Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Attività legislativa

signor presidente , come dichiarazione di voto sull' emendamento proposto dalla Commissione, sostitutivo dell' articolo 7, intendo soffermarmi sulle possibilità oggi reali di accertamenti sanitari per gravi processi patologici, e soprattutto per eventuali malformazioni fetali. in realtà, le procedure tecniche utili all' accertamento precoce, e quindi valido, dell' esistenza di processi patologici, che colpiscono l' embrione, quali anomalie o malformazioni, contemplati al punto b) dell' articolo 6, sono estremamente sofisticate, almeno per lo assistenziale e sanitario italiano. le apparecchiature necessarie sono rappresentate da vari strumenti, a partire da quello che oggi dovrebbe essere più comune, o che comunque si vede pubblicizzato sulle riviste medico-scientifiche, e cioè l' apparecchio ad ultrasuoni; ma in realtà, nel nostro paese, pochi sono i centri attrezzati. naturalmente le attrezzature, poi, non bastano. è necessario anche il personale medico ed ausiliario qualificato rispetto a queste tecniche estremamente nuove. queste possibilità dell' accertamento precoce, e non soltanto per quanto riguarda la disponibilità delle attrezzature, ma anche di personale qualificato, sono normali negli altri paesi che hanno forse una concezione diversa della maternità, o forse della salute; ma, purtroppo, anche se in questi casi è estremamente difficile ottenere dei dati certi (se non vogliamo badare troppo a quelli pubblicitari, che a volte sono diffusi per dare magari lustro al primario, o all' ente ospedaliero, o alla clinica, e non per una reale corrispondenza con la realtà), quello che è accertato è che in Italia esistono centri di alta diagnostica, ad esempio per quanto riguarda le embriopatie, in numero tale da poter sodisfare quello che in termini scientifici chiamate un dépistage di massa; essi non sono insufficienti, comunque, ma sono dislocati geograficamente in modo tale da non consentire in realtà alla donna, specie nelle regioni meno favorite, un simile accertamento, e da costringerla, anzi, a viaggi e spostamenti non soltanto logoranti e difficili, ma anche dissuasivi dal ricorrere all' istituzione pubblica. a parte il fatto che il medico di base, sia esso il medico di famiglia o lo stesso specialista degli ambulatori o degli ex enti mutualistici, cui si rivolge in realtà la stragrande maggioranza delle gestanti, non ha neppure la qualificazione, o magari solamente l' informazione, sulla possibilità di diagnosticare una ipotesi di malformazione per la quale possa prevedersi come necessario il ricovero nella struttura ospedaliera. l' esperienza che ci è stata testimoniata in questi anni, e proprio dai medici, ci insegna che molto difficilmente viene instaurata la prassi dell' accertamento della malformazione, ma viene ricercato il criterio anamnestico, cioè la storia familiare e personale della gestante, che pure può suggerire il sospetto o la possibilità del verificarsi di una malformazione fetale. mi riferisco, ad esempio, ad un caso banale, quello dell' età. qui si parla di diagnostica delle malformazioni e delle eventuali malformazioni del feto. l' esempio più banale che possiamo portare il proprio quello dell' età. come è noto, il maggior numero dei casi di mongolismo si riscontra in coppie anziane. nessuno, tra i tanti casi che noi abbiamo potuto conoscere, ci ha mostrato che, una volta riconosciuta la gravidanza e tenuto conto appunto dell' età, il medico abbia invitato la gestante a sottoporsi ad una amniocentesi. non deve, d' altra parte, a mio avviso, trarre in inganno la sbandierata creazione di centri dotati di apparecchiature, quali quelle citate, perché, ad esempio, in molti piccoli ospedali di periferia questo sbandieramento ha un carattere più pubblicitario che reale. la realtà, poi, è ben più misera di quella che ci illustrano le riviste scientifiche, proprio riguardo a questi accertamenti di gravi processi patologici o di eventuali malformazioni del nascituro. non esiste in Italia, finora non è esistita, in realtà, una politica della prevenzione primaria della malformazione, fatta sulle coppie che intendono unirsi, cioè un' igiene preventiva, e non esiste una politica della prevenzione secondaria. pertanto, non c' è un accertamento precoce della malformazione, tale da consentire, attraverso l' aborto, di evitare il trauma, certamente gravissimo, dell' interruzione della gravidanza quando ormai essa sia molto avanzata o quasi al suo termine. su questo problema della prevenzione, evidentemente, il discorso potrebbe essere molto lungo. io facevo solo una annotazione, anche perché esso coinvolge responsabilità di natura diversa. ma qui ci interessa parlare, in realtà, di quello su cui stiamo legiferando, cioè delle nostre responsabilità politiche e parlamentari. voi state legiferando sul fatto che sarà obbligatorio per la donna sottoporsi giustamente agli accertamenti sanitari necessari in relazione a gravi processi patologici, a malformazioni e ad anomalie del nascituro. mi pare che tale situazione, proprio in riferimento alla prevenzione sia per quanto riguarda le attrezzature, sia per quanto riguarda il personale, sia stata denunciata anche dai medici italiani che si trovano nell' impossibilità reale di fare una qualsiasi politica di prevenzione e di profilassi. desidero precisare di non essere contraria in linea di principio a questo tipo di impostazione, perché credo che, comunque, tutte le donne abbiano interesse a curarsi, anche se non esiste prevenzione, così come non esistono quelle che voi chiamate strutture e non credo che potranno essere inventate dal nulla. non saranno certo le donne a non recarsi in questi centri di prevenzione: il fatto è che non esistono. per questi motivi annunzio il mio voto contrario all' emendamento della Commissione 7. 8.