Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 356 - seduta del 27-10-1978
Disposizioni per la protezione della popolazione civile in caso di guerra o di calamità
1978 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 706
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor ministro, colleghe e colleghi, in particolare, signor ministro Rognoni, dalla sua replica abbiamo ben inteso qual è la situazione. ancora una volta nella storia della Repubblica italiana , dopo trent' anni una strage resterà senza condanna ed i veri colpevoli non saranno individuati. è la storia di questa Repubblica, da Portella della Ginestra fino ad oggi. il senso dello Stato, del quale parlava il deputato Compagna, è un senso dello Stato crispino, non è né liberale né di destra storica . e un senso dello Stato forcaiolo, quello per cui appunto dal 1949-50 abbiamo assistito — peggio che sotto il fascismo degli anni 30 — ad una sequela di stragi: da quella di Portella della Ginestra , fino a quella della Banca dell' agricoltura a Milano, fino a piazza della Loggia , fino all' Italicus, fino a Peteano, fino alla strage di Giorgiana Masi e di Aldo Moro, senza che mai questa classe dirigente intervenisse, con i suoi servizi segreti di generaloni felloni e traditori, da De Lorenzo agli altri che hanno seguito, che hanno sempre suscitato i tentativi di destabilizzazione della Repubblica, di massacro, che hanno finanziato ed hanno soffocato sempre i tentativi, anche di ricerca della verità, del Parlamento. questa è la storia, signor ministro dell'Interno , e quando lei viene a dirci nulla, perché nulla ci ha detto, nella sua impudenza; quando solo oggi siamo riusciti a recuperare qualche parola sull' ipotesi di una dimensione internazionale delle azioni contrarie alla democrazia ed alla Repubblica (ed invece nella fase iniziale aveva completamente taciuto); quando dal deputato Aldo Moro, dal presidente del Consiglio Aldo Moro, dal presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, nelle ore tristi, drammatiche, tragiche della sua prigionia, vi veniva ricordato che la vostra morale, il vostro senso dello Stato era quello di Miceli, era quello dell' episodio dei palestinesi sottratti alla giustizia italiana per ragion di Stato , altro che per stato di diritto , dei repubblicani crispini, ma sempre in violazione delle leggi! quando — ripeto — devo udire l' opposizione scelbiana rediviva, attraverso le elette parole del collega Scalfaro, osare rimproverare ai compagni comunisti e socialisti lo sfacelo delle istituzioni dei servizi segreti , ricorderò al collega Scalfaro (che stamane, per parlare agli italiani e mostrare un volto diverso da quello che vediamo qui tutti i giorni nella pratica effettiva politica del Governo e della Democrazia Cristiana , ha recuperato i toni apparentemente dignitosi ma in realtà insidiosi e falsi dell' accusa alla sinistra popolare e democratica, di aver essa demolita — nel suo pluralismo libertario e magari leninista — la democrazia e la Repubblica) che non è da quei banchi che può oggi venire a rimproverare a noi quello che è stata opera trentennale della Democrazia Cristiana : la distruzione dell' utopia costituzionale e la contrapposizione, giorno dopo giorno, alla verità della cronaca e della storia il disfacimento delle strutture repubblicane! dobbiamo dire, signor presidente , che esistono certamente i luoghi del crimine e che il nostro Stato è abituato a proteggerli e a non riconoscerli, perché dietro quei luoghi deputati al crimine non di rado appare la fisionomia dello Stato democristiano e dei suoi alleati di ieri e di oggi! ma se esistono luoghi del crimine, esistono anche luoghi della legge, signor presidente della Camera: e noi accusiamo i segretari dei partiti di questa maggioranza di aver sbarrato le porte dei luoghi della legge e della Costituzione per 56 giorni, e di aver fatto delle sedi dei loro partiti luoghi di sovversione contro la Costituzione, perché la verità quotidiana del calvario di, Aldo Moro venisse sottratta ai deputati ed ai senatori della Repubblica, alla Camera ed al Senato, per vivere ogni giorno nei corridoi (per forza alla fine luridi, perché quando in democrazia le cose non sono aperte al controllo pubblico, esse si sporcano e sporcano) delle segreterie dei partiti, dove i sei segretari hanno operato — proprio essi — quel sequestro del quale oggi, con perfida sagacia, il collega Scalfaro a nome della Democrazia Cristiana parlava, quando rivendicava a noi deputati e parlamentari le funzioni che ci sarebbero state tolte: ma da chi? dove era il collega Scalfaro, dove era la Democrazia Cristiana giorno dopo giorno, quando appunto lo statuto della Democrazia Cristiana e la Costituzione della Repubblica venivano violati per impedire che i luoghi della legge vedessero affidata a loro la soluzione del tremendo problema che allora avevamo? possiamo dire questo, noi che abbiamo bisogno di elevare la statura dei nostri avversari? a noi non interessa — anche se è importante — questo o quello squallido, triste episodio del quale si possa aver parlato. noi ci auguriamo, noi vogliamo presumere, signor presidente della Camera, che le accuse anche personali che sono state fatte si rivelino magari affrettate e infondate, perché l' evidenza che le donne e gli uomini d' Italia hanno davanti agli occhi individua già la sovversione (rispetto alla Costituzione), la causa del fallimento della vicenda Moro proprio nel comportamento sovversivo dei partiti uniti a cianciare di democrazia e di Stato, ma in realtà a sequestrare dai luoghi della legge ogni possibilità di decidere. noi non sappiamo più come difenderci, signor presidente , quando i colleghi crispini parlano di senso dello Stato, quando i colleghi crispini, della sinistra o della destra, dicono che lo Stato è stato fermo: l' Italia è stata testimone che la fermezza di questo Stato era la fermezza di chi non si muove, di chi non fa, di chi non vuole fare, di chi non governa, la fermezza di chi ha il cuore, la testa, tutto il corpo di pietra. questo Stato doveva dialogare, doveva « trattare » (sia detto tra virgolette), non certo per diminuirsi: gli Stati a democrazia politica di tutto il mondo non hanno mai temuto di trattare per cercare magari — se volete — di creare il germe della crisi, del ripensamento in coloro che , costituiti in bande di giustizieri e di assassini, pensano di potere guadagnare il paradiso della rivoluzione e della giustizia su questa terra ammazzando ed erigendosi a immondi giustizieri della vita e, in prospettiva, anche suicidi, oltre che assassini. gli uomini e le donne d' Italia sanno bene che non è attraverso l' assassinio, attraverso i suicidi (neppure quello della Cagol), attraverso la morte di Moro che si edificano la felicità, il socialismo o una società più giusta. le donne e gli uomini d' Italia sanno anche, però, signor presidente , che in realtà questo Stato è sempre nemico dell' inerme: è così stato nemico di Moro quando era inerme, così come ne era servo quando Moro era lo ispiratore e l' animatore di quel modo di gestire il potere che lo rendeva estraneo alle tradizioni dello stato di diritto e che, quale consuntivo della sua moralità, lo spingeva a venire in questa Camera a chiederci, per ragioni politiche, per ragioni di partito, per ragioni di Stato, di proclamare che Tanassi e Gui fossero comunque dei galantuomini. certo, non ci siamo mossi, in quei 57 giorni. ma dove era il collega Scalfaro il 16, il 21, il 27 aprile, il 2 maggio, tutte le volte che in quest' Aula noi abbiamo chiesto di poterci far carico, secondo Costituzione, della vita dell' onorevole Moro e anche della vita della Repubblica? il ministro dell'Interno viene qui e non ci dice nulla. tra le altre cose, c' era un interrogativo al quale volevamo che desse risposta: vi rendete conto che cosa deve aver significato per il ministro Cossiga (il ministro di Giorgiana Masi , per intenderci), per il ministro della Dc Cossiga, accettare di essere il solo a presentare le dimissioni? e il capo della polizia? il comandante dell' Arma dei carabinieri ? forse non c' entrano? chi ricattano? perché non si toccano le alte sfere della polizia, che certamente in quelle settimane hanno dimostrato di non essere all' altezza del loro compito? no, si dimette solo Cossiga, il capro espiatorio più evidente che tra l' altro era già un anno che se ne sarebbe dovuto andar via. ebbene, da questa vicenda noi traiamo la convinzione che la responsabilità degli assassini e dei giustizieri delle Brigate Rosse apparterrà fatalmente alla cronaca nera della vita della nostra società, alla cronaca della sua disperazione, alla cronaca dei suoi errori, alla cronaca dei nostri demoni. mentre ritengo, signor presidente , che appartiene purtroppo alla storia della distruzione della democrazia quella resa tattica, quella resa ideale della sinistra che ad ogni piè sospinto viene a dire « sì » ad un ministro, ad una maggioranza e ad un Governo che pretende di proporci come sole cure per l' ordine e la pace repubblicane più fascismo nelle leggi, più impotenza nelle leggi, più violenza nelle leggi, distruzione delle prospettive della realizzazione (trent' anni dopo!) della legalità repubblicana. di questo, io penso, dobbiamo farci carico. questa è la storia per la quale per la prima volta, ma nel momento più tragico, la sinistra di Portella della Ginestra , la sinistra, malgrado tutto, che ha subito le stragi, le stragi dello Stato di Scelba e di tutti gli altri per trent' anni , oggi si è stretta attorno allo stesso regime che in nulla ha smentito il suo passato, in nulla ha smentito la sua concezione morotea, sacralizzatrice del potere e sostanzialmente estranea alle concezioni dello stato di diritto e repubblicano. ed udiamo allora queste perfide e splendide parole che abbiamo ascoltato questa mattina, rivolte non tanto contro di noi, ma rivolte contro i compagni comunisti della maggioranza, accusati delle irresponsabilità passate. non lo accoglie nemmeno, il collega Scalfaro, il figliuol prodigo ammazzando il vitello più grasso, ma vuole cospargere il loro capo sempre più di cenere, sempre più umiliarli, mortificarli. ci avete dato ragione. avevamo ragione noi. vi siete schierati con noi, ma avete queste responsabilità passate. no, rialziamo quelle bandiere! diciamo, anche a nome dei compagni comunisti, che giuste e necessarie furono le lotte contro lo Stato scelbiano, contro la concezione morotea dello Stato, della quale Moro è restato poi la vittima più prestigiosa, illustre e tragica per tutti noi; e siete stati tutti buoni allievi, perché contrariamente a quello che dice Galloni, non è vero che non si è violata la legge nemmeno nei confronti di Moro. proprio dinanzi a Moro e contro Moro avete preteso di non violarla violandola. questa, collega Galloni — se tu ci fossi! — è la verità del vostro comportamento. avete risequestrato, come ai tempi di Scelba e della strage di Portella della Ginestra , la sovranità del Parlamento, la sovranità costituzionale, avete avocato nelle sedi clericali e chiericali delle segreterie dei partiti, avete violato i vostri stessi statuti, gli statuti del presidente Moro, gli statuti del segretario Zaccagnini, gli statuti della Democrazia Cristiana . i democristiani non hanno avuto il diritto, nemmeno loro come noi, di riunirsi un solo giorno per discutere sul da fare e sulle notizie che arrivavano. a questo punto, signor presidente , e concludo, i radicali non voteranno a favore di questa risoluzione che è una vergogna, nella quale si conferma più fiducia ad un Governo che si è dimostrato più incapace ancora di quelli precedenti, più fiducia ad un ministro che come unico correttivo ci chiede, compagno Natta, altre norme stupide, inutili, in deroga ed in opposizione a quel nuovo codice di procedura penale che dovevamo già aver realizzato da tre anni e che non realizzeremo nemmeno l' anno prossimo , perché lo si sta distruggendo con queste norme inutili. poi, credete davvero che la Democrazia Cristiana difenderà lo Stato con le norme, con i Vitalone, con i magistrati indebitamente mantenuti a Roma e messi al centro di queste indagini. stato di diritto ! vergogna! vergogna! vergogna! noi dobbiamo dire, signor presidente , che a questo punto la centralità del Parlamento ha dei rari momenti per essere verificata ed i rari momenti sono quelli come oggi, questo, in cui riusciamo a non esser soli e la pubblicità della seduta di cui all' articolo 65 del nostro regolamento, signor presidente , così regolarmente violata e impedita, viene per un momento realizzata, sicché in questo momento milioni di italiani possono e potranno giudicare, per un momento, la verità della situazione. la centralità del Parlamento, d' ora in poi, signor presidente , la difenderemo sempre, di più fuori del Parlamento, non solo dentro, come con i referendum, con le elezioni a Trieste, con Nuova sinistra , a Trento, nella Trento di Flaminio Piccoli e a Bolzano. aspettiamo questa scadenza. vogliamo che le donne e gli uomini d' Italia, anche sul caso Moro ci dicano qualcosa, il 19 novembre; confermino il 96 per cento alla maggioranza dell' ammucchiata che firma con Balzamo, Natta e gli altri questa risoluzione in cui si dà fiducia al Governo, al Governo delle inesistenze, al Governo della continuità con le stragi di questi ultimi trent' anni . ebbene, confermi e allora avremo chiuso in ogni prospettiva, come nel giugno. si dia una lezione a questo 96 per cento ; chi vota cristiano democratico il 19 novembre potrà dargli una risposta parlamentare, una risposta costituzionale. chiediamo francamente al paese di aiutare il Parlamento, perché solo il paese, contro il sequestro dei vertici dei partiti, può rendere ai partiti — importantissimi — e a noi stessi, signor presidente , quella funzione che la Costituzione ci assegna e che questa politica ci nega.