Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 382 - seduta del 12-12-1978
Sulla disastrosa inondazione del Polesine
1978 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 801
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , mi consentano innanzi tutto una premessa ed un ringraziamento al presidente della Camera , perché, dipendendo a norma di regolamento dal presidente della Camera l' uso della televisione in quest' Aula, sono il primo oratore a non essere infastidito dalla presenza delle luci della televisione. devo quindi ringraziare di questa puntuale e ormai tradizionale gestione del mezzo televisivo con la quale devo continuare a fare i conti. ciò premesso, vorrei fare una seconda osservazione, che forse anch' essa è di ingresso al ragionamento che tenterò di svolgere. signor presidente , signor presidente del Consiglio . ho notato poc' anzi (e mi auguro che i giornalisti, che anch' essi qualche volta sembrano essere assenteisti, dovrebbero notarlo, al di là dei processi verbali) i due applausi unanimi che per la prima volta abbiamo riscontrato oggi in questa Assemblea. signor presidente del Consiglio , le mie felicitazioni! sono, come lei sa, attento e non troppo assenteista: credo che l' applauso che lei ha saputo guadagnare stamane dal suo partito è stato nell' intensità assolutamente inedito in due anni e mezzo di legislatura. ma, se ci fosse un applausometro, credo che potremmo registrare forse anche una sorta di investitura, di rappresentanza politica conferita stasera dai deputati comunisti al deputato collega Luigi Spaventa, il quale, avendo fatto una lezione o una requisitoria di alta levatura tecnica e politica, un discorso di opposizione, ha appunto avuto l' unanimità degli applausi (e questo vorrei così che venisse consegnato ai verbali attraverso la mia testimonianza) dei moltissimi presenti del gruppo comunista, nella sua lezione-requisitoria contro l' ipotesi da lei sollecitata, signor presidente del Consiglio , sollecitata fino a prova contraria a nome della maggioranza che lei rappresenta, per l' ingresso puntuale nel sistema monetario europeo . abbiamo insomma registrato oggi sicuramente, se non una centralità operativa, una centralità sintomatica e di manifestazioni degli umori e delle realtà delle situazioni dei vari gruppi parlamentari . certo, domani verificheremo la coerenza dei deputati del gruppo comunista nel momento del voto, se cioè, voteranno come il deputato Spinelli, che è per l' adesione, ma che non hanno onorato nemmeno di un applauso, o se si asterranno; o se voteranno come dovrebbero votare dopo l' applauso al deputato Spaventa, che ha condotto a fondo un intervento per il no a questo ingresso. perché le coerenze sono sicuramente un patrimonio politico prezioso, anche se moralmente l' incoerenza ha una sua dignità anch' essa, perché in politica è la coerenza politica che conta, e quando si dimostra sempre di più di vivere la politica solo in termini di affetto al potere, capisco che la coerenza politica possa poi portare puntualmente a delle apparenti incoerenze di comportamento come quelle che forse è facile prevedere per domani. ciò premesso, signor presidente della Camera, signor presidente del Consiglio , il gruppo parlamentare radicale preannuncia la presentazione di un suo autonomo strumento di impulso o di approvazione dell' ipotesi dell' ingresso immediato nel sistema monetario europeo . lo facciamo nella convinzione e con la convinzione di rappresentare qui la sola politica di sinistra che può vantare trenta anni di coerenza, democratica, di classe e libertaria, negli scontri politici che hanno caratterizzato l' Europa; e che, in questi trent' anni , l' hanno divisa, a volte, drammaticamente. credo che sia un dato di manuale scolastico, per una certa sinistra, classista e democratica, che le reali dimensioni dello scontro democratico di classe e delle alternative sociali non sono quelle dello Stato nazionale, ma sono — nella più modesta delle ipotesi — quelle relative ad un triangolo industriale molto meno « casareccio » di quello al quale si pensa normalmente, ma ben diverso, il triangolo industriale — cioè — che abbraccia Dusseldorf, che comprende a nord la Lorena e che arriva, appunto, fino alla punta italiana del triangolo industriale europeo. la sede del potere reale storico, le sedi decisionali, le sedi delle sovrastrutture finanziarie e di diritto sono sicuramente sedi nel lungo termine che non possono non adeguare la loro esistenza, la loro possibilità di efficacia e di operatività al dato base della struttura industriale; che è la società alla quale partecipiamo e della quale tutti noi abbiamo più profonda conoscenza o coscienza, quale che sia la nostra formazione culturale, grazie a quel contributo scientifico che ci è venuto da parte marxiana per individuare l' essenzialità della « struttura » industriale per individuare nel lungo termine quello che è « struttura » o « sovrastruttura » come il momento del diritto e il momento della finanza, dell' amministrazione dei nostri Stati nazionali o della vita dei comitati di gestione dell' impresa nazionale all' interno dell' area industriale alla quale storicamente si appartiene. quindi, fedeli a questa tradizione di sinistra ed a queste analisi, confermando il nostro federalismo assolutamente rigoroso e convinto, noi riteniamo, signor presidente del Consiglio , che lei avrebbe di già dovuto aderire allo Sme (tornano le luci della TV... il « fiat lux » ci sono tanti modi per pronunciarlo: qualche volta bisogna sollecitare chi è addetto per regolamento a questa funzione)... noi avremmo trovato normale e saggio che lei avesse già aderito a Bruxelles, se questo — per altri motivi — non avesse rappresentato un abuso costituzionale. lei non poteva infatti dimenticare (come ha tentato di dimenticare) che la Costituzione in tema di indirizzo non prevede funzioni monocratiche dell' Esecutivo, o non ancora — se Dio vuole! — ma solo funzioni diverse, diarchiche, non monocratiche; che, in termini di indirizzo, non è immaginabile recarsi a Bruxelles con l' ipotesi di aderire al sistema monetario , senza essere preventivamente venuti alla Camera. preventivamente, signor presidente del Consiglio ! e se lei avesse trovato più o meno realizzati i presupposti di Brema, cosa faceva? aderiva o poi veniva a posteriori a chiedere al Parlamento di ratificare una scelta che sicuramente è scelta storica. dopo! e il piano Pandolfi (che ancora noi non conosciamo) non è un' altra anomalia sostanzialmente incostituzionale? il parlamentare che vi parla ignora se davvero esiste questo UFO del piano Pandolfi. forse che questo piano può prescindere, come piano triennale, dal fatto se si entri o no nel sistema monetario europeo ? e se si entra secondo le previsioni di Brema o invece secondo il diktat successivo... (ma non è un problema di diktat, ma di politica), secondo la scelta politica dura dei nostri partners tedeschi e francesi? credo che vi è una fortuna nel ritardo della presentazione del piano al Parlamento, perché uno dei motivi per cui noi riteniamo che qui non possa e non debba più essene presa una posizione interlocutoria è che qualsiasi posizione interlocutoria sullo Sme che continui ancora a protrarsi per settimane, non consente più la presentazione, se non revisionata, del piano Pandolfi. avete già ottenuto da questo impagabile, introvabile Parlamento, signor presidente del Consiglio , di votare una legge finanziaria fatta nella prospettiva di legislazione invariata, quando la stessa costituzione del Governo e della maggioranza, invece, ci preannunciano variazioni legislative che sono certamente importanti e gravi. siete venuti qui e avete ottenuto dall' introvabile Parlamento — non dall' introvabile opposizione, ma dall' introvabile Parlamento — il voto di una legge finanziaria che dovrebbe essere un momento tattico della strategia di un piano triennale, che non gli avete comunicato; ed, in più, con la questione aperta del sistema monetario europeo che avrebbe potuto essere discusso, che avrebbe potuto essere deliberato da voi (se non fossero accadute alcune cose a Bruxelles) nella totale ignoranza del Parlamento. quindi anche su questo il piano triennale, se lo avessimo discusso venti giorni fa, lo avremmo fatto in termini di legislazione o situazione invariata. o altrimenti — è una domanda che taccio, ma credo che abbia una risposta retorica l' adesione o meno allo Sme è irrilevante sulla tenuta, e sul tipo di tenuta che noi sceglieremo per la lira? e allora, questo « piano » dovrete pur rivederlo, anche se entrerete nella « logica della trattativa » di chi ancora richiede delle garanzie. per fare che cosa? penso che sarebbe un saggio, doveroso ed urgente atto di politica, anche finanziaria e di amministrazione dell' economia del nostro paese, a questo punto, smettere di rincorrere le contingenze e le congiunture e fare una previsione realistica. noi non lotteremo né con le trattative esterne, con la richiesta, adesso, di altre garanzie, e né dentro (su questo punto nemmeno il collega Spinelli si fa delle illusioni) quello che voi avevate dato invece per implicito nel piano Pandolfi. dovete e dovrete rivedere i vostri conti. probabilmente, il punto sarà intermedio tra le vostre previsioni nel piano Pandolfi implicite, ma necessariamente presenti, e il diktat, la posizione troppo lontana che oggi i tedeschi e i francesi hanno assunto. non mi parte concepibile che un piano triennale assuma come una sorta di « invariabile fissa » la situazione della nostra moneta, indipendentemente, dalle azioni e dalle circostanze, dalle congiunture del sistema del quale comunque facciamo parte: perché al di là del fiscalismo giuridico è un dato, evidente che la nostra moneta e il nostro mercato fanno parte — direttamente o indirettamente — di questo sistema. ed è l' ora che si chiuda questa contraddizione fra indipendenza formale e dipendenza sostanziale per chi continua a credere che lo stato di diritto non è un' utopia, malgrado ormai l' unanime convergenza sulla concezione gentiliana dello Stato etico che caratterizza tutto quanto il nostro Parlamento, tranne poche eccezioni: corporativismo e pluralismo organicistico e, dietro, l' eticità del potere, lo Stato etico , da una parte. e, dall' altra, il rispetto delle regole che voi cambiate a seconda delle esigenze di potere, di Governo, momento dopo momento. ma nemmeno voi in una situazione di questo genere, potete continuare ad andare avanti presupponendo che esista nella realtà una moneta italiana al di fuori del sistema monetario europeo . oltre tutto ci sembra impossibile continuare a delegare di fatto al governatore della Banca d'Italia , ogni trenta giorni, l' amministrazione del tipo di presenza che noi dobbiamo avere in questo sistema monetario , come se si trattasse di fatto puramente tecnico. mi si consenta di parlare con franchezza. il tipo stesso di motivazione che abbiamo udito da Spaventa, ma anche da altri, mi pare che risenta molto di una fornitura di dati doverosa ma che, a mio giudizio, sembra di carattere monocentrico tutti di stessa fonte. ho addirittura l' impressione che avremmo fatto bene ad ascoltare direttamente, in Assemblea, il governatore della Banca d'Italia , perché il tipo di obiezione, di requisitoria che viene fatto è totalmente corrispondente alle preoccupazioni tecniche — rispettabilissime — espresse da quest' ultimo o dai suoi collaboratori. vede, signor presidente del Consiglio , domani altri compagni del nostro settore di democrazia proletaria , del PDUP, non so bene) prenderanno una posizione diversa; leggeremo sui giornali, una volta di più, che questi radicali ogni tanto fanno delle strane conversioni « a destra » , e sono entrati a sostenere lei nella sua maggioranza, ancora una volta, dopo il voto del progetto dalle elezioni europee che noi, appunto, votammo (e vedremo poi che anche quelli che votarono contro, parteciperanno a queste elezioni perché le considereranno un' occasione preziosa di confronto e di lotta). la verità è un' altra, signor presidente del Consiglio . se io avessi visto incrinata per un minimo la mia sfiducia nel suo Governo e nella sua maggioranza, avrei probabilmente detto: non entriamo, trattiamo, restiamo fumi, vediamo di attuare una politica autonoma. se io avessi pensato che lei disponeva di ma maggioranza, di una politica di maggioranza che tolga al diktat « europeo » l' invariabile delle nostre spese militari e il piano energetico nazionale, se fossero divenute finalmente variabili nel rilancio di prospettiva dei nostri redditi e della nostra ricchezza nazionale quelle che continuate a ritenere le costanti invariabili, se non in progresso. penso alla spesa sacrilega dello sperpero in destinazione militare — 400 miliardi anche formalmente in più solamente per quest' anno — e una scelta di piano energetico che non libera, signor ministro del Tesoro e signor ministro delle Finanze — ma che anzi, non lascia libero un solo dollaro, un solo scudo o un solo miliardo per quella politica energetica cogenerazionale sulla quale possiamo solo puntare se non decidiamo fin da adesso di marciare diritti verso i reattori autofertilizzanti e il plutonio, scelta che voi non sapete nemmeno che avete compiuto o che tentate di compiere, perché non è stata discussa non solo in Parlamento, ma neanche nei gruppi parlamentari , nei partiti, nei circoli degli intellettuali organici a questo o a quel ministero, a questo o a quel partito, centralista-democratico o meno... allora, signor presidente del Consiglio , avremmo detto: non si entra, si tratta. si comincia, per esempio, con il dire che il signor presidente Giscard d'Estaing ha il diritto di fare le cose che fa ed i suoi calcoli, ma che noi abbiamo il diritto, per esempio, di ritirare quel 33 per cento del nostro contributo al costo del reattore al plutonio autofertilizzante di Marville, in cui tutte le parti nobili, della tecnologia e della formazione, sono assegnate alla Francia e agli altri;... noi diamo il 33 per cento del contributo, con le decine e le centinaia di miliardi che questo comporta, al buio, solo per la politica di prestigio, pericolosissima anche secondo il presidente Carter, scelta da Giscard d'Estaing , da Strauss, e probabilmente (con buona pace dei nostri colleghi e compagni socialisti, al solito, tutti assenti da questo dibattito, ma che devono prenderne atto) anche da Brandt e Schmidt: la scelta anticarteriana della proliferazione nucleare fino al plutonio, assoluta. quindi, se voi foste maggioranza diversa... ma non lo siete e mi sembra siano in grave contraddizione il collega Spaventa, tutto il partito comunista e tutto il partito socialista perché il loro è un presupposto sbagliato, un presupposto di filosofia politica sbagliato. perché non dovremmo aderire? perché non dovremmo pagare questo prezzo — a sentirli — tremendo, entrando il 1° gennaio? perché? perché non lo consentirebbe la tradizionale impostazione di origine soprattutto salveminiana, dorsiana, soprattutto di un certo tipo di cultura democratica meridionalista, questo tipo di impostazione propria della nostra sinistra, per cui l' imperativo — diciamo — storico, per non dire categorico, è riassumibile nel trittico Mezzogiorno, disoccupazione, armonizzazione e rinnovamento tecnologico, che ci renda competitivi in una prospettiva per lo meno trentennale nel nostro paese... questa politica signor presidente del Consiglio , la filosofia politica di quest' Aula ha sempre voluto che lei potesse farla come chiunque altro. qual è infatti la filosofia politica di questo Parlamento da trent' anni , dei suoi partiti? e quella per cui se ci collabora con Malagodi e La Malfa può fare un certo tipo di cose, se lei collaborasse apertamente con Almirante, potrebbe fare benissimo altre cose e se lei collabora con Berlinguer, Craxi, De Martino , potrebbe farne delle altre ancora. cioè, c' è una concezione politica per la quale la Democrazia Cristiana è, non direi una bonne à tout faire , perché la degraderemmo socialmente, ma una grande padrona, con possibili liberalità storiche nei confronti di tutti. tutto il sociologismo e lo strutturalismo di cui perfino peccava la sinistra, d' un tratto, viene spazzato via per cui basterebbe una sua scelta, una scelta magari di un congresso democristiano, per fare la rivoluzione socialista, con lei presidente del Consiglio , alleato con noi, invece che con i colleghi del Movimento Sociale Italiano (dei quali non avete bisogno poiché avete dato lezioni a Bottai e Rocco su come edificare uno stato « etico » e corporativista!). ciò non lo riteniamo possibile, anche se riteniamo possibile, perché altrimenti saremmo dei manichei di dozzina, come tanti ce ne sono, che dalla Democrazia Cristiana venga una nuova ripresa o il rilancio di un certo modello di sviluppo: ma quale quello verificatosi nel 1962-1963 e 1964 non altro. e possibile che per elargizione della Provvidenza o per dati internazionali si verifichi, anche con voi, di nuovo, un miracolo economico , ma la vostra linea culturale, storicamente vede la soluzione del problema del Mezzogiorno, dell' occupazione, del problema energetico e tecnologico attraverso la logica dei « due tempi » , anche se la logica dei due tempi non è più l' ideologia ufficiale, signor presidente , del suo Governo che ha in questo una concezione di metodo in astratto se teniamo conto della pratica. cosicché non li si risolve mai, anzi li si aggrava. è dunque per questo che il garantista, il vecchio, classico uomo di sinistra che sono, che noi siamo, insiste nel dire: « no » se vogliamo risolvere quei problemi, essi non possono essere risolti da un Governo democratico cristiano , che ne può risolvere altri, o in altro modo. quindi, non esiste l' autonomia storica, di strutture, da apporre al gestore della ripresa capitalistica il socialdemocratico Schmidt, (non ad Olaf Palme) a questo gestore della ripresa economica europea fondata sul nucleare, militane e civile, portato all' ennesima potenza, con un modello nel 1995, di sfrenata ripresa consumistica come soluzione delle sacche di miseria e degli scompensi che abbiamo dinanzi. per noi radicali, a questo punto, non esiste un problema di igiene politica, metodologica. poiché l' Italia fa parte di questo sistema, e siete il comitato di gestione di queste tradizioni culturali, di queste realtà di classe, storiche, come del resto non avete mai nascosto: poiché certamente non può venire da voi la possibilità di operare le uniche scelte alternative alla nostra dipendenza dal sistema monetario europeo e dalla volontà dei suoi potenti; poiché le uniche scelte alternative della liberazione dalle spese militari improduttive e di sperpero, della loro conversione in un esercito di lavoro e alla crescita cogenerazionale dei nuovi mezzi energetici le rifiutano sia il Pci che la Dc, poiché il piano energetico vi costringerà a far convergere migliaia di miliardi sul solo investimento nucleare mentre nel decennio si potrebbero affrontare i problemi energetici con scelte diverse, con mille possibilità di impulsi e di tecniche tutte quante anche tecnologicamente quasi pronte o pronte, non c' è nulla da scegliere. la scelta è già fatta. i compagni socialisti si accingono alla campagna elettorale con un atteggiamento di « ni » rispetto al sistema monetario . si accingono a questa campagna europea nella quale le responsabilità delle condizioni iugulatorie che ci saranno poste non ci verranno da Strauss, che non governa, ma da Schmidt e dalla socialdemocrazia europea. quindi si troveranno probabilmente un poco in difficoltà: con i colleghi del collega Piccoli che si trovano al di là delle Alpi i quali si sono permessi addirittura il lusso di promuovere una campagna referendaria contro il nucleare voluto dal cancelliere Kreisky. mi spiace per loro. ecco perché, signor presidente del Consiglio , lo strumento che presenteremo la risoluzione — chiederà sic et simpliciter l' immediato ingresso, anche formale e giuridico, dell' Italia nel sistema del quale facciamo parte, al quale ci inchiodate nel peggior modo. siamo (dipendenti, ma un dipendente può essere libero ed un uomo indipendente può non essere libero. la stessa condizione sociale e dell' individuo, oltre che del corpo politico e statuale, è sempre di « dipendenza » ; si tratta di individuare quale sia il livello di dipendenza e come si vive la dipendenza che si sceglie. il problema è semplicemente questo. battiamoci almeno, perché vi sia il contratto di dipendente, in questo sistema, ma un contratto ufficiale. non vogliamo più vivere, signor presidente del Consiglio , di quelle liberalità extra-sistema che ogni tanto siete costretti ad andare a cercare, due volte l' anno, da una parte e dall' altra, per 500 o mille miliardi, con condizioni a volte mortificanti, con i piani finanziari ufficiali del nostro Stato di volta in volta affidati a questa onorevolissima mendicità (onorevolissima ma pur sempre mendicità) in base alle « sorprese » di congiuntura. siamo « dipendenti » . non lo diventiamo perché si aderisce allo Sme. invochiamo una situazione contrattuale dei lavoratori dipendenti all' interno di questo sistema, sì da poter iniziare a lottare anche in tale sede, per i diritti dei lavoratori dipendenti , nell' ambito del sistema economico monetario europeo. così decidiamo per queste motivazioni di metodo, per questi giudizi politici, che abbiamo ricordato non solo a noi stessi, che continueremo a ricordare alla sinistra, proprio perché continuiamo a credere all' esattezza del contributo marxiano in ordine alle condizioni di sviluppo, e di sviluppo alternativo, di una società industriale perché continuiamo, anche per convinzioni più antiche, pre-marxiane, a credere nella logica conflittuale democratica di classe, sembra a noi che sia da favorire ogni passo che tolga gli alibi tecnici e tecnicistici a problemi e processi politici di estrema importanza, per ricondurre questi ultimi, quanto meno in ipotesi, a momenti di sovranità giuridica e politica garantita e garantista delle organizzazioni democratiche e parlamentari, sicché il potere ispettivo di controllo, almeno in astratto, possa essere esercitato. quando un governatore della Banca d'Italia si riunisce regolarmente, ogni 30 giorni, con i suoi colleghi dello Sme, al di là e al di fuori di qualsiasi possibilità di pubblicità effettiva delle scelte che gli sono imposte o proposte di volta, in volta, siamo in una situazione di pericolosa irresponsabilità istituzionale. noi, con molta convinzione, signor presidente del Consiglio , le diciamo che si tratta di un atto dovuto, che lei al primo gennaio può compierlo, poiché ha sanato, non per suo merito, un vizio di vera e propria nullità. entrare nello Sme e firmare a Bruxelles, avendo eluso un dibattito in Parlamento, sarebbe stato veramente intollerabile e inconcepibile! avete dato, signor presidente del Consiglio , ancora una volta, purtroppo, dinanzi alle nostre difficoltà, la dimostrazione — e ciò vi onora — che avete un fedeltà puntuale alla vostra, diversa rispetto alla Costituzione, concezione dello Stato, al vostro sentimento etico del potere e del dovere rispetto alle varie situazioni. avete, per ciò stesso una volta di più, come sempre vi accade nei momenti gravi, dato un colpo all' ordine costituzionale e repubblicano. ne assestate ogni mese, continuamente... come è accaduto con la tragedia Moro. il tutto con l' altra scuola, qui presente, quella che dovrebbe essere, invece, la scuola della sinistra, con il gruppo parlamentare comunista, con il partito comunista consenziente. sembrate, voi della maggioranza, avere come unisca concezione quella crispina, della sinistra storica e trasformista. non già l' opportunismo gambettiano, che aveva pure una sua diversa dignità, una sua validità culturale, che io per altro non condivido, ma il trasformismo crispino, quello italiano, il trasformismo « meridionale » e antimeridionalista, sui quali — sono cresciuti il disastro del Mezzogiorno e della nostra stessa comunità nazionale. noi, quindi, siamo sereni. se compirete questo gesto, compirete, io penso, un gesto di ordinaria ma necessaria amministrazione, ma anche di buona amministrazione. stare fuori non significa nulla, perché non si sta fuori, non si è fuori, non avete politica alternativa. non voi potete essere « fuori » , non costoro, che da sinistra vi danno il voto, possono rifornirvi di una politica alternativa che consenta la riduzione della nostra inferiorità e dipendenza e la nascita di altre ipotesi, se persino a livello grammaticale, di una differenziazione di politica per quello che riguarda il rifornimento energetico, la stessa sinistra che viaggia dall' Etiopia all' Arabia Saudita , non è mai riuscita a proporre, né in Commissione, né in Aula, delle scelte alternative. per questo, signor presidente del Consiglio , il gruppo parlamentare radicale presenterà una sua risoluzione, nella quale chiederà che si dia finalmente corso a questo atto dovuto della politica economica dello Stato italiano.