Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 358 - seduta del 31-10-1978
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 358
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , quando lei ha annunciato di voler fare questa comunicazione al Parlamento a proposito del dramma nazionale degli ospedalieri e della disastrosa situazione dell' economia, tutti i gruppi parlamentari e tutti i partiti (compresi quelli di opposizione) sono stati molto contenti perché finalmente il Parlamento era « centrale » , perché finalmente si ribadiva la centralità del Parlamento. c' è un dramma nazionale — si diceva — e il presidente del Consiglio viene addirittura in Parlamento! ma allora il Parlamento conta qualcosa! forse siamo un po' sospettosi, ma tutta la « centralità » di questo dibattito, non so perché, non ci sembrava poi così reale; anzi, avanzammo l' ipotesi di una strumentalità di queste comunicazioni e del relativo dibattito. in realtà, la sua relazione — a nostro avviso modesta — e l' andamento dello stesso dibattito ci confortano nella nostra opinione. basta leggere la stampa per rendersene conto: ieri mattina, tutti i giornali nazionali erano pieni di punti interrogativi: crisi o non crisi? il Governo pone la fiducia o non pone la fiducia? invece, questa mattina (quando ancora lei non aveva parlato), non so perché ma la stampa ha tutt' altro tono: i punti interrogativi non ci sono più e si dice che si è allontanato lo spauracchio della crisi. perché questo, visto che le comunicazioni lei ancora non le aveva fatte e visto che il dibattito in Parlamento non si era ancora svolto? ho l' impressione che questo sia successo perché mi risulta che ieri sera si è svolto un incontro prima tra Governo e sindacati e poi tra Governo e presidenti dei gruppi parlamentari : così ha detto testualmente la televisione, scordandosi naturalmente di aggiungere « della maggioranza » . a quanto pare, in quella riunione si è trovato l' accordo e così oggi tutto si trascina molto stancamente, nella attesa... che si finisca. quindi, con questo uso delle comunicazioni come strumento di ricatto verso alcune correnti della maggioranza si eleva il Parlamento quasi a controparte degli ospedalieri (invece non è controparte dei medici o dei postelegrafonici, ma non fa niente: diventa controparte degli ospedalieri); non dico che un Governo che vuole governare e che ha una maggioranza, per così dire, disomogenea e composita, non possa al limite usare questi strumenti ricattatori, che cioè non possa dire: « ma insomma, vengo a fare una comunicazione » . quindi la maggioranza, il Parlamento, entro domani sera trova una soluzione, trova un accordo, fa qualcosa, insomma qualcosa viene fuori. non dico che questo strumento non sia legittimo; dico però che il Parlamento ha una sua sovranità per cui, al limite — sentite questa mattina le comunicazioni del presidente del Consiglio , che erano state annunciate come comunicazioni sulla politica economica — è altrettanto sovrano di dire: « scusi, il Parlamento non è proprio la controparte degli ospedalieri, quindi non discuto di quello che lei mi ha detto. ma non ne discuto soprattutto perché, in realtà, relativamente a questa tirannia degli ospedalieri, su tutti i giornali ho letto che il problema è accertare se questo aumento di 27 mila lire (aumento che poi avrebbe trascinato le rivendicazioni della restante parte del pubblico impiego ) sia compatibile o non con un tal « piano Pandolfi » che, debbo dire, è ampiamente ignorato » . anzi, abbiamo letto, sempre sui giornali (senza conoscerne il testo, e poi ci è anche stato detto che si tratta di una bozza, di un' altra bozza, si vedrà: tutto legittimo), che il Psi sull' Avanti! — in Parlamento un po' meno — sarebbe contrario al piano Pandolfi: qui non ho capito bene, ma forse bisogna aspettare la contro dichiarazione di voto de La Repubblica dei prossimi giorni. anche in sede di conferenza dei capigruppo avevo fatto questa precisazione: cioè, come è possibile un dibattito serio di politica economica , con particolare riguardo agli ospedalieri, perché così ci era stato preannunciato, anche se in realtà è diventato questo solo il problema dato che, per il resto, ho sentito parlare, come sempre in occasione dei dibattiti di politica economica , del Mezzogiorno (anche perché oggi c' è stata la manifestazione dei calabresi), e poi di evasione fiscale : anche in quest' ultimo caso, niente di nuovo. al di là delle richieste, dei soliti pii desideri che vengono manifestati in tutti i dibattiti economici, la richiesta reale era, in sostanza, quella relativa all' accordo sugli ospedalieri. e io ritengo che il Parlamento non sia la controparte del sindacato; ritengo che proprio non lo sia. questo doveva essere un dibattito sull' indirizzo di politica economica che il Parlamento dava al Governo: ma non si riesce a capire in base a quali strumenti il Parlamento dovrebbe dare questa indicazione di politica economica . ma, al di là di questo, a me viene anche un altro dubbio. cioè, questo dibattito mi sembra, tra l' altro, una ratifica, un' approvazione non esplicita, ma sostanziale, dello sconosciuto piano Pandolfi. in realtà, qui si assume che, poiché questo accordo che è stato stipulato è compatibile con il piano Pandolfi — sconosciuto e mai approvato — sta di fatto che ci si muove come se tale piano fosse stato: a) conosciuto, b) approvato, cosa che non è avvenuta. quindi mi sembra che il dibattito diventi addirittura un' approvazione anticipata di questo famosissimo piano triennale. e ritengo che ciò sia grave. ritengo grave che da un dibattito frettoloso, condotto in questo modo, in realtà venga fuori un avallo ad una politica i cui termini precisi al Parlamento, in quanto tale, sono sconosciuti. e questo è il primo fatto. secondariamente, credo che si debba denunciare questo: cioè, perché scaricare in questa sede tali richieste? esse possono, essere legittime o no, ma allora si valutano: mi riferisco alla vicenda del 20 ottobre, delle 27 mila lire, con il sottosegretario che firma un accordo e con la controparte che interamente non lo ha capito, lo ha frainteso; e quindi lei dice: « s' è inserito tutto un meccanismo psicologico travolgente » . lei comprende quale è stata poi, invece, tutta la vicenda. nel complesso mi sembra che la sua relazione abbia ampiamente sorvolato. forse non è il caso di tacere qui sul perché solo oggi sul dramma degli ospedalieri si torna a parlare di strategia globale del pubblico impiego , dal momento che nell' accordo di luglio per i ferrovieri il problema della strategia globale non c' era; quando poi si è deciso di dare anche gli aumenti ai monopoli di Stato, ai postelegrafonici, anche lì non c' era un problema di strategia globale; quando in settembre si sono dati ai medici aumenti di 100 mila lire, il problema della strategia globale ancora una volta non si è posto. si pone invece oggi sulle scadenze degli ospedalieri. sono stati dati aumenti, anche ai magistrati — tanto per dirne una — e sono ventilati aumenti ai piloti, per altro comportanti una spesa maggiore di quella relativa alle 27 mila lire di aumento per gli ospedalieri. ma questa compatibilità con il piano Pandolfi, non so perché, la fanno saltare solo gli ospedalieri e quelli che ancora non l' hanno chiesto, cioè quelli che ancora sono fuori, ma non l' hanno fatto saltare né i medici, né i magistrati, né i ventilati piloti, né i ferrovieri, né i postelegrafonici, né i monopoli di Stato, perché quelli erano compatibili, e non so bene come; il piano Pandolfi ancora non c' era, ovviamente (la bozza mi sembra sia stata del 31 agosto), ma l' impegno di austerità e di blocco della spesa è stato anche qui confermato, come indirizzo in occasione del voto di fiducia al Governo di emergenza; quindi forse non era formalizzato in una bozza Pandolfi, ma lo impegno all' austerità o al sacrificio, come si dice al blocco dei salari, in realtà era la base economica di questo Governo di emergenza. debbo dire che, politicamente, questo comportamento non è strano, ma credo che debba far riflettere. perché? perché in questo momento? perché oggi? perché su questa categoria? forse perché questa categoria e queste rivendicazioni sono un terreno su cui si può fare pagare di più il sindacato e la sinistra, per esempio? ma allora il problema diventa: perché noi, il Parlamento, accettiamo questo tipo di dibattito, che non è, lo ripeto, un dibattito di politica economica ? c' è la vicenda delle 27 mila lire, va bene , ma credo che sia onesto qui denunciare anche una serie di responsabilità. infatti, dopo aver visto come sono andate le cose, sorge il sospetto di un disegno della Democrazia Cristiana inteso a mettere in moto deliberatamente e ad aggravare l' ondata rivendicativa del pubblico impiego . il Governo e le amministrazioni democristiane hanno fatto di tutto — ho l' impressione, osservando come si sono seguiti i fatti — per aggravare questa situazione, tanto è vero che , firmato un contratto nazionale, la grande agitazione è scattata su un accordo fatto dalla regione veneta, che ha dato queste 27 mila lire (mal interpretando l' accordo con il sottosegretario Del Rio , evidentemente; ma comunque le ha date); quindi, si è scatenata — mi sembra abbastanza legittimamente — la richiesta degli ospedalieri delle altre regioni. e, d' altra parte il risultato che si è ottenuto in termini politici mi sembra che sia uno scredito crescente delle organizzazioni, sindacali confederali, scredito che segue quello che i lavoratori sempre più duramente attribuiscono ai sindacati ufficiali. ed ancora una volta, in questa operazione, in questa situazione, adesso la Democrazia Cristiana e il Governo stesso si propongono nei fatti oggi come i tutori occulti, ma necessari, delle istanze corporative di alcuni ceti clientelari o cosiddetti « parassitismi » . ma sembra che questi problemi non riguardino fatto le forze politiche di questo Parlamento. anzi, sentivo prima il collega Ugo La Malfa che anche lui si lamentava che la relazione del presidente del Consiglio fosse un po' carente sulla politica economica ; si lamentava che non fosse stata abbastanza ampia, e che in realtà non si sia parlato della politica economica del Governo; così diceva il collega La Malfa nel suo intervento di oggi. questo modo di far parte della maggioranza e di sostenere un Governo e poi di lamentarsi in continuazione è una cosa sconvolgente. anzi, questa volta siamo arrivati ad un dibattito in cui non c' è la risoluzione finale, a differenza del dibattito sul caso Moro, per il quale c' era non solo la comunicazione del Governo, ma anche la risoluzione e quindi non c' erano) proprio dubbi. viceversa, oggi c' è un thrilling, nel senso che la risoluzione della maggioranza ancora non è stata presentata e non si sa dove sia. quindi, non si capisce la posizione di quei partiti che facendo parte della maggioranza e sostenendo il Governo — mi riferisco a La Malfa — si lamentano che la relazione del Governo non sia stata di politica economica . posso capire un atteggiamento di questo genere in un partito di opposizione, mentre mi riesce difficile giustificare la posizione di quei partiti che, stando nella maggioranza, per principio, hanno sempre qualcosa da obiettare. infatti, abbiamo scoperto queste post-dichiarazioni di voto per cui non fa fede ciò che viene detto in Parlamento ma quello che scrive il giorno dopo il giornale del partito. abbiamo scoperto quest' altro modo di rivalutare la centralità del Parlamento. tra l' altro, il compagno Craxi, anche lui deputato, ci ha insegnato come la sede istituzionale sia il giornale Avanti! a 24 ore dalla chiusura di un dibattito. infatti, egli sostiene che il dibattito è un' altra cosa, mentre fa delle dichiarazioni contrastanti, riportate dal proprio giornale. a questo punto si pone il dubbio se faccia fede ciò che ha dichiarato oggi Cicchitto o se viceversa dovrò comprare Avanti! di dopodomani. quindi, questi problemi e questi nodi politici — accennavo prima all' intervento di La Malfa — sono abbastanza strani, in quanto mi sembra che La Malfa rappresenti la corrente mugugno con il compito istituzionale di essere la Cassandra del momento, ed è evidente che conosce in anticipo i disastri, in quanto contribuisce a crearli. la cosa più grave di questo dibattito è che il Parlamento avalli in modo indiretto il piano Pandolfi, quando invece sarebbe bene conoscerlo, discuterlo e approvarlo in sede parlamentare. intendo precisare che si tratta di decisioni di indirizzo generale che si dovevano dare e non di questioni amministrative o di vertenze particolari che, a mio avviso, non competono al Parlamento. per quanto sappiamo del piano Pandolfi, per sentito dire, per polemiche, eccetera, dobbiamo sottolineare una perplessità. infatti, pare che questo piano non indichi assolutamente gli strumenti attraverso i quali sia possibile conseguire gli obiettivi di ripresa e di sviluppo cui dice di tendere. è stato fatto giustamente rilevare che, in questo elaborato, il ministro Pandolfi ha assunto come fini quelli che, a rigor di logica, dovrebbero essere dei semplici mezzi. infatti, la riduzione della spesa pubblica di parte corrente e il contenimento del costo del lavoro in questo piano diventano l' obiettivo da conseguire senza indicazioni di come il Governo intenda o possa concretamente operare se l' obiettivo stesso viene raggiunto. si dice che bisogna risparmiare alcune migliaia di miliardi per effettuare degli investimenti, creare posti di lavoro e occupazione nel meridione. anche La Malfa oggi insisteva su un punto che, a mio avviso, è tutto da dimostrare: cioè, l' effettiva possibilità, per questo Governo, di trovare e investire questi risparmi e i capitoli di spesa sui quali sia possibile e legittimo effettuare questi risparmi. non desidero entrare in polemica sul tipo di retroterra, anche culturale, con cui normalmente si effettua questo approccio ai problemi economici. ho però l' impressione che questa falsa astrattezza sottenda un disegno politico molto concreto, che probabilmente aspetta soltanto di essere consacrato da questo dibattito. si tratta, cioè, di presentare le rivendicazioni delle categorie del pubblico impiego e quelle dei metalmeccanici come ostacoli gravissimi al conseguimento degli obiettivi cui il Governo d' emergenza dice di tendere. si tratta poi di « esorcizzare » dette spinte e rivendicazioni, evocando il corporativismo — che, indubbiamente, in alcuni casi esiste — ed i disastri di una tal lotta selvaggia. ma non si dice, per esempio, che le rivendicazioni dei lavoratori, almeno di alcune significative categorie del pubblico impiego , fino ad oggi dimenticate, si contrappongono ed ostacolano unicamente i mezzi che questo Governo ha scelto per realizzare una politica di contenimento della spesa, di cui l' unica connotazione certa, in mancanza di altri e più concreti e precisi impegni, è quella di rappresentare l' ennesima manovra deflattiva, diretta non solo a « raffreddare » il mercato dell' economia italiana , ma a far pagare la manovra stessa alle classi che sono le più deboli e mal pagate; far pagare loro il costo di una incapacità, che a mio avviso è della classe dirigente , di ridurre le spese clientelari e parassitarie. e questa — credo — una verità che deve essere detta, se vogliamo evitare di essere travolti in un' atmosfera di grande dramma nazionale, che può far comodo, forse, ad una forza politica con fini e proponimenti sicuramente esattamente contrapposti agli interessi nazionali e popolari. quindi, a mio avviso, chiarito, o meglio, demistificato l' aspetto ideologico del problema, al quale siamo stati chiamati a trovare una soluzione, si possono formulare due osservazioni più pratiche e più aderenti ai temi intorno ai quali occorre, a nostro avviso, centrare l' attenzione. per esempio, quando alcuni colleghi, come quelli che sono intervenuti in precedenza — cito testualmente La Malfa — , affermano di rendersi conto che si stanno bloccando proprio i redditi più bassi, ma che è solo su queste grandi cifre che sono possibili le operazioni di politica economica , dicono il vero, ma, a nostro avviso, ammettono di dire che, agendo in questo modo, si ottengono solo risultati quantitativi e, soprattutto, non si scalfisce l' assetto di potere esistente e, anzi, lo si rafforza in quanto si indeboliscono le organizzazioni dei lavoratori. vogliamo dire che le riduzioni di spesa corrente , per esempio, possono essere fatte chiudendo enti inutili o ridiscutendo le strutture e le organizzazioni di enti utili, trasformati in questi anni in macchine clientelari (si pensi agli enti previdenziali, per esempio). possono essere fatte, ad esempio, non sperperando finanziamenti nelle partecipazioni statali o nei progetti di centrali nucleari (è una scelta politica, evidentemente, anche la nostra), che non solo costano, non solo inquinano e sono pericolose ed inutili sul piano energetico, ma non provocano neanche aumento di occupazione in misura proporzionata agli ingenti investimenti. certo, è molto più facile non discutere di queste cose! ma la realtà è quella che ho detto. certe cose non si toccano e l' unico modo per prendere i soldi è di toglierli ai cittadini a reddito fisso: così si fa presto, si bloccano i contratti e non esistono problemi. sarebbe, per altro, necessario chiarire, quando si discutono problemi del genere, quanto costi, ad esempio, l' ultimo decreto sugli enti inutili, quanto costi in termini di proroga dei finanziamenti. si vedrebbe allora che i quattromila miliardi, che si debbono « raccattare » nel modo che è stato detto, potrebbero essere risparmiati in diverso modo, forse facendo scelte politiche. è evidente che anche quella di bloccare il salario dei lavoratori è una scelta politica! a nostro avviso, se ne potrebbero effettuare altre, per esempio riducendo le spese militari. con il ministro Pandolfi abbiamo discusso una volta insieme il bilancio della difesa. allora si proponeva semplicemente di trasferire dei fondi dal ministero della Difesa a quello di grazia e Giustizia, almeno per quello che, riguardava le spese di pubblicità: non è che — come rivoluzionari — volessimo eliminare i carri armati . ci è stato detto, quando chiedevamo di trasferire le spese di pubblicità del ministero della Difesa al ministero di Grazia e Giustizia che era un pochino carente, che — fummo accusati di ostruzionismo, è stata tutta una cosa sconvolgente — i nostri suggerimenti erano uno « stimolo giusto e corretto » — spesso a noi viene assegnato questo giudizio di « stimolanti » — e che essi sarebbero stati recepiti nella legge finanziaria e nelle note di variazioni al bilancio, cosa che abbiamo visto un po' meno. devo dire che non è male ricordare in questi dibattiti che si sono spesi, o stanziati, 5 mila miliardi per il riarmo delle tre armi. si possono fare i risparmi richiesti bloccando il progetto di aereo AMX non meglio chiarito, che ci costerà mille miliardi. si possono fare questi risparmi intervenendo, forse sui mille rivoli — così sono chiamati — della spesa pubblica , che costituiscono, poi, a valle il fiume della gestione clientelare e corporativa della Democrazia Cristiana . noi in quest' Aula non sentiamo dire queste cose, neanche dalla sinistra. qui il problema non si pone: si dice che questo non è un dibattito di politica economica globale e che siamo chiamati a discutere sul problema degli ospedalieri, senza tener conto di quello che a noi non piace mai, il contesto generale più ampio. questa espressione — lo dico incidentalmente — piace normalmente a tutti quanti: in televisione si sente sempre parlare di « quadro politico » , che è un' espressione molto nebulosa; oppure di « contesto generale più ampio » , espressione altrettanto nebulosa. fanno tanto comodo queste espressioni, che nessuno capisce. peccato che, in discorsi di questo tipo, quando sarebbe il caso di tirare fuori il « contesto generale più ampio » , diventiate di colpo pragmatici. il problema generale della spesa pubblica è sparito, perché è nebuloso: sarà tirato fuori per le prossime dichiarazioni televisive. abbiamo sentito dire — e forse bisognerebbe trovare in qualche modo conferma — che ci sarebbero 30 mila miliardi di evasioni IVA: si legge su tutti i giornali. no, l' ho letto su tutti i giornali e non è stato smentito; comunque non siamo molto competenti in queste cose ed aspettiamo una conferma in sede di replica. quello che è certo è che, leggendo che ci sono 30 mila miliardi di evasioni IVA, ci si meraviglia per il fatto che qui si stia a discutere sulle 27 mila lire di aumento agli ospedalieri. forse, in sede di replica, il presidente del Consiglio potrà dirci se si tratta di esagerazioni. quello che è certo, è che si rimane un po' sbalestrati. accennavo già prima al problema degli evasori fiscali. qualcuno proponeva l' arresto — pare a caso — di 50 di essi: riteniamo che il problema non sia questo, né che esso debba essere affrontato in questo modo. credo, però che solo una discussione che incida sull' assetto del potere, oggi, garantisca effettive e definitive riduzioni di spesa corrente . ho, invece, l' impressione, che le riduzioni consistenti nel semplice controllo della dinamica salariale abbiano la caratteristica di essere transitorie, in quanto legate a rapporti di forza continuamente variabili, e non solo in senso temporale, ma anche geografico ed elettorale, così come ha dimostrato la regione veneta. c' è un altro problema: a mio avviso bisogna considerare attentamente la dichiarazione resa dal ministro Pandolfi, secondo la quale l' aumento salariale richiesto dai metalmeccanici sarebbe compatibile con gli obiettivi del piano in quanto riassorbibile attraverso una maggiore produttività nell' anno 1979. forse è vero, come ha scritto Napoleoni, che questo recupero di produttività purtroppo non è identificabile nel settore dal pubblico impiego , e che pertanto non può servire di parametro per la valutazione, per esempio, degli ospedalieri. ma noi riteniamo che anche nel settore del pubblico impiego , ed in particolare nel settore ospedaliero, questa produttività sia aumentabile e misurabile. per dirne una, come hanno dimostrato esperti in materia, basterebbe che la media dei ricoveri venisse ridotta a livello europeo per ottenere in qualche modo una caduta nella domanda di nuovi posti letto . non si chiede, evidentemente, di non curare i malati, assolutamente; ma l' Italia registra i più alti tassi medi di degenza in ospedale di tutta l' Europa. mi risulta, per esempio, che la media di degenza per un intervento di aborto secondo la nuova legge è di tre giorni, durata che, per l' esperienza che abbiamo, consideriamo veramente eccessiva. esistono, sicuramente, dei casi particolarmente difficili, ma qui si parla di media — che si traduce in termini di denaro — per ogni intervento di interruzione di maternità. contesto quindi quanto diceva l' onorevole Napoleoni, e cioè che la produttività nel settore pubblico non è quantificabile, non è misurabile, io ritengo che anche nel servizio pubblico , e forse soprattutto in esso, l' aumento della produttività sia un obiettivo da porsi, in particolare per quanto riguarda gli ospedalieri. in effetti, la diminuzione della media di degenza a livelli europei è configurabile, a nostro avviso, come maggiore produttività, tra l' altro quantificabile in termini di minore spesa per lo Stato, in termini di possibilità di investimento nelle strutture preventive. a questo punto si inserisce un problema politicamente molto simile a quello al quale accennavo prima. questa produttività è conseguibile solo attraverso un maggiore impegno dei lavoratori, o non si tratta piuttosto di un traguardo politico, che presuppone una riconsiderazione dell' assetto di potere delle grandi organizzazioni pubbliche, e parapubbliche, assetto di potere spesso corrotto, spesso clientelare, che di fatto impedisce qualsiasi miglioramento dei servizi? ecco quindi che anche questo problema del pubblico impiego finisce col rivelare la sua origine politica e con lo scontrarsi, per una soluzione razionale ed equanime, con la logica di questa politica dell' emergenza, o come diavolo si chiama; mi riferisco a questi partiti che tutti insieme si ritrovano a fare dibattiti in questo modo, ma che poi hanno una incapacità di fondo di inserirsi nei problemi della gestione del potere, e dell' assetto del potere. com' è possibile, quindi, in questo quadro, assumere, come ha fatto oggi La Malfa — in realtà interpretando forse l' opinione prevalente di questa maggioranza — che ogni aumento salariale di per sé significhi congelamento o aumento della disoccupazione? oggi La Malfa ha detto testualmente che ogni centesimo in più per gli occupati significa in realtà togliere possibilità di lavoro ai disoccupati (facendo quindi, a mio avviso, anche un' operazione politica terribile). perché questa generalizzazione, senza distinguere tra aumenti salariali delle categorie più deboli — per esempio gli ospedalieri — e quelli invece sicuramente corporativi, incontrollati, delle categorie influenti e potenti? credo che vada anche detto che questa situazione di sperequazione dei salari è il frutto di una politica trentennale, che non scaturisce sicuramente da situazioni, diciamo così, di follia dei lavoratori ospedalieri. forse si abbandonano in questo modo, a nostro avviso, mentre si potrebbero trovare in altri capitoli di spesa ed in altre spese inutili ma che sono forse politicamente utili, questi quattromila miliardi. credo che un ulteriore dato sugli ospedalieri possa far riflettere. c' è questa ostilità di fondo per le 27 mila lire in più nella busta paga . non si dice, però, che proprio gli ospedalieri hanno una media di 150-170 mila lire al mese di straordinari; perché non vi è alcun problema sullo straordinario ma solo sulle 27 mila lire in più nella busta paga ? forse perché è un modo di tenere un certo tipo di categoria ricattandola in qualche modo e quindi creare un alibi per non completare gli organici, per non fare altre assunzioni. questa è la situazione degli ospedalieri: una paga base di fame con 200 mila lire mensili per gli straordinari e con la contingenza allegata. queste 200 mila lire di straordinari sono compatibili o no con il piano Pandolfi? perché queste 200 mila lire non entrano nel conteggio, non sono un problema? questi, sono i dubbi che poi ci rimangono rispetto alla relazione che il presidente del Consiglio ha svolto; sono dubbi di fondo, perché altrimenti non si comprende questa ostilità. negli ospedali di Roma la situazione è questa: una paga base di fame ed un organico che non è completo. si preferisce arginare il problema ponendo i lavoratori in una situazione di dipendenza e di possibilità ricattatoria nei loro confronti. per concludere devo dire che non crediamo a questo tipo di politica del sacrificio, ma non crediamo non solo perché abbiamo una sfiducia nella possibilità di gestire, in termini economici, questi sacrifici, ma soprattutto per quello che ho cercato di dire: l' unica cosa reale è che qui si raggranellano quattromila miliardi. per quanto riguarda i tipi di investimenti non vi è alcun progetto concreto e reale da sottoporre se non una serie di luoghi comuni e di banalità. sono problemi che rischiano di diventare banali. oggi tutti hanno ricordato il problema del Mezzogiorno. credo che non sia una novità la scoperta di tale problema che è stato sempre presente, tutto questo considerando un Governo che ha dimostrato di saper investire il 10 per cento di quello che ha a disposizione. queste sono le cose che volevamo dire in questo dibattito. ma volevamo anche capire perché questa criminalizzazione, o comunque questa condanna, rispetto alla categoria degli ospedalieri che sicuramente ha all' interno delle spinte corporative. in realtà gli ospedalieri « autonomi » che sfilavano a Firenze, sfilavano con la tessera della Cgil. questo modo di criminalizzare, come se il dramma nazionale, come se il disastro economico della politica italiana dipendesse dagli ospedalieri, ci fa pensare che essi siano diventati il capro espiatorio rispetto alla situazione come si è andata evolvendo in questi anni. credo che questo tipo di atteggiamento non sia giusto rispetto alle condizioni reali di vita degli ospedalieri; tale atteggiamento lo ha assunto anche il collega Napolitano. ritengo che alcune delle indicazioni date dal personale paramedico del policlinico di Roma siano giuste: sottolineare il problema dello straordinario e chiedere il motivo della rigidità nei confronti delle 27 mila lire in più nella busta paga mi sembra lecito. le 200 mila lire di straordinario fanno saltare o no il piano Pandolfi? questo è un problema che non è stato sottolineato; e forse invece bisognerebbe capire qual è la volontà politica, anche se è abbastanza chiara, che sottintende questo modo di gestione. nel ribadire che questo dibattito non è un dibattito di politica economica , non è una approvazione surrettizia del piano Pandolfi, mi sembra comunque che in questo modo si rifiuti una risposta agli interrogativi, che provengono non solo e non tanto dai quattro deputati del gruppo radicale, ma da questo movimento che si è creato in Italia, quello degli ospedalieri. non si può dire che tutti quelli che scendono in piazza sono corporativi, anche quando sono molti; perché è la stessa storia del paese qualunquista ai referendum: poi quando si è scoperto che sul finanziamento pubblico erano il 45 per cento , nessuno li ha più chiamati qualunquisti. si erano confusi: le schede da votare erano due e non avevano capito bene! ma quelli che alla vigilia venivano chiamati qualunquisti, destabilizzatori eccetera, quando poi hanno raggiunto il 45 per cento , non sono stati più qualunquisti per nessuno; anzi, si è cercato subito di recuperarli, e il partito socialista è stato bravissimo in questo, nel cercare di recuperare questa situazione. qui mi sembra sia la stessa cosa. non è possibile, a mio avviso, senza riflettere, senza analizzare più a fondo, tacciare di corporativismo, perché così fa comodo, e quindi di screditarlo rispetto all' opinione pubblica , un movimento che nasce da esigenze legittime e giuste, tenuto conto soprattutto della contraddittorietà e dell' ambiguità con cui si è mosso il Governo in termini di rivendicazioni salariali in questi mesi.