Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 378 - seduta del 05-12-1978
1978 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 729
  • Attività legislativa

signor presidente , signori rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, credo che se con pazienza andassimo a spulciare le critiche che in questa occasione sono state mosse al Governo da parte dei colleghi, in particolare di molti colleghi della maggioranza, ci accorgeremmo che una delle caratteristiche allora molto deprecate — da noi e dal partito comunista — dell' epoca del centrosinistra, quella di uno scollamento continuo e di una contraddizione continua fra atti concreti di Governo, propositi di Governo e propositi di maggioranza, è divenuta a questo punto, invece, storia concreta ed ufficiale; è divenuta, come mostrano anche le eleganti doglianze — non diciamo lamenti — per esempio, del professor collega Spaventa, di un momento fa metodo e prassi senza eccezioni. si mugugna, si protesta, ci si duole; poi si vota e si conferma la maggioranza. non sono cose di poco conto , signor ministro, quelle che sentiamo dire, certamente senza l' inelegante durezza radicale, in questa Aula, da tre giorni a questa parte. ci si viene a dire che noi Parlamento, noi Camera dei Deputati , sappiamo che esiste — il presidente del Consiglio ce lo ha assicurato; come metterlo in dubbio? — una proposta programmatica pluriennale. sappiamo, dunque, che esiste; ma qui non c' è, non risulta. ciò è ancora più grave. continuasse a non esserci, come non c' è stata in passato, sarebbe una carenza di metodo grave, ma comprensibile. qui, invece, lo ripeto, sappiamo che c' è, il presidente del Consiglio ce lo ha assicurato e si è offeso che avessimo messo in dubbio l' esistenza di questo fatto per motivi formali. noi, come Parlamento, come Camera dei Deputati , non la conosciamo; la conoscono allora gli « esperti » dei partiti? auguriamoci che all' interno dei partiti e dei gruppi parlamentari circoli meglio l' informazione, o circoli in modo esatto. altrimenti la proposta programmatica pluriennale non c' è. ma dobbiamo crederci per non presumere una bugia da parte del presidente del Consiglio . ma il piano, la proposta programmatica pluriennale, cioè la strategia, se mi si consente questa divagazione Clausewitziana in un discorso che dovrebbe avere un rigore diverso, la strategia non ci è cognita, non ci è nota e abbiamo sentito un momento fa quali sono le attese e le speranze, direi forse le sollecitazioni di recupero che vengono da un esperto, come il collega Spaventa, che mi ha preceduto. certo, questo dibattito è gravemente inficiato dal fatto che il presidente del Consiglio ci dice che c' è un piano pluriennale (scusate: una proposta programmatica pluriennale) e che nel momento stesso in cui dobbiamo leggere (dico così perché poi approvare o no è una finzione), in cui dobbiamo dare pubblica lettura del progetto di legge che stiamo discutendo, non ne dobbiamo sapere nulla. passiamo ad altro. alla legge finanziaria . esiste una corrispondenza positiva o per caso esiste, come taluni sospettano, una corrispondenza negativa fra piano Pandolfi e legge finanziaria ? accade spesso, di questi tempi. in tema di giustizia, abbiamo una legge delegata che ha ormai portato alla elaborazione di un nuovo codice di procedura penale , che però è in rapporto di totale opposizione con la legiferazione quotidiana. cioè, il Governo e il Parlamento vanno avanti, in tema di amministrazione della giustizia , in una direzione esattamente opposta a quella della indicazione pluriennale derivante dalla riforma del codice. comunque, non sappiamo se il rapporto fra piano Pandolfi e legge finanziaria sia positivo o negativo. non possiamo non ci è consentito — discuterne. forse che la proiezione non ci interessa, nel valutare il piano, il progetto annuale? penso che questa sia una enormità, che non può essere affermata nemmeno dall' incompetente che io notoriamente sono e che io umilmente professo di essere, ma è grave quella situazione in cui l' incompetente abbia da formulare riserve e critiche che siano pertinenti, come penso siano quelle che sto facendo. abbiamo poi udito a più riprese dagli stessi colleghi della maggioranza un' altra osservazione: il disegno di legge sul bilancio e la legge finanziaria risultano scoordinati. quindi non solo manchiamo di strategia, ma abbiamo anche tattiche scoordinate: e se i colleghi di maggioranza usano la parola « scoordinati » , è forse legittimo e possibile pensare che le due tattiche prefigurate nei due documenti siano divaricanti e non solo scoordinate. il che comunque sarebbe sufficiente per farci discutere in una situazione di apprensione e con una ipoteca sulla validità del dibattito. ancora, sempre da parte della maggioranza, si ammette che il bilancio di previsione (e, signor ministro, mi si consenta di aggiungere anche la legge finanziaria ) si fonda su proiezioni che il collega Carandini definiva « a legislazione invariata » . ma come è possibile che gli unici documenti che avete elaborato e che noi possiamo giudicare e valutare in questa sede si fondino su proiezioni a legislazione invariata che non tengono conto né delle vostre (Governo), né delle nostre (Parlamento), né delle vostre (maggioranza al 90 per cento ) intenzioni, del vostro programma, di Governo e di maggioranza, come ci avete tante volte raccontato (e continuate a raccontarci)? ormai, gli esperti si sono sostituiti al Parlamento e al Governo, in termini di mass media ; abbiamo continuamente annunci di grandi o piccole riforme che vengono introdotte in tema di bilancio, di sua organizzazione, di metodi, di contenuti, di obiettivi. e a un certo punto sentiamo candidamente, serenamente, certo elegantemente, il collega Carandini dire: si fondano tutte su proiezioni a legislazione invariata. ma allora, di che cosa stiamo discutendo, signor ministro? abbiamo detto che questo dovrebbe essere un elemento di un piano pluriennale (o programma pluriennale) che il presidente del Consiglio ci dice esserci ma che qui non c' è. ci si viene a dire che è un tentativo di razionalizzazione e poi sentiamo sottolineare da parte della maggioranza che invece le due iniziative esistenti sono scoordinate. si aggiunge poi che comunque entrambe si basano su proiezioni a legislazione invariata, mentre l' attivismo legislativo (di decretazione d' urgenza o di legiferazione ordinaria) è caratteristica di quello che voi ci avete annunciato. in effetti, se guardiamo i disegni di legge che sono nelle intenzioni e negli annunci degli esperti e dei partiti, ci aspetta un attivismo assolutamente frenetico, tanto da trovarci poi difficilmente a poter bene conoscere per ben deliberare. allarghiamo il discorso. su questo argomento ieri sera abbiamo già ascoltato la collega Bonino, ed ora il collega Spaventa — e su di esso noi abbiamo presentato una mozione molto precisa e dura e parliamo della storia del sistema monetario europeo . come è possibile in questa nostra situazione costituzionale — non l' avete ancora mutata — che la maggioranza, ma soprattutto la componente comunista, che sembra in questi momenti cercare qualche motivo per caratterizzare in senso sollecitatorio la propria presenza, non colga questa enormità anticostituzionale del Governo che pone in essere trattative e negoziati formali e conclusivi in già aperta smentita di alcune condizioni poste a Brema, mentre non si è ritenuto di riferire al Parlamento, nemmeno per un minuto, prima di affrontare il negoziato? forse l' esito di questo negoziato è indifferente per questo dibattito? evidentemente no; i colleghi della maggioranza, e torno a dire soprattutto i compagni comunisti (di ottima scuola d' epoca centrosinistra, ottimo antiquariato devo dire, perché considerata la situazione di oggi rispetto a quella di allora quell' antiquariato è già di valore, non è a caso che gli « anni Trenta » vengono sempre più rivalutati, e non solo del settore dell' antiquariato, ma anche sul mercato del nostro Parlamento, poiché dalla giurisprudenza all' economia gli « anni Trenta » incominciano ad essere i veri ispiratori del vostro pensiero economico di maggioranza) come fanno a non rendersi conto di come sia costruito sulla sabbia tanta parte di ciò di cui stiamo discutendo, se abbiamo in questa così determinante occasione accettato che il Governo ci sequestrasse quel potere di indirizzo che la Costituzione ci aveva assegnato? come mai sui patti agrari si grida tanto? c' è ancora il sospetto di una vecchia demagogia, se poi si tace su questo abuso del Governo, sull' abuso che si sta compiendo a Bruxelles. e questo è più grave di fatti sui quali tante osservazioni che in tono elegante e sommesso sono state fatte da parte della maggioranza! perché in questa legge previsionale, signor ministro, non si tiene conto che l' edilizia e l' agricoltura in realtà all' ottanta per cento riguardano ormai le regioni e non l' amministrazione centrale , e che quindi ciò che voi scrivete su queste due voci, l' agricoltura e l' edilizia, appunto, risulterà come spese a Roma, e come residui a l' Aquila, a Palermo, o a Torino. è stato poi notato che tra previsioni di spesa e massa effettivamente spendibile la « forchetta » di divario aumenta, invece di restringersi, quest' anno, anche in base a quanto previsto dalla legge finanziaria . è stato già notato che tra poste di competenza e poste di cassa c' è un divario che aumenta: se si dicono cose così gravi nel corso del dibattito che cos' è ancora l' intervenire, se non una pura funzione subalterna e tecnica e niente affatto di responsabilità di legislatore, di controllore, di indirizzante il potere di governo? abbiamo anche osservazioni di merito da svolgere. come abbiamo già accennato in passato, continuiamo a considerare in realtà ormai due strade parallele la vostra e la nostra. non può essere diversamente, quando in queste leggi finanziarie si constata che in tutto il complesso bilancio di spesa che ormai prendete in considerazione, il degrado del territorio, il degrado della natura non è preso in considerazione in nessuna sede; nemmeno nella giusta e nuova nozione della spesa pubblica che noi cerchiamo di analizzare. credo che il geologo potrebbe cifrare, signor ministro, con una approssimazione notevole, quali saranno le spese impreviste dovute a disastri di tipo geologico e di degrado del territorio, probabilmente prevedendo per l' anno l' ipotesi di un tempo più o meno inclemente. ma a tutto ciò non si pone mano per problemi di spesa, di degrado e di frana della stessa amministrazione. o ancora, per quanto riguarda la politica energetica , non abbiamo una sola indicazione programmatica pluriennale. ma indubbio che la mancanza di un' indicazione sulla politica energetica , sulle spese dirette alla politica energetica , cioè sull' elemento fondamentale per stabilire i costi reali di produzione e le incidenze delle crisi di settore nell' economia pubblica e privata e il fatto che nella legge finanziaria si trovi testimonianza di ciò che si può notare nei bilanci di settore in particolare, a noi pare assolutamente paradossale. dietro questo vuoto, signor ministro, siamo sicuri che il vuoto non ci sia; un vuoto di questa natura è un vuoto così impensabile che il vuoto ufficiale non può che essere un « vuoto » funzionale « a pieni » diversi. il fatto che non si voglia discutere in modo preciso di politica energetica , applicata in tutti i vari settori, livelli, momenti, gradi e territori vuol dire in realtà che si vuole dare libero corso ad una politica energetica , ad una proiezione vincolante per qualsiasi programma e previsione che vogliamo fare, al di fuori del momento dibattimentale e del confronto. quindi, ci si trova, da questo punto di vista , a fare come quei « grandi teorici » che si contrapponevano a noi radicali sin dai tempi di Ernesto Rossi , quando criticavamo il concetto stesso e l' arbitrarietà della pretesa oggettività del concetto di fabbisogno, e della comodità dell' individuazione del fabbisogno ipotetico come elemento necessario e costretto. quindi in quegli anni di polemica ci si trovava, come ci si trova adesso, ad avere elementi frenanti e punti di riferimento . costantemente frenanti nella costruzione della possibilità di una previsione, perché la disfunzione è una funzione per questa maggioranza. così come è necessaria una certa disfunzione della giustizia perché funzionino altre cose, perché funzioni una prospettiva di classe e politica di maggioranze diverse. per finire su questo punto, se volessimo sapere quale tipo di società si va creando non avremmo nessun aiuto né da ciò che sappiamo, non sapendolo, del piano Pandolfi, né dalle indicazioni che ci fornite, non a caso, su proiezioni a legislazione delle quali riempite i mass media , anche se ne vuotate i momenti di controllo oggettivi e costituzionali. non vorrei, signor ministro, che questo divenisse un piano italiano anche perché parlare di pianto greco con le abitudini di questa maggioranza mi sembrerebbe veramente un' offesa a nuove evidenze che sommergono quelle che si sono trasferite nel linguaggio, per cui si parla appunto di pianto greco. cosa fa il partito comunista in questa Aula se non un pianto italiano, moltiplicato per venti, rispetto al pianto socialista degli anni di centrosinistra? abbiamo questo pianto italiano, al quale non intendiamo assolutamente associarci, anche perché noi non abbiamo bisogno minimamente di motivare il nostro consenso con una serie di dichiarazioni contrarie, per il semplice motivo che noi, con un minimo di rigore — non di rigorismo — siamo e voteremo contro e non abbiamo quindi bisogno — come dicevo — di lasciare la prova che abbiamo votato a favore pur dichiarando che era l' ultima volta se le cose non fossero cambiate, come ormai è divenuta consuetudine, prassi, tradizione da parte delle componenti parlamentari della maggioranza, soprattutto di sinistra. quindi non avrei preso la parola, signor ministro, soltanto per dire quello che ho detto fino adesso. l' ho presa, invece, anche perché ho sentito il dovere di ricordare a me stesso ed a lei ciò che ho ricordato e che rende pretestuoso e vacuo questo dibattito, ma perché temo anche che in prospettiva ci sia qualcosa che invalidi ulteriormente e più gravemente il dibattito odierno. le preannuncio, signor ministro, le preannuncio, signor presidente , che noi chiederemo risposta immediata, anche se non contestuale, ad una interrogazione pertinentissima a questo dibattito da noi testé presentata per sapere se il Governo intenda o no smentire voci di svalutazione della lira. è un problema fondamentale perché se questa voce rispondesse a verità, tutto questo dibattito non avrebbe senso. sappiamo benissimo, signor ministro, che in sede tecnica potreste comunque rispondere negativamente, ma per evitarvi un atto pretestuoso, vi diciamo subito qui, in Assemblea, ufficialmente, che sappiamo benissimo che il regime fluttuante che esiste adesso non consente o permette di non fare l' operazione classica di svalutazione. si tratterebbe cioè di fissare una nuova parità della lira: e sarebbe la stessa cosa. vogliamo perciò sapere — e ci auguriamo che anche i gruppi comunista e socialista vogliano saperlo — se per caso non sia vero che di ritorno da Bruxelles e prima di Natale (quel Natale prima del quale tanti son stati pregati dal presidente del Consiglio di non fare la « verifica » o la crisi), prima delle scadenze di tutti gli importanti contratti del settore pubblico , tra i quali anche quello degli ospedalieri di cui si è anticipata la scadenza normale, si vari questa misura, sulla quale non vorremmo sentir piangere a posteriori il resto della maggioranza. questa interrogazione ha un duplice valore: intanto perché non chiediamo — e nessuno potrebbe chiederlo — che in Parlamento si discuta con il Governo o pubblicamente della misura di questa presunta svalutazione; in secondo luogo perché riteniamo di dover sapere, prima di pronunciarci su questo bilancio e su questa legge finanziaria , se il Governo intenda davvero far ricorso alla svalutazione. se lo facesse attraverso la formula tecnica della nuova parità, conseguente magari agli accordi di Bruxelles, avremmo la conferma di una politica — sempre più di classe — di rapina nei confronti dei pensionati, dei sottoccupati, di coloro che comunque rappresentano l' 80 per cento del gettito fiscale complessivo dello Stato. chiediamo perciò che la Presidenza della Camera, per quanto le è possibile, prenda gli opportuni contatti per sentire se il Governo intenda o meno rispondere con la tempestività che richiede la circostanza, a meno che il ministro qui presente non ritenga di rispondere subito. bisogna farla subito finita con voci di tal genere! quando cominciano a nascere queste voci, se non si vogliono favorire aggiotaggi, speculazioni di ogni tipo, è necessario rispondere subito. se non rispondete, signor ministro Morlino, sarà lecito per noi tornare sull' argomento domani con una interpellanza, poiché si tratta in questo caso di una eventualità troppo grave. ci auguriamo che anche il gruppo comunista presenti un suo documento in proposito, o faccia un passo in queste ore, altrimenti è inutile star qui a discutere, non solo in assenza del piano pluriennale o triennale, ma anche in assenza delle modeste certezze sulle quali stiamo discutendo. è questo un punto che noi vogliamo sia subito chiarito. se infatti si aggiungesse la svalutazione della lira a tutti i fatti ricordati in questo dibattito da tanti e che lo rendono di già aleatorio perché le incognite sono ufficialmente ed infinitamente più grandi e più numerose degli elementi cogniti che abbiamo per decidere, se questo — dicevo — si dovesse aggiungere, non avendo la vocazione del collega Ugo La Malfa e di altri colleghi, di fare la « Cassandra » , per guai e disastri che preparano poi con le loro mani, noi radicali continueremmo da oggi a chiedere che Governo e maggioranza, che comunisti e socialisti, ci dicano da questa sera, domani sera, cosa pensano di una ipotesi di svalutazione della lira. ipotesi di svalutazione della lira che è cosa pertinente ed inerente al massimo al dibattito che stiamo facendo... ti ringrazio, Pochetti, della precisazione. il problema che pongo è un altro. poiché voi, normalmente (almeno così mi pare), nella maggioranza siete soliti sbrigarvi queste cose fuori del Parlamento, chiedo che questa volta non facciate eccezioni, per trarne pretesto al silenzio. continuate e fateci sapere cosa il partito comunista pensa di una ipotesi di svalutazione della lira; anzi, per non prestarci ad equivoci possibili, di una ipotesi di fissazione improvvisa di una nuova parità della lira, in questo periodo, di qui a gennaio; nel periodo durante il quale il presidente del Consiglio aveva chiesto a socialdemocratici, socialisti ed altri di non formulare eccessive critiche e di non inserire elementi di crisi. non vorremmo che il presidente Andreotti si assumesse il « senso di responsabilità » di parte, rispetto, colleghi della sinistra, alla vostra parte, di andarsene solo dopo aver compiuto questa operazione, per conto di voi tutti.