Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 358 - seduta del 31-10-1978
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 358
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , stamane nell' esposizione che ha aperto il nostro dibattito, in modo stringato ma che mi sembrava abbastanza chiaro, e richiamandomi al programma di Governo — sia pure originariamente fatto conoscere in una forma del tutto particolare, come fu particolare la giornata dello scorso 16 marzo, ma successivamente chiarito in più occasioni e da ultimo nell' esposizione dei ministri finanziari — mi sono riferito ad un preciso indirizzo e ritengo che non fosse e non sia necessario indugiarvi quantitativamente in modo particolare. noi abbiamo ritenuto di porre la questione degli ospedalieri non per manovre di carattere particolare: è nostra abitudine, tuttavia, far sempre un certo processo alle intenzioni. noi avevamo una preoccupazione, che ci sembrava esatta: quella di stabilire che i contratti nazionali hanno una loro validità, tanto più quando sono di recente siglatura; in più, avevamo la necessità di ribadire che vi è una correlazione alla quale non si sfugge — si usino poi le parole che si vogliono, compatibilità o qualsiasi altro sinonimo — tra la massa salariale e le risorse globali. questo in generale, nel quadro economico, ed in particolare, all' interno della spesa pubblica allargata. se noi vogliamo — dopo la fase preparatoria di un certo ripristino essenziale e preliminare di condizioni di valuta, di riserve, di diminuzione di tasso di inflazione e di recupero di credito internazionale — veramente fare lo sforzo che è previsto in modo non generico ma, mi sembra, abbastanza specifico nel programma di Governo , per concentrare le risorse nel Mezzogiorno e nel settore dell' occupazione, non possiamo non sentirci limitati nella nostra, disponibilità contrattuale da tale preciso indirizzo il quale, quando vi si deroga, e nel passato ne abbiamo avuto delle prove estremamente eloquenti, comporta delle delusioni per gli stessi presunti beneficiari, ed una serie di conseguenze negative di carattere generale cui si può riparare con estrema difficoltà. noi abbiamo confermato che il programma triennale, che non è un oggetto misterioso o indefinito sia nei suoi obiettivi sia nella sua impostazione finanziaria, sarà completato, in queste ultime settimane prima della fine dell'anno , nella determinazione precisa delle linee di compatibilità, nei quadri di riferimento e nella delimitazione, altrettanto precisa, delle azioni programmatiche graduate nel periodo triennale che appunto il programma vuole prevedere. per far questo occorre certamente — e non è il solo adempimento — che, per quanto attiene alla gestione di tutto quello che riguarda i problemi retributivi, in modo particolare nel settore del pubblico impiego inteso nel senso più vasto, vi sia un centro unificalo di conduzione. su questo non ho sentito delle critiche ed è un punto importante; nel passato ci siamo spesso divisi sul fatto che i ferrovieri dovessero essere amministrati in piazza della Croce rossa , i postelegrafonici una volta in via del Seminario e adesso all' EUR se così via . vi è stato anche con i sindacati un contrasto notevole, ma adesso è stata recuperata anche dai sindacati la convinzione che occorra questo tavolo unico che abbia la possibilità di programmare una volta per tutte, avanti il triennio per cui si debbono operare risoluzioni, sapendo esattamente quali sono i limiti complessivi e avendo la prudenza di tener conto che non possono essere accentuate delle sperequazioni e che debbono essere, di triennio in triennio, attuate delle misure che comportino una possibilità maggiore verso coloro che sono o nella posizione di minor favore dal punto di vista quantitativo o, per la natura specifica, sotto vari profili, del loro lavoro, debbono avere un riconoscimento di carattere particolare, cercando di non fare una miriade di trattamenti, ma unificando in un certo numero di fasce e di situazioni le varie posizioni, in modo che possa essere facilmente vista questa inquadratura nella sua realtà e non si abbia quel rincorrersi di posizione in posizione che finora si è avuto, dovendosi a questo riguardo anche evitare che il contratto triennale venga ad essere definito alla fine del triennio e non all' inizio, perché questo comporta un sistema di incertezza ed anche una irrazionalità di base, rendendo pressoché impossibile quella regolamentazione preventiva e globale che è viceversa necessaria in questa materia. noi abbiamo ricevuto anche in questa odierna discussione delle critiche per alcuni contratti precedenti; devo dire però che tutto il discorso che è stato fatto per quel che attiene all' azienda delle ferrovie mirava a diverse considerazioni: da un lato alla natura aziendale, dall' altro alla necessità di tener conto del fatto che da tempo noi abbiamo una situazione, che il noto libro sulla giungla retributiva ha messo in evidenza, che riconosce una posizione sperequata in difetto ai ferrovieri dello Stato rispetto agli autoferrotranvieri. in questi ultimi periodi, con un' azione duplice, da un lato di maggiore considerazione per i ferrovieri dello Stato e dall' altro di minore progressione degli autoferrotranvieri, questa forcella si è ristretta e, quindi, si è fatta un' operazione responsabile. vi è inoltre il problema aperto della ristrutturazione dell' azienda ferroviaria, che attualmente è in discussione. certamente vi può essere chi veda ciò solo come un' occasione per avere delle condizioni retributive migliori, ma non è questo il modo in cui il problema è stato responsabilmente impostato anche nelle discussioni in Parlamento, nella sede appropriata della commissione. questo insieme di considerazioni ha portato ad attuare per i ferrovieri un tipo di contratto che aveva, a me sembra, una sua validità; ma poi vi è stata — siamo un paese in cui molti parlano di rivoluzione, ma i precedenti sono spesso intoccabili — la tradizione in base alla quale, quando si stipula un contratto per una delle aziende dello Stato, si verifica un trascinamento pressoché automatico verso un' equiparazione delle altre aziende. in questa situazione, essendovi questa tendenza all' equiparazione, quando è intervenuta la richiesta dei sindacati postelegrafonici di ottenere quanto era stato concesso ai ferrovieri, questa è stata accolta non dopo un certo numero di scioperi — che comportano come tutti sappiamo dei disagi notevoli alla popolazione — ma con una relativa immediatezza. può darsi che ciò sia stato psicologicamente un errore, perché non ha dato il senso di strappare determinate concessioni; comunque ritengo che quanto è avvenuto non possa essere motivo di censura sotto questo profilo, perché questo parallelismo tra aziende diverse nel passato non l' ho mai sentito mettere in discussione, anzi l' ho sempre visto considerare come un punto fermo della nostra prassi. mi sembra adesso che questa riconsiderazione dei problemi salariali del pubblico impiego , vista in riferimento al quantum globale che può essere fissato nell' ambito della spesa pubblica per il prossimo triennio, ci consenta anche di rivedere questi problemi e di procedere ad una riconsiderazione, con l' avvertenza, certamente, che non si tratta di procedure facili, ma anche con l' avvertenza che tutto va riveduto in questa difficile e complicata materia. sotto questo aspetto, allora — sia per ragioni di utilità psicologica, in riferimento alla situazione attuale, sia per l' obiettiva opportunità di far coincidere il più possibile il periodo triennale con quello del disegno di programmazione che andiamo costruendo — anche per gli ospedalieri può essere iniziata una negoziazione nell' immediato, che abbia come suo punto d' inizio non il 30 giugno, ma il 1° gennaio. in questa discussione, nel quadro — ripeto — della considerazione che si fa delle diverse categorie, in un riesame di carattere comparativo per venire incontro a coloro che hanno posizioni più basse o compiti più impegnativi, può essere definito un modo di soluzione del problema che dobbiamo affrontare. tutti, mi sembra, sono concordi nel ritenere che non è possibile affrontarlo facendo riferimento a corsi che corsi non sono, con un metodo che ha una sua illegittimità insuperabile e che certamente darebbe adito ad una serie di richieste da parte di molte altre categorie, perché la necessità di aggiornamento non è limitata ad una categoria (si può sempre imparare qualcosa di più per qualunque settore e per qualunque incombenza che ci sia da svolgere). per quanto riguarda il discorso degli ospedali — che avremo occasione di fare e che, alla vigilia della riforma sanitaria che questa Camera ha già approvato, riguarda aspetti importanti di riorganizzazione — è necessario far sì che, ad esempio, non ci sia più la spinta di migliaia di persone che vanno oltre oceano per sottoporsi ad operazioni che potrebbero benissimo affrontare qui. ci vorrebbe per questo una organizzazione migliore da parte di tutti e una grande serietà, un grande impegno, tenendo conto che in materie delicate come queste non devono prevalere disegni politici particolari e polemiche non necessarie. l' occasione odierna è stata idonea, mi sembra, per raggiungere una visione complessiva e puntuale del programma di Governo , richiamato sinteticamente ma in tutta la sua sostanza, nel suo impegno di uno sforzo che deve essere eccezionale per il sud, come ho detto, per i giovani e per l' Europa. basta enunciare sinteticamente questi tre obiettivi, di cui conosciamo il significato. in più io ho cercato stamane di dare una risposta a una domanda che spesso viene fatta e che qualche volta ci poniamo anche internamente, ciascuno di noi. cioè la politica di riforme e la politica di programmazione hanno la possibilità di trasformare profondamente la nostra società o almeno di avviare una profonda trasformazione, in chiave di sviluppo di giustizia? noi riteniamo che questo sia possibile, anzi senza ciò mancherebbe il fine medesimo dell' impegno che noi abbiamo pattuito e che dobbiamo condurre innanzi. si è detto che questa è una massificazione: non è assolutamente vero. io credo che il concetto di perequazione e il concetto di giustizia sia molto diverso da un concetto di massificazione. credo che sia proprio quella in chiave di giustizia l' interpretazione da dare alla nostra politica. ho richiamato alcuni degli adempimenti che in questa legislatura abbiamo realizzato, non per fare del trionfalismo operativo che sarebbe assolutamente poco fondato, ma per non svalutare quello che, insieme, noi abbiamo sin qui fatto, compreso lo sforzo — che mi sembra concreto ed incisivo — nella lotta contro l' evasione fiscale , che è stata da diversi colleghi evocata. abbiamo creato degli strumenti nuovi che già sono in attuazione per una parte non indifferente. altri disegni di legge sono in Parlamento; alcuni sono di grande serietà innovativa nella lotta all' evasione. noi non crediamo che sia con la lotta all' evasione che si risolvono interamente i problemi che ci sono dinanzi; ma crediamo che, senza questa lotta, i problemi non si risolvano e, comunque, non si abbia quella base di convinzione che dobbiamo avere e che può consentirci di chiedere sacrifici che sono indispensabili se veramente vogliamo attuare la trasformazione che è nei nostri disegni. ultima osservazione. molti colleghi hanno manifestato insodisfazione per una lentezza che esiste in molti campi: è una insodisfazione che in parte è fondata. noi siamo impegnati a trovare dei correttivi e ad accentuare, ognuno di noi, il nostro impegno personale, che abbiamo sentito ravvivato anche dal contatto odierno con i calabresi con i quali ho passato l' intervallo pomeridiano. non ho ricevuto alcuna pietra (come qualche collega pensa sia accaduto), ma, esaminando i loro problemi e continuando un discorso che nei giorni passati e nella stessa giornata di ieri abbiamo fatto con i sindacati e con i colleghi dei gruppi parlamentari della maggioranza, abbiamo promesso un sostegno di tipo nuovo. e un impegno che intendiamo assolutamente onorare, ma che prevede l' attuazione di quelle compatibilità che a qualcuno dispiace di sentir evocare. si tratta, però, di una regola indispensabile per tutta la nostra azione. il Governo non ha inteso giocare di anticipo, né di contropiede, come è stato detto con una fraseologia che certamente non mi dispiace. noi non crediamo che questa sia una stagione di giochi: è una stagione dura di impegni e di verifiche. era nostro dovere rifarci alla insostituibilità del Parlamento in un frangente difficile e passibile di implicazioni altrimenti non sostenibili. sappiamo bene che con questo non si chiudono tutti i problemi e non si eliminano tutte le difficoltà che dovremo affrontare: tuttavia, ritengo che avere dei punti di riferimento come quelli che oggi, in una discussione che non credo sia stata né vana, né di scarsa importanza politica, noi abbiamo avuto, sia un punto di chiarezza e di forza. il Governo non si preoccupa di una sua vita più o meno lunga; si preoccupa soltanto di poter essere coerente con il programma su cui è nato. finché rimane questa possibilità di coerenza, coi abbiamo una qualificazione ed una legittimazione, altrimenti — forme a parte — tutto questo non vi sarebbe più. sarebbe sbagliato dire che si è voluto gonfiare il problema degli ospedalieri: spero di essere riuscito a spiegare il motivo per cui era indispensabile questa discussione e penso che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane si debba verificare se vi sia esattamente la possibilità (e credo che vi sia) di passare dalla fase iniziale ad una fase più costruttiva, nei confronti di quel calendario degli adempimenti — che abbiamo fissato nei non brevi dialoghi al momento della crisi governativa — che deve esserci sempre dinanzi. eravamo obbligati a venire a riferire in Parlamento e mi pare che abbiamo la necessità — prima di dare una definizione, con la legge finanziaria e la presentazione del programma triennale, del quadro generale e globale delle nostre possibilità di concedere aumenti retributivi nel triennio che decorre dal 1° gennaio 1979 — di svolgere una discussione più approfondita ed analitica: in questo campo è necessaria la chiarezza, che serve a noi, ai sindacati ed a coloro che non vogliono effettuare operazioni di politica diversa da quella democratica di sviluppo e di tutela, che credo sia l' unica effettiva tutela possibile dei lavoratori.