Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 288 - seduta del 18-05-1978
Sul caso Moro e sui problemi dell'ordine pubblico
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 288
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , dopo la immediata, unanime esecrazione espressa da tutti i gruppi in quello stesso tragico 16 marzo, la Camera dei Deputati , con dichiarazioni inequivoche, nella seduta del 4 aprile dimostrò di consentire alla linea di fermezza esposta dal Governo rifiutando nettamente ogni ipotesi di trattativa con i criminali autori e continuatori del misfatto. tale precisa espressione di volontà ha sconsigliato di venire a riferire in Parlamento lungo le tappe della drammatica vicenda anche per il timore, non privo di logica, che una rinnovata, solenne presa di posizione del Parlamento potesse costituire il motivo di un accelerato epilogo luttuoso, laddove, protraendo la vita del nostro collega, si poteva sperare di dar modo agli inquirenti di arrivare a far luce per liberarlo; ed in linea di eventualità, sia pure remota, a qualcuno dei rapitori di essere mosso a resipiscenza. d' altronde la condotta del Governo è stata ugualmente ispirata, nei limiti del possibile, a non dare ombra di pretesto ai rapitori che potesse far precipitare gli eventi. il tono dei comunicati emessi dal comitato interministeriale per la sicurezza è stato sempre tale da non respingere perentoriamente richieste che, entro l' ambito dell' ordinamento costituzionale e della legalità repubblicana e fuori dal ricatto dell' assurdo ed improponibile scambio, escluso con assoluta chiarezza da tutte le forze politiche , potessero offrire uno spiraglio alla possibilità di salvezza della vita di Aldo Moro. purtroppo tutto è stato illusorio ed anche appelli, iniziative e proposte umanitarie hanno trovato il muro della barbarie nell' ambito di questo gruppo eversivo ed assassino. il dispiego dei mezzi della sicurezza pubblica posto in atto per arrivare ad un risultato positivo è stato il massimo consentito anche ricorrendo alla collaborazione di reparti specializzati delle forze armate . credo che i deputati, che hanno presentato richieste specifiche di chiarimenti e di notizie, condivideranno la nostra intenzione di non indugiare oggi sui particolari di quanto è accaduto e delle indagini messe in campo. o si tratta di circostanze note, e sarebbe irriguardoso il ripeterle ora, ovvero siamo di fronte a procedimenti in atto sui quali ogni riserbo non è mai abbastanza commendevole. mi limito a ricordare che a partire dal 16 marzo le forze di polizia sono state mobilitate in un' intensa attività operativa e di controllo che ha portato l' impegno di una media giornaliera di 21.500 uomini tra militari dei carabinieri, della Pubblica Sicurezza e della Guardia di Finanza . tutte le possibili indagini hanno poi portato a numerosissimi atti di polizia giudiziaria che, proprio perché tali e quindi oggetto di istruttoria penale, non si ritiene opportuno elencare in questa sede. sono stati effettuati numerosi arresti e sono state attentamente prese in esame tutte le notizie e le segnalazioni senza escludere alcun elemento e sfruttando al massimo ogni dato che lasciasse comunque intravedere la possibilità di conseguire un sia pur minimo risultato. le operazioni di polizia, anche se hanno consentito solo di realizzare successi marginali e casuali rispetto al caso di via Fani , hanno però assicurato alla giustizia numerosi pregiudicati ed altre persone dedite ad attività illecite, mentre hanno restituito alla libertà tre sequestrati ed hanno infine chiarito alcuni aspetti inquietanti di gruppi e di elementi che favoriscono e fiancheggiano le organizzazioni sovversive in genere. in ogni modo, sono state possibili, oltre alla identificazione di nove presunti autori del grave episodio criminoso, con la emissione dei relativi mandati di cattura, la scoperta di alcuni « covi » e basi operative dei criminali, nonché l' identificazione e l' arresto di persone gravemente indiziate di svolgere un' attività fiancheggiatrice in favore dei responsabili di gravi attività eversive. dopo la spietata uccisione dell' onorevole Moro, che ha concluso nel modo più infame l' angosciosa vicenda, il ministro dell'Interno ha presentato irrevocabili dimissioni, nell' intento di consentire un oggettivo riesame di fondo di tutto lo schieramento addetto alla sicurezza pubblica. all' onorevole Cossiga che, per oltre due anni, ha tenuto, in un periodo eccezionale, la responsabilità degli Interni con una dedizione esemplare, rinnovo qui pubblicamente i sensi della mia riconoscente amicizia, rievocando tanti momenti di tensione vissuti in piena comunanza di preoccupazione e di ansietà. ma la mano dei criminali pseudopolitici colpisce ancora. dopo il 16 marzo abbiamo avuto due assassinati, gli agenti di custodia Di Cataldo e Cotugno, e 16 cittadini colpiti da arma da fuoco: uomini delle forze dell'ordine , medici, politici, dirigenti industriali, dirigenti sindacali. ci troviamo, quindi, non solo dinanzi alla doverosa ricostruzione delle responsabilità del gravissimo misfatto di via Fani , ma dobbiamo fronteggiare un fenomeno che rischia di alterare l' immagine dell' Italia democratica e di sovvertirne le istituzioni. il nuovo fenomeno presenta caratteri di novità rispetto a quelli tradizionali di violenza politica, così da far riscontrare una non idoneità dell' apparato e della politica tradizionale di polizia e di sicurezza. in un paese democratico, la polizia è soprattutto addestrata a combattere i fenomeni normali di criminalità anche organizzata. gli Stati ad ordinamento liberaldemocratico si sono sempre trovati impreparati di fronte allo scatenarsi dell' eversione e del terrorismo. occorre, perciò, intervenire con fermezza e con prudenza, per non coinvolgere, criminalizzandola, tutta l' area del dissenso. dopo un periodo di contestazione globale contro gli uomini della Pubblica Sicurezza , si è andato maturando un recupero di attenzione che vede unanimi i gruppi nel curare le esigenze morali e materiali di questi agenti dello Stato. ma occorreva andare oltre, non essere cioè sordi dinanzi alla loro richiesta di consentire alcuni mezzi di lavoro ritenuti strettamente necessari... se si desse loro la riforma, ma non il modo di lavorare senza essere ogni giorno sottoposti ad insidie, credo, onorevole Pannella, che gli agenti di Pubblica Sicurezza restituirebbero a lei e a noi la riforma! parlavo di mezzi di lavoro ritenuti strettamente necessari, quali certe possibilità di indagini e di controlli immediati, ad esempio. non sconfessiamo, davvero, così la luminosa strada dell' esaltazione costituzionale dei diritti civili di tutti i cittadini, e ci prefiggiamo di togliere appena possibile tutto ciò che è, comunque, straordinario. non mi sembra, però, inutile rilevare che la grande massa dei cittadini ha accettato con spirito di comprensione, in molti casi con esplicita approvazione, i sacrifici loro imposti. ho presente un breve inciso di efficacissima testimonianza, in un articolo di Jemolo, uomo sulla cui genuinità democratica nessuno può nutrire dubbi, che, rispondendo all' adirata protesta di un altro scrittore per le perquisizioni domiciliari ed i controlli telefonici operati nei giorni caldi, placidamente opponeva: « ma io, e con me certamente migliaia di cittadini, non solleverei alcuna difficoltà se il mio telefono fosse anche controllato ventiquattr' ore su ventiquattro » . tutto ciò, ripeto, è contingente e non durerà oltre la eccezionalità della situazione. tutto questo dipende dal ritorno effettivo alla normalità democratica, allorché siano rimossi dall' orizzonte nazionale i germi nefasti dell' eversione e della violenza. sappiamo bene che non si tratta solo di problemi giudiziari e di polizia, ma è pur vero che senza un ammodernamento di strutture e di modi di impiego e senza un efficace coordinamento di tutte le forze, la società perderebbe la sua battaglia nei confronti di una criminalità che non conosce mezze misure, che non ha remore di ordine morale né trova freni od ostacoli nemmeno nei fondamentali principi di umanità. mi si consenta di non entrare nel particolare delle misure necessarie: sarà questo il compito primario del nuovo ministro dell'Interno , che ne darà conoscenza anche preventiva alle Camere entro i limiti in cui ciò non sia inopportuno e nocivo. un cenno analogo vorrei fare per i nuovi servizi di informazione e di sicurezza , sull' attuazione dei quali sarebbe abbastanza assurdo emettere bollettini quotidiani o settimanali. il Governo aveva proposto una diversa ed unitaria struttura, ma non è il momento di sospirare sul passato o di comparare testi legislativi. la legge è quella che è; noi abbiamo l' obbligo di rispettarla: lo stiamo facendo con serietà e nei termini prefissati. la legge ha previsto opportunamente che una ristrettissima commissione di parlamentari segua l' attività dei servizi ed è inoltre fissato l' obbligo di periodiche relazioni di aggiornamento. occorre rispettare queste cautele e queste procedure. certo, sappiamo bene che il ritorno ad una civile ed operosa convivenza in tutte le città italiane (nessuna esclusa), non è in semplice funzione dell' efficienza dei pubblici apparati, anche se ad alcune spiegazioni meramente sociologiche delle radici del terrorismo si contrappone la realtà di zone e di ceti, anche tra i più poveri, che rispettano le leggi e regole ordinate, mentre tra i terroristi emergono da tempo persone che non hanno mai conosciuto miseria ed incertezze. non eravamo dominati dalla preoccupazione del terrorismo, quando abbiamo intrapreso e seguito la via delle riforme sociali e quando poi abbiamo affrontato la realizzazione del programma di Governo , redatto per fronteggiare una grave emergenza economica e finanziaria. se non fossimo sotto l' incombente minaccia del terrorismo, identico sarebbe il nostro comportamento, ma è pur vero che la mancata risposta ad esigenze di lavoro e prospettive inquieta in modo particolare i giovani, anche quelli — in numero più rilevante di quanto si creda — che con tanto sacrificio personale e familiare hanno compiuto, non di rado con impegno e successo, lunghi corsi di studi. e così turbano persistenti e multiformi maniere di evasione ai fondamentali doveri civici, in prima linea quelli fiscali, per i quali pure lo Stato oggi richiama tutti ad un forte impegno. ci chiediamo talvolta se queste deludenti, mancate realizzazioni di desiderati e sofferti obbiettivi non siano davvero la determinante di quella deviazione sociale e politica che spesso, con il falso miraggio d' uno sconvolgimento dal quale nasca chissà quale nuova giustizia, cagiona tragica disillusione nei giovani e nelle loro famiglie. ma riflettendo sulla diffusione di queste aberranti teorie tra i più giovani ed i giovanissimi, ai quali è mancata per l' età una autonoma esperienza, ci accorgiamo che la maggior parte di essi sono autenticamente plagiati, resi prigionieri di un sogno che va al di là delle loro capacità di comprensione e di valutazione, ma che li avvince o per i vincoli di ambiente o per la vivacità dell' immaginazione pseudoeroica o, soprattutto, per la sottile azione di proselitismo svolta particolarmente nelle periferie delle grandi città. ciò conduce ad una assurda situazione gli atenei e gli istituti di studi superiori, frequentati da un numero sempre crescente ed ormai esorbitante di minoranze faziose, di alunni vociferanti, violenti ed irrispettosi dei loro stessi privilegi ed immemori delle speranze, dei sogni e delle ambizioni con cui le loro famiglie avevano (spesso rinunciando al necessario) creduto di assicurare loro un solido avvenire professionale. l' andamento della criminalità in Italia nel 1977 ha presentato nelle grandi linee le stesse caratteristiche che il fenomeno ha registrato in tutti gli ultimi anni: aumento dei delitti contro il patrimonio e, in particolare, dei furti che rappresentano il 75 per cento del totale dei delitti accertati dall' autorità giudiziaria . l' alta percentuale dei furti di autore ignoto, pari all' 87,5 per cento , influisce in modo determinante a mantenere sui valori intorno al 20 per cento l' indice del totale dei delitti di autore noto. per altro, se si prendono in considerazione singole categorie di delitti, l' indice dei delitti di autore noto raggiunge valori molto più alti, come l' 83,9 per cento per i delitti contro la persona, il 90,9 per cento per i delitti contro la famiglia, la moralità e il buon costume, il 77,12 per cento per i delitti contro l' economia e la fede pubblica. è da sottolineare, inoltre, che nel 1977 la criminalità ha fatto registrare un incremento percentuale superiore a quello rilevato l' anno precedente : il 7,23 per cento dal 1976 al 1977, contro il 5,17 dal 1975 al 1976 (2 milioni e 145 mila delitti nel 1976 contro 2 milioni e 300 mila nel 1977). per quanto riguarda il corrente anno (periodo 1° gennaio-30 aprile) da un' analisi qualitativa dei fenomeni più gravi, effettuata sulla base dei dati rilevati dai vari uffici operativi e raffrontati con i dati relativi al corrispondente periodo dell' anno 1977, si possono trarre queste indicazioni: praticamente invariato risulta il numero delle rapine gravi (1440 contro 1446), mentre c' è un aumento degli omicidi dolosi (255 contro 224) e una marcata flessione dei sequestri di persona a scopo estortivo (18 contro 29). il numero degli attentati con movente politico nel complesso è allo stesso livello dell' anno scorso (769), ma quest' anno il terrorismo presenta manifestazioni più gravi. per quanto riguarda la situazione nelle carceri, si registra un netto miglioramento. sempre per il primo quadrimestre le sommosse sono state due contro diciassette dell' anno scorso e le evasioni 47 contro 126 e i detenuti non rientrati dai permessi 56 contro 487. mi sembra interessante qualche dettaglio relativo all' anno passato e al primo trimestre del 1978. le rapine consumate o tentate in danno di banche, gioiellerie, uffici postali ed altre gravi, verificatesi in Italia nel corso del 1977, sono state 4.142; dal 1° gennaio al 30 aprile 1978 il numero delle rapine risulta costante, come ho detto, rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente . alla media mensile di 345 gravi rapine per l' intero anno 1977 fa riscontro, nei primi quattro mesi del 1978, quella di 360. dal 1° gennaio al 30 aprile 1978 nel corso di rapine sono decedute 25 persone; sono stati arrestati nello stesso periodo 494 rapinatori. nel corso del 1977 si sono verificati 76 sequestri di persona a scopo di estorsione: 52 sono stati scoperti con la denuncia all' autorità giudiziaria di 300 persone, 272 in stato di arresto. nel precedente anno 1976 si sono verificati 48 sequestri di persona , 19 dei quali erano stati scoperti con 102 persone denunciate all' autorità giudiziaria , di cui 93 in stato di arresto. nell' anno 1977 le forze dell'ordine — polizia, carabinieri e Guardia di Finanza hanno denunciato 2.597 persone per il traffico degli stupefacenti, l' 8 per cento in più rispetto alle 2.387 del 1976. i dati relativi al periodo 1° gennaio-31 marzo dell' anno corrente, confrontati con quelli relativi allo stesso periodo dell' anno 1977, segnano purtroppo un ulteriore aumento: 832 persone denunciate, contro 627. la media mensile dei quantitativi di droga sequestrati è stata di chili 178,713 nel 1977 contro 797,157 nel 1978. infine, nel corso dell' anno 1977 si sono avuti 2.128 attentati, contro i 1.198 dell' anno precedente . per i primi quattro mesi del 1978 gli attentati sono stati 769. nonostante l' equivalenza del numero, si registra un aumento per quanto concerne l' incidenza degli attentati effettuati con ordigni esplosivi sul totale, e un aumento nell' incidenza di quelli effettuati con mezzi incendiari. i 769 attentati compiuti dal 1° gennaio al 30 aprile sono stati diretti contro 26 singole persone; contro 142 sedi di partito, di cui 65 della Democrazia Cristiana , 36 del partito comunista italiano, 27 del MSI-Destra Nazionale , 5 del partito socialista italiano, 4 di democrazia proletaria , 2 del partito socialdemocratico , 1 del partito repubblicano , del PDUP e del partito radicale ; contro 117 enti vari; contro 42 sedi di polizia; contro 55 scuole, 13 organizzazioni sindacali , 29 sedi di organizzazioni politiche e culturali, 6 sedi di quotidiani e periodici, 3 istituti carcerari. dal 16 marzo al 10 maggio sono stati compiuti 267 attentati, di cui 38 con armi da fuoco, 52 con ordigni esplosivi, 162 con mezzi incendiari e 15 con mezzi diversi. attualmente sono detenuti nelle carceri 616 terroristi, tra i quali 296 risultano di destra e 320 di sinistra, di cui 152 appartenenti alle cosiddette Brigate Rosse . nel corso del primo bimestre 1978 sono state rinvenute o sequestrate nel territorio nazionale 1.995 armi leggere (il raffronto con i dati dello stesso periodo del 1977 mette in evidenza una lievissima diminuzione) e 91.323 pezzi di munizioni varie (il rapporto con i dati dello stesso periodo del 1977 mette in evidenza un aumento dell' 11,68 per cento ). nello stesso periodo sono stati ritrovati 441 chilogrammi di esplosivi, con una diminuzione in percentuale rispetto ai dati dello stesso periodo del 1977 del 63,16 per cento . per detenzione abusiva di armi ed esplosivi, sempre nel corso del primo bimestre di quest' anno, sono state denunciate 1.243 persone, con una diminuzione del 6,55 per cento rispetto allo stesso periodo del 1977. le denunce inoltrate alla autorità giudiziarie sono state 1.033, con una diminuzione del 15,12 per cento rispetto allo stesso periodo del 1977. nel complesso i dati relativi al rinvenimento e sequestro di armi e munizioni da parte degli organi di polizia nel primo bimestre del 1978 evidenziano una certa flessione rispetto allo stesso periodo dell' anno 1977. onorevoli colleghi , rifacendomi alle prime battute di questa mia arida elencazione, confermerò che il compito di esporre previsioni e direttive, anche in dettaglio, sulla situazione generale dell' ordine pubblico spetterà al nuovo ministro dell'Interno . a me competeva oggi di corrispondere al desiderio, più volte ed in più sedi manifestato dai gruppi o da singoli deputati, che il Governo esponesse con una sua relazione in Parlamento i dati riassuntivi della situazione e dell' attività delle forze preposte alla tutela della sicurezza pubblica e alla difesa dello Stato. non vi sembri retorico se, a questo punto, ed a coronamento di una serie forse monotona di citazioni e di cifre, un' altra cifra debba io qui pronunciare, con tutta semplicità, come il dato riassuntivo di una altissima testimonianza di fedeltà e di sentimento del dovere: durante l' anno 1977 hanno dato la vita nello svolgimento del loro servizio 42 appartenenti delle forze dell'ordine (24 carabinieri e 18 guardie di Pubblica Sicurezza ); e nei primi quattro mesi di quest' anno i caduti sono stati 14, esattamente 7 e 7 dell' una e dell' altra uniforme. nulla infatti, se non la diversa uniforme, divide oggi queste formazioni: pari è la loro dedizione al dovere, pari il sacrificio, pari la stima, l' ammirazione, l' affetto che li circonda in ogni pubblica apparizione e che si manifesta con il ritrovato calore di una simpatia che una male intesa critica, non sempre disinteressata, aveva contribuito ad intiepidire. accanto al riverente pensiero verso queste vittime, volgiamo un augurio a tutti coloro che , fatti bersaglio anche in questi ultimi giorni di vili imboscate, porteranno d' ora innanzi sul loro corpo il segno sanguinoso dell' aberrazione che turba questo periodo della nostra vita nazionale; e riaffermiamo la nostra convinzione profonda nell' immancabile superamento anche di questa prova. la nostra patria ha vissuto tante pagine amare nella sua storia ed ha attraversato ore anche più drammatiche, tragedie più smisurate, ma non ha mai invocato l' abisso. ancora oggi la fermezza, la tenacia, lo spirito di sacrificio e di concordia del popolo italiano , largamente espresso in questo Parlamento, avranno la meglio su quanti non possono che essere condannati, ma al tempo stesso compianti, per la loro infelice chiusura ad ogni umano sentimento; non dico a quello della pietà, ma addirittura della ragione. ed è per la salvaguardia della vita di tutti gli italiani che noi impegniamo ogni sforzo perché la violenza sia di nuovo sconfitta e tornino a trionfare la libertà e il diritto.