Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 358 - seduta del 31-10-1978
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 358
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il problema specifico di cui il Governo ha ritenuto suo dovere investire il Parlamento, non è soltanto importante di per se stesso : una lunga carenza nella assistenza ospedaliera turba profondamente la coscienza civile, ma richiede una coerente riflessione sulla possibilità di realizzare l' ardito disegno sociale ed economico che è alla base dell' accordo di maggioranza parlamentare di cui il Governo è espressione. durante la fase precedente, detta della « non sfiducia » , affrontammo con misure eccezionali la drammatica situazione monetaria e valutaria, correggendo una pericolosissima rotta che avrebbe portato rapidamente alla catastrofe; l' appoggio delle forze politiche e la responsabile comprensione delle forze sindacali, consentirono di ottenere rapidamente cospicui risultati sia nei nostri conti con l' estero, sia nel sensibile rallentamento degli indici d' aumento dei prezzi . gli inderogabili interessi nazionali e la vitalità costruttiva di questa legislatura imponevano però non solo obiettivi difensivi (necessari, ma non sufficienti), ma una precisa strategia di movimento con una politica di riforme ed una efficace programmazione tesa a colmare il divario meridionale ed a sostenere ed aumentare le possibilità di occupazione. a sostegno di questa visione seria ed impegnata, comunque indifferibile, erano emerse nel contempo due esigenze complementari: la riconversione industriale da attuarsi a ritmo internazionale, se non si vuole essere declassati a livelli di sottosviluppo, e l' allineamento dell' Italia alle altre economie della Comunità Europea , mentre questa ha ribadito i suoi sforzi verso l' unificazione economica e monetaria. questa è la concreta impostazione degli accordi del marzo di quest' anno, dalla quale deriva un rigoroso quadro di compatibilità e di utilizzo razionale delle risorse. una coincidenza, certo non ricercata, vuole che questo nostro dibattito si svolga in un giorno in cui migliaia di calabresi sono convenuti a Roma per richiamare visivamente alla nazione la necessità di fronteggiare le condizioni di una regione fortemente depressa e delusa per circostanze storiche e naturali, per l' impatto durissimo della crisi nei settori dove si era realizzato o programmato un promettente avvio di industrializzazione, per ritardi nell' esecuzione di opere ed iniziative già da tempo finanziate, per un tasso di disoccupazione assai elevato. l' impegno che le forze sindacali e quelle politiche hanno assunto, di dare concreta ed operante solidarietà alle giuste aspirazioni di riscatto delle genti calabre, sarebbe retorico e comunque rimarrebbe sterile, se non fossimo coerenti con gli indirizzi programmatici che ora ho ricordato, dinanzi ai quali non sono consentite contraddizioni ed irrazionalità di comportamento. sono note le entità squilibrate della spesa pubblica in Italia ed il Parlamento ha indicato graduali traguardi di riduzione, il cui ottenimento comporta difficoltà non comuni. è altresì noto che nella programmazione non si può superare una certa dimensione della massa retributiva. ambedue questi punti fanno parte non derogabile del programma triennale che ci siamo prefissati e che entro otto settimane sarà articolato analiticamente, sulla scia di quanto già definito per il 1979, nella legge finanziaria e nella relazione previsionale e programmatica . il programma, destinando appunto al sud e a creare nuova occupazione le risorse interne e il sostegno estero, oggi recuperato ma legato al proseguimento della politica di riequilibrio, richiede che, salvo correzioni delle posizioni più favorite, chi ha un lavoro miri, in questo periodo di concentrazione produttiva, di sforzi, all' adeguamento monetario della propria retribuzione, nella certezza che da una situazione meno tesa e meno ingiusta possa attendersi una sostanziale ripresa di crescita generalizzata del tenore di vita . a mettere ordine nelle complesse procedure per i rinnovi contrattuali nel settore pubblico in senso largo, si è evidenziata la necessità di una certezza globale e, insieme, di raccordo generale. abbiamo già approvato in proposito le linee di un disegno di legge di procedure, che eviterà il ripetersi delle sfasature fin qui deplorate e dei disordinato cammino dei rinnovi triennali per tutto il variegato campo pubblico allargato. ma, sin da questo momento, la conduzione unificata verrà attuata sotto la responsabilità del Governo. quanto agli ospedalieri, è opportuno sottolineare alcune considerazioni, indispensabili per la puntuale focalizzazione del problema, che in questi giorni è all' attenzione delle forze politiche e sociali e della pubblica opinione . l' articolo 40 della legge 16 febbraio 1968, numero 132, sottrae alla competenza regionale la materia del trattamento e degli istituti normativi di carattere economico degli ospedalieri. il rapporto di lavoro di questi ultimi è stabilito con delibere, soggette ai controlli di legge, dei singoli enti ospedalieri, previ accordi nazionali tra i sindacati e le associazioni rappresentanti i suddetti enti. il successivo decreto legge 8 luglio 1974, 11. 264, convertito dalle Camere, ha sancito il divieto di corrispondere a qualsiasi titolo agli ospedalieri compensi, proventi ed indennità addizionali in eccedenza a quelli previsti da leggi o da accordi nazionali; di far effettuare prestazioni di lavoro straordinario oltre i limiti previsti dagli accordi stessi e, infine, la nullità di accordi locali di carattere normativo ed economico. ha sancito inoltre la responsabilità diretta e solidale degli amministratori e dei direttori amministrativi degli ospedali per indebite erogazioni. tutto questo anche per non accentuare diversità in vista della riforma sanitaria , che presuppone ovviamente un trattamento nazionale uniforme. il contratto nazionale per il personale le ospedaliero non medico è stato definito soltanto il 5 ottobre scorso, in quanto la categoria aveva ritenuto di dover richiedere integrazioni al quantum fissato nell' accordo del febbraio scorso, in correlazione alle decisioni concordate nel frattempo per le aziende autonome. la media del beneficio mensile individuale per gli ospedalieri è stata elevata da 50 mila a 64 mila lire. a questo punto, continuando in alcune province venete le agitazioni, quell' amministrazione regionale ha ritenuto, nonostante il contrario avviso preventivo del Governo, di poter sottoscrivere un accordo sindacale per un sostanziale aumento generalizzato legato ad un indirizzo di formazione professionale , sulla cui attuabilità si aprivano seri dubbi. per di più la regione, imputando la spesa non al proprio bilancio, competente per l' istruzione professionale, ma al fondo ospedaliero, veniva ad ipotizzare quasi una interpretazione autentica alla deroga dalle ricordate, tassative norme di legge. alla decisione della regione veneta, che a torto si riteneva fosse approvata in sede di riscontro di legittimità, seguì il 20 ottobre una riunione, presso il sottosegretario Del Rio , degli assessori regionali alla sanità con i rappresentanti sindacali e della federazione degli amministratori regionali ospedalieri. ne è seguito un protocollo che, riconoscendo la validità del contratto nazionale vigente, prevedeva piani generalizzati di aggiornamento e di riqualificazione, di cui si era nell' incontro ipotizzato il possibile finanziamento anche, da parte della Comunità Europea . l' interpretazione esterna, a cominciare dagli interessati, ma non certo condivisa dal sottosegretario, era che si fosse deciso un aumento retributivo puro e semplice con la dizione più o meno simbolica dell' aggiornamento. a nessuno sfugge l' implicazione psicologica che si è creata, ma non possiamo prescindere da due rilievi: non crediamo che responsabilmente possano prevedersi emolumenti per corsi se questi non si svolgano effettivamente e non siano frequentati; da un attento esame della materia appare attuabile nel settore l' effettuazione soltanto di un numero limitato di simili iniziative di addestramento. debbo aggiungere che il sospetto che con le deliberazioni « aggiuntive » si siano violate le precise norme di legge già ricordate è stato formalmente avanzato dalla Corte dei conti , la cui procura generale ha comunicato al Governo di avere « aperta apposita istruttoria ai fini dell' accertamento del danno erariale e del perseguimento delle relative responsabilità » , è quindi nostro dovere salvaguardare anche la responsabilità personale degli amministratori degli ospedali, e di ogni altro. sembra che la strada da seguire possa essere quella di una riflessione che dovrà verificare: primo, che l' onere complessivo della spesa corrente per il pubblico impiego sia compatibile con i criteri di spesa pubblica previsti nella legge finanziaria già presentata al Parlamento ed assunti anche a base del piano triennale; secondo, che, pur mantenendo ciascun contratto la sua autonomia, non si può non immaginare che in questa sede si debba tendere per quanto possibile verso una linea perequativa. occorre quindi mettersi subito al lavoro per definire i trattamenti per il prossimo triennio, che per gli statali, ad esempio, inizia il 1° gennaio prossimo, cioè fra due mesi. e si può prevedere — in una linea di armonizzazione cronologica — che anche il nuovo contratto degli ospedalieri abbia il medesimo inizio e non quello del semestre successivo. non sarebbe invece possibile compromettere, con tardive code ai contratti da poco segnati, una situazione che nessuno riuscirebbe a limitare ad una o a poche categorie, come l' esperienza insegna, al di là delle affermazioni di buona volontà di chicchessia. è questo un punto importante che va visto nella sua interezza, perché supera con tutta evidenza la questione specifica degli ospedalieri, sul cui delicato e pesante tipo di lavoro credo che nessuno possa avere dubbi. onorevoli colleghi , ho detto iniziando che l' obiettivo su cui si fonda l' accordo di Governo è quello di fronteggiare e correggere i traumi congiunturali in una linea attiva di politica di giustizia e di sviluppo. giunti a metà della settima legislatura repubblicana, possiamo constatare con sodisfazione che alle riforme stanno procedendo. oltre quella sanitaria, sono ormai in avanzato corso la riforma universitaria (che in parte abbiamo anticipato con il decreto legge per la sistemazione del personale precario), quella della scuola media superiore, quella della formazione professionale , quella dei patti agrari . il Governo ha formulato altresì le sue proposte per il riordino del settore previdenziale e per una più efficace prevenzione delle evasioni fiscali. è stata poi definitivamente varata la riforma dell' intervento promozionale nell' edilizia abitativa dopo il taglio del nodo gordiano dell' equo canone , che era necessario togliere dall' incertezza pluridecennale. in questo settore si spera che un buon impulso possa derivare anche dal congegno per il risparmio casa, per il quale abbiamo varato in questi giorni un disegno di legge . sono stati creati gli strumenti e disposti i mezzi per la riconversione delle industrie accanto ad un piano organico di sviluppo e di sostegno dell' agricoltura la legge « quadrifoglio » . il Parlamento ha approvato infine la riforma delle norme di contabilità di Stato per la formazione del bilancio, sodisfacendo una sentita, esigenza preliminare di chiarezza e di programmazione; e non mi soffermo su altre importanti iniziative legislative già approvate o in corso di approvazione che i colleghi conoscono bene; né sui gravi temi di altra natura di cui la Camera si è occupata la settimana scorsa. non sembra infatti il momento per fare un consuntivo di Governo. se si dimostrasse però impossibile proseguire nell' impostazione di costruttiva serietà e di coerenza, l' unica che può darci un domani non di avventura, verrebbe a mancare la stessa ragion d' essere di uno sforzo comune tanto impegnato e responsabile. ma prima ancora verrebbe a mancare in noi quella spinta ideale senza la quale oggi più che mai, con tutte le difficoltà che esistono, è impensabile di poter assolvere degnamente al nostro mandato politico.