano . lei viene qui a dirci che questo è un accordo preliminare, modificabile, mentre l'Osservatore Romano ha già detto che si tratta di un punto d' arrivo, non di partenza. lei fa il suo mestiere — d' accordo — e le dico solo questo: la prossima volta che verrà a proporci una nuova bozza, noi potremmo bloccare la sua iniziativa. le diamo oggi il disco verde: via libera; continui! d' accordo, ma il problema è che non avremo più il potere di condizionare i contenuti e ci troveremo a ratificare un' altra volta questo tipo di problema. mi si dice da parte democristiana — e mi riferisco al collega che ha parlato poc' anzi — che noi in questo modo e con questo Concordato garantiamo la libertà e la sovranità della Chiesa. certo, questo è vero, ma intanto garantiamo la libertà e la sovranità della Chiesa senza reciprocità per quanto riguarda lo Stato, e questo è gravissimo. secondariamente garantiamo la libertà della gerarchia ecclesiastica, non la libertà di religione, perché questa non si garantisce con nessun Concordato e con nessun trattato. noi garantiamo soltanto la libertà della gerarchia ricca e potente della Chiesa, ma non garantiamo nient' altro: sicuramente non garantiamo i cristiani per il socialismo e i cattolici del dissenso; questi no. noi diamo un preciso mandato di libertà alla gerarchia ecclesiastica. sempre il collega di cui parlavo prima ci accusava di difendere i « diversi » solo quando sono in linea, mentre quando non lo sono ci dimentichiamo l' alterità. ebbene, noi non abbiamo assolutamente niente contro le organizzazioni diverse, fatte da « diversi » e da « non diversi » , compatte ed organizzate: non c' è problema! ma il collega democristiano si è dimenticato di aggiungere un aggettivo: non siamo d' accordo sulle organizzazioni compatte, organizzate e finanziate — puta caso — dallo Stato. e questa la differenza sostanziale! nessuno nega ai cattolici il diritto di riunirsi. nessuno. mi si spieghi allora perché noi dobbiamo finanziarli. e perché non i valdesi? e perché non i protestanti? e perché non i non credenti? e perché non i radicali, ad esempio? i cattolici si vogliono riunire? benissimo, l' autofinanziamento vale e deve valere anche per loro. come non credente non capisco perché devo finanziare questo tipo di cosa. è, questo il punto centrale. nessuno nega la libertà di religione, ma quando uno Stato finanzia un certo tipo di religione, questa diventa — piaccia o no, bene o male — la religione di Stato, salvo che poi a scuola si possa persino chiedere di non ascoltare l' ora di religione. questa è la concessione. e, rivolgendomi all' onorevole Di Vagno , che prendeva atto del fatto che questo Governo aveva preso l' iniziativa di rivedere il Concordato (giudicandolo un fatto positivo), debbo dire che la necessità di una revisione del Concordato fu espressa da parte democristiana — da Moro, da La Pira , da De Gasperi — subito dopo la fine dei lavori dell' Assemblea costituente . una revisione così rapida che ha aspettato trent' anni ! ma non è un caso, collega Di Vagno , non è una dimenticanza, è una precisa scelta di strategia politica. perché? perché la Democrazia Cristiana e la Chiesa hanno preferito lasciare andare avanti questi patti lateranensi , che si sono sgretolati ogni giorno; ogni giorno gli obblighi che la Chiesa prendeva verso lo Stato sono venuti meno, ad ogni elezione, sempre, costantemente. che dire poi del discorso della non ingerenza e della non attività politica? ma vogliamo scherzare? gli appelli fatti durante le elezioni non possiamo negarli! ed allora questo disco verde che le si dà ha questa ragione politica di fondo: quella di concedere una colossale sanatoria per le inadempienze trentennali della controparte. e questo che le si sta dicendo. d' accordo, è il perdono cristiano; ma io credo che il Parlamento non dovrebbe avere questo dovere. i patti esistono in quanto rispettati, ma il « disco verde » che le si dà è proprio questo: il perdono cattolico. ma allora mi chiedo: questa sorta di sanatoria, di condono, che eventualmente le si autorizza a dare alla controparte, quale senso ha? non si concede l' amnistia ai detenuti per reati minori, ma la si concede alla Santa Sede , che ha violalo flagrantemente i patti e ha vulnerato la stessa sovranità dello Stato! si è rigorosi con i deboli e magnanimi con i potenti, come sempre in Italia d' altronde . e l' onorevole Leone, che è sempre così rigoroso in fatto di condoni, non ha proprio nulla da dire di fronte a questo condono che è intollerabile? ma sono episodi, questi; io credo che siano miserie di un regime che tramonta, che ha per legge la violenza verso gli inermi e la debolezza verso i protervi. voglio dire un' ultima parola brevissima, come donna, come femminista. ho sentito parlare prima di slogans offensivi e blasfemi e di costumi sessuali indecenti. credo, proprio come donna e proprio ricordando quale sia la « mariologia » che mi viene imposta « la mariologia » , questo unico modello di donna che mi viene imposto — che ciò sia una dissacrazione. questo unico modello mi viene imposto: Maria Vergine : gli va benissimo, non c' è problema, ma voglio che sia una scelta e non una imposizione. allora, quali valori, da sempre, giorno, per giorno, mi si invita ad accettare? i valori dell' obbedienza, i valori della passività, della sublimazione dei propri problemi, la verginità, la fedeltà, la sottomissione, il senso del dovere e del sacrificio, la maternità come obbligo e come destino, come unica possibilità di realizzazione: a tutto questo, come donne, diciamo « no » ! vogliamo essere soggetti ed individui politici come tali, la maternità una scelta e non un obbligo. ho finito. di fronte a questa cosa: che è la cultura laica e che non esclude i credenti, perché non a caso proprio i cattolici e le cattoliche del dissenso cominciano a rifiutare questo ruolo di sudditanza, credo che il diritto alla scelta debba essere un diritto garantito; ma fino ai 12 anni voi non avete toccato il problema, della scuola, lasciando immutato quello che è già valido per le scuole materne ed elementari. di fronte a tutto questo, come laica, per il pluralismo reale, che non significa il privilegio di una parte; ma significa per tutti eguaglianza e libertà quali sono sancite dalla Costituzione, io dico « no » , certo, alla sua bozza, ma anche, e soprattutto, alla risoluzione e all' atteggiamento dei miei compagni.