Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 271 - seduta del 21-04-1978
Sulla politica interna
1978 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 443
  • Attività legislativa

signor presidente , io penso che come avvio al dibattito su questa voce del bilancio dello Stato , le parole pronunciate dal presidente Piccoli a seguito della richiesta della collega Bonino non facciano che rendere questo dibattito non solo più grave, ma tormentoso e tormentato probabilmente per tutti quanti. noi non possiamo farci da parte: in realtà questo è quanto siamo invitati a fare. ci si dice che la sorte della Repubblica e di Aldo Moro sono cose troppo gravi per poter essere affidate ad un dibattito parlamentare ; ci si dice, presidente Piccoli, di lasciarvi lavorare; si dice che la Repubblica attraversa un momento gravissimo, per cui si debbono lasciare gli addetti ai lavori al loro tentativo di compiere un' opera di salvataggio sia della legalità, sia di una vita che è cara al Parlamento, senza associare quest' ultimo a queste scelte. chiedo scusa, signor presidente , è solo un peccato di curiosità: vorrei sentire anch' io Alfredo Covelli e Piccoli. quindi, nella speranza che il destinatario principale di ciò che sto dicendo possa ascoltare — cioè il presidente Piccoli, perché gravi sono le cose che egli ha detto e non dubitiamo che le abbia dette con profonda sincerità e convinzione — dobbiamo rispondere al presidente Piccoli che l' atteggiamento della Democrazia Cristiana rende oggi la situazione ancora più grave. un mese fa, il 16 marzo, già provammo a dirvi che lasciare inalterata l' équipe governativa di maggioranza ed i metodi per i quali si era giunti al sequestro di Aldo Moro e all' assassinio dei lavoratori della Pubblica Sicurezza della sua scorta, ci pareva irresponsabile e tremendo; ci pareva, Piccoli, che affidare, a chi è responsabile di quello che è accaduto il 14 marzo, la gestione esclusiva del tentativo di salvataggio dell' ordine pubblico e della vita di Aldo Moro, oltre che della sua libertà, fosse — in sede logica, prima ancora che in sede politica — un rischio, un' avventura, un atteggiamento troppo temerario. e passato un mese: abbiamo taciuto; abbiamo accettato di non fare un ampio dibattito sulla fiducia; abbiamo accettato di dar fede al presidente del Consiglio ed a voi che ci annunciavate che avremmo discusso ampiamente di queste cose. e siamo arrivati, dopo trenta giorni di crescita della popolarità, della forza, della sfida delle Brigate Rosse , ad avere lo Stato sempre più mortificato, sempre più distrutto, sempre più in pericolo, con la legalità repubblicana che diventa una spada di Damocle contro la vita di quello che vi accingete — mi auguro — o, comunque, vi accingevate ad eleggere presidente della Repubblica , di quello che è il massimo degli esponenti di questa politica, di questo regime, di questa classe dirigente . ora, vorrei che qualcuno riflettesse su questo. non è forse temerario, Piccoli, in democrazia usare sistemi che non sono quelli democratici? non è forse temerario non costringere il Parlamento ad associarsi nel momento della grave scelta? la collega Bonino l' ha detto poco fa. sabato sera, domenica sera, lunedì sera quando le cose, in un modo o nell' altro, si saranno risolte, se avrete voluto, con una delibera di maggioranza, escludere il Parlamento in quanto tale dal dare il suo contributo e dall' esercitare le sue responsabilità, consentirete, allora, che qualcuno qua dentro o tutto il paese chieda conto non al Parlamento, ma alla maggioranza e al Governo. a noi si chiederà conto, forse, di non aver valutato fino in fondo quanto questa operi, non come una maggioranza repubblicana, ma come una maggioranza di regime, quando, nei momenti supremi della vita della Repubblica, rivendica che siano gli addetti ai lavori, il ministro di polizia ad operare. rivendica che siano le conferenze riservate dei capigruppo della maggioranza ad occuparsi delle Brigate Rosse e a cercare di risolvere quella situazione che, indubbiamente, è un prodotto innanzitutto delle maggioranze e di questo modo di esercitare il Governo delle cose della Repubblica. certo, anche a noi. e credo di avvertire una certa preoccupazione, collega Natta, quando si dice « anche a voi » . ah, non sei preoccupato! e allora sei incosciente! se sei preoccupato per me vuol dire che il paternalismo autoritario, che poi in situazioni di pericolo trova altre soluzioni... signor presidente , devo dire che dal gruppo comunista sto accumulando una serie di insulti... non è che io mi formalizzi per il fatto di sentirmi chiamare buffone. oramai questo pare l' argomento politico principale che viene da una certa parte politica quando, invece, si tenta di aprire un dialogo, per cercare di comprendere insieme come sia possibile... vorrei sapere se in questo Parlamento esista, a seconda di chi presiede, un tema o un altro. l' onorevole Fracchia ha parlato per due ore di tutti i problemi politici connessi all' ordine pubblico . così altri colleghi... abbiamo già avuto questo dissenso avant' ieri. intendiamo svolgere il tema del bilancio, con piena serenità e libertà. io ritengo che svolgere tale tema oggi significhi anche poter analizzare con serenità, così come è stato fatto dagli altri colleghi, magari anche i bilanci di venti anni fa e, magari, anche avvenimenti di quindici anni fa. signor presidente , le assicuro che sono appena all' inizio del mio intervento, non alla parte principale. ci arriveremo. non ho nessuna intenzione di fare un intervento sbrigativo, ma intendo procedere con prudenza e, quindi, partendo da dati di fatto. se mi consente, un certo rapporto può anche esservi tra l' analisi del « caso Moro » , indipendentemente dal dibattito che abbiamo avuto sin qui, e il bilancio che stiamo esaminando, visto che questo bilancio è identico a quello dello scorso anno . mi consente che esiste un nesso fra il fatto che l' équipe di Governo è la stessa, che il personale amministrativo è lo stesso, che le leggi sono le stesse o altre e che il bilancio è identico? io credo che il modo migliore per esplorare il bilancio attuale sia quello, signor presidente , di riferirci a quest' anno di vita politica del nostro paese, andando a vedere che cosa ha prodotto questo stesso bilancio nell' anno trascorso. da questo punto di vista possiamo anche andare a vedere se esiste omogeneità di questo bilancio con le programmazioni politiche di una parte della maggioranza o se non esista in questo caso il diritto di rievocarla con le tematiche del Movimento Sociale e, in particolare, con quelle esposte per due ore questa mattina dal collega Franchi. comunque, adoperiamo pure in un modo più diretto, signor presidente — direi lo svolgimento che mi sembra a lei più gradito. questo non mi costa nulla, tranne forse cambiare un po' lo schema che liberamente mi ero dato. partiamo dunque dall' affermazione che il bilancio di quest' anno è puntualmente quello dello scorso anno . ci sono i 750 milioni puntuali per l' ente privato per l' assistenza alle ex-prostitute, mentre sono stati tolti i 150 milioni all' umanitaria di Bauer. abbiamo le strutture portanti e l' apparato del bilancio, grosso modo, identiche. li dove dovevamo cercare di colpire gli enti parassitari o assistenziali di natura clericale e clientelare, che sono tipicamente le sanguisughe del ministero dell'Interno , quest' anno queste stesse voci le ritroviamo alcune volte come fondi o previsioni per le attività liquidatorie, invece che per quelle normali. ma, in questo momento, quello che mi importa è che la struttura generale dell' ordine pubblico e della polizia risulta confermata dalla situazione che abbiamo dinanzi. e qual è questa situazione? come hanno riconosciuto anche il Governo e le forze di maggioranza, perfino il partito comunista che in certi casi è così tetragono nel riuscire ad affermare che la verità è quella che vuole e non quella che si vede, in certi momenti ci troviamo di fronte alla disgregazione dello Stato e al degradarsi sempre maggiore della possibilità di difesa dell' ordine repubblicano. un anno fa per molti di voi era incomprensibile che la sovversione colpisse perfino il presidente Moro. un anno fa sembrava impensabile che in uno Stato, nel quale aumentavano sempre di più le voci relative al bilancio della difesa e a quello del ministero dell'Interno destinate all' attività di repressione, la situazione non dovesse migliorare. tutte le premesse, secondo i vostri punti di vista , c' erano. sotto la formula della « non sfiducia » , già il 95 per cento del Parlamento era solidale con il ministro dell'Interno Cossiga e con il Governo. sul bilancio foste tutti d' accordo e lo votaste. siete riusciti a mettere al passo i sindacati, a legarli al carro dei tempi defatigatori di questa maggioranza, a tal punto che della riforma della Pubblica Sicurezza non si parla, mentre per la quarta volta si parla di votare leggi di tipo ultrafascista e liberticida al posto di quelle di rispetto dei diritti democratici e repubblicani dei lavoratori della Pubblica Sicurezza o dei militari. ma è lecito o no, signor presidente , chiedersi, nel momento in cui dobbiamo valutare e le cifre e la direzione di questo bilancio, dove stiamo per andare, se teniamo presente le scelte politiche che si stanno facendo? qual è la premessa? qual è la « santabarbara » di difesa dello Stato del quale il signor ministro dell'Interno e tutti noi disponiamo? io credo sia unica in Europa. credo che in nessun paese d' Europa lo Stato sia così armato, armato di quello che chiede per combattere la criminalità e la sovversione. primo fatto: nel nostro paese abbiamo il numero massimo di esponenti di polizia. il nostro paese ha, rispetto agli altri, il numero massimo di agenti di Pubblica Sicurezza , carabinieri, eccetera. complessivamente l' Italia ha il massimo numero di addetti all' ordine pubblico . questo è il primo fatto e su di esso non ci dovrebbero essere dubbi. ma in più il Governo, il ministro tollera ampiamente che a questi effettivi, che sono già i più numerosi, relativamente, d' Europa, si aggiunga ormai l' esercito dei vigilantes, l' esercito delle polizie, apparentemente private, che si aggiungono, nell' opera di repressione, di controllo, eccetera, al più numeroso esercito di polizia esistente in Europa. abbiamo poi a livello delle leggi — unici in Europa; anche in Spagna l' hanno abrogato — il codice penale fascista, con quelle intaccature, signor presidente , che non sono state portate dal Parlamento repubblicano, come se fosse tutto, direi, composto di membri del gruppo del Movimento Sociale Italiano ; non hanno fatto nemmeno, in trent' anni , un' abrogazione di una norma del codice penale fascista; tutti quanti state scaricando la responsabilità su questa povera Democrazia Cristiana la quale, avendo sì il 40-45 per cento dei deputati ed essendo chiaramente il partito erede del PNF e della sua concezione dello Stato, comunque però non mi risulta abbia mai dovuto usare in Parlamento maniere particolarmente forti per imporre il permanere dei codici penali militari, dei tribunali militari, del Concordato clericofascista e dei codici penali. non solo, ma il partito socialista , il partito repubblicano , il partito liberale , sostanzialmente il partito comunista , in realtà in questi anni, signor presidente , hanno aumentato la « santabarbara » di leggi repressive. abbiamo le leggi Reale, delle quali il partito comunista disse allora molto, non tutto di quel che si poteva dire. abbiamo avuto le leggi Cossiga, le leggi Bonifacio, incombono le altre leggi sull' ordine pubblico , per armare chi? per armare una classe dirigente di Governo ed una maggioranza la quale, già disponendo della panoplia maggiore di armi aggressive e difensive di cui dispone uno Stato democratico in Europa, riesce invece a provocare questo degradarsi continuo ed accelerato della nostra situazione. quando le Brigate Rosse osano attentare al cuore dello Stato, che cosa dovrebbe accadere in uno Stato così forte, con anche Lama al seguito della maggioranza di Governo? dovrebbe accadere quantomeno che questo diventa un incidente per le Brigate Rosse e per lo Stato. Cento o duecento delinquenti colpiscono al cuore lo Stato, uno Stato repubblicano, con il 95 per cento dei parlamentari d' accordo, con queste leggi che tutto consentono? evidentemente sono dei pazzi, dovrebbero essere ritenuti dei pazzi, perché questo scontro non può che essere suicida, se la situazione è quella che ci è stata presentata (l' incontro delle grandi forze popolari, comunista, socialista, cattolica, e delle correnti esterne repubblicane, liberali o socialdemocratiche), se questa fosse la situazione. ed invece in questi trenta giorni è chiaro che chi sta perdendo, minuto dopo minuto, tutto, anche l' onore, è lo Stato e non le Brigate Rosse . e chiaro che lo Stato, dopo trenta giorni dal 16 marzo, lascia tutta l' iniziativa alle Brigate Rosse , e solo quando dei vigili urbani o dei pompieri, per avventura, vanno a vedere come si può chiudere un rubinetto d' acqua, interviene il ministro dell'Interno con le sue forze per salvare i brigatisti rossi . che cosa è accaduto con la struttura attuale? in un appartamento scorre appunto un po' d' acqua; la signora del piano di sotto si preoccupa, telefona ai pompieri (se avesse telefonato al commissariato non so che cosa sarebbe accaduto). i pompieri vengono, scoprono loro il covo delle Brigate Rosse , chiamano il 113 e dicono: abbiamo trovato il covo, stanno qui. che cosa avrebbe fatto immediatamente qualsiasi servizio di polizia? probabilmente avrebbe detto: restate lì, arriviamo, non fatevi vedere, dobbiamo coglierli quando arrivano. invece arrivano con le « pantere » . e un problema di bilancio: evidentemente per queste cose hanno troppe « pantere » , il ministro dell'Interno ha troppe « pantere » . se fossimo stati più poveri, signor presidente , se a Roma, a quell' ora, non ci fossero state « pantere » della polizia, avremmo arrestato i brigatisti rossi . perché a questo punto ci sarebbero andati due o tre lavoratori di polizia, onesti e coraggiosi come sono, e avrebbero aspettato l' arrivo di questi due o tre brigatisti rossi (che sono arrivati). invece l' opulenza relativa e la ricchezza comunque, o purtroppo la non sufficiente povertà delle strutture di polizia, hanno vanificato la scoperta dei pompieri ed hanno salvato le Brigate Rosse . questo può sembrare un modo eccessivo di vedere un episodio: ma non lo è. noi siamo certi, e l' abbiamo detto ieri in un' altra fase del dibattito sul bilancio, che questa polizia, la quale deve munirsi di strumenti di intercettazione telefonica (e non sappiamo dove il bilancio le farà gravare) fin da adesso ha dei telefoni e sicuramente migliaia di cittadini italiani, che non sono brigatisti rossi , segnaleranno la realtà. probabilmente l' appello accorato del presidente del Consiglio il 16 marzo: « ma qualcuno ci sarà pure in questo paese che vede questi uomini... » . abbiamo scoperto, grazie ai pompieri, che il commando anti-Moro prevedeva almeno 60 persone, almeno da quello che ho letto. queste 60 persone vivranno, avranno dei parenti, avranno degli amici. può credere lei, signor presidente , che fra le tante telefonate anonime che arrivano allo Stato ci siano quelle di uomini e di donne che vogliono, se non vendicare i morti ammazzati dalle Brigate Rosse , impedire che altri ve ne siano? nel nostro paese si ha paura della polizia. anche questo mettetelo nel vostro bilancio. la gente ha paura, i commissari di Pubblica Sicurezza hanno paura. il commissario Iulaso non rifà adesso, a favore di Moro, lo stesso errore che aveva fatto nei confronti di Freda e nei confronti degli autori della strage di Milano della Banca dell' agricoltura , perché altrimenti da Potenza, dove l' hanno mandato, lo manderebbero all' Asinara a fare da sorvegliante nelle carceri modello. di questo noi ci preoccupiamo. stesso bilancio, stesso personale politico, stessa maggioranza, sempre più grande la massa di strumenti legislativi, volti ad ottenere un solo risultato, cioè quello di far paura al cittadino non violento e di esaltare la capacità di azione e di lotta del cittadino violento e dei brigatisti rossi . nell' intervento del collega Franchi ci sono state — dovute, probabilmente, alla vicinanza del generale Miceli — una serie di osservazioni che mi sembrano sintomatiche. si è raccontato — ma noi lo raccontiamo in un altro modo e vorremmo che il Governo su questo annotasse qualcosa, perché anche questo è problema del bilancio dello Stato — qualcosa sul generale Dalla Chiesa . io non vedo questo episodio sotto l' angolazione dei colleghi Miceli e Franchi perché, evidentemente, noi auspichiamo esattamente quello contro cui si mobilitano i colleghi Miceli e Franchi. e comunque indubbio che un fatto preciso si è verificato: quando i leaders storici delle Brigate Rosse erano stati finalmente presi dalla polizia e dai carabinieri lo si era dovuto al fatto che il generale Dalla Chiesa era riuscito ad infiltrare molti uomini all' interno delle Brigate Rosse . era noto, quindi, che nel momento in cui a capo delle Brigate Rosse vi erano questi leaders storici, lo Stato era riuscito ad infiltrare a tal punto che in due riprese lo Stato era riuscito a sequestrare i brigatisti. perché parlo di sequestro? perché sembrava quasi che, non li volesse arrestare. quando si prende Curcio e lo si mette nel carcere di Fossano dove poi, con una semplice passeggiata, può uscire, lo Stato si comporta come se l' avesse sequestrato, come se fosse un sequestratore non come se fosse lo Stato il quale ha messo le mani su qualcuno che porta pesantissime responsabilità e che è molto pericoloso. ecco la domanda che sorge spontanea: è possibile che il ministero dell'Interno , che il generale Dalla Chiesa , che i carabinieri, che sono riusciti a far arrestare per la seconda volta, grazie alle infiltrazioni nelle Brigate Rosse , i leaders storici rendendole, così, acefale e con un corpo composto un po' di infiltrati e un po' di militanti « brigadieri » , « caporali » , « militari » , « soldati » , ma non « generali » , non facciano nulla per evitare che ridiventino pure e dure, e con l' aiuto dei palestinesi o dei cecoslovacchi, diventino un esercito impermeabile — ripeto, d' un tratto — allo Stato? gli infiltrati si convertono; sono andati lì, mandati dallo Stato, hanno operato bene — erano a buoni livelli, poiché sono riusciti a fare arrestare tutti i capi storici — e, poi, con tutta evidenza, si sono convertiti e sono divenuti dei leali brigatisti rossi . sono nelle Brigate Rosse , decapitate dei capi storici, con infiltrazioni di polizia e di carabinieri, sottoposte alla (devo dire) oculata attenzione dei servizi segreti tedeschi, per i loro collegamenti, veri o supposti, con i corrispondenti di quel paese, sicuramente a quella della Cia e dei servizi segreti israeliani (tutti sanno che si dice che lo allenamento dei brigatisti sia avvenuto in Palestina). dunque, queste Brigate Rosse , d' un tratto sono pure, dure, impermeabili allo Stato e possono arrivare a sequestrare Moro, senza che la polizia, con questo bel bilancio, con i carabinieri che restano militarizzati, riesca a fare alcunché. dal bilancio leggiamo che le voci relative al « casermaggio » e all' « accasermamento » aumentano, non diminuiscono. tutto ciò, anche se il bilancio contiene, nelle sue illustrazioni di base e di fondo, nelle sue illustrazioni politiche, effettuate dal presidente del Consiglio , annunzio che si darà attuazione alla riforma di Pubblica Sicurezza . il che significa una vita dei cittadini poliziotti incentrata, come nei paesi democratici, nelle proprie case; cittadini poliziotti che vivono in casa e si presentano al lavoro negli orari di ufficio. invece gli stanziamenti per accasermamento e casermaggio aumentano: in un posto di 200 milioni, in un altro di 70 milioni, in un altro ancora di 80 milioni. il che significa che, sulla base del bilancio, non si pensa alla realtà di realizzare la riforma di Pubblica Sicurezza sulla quale avevamo, tra l' altro, impegni precisi. devo dire che nel bilancio si tiene presente che, contrariamente a detti impegni, in Italia non vi sarà la riforma della polizia, ma la riforma — se vi sarà — risulterà di un certo tipo e per una parte della polizia, contro la nostra tesi della unificazione razionale delle forze di polizia . abbiamo, dunque, i carabinieri di Dalla Chiesa che non sono neppure minacciati dall' essere organizzati in modo diverso, dall' essere sottratti al codice penale militare, dal dover rischiare di obbedire ad occhi ciechi, come polizia giudiziaria , al magistrato. nel concorso delle varie obbedienze, infatti, se il carabiniere agisce in ossequio al magistrato, come polizia giudiziaria , ma interviene il suo superiore (De Lorenzo ? non occorre: basta un suo superiore diretto) che gli dice che quelle cose non debbono essere fatte, il carabiniere stesso risponde al suo comandante diretto, perché altrimenti, col codice penale militare va in galera. ecco che ritroviamo questo concorso duplice di obbedienza! ebbene, in questa situazione, signor presidente , signori del Governo, non è lecito chiedersi (è concepibile che si debba aspettare oggi per chiederselo, alla vigilia del dibattito?) se queste Brigate Rosse non siano, in grande, infiltrate come, in piccolo, era infiltrato il gruppetto Valpreda di via dell' Anima , dove di sei, tre erano provocatori? uno era della questura di Roma, l' altro dell' ufficio affari riservati, il terzo del Sid. li conoscevo, stavano nella nostra sede, il povero Valpreda e gli altri. ad un certo punto, siccome nella sede non violenta poco avrebbero potuto fare, poco si sarebbe potuto far fare loro, arrivano i soldi del bilancio. leggete negli atti del processo di Catanzaro che, pur di mandarli via dalla sede radicale e dal controllo non violento , Valpreda, Mander e gli altri si vedono offrire dai loro tre compagni travestiti fondi di bilancio (30 mila lire, 50 mila lire, 60 mila lire) per poter andare a prendere un appartamentino autonomo a via dell' Anima . la sede autonoma era necessaria per poi poter creare quella crescita di piccole provocazioni tale da fare poi di Valpreda e dell' altro il capro espiatorio di quello che si sapeva che si doveva fare, e si sapeva ad altri livelli. e tutto scritto nei processi. ecco come andavano avanti i soldi del bilancio. allora, preoccuparsi oggi, affermare la attendibilità delle ipotesi che queste Brigate Rosse siano infiltrate quanto e più (da chi, vedremo) del piccolo nucleo di anarchicucci da strapazzo e disperati di via dell' Anima , mi pare logico. è doveroso e necessario chiedersi ciò su questo dibattito urgente. ci troviamo di fronte ad un bilancio nel quale non vengono ridimensionate e riviste anche le cifre destinate alle attività di informazione, che in una polizia democratica è l' attività centrale di ognuno dei poliziotti. che cosa fa il poliziotto se non informarsi per prevenire? ecco perché dico: male le cifre per il casermaggio, signor presidente , ci vogliono cifre di conversione di altra natura e qui mancano. c' è una somma nel bilancio, signor presidente , per rimborsi di spese per l' attrezzatura borghese del poliziotto, ma è irrisoria, non vorrei sbagliarmi, non ho qui il capitolo, mi pare che è qualcosa come 170 milioni e mi pare che 170 milioni per questa conversione radicale, no, ecco, del poliziotto il quale è in realtà messo in condizione di informarsi per come vive, il poliziotto che vive in caserma di che cosa volete che si informi, in termini di ordine pubblico , se vive direi ghettizzato, come tutti i militari italiani? ma se invece i poliziotti vivessero come si vive altrove, nelle polizie efficientissime come quella anglosassone? in quei paesi vivono dove vivono gli altri cittadini, hanno il loro caseggiato, sanno, sentono, la loro attività è legata al loro quartiere, alla loro zona, sono spesso disarmati. ebbene, di tutto questo nel bilancio noi non solo non troviamo traccia, ma troviamo invece traccia della conferma dell' impostazione di polizia tradizionale, che è quella: l' informazione deve giungere allo Stato attraverso i servizi di informazione, mentre l' esecuzione della repressione va fatta dal poliziotto normale, cioè da quello pagato poco, che alle 6 del mattino viene fatto montare sempre su camions per aspettare le 6 di pomeriggio in cui ci sarà forse una manifestazione: certamente non violenta, perché quelle violente arrivano quando vogliono. quando mai le hanno prevenute, le manifestazioni violente? il 12 maggio dell' anno scorso , quanto è costata allo Stato e al ministro di polizia, che testé se n' è andato, quell' operazione dalla quale è sgorgato l' assassinio di Giorgiana Masi , freddo, deliberato, e altri 13 feriti? quanto è costato? settemila ragazzi portati qui dalla mattina; settemila ragazzi i quali molti — avevano avuto in consegna anche armi non d' ordinanza; tutti i commissariati sguarniti; tanto gas lacrimogeno da intossicare tutta questa zona. quanto è costata quella operazione, in che modo e chi erano i non violenti ? oggi la magistratura ci dice che nemmeno un graffio, ad uno solo di questi settemila uomini, è stato fatto! la prima volta, credo, in una manifestazione europea, cinque ore di scontri, morti; ecco, la legalità anche ammazzata, e non un contuso! mai, chiunque di noi legge e vive queste cose, da una parte e dall' altra, sa che se ci sono 30 morti o 30 feriti o 30 contusi, mai, dicevo, il bilancio poi da quest' altra parte trova riscontro. fino a quando non si usavano certi mezzi, non si usava sparare con i lacrimogeni ad altezza d' uomo, per esempio, come si continua a fare in deroga ai regolamenti, quando c' erano moltissimi feriti nella gente, c' erano sempre moltissimi contusi alle mani nella forza pubblica , perché non avendoli armati di altro, evidentemente c' erano sempre le contusioni alle mani, i graffi e le altre cose, nel corpo a corpo che si scatenava contro l' operaio che manifestava, contro il lavoratore, non contro chi metteva le bombe. dove? e chi le metteva? e noi vogliamo parlare di un bilancio del ministero dell'Interno , colleghi comunisti, colleghi socialisti; vogliamo parlare di un bilancio del ministero dell'Interno oggi, avendo per diciotto mesi impedito al Parlamento di discutere di quelle piccole cose alle quali accennavo prima! e possibile che le Brigate Rosse non siano infiltrate? spiegateci come sia possibile, quando invece si sono ricostituite sull' infiltrazione. che cosa è accaduto? è vero che si è sciolto il corpo affidato a Dalla Chiesa . perché? perché quella operazione è andata a termine e il generale Dalla Chiesa dichiarò che le Brigate Rosse erano sgominate e ne restava solo una piccola indicazione. oggi sono queste stesse Brigate Rosse , infiltrate, senza i capi storici, con gli infiltrati dentro che hanno riportato un successo; sono queste stesse che oggi sgominano lo Stato, sgominano la vigilanza operaia, sindacale. sgominano tutti, il 99 per cento del Parlamento, il 98 per cento degli elettori, in apparenza. come è possibile? allora, preoccuparsi come ha fatto il collega Mancini, non qui in Aula... ormai questo nostro Parlamento deve vivere sgangheratamente per volontà della maggioranza che non può permettergli di non essere sgangherato perché se così non fosse, se i dibattiti non fossero questi, il collega Mancini sarebbe venuto qui senza la mediazione, immagino del collega Testa o di non so chi altro, a dire: ma che cos' è questa storia della Digos, così organizzata? non si era deciso, con le riforme che avevamo fatto invece, che la centralizzazione passava... cos' è questa centralizzazione, questo mutare gli uffici politici per poi organizzarli a livello nazionale ? « che cosa stiamo per fare? » dice il collega Mancini, extraparlamentare; perché ormai anche l' uomo del prestigio di Giacomo Mancini può parlare solo fuori perché qui dentro non si parla; qui dentro si ha la responsabilità magari di far fare tardi ai commessi. e una responsabilità che poi in effetti dispiace, perché per il resto... abbiamo la cortese presenza del ministro Pandolfi e lo ringraziamo perché la Presidenza della Camera, signor presidente ! a informo perché lei non c' era, due ore fa, ha stabilito che si può discutere il bilancio tranquillamente e serenamente in assenza di ministri. quindi dobbiamo vieppiù ringraziare la cortesia del Governo che ci offre l' ascolto di un ministro, il quale però per sua fortuna e nostra — ministro Pandolfi — di Digos e di carabinieri e di Brigate Rosse sa ben poco, fino a quando magari non capiranno che il cuore dello Stato, come lo capiva anche Ernesto Rossi nel 1930-1931, più che in alcune persone, risiede in alcuni settori. allora Ernesto Rossi da non violento esibizionista metteva petardi negli uffici delle tasse perché pensava che in questo modo si potesse forse creare un riflesso nella popolazione che sapeva benissimo che la fiscalità fascista era una fiscalità classista, una fiscalità che non funzionava e quindi, come i radicali di adesso, affidava alla gestualità innocua, ma diversa, la sua possibilità espressiva. andando sempre avanti nell' analisi della situazione nella quale oggi ci troviamo a dover votare un bilancio di questo genere e nel constatare che non lo si può votare in questo modo e nel chiederci con che animo altri lo facciano, noi ci chiediamo se non è un dato di pericolo contro la Repubblica affidare ad un Governo e ad una classe dirigente che hanno saputo usare tutti questi enormi mezzi di soldi, di armamenti, di militari e di leggi, un bilancio del genere. tutto ciò con il risultato che trecento terroristi girano sovrani nel nostro paese, dando ordini e mortificano lo Stato e trenta milioni di italiani hanno paura di rivolgersi alla polizia perché sanno che la polizia di Cossiga, cioè la polizia delle leggi fasciste, di quelle che state per votare fra cinque giorni o quindici giorni, è una polizia che ha leggi tali per le quali se il povero cittadino si offre a collaborare e non essendo uno dei collaboratori pagati, non esce più da lì; o forse ha paura di capitare ad un certo livello dei servizi informativi di polizia come quelli che c' erano al tempo della strage di Stato di Milano, al momento di Peteano, al momento della strage di Trento; tutti quelli che hanno impedito la circolazione democratica dell' informazione dal cittadino verso lo Stato, verso il ministro dell'Interno , e verso quelle alte sfere dell' amministrazione di polizia e dell' esercito o che in questi anni sono stati sempre interessati a che l' informazione non passasse, a che l' informazione democratica non divenisse una struttura. ma forse che nel bilancio troviamo aumentate le voci di spesa per la formazione, per il riciclaggio del poliziotto? anche questo è un punto che siamo andati a controllare. guardi, signor presidente , io credo che questo intervento sia il primo — e non lo dico a titolo di merito: forse anzi è un limite — che si sforza di aderire alle strutture del bilancio, fino ad oggi, per quanto riguarda l' interno. e uno sforzo che posso fare; forse non lo avrei fatto, e quindi la devo ringraziare. abbiamo cercato di vedere, dicevo, se sia previsto il riciclaggio del poliziotto, di questa vittima sfruttata dalle 6 del mattino alle 11 di sera, sfruttata senza diritti sindacali. il riciclaggio dovrebbe però essere previsto, finanziato, sovvenzionato, perché questo mi sembra necessario perché si possa avere quella nuova polizia di cui ci si parla. niente di tutto questo. e allora, senza questo carico di sapere da trasmettere, senza questo carico di impegno da parte dello Stato, per distruggere il sapere falso e violento dato tecnicamente al dipendente di polizia, credete davvero che sarà possibile contare su una maggiore efficienza? badate che attualmente c' è un' istruzione continua. mi rivolgo ai miei colleghi che mi ascoltano, ben pochi in verità, e che sono — almeno apparentemente — assai più uomini d' ordine di quanto io non lo sia. evidentemente tutti quanti ci preoccupiamo. c' è un insegnamento continuo alla polizia, signor presidente , che è diseducante. il 12 maggio dell' anno scorso (quanto sono costati quegli assassini?) abbiamo rilevato — e la magistratura lo ha constatato — che nell' arco di un pomeriggio sono avvenuti almeno 130 episodi illegali, cioè contro le norme del testo unico di Pubblica Sicurezza (questo è importante: c' è un testo unico di Pubblica Sicurezza ). evidentemente i poliziotti non conoscono questo testo, non lo conoscevano; così gli assembramenti sono stati sciolti senza rispettare le norme del testo unico , così si sono picchiati i cittadini senza alcuna giustificazione. evidentemente quei ragazzi non sapevano che quelle cose non andavano fatte in quel modo, anche secondo le disposizioni del testo unico ... ebbene, quando 45 di queste norme del testo unico sono state violate (ed ai magistrati risulta), qual è stato l' insegnamento del signor questore di Roma (poi mandato a casa), del signor prefetto (promosso poi proprio ai servizi di informazione) e del ministro dell'Interno ? quello di coprire tutte le responsabilità, cioè di aggiungere a questa tremenda « santabarbara » , repressiva e fascista quanto inutile, anche l' avallo del metodo della trasgressione, nell' esercizio dell' attività di polizia, delle garanzie minime poste a tutela del cittadino da norme vetuste di 40-50 anni, che esprimevano una concezione fascista dell' ordine pubblico e dei doveri della polizia e, per converso, dei doveri del cittadino. in questa situazione cosa sarà possibile sperare con questo bilancio, con questo ministro, con questa maggioranza, con queste leggi, con queste istigazioni a violare le leggi da parte del ministro e del Governo, con questa istigazione indiretta a violare le leggi che viene dai banchi della maggioranza e della sinistra, la quale ha applaudito certi episodi? e lecito dire che probabilmente le cose andranno sempre peggio? mi chiedo se sia lecito, senza essere sospettato di quelle evocazioni che sono tipiche di persone molto più capaci di noi, o molto più simpatiche di noi alla maggioranza politica, come la Cassandra, onorevole La Malfa , come altre Cassandre, le quali certo sempre evocano disastri, che sono però, se andiamo a guardare, esattamente quelli che esse hanno provocato. certo, lo sapevano perché si accingevano a fare quella cosa, solo che adesso noi stiamo cercando di occuparci di una cosa diversa. dai singoli gruppi di maggioranza, dai singoli colleghi, viene su questo bilancio una sola osservazione che dimostri che si è presa coscienza che il bilancio precedente, il ministro precedente, il presidente del Consiglio precedente, gli ordinamenti precedenti, producono quello che abbiamo dinanzi o no? io in effetti sono stupito e devo dire che sicuramente questi radicali sono un po' matti, perché queste cose i colleghi comunisti le hanno dette per trent' anni e, siccome adesso non le dicono più, siamo dei ritardati mentali; indubbiamente, non c' è più bisogno di democrazia e di tutte queste preoccupazioni. invece ci pare che le cose vadano peggio di trent' anni fa. certo, trenta o venticinque anni fa era possibile la strage di Portella della Ginestra e sono state possibili nel corso degli anni successivi altre cose di questo genere , ma voi non credete che siamo alla vigilia di ben peggio? e forse che non sono morti 280 cittadini negli ultimi quattro anni, parlo dei cittadini morti in stragi, fra Brescia, l' Italicus, Milano, Peteano, eccetera? va bene che questi cittadini non erano a Portella della Ginestra e non erano a manifestazioni sindacali, ma erano pure 280 cittadini. il regime fascista fra il 1936 e il 1940, con queste stesse leggi, non dico con questo stesso personale, ma devo dire con un personale di una certa discendenza culturale o sociale dalla sua, aveva bisogno solo di 11 o 12 morti per difendere la struttura di classe, la struttura culturale e la struttura operativa di quel regime... qui invece ce ne sono stati trecento, qui veramente con molta sincerità, collega Torri, devo dire che non dobbiamo dimenticarci mai che negli anni Cinquanta c' è stata Portella della Ginestra , che c' è stata Modena, che c' è stata la FIAT che andava avanti in un certo modo; ma certo, proprio per questo dobbiamo spaventarci del fatto che fra il 1975 e il 1978 ci sono più morti di allora e — devo dire — nemmeno con l' alibi di uno scontro sociale, morti occasionali, morti per caso, e tutto questo mi pare che ha una connessione con le strutture che andate a votare, con la scelta che state facendo di dare la priorità alle leggi Reale e ai decreti sull' ordine pubblico rispetto alla riforma della polizia che aspetta dal 27 luglio 1976; e questo bilancio non comprende chiaramente gli effetti e le conseguenze di una riforma della polizia che voi già davate per approvata un anno fa. quindi in questa situazione, signor presidente , e mi avvio a concludere, il presidente Moro di che cosa può avere bisogno in questo momento? che gli addetti ai lavori, che « questi » addetti a « questi » lavori siano lasciati indisturbati dal Parlamento repubblicano nel portare a termine la loro opera? qual è l' opera dal 16 marzo ad oggi nei confronti delle Brigate Rosse degli addetti ai lavori? e così strana l' idea, la proposta dei radicali, di associare d' urgenza il Parlamento a questa ricerca di una linea che possa portare nello stesso tempo a salvare la legalità repubblicana e la vita e la libertà di Aldo Moro? forse che l' impresa non è abbastanza disperata per richiedere l' associazione di responsabilità di noi tutti? forse che questa è la mentalità per la quale dinanzi alle catastrofi bisogna agire in pochi perché i molti danno fastidio? che nei momenti seri ci vuole il dittatore perché nei momenti seri la democrazia non è atta a difendere la società? la democrazia è inefficienza, è confusione? forse che questo non è il nocciolo stesso del pensiero per il quale il collega Franchi, giustamente a questo punto, dice: scusate, per trenta anni avete tenuto i codici militari fascisti, i tribunali militari fascisti, i codici penali fascisti; non noi missini, ma voi della maggioranza? li avete mantenuti contro questi radicali demagoghi o pazzi o estremisti di democrazia o ultrà della democrazia; li avete difesi con la Corte costituzionale , con tutti. se questa è la legge dello Stato, e se il ministro si chiama Cossiga, se non sono disturbati i generali delle stragi di Stato — che al massimo, quando sono scoperti, dopo un soggiorno in infermeria, diventano deputati del Movimento Sociale Italiano perché la Democrazia Cristiana non può più farli eleggere direttamente, perché sarebbe troppo rischioso — , in questa situazione forse che non è irresponsabile rispetto ad Aldo Moro lasciare i suoi ministri di polizia, i suoi compagni di partito, d' un tratto, fare loro i difensori dello stato di diritto , della legalità repubblicana? certo, signor presidente , chiunque di noi sarebbe in grave pericolo se fosse sequestrato da delle Brigate Rosse in un Governo a presenza socialista (volevo dire radicale: è impensabile, è libertario!) perché con la violenza non si collabora. noi lo abbiamo detto altra volta: il problema non ci riguarda, ma tutti i nostri compagni sanno che se per avventura qualcuno davvero « scemo » , non dico più nemmeno cattivo, pensasse interessante l' ammazzare un radicale o sequestrarlo, la risposta deve essere: nessuna collaborazione; tenetevelo, vale poco adesso. da non violenti nessuna collaborazione a Cossiga quando copre l' assassinio, giorno dopo giorno, di nostri compagni non violenti . figuratevi, diciamo nessuna collaborazione con le operazioni carcere dell' Asinara; figuratevi se noi siamo disposti a collaborare con coloro che tengono Moro peggio di come si tengono all' Asinara i detenuti repubblicani, magari in attesa di giudizio! certo, saremmo in condizioni difficili, noi, che ogni giorno abbiamo raccontato che cosa accade ancora oggi nelle carceri repubblicane, che abbiamo difeso il diritto anche dell' assassino che ha provato a vivere nelle nostre carceri in un modo non diverso che in quelle borboniche; saremmo in condizioni difficili se adesso dovessimo, noi che parliamo tanto, spesso, sempre di più, di destra storica contro la sinistra crispina di La Malfa , contro questa sinistra trasformista (e vivaddio, almeno Bertrando Spaventa: il senso dello Stato), noi che, nello stesso tempo, siamo dei libertari e dei socialisti (ma oggi, possiamo dire che siamo sempre più convinti della grande dignità dell' avvenire che ha la nozione dello stato di diritto ), dire che, certamente, non tratteremo. signor presidente , Cossiga che pensa allo stato di diritto perché c' è Moro! e Andreotti che difende la nozione liberale dello Stato perché non si può — userò una brutta parola, signor presidente — abbassare, svilire lo Stato nemmeno per Aldo Moro. ma che, forse, non ha una enorme dignità la ragion di Stato proprio nella professione politica trentennale e nell' insegnamento politico di Aldo Moro? forse che il nucleo costitutivo della Democrazia Cristiana , anche come partito di certa tradizione cattolica, non è quello della doppia verità (grande tradizione teologica) e quello della ragion di Stato contro le fisime liberali del garantismo, della difesa del diritto astratto, semplicistica? forse che questo non è l' insegnamento, la vittoria trentennale del professor Aldo Moro, il quale ha continuato a scrivere queste cose (e ne aveva il diritto)? ma forse a coloro i quali hanno fatto le alleanze in nome della ragion di Stato , di partito ed hanno detto che l' attuazione della Costituzione non è perentoria (la norma settima dice entro un anno; sono passati trent' anni , ma questi formalismi sfrenati possono averli solo i radicali. la politica e altro) vogliamo affidarci e dobbiamo tacere, signor presidente , noi radicali, avversari della ragion di Stato , avversari di Aldo Moro, di questo regime, dei suoi omissis, degli omissis sui quali è cresciuto Cossiga? non dimentichiamole queste discendenze! dobbiamo invece oggi lasciarci dire dal collega Piccoli la sua sincerità: lasciate agli addetti ai lavori. ma lasciamo gli addetti ai lavori di morte, in questo caso, all' incapacità! sono 30 giorni che lo abbiamo detto, signor presidente ! voi, con questo bilancio, con questi soldi, con questi armati, con questa organizzazione, con questa ideologia, non sparerete a nessuno delle Brigate Rosse . non sgominerete niente. ci vuole l' onorevole Preti per dire che si sgominerà. solo lui. almeno Franchi parla di stato di guerra . una perla: gliela racconto, signor presidente ; era sul bilancio, ma lei non c' era. in uno Stato democratico — diceva il collega Franchi — non è importante e pertinente... signor presidente , devo dire che un richiamo così risorgimentale mi fa piacere. signor presidente , lei sa che, molto simpaticamente, ogni volta ormai che ci si dà dei desueti ottocenteschi ci si fa un complimento sia in termini di garantismo, sia in termini di opere, anche di opere liriche. il collega Franchi diceva: « un paese democratico proclamò lo stato di guerra » , per dire, giustamente: avete queste norme, attuatele! si riferiva al codice penale militare. e diceva: « nel 1908 » ... per il neofita della democrazia, appassionato collega Franchi, lo Stato monarchico del 1908 era il non plus ultra dell' avallo democratico, delle garanzie democratiche. per tornare, purtroppo a bomba... credo sia un modo ormai appropriato di rispondere dire che torniamo a bomba, come lei ci invita, signor presidente . le bombe contro lo Stato, contro Aldo Moro sono nell' illusione tremenda, tragica, che qui è prevalsa e che prevale attraverso quello che il collega Piccoli, con il suo dolore, ci ha detto e con la piena approvazione del collega Natta e degli altri colleghi capigruppo. la vita della Repubblica, la vita di un uomo come Aldo Moro è affare di Stato, ma affare di Stato nel senso di affare di corte, affare di corridoio, affare di potere: non è affare repubblicano. il Parlamento ingombra. guai a parlarne. signor presidente , è stato detto: credo che anche lei lo abbia sentito. guai, sarebbe la condanna a morte di Aldo Moro. lo abbiamo sentito dire dal Governo questa mattina; l' abbiamo sentito dire da tutti coloro presso i quali, in onorevole mendicità di attenzione, ci siamo recati, per dire: « forse è il caso che per un momento il Parlamento rifletta e discuta su questa cosa, prima dello scadere dell' ultimatum » . e allora la vicenda finisce per essere tragica davvero, perché, quale che sia il risultato di domani sera e di dopodomani, mi si consenta di dire, comunque, che un colpo in più, da brigata non so se rossa o nera, certo da brigata irresponsabile, allo Stato repubblicano in questo momento è inferto. quando, dinanzi al pericolo della Repubblica e degli uomini ritenuti migliori, si dice al Parlamento di farsi da parte e si dice all' istituzione che non è l' alveo di salvezza che può e deve essere percorso, signor presidente , se le Brigate Rosse lottano, come già lo stiamo vedendo da trenta giorni, per dimostrare che l' assetto costituzionale non è altro che una maschera del potere, e che loro ritengono di potere facilmente strappare, per dimostrare che noi stiamo celebrando qui liturgie stanche, biascicando messe sempre più dimesse e sempre più incomprensibili, direi che ci troviamo probabilmente a tutto dare, anche quello che non hanno chiesto, a queste Brigate Rosse . ci auguriamo che la loro provvidenza salvi la vita di Aldo Moro ed anche la libertà, perché il Parlamento, per ordine della sua maggioranza, non può far nulla in questa direzione, se non ritenere impropria la sua attenzione a questo avvenimento centrale. e una visione — come dire? — giacobina? centralista-democratica? democristiana? non lo so, signor presidente . non è certo quella visione per la quale prima il collega Ricci poteva, parlando nel suo bell' intervento, dire che la discussione del bilancio è atto fondamentale della vita dello Stato. vediamo che atto fondamentale stiamo compiendo, signor presidente , e vediamo come anche su questo, invece, solo la logorrea radicale consente che la liturgia si esplichi, perché altrimenti oggi saremmo già stati tutti a casa. grazie, signor presidente .