Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 416 - seduta del 29-03-1979
1979 - Governo V Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 416
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , dall' estate del 1976 (ad oggi, in corrispondenza alle molteplici e gravi esigenze ordinarie (e straordinarie della nostra nazione, Parlamento e Governo si sono trovati ad affrontare un insieme di problemi, così complessi e numerosi, come in pochi altri momenti si era in passato reso necessario. la linea che abbiamo seguito è stata quella di fronteggiare, non senza rilevanti risultati, l' emergenza e, nello stesso tempo, di introdurre nell' azione legislativa ed in quella amministrativa dello Stato impulsi e contenuti innovatori che correggessero vecchie storture e dessero alle forze politiche cooperanti la coscienza e la fierezza di contribuire ad avviare il paese ad un ulteriore salto di qualità , nel quadro di una sempre più penetrante attuazione della Costituzione repubblicana. il consuntivo di quanto operato, durante il Governo della « non sfiducia » e, successivamente, dopo l' accordo di maggioranza del marzo dello scorso anno , è di per sé eloquente e imprime un segno positivo a questa legislatura. ne ho tracciato, due mesi or sono, una sintesi qui alla, Camera dei Deputati , in quella seduta che avrebbe dovuto essere di avvio ad un costruttivo confronto sullo schema di programma triennale e fu viceversa di constatazione parlamentare della crisi degli accordi dell' anno precedente . sembra tuttavia, quali che siano stati i più recenti sviluppi, che nessuno possa disconoscere i risultati positivi raggiunti e i gravissimi inconvenienti evitati. e di tutto questo va dato obiettivo riconoscimento ai partiti e ai gruppi che hanno saputo anteporre un comune disegno di responsabile convergenza alle pur legittime diversificazioni delle proprie ideologie, prospettive e programmi. né si tratta soltanto di una considerazione retrospettiva, poiché la continuità con la politica di solidarietà democratica, sin qui sviluppata, è stata ribadita senza riserve durante la crisi e comporta che si considerino patrimonio da non disperdere tanto le iniziative legislative ancora in corso di esame — alcune di grande momento e allo stato di parziale approvazione quanto l' attuazione delle leggi che tutti insieme abbiamo perfezionato. questa premessa, con la quale si richiamano precise proposte e chiare scelte politiche frutto di una maturata elaborazione, consente al Governo che oggi si presenta alle Camere di esporre in qualche parte riassuntivamente il suo programma, stimando altresì conveniente non indugiare oltre l' indispensabile nel commento delle vicende della lunga crisi, durante la quale non si è riusciti a ricomporre la maggioranza, verso le cui motivazioni, era per altro unanime il perdurare di un dichiarato consenso. lo sforzo per correggere le tensioni che avevano condotto alla crisi, ripristinando esistenza e vitalità della maggioranza, è stato da me perseguito con grande impegno, nei due momenti, nei quali mi è stato affidato l' incarico, perché non consideravo affatto superata, per molti aspetti, la situazione precedente. si era però dinanzi a convinzioni politiche e a stati d' animo legati non tanto ad un rapporto critico — come tale sempre migliorabile — tra maggioranza e Governo, quanto a modificate opinioni sulla sostenibilità delle intese di un anno fa circa la struttura governativa: volendosi da alcuni un Governo più rappresentativo, da altri richiedendosi la coincidenza tra lo schieramento di maggioranza e la composizione ministeriale. veniva meno, quindi, quell' equilibrio tra un Governo monocolore e la più policromatica delle maggioranze conosciute dalle nostre istituzioni, con il quale è stato possibile all' Italia democratica di non esser travolta dal duplice ciclone del disastro monetario e dell' attacco terroristico al cuore dello Stato. penso che lei ritenga che io ne sia informato! la nostra ambizione, non certo personale o di parte, era viceversa quella di conservane l' intesa per tutta la legislatura, dando frattempo, ai partiti la opportunità di confrontarsi e di avere rilevanti ancoraggi e collegamenti durante un biennio di dilatata presenza nell' ambito ineguagliabile della Assemblea parlamentare europea elettiva. si trattava certamente di un equilibrio atipico, per usare un aggettivo caro ad Aldo Moro, che ne era stato il principale tessitore; ma chi può definire « normale » il quadro in cui dal 1976 abbiamo dovuto muoverci ed ancora in parte ci dibattiamo, avendo raccolto l' eredità di una legislatura non a caso terminata con un anno di anticipo sulla sua naturale scadenza? la serietà ed il valore di questa convergenza, che agli inizi aveva in verità suscitato dubbi e scarsa comprensione anche sul piano internazionale, si erano via via imposti, con il risultato di un rispetto e di una recuperata fiducia che tra l' altro aveva fatto rimuovere quell' eccezione del « rischio Italia » che costituiva nel mondo un impedimento durissimo per la nostra ripresa economica ed il riequilibrio finanziario. se paragoniamo quanto da noi realizzato con quello che avviene oggi in nazioni che versano in difficoltà, e che affrontano le condizioni del Fondo Monetario Internazionale in situazioni politicamente divise e senza sufficienti raccordi tra Governo e parti sociali , credo che davvero dobbiamo sfuggire tutti all' errore di scusarci, quasi, per aver saputo passar sopra a storici steccati. è vero esattamente il contrario. era sembrato, pur tra ricorrenti difficoltà, che l' affievolito accordo di maggioranza potesse essere rinverdito attraverso il dibattito sul programma triennale, presentato dal Governo in forma dichiaratamente aperta a tutte le coerenti integrazioni ed ai contributi di ognuno. ma non è stato così. e si sono purtroppo in breve dissolti, dopo i reiterati propositi di non aprire una crisi al buio , quelli di guidare concordemente una soluzione. da un lato, si è ritenuta invalicabile la frontiera pragmatica sulla quale si era faticosamente raggiunto l' accordo, innovando nel nome dell' emergenza su trentennali rigide contrapposizioni; d' altra parte, la mancanza di una definizione di precisi obiettivi di concordanza politica è stata considerata non più accettabile ed interpretata anzi come possibile causa di un progressivo aggravamento della proliferazione gruppuscolare. tentativi di un componimento mediato dalle diverse posizioni, esperiti dall' onorevole La Malfa e da me, non sono stati fruttuosi; e si è così giunti alla limitata conclusione di un Governo formato da uomini appartenenti a tre gruppi nell' ambito della precedente maggioranza ed ispirato — per unanime volontà — ad una oggettiva salvaguardia della politica di solidarietà democratica sin qui sviluppata che, indipendentemente da formule di struttura, non può responsabilmente essere compromessa. la morte del vicepresidente La Malfa — poche ore dopo aver terminato di redigere un approfondito documento per la esposizione di politica economica , il quale forma parte di rilievo del programma che oggi presentiamo alle Camere — toglie al nuovo Governo un elemento insostituibile, non tanto per una fungibile efficace azione di coordinamento operativo, ma per la sua autorevolezza di statista e per la sperimentata capacità di intuizioni e di contatti. per la formazione del Governo Ugo La Malfa si era generosamente prodigato, con una capacità di lavoro ed un entusiasmo ammirevoli, confrontando le possibilità di traguardi da raggiungere, attraverso una serie di colloqui con esponenti sindacali e imprenditoriali, con le autorità monetarie, con responsabili della Pubblica Amministrazione le con altri esperti. raramente abbiamo avuto una partecipazione così ampia, concordante o critica, nella immediata preparazione della piattaforma programmatica. contribuendo a mettere insieme tre forze politiche della democrazia italiana, La Malfa , e noi con lui senza nulla negare della piena validità storica delle posizioni giustamente assunte in altre circostanze interne ed internazionali, non abbiamo inteso ricostruire un passato, ma vogliamo lavorare per l' avvenire, dichiarando non retoricamente la ferma convinzione che la politica di solidarietà democratica è un valore che può e deve sussistere quando si vogliono conseguire autentici e stabili risultati di progresso civile e sociale, contrastando ogni spinta disgregatrice. le polemiche dei giorni passati e probabilmente anche i toni del dibattito che ora si inizia al Senato possono far sembrare illusoria e retorica una siffatta impostazione. ma sulla sua validità io non ho dubbi; e logica vorrebbe che tutti i partecipi della vecchia maggioranza non facessero mancare al Governo il proprio sostegno, in attesa di un meno affrettato e più sereno confronto. la gravità del momento è tale che non sarebbero idonei alla situazione (e non darebbero, quindi, all' azione governativa un sostegno adeguato nel Parlamento e nel paese) appoggi sostitutivi, che farebbero del resto faticosamente raggiungere più l' apparenza che la realtà di una maggioranza. non suoni questo come una svalutazione o peggio ancora, una discriminazione verso colleghi il cui libero atteggiamento di adesione — piena o parziale alle decisioni governative è stato debitamente apprezzato...... ma mai per sostituzioni di maggioranze. per quel che attiene, in particolare, ai parlamentari di Democrazia nazionale , che nel marzo 1978 aggiunsero autonomamente i loro voti a quelli della maggioranza, riservandosi libertà di comportamento sulle singole leggi, non sottovaluto certamente lo sforzo per reinserire la destra politica nella dialettica democratica, ma dichiaro che il Governo non potrebbe accettare alcuna confusione nel voto di fiducia , che ricerchiamo coerentemente nel solo ambito dei gruppi della solidarietà nazionale. un compito immediato del Governo è ora quello di attivare — per quel che gli compete, a fianco della insostituibile azione di altre forze e movimenti una efficace preparazione delle elezioni europee del prossimo giugno. non mi riferisco qui agli atti dovuti della preparazione tecnica, ma alla necessità di far meglio conoscere all' opinione pubblica quel che significa la Comunità, il consuntivo dei ventidue anni dalla sua nascita, le prospettive di crescita legate alla novità dell' assemblea rappresentativa espressa direttamente dal popolo delle nove nazioni. dinanzi alla Comunità Europea , superate diffidenze iniziali, l' Italia si presenta — tra la sorpresa degli altri otto paesi con una adesione politica di tutti i partiti. è una grande occasione di unità nelle diversità per contribuire in modo coordinato a far avanzare nel senso giusto gli ideali che furono alla base dei trattati di Roma e che solo in parte hanno saputo trovare attuazione sino a questo momento, forse proprio perché vi sono stati più contatti tra i governi che non fra i popoli ed i loro rappresentanti. l' elaborazione e l' attuazione di un vero e proprio programma per la giustizia sono già state avviate dal precedente Governo, anche se si imporrà l' assegnazione di maggiori fondi secondo un razionale disegno. significativi provvedimenti legislativi sono stati approvati in questa legislatura con effetti positivi. nel medesimo quadro si inseriscono inoltre numerosi altri disegni di legge governativi, attualmente all' esame del Parlamento, tutti diretti a comporre un insieme articolato di iniziative volte a consentire che il sistema giudiziario , sia in grado di svolgere in modo più efficiente i diversi e fondamentali compiti che ad esso sono assegnati. accanto alle esigenze non diminuite di prevenzione e di punizione della criminalità comune, permane acutissima la necessità di rispondere, in modo sempre più proporzionato e valido alla difesa dalle azioni terroristiche. si tratta, bene inteso, di un compito che non si esaurisce nell' ambito dei pubblici poteri, e che richiede la insostituibile collaborazione degli educatori, dei gruppi politici e sociali, delle famiglie. sappiamo benissimo, d' altronde , che sarebbe vana ogni specifica azione statale antiterroristica se non venissero date nel contempo sodisfazioni crescenti alla domanda globale di una società più giusta, con maggiori possibilità di lavoro, con un ritmo di vita meno inceppato e confuso. tutto questo non attenta, però, l' obbligo di dare un nuovo impulso ed una più perfezionata organizzazione tanto alle strutture giudiziarie che a quelle amministrative della sicurezza pubblica, in una logica unitaria e coerente. a questo fine, sul piano degli interventi sul diritto sostanziale, occorre in primo luogo operare una revisione dei delitti concernenti i fenomeni associativi diretti a mutare violentemente l' ordinamento costituzionale dello Stato, in modo da rendere le fattispecie aderenti all' attuale realtà e da colpire anche le azioni fiancheggiatrici; inoltre vanno specificamente classificati anche i delitti comuni, quando siano commessi a scopo di terrorismo o di eversione, ricollegando a tale connotato effetti relativi sia alla pena, sia al trattamento processuale del reato. nel quadro costituzionale, la specialità della materia giustifica, infatti, l' adozione di un particolare regime, in modo da assicurare la rapida trattazione dei processi e appropriate disposizioni sulla libertà personale che consentano anche un efficace controllo dell' imputato nell' eventualità di una scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia preventiva. quanto agli apparati, oltre a strumenti di coordinamento tra organi di polizia e organi giudiziari, anche attraverso la realizzazione della « banca di dati » , occorre un immediato potenziamento di quegli uffici giudiziari che sono maggiormente impegnati nella lotta contro il terrorismo, dotandoli anche dei necessari mezzi materiali e assicurando alle loro dipendenze un consistente nucleo di polizia giudiziaria . ma, se prioritaria è la lotta contro il terrorismo, importante è anche l' ordinario funzionamento della giustizia penale, la quale, in tutte le sue forme, è destinata a svolgere un ruolo di rilievo rispetto all' intera vita nazionale. il Governo auspica che si pervenga alla definitiva approvazione del disegno di legge — approvato dalla Camera dei Deputati ed attualmente all' esame del Senato concernente « modifiche al sistema penale » . sulla stessa strada si dovrà proseguire mediante un ampio intervento, di riforma da parte speciale del codice penale , che valga anche a recepire nella legge penale fondamentale la tutela di interessi che, pur avendo oggi assunto un' importanza primaria per la collettività, trovano ancora prevalente protezione nella legislazione speciale. se non ce ne sarà bisogno, credo che ne saremo tutti estremamente lieti: penso anche lei, onorevole Mellini! sotto altro aspetto, invece, sulla legislazione penale speciale si deve incidere mediante la formazione di testi organici che rivedono e coordinino normative che si sono succedute nel tempo, a cominciare dalle norme sulle armi, le munizioni e gli esplosivi. per quanto riguarda il nuovo codice di procedura penale , nel febbraio di quest' anno la apposita commissione ha fatto conoscere il parere sul progetto preliminare predisposto in esecuzione della legge di delega dell' aprile 1974. si è aperto un ampio dibattito , che sta ponendo in luce la necessità di introdurre alcune modificazioni non soltanto nel progetto del nuovo codice, ma soprattutto in alcune direttive della legge di delega, che — come si è espressa la commissione consultiva devono essere « meglio adeguate alla nuova situazione » della società italiana , pur senza che venga mutata « la fondamentale impostazione che la delega dà al nuovo processo » . in riferimento alla giustizia civile una particolare menzione deve essere fatta del disegno di legge pendente innanzi al Senato e concernente modificazioni alle disposizioni sul giudice conciliatore e sul vice pretore onorario. negli ultimi mesi i problemi processuali e penitenziari sono stati oggetto di dibattiti in molte sedi, prime fra tutte quelle del Consiglio superiore della magistratura e delle associazioni di magistrati. vi sono stati anche contributi rilevanti di giudici addetti alle procedure delle grandi città dove più acute emergono le difficoltà e le carenze. il Governo farà di conseguenza le proposte ed attuerà le iniziative necessarie, ma occorre intanto che le leggi e le strutture oggi in vigore siano utilizzate nel miglior modo consentito, con una passione all' altezza delle eccezionali esigenze di questi tempi. tempi, purtroppo, macchiati da troppo sangue, anche di giudici e agenti dell' ordine, in uno scoperto tentativo di indebolire ed impaurire quanti servono fedelmente lo Stato in questi delicatissimi settori. una parola va detta per i servizi di informazione e di sicurezza militare e civile. la loro riorganizzazione — sulla quale mi sembra ovvio che non si facciano troppi bollettini illustrativi — ha proceduto con qualche ostacolo derivante dalle profonde novità introdotte dalla legge e dalla necessità di evitare la possibilità che singole persone utilizzino queste delicate strutture per fini diversi da quelli rigorosamente di istituto. i rilievi e consigli dati dal comitato parlamentare saranno di opportuna guida. per quel che attiene alle molteplici forze addette all' ordine pubblico — alle quali va la profonda riconoscenza di tutti i cittadini — problema, essenziale, oltre al completamento dei rispettivi ruoli organici ed alle urgenti dotazioni di mezzi tecnici, aggiornati, è il coordinamento, che oggi, per la coscienza della comune minaccia di agguati e di violenze, è meno difficile a realizzarsi di quanto non fosse in una secolare tendenza alla accentuazione particolaristica e quasi concorrenziale. a tale vitale obiettivo dedicheremo la massima cura, secondo gli indirizzi dettagliatamente impostati nel programma concordato del marzo 1978 e vagliati attentamente dalla Commissione interni della Camera che ha al conclusivo esame il riordinamento della Pubblica Sicurezza . le sarei molto grato se mi insegnasse il modo per far sì che tutti i provvedimenti che noi presentiamo vengano approvati anche contro la volontà della maggioranza. una esperienza, dimostratasi efficace, di coordinazione è stata attuata dall' estate scorsa con una attività congiunta di carabinieri e di uomini della Pubblica Sicurezza agli ordini del generale Dalla Chiesa ...... in collegamento indispensabile con l' insieme delle forze dell'ordine . l' arresto di terroristi da tempo ricercati ed implicati nelle più efferate azioni criminose compiute sotto varie sigle in tutto il territorio nazionale , e di altri brigatisti mai apparsi prima sulla scena del terrorismo; l' avvenuto recupero di armi, di munizioni e di materiale di rilevantissimo interesse sia giudiziario sia operativo, confermano la validità della impostazione data a questo « ufficio per il coordinamento e la cooperazione nella lotta al terrorismo » . è giusto però non limitare l' attenzione, per il ministero dell'Interno , al solo campo della sicurezza pubblica, riservando il dovuto rilievo ad altri temi fondamentali per la corretta convivenza civile. si inseriscono in quest' ottica le iniziative per le autonomie locali e, d' intesa con il dicastero cointeressato, per la riforma della finanza locale in un quadro unitario di finanza pubblica . con particolare evidenza e con l' impegno di dedicarvi finalmente l' attenzione dovuta, vanno ricordati i problemi legati all' ordinamento regionale: le leggi-cornice, a cominciare da quella sulla assistenza per la quale abbiamo anticipato, dopo gli opportuni contatti politici e regionali, un decreto legge ; e le norme di attuazione per coordinare gli statuti speciali con le più favorevoli disposizioni generali adottate con il decreto presidenziale numero 616 del 24 luglio 1977. non minore attenzione il Governo, nel suo insieme, darà alla elaborazione di normative per la tutela delle minoranze etniche e linguistiche. il Governo segue attentamente il lavoro della autorevole commissione (Gonella-Jemolo-Ago) incaricata della riforma del Concordato con la Santa Sede . le trattative per la revisione del Concordato hanno avuto ulteriori e positivi sviluppi. dopo il dibattito alla Camera, si è avuto un dibattito al Senato che si è concluso con un ordine del giorno in cui si « ritiene che esistano le condizioni per entrare nella fase conclusiva del negoziato » successivamente il Governo, in adempimento al voto del Senato, ha invitato la delegazione italiana a « tenere nel massimo conto le osservazioni, le proposte e i rilievi emersi nel corso della discussione » . si possono considerare concluse le trattative con le confessioni valdese e metodista, mentre si intende sviluppare il già iniziato negoziato con le comunità ebraiche e con altre confessioni, per dar vita alle leggi previste dalla Costituzione repubblicana. non mi soffermerò a lungo sulla scuola, non certo perché ne sottovaluti il dominante ruolo formativo, ma in quanto vi abbiamo dato nella legislatura in corso una significativa priorità, investendo il Parlamento di progetti di riforme attesi da lungo tempo o invano presentati nel passato. per quanto riguarda la riforma della scuola secondaria superiore, il testo relativo è stato approvato dalla Camera, dopo un dibattito approfondito che verificò ulteriori convergenze rispetto a quelle realizzate negli accordi del marzo 1978. la Commissione pubblica istruzione del Senato aveva già affrontato l' esame della riforma in sede di seconda lettura. la crisi di Governo ha interrotto questo processo riformatore, riflettendosi ancor più gravemente sull' altra riforma scolastica in via di elaborazione, quella dell' università. dopo due anni di lavori costanti ed impegnati, la Commissione pubblica istruzione del Senato ha elaborato un testo unificato che è all' esame dell' Aula di Palazzo Madama . il Governo riconferma il pieno impegno riformatore sia nel campo della scuola secondaria sia nel settore dell' università, secondo le linee direttrici che furono concordate tra i cinque partiti e con il necessario apporto delle verifiche imposte dall' esperienza. di fronte alle crescenti esigenze di un mondo che sfiora il milione di unità, le strutture centrali e periferiche del ministero della Pubblica Istruzione debbono essere adeguate alla reale articolazione che la scuola è venuta assumendo sia negli ordinamenti sia nella distribuzione territoriale. la ristrutturazione dell' amministrazione — considerando correlativamente sia l' istruzione professionale sia alcuni aspetti della ricerca scientifica — e la revisione delle procedure, accompagnate da una nuova organizzazione del lavoro scolastico, consentiranno una analisi più puntuale dei costi dei servizi, un più efficace controllo della loro produttività e, conseguentemente, una più coordinata programmazione e qualificazione della spesa. il Governo si impegna a riaffermare solennemente il diritto dovere dei docenti a insegnare e il diritto dovere degli studenti a imparare in qualunque ordine e livello di scuola, contro le ritornanti tentazioni della violenza e della sopraffazione che non hanno mancato di rispecchiarsi anche in recenti fatti estremamente gravi, come quelli che hanno colpito l' università di Padova. nell' anno passato — ed è spiccato motivo di onore per la settima legislatura repubblicana — è stata approvata la riforma sanitaria , fissando in termini di tempo assai brevi gli adempimenti esecutivi. questa riforma — i cui obiettivi sono ambiziosi ma essenziali — deve essere puntualmente attuata, vincendosi ogni pigrizia, spreco o particolarismo, con l' intento di tener sempre alto il livello qualitativo degli operatori e delle attrezzature e di arrivare a dare, ad ogni cittadino quella sicurezza dell' eguaglianza di fronte alla malattia nella quale si estrinseca; in uno degli aspetti più incisivi, la giustizia sociale . fondamento della politica economica del nuovo Governo rimane il piano triennale presentato in Parlamento ai primi dell' anno. esso, pur avendo dato luogo a talune anche aspre valutazioni critiche, rappresenta, per quel che riguarda i problemi economici, il più rilevante risultato della politica di solidarietà democratica. nessuna delle forze politiche di quella maggioranza e nessuna forza sociale lo hanno, in via di principio, respinto. sicché non spetta al nuovo Governo ribadirne i contenuti essenziali che sono già ampiamente conosciuti, quanto prospettare gli aggiornamenti e le messe a punto che si rendono necessari, in rapporto sia ai rilievi critici mossigli, sia alle vicende congiunturali sopraggiunte. in base agli ultimi dati ai quali già il pisano triennale accennava, si può dare alla ripresa produttiva una configurazione più precisa con riguardo alle condizioni interne e internazionali nelle quali essa si inquadra. l' attività produttiva ha segnato una consistente accelerazione nella parte finale del 1978. il 1979 è iniziato così con una situazione congiunturale anche migliore di quanto fino a qualche mese fa sembrasse lecito attendersi. il livello della produzione industriale raggiunto all' inizio del 1979 è infatti di oltre il 4 per cento superiore a quello medio del 1978 e l' aumento del prodotto industriale sarà prevedibilmente del 6 per cento , media del 1979, e coerente con un obiettivo di crescita del prodotto interno lordo del 4,5 per cento . al rafforzarsi della ripresa produttiva si accompagnano, tali da imporre la massima prudenza, i segni di una nuova accelerazione del processo inflazionistico. ad un tasso di inflazione mantenutosi nel corso del 1978 al livello di circa il 12 per cento , si può temere che segua, anziché una ulteriore flessione, un aumento. in gennaio, i prezzi all'ingrosso e al consumo sono cresciuti dell' 1,7 per cento , il costo della vita e l' indice sindacale dell' 1,9 per cento . sia sui prezzi al consumo sia sul costo della vita hanno per altro inciso alcuni provvedimenti relativi all' equo canone e alle tariffe, sulla cui necessità vi era stato il consenso. sono poi in atto elevati rincari per alcune derrate alimentari, dovuti anche alle avverse condizioni climatiche. infine, la fase di sostenuta attività produttiva e le favorevoli attese sulla evoluzione della domanda hanno determinato, fra dicembre ed oggi, una ripresa dei prezzi dei manufatti probabilmente più elevata di quella che si è manifestata contemporaneamente sui mercati internazionali . ad accentuare le minacce di inflazione e ad aggravare i costi delle imprese e la condizione economica generale del paese sono intervenuti gli aumenti dei prezzi internazionali di alcuni prodotti primari ed in primo luogo del petrolio. è del dicembre scorso la decisione di aumento nel 1979 da parte dei paesi Opec nella misura media, anno su anno, del 10 per cento circa. questo aumento, che comportava un aggravio di circa mezzo punto percentuale sul nostro tasso di inflazione interno e di circa 800 miliardi sulla bilancia dei pagamenti , è già sorpassato e, anche alla luce dei recentissimi provvedimenti Opec, appare ipotesi non infondata supporre un aumento annuo, nella media del 1979, oscillante tra il 14 e il 15 per cento . le conseguenze di un aumento dei prezzi petroliferi appaiono particolarmente preoccupanti se si considera che la tendenza al contenimento dell' uso di petrolio da parte del nostro sistema economico , che si era manifestata a partire dal 1973, appare essersi interrotta. sulla base delle stime per ora effettuabili; i consumi globali di energia sono aumentati nel corso del 1978 del 2,9 per cento . non nell' industria, ma nei settori dei trasporti e del riscaldamento sono aumentati del 10 per cento : in particolare l' uso del gasolio è aumentato del 14,5 per cento . questo andamento accresce le nostre preoccupazioni per una ripresa inflazionistica ed impegna il Governo a realizzare una più concreta ed efficiente azione per la riduzione dei consumi nei settori in cui l' aumento si è manifestato, e ciò anche in relazione agli impegni assunti nelle varie sedi internazionali. ricordiamo che il piano poneva alcune condizioni quali: il contenimento del disavanzo del settore pubblico allargato: la necessità di destinare ad investimenti le quote di reddito derivanti da incrementi di produttività attraverso il mantenimento in termini reali, nel prossimo triennio, del costo orario del lavoro; un accrescimento di produttività derivante anche da una maggiore flessibilità complessiva nell' impiego e nell' organizzazione del lavoro per raggiungere l' obiettivo di una espansione del reddito e degli investimenti in un quadro di stabilità. il realizzarsi di tali condizioni deve essere tenuto ancora più presente se si vuole adeguatamente fronteggiare la nuova situazione, salvandone gli aspetti positivi e rimuovendone gli aspetti negativi. i mesi che immediatamente ci attendano sono quelli decisivi affinché la conciliazione tra crescita del reddito e ritorno alla stabilità dei prezzi possa realizzarsi. ciò non perché il pericolo di un' accelerazione dei prezzi o di un cedimento del cambio o quello di una fine precoce della ripresa produttiva sia immediato, ma proprio perché le condizioni generali economiche e monetarie offrono oggi lo spazio di tempo necessario e sufficiente per rimuovere gli ostacoli all' avverarsi di una crescita stabile. il volume delle riserve, l' avanzo esterno che ancora si prevede e i margini di competitività esistenti possono permettere, nel prossimo futuro, di contenere l' effetto sui prezzi degli impulsi inflazionistici esterni. l' industria, se non vi saranno aspre e prolungate controversie di lavoro, può far fronte alla domanda e potrà contribuire anch' essa, attraverso l' incremento della produttività, alla lotta contro l' inflazione in un quadro di espansione. ma se questo tempo non viene impiegato per compiere correzioni di fondo, i fattori di squilibrio che si stanno cumulando nel settore pubblico e privato dell' economia avranno ben presto il sopravvento ed esauriranno i margini di difesa oggi esistenti. è evidente che una ripresa delle pressioni inflazionistiche che il Governo, con la collaborazione delle forze sociali e degli organi decentrati di spesa pubblica , non riuscisse a controllare, renderebbe necessarie misure monetarie e fiscali assai rigorose, poiché non possiamo in alcun modo rischiare di perdere riserve e di trovarci in serie difficoltà nell' ambito dello Sme, affievolendo l' obiettivo di una piena partecipazione del nostro paese allo sviluppo. della comunità economica europea. e da constatare al riguardo che all' inizio di funzionamento dello Sme la lira ha mantenuto senza difficoltà i rapporti di cambio fissati. va tenuto conto che, in vista delle nuove condizioni che si sono create nei paesi industrializzati , l' Ocse e la Cee suggeriscono, ai paesi nei quali tendono a manifestarsi elevate pressioni inflazionistiche, cautela per quel che riguarda la condotta di una politica economica espansiva. il Governo si ritiene impegnato alla politica di investimenti e di maggiore, occupazione prospettata nel piano purché, anche in considerazione dei nuovi elementi cui ho accennato, si realizzino condizioni tali da rendere possibile questa politica. ed è noto che tali condizioni riguardano l' andamento della spesa pubblica , del costo del lavoro , della mobilità, oltre che un impegno rinnovato ad aumentare il gettito dei tributi, attraverso una più efficiente lotta alla evasione fiscale con i provvedimenti preparati dal precedente Governo e che saranno portati a rapida completezza dal Governo attuale. per quanto riguarda la spesa e il fabbisogno del settore pubblico occorre, già per il 1979, non solo raggiungere gli obiettivi stabiliti per il disavanzo dello Stato nella legge finanziaria e quelli per il fabbisogno complessivo indicati nel piano triennale, ma individuare la possibilità ed eventualmente le necessità di ulteriori riduzioni in vista di un accentuarsi delle pressioni inflazionistiche. al fine del conseguimento degli obiettivi della riduzione di almeno 5 mila miliardi del disavanzo del 1980 e di almeno 5.500 miliardi del disavanzo del 1981, il Governo si impegna a individuare i congegni di controllo necessari perché siano rispettati i vincoli e i tetti stabiliti dalla legge finanziaria del 1979. a seguito dell' aggravio del prezzo del petrolio e delle principali materie prime , il problema dal costo del lavoro è diventato — come ho detto — ancor più rilevante di quanto non risultasse dal piano triennale. se vi poteva essere discussione su questa condizione prima degli ultimi avvenimenti, non ve ne è certamente ora che più evidenti sono le necessità di salvaguardare la ripresa da una accentuazione dell' inflazione e di garantire al nostro sistema produttivo margini di competitività, nonché di accrescere gli attuali livelli di occupazione . i contratti di lavoro già scaduti e in scadenza nella prima metà del corrente anno riguardano oltre 10 milioni di lavoratori dei settori privati e del settore pubblico allargato. lo stato di avanzamento delle vertenze relative è diverso anche in relazione alle date di scadenza e all' inoltro delle piattaforme rivendicative ; ma nel settore privato sono già al centro di pressanti azioni sindacali i rinnovi dei contratti dei settori metalmeccanico, chimico ed edile nell' ambito industriale, quello per i braccianti e i salariati nell' agricoltura e quello per l' autotrasporto merci su strada. le preoccupazioni sull' andamento delle vertenze non nascono soltanto dalle ragioni economiche ricordate, ma dalla fragilità del tessuto sociale del paese, caratterizzato in qualche comparto — le cui disfunzioni pesano spesso gravemente sulla collettività — da difficoltà di tenuta di fronte a esasperate pressioni di categorie e talora anche di singoli gruppi. per queste ragioni, pur rispettando la autonomia delle parti, il Governo non può non esprimere un pressante appello perché si faccia ricorso alla ragione, si tenga conto della situazione generale e ci si muova con grande coerenza rispetto all' obiettivo dell' espansione dell' occupazione in condizioni di stabilità. le rivendicazioni presentate non sono facilmente riconducibili a valutazioni generali ed è difficile la stessa quantificazione degli oneri relativi; tuttavia non vi è dubbio che mentre per taluni settori i miglioramenti salariali sembrano non discostarsi troppo dai vincoli del piano, per altri le richieste comportano oneri superiori e non compatibili con gli obiettivi assunti dal piano medesimo. esistono margini di redistribuzione del reddito per una necessaria perequazione e una valorizzazione della professionalità anche attraverso la contrattazione collettiva , a patto che si proceda con coerenza e in tempi brevi alla eliminazione di alcuni automatismi moltiplicatori e distorsivi per arrivare a una struttura europea del salario; e che si raggiungano incrementi di produttività, tali sia da consentire la destinazione di risorse reali aggiuntive ad investimenti sia da salvaguardare la concorrenzialità dei nostri prodotti sui mercati internazionali . le difficoltà politiche non devono far mutare il contenuto di questa scelta che le forze della maggioranza compirono insieme nel recente passato, per contrastare la tendenza ad un preoccupante e crescente aumento degli squilibri e della disoccupazione. tutto questo segna una essenziale condizione di rigore e di compatibilità tra obiettivi, politiche e strumenti senza la quale non si recupera una programmazione, con i suoi fondamenti, traguardi e vincoli. su tale impostazione si deve oggi in primo luogo impegnare il giudizio delle forze politiche e delle parti sociali . le rivendicazioni sindacali relative all' introduzione o all' ampliamento dell' informazione ai sindacati e ai lavoratori sulla situazione e sui programmi aziendali hanno destato dure polemiche tra le parti, sia con riferimento a questioni di principio sia nella considerazione dei problemi di opportunità o tollerabilità pratica da parte delle aziende. la delicatezza della materia, lo stesso intrecciarsi di rivendicazioni generali e di vertenze in taluni grandi aziende, mentre rendono allo stato attuale della trattativa inopportuni interventi diretti da parte del Governo, esigono una vigile attenzione da parte della amministrazione del lavoro, lungo una linea di chiarezza, soprattutto di raccordo, tra informazione e programmazione economica. sul piano generale, non si può comunque non rilevare come i temi cui si collega la rivendicazione di informazione ed esami congiunti siano al centro delle relazioni industriali di tutti i paesi europei e siano stati oggetto di iniziative di varia natura da parte dei governi e delle autorità comunitarie. la « europeizzazione » dei nostri problemi è anche qui una linea-guida alla quale dobbiamo sempre più attenerci. nella specifica situazione del nostro paese, e alla luce delle esperienze sviluppate, occorre richiamare la necessità di consolidare e gestire correttamente quanto già acquisito nella legislazione e nella contrattazione collettiva e di perseguire una linea di ragionevolezza con riferimento alle dimensioni delle imprese ed ai livelli e ai contenuti dell' informazione non lesiva delle esigenze di responsabilità imprenditoriale nella gestione, ma capace tuttavia di far partecipare i lavoratori alla dinamica della organizzazione del lavoro e più in generale della vita aziendale. il Governo deve tuttavia far presente che una linea di programmazione può e deve concretarsi in primo luogo in sede centrale , attraverso la permanente collaborazione tra le autorità politiche e le parti sociali : e solo da essa possono discendere coerenti articolazioni. si deve notare come qualsiasi procedura di programmazione avente carattere generale non deve altresì essere contraddittoria con quanto già previsto per l' indirizzo e il controllo degli investimenti incentivati a vario titolo con fondi pubblici. in questo quadro di chiarezza, gli stessi problemi della mobilità del lavoro e le esigenze di formazione, riqualificazione e collocamento possono assumere una dimensione meno conflittuale e collocarsi nell' ambito della funzione degli organismi regionali per l' impiego, sino a portare gradualmente il nostro sistema di relazioni industriali verso i traguardi di equilibrio e di ordine che sono sempre più necessari per il buon funzionamento di un moderno sistema economico e per il progresso di sistemi politici basati su un effettivo pluralismo. nella contrattazione del pubblico impiego si manifesta, in particolare, la necessità — del resto evidenziata dal disegno di legge quadro presentato che è dinanzi a voi — di assicurare che le scelte di fondo si muovano in una visione unitaria dei problemi del settore. in questa visione più generale sarà, fra l' altro, possibile il negoziato sulla richiesta sindacale circa la periodicità della indennità integrativa speciale, in conformità di quanto previsto nel settore privato, richiesta che può essere valutata solo contestualmente alle altre questioni, retributive e non, aperte dai rinnovi contrattuali, ai fini di una analisi complessiva degli oneri. la dinamica salariale potrà gradualmente condurre all' obiettivo, da raggiungere nel 1981, di un aumento annuo delle retribuzioni pari all' aumento del prodotto interno lordo a prezzi correnti. ciò potrà avvenire se saranno rispettate le condizioni generali indicate nel programma triennale e se si realizzeranno misure specifiche atte a determinare una significativa inversione di tendenza nella produttività degli addetti al settore pubblico . se si conterrà da spesa pubblica nei limiti indicati nel piano triennale e resi più necessari dalla nuova condizione economica che si è sviluppata nel paese; se il sistema tributario renderà quanto è previsto nel piano, anche con una più incisiva lotta all' evasione; se il costo del lavoro non eccederà i livelli che discendono da tale nuova condizione economica anche con quei mutamenti qualitativi indicati delle « politiche del lavoro » del piano; se sarà mantenuto l' impegno imprenditoriale a utilizzare tutti gli spazi e le potenzialità per realizzare nuovi investimenti nel Mezzogiorno e una più ampia occupazione dei giovani; se tutte le forze sociali e politiche resisteranno alle spinte particolari per favorire una effettiva perequazione e una valorizzazione dell' apporto professionale e delle responsabilità, il paese sarà in grado di realizzare gli obiettivi assunti. in materia di investimenti, il Governo è consapevole che le indicazioni contenute nel piano hanno carattere di impegno generale compatibile con uno sviluppo equilibrato del sistema economico e finanziario, ma mancano talvolta di specificità, soprattutto dal punto di vista dei tempi e dei modi di realizzazione degli investimenti stessi. il Governo, in collaborazione con le parti sociali , si impegna a condurre tale opera di analisi e di specificazione al fine di rendere sempre più concreta l' azione programmatica nei vari campi. il Governo sa di dover affrontare in proposito le difficoltà che derivano da procedure troppo prolungate nel tempo, nonché dall' esistenza di molti centri decisionali, che bisogna fare ancor più convergere ai fini di mobilitare le risorse disponibili per la lotta contro la disoccupazione e la depressione del Mezzogiorno. al riguardo bisogna sempre più coordinare l' attività di investimento dei comuni, delle province e delle regioni (soprattutto meridionali); bisogna stimolare e meglio coordinare l' attività di investimento di tutti gli organismi di spesa centrale, comprese in primo luogo le partecipazioni statali ; bisogna riesaminare, sotto il profilo dell' efficacia operativa, i rapporti fra la Cassa per il Mezzogiorno e le regioni, fra la Cassa e l' Anas; fra la Cassa, le regioni e le partecipazioni statali . il Governo, con l' impegno del rimuovere gli ostacoli per una più celere e consistente mobilitazione delle risorse a fini di investimento, non tralascerà alcuna azione settoriale finalizzata ad orientare in termini di « programma » i più significativi settori della produzione. più che una arida elencazione vale, a testimonianza della linea di iniziativa del Governo, il già ricordato richiamo alla continuità degli accordi del marzo dello anno scorso dei quali il 29 gennaio si è fornito un primo consuntivo e che sono stati sviluppati nel programma triennale. in quella sede hanno ricevuto trattazione più compiuta: i problemi dell' agricoltura, ovvero del suo maggiore sviluppo, da realizzarmi anche in un quadro di rinnovati rapporti internazionali; i problemi dell' industria, ovvero del sostegno della vasta area già oggi produttiva e del recupero dei punti di crisi potenzialmente risanabili; i problemi dell' artigianato, ovvero del rilancio, attraverso la riqualificazione di una categoria di grandissima rilevanza non solo economica; i problemi dei trasporti, ovvero dell' adeguamento secondo i piani di investimento già elaborati di una struttura portante dell' intero sviluppo socio-economico; i problemi del commercio e dei servizi, ovvero la ristrutturazione di un settore avviato a divenire portante grazie soprattutto alla diffusione di supporti di alto livello destinati al sistema produttivo ; i problemi del turismo, ovvero di un settore strategico per i suoi 5.336 miliardi di valuta pregiata introitati nell' ultimo anno, per il quale l' intera offerta del « prodotto Italia » va continuamente adeguata. la stessa impostazione sarà certamente perfettibile attraverso il dibattito che l' elaborazione o l' attuazione dei singoli provvedimenti non mancherà di suscitare. ciò che va forse ribadito in questa sede è l' ottica generale, che il Governo vuole confermare, nell' approccio al sistema produttivo : grande fiducia in uno spirito di iniziativa, se serio; sostegno e sviluppo delle condizioni che rendono possibili le espressioni più moderne della imprenditoria costante perfezionamento e aggiornamento di un quadro programmatico di riferimento che garantisca non solo l' efficace e armonico controllo delle risorse disponibili, ma anche la compatibilità dei comportamenti della libera impresa con gli interessi e le aspirazioni della collettività. sarebbe certo ingenerosa una ricerca, da parte delle singole categorie, del numero delle citazioni utili o dello spazio a ciascuna destinato in questa esposizione programmatica. l' interesse dei singoli e dei gruppi è tutelato da uno sviluppo armonico dell' intero sistema, che si persegue operando sui fattori strategici, più che disperdendo energie e mezzi su un ventaglio troppo vasto di obiettivi parziali. nel quadro generale delle necessità e degli impegni il Governo dovrà comunque operare scelte di priorità legate anche all' evolversi della situazione. nel valutare l' impegno immediato che si intende assumere per il Mezzogiorno, da un punto di vista globale, va tenuto presente l' impatto che l' azione di governo potrà avere in specifici settori come l' edilizia e l' agricoltura. in particolare, il Governo ritiene di dover proseguire nell' azione di coordinamento tra intervento ordinario e straordinario secondo le linee, sperimentate negli ultimi mesi, che hanno visto coinvolte in modo diretto le regioni, le parti sociali , le imprese pubbliche e quelle a partecipazione statale . in tale quadro i problemi che il Governo intende affrontare con la maggiore rapidità riguardano: la realizzazione del programma di metanizzazione nel Mezzogiorno, che ha come premessa la realizzazione del gasdotto collegante l' Algeria con l' Italia; il problema dello sviluppo delle zone interne; la soluzione degli specifici problemi connessi ai progetti speciali « schemi idrici » e « irrigazione » . inoltre il Governo — richiamando qui tutto quanto è stato esposto per il sud nel piano triennale — si impegna a perfezionare con immediatezza i provvedimenti di attuazione della legge numero 675 e a rivedere e snellire le procedure per le assegnazioni degli incentivi della legge numero 183, curando il coordinamento esecutivo di questi due provvedimenti legislativi. per l' edilizia il Governo si propone di predisporre ulteriori provvedimenti in grado di rivitalizzare il settore e dare più ampio effetto al piano decennale ; si tratta ad esempio di riportare l' azione di tutti i programmi di edilizia residenziale all' interno dello stesso piano decennale per l' edilizia; di prevedere maggiori possibilità di finanziamento anche per l' edilizia non residenziale; di estendere l' accesso ai mutui agevolati agli aventi diritto per alloggi già realizzati i cui prezzi di vendita siano concordati con il comune mediante convenzione; di dare attuazione coerente ed adeguata alla legge Bucalossi; di introdurre garanzia per una effettiva e spedita realizzazione dei programmi per l' edilizia; di provvedere per l' effettiva introduzione ed operatività di mutui indicizzati e dei meccanismi per il « risparmio-casa » . per le opere pubbliche si tratta soprattutto di sviluppare il discorso aperto con la legge numero 1 del 1978, sia per quanto riguarda i tempi di realizzazione delle opere come parametro di giudizio sul rendimento dell' azione della Pubblica Amministrazione , sia per quanto riguarda il sistema degli assensi nelle procedure. il Governo ritiene di dover procedere, sollecitando il consenso delle parti sociali , alla revisione delle tariffe per le società che gestiscono servizi pubblici o di pubblica utilità, al fine di consentire il miglioramento dei conti economici e permettere il finanziamento di investimenti senza gravare sulla finanza pubblica . tale problema risulta particolarmente rilevante per la Stet in relazione ai programmi di investimenti nel settore delle telecomunicazioni. per l' energia, al discorso generale della revisione delle tariffe si unisce un problema di strategia estremamente importante. il Governo si propone di agire contemporaneamente nella direzione del potenziamento dell' offerta e del contenimento della domanda. per quest' ultima si tratta di agire lungo tre linee di intervento: per l' eliminazione degli sprechi; per risparmi di energia a fini di puro consumo; per risparmi di energia nel sistema produttivo tramite l' introduzione di nuove tecnologie. per quanto riguarda l' offerta di energia, il Governo si propone di sollevare l' attuazione da parte dell' Enel del programma termoelettrico supplementare, lo sfruttamento delle residue fonti idroelettriche, l' utilizzazione del carbone. il Governo si propone inoltre di stimolare — in collegamento con le comunità europee — la ricerca e lo sviluppo di tutte le fonti integrative, con particolare riguardo all' energia solare ed all' energia geotermica. il Governo deve tuttavia dichiarare che l' estensione dello sfruttamento e della ricerca, sia nei campi tradizionali sia in questi campi integrativi, non costituisce una alternativa concreta alla necessità di provvedere ai bisogni futuri del nostro paese in materia di energia, mediante lo sviluppo della produzione elettrica di fonte nucleare in relazione alle decisioni a suo tempo prese dal Parlamento. se il Governo non facesse presente al Parlamento ed ai vari centri decisionali di carattere territoriale la necessità di questo impegno, esso si assumerebbe la grave responsabilità di far venir meno in tempi non lontani l' energia necessaria allo sviluppo del nostro sistema produttivo . conosciamo tutti le difficoltà anche psicologiche che si incontrano in ogni paese del mondo dinanzi alle risposte da dare alle esigenze delle fonti energetiche . faremo ogni sforzo per affrontare questi problemi con il massimo di consenso, consapevoli che l' adeguata provvista di energia e le preoccupazioni di sicurezza ecologiche e finanziarie non appartengono a tematiche di parte, ma devono sempre più rappresentare un responsabile terreno d' incontro, augurabilmente di tutte le forze politiche , nessuna esclusa. per quanto riguarda l' agricoltura, il Governo, oltre a sostenere l' approvazione della legge sui contratti agrari e a concludere lo studio del programma agroalimentare, si impegna a rendere efficienti i meccanismi d' attuazione dei programmi esistenti, in particolare della legge « quadrifoglio » , anche attraverso meccanismi sostitutivi e surrogatori. un ulteriore impegno il Governo ritiene di prendere relativamente all' attività di verifica e allo sviluppo delle linee di credito agrario, lungo direttrici di immediata concretezza operativa. oltre che nel campo degli investimenti pubblici un' azione del governo è urgente per i settori in crisi. deve considerarsi conclusa la fase dell' azione legislativa. esistono ormai gli strumenti di intervento e vi sono diagnosi sufficientemente approfondite. è necessario che entro la cornice delle norme elaborate, e avvalendosi delle analisi che sono state fatte, si compiano ormai le necessarie scelte. le crisi, accanto agli angosciosi problemi occupazionali, hanno aspetti industriali e aspetti finanziari; investono imprese industriali e istituti finanziari. il Governo interverrà in ambedue le direzioni in modo che si possa rapidamente uscire dallo stato di incertezza attuale. le imprese recuperabili saranno messe nelle condizioni di riprendere in modo sollecito, la produzione, assicurando che la programmazione della loro gestione acquisti, sia pur gradualmente, validità piena dal punto di vista economico. con questo formale impegno diretto ad una rapida realizzazione della politica degli investimenti, il Governo ritiene di sodisfare una delle maggiori richieste delle forze politiche e delle parti sociali . occorre tuttavia che le une e le altre considerino che la prima parte del piano triennale sorregge la seconda in una simultaneità di posizioni. non si tratta di applicare un tempo alla prima e un tempo ulteriore alla seconda parte. si tratta di una simultaneità di impostazioni che si sorreggono l' una rispetto all' altra. e come il Governo sa di prendere un decisivo impegno, le forze politiche e le parti sociali debbono sapere di dover assumere, anche da parte loro, un impegno contemporaneo e altrettanto decisivo. senza di che il passo compiuto con il piano triennale sarebbe valso a ben poco, e prima o poi ci troveremmo nelle gravi condizioni del 1974 e del 1976, con le politiche restrittive che esse hanno comportato. questo deve essere ad ogni costo scongiurato. in politica estera l' azione del governo si ispirerà alla continuità delle scelte di fondo e delle linee d' azione sulle quali si manifestò l' ampia convergenza delle forze politiche espressa nelle due risoluzioni approvate dalla Camera e dal Senato il 19 ottobre ed il 1° dicembre 1977 e ribadita nei programmi della attuale legislatura. tale orientamento, che riflette la consapevolezza dei preminenti interessi nazionali , si esplicherà pertanto attraverso la riaffermazione della scelta atlantica, la promozione dell' unità europea sul piano politico, economico e monetario, e la valorizzazione del quadro delle Nazioni Unite : in questo ambito si collocano sia la prosecuzione di attivi contributi alla politica della distensione sia l' impegno nella solidarietà e nel dialogo con i paesi in via di sviluppo . alla costruzione dell' Europa il Governo darà con accentuata attenzione il più fervido contributo. nostro primo obiettivo è di avvicinare sempre più le istituzioni comunitarie ai popoli europei ed in particolare ai giovani e alle forze sociali . la prossima elezione a suffragio universale e diretto dei membri del Parlamento europeo costituisce il fatto politico più importante su questa via. quarant' anni dopo lo scoppio della seconda guerra europea di questo secolo, i popoli della Comunità eleggeranno insieme, per la prima volta, i loro rappresentanti al Parlamento europeo . 19391979: queste due date, questi quaranta anni, ci mostrano quale cammino è stato compiuto insieme in Europa sulla via della pace e della fraternità tra le nostre genti. se guardiamo al passato, la costruzione europea può apparirci quasi compiuta rispetto all' obiettivo di rendere impossibile una nuova guerra « civile » europea. se però guardiamo al futuro e all' ambizione di una vera unione politica dell' Europa, la strada da percorrere ci appare ancora lunga. sotto questo profilo l' elezione europea del prossimo giugno rappresenta davvero uno storico appuntamento. ci proponiamo, in uno spirito di « popolarizzazione » della Comunità, di promuovere il rafforzamento dei rapporti con le forze sociali attraverso il potenziamento in sede europea del comitato economico e sociale e la valorizzazione delle conferenze tripartite che vedono riuniti Governo, sindacati e imprenditori. altro nostro obiettivo è di contribuire alla creazione di una Comunità più giusta e più sensibile ai problemi sociali e a quelli di sviluppo delle aree europee meno progredite. di fronte all' ampiezza della disoccupazione, di fronte alla gravità del problema della ristrutturazione industriale, di fronte all' acuirsi delle disparità territoriali, è necessario che il bilancio della Comunità divenga più consistente e raggiunga nel proprio interno un diverso equilibrio tra le spese per la politica agricola comune, che assorbono finora il 70 per cento delle risorse, e le spese per le politiche cosiddette strutturali. su questa strada abbiamo compiuto sensibili progressi. l' aumento delle risorse del fondo regionale costituisce un passo significativo rispetto all' insodisfazione manifestata dal Governo al Consiglio europeo di Bruxelles quando, nel contesto del negoziato sullo Sme, si adottò un orientamento contrario all' aumento del fondo stesso, oggi superato. sulla via dell' unificazione economica e finanziaria occorre allargare a tutti i comparti produttivi il discorso del coordinamento programmato, sin qui tentato nella Comunità soltanto per alcuni settori industriali in cui più acuta è la crisi su scala internazionale. d' altra parte, da anni ci adoperiamo con costanza per ottenere un più equilibrato rapporto tra il sostegno delle produzioni continentali e delle produzioni mediterranee nell' ambito della politica agricola comune. si tratta di lottare con maggiore efficacia contro le eccedenze strutturali in alcune produzioni agricole continentali. si tratta inoltre di approfondire e potenziare gli strumenti della politica agricola comune, sia per il miglioramento dalle strutture, sia per il sostegno delle produzioni agricole mediterranee. una svolta significativa è stata compiuta con l' adozione del « pacchetto mediterraneo » da noi sollecitato anche in previsione dell' allargamento, della Comunità alla Grecia, alla Spagna e al Portogallo. il Governo continuerà su questa strada adoperandosi affinché, come ha affermato il recente Consiglio europeo a Parigi, « la Comunità possa, mediante l' insieme delle sue politiche, contribuire maggiormente alla realizzazione di una più grande convergenza delle economie degli stati membri ed alla riduzione delle disparità esistenti » . questa articolata azione nelle istituzioni comunitarie per una maggiore attenzione ai nostri problemi ci rende consapevoli della necessità di migliorare taluni meccanismi della amministrazione nazionale, sia centrale sia regionale. dobbiamo fare in modo di avere una struttura operante a tempi rapidissimi; e a tal fine abbiamo istituito un comitato di ministri per il controllo dei flussi finanziari comunitari, assistito da un' apposita struttura amministrativa. il riferimento al quadro atlantico rimane per noi essenziale. la forza e l' efficienza difensiva della NATO sono tuttora, come lo sono state nei trent' anni di vita dell' alleanza, presupposto indispensabile per il mantenimento della sicurezza e della pace. l' Italia è impegnata a dare il suo proporzionale contributo ai programmi di difesa che mirano a mantenere all' organizzazione un sostanziale equilibrio nei confronti dello schieramento di forze in Europa: è infatti solo partendo, da posizioni di equilibrio che si può sviluppare la politica della distensione, ivi compresi i complessi negoziati in corso a Vienna per la riduzione reciproca e bilanciata delle forze del nostro continente. l' effettiva attuazione dell' atto finale di Helsinki rappresenta un altro caposaldo fondamentale della distensione. il Governo è impegnato a conservare una impostazione costruttiva della propria azione per assicurare sin d' ora che la riunione di verifica che avrà luogo a Madrid nel 1980 non si chiuda con un risultato deludente simile a quello di Belgrado. qualora ciò dovesse verificarsi, dopo cinque anni dalla firma dell' atto finale, si rischierebbe infatti di introdurre un fattore pericolosamente negativo nel processo di Helsinki. il governo italiano continuerà ad adoperarsi in tutti i fori competenti per la adozione di misure effettive ed equilibrate di disarmo, sia nel settore delle armi convenzionali sia in quello delle armi di distruzione di massa . al riguardo desidero ricordare in questa sede che l' Italia ha presentato nelle scorse settimane al rinnovato comitato per il disarmo di Ginevra una articolata proposta per accelerare i negoziati in corso per una totale messa al bando delle armi chimiche . ci riserviamo poi di presentare alla prossima sessione della competente commissione delle Nazioni Unite ma iniziativa mirante a facilitare il controllo e la riduzione dei trasferimenti degli armamenti convenzionali. nel quadro multilaterale, ed in particolare nell' ambito delle Nazioni Unite , dovranno trovare collocazione iniziative su grandi problemi che non possono ormai essere risolti negli angusti limiti delle collaborazioni bilaterali. oltre ai menzionati problemi della sicurezza ed a quelli purtroppo sempre emergenti del mantenimento della pace e della salvaguardia dei diritti dell' uomo , occorre pensare ai grandi problemi economici le sociali, e specialmente a quelli del sottosviluppo, avendo a mente l' obiettivo di un nuovo, ordine economico internazionale. abbiamo ora di fronte la tappa, già stabilita per la fine di giugno, del vertice dei sette paesi maggiormente industrializzati. in tale sede intendiamo apportare il nostro contributo affinché vengano moltiplicati gli sforzi per conseguire un assetto più stabile dell' economia internazionale che consenta un generalizzato rilancio produttivo senza che si ripresentino i fenomeni destabilizzanti verificatisi nel passato. nell' area dei rapporti economici bilaterali si intende in primo luogo esplorare ogni nuova possibilità per affermare la presenza dell' industria e del lavoro italiano nel mondo, dedicando una speciale attenzione a quelle regioni nei confronti delle quali continuiamo ad accumulare rilevanti disavanzi commerciali. adeguata cura continuerà ad essere dedicata anche ai tradizionali rapporti con i paesi ad economia di Stato, per promuovere un ulteriore sviluppo dell' interscambio ed una più intensa e qualificata cooperazione industriale. nei paesi in via di sviluppo , infine, ci impegneremo per portare la collaborazione dello Stato e dell' industria italiana per contribuire concretamente al processo di emancipazione economica da essi avviato e per riaffermare il nostro apprezzato ruolo di realizzatori di grandi opere di infrastrutture e di fornitori di importanti impianti produttivi. la nostra proiezione mediterranea ci porta poi a prestare la massima attenzione ai problemi del Medio Oriente . nei giorni scorsi abbiamo seguito in particolare la difficile fase negoziale che, con la paziente e pressante mediazione del presidente Carter, si è sviluppata al Cairo e a Gerusalemme ed abbiamo salutato con soddisfazione l' annuncio della positiva conclusione, proprio perché definiva un primo passo nella prospettiva di negoziati e di soluzioni globali. il governo italiano quindi — nel pieno appoggio della solenne dichiarazione del Consiglio europeo del 29 giugno 1977 sul Medio Oriente e della dichiarazione a nove emessa in occasione della firma dal trattato fra Egitto e Israele — intende continuare ad offrire, nei limiti delle sue possibilità, il proprio convinto contributo al conseguimento di una soluzione totale e durevole, che sia giusta per tutti e che corrisponda quindi ai diritti del popolo palestinese . l' aggravarsi della situazione nella penisola indocinese ha suscitato la più viva preoccupazione del Governo, trattandosi di una regione vitale per gli equilibri internazionali. il Governo ha utilizzato ogni canale internazionale al fine di sollecitare le parti in causa ad una pronta cessazione degli scontri armati e ad una soluzione della crisi. tra le azioni da noi intraprese, sia consentito ricordare i messaggi che il 20 febbraio abbiamo inviato al presidente Carter ed al presidente Breznev, auspicando la realizzazione immediata di iniziative che costituissero una chiara riaffermazione della volontà di dialogo tra Washington e Mosca, dialogo che è decisivo per far progredire la politica di distensione e di pace nel mondo. il governo italiano proseguirà con il massimo impegno la sua azione in favore della pace, avendo anche presente la dichiarazione emessa al termine del Consiglio europeo di Parigi, con la quale i « nove » hanno voluto ribadire che il rispetto dell' indipendenza, della sovranità e della integrità territoriale devono ispirare il comportamento di tutti gli Stati. nel quadro della politica emigratoria e sociale, l' azione del governo continuerà a svolgersi lungo due principali direttrici: quella del negoziato internazionale, rivolta fondamentalmente a migliorare lo status dei connazionali emigrati, e quella attinente alla tutela dell' assistenza delle nostre collettività all' estero. proseguiremo l' azione intrapresa per il riconoscimento dei diritti politici fondamentali agli emigrati, nell' ambito Cee e in un più vasto contesto. svilupperemo la nostra azione sul piano bilaterale per colmare i vuoti esistenti nella rete degli accordi di sicurezza sociale che legano l' Italia agli altri Stati. continueremo infine a fornire il nostro convinto contributo per la realizzazione del Consiglio generale degli italiani all' estero e dei comitati consolari. onorevoli colleghi , la dissoluzione della maggioranza governativa è avvenuta in un momento annebbiato da preoccupanti punti di tensione internazionale e dall' acuirsi di alcuni problemi interni, talora in relazione proprio ad alcune iniziative legislative da noi adottate. questo sembra, ma non è, un paradosso. e ne abbiamo un esempio nel tema delle abitazioni, sul quale era evidentemente impossibile protrarre i rinvii, pur nella consapevolezza che la fase di transizione avrebbe provocato all' inizio inevitabili complicazioni. si è cercato di attutire l' urto senza venir meno all' impegno di imprimere un ritmo di ripresa delle costruzioni a prezzi accettabili, in mancanza del quale tutto sarebbe destinato ad aggravarsi ulteriormente. altro tema di esemplificazione è quello, delle crisi industriali già ricordate, specie in alcune zone del sud e delle isole, per le quali la ricerca di valide soluzioni è stata faticosa e complicata: ma era ed è inimmaginabile che possano esser lasciati nel dubbio sia la certezza dei posti di lavoro , sia il preciso interesse dell' economia nazionale, che sarebbe altrimenti soggetta ad una mancata o rallentata produzione, e conseguentemente ad un assurdo indebitamento per importazioni dall' estero. abbiamo potuto altresì constatare, durante le riunioni dedicate — insieme con i presidenti delle giunte regionali e con i sindacati — all' esame delle situazioni di lavoro di ciascuna regione del sud, la pungente delusione per gli enormi ritardi con i quali si realizzano gli interventi spesso da lungo tempo approvati e finanziati. e non è fenomeno solo del Mezzogiorno di Italia. le stesse opportunità di utilizzare gli aiuti comunitari sono, come ho già accennato, talvolta vanificate da pigrizie e da defatiganti ritardi burocratici interni. mentre, in altro campo, si cerca — magari con sottili proporzioni di superabili difficoltà pratiche — di contrastare la politica di giustizia tributaria per la quale, lo Stato si è munito di nuovi strumenti conoscitivi e repressivi, ed altri ne ha individuato e proposto, certamente severi (come la effettiva punibilità penale degli evasori) ma necessari; insieme al piano triennale di riordino dell' amministrazione finanziaria , accolto certo senza entusiasmo da quanti non si rassegnano alla prospettiva di non poter più frodare la collettività. parziale efficacia ha palesato inoltre, nonostante le correzioni apportatevi, lo strumento « ponte » destinato ad alleviare la disoccupazione giovanile per dar tempo al sistema economico — se riportato a piena efficienza, con severità e con adeguati disegni — di dare una risposta stabile alle domande di lavoro. d' altra parte in taluni settori vi è carenza, di mano d'opera , cui suppliscono una disordinata chiamata di lavoratori stranieri e tentativi di ripresa, di immigrazioni interne che il programma economico (invece esclude nell' unico modo valido: aumentando il lavoro nelle zone di disoccupazione e dando tempestiva e adeguata formazione per il primo impiego o per l' acquisizione di una diversa capacità professionale quando quella che si possiede non trovi collocamento neppure in prospettiva. accenno anche alla constatata difficoltà nel rendere gradualmente operative alcune di quelle misure che il Senato indicò a conclusione del dibattito sulla « giungla retributiva » . naturalmente non si contesta frontalmente il proposito — giusto e indispensabile — di correggere le punte più elevate che rendono inaccettabile la divaricazione: ma si agita lo spettro di un appiattimento che nessuno potrebbe ragionevolmente proporsi in una società che voglia irrobustire e consolidare le sue radici di libertà e di dinamismo. un immane sforzo è dunque improrogabile per vincere i sormontabili ostacoli che si frappongono alla politica di rinnovamento ispirata a giustizia e a progresso; e, d' altro canto, va rimosso ogni motivo di ritardo nell' agire, in un dialogo più spedito tra amministrazione centrale e amministrazioni regionali ed in un recuperato spirito di lavoro, specie in quei settori che più incidono sulla serenità di vita e sugli interessi essenziali dei cittadini. poco o molto che restiamo al nostro posto, continueremo con ogni energia nella politica di superamento dell' emergenza e di costruzione di una società più sicura. ma per raggiungere effettivi traguardi di diffuso miglioramento occorre che siano sconfitte a tutti i livelli le varie forme di egoismo e di rifiuto di una indispensabile abitudine alla coerente attenzione verso chi ha più bisogno, verso i giovani, verso gli anziani, che meritano particolari riguardi. le stesse linee di politica economica non possono esaurirsi tra le controparti rappresentative, per importante che sia il loro ruolo: per avvicinarsi ai grandi obiettivi della vittoriosa lotta alla disoccupazione e del riscatto del sud, si richiede il sostegno di tutte le grandi correnti politiche e la mobilitazione convergente delle forze più vive del paese; e la si chiede non solo in termini di sacrifici, ma, con ben maggiore forza, in termini di nuove iniziative, di grande immaginazione, di forte solidarismo. l' appello è rivolto ad aree sensibili e vitali del sistema economico : al movimento cooperativo, agli operatori della ricerca, agli imprenditori personali, siano essi artigiani, piccoli commercianti, coltivatori diretti; alle forze del lavoro autonomo in genere, ai quali tutti la società deve prestare una attenzione più viva, intesa a garantire le condizioni istituzionali, economiche e sociali nelle quali le migliori energie possano sviluppare appieno il loro grande potenziale. venerdì sera, nel darmi i suoi appunti per il programma, l' onorevole Ugo La Malfa ammoniva che il Governo deve porsi al di sopra delle troppo facili polemiche che poco hanno a che fare con la realtà dei problemi del paese; ed acquisire così quella autorità e quel distacco che l' attuale momento politico richiede. che questo non sia facile è troppo evidente, ma da parte nostra significa sentirci in ogni istante, in quanto governanti, al servizio pieno ed esclusivo dell' intera nazione, senza alcun particolarismo. se un tale elevato impegno sarà sostenuto, il risultato non potrà non essere benefico per il popolo italiano che tutti noi, nel modo migliore, cerchiamo di rappresentare.