Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 38 - seduta del 12-11-1976
Sulla Politica economica del Governo
1976 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 38
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , in questa intimità confidenziale credo, signor presidente del Consiglio , ella possa riconoscere che un dibattito sulla fiducia come questo non si era visto mai. non voglio alludere all' Aula vuota: ci siamo abituati, anche se questa avrebbe dovuto essere, specie all' inizio, una legislatura diversa, una legislatura animata in Parlamento dal pressante intervento delle sinistre, che il Parlamento largamente controllano, e caratterizzata dalla presenza attiva di quei deputati « montanelliani » della destra democristiana che ci avrebbero dovuto insegnare finalmente come si fa politica. ripeto, non alludo allo squallore di quest' Aula, perché è uno spettacolo al quale da trent' anni — è doloroso ricordarlo e riconoscerlo — siamo abituati. no, io voglio alludere al fatto veramente singolare che è un dibattito importante per il momento nel quale si svolge (un giornale di questa mattina — di sinistra, naturalmente — la rimprovera amabilmente, onorevole presidente del Consiglio , per non aver pronunciato un discorso, alla Churchill: « lacrime, sudore e sangue » , un dibattito importante perché è stato aperto dal presidente del Consiglio , perché è stato voluto, quasi preteso, dal presidente del Consiglio , un dibattito importante perché, nella sostanza e anche nella forma, è un dibattito di verifica politica nei confronti di un Governo che è il primo della legislatura e che ha avuto la fiducia appena tre mesi or sono. un dibattito importante; dicevo, perché verte sui temi che più interessano il cittadino contribuente, ma questo dibattito viene caratterizzato alla rovescia, viene dequalificato — come direbbero i socialisti — se non altro dal fatto che io sono il solo parlamentare, segretario di partito, che prende la parola in questa sede. questo non vuol essere una accusa e neppure un rilievo nei confronti degli altri partiti politici e degli altri colleghi parlamentari segretari di partito, ma è indubbiamente una constatazione che mi porta a rilevare qualche cosa di più di quello che la stampa ha rilevato. la stampa, infatti, ha rilevato che in questo modo i segretari dei partiti, e non soltanto il segretario del partito comunista e quello del partito socialista , ma forse anche il segretario della Democrazia Cristiana , hanno voluto ostentare freddezza (questa è la frase che ho rilevato sui giornali) nei confronti del Governo e del presidente del Consiglio . io non parlerei di freddezza perché i nostri rapporti non ho l' impressione — malgrado i tempi — siano sentimentali, ma sono rapporti politici. direi che i segretari degli altri partiti, ivi compreso quello della Democrazia Cristiana , hanno voluto ostentare distacco — questo mi sembra di poter constatare — nei confronti del Governo e forse dello stesso presidente del Consiglio . vorrei rilevare che si è andati al di là di quella che viene definita sempre dai giornali, e qualche volta anche dai partiti, « l' astensione critica » : l' astensione non può che essere critica. qui, siamo ad una ostentazione di distacco da parte delle altre forze politiche , degli altri segretari di partito, nessuno escluso. non voglio dire che questa sia irresponsabilità, ma è una strana forma di corresponsabilizzazione malthusiana nell' operato del Governo e del presidente del Consiglio in un momento che richiederebbe, invece, il massimo impegno da parte di tutti. sicché, si ha l' impressione che questo dibattito si svolga all' insegna del « non disturbate (non posso dire il manovratore) il manovrato » dall' estrema sinistra . questa mi sembra la formula che potrebbe caratterizzare, di fronte al Parlamento e all' opinione pubblica , questo singolare dibattito. si dà il caso, signor presidente del Consiglio ; che io sia non soltanto il solo segretario di partito che interviene, ma che io sia anche il solo segretario di partito parlamentare ufficialmente alla opposizione e che sia anche il solo segretario che ella non ha avuto la bontà, la cortesia (posso permettermi di aggiungerlo senza inasprire la polemica, perché sono e siamo assolutamente sereni a questo riguardo) e nemmeno la correttezza di sentire nel vero e proprio ciclo di consultazioni a livello di partiti, che ha preceduto questo dibattito sulla fiducia. desidero anche rilevare che il nostro gruppo parlamentare è il solo che abbia ritenuto di impegnarsi in guisa articolata e molto responsabile in questo dibattito, perché ieri hanno egregiamente parlato i colleghi Roberti e Valensise nel merito sindacale e socio-economico degli argomenti in discussione; quest' oggi parlerà, per dichiarazione di voto , il presidente del nostro gruppo onorevole De Marzio , che parlerà, come io sto parlando — lo sottolineo, ne vale la pena — a nome di tutto il gruppo e di tutto il nostro partito. ciò premesso, signor presidente del Consiglio , quali sono i contenuti e quali sono i risultati politici di questo singolare dibattito? ella, signor presidente del Consiglio , di politica non ha parlato. ella è, da questo punto di vista , un singolare presidente del Consiglio . potevamo pensare che ella non avesse voluto parlare di politica nel precedente dibattito sulla fiducia, quando si riferì, bontà sua , ai tempi dell' Assemblea costituente — un po' lontanucci, io credo e non si riferì al quadro politico di quel momento. potevamo pensare allora che ella non si riferisse al, quadro politico di quel momento, perché si trattava del primo Governo dopo le elezioni e del quadro politico si era ampiamente parlato, dalla sua parte, dalla nostra, da tutte le parti, in sede di bilancio postelettorale. ma ella è venuto qui dopo tre mesi per una verifica che lei stesso ha sollecitato, per una verifica politica senza alcun dubbio, quale che sia il contenuto tecnico del dibattito che sta per spegnersi, più che per concludersi; dopo tre mesi lei è venuto qui e ha avuto la straordinaria capacità — noi gliela riconosciamo, veramente straordinaria, inimmaginabile — di parlare di politica, sia pure per non molto tempo — i 25 minuti per i quali è stato elogiato dall' onorevole Malagodi — senza parlare di politica, senza dire assolutamente niente, con quel richiamo finale al coraggio morale, e al solito con quel riferimento ai bei tempi dell' Assemblea costituente , quando sembra che veramente abbiate risolto tutto. io mi meraviglio che dopo trenta anni siamo ancora qui a dover risolvere tutti i problemi che ci sono di fronte, dai problemi delle istituzioni ai problemi socio-economici, ai problemi del quadro politico , ai problemi della libertà, ai problemi dell' ordine, se trent' anni fa avevate risolto tutto. mi duole veramente, per ragioni non soltanto anagrafiche, di non aver preso parte ai lavori della Costituente, e a questo riguardo le debbo fare, visto quel suo « riferimentino » , una piccola osservazione. sul piano politico, ai tempi della Costituente, avete indubbiamente, d' accordo con i comunisti ed i socialisti, risolto tutto. sul piano istituzionale, per carità, era vostro compito! sul terreno socio-economico ho l' impressione, onorevole presidente del Consiglio , che quando lei ha parlato di una ricostruzione dopo la guerra e dopo la guerra civile che ne conseguì, nei bei tempi in cui collaboravate con le sinistre, ebbene, si sia leggermente sbagliato di qualche anno perché, se non erro, la ricostruzione, il cosiddetto « miracolo economico » , o comunque la capacità di riprendere e addirittura di accelerare e accentuare il ritmo produttivo da parte del nostro paese, non solo non ebbero luogo ai tempi della Costituente, quando collaboravate con i comunisti e con i socialisti, quando i comunisti vi insegnavano, come ora dovrebbero insegnarvi, come si ricostruisce il ritmo produttivo di una nazione, ma ho l' impressione di ricordare che la ripresa produttiva, che la ricostruzione socio-economica del nostro paese non solo siano avvenute dopo l' Assemblea costituente , dopo i tempi della vostra collaborazione con i comunisti e con i socialisti, ma siano avvenute proprio perché si era rotta la vostra collaborazione o la vostra dipendenza dai comunisti e dai socialisti. questi sono dati storici che possono essere valutati in termini politici come si vuole, ma non è lecito, per amor di Costituente, o per amor di Togliatti e di Nenni, venirci a raccontare che la ricostruzione in termini socio-economici del nostro paese ebbe luogo quando avevano luogo i lavori a regia. ecco, soltanto lavori a regia. cerchiamo di ricordarcelo, altro che ricostruzione e ripresa. no, allora — e d' altra parte non ne facciamo certamente addebito, trent' anni dopo, ai padri costituenti — avevano ben altre cose di cui occuparsi, non avevano gli strumenti, non esisteva il quadro politico interno e quello internazionale; ma non credo sia lecito, signor presidente del Consiglio , insistere in questa apologia dei tempi della Costituente perfino sotto il profilo socio-economico, anche se apologie di questo genere sono in Italia, per fortuna, consentite dalla legge, e non c' è alcuna legge Scelba che vi possa mettere nei guai per la continuata apologia di Assemblea costituente . comunque, ella di politica non ha parlato. è stato indubbiamente molto bravo, sorprendentemente bravo: neppure il più piccolo accenno politico nel suo discorso. e allora io vorrei sapere su che cosa saremo chiamati a votare oggi. formalmente, non c' è dubbio che il dibattito si concluderà nella più completa correttezza; ma i casi sono due, onorevole presidente del Consiglio : o ella si deciderà nella replica, fra qualche ora, a parlare del quadro politico , e noi gliene saremo grati, e il Parlamento e il paese potranno cominciare forse a capire qualche cosa, oppure se, come è molto probabile — la mia vuole essere una sollecitazione responsabile, cortese e corretta — questa nostra sollecitazione cadrà nel vuoto ed anche nella replica di oggi ella del quadro politico si ostinerà a non parlare, allora ci chiederemo — e se lo chiederà il collega onorevole De Marzio , quando dovrà fare la sua dichiarazione di voto a nome di tutti noi — su che cosa il Parlamento oggi sia chiamato a pronunciarsi. non si dica, onorevole presidente del Consiglio , perché non amiamo le bugie troppo smaccate, che ella ci ha offerto i dati e gli elementi per poter esaminare nel bene e nel male, per poter discutere e per poter votare positivamente o negativamente sulla politica socio-economica di questo Governo, così come era stato preannunciato. onorevole presidente del Consiglio , ella ci ha messo tutti in una curiosa condizione. pochi giorni fa il Parlamento ha ascoltato, ha discusso, ha votato sia in merito alla relazione che il Governo, secondo il dettato costituzionale, ha presentato nei termini sulla situazione economica e sociale del paese, sia sul bilancio previsionale nel suo complesso, sia sui singoli stati di previsione. tutto ciò è stato addirittura votato, con l' intervento dei ministri responsabili, con interventi ristretti in limiti di tempo, ma responsabili e copiosi di tutte le parti politiche e parlamentari, a cominciare dalla nostra. noi non possiamo immaginare che ella abbia sollecitato ed aperto questo dibattito e richieda, come sta per richiedere, un voto di fiducia al termine di questo dibattito, affinché ci pronunciamo sulla stangata numero tre o numero quattro — non so più nemmeno numerarle — affinché ci pronunciamo sul reperimento di 2 mila miliardi (1.500 più 500) che non si sa assolutamente dove andranno a finire, come saranno utilizzati. questo era l' unico tema del quale si doveva parlare: la destinazione, la utilizzazione, i criteri, i modi della spesa, gli indirizzi finalistici di questo Governo, in termini per lo meno socio-economici. di tutto questo ella non ha parlato, e mi pare scarsamente ne abbiano parlato le altre parti, se non per rilevare — lo hanno rilevato, se non erro, soprattutto i socialisti — che questo Governo manca di finalismi e si affida ai provvedimenti del giorno per giorno. tornerò poco più avanti sull' atteggiamento dei socialisti e dei comunisti fuori e dentro quest' Aula. ma mi pare che i miei riferimenti in questo momento siano assolutamente obiettivi. sicché, su che cosa oggi si può seriamente votare, se non esiste non dico la materia del contendere, ma proprio la materia sulla quale decidere responsabilmente a conclusione di un dibattito sulla fiducia? invece, questa è una verifica politica, lo sarà nei risultati. questo Governo uscirà dalla verifica — ormai è ufficialmente noto — con la conferma del voto di astensione di tutte le altre parti, del voto negativo da parte nostra e da parte di gruppi minori, e la conferma del quadro politico , in un momento in cui esso era stato pesantemente messo in discussione: è un risultato politico. mi sembra però, signor presidente del Consiglio , che sia un risultato politico che viene ottenuto in maniera non corretta, sia da parte sua, sia da parte dei partiti che la sostengono, e soprattutto da parte della Democrazia Cristiana e del partito comunista . ed allora, dobbiamo chiederci perché ella abbia pronunciato un discorso non politico, perché questo dibattito sia un dibattito non politico, perché il voto sarà nei contenuti un voto non politico, ma nelle conseguenze un voto politico . perché, che cosa è successo? io credo di poter dire serenamente che due partiti, la Democrazia Cristiana ed il partito comunista , si sono messi sostanzialmente d' accordo, sotto la sua guida, il suo stimolo, il suo controllo, signor presidente del Consiglio , per combinare (la parola le sembrerà dura, se ne possono usare di meno dure, dato che — ripeto — non ho animo polemico in questo momento, in quest' Aula. in questo squallore; se la parola le sembra dunque dura, la corregga lei stesso, e sono pronto a correggerla anche io) un mercato degli inganni. si è trattato di un mercato degli inganni, di un vero e proprio imbroglio politico: non è serio quello che è accaduto in questi ultimi giorni, al di fuori di quest' Aula, e quello che sta accadendo e che accadrà oggi in quest' Aula. si è giocato alla crisi, signor presidente del Consiglio , per liberare il segretario del partito comunista dalle difficoltà nelle quali si è venuto a trovare — dopo aver collocato nell' anticamera, del potere il suo partito, ormai da qualche mese — dalle difficoltà nelle quali si è venuto a trovare l' onorevole Berlinguer, forse per la prima volta, al vertice, al medio vertice del suo partito e nei rapporti tra il partito ed il sindacato. sono difficoltà delle quali si può prendere atto obiettivamente, perché, una volta tanto, non solo ne hanno parlato le agenzie, i giornali (attraverso le consuete e pur legittime indiscrezioni), ma ne ha parlato il foglio ufficiale del partito comunista , ne ha parlato la stampa periodica comunista. acque agitate, per la prima volta dopo tanti anni — ed era logico — al vertice, al medio vertice del partito comunista , nei rapporti partito-sindacato. l' onorevole Berlinguer aveva bisogno di poter dire qualche cosa alla sua base, al suo vertice, al suo medio vertice, e lei, signor presidente del Consiglio , ha colto l' occasione: in apparenza solenne, di un dibattito che avrà risultati politici di continuazione nell' equivoco, e che proprio per questo doveva svolgersi in maniera equivoca, direi asettica, in quest' Aula. anche nella Democrazia Cristiana — ella lo sa meglio di me — e persino nel Consiglio dei ministri sono insorte pesanti difficoltà nei giorni scorsi, nei giorni precedenti questo dibattito. se siamo bene informati (e credo di sì, perché si tratta di informazioni che tutta la stampa ha ripreso), due ministri del suo Governo hanno manifestato dissensi di fondo nei confronti della politica generale, del quadro politico , ed in particolare nei confronti dei finalismi socio-economici, veri o presunti, di questo Governo. e quindi anche la Democrazia Cristiana o lei nei confronti della Democrazia Cristiana avevate bisogno di un diversivo. e così gli altri partiti cosiddetti dell' astensione — inquieti, riluttanti, diffidenti, freddi, o semifreddi — hanno trovato, grazie a lei, in questo dibattito, sulla pelle del popolo lavoratore italiano, il diversivo politico di cui c' era bisogno. in sostanza questo dibattito, signor presidente del Consiglio , è stato da lei voluto non per una conferma della « non sfiducia » ; è stato da lei voluto per bloccare i fermenti oppositori che stavano emergendo in vari partiti politici dell' astensione, e soprattutto nel partito comunista e nella Democrazia Cristiana . ci è riuscito, con la collaborazione di lor signori . non può pensare però di avere la nostra collaborazione. noi, ci permettiamo di esentare il nostro ruolo, che non è di opposizione per l' opposizione, o di opposizione irresponsabile: al contrario, è responsabile proprio perché è di opposizione. visto che il Governo ed i partiti della astensione si rifugiano, di fronte alle loro pesantissime responsabilità, (mai un Governo ha avuto sulle sue spalle in Italia responsabilità pesanti come il Governo attuale), nelle formulette, nelle crisi senza crisi, nelle invenzioni dialettiche che non onorano coloro che vi ricorrono, il compito della nostra solitaria, ma ferma, chiara, responsabile opposizione consiste, prima di tutto, nel mettere in luce, nello smascherare — ecco! — gli imbrogli non decorosi ai quali comunisti, democristiani e gli altri vi siete affidati particolarmente in questi giorni. ha avuto luogo, nei giorni scorsi, una crisi di queste crisi senza crisi: signor presidente della Camera, a questo punto — sommessamente, correttamente, ma anche abbastanza fermamente — non posso non rivolgermi alla attenzione, spero e credo responsabile nei limiti delle prerogative costituzionali, del Capo dello Stato , il quale non può non accorgersi di quanto sta accadendo nel nostro paese a livello di vertice. quando si determina una crisi senza crisi, quando il presidente del Consiglio apre delle consultazioni (perché questo è accaduto), non ha alcuna importanza se le consultazioni sono fatte a due a due o in « ammucchiata » , tutti insieme. non ha alcuna importanza questo, signor presidente del Consiglio , perché — mi perdoni la battuta un po' scurrile — quando una ragazza si concede sei volte a sei tipi diversi, potrebbe benissimo concedersi, in « ammucchiata » , a tutti contemporaneamente. oramai le mode sono queste! quindi, quando si apre una crisi senza crisi, quando un presidente del Consiglio apre delle consultazioni che, a suo dire, aperto o sommesso, sono consultazioni che potrebbero portare anche ad una vera ed anche formale apertura della crisi; quando si tratta di consultazioni che investono globalmente il quadro politico e quello socio-economico, quando si tratta di consultazioni e quindi di decisioni, di determinazioni, di finalizzazioni da cui dipende il destino di tutto il popolo lavoratore italiano e di tutti noi — opposizione, Governo, « astensioni » e « non astensioni » — allora il presidente della Repubblica può anche degnarsi di accorgersene, anche se nel quadro limitato e limitativo dei poteri presidenziali. non è possibile che si verifichino imbrogli di questo genere: questo è un vero e proprio mercato degli inganni, senza che l' attenzione del Capo dello Stato sia richiamata. comunque, prescindendo da questa osservazione — che io credo possa avere una sua obiettiva importanza e, spero, anche qualche risonanza — riteniamo che il presidente del Consiglio abbia aperto effettivamente delle consultazioni, che queste si siano iniziate con un lunghissimo colloquio con la delegazione del partito comunista italiano, e non — come ci si sarebbe logicamente, lecitamente, correttamente, decorosamente, responsabilmente aspettati — con un incontro con la delegazione del partito di governo. è stata veramente singolare, significativa e provocatoria — sia da parte comunista sia da parte del presidente del Consiglio — la maniera con cui si sono condotte queste consultazioni che, poi, si sono ristrette ai partiti dell' astensione, che non hanno il coraggio e la volontà di chiamarsi « partiti della maggioranza » . in realtà quelli sono i partiti della maggioranza attraverso l' astensione. non creda, signor presidente del Consiglio , che io parli di questo a causa della nostra esclusione dalle consultazioni, con animo di vibrata protesta come potrei anche fare; mi permetto soltanto di dirle ed è una censura che ella merita non da parte nostra, ma da parte della pubblica opinione in genere — che ella è il primo presidente del Consiglio , dopo trent' anni , che si comporta in questo modo, differenziandosi anche dal suo stesso comportamento in precedenti occasioni. posso ricordare che un suo predecessore, certo non vicino alla nostra parte, ma da noi sempre politicamente aggredito, l' onorevole Moro, ebbe a comportarsi in guisa diversa, quando aprì le consultazioni per la formazione di un Governo o per la conferma di uno precedente, quando comunque ritenne di consultarsi con le varie parti politiche. soprattutto debbo farle osservare, signor presidente del Consiglio . — una volta per tutte — che si è determinata in Italia, dopo il 20 giugno, una situazione politica e parlamentare che non ha precedenti da trent' anni a questa parte per due motivi: primo, perché il partito comunista è entrato per la prima volta, dopo trent' anni , a far parte della quasi maggioranza (chiamatela come volete), è a sostegno, per la prima volta dopo trent' anni , di un Governo, non è all' opposizione; secondo, perché tale situazione va messa in relazione proprio con la scelta che il partito comunista ha fatto e con la scelta che ha fatto la Democrazia Cristiana in direzione del partito comunista , nonché con la sua disponibilità personale. e non è questo un dato di piccola importanza, perché bisogna anche trovare l' uomo adatto per vicende di questo genere. non a caso, forse, la Democrazia Cristiana e il partito comunista hanno trovato in lei, dopo trent' anni , l' uomo adatto. e qualche pensierino sulla sua attività ai tempi della Costituente forse avrebbe potuto indurla a non dichiararsi disponibile per una operazione simile, che è un voltafaccia clamoroso, di portata storica e morale, nei confronti dei suoi atteggiamenti, dei suoi precedenti, del suo passato, della sua rispettabilissima tradizione di uomo politico democristiano e cattolico. non so se ella abbia valutato abbastanza il fatto che non solo dopo trent' anni il partito comunista ha abbandonato, almeno per ora, l' opposizione, ma che a seguito di questo atteggiamento comunista, democristiano e suo personale esiste in questo momento, per la prima volta dopo trent' anni , un solo gruppo parlamentare all' opposizione, sicché escludere questo gruppo parlamentare e questo partito dalle consultazioni fa si che la discriminazione nei nostri confronti non ha più il sapore che poteva avere prima del 20 giugno. prima del 20 giugno la discriminazione nei nostri confronti — mi permetta di dirlo — era faziosa. posso dirlo perché lo penso e perché è vero: era una discriminazione faziosa, era una discriminazione incostituzionale, era una discriminazione dovuta a pruriti viscerali di un antifascismo stupido e abietto. posso permettermi di dirlo: antifascismo stupido e abietto in quanto viscerale, non in quanto antifascismo, per carità! si trattava però di una discriminazione che poteva essere fatta risalire a situazioni obiettive, a contrasti emersi, ad accuse contro di noi, se volete perfino a nostri atteggiamenti che potevano essere considerati, obiettivamente o soggettivamente, da voi e da una parte della pubblica opinione come atteggiamenti e comportamenti faziosi. ma dopo il 20 giugno, essendo noi — non per merito nostro ma per diserzione altrui dall' opposizione o per passaggio altrui alla maggioranza — diventati e rimasti la sola opposizione, l' aprire una crisi o una pre-crisi senza consultarci significa determinare, onorevole presidente del Consiglio , in linea di fatto, in linea di diritto, una situazione apertamente, palesemente offensiva per le istituzioni di libertà e di democrazia. in qualunque regime democratico e parlamentare la garanzia della libertà non è la maggioranza, è l' opposizione; la garanzia della democrazia non è data dal rispetto dei diritti e dei privilegi, se volete, della maggioranza, è data dal rispetto dei diritti e non certo dei privilegi dell' opposizione. quando non si consulta la sola opposizione in Parlamento rappresentata da un segretario di partito si è fuori. voi vi siete collocati fuori e la mia non è neppure una protesta, è una constatazione, e una constatazione grave. vi siete collocati fuori dalle regole del gioco ; siete fuori gioco voi, non c' è alcun dubbio, e non noi. ma c' è qualcosa di più: metterci fuori gioco , non consultarci, non consultare la sola opposizione esistente, quando si tratti di problemi di politica generale, quando si tratti di problemi nazionali, quando si tratti di impostazioni di costume, può avere qualche riferimento ai contenuti del nostro programma, ai lineamenti della nostra linea politica, al nostro modo di essere . si può dire assurdamente, pretestuosamente, falsamente: non li consulto, perché essi rappresentano un' altra concezione della vita, perché rappresentano un altro costume, perché rappresentano una visione dei problemi politici interni e internazionali con la quale non vogliamo neppure confrontarci, perché non c' è neppure la possibilità del confronto. ella sa che sarebbe assurdo sostenere queste aberranti tesi, ma per comodità polemica gliele regalo. qui però si discute delle « stangate » , dei doveri del contribuente italiano; qui si fa appello al lavoratore autonomo , al lavoratore dipendente ; qui si fa appello allo spirito di sacrificio di tutti gli italiani! e noi, onorevole presidente del Consiglio , apparteniamo ad un partito politico che rappresenta i non molti italiani che pagano le tasse. bisogna pur dirlo: è difficile trovare nelle nostre file o in ambienti che possiamo rappresentare i grossi evasori o i parassiti. ma i parassiti sono da trent' anni con voi, nelle vostre file, tutelati da voi; è difficile trovare gli eversori socio-economici nelle nostre file; è impossibile trovare i cattivi amministratori nelle nostre file, perché i cattivi amministratori a livello nazionale siete voi, siete voi da trent' anni : e, a livello locale, i parassiti che disperdono il pubblico e privato denaro sono a sinistra, sono tra voi. le sinistre hanno il 49 per cento del potere negli enti locali . gli scandali ve li giocate, lo diceva bene ieri l' onorevole Valensise: comuni, province, regioni, bianchi e rossi. questi sono i colori che sperperano miliardi, centinaia e migliaia di miliardi. si tratta di una consultazione, di una quasi-crisi intesa ad affrontare questi problemi, e un presidente del Consiglio viene nella sostanza a fare appello e parla di coraggio morale: bel coraggio morale quello che consiste nel discriminare la sola parte politica che non per suo merito, ma in relazione agli eventi di questi trent' anni , non ha alcuna corresponsabilità nel dissesto della finanza pubblica o parapubblica. e questo, secondo lei signor presidente del Consiglio , è un atteggiamento responsabile e accettabile? e sul piano politico, onorevole Andreotti — ed io mi affido alla sua fine intelligenza — non le pare una follia regalare al partito comunista la discriminazione nei confronti della destra, nel momento in cui il partito comunista diventa un partito di potere? fino a che il partito comunista era un partito di opposizione, regalare a tutti i comunisti e a tutti gli antifascisti viscerali la discriminazione della destra era una operazione politica che poteva avere delle contropartite o che poteva essere considerata una operazione politica di relativo equilibrio: la sinistra fuori dal potere, non oggetto però di discriminazioni pesanti (perché la sinistra è intoccabile, è costituzionale, è l' Assemblea costituente , è il CLN), la destra fuori all' opposizione, anche perché discriminata. poteva essere una operazione di sia pur cinico equilibrio, ma da quando il partito comunista è diventato non ancora Partito di maggioranza e di Governo, ma partito di potere, il discriminare la destra significa realizzare a vantaggio dei comunisti il regime. non ve ne siete accorti? non pensate a tutto questo? o tanto ci pensate che questo è nei patti? o è nei patti che sia così o il partito comunista vi ha detto come prima cosa che se consultate la destra, se non discriminate la destra, salta il gioco, perché il nostro è un gioco di regime? quindi è un gioco di regime, onorevole presidente del Consiglio , quello al quale ci avete sottoposto in queste settimane? credo che siano domande di un certo interesse e so perfettamente che tra poche ore ella non riterrà opportuno rispondere; ma ci consenta far rilevare davanti all' opinione pubblica questi dati di fondo, in un clima che, ripeto, da parte nostra, e particolarmente da parte mia, non è in questo momento di esagitata protesta. in altri momenti le vostre discriminazioni ai nostri danni — perché non dirlo — hanno gravato su di noi, ma in questo momento ce ne possiamo persino compiacere. infatti non essere complici del Governo della « stangata » , del Governo che i suoi stessi amici definiscono come un Governo senza prospettive, senza finalismi, del Governo che chiede denaro agli italiani, ma non ha la capacità o il coraggio di fare agli italiani un appello fino in fondo, non retorico, ma responsabile, del Governo che non ha il coraggio di lanciare un prestito nazionale di solidarietà, perché sa che gli italiani non hanno fiducia in questo assetto della cosa pubblica , il non essere complici, ripeto, l' essere all' opposizione, l' essere la sola opposizione in questo momento, e finché dura, è esaltante, signor presidente del Consiglio . non è debilitante, non è, affatto deprimente! io non protesto per la vostra discriminazione: vi dico attenzione, perché è a vostro danno, è a vantaggio soltanto dei comunisti, perché è a svantaggio di tutto il nostro paese e delle istituzioni del nostro paese. e vi dico anche che noi non pensiamo lontanamente a protestare in maniera formale. perché? perché nel momento in cui dalla testa del partito comunista cede l' aureola della protesta e della opposizione, per fortuna, onorevole presidente del Consiglio , c' è chi è in grado, perché è andato sempre a testa dritta, di poter rappresentare la protesta e l' opposizione in guise tanto più efficaci quanto più pervicaci, assurde, insensate e irresponsabili sono o continuano ad essere le vostre discriminazioni nei nostri confronti. ho rilevato poco fa che si è trattato e si tratta in sostanza di un concordato imbroglio fra voi e i comunisti, fra voi democristiani e i comunisti, sotto l' egida, quasi papalina, dell' onorevole presidente del Consiglio . e gli altri? i socialisti? ho letto ieri mattina sull' Avanti! : « non esprimeremo giudizi su un discorso che non c' è stato, quello dei fini » molto grave che il partito socialista conceda l' appoggio, sia pure di astensione, a un presidente del Consiglio e ad un Governo che, secondo il partito socialista e secondo Avanti! , non ha fatto il discorso sui fini. quando il partito socialista era al Governo con il centrosinistra e quando poi il partito socialista ha dovuto giustificare, più o meno validamente, le sue impennate, le sue crisi, le sue uscite, che prima erano temporanee e sono diventate poi, sembra, definitive, dal centrosinistra, l' accusa più pesante che il partito socialista ha rivolto in questi anni ai vari governi di cui ha fatto parte o di cui ha rifiutato di far parte, qual è stata? è stata la famosa accusa relativa ai « due tempi » . il partito socialista ha, infatti, sempre accusato i vari governi di essersi indirizzati verso il primo tempo, quello congiunturale, e di aver visto soltanto in prospettiva e, comunque, conseguentemente il secondo tempo, quello strutturale. il partito socialista ha sempre chiesto che i due tempi fossero in qualche modo assimilati, che dal tempo congiunturale si passasse immediatamente o addirittura contestualmente al tempo strutturale. si può discutere — ed infatti abbiamo discusso tante volte — su queste impostazioni del partito socialista , che in certi momenti sono state perfino valide, in certi altri momenti lo sono apparse meno o niente affatto. ma questa era la caratteristica tipica del partito socialista , questo è il socialismo. nel momento in cui il socialismo non arriva nemmeno più ad essere revisionista o si acconcia a tesi di conservazione nel male, nel peggio e nel danno, io non so più di che partito e di quali atteggiamenti si tratti. come fa a scrivere Avanti! che questo Governo e questo presidente del Consiglio non enunciano nemmeno i fini di una politica socio-economica, perché dei fini non si parla ed è perfettamente vero — e poi arzigogolare motivazioni per la non sfiducia? io non riesco a comprendere in che cosa consiste codesto atteggiamento, lo spiegheranno, forse, oggi nelle dichiarazioni di voto . quanto al resto, onorevole La Malfa senior, sapevamo perfettamente bene che con l' aiuto dell' onorevole La Malfa junior lei avrebbe giustificato l' ennesima capriola. ma, onorevole La Malfa senior, stia tranquillo, non l' avevamo presa sul serio. non ci è mai capitato, da tanti anni a questa parte, di prenderla sul serio. perché dovevamo farlo in questa occasione? non c' era, quindi, alcun bisogno che lei mandasse avanti, in avanscoperta, il suo gentil figlioletto per raccontarci i motivi per i quali « papariello » riteneva di modificare il proprio atteggiamento. ci si risparmino, per cortesia, questi piccoli drammi familiari; così come — lo confesso — non abbiamo preso eccessivamente sul serio il serissimo discorso dell' onorevole Malagodi; e non abbiamo ancora compreso bene fino a qual punto sia saragattiano l' atteggiamento del partito socialdemocratico . una parolina ai sindacati. i sindacati — quelli, della « triplice » , naturalmente sono stati ancora una volta elogiati, è stato riconosciuto il loro senso di responsabilità , sono stati corteggiati da ogni parte; dal presidente del Consiglio e da tutti gli interlocutori. io faccio un piccolo, modestissimo rilievo. ho l' impressione che oggi non si parta e non si arrivi in Italia. ho sentito dire che c' è uno sciopero ferroviario, naturalmente legittimissimo, giusto e sacrosanto. vi è uno sciopero nei servizi postelegrafonici, anch' esso assolutamente sacrosanto. ma, soprattutto, i sindacati della « triplice » (che sono responsabili, che hanno rinunziato persino al diritto di riposo nelle giornate non più di « ponte » hanno annunziato che daranno luogo a scioperi regionali articolati di protesta nei confronti del programma governativo. questa è veramente bella! è legittimo lo sciopero dei ferrovieri, che hanno una piattaforma rivendicativa , che chiedono qualche cosa e, non essendo riusciti ad ottenere il qualche cosa legittimo in altre guise, scioperano; è legittimo lo sciopero dei postelegrafonici, per gli stessi motivi. mi permetto di dire anche qualche cosa di più, che non è un incitamento, per carità: che se per avventura gli statali, ai quali il Governo non è che risponda « no » , ma non si degna neppure più di rispondere, dovessero proclamare un qualche sciopero, penso che avrebbero ragione, perché si tratterebbe di scioperi non di protesta generica contro il Governo o contro il suo programma, ma di scioperi intesi ad ottenere — sia pure con un' arma eccezionale e disperata, come dovrebbe essere l' arma dello sciopero — non dico dei vantaggi, ma il riconoscimento di diritti. ma quando la saggia « triplice » sindacale, la quale si rende conto, con ampio e alto senso di responsabilità , dei propri doveri e dei doveri del mondo del lavoro e della produzione in tempi così difficili, rinunzia — bontà sua — allo sciopero generale , e dà luogo a scioperi articolati, regionali, di protesta, che non servono assolutamente ad altro che a consentire a lor signori di pronunciare magnifici o pessimi discorsi sui palchi e a far spendere all' erario italiano centinaia di milioni, comizio, per comizio, quando la « triplice » sindacale — dicevo — saggissima, perché rinunzia a trasformare i « ponti » in riposi, ma trasforma in riposi i... « non ponti » , dando luogo a scioperi regionali articolati, fa perdere al ritmo produttivo della nazione molto più di quanto nell' intero 1977 si riguadagnerà con le 5 o 6 giornate che per legge ci vengono restituite, ci si consenta di dire che anche questo è un imbroglio, è una vergogna. smettetela di esaltare il senso di responsabilità di personaggi sindacali che rientrano nella farsa generale che state indecorosamente recitando ai danni del popolo italiano . ora, dietro la cortina di questa farsa o di questo imbroglio (ripeto, dico tutto ciò in termini tutt' altro che offensivi), signor presidente del Consiglio , che cosa è accaduto, in termini politici? che cosa sta accadendo? è accaduto ciò che mi sono permesso giorni or sono di sottolineare sul nostro quotidiano; cioè, si è realizzata sotto la sua egida e d' accordo con l' onorevole Berlinguer la terza fase della intesa tra comunisti e democristiani. vede, signor presidente , non dico nemmeno più la terza fase del compromesso storico strisciante, perché mi sono annoiato io per primo nell' utilizzare formule vuote, che non significano più nulla, visto che vengono usate in tutte le salse, e da ogni parte politica . mi riferisco esattamente alla terza fase della intesa, dopo il 20 giugno, tra democristiani e comunisti. la prima fase ha portato un collega comunista alla Presidenza di questa Camera con voti democristiani e ha portato altri sette colleghi comunisti a dirigere importanti Commissioni parlamentari. che si sia trattato di un accordo non vi sono dubbi. non lo chiameremo compromesso, per carità! il compromesso, la Democrazia Cristiana dell' onorevole Zaccagnini lo ha respinto ufficialmente. e Zaccagnini è un galantuomo, ci mancherebbe altro! ma l' accordo (ecco, non il compromesso), l' intesa, ha avuto luogo subito dopo l' inizio di questa legislatura, con la elezione dell' onorevole Ingrao alla Presidenza di questo ramo del Parlamento e anche con la elezione del — senatore Fanfani, con i voti comunisti, determinanti, richiesti, graditi ed accettati, alla Presidenza dell' altro ramo del Parlamento. la seconda fase, onorevole Andreotti, ha avuto luogo quando ella, attraverso la formula delle astensioni (niente compromesso storico , nemmeno per sogno: intesa, accordo, con l' onorevole Berlinguer e con tutti gli altri) ha potuto formare un Governo che per la prima volta, dopo trent' anni , ha tratto i comunisti fuori dell' area dell' opposizione e li ha introdotti nell' area del potere. in questi giorni si è realizzata la terza fase. in che cosa essa è consistita? in primo luogo, onorevole Andreotti, lei ha accettato, per imposizione o per suggerimento o per consiglio o per pressione — non ha importanza — dei comunisti, un metodo di governo che degrada il Consiglio dei ministri , lo degrada istituzionalmente e permanentemente; perché ormai, a seguito della non crisi di questi ultimi giorni, gli italiani hanno potuto constatare, noi parlamentari abbiamo potuto constatare che lei non è in condizione di riunire il Consiglio dei ministri per decisioni importanti, specie di carattere socio-economico, se precedentemente non consulta il partito comunista . fin qui il partito comunista si era accontentato di consultazioni a livello Barca; adesso in barca ha voluto entrare tutto il partito comunista ufficialmente con la delegazione guidata dall' onorevole Berlinguer. sarà la quarta fase se riuscite ad andare avanti. non siamo ancora al direttorio, non è stato istituzionalizzato il direttorio: il partito comunista , il partito socialista non hanno ancora ottenuto il massimo, per ora, che avevano chiesto di poter ottenere; siete a mezza strada, ma è comunque un nuovo tratto di strada compiuto da lei personalmente, dalla Democrazia Cristiana e dal Governo in direzione delle richieste imperative del partito comunista . e non mi dica, onorevole presidente del Consiglio , che non sia una pratica degradante (e penso che anche per questo qualche ministro si sia risentito) quella che subordina il Consiglio dei ministri del nostro paese — che ha responsabilità di ordine costituzionale che la preghiamo di tener presente — ai dettami, ai consigli (si fa per dire) del partito socialista e degli altri partiti, ma soprattutto del partito comunista . in questa guisa il partito comunista ha fatto un notevole passo avanti verso l' ingresso ufficiale nella maggioranza. cioè, la situazione dei rapporti tra Governo e partito comunista , attraverso questa terza fase, è indubbiamente mutata a vantaggio del partito comunista . ma io voglio farle un' altra osservazione che spero la colpisca, perché mi sembra pertinente. lei ha inventato il discorso « delega sulla fiducia » . non era mai capitato. volendo lei chiedere la fiducia e volendo lei una verifica non solo politica, anzi, una verifica soprattutto sui contenuti della sua politica economica , e dovendo lei affrontare taluni nodi, a cominciare da quello della scala mobile , i nodi relativi al costo del lavoro , al problema rapporti inflazione-costo del lavoro , e non essendo lei nella possibilità di fare o di annunciare nulla perché ancora non esiste intesa, non esiste accordo preciso e tecnico (non fra lei e il partito comunista , ma fra il partito comunista e se stesso , cioè fra il partito comunista , e la « triplice » sindacale), non potendo e non volendo lei pronunciarmi, non avendo il Governo la forma di pronunciarsi su problemi di questo genere senza la preventiva intesa o senza il preventivo lasciapassare da parte della « triplice » e del partito comunista , ella bravissimo!, gliene do atto — ha inventato il discorso « delega sulla fiducia » . lei ha detto: fra un mese, avete un mese di tempo. badi che è un nuovo costume, perché lei in questo modo chiede e attiene la fiducia, o la non sfiducia, su un differimento nel tempo. correttamente, onorevole presidente del Consiglio , lei dovrebbe (non lo farà e non glielo chiedo in termini formali perché un altro dibattito di questo genere tra un mese francamente dispiacerebbe prima di tutto a noi) oggi chiedere — certamente se ne deve essere reso conto, perché lei è troppo fine politico e troppo esperto costituzionalista — una fiducia differita ad un mese. lei oggi dovrebbe presentarsi alla Camera dicendo: vi chiedo scusa, ho sbagliato, siccome non sono in grado di dirvi nulla di ciò che avrei dovuto dirvi chiedendovi una seria e motivata fiducia e siccome ho dato un mese di tempo a forze che parzialmente sono qui dentro e a forze (che rappresentano la parte più importante) che non sono qui (forze tra l' altro che non hanno voluto starci, perché se ne sono volute andare, perché hanno rifiutato e rifiutano da anni il confronto parlamentare, e mi riferisco ai sindacalisti della « triplice » , siccome c' è gente, ex parlamentari (che una volta condividevano le nostre responsabilità e che da anni rifiutano per comodità loro e a danno del mondo italiano del lavoro e della produzione di condividerle) che sta fuori di qui, e siccome questa gente non è nella volontà, per ora, di dire sì, di dire « ni » e neppure di dire no agli eventuali orientamenti del mio Governo, io vi chiedo scusa, ho sbagliato, ci rivediamo tra un mese, il voto me lo darete tra un mese quando saprete su che cosa votare. ella oggi questa non lo farà, ma cosa farà fra un mese? certo, c' è Natale, l' Epifania: cosa le porteranno in dono i Re Magi della « triplice » sindacale per l' Epifania? un nuovo salvacondotto, la quarta fase, nuove intese con l' onorevole Berlinguer sulla pelle dei lavoratori, italiani? che ci sarà nel paniere, non della scala mobile ma della « triplice » , fra un mese? quale sarà, onorevole Andreotti, il suo programma fra un mese? si rende conto che lei non ha un programma, che non può averlo e che non sa quale programma avrà fra un mese? si rende conto che, in una condizione di questo genere, lei indecorosamente chiede e ottiene la « non sfiducia » ? spero che voglia, darci chiarimenti. non li darà, certo, ma ho voluto dimostrarle che dobbiamo stare molto attenti agli sviluppi di una situazione di questo genere. ora chiediamo: la base popolare italiana, i contribuenti, in una situazione di questo genere, accettano? sopportano? subiscono? non protestano, sono a disposizione? gli appelli al coraggio morale non sono forse destinati, onorevole Andreotti, per colpa sua e non del popolo italiano , a cadere largamente nel vuoto? lei ha incautamente parlato (una volta tanto è stato incauto!) della « spirale che ci soffoca » . al suo posto, non avrei usato, in una situazione di questo genere, la parola « spirale » , perché la usò (assai bene) l' uomo al quale lei è stato vicino per anni quando parlò, trent' anni fa, della necessità di rompere la spirale della vendetta. quell' uomo fece allora qualche cosa per rompere la spirale della vendetta e lei era accanto a lui. non glielo ho mai detto onorevole Andreotti, ma oltre alle tante cose che mi dividono e mi allontanano da lei, ce ne è una che invece mi avvicina a lei nel ricordo e nella gratitudine: la circolare che ella mandò nel febbraio del 1948 perché si accelerassero i processi disepurativi. fu quello un suo grosso merito, in termini morali, politici e umani. non me lo sono dimenticato. quelli erano i tempi in cui Alcide De Gasperi — e accanto a lui Andreotti — ritenevano, per motivi politici ma forse anche per motivi morali e (posso permettermelo di dirlo senza retorica) per motivi nazionali, che premessa per la ricostruzione materiale fosse la ricostruzione morale e quindi la rottura della spirale della vendetta e l' equiparazione di tutti i cittadini. ma oggi, dopo trent' anni , comportandosi in guisa tale da riaprire proprio lei, onorevole Andreotti, al vertice l' epurazione che De Gasperi — e lei in subordine — volle estinta alla base, proprio lei pensa di poter parlare insieme ai comunisti, che non hanno mai cessato di essere epuratori, discriminatori odiosi e feroci di tanta parte del popolo italiano ? proprio lei, in quella compagnia, pensa di potersi rivolgere al coraggio morale degli italiani perché sia rotta la spirale che ci soffoca? la spirale che ci soffoca da tanti anni per colpa vostra, dei vostri cedimenti (e non tanto delle istigazioni comuniste), è la spirale dell' odio della discriminazione. non si può ricostruire nel fisico un paese se non lo si ricostruisce nel morale. a proposito del comportamento della base popolare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, devo fare un' altra osservazione. onorevole Andreotti e colleghi comunisti, a che punto siamo con i ceti medi ? ho rilevato una recentissima affermazione di un importante sindacalista della « triplice » , che porta solo per caso il nome di un noto e bravo attore comico, al quale chiedo scusa: Macario. Macario — non l' attore — ha fatto a nome della « triplice » , l' altro ieri, questa dichiarazione: « dobbiamo fare un discorso preciso a tutte le forze politiche perché la facciano finita con quella indulgenza strutturale nei confronti dei ceti medi » . ceti medi : non siete stati forse i « cocchi » di mamma Democrazia Cristiana , ma anche di papà comunista e perfino socialista durante la campagna elettorale ? i milioni di voti che la Democrazia Cristiana ha preso a destra o al centrodestra non sono stati forse, in larga misura, voti dei ceti medi ? e il partito comunista ? « miracolo a Milano » , si dice; ma questo partito non ha realizzato, forse soprattutto nell' Italia settentrionale e specialmente a Milano, una larga penetrazione nei ceti medi ? e non aveva il partito comunista cominciato a mutar volto, umanamente, perché era riuscito a comprendere il dramma dei ceti medi e ad interpretarne le istanze? adesso, ceti medi , avete votato Democrazia Cristiana e non destra? avete votato partito comunista e neppure Democrazia Cristiana ? avete votato partito socialista ? ebbene, pigliatevi la « stangata » ! tutta per voi! 1.500 miliardi tutti per voi! professionisti, commercianti, artigiani è per voi la festa, così come è stata per voi la festa elettorale perché avreste dovuto, attraverso i deputati alla De Carolis o attraverso persino deputati comunisti vicini ai ceti medi , avere un Parlamento ed un Governo sensibili alle vostre istanze. le elezioni sono passate, la festa è finita, gabbato è il ceto medio . e, avanti, stanghiamolo: non « anche » il ceto medio , che sarebbe perfettamente giusto, ma « soltanto » il ceto medio ! non soprattutto, ma soltanto. l' onorevole Andreotti, in sostanza, nel suo discorso ha detto soltanto questo, perché tutto il resto è solo aria fritta . la sola cosa importante che l' onorevole Andreotti abbia annunciato sono i 1.500 miliardi da prelevare dai ceti medi con un provvedimento iniquo perché discriminatorio. questo provvedimento potrà essere giusto nella sostanza (si devono reperire quei 1.500 miliardi di cui l' erario ha bisogno, salvo poi vedere come verranno spesi), però esso è discriminatorio perché colpisce — lo hanno detto egregiamente tanto l' onorevole Roberti quanto l' onorevole Valensise ieri un contribuente prima che questi abbia percepito qualcosa: quindi, solo in presunzione di quello che percepirà. diceva ieri l' onorevole Valensise che si possono addirittura presumere eccezioni di incostituzionalità a proposito di un provvedimento di questo genere. sicché, onorevole presidente del Consiglio , quando le dicevo prima che, in definitiva, l' opposizione è perfino comoda in questo momento e in questo Parlamento, volevo dire anche questo. i discriminati sono due: la destra nazionale e i ceti medi ! noi vi ringraziamo, e speriamo che i ceti medi si rendano conto dell' ignobile inganno che è stato teso loro sia dal partito comunista sia dalla Democrazia Cristiana e, soprattutto, dal signor presidente del Consiglio che fa da ponte, in termini discriminatori pesanti, nei confronti di quei cittadini ai quali si rivolge in nome di un presunto coraggio morale e per soffocare la spirale. di qui il fatto che la spirale non è più solo quella dell' odio antifascista o antidestra ma anche anti-ceti medi . quindi, discriminazione dal vertice fino alla base. e sono dati rilevanti che debbono essere tenuti presenti. onorevole presidente del Consiglio , ella ha detto testualmente (è la sola cosa che io condivido del suo discorso, mi perdoni) che dobbiamo affrontare in radice le cause degli squilibri del nostro sistema. speriamo! signor presidente del Consiglio , vuole affrontare questo discorso? vogliamo, trent' anni dopo l' Assemblea costituente , vedere un po' in radice quali siano le cause degli squilibri del sistema? vogliamo farlo un discorso sul sistema? considerato che non glielo fanno i comunisti, i quali hanno rinunciato a discorsi « di sistema » ; visto che non glielo fanno i socialisti che hanno rinunciato anche loro?, discorsi « di sistema » , e visto — chiedo scusa — che non lo fa la Democrazia Cristiana per innata impotenza a discorsi di questo genere e di larga prospettiva, perché è avvezza, da troppo tempo, a discorsi di potere e quindi tattici. ebbene, signor presidente del Consiglio , vuole per cortesia rendersi conto che o si fa un discorso « di sistema » , oppure si è nella fase congiunturale? ma quando la congiuntura coincide con il disastro generale, i discorsi congiunturali sono di resa senza condizioni, di impotenza programmatica, di impotenza anche in prospettiva. e allora, se vogliamo fare, onorevole presidente del Consiglio , un discorso « di sistema » , questo discorso glielo può fare la opposizione nazionale e sociale da noi rappresentata; e glielo può fare senza paroloni, senza prospettive antidemocratiche: al contrario, con prospettive che garantiscano la libertà, che consolidino la democrazia, che diano alla democrazia e alla libertà quei contenuti sociali che ad esse sono mancati. vogliamo farlo un discorso di sistema? perché non si prova, onorevole Andreotti, ad illustrarci i termini di un patto sociale in Italia? come pensa che si possa realizzare un patto sociale con la conflittualità permanente, attraverso i metodi e i sistemi della lotta di classe , attraverso la contrattazione sindacale fine a se stessa , che porta alla « scioperite » fine a se stessa ? 0 non pensa piuttosto che un patto sociale sia un patto di partecipazione sociale? perché non affrontiamo i temi della partecipazione? perché, invece di invitare il cittadino come contribuente a partecipare al pagamento delle tasse inique e discriminatorie, non mettiamo il cittadino, in quanto lavoratore e datore di lavoro , nella condizione di partecipare ad un grande patto sociale garantito legislativamente? perché negli archivi della Camera dei Deputati e del Senato, signor presidente del Consiglio , non va a leggersi le nostre antiche e recenti proposte di legge , per esempio, per l' attuazione — non parliamo più nemmeno degli articoli 39 e 40 — dell' articolo 46 della Costituzione della Repubblica italiana ? perché non si informa, — perché non cerca di fare discorsi seri — con noi? per carità! — con se stesso , visto che lei è così bravo nell' andare alla ricerca. dei precedenti, dei « fattarelli » , negli archivi parlamentari e politici? perché non va a studiare un poco i precedenti di patti sociali , di tentativi di patti sociali , di tentativi di proposte di legislazione sociale seria, organica e in prospettiva? e perché non pensa, onorevole Andreotti, che ad un patto sociale si debba aggiungere un patto economico? non le è mai capitato di pensare che un patto sociale sia realizzabile solo nel quadro di una programmazione economica? non le è mai capitato di pensare che la programmazione economica o è organica e sistematica, o non è? non le è mai capitato di pensare che se vogliamo liberarci dal clientelismo che voi largamente rappresentate e che vi soffoca — ecco la spirale che soffoca — ci si deve affidare ad una programmazione impegnativa, ad una programmazione partecipazionista, con il contributo organico di tutte le categorie? vada a rispolverare negli archivi parlamentari e troverà nostri interventi e nostre proposte, o di altri, e cerchi di associare questi due termini fondamentali: il patto sociale e la programmazione economica, cioè il patto socio-economico. e allora si accorgerà che gli italiani potranno giungere — Iddio lo voglia ! — ad un patto nazionale di convivenza pacifica nella libertà e nella democrazia soltanto se avranno la possibilità di giungere ad un patto socio-economico.