Francesco COSSIGA - Ministro dell'Interno Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 29 - seduta del 26-10-1976
Sulla riforma degli organi di polizia
1976 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 29
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente ,: onorevoli colleghi , desidero innanzitutto esprimere il mio più vivo apprezzamento e la mia adesione per la fondamentale decisione assunta dal presidente della Camera dei Deputati , d' intesa con i gruppi parlamentari , di svolgere rapidamente le interrogazioni a risposta orale, e posso in questa circostanza dare il contributo del dicastero cui sono preposto e mio personale all' attuazione di tale indirizzo. perché il sistema funzioni ritengo, per altro, che da parte delle amministrazioni sarebbe necessario avvicinarsi alla pratica anglosassone del question-time, con dichiarazioni sintetiche, in relazione anche al fatto che tale tipo di risposta sarebbe la più corrispondente alla funzione politica della interrogazione. per la natura stessa di questi atti di sindacato ispettivo del Parlamento, non sembra, infatti, che lo svolgimento d' interrogazioni sia la sede più adatta per annunciare propositi legislativi del Governo o i suoi orientamenti politici generali; tali attività debbono trovare una diversa collocazione nell' ambito dei lavori parlamentari. premetto questo per spiegare i limiti della risposta che mi accingo a dare. le interrogazioni all' ordine del giorno investono entrambe la complessa tematica che è attualmente al centro dell' attenzione della pubblica opinione : quella della riforma della nostra organizzazione di polizia, ora in corso di studio, in ordine alla quale ho già avuto modo di dichiarare quali siano gli intendimenti politici e le linee fondamentali del Governo alla Commissione interni di questa Camera in sede di discussione dello stato di previsione della spesa del ministero dell'Interno . le interrogazioni riflettono un risvolto particolare del problema e cioè la posizione dell' Arma dei carabinieri nel contesto della riforma. in merito alla questione sollevata, debbo con tutta sincerità e — mi credano gli onorevoli interroganti — per altro con estremo rispetto nei loro confronti, dichiararmi esterrefatto per la credibilità che si è data, anche in altri ambienti, a una voce, di cui si è fatto pure eco un importante quotidiano nel convinto dovere di informare la pubblica opinione , e secondo la quale il ministero dell'Interno , nell' ambito della indicata riforma, avrebbe previsto la cosiddetta « ruralizzazione » dell' Arma dei carabinieri con l' esclusione di ogni attività di essa dalle grandi città. debbo smentire categoricamente la fondatezza di queste voci, sulle quali gli onorevoli interroganti si sono soffermati esercitando il loro diritto di interrogazione già nella convinzione — debbo supporre — che la risposta del ministro sarebbe stata, come in effetti è avvenuto, di categorica smentita. queste voci hanno avuto purtroppo una tale risonanza da far sorgere il dubbio che vengano messe in giro soltanto per confondere, creare divisioni, sollevare riserve nei confronti della legittima autorità politica e, infine, forse addirittura, per intralciare il cammino della riforma della polizia. intendo qui confermare che il ruolo dell' Arma dei carabinieri è e non potrà che rimanere essenziale nell' ambito dell' organizzazione statale cui è affidata la tutela dell' ordine e della sicurezza pubblica e con esse la difesa dello Stato e delle libertà dei cittadini. all' Arma confermo, a nome del Governo, che va la riconoscenza di tutto il paese per lo spirito di sacrificio, la competenza e l' esemplare rettitudine con cui ha sempre svolto e continuerà a svolgere in avvenire la missione ad essa affidata dalla legge. detto ciò, è pur certo — e affermandolo non credo di enunciare nulla di nuovo — che la riforma allo studio, andando incontro alle esigenze del nostro Stato democratico e della nostra società, non potrà non affrontare con grande decisione e con estrema chiarezza il problema della responsabilità politica per la tutela dell' ordine e della sicurezza pubblica e quello del coordinamento delle forze dello Stato che sono investite di tali compiti. come è noto, il nostro ordinamento di polizia si basa su un organismo ministeriale competente in materia di direzione politica della tutela dell' ordine e della sicurezza pubblica, che è il ministero dell'Interno ; su un sistema di autorità di Pubblica Sicurezza che ha i suoi cardini nei prefetti e nei questori, e infine su due forze di polizia che hanno compiti pressoché identici e che sono venute acquistando un quasi perfetto parallelismo. una di tali forze è costituita dal ruolo dei funzionari di Pubblica Sicurezza , dal Corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza e dal Corpo della polizia femminile, tutti facenti parte dell' amministrazione dell' Interno e dipendenti direttamente dal ministro. l' altra forza di polizia è costituita dall' Arma dei carabinieri , che è anche prima Arma dell' esercito e, al tempo stesso , forza armata dello Stato in servizio permanente di Pubblica Sicurezza . l' Arma dipende direttamente dal ministero dell'Interno per quanto riguarda il servizio d' ordine e di sicurezza pubblica, l' accasermamento ed il casermaggio, rimanendo alle dipendenze del ministero della Difesa per l' ordinamento, il reclutamento, la disciplina, l' amministrazione, l' equipaggiamento e l' armamento. accanto a queste due forze di polizia vi è poi la Guardia di Finanza , che fa parte dell' amministrazione finanziaria , con attribuzioni particolari, e che, in determinate circostanze, concorre anch' essa alla tutela dell' ordine e della sicurezza pubblica. se può esserci in alcuni la presunzione che non vi sia alcuna esigenza di coordinare l' attività svolta da queste forze dell'ordine , è invece, come ho già detto, mia profonda convinzione, condivisa del resto da tutte le forze politiche che hanno avuto modo di esprimersi su questo argomento, che problemi di coordinamento sussistono e che essi vadano decisamente affrontati e risolti. essi saranno affrontati e risolti dal Parlamento e dal Governo nell' interesse esclusivo della tutela dei diritti e delle libertà dei cittadini e della difesa della sicurezza dello Stato, con l' utilizzazione delle competenze e delle tradizioni dei vari corpi di polizia. ma è certo da escludere che sia stata da me prevista o che sia ipotizzabile una soluzione al problema del coordinamento come quella che ha formato oggetto delle preoccupazioni degli onorevoli interroganti.