Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 31 - seduta del 28-10-1976
Interventi per le zone del Friuli-Venezia Giulia colpite dagli eventi sismici
1976 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 31
  • Attività legislativa

signor presidente , ho chiesto di prendere la parola per qualche attimo prima che il ministro dell'Interno , che ha seguito il dibattito, esprima l' avviso del Governo in merito all' argomento al nostro esame. infatti, ritengo opportuno che rimanga precisato, al di fuori di ogni dubbio, il carattere del decreto legge che noi invitiamo la Camera a convertire con le modifiche apportate dall' altro ramo del Parlamento. questo carattere è quello di far fronte alle emergenze che esistevano già in settembre, e che risultano profondamente aggravate a seguito delle nuove manifestazioni sismiche. il tema della ricostruzione delle zone terremotate del Friuli certamente ha un collegamento ideale con quello che noi oggi affrontiamo con il decreto legge in discussione: ma si tratta di un tema che va affrontato separatamente. il Governo riconferma qui l' impegno a presentare — non appena tecnicamente possibile — un disegno di legge organico per la ricostruzione di quelle zone e fa affidamento per la sua redazione sulla partecipazione determinante della regione, degli enti locali delle forze politiche e sociali e anche degli organismi scientifici cui spetta indicare i punti fermi per le valutazioni geologiche che debbono servire da base per la progettazione ricostruttiva. ciò deve risultare ben chiaro, in modo particolare per quella parte non piccola di popolazione che ha dovuto abbandonare la propria terra, alla quale dobbiamo dare la assicurazione che si sta cercando di rendere il periodo di forzata lontananza dal proprio comune il più breve possibile. nello stesso tempo deve essere data assicurazione per una ricostruzione globale, attraverso un disegno di legge che — come è stato giustamente osservato un po' da tutti in questo dibattito — si uniformi, nel suo contenuto, non solo al concetto di ricostruzione, materialmente inteso, ma lo inserisca organicamente in un quadro di attese verso un processo di sviluppo da tempo sollecitato non ingiustamente da quelle popolazioni. desidero anche fare una comunicazione che mi pare necessaria, a parte le precisazioni già rese attraverso la stampa. una dichiarazione del commissario Cheysson al Parlamento europeo circa presunte inadempienze da parte di organi italiani — Governo o regioni — nell' utilizzazione dei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea , aveva provocato negli stessi ambienti del Parlamento europeo e nella opinione pubblica in Italia una certa emozione (di cui vi è stata una eco anche qui nella Camera dei Deputati ). se avessi preso la parola ieri sera avrei potuto precisare queste cose solo sulla base di una comunicazione telefonica: stamane invece posso basarmi su un rapporto scritto nel quale si afferma che già nella seduta di ieri mattina il commissario Cheysson, scusandosi di fronte al Parlamento europeo riunito in seduta comune pubblica, ha modificato le notizie che aveva dato il giorno precedente, fondate su informazioni erronee. il commissario Cheysson ha precisato non solo che l' Italia ha tempo fino al 31 dicembre prossimo per presentare i progetti di utilizzo dei fondi messi a disposizione dalla comunità economica europea, ma anche che questi progetti sono già stati presentati — sono parole testuali del verbale della seduta di ieri — con notevole anticipo. probabilmente un' informazione carente aveva indotto il commissario Cheysson a fornire delle notizie non esatte. nella riunione di ieri egli ha confermato, tra l' altro, che il governo italiano ha da tempo messo a disposizione tutti i mezzi relativi a quella parte di aiuti della Comunità destinata alla ricostruzione (l' altra parte riguarda interventi nell' agricoltura). egli ha reso omaggio alle autorità regionali e nazionali italiane per i grandi sforzi intrapresi per risolvere i gravi problemi del Friuli. nella discussione che è seguita in seno al Parlamento europeo non si è potuto non prendere atto di tutto questo. ritengo quindi che le critiche che erano state mosse all' operato del Governo circa un ipotetico ritardo nell' attivazione delle procedure per l' utilizzazione dei fondi Cee debbano essere ritirate, in quanto tale ritardo non si è minimamente verificato.