Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Attività legislativa

signor presidente , credo che sia importante introdurre, anche se brevemente, il discorso sulla medicina delle donne. noi abbiamo voluto chiaramente prevedere qui la possibilità e l' opportunità dell' intervento non chirurgico, anche perché, in questi anni, l' abbiamo praticato, non perché l' abbiamo inventato, in realtà. noi avevamo affrontato il problema dell' aborto a partire dal 1973, affidandoci, in realtà, a medici che comunque già praticavano l' aspirazione. ed è stato solo dopo il 1975 che l' incontro con le compagne francesi ci ha insegnato come l' aborto può essere anche praticato da personale non medico, purché abbia sostenuto un corso di specializzazione. questa è stata una pratica che in Francia non solo è stata usata ma, in questo paese, fu proposta proprio dagli stessi medici, dai medici che dichiararono la disubbidienza civile , rispetto alla legge che puniva l' aborto, e che dissero chiaramente come una donna, o come, comunque, qualsiasi persona, anche se non è medico, possa, con un corso di specializzazione, riuscire ad imparare molto facilmente questo tipo di tecnica. in realtà, con alcuni accorgimenti particolari; infatti, ci sono accorgimenti diversi. il chirurgo è abituato ad usare il ferro, in realtà il personale paramedico, proprio perché si cautela anche rispetto alla donna, usa degli strumenti molto meno traumatici, ad esempio, degli strumenti in plastica. questa è una realtà che abbiamo vissuto e praticato in questi anni. e una realtà che altri paesi praticano; è la realtà degli USA, in cui pur prevedendosi che potesse essere fatto dai medici, l' aborto è attualmente praticato più giustamente, dalle infermiere. questo non perché sia una dequalificazione, ma perché in realtà riporta l' intervento abortivo all' ottava settimana di gravidanza, lo riporta, in realtà, alla sua specificità, cioè al suo grado, se vogliamo, di medicina, che non è quello di alta chirurgia o di intervento difficile. certo, bisogna rendersi conto che ciò si può fare quando una donna sia in condizioni normali di salute, ma è chiaro che essa prima deve sottoporsi agli accertamenti sanitari nel consultorio e quindi è chiaro che arriverà con gli accertamenti sanitari fatti. ma devo dire che sono un po' scettica rispetto ai medici; infatti, temo che molti di essi che finora hanno fatto aborti, d' ora in poi dovranno farlo gratuitamente e, magari, si scopriranno improvvisamente obiettori di coscienza . credo che, in realtà, e non soltanto per queste carenze, si tratti di un compito che qualsiasi personale, anche se non si tratta di medico o di ginecologo o laureato, possa fare. certo, mi rendo conto che questo è un attentato grave alla corporazione dei medici. questo è vero, significa togliere una parte del loro potere. questa nostra proposta va un po' nel senso della demedicalizzazione, in realtà, e non abbiamo paura a dirlo. riteniamo che, nella stragrande maggioranza dei casi, l' intervento abortivo non sia un intervento chirurgico, così come si vuole far credere. proponiamo, quindi, questo emendamento anche nell' ottica di questa legge e sono convinta che potrebbe comunque facilitare la sua attuazione, non fosse altro per il fatto che molti medici, per questioni di carriera, rifiuteranno di essere gli abortisti dell' ospedale. forse questo è vero, ma forse potremo trovare altro personale che sarà disponibile ad imparare, su questo punto.