Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Attività legislativa

è evidente, signor presidente , che se uno deve motivare le ragioni per cui propone di sopprimere un articolo, in realtà motiva le ragioni del dissenso sull' intero articolo; quindi di questo articolo si deve parlare, perché le ragioni di soppressione sono basate proprio su quanto l' articolo 5 prescrive o invita a fare. e allora, per attenermi tranquillamente a questo tema, sul quale, per altro, ci siamo soffermati a lungo e i nostri emendamenti sono molto più numerosi che non quelli che riguardano altri articoli, perché lo riteniamo un punto centrale, bisogna dire che in realtà parla dei consultori, ma non introduce i consultori: è, in realtà, una conseguenza dei primi articoli di questa proposta di legge , i quali, introducono i consultori e prescrivono anche quello che devono fare, ciò che viene poi particolareggiato nell' articolo 5. noi abbiamo cercato, per esempio, di proporre alcuni emendamenti che chiarissero una funzione dei consultori non dissuasiva rispetto all' aborto e, per questo, avevamo chiesto che alla fine del primo comma, dove si dice che la donna deve venire assistita durante la gravidanza o dopo il parto, fosse anche aggiunto: « dopo l' aborto » . infatti, se riteniamo che la donna che chiede l' intervento abortivo è una donna in difficoltà, di qualsiasi natura siano le difficoltà, e se è vero, come viene sostenuto dalla maggioranza che ha sottoscritto questa legge, che la donna si autodetermina e che, quindi, poi in realtà decide, mi pare di non dover escludere a priori che possa decidere per insistere nella sua intenzione di abortire. e allora credo che, se ci sono queste difficoltà, la donna vada seguita non solo durante la gravidanza, non solo se porterà a termine la gravidanza, ma anche se insisterà perché è testarda e deciderà di interromperla. abbiamo sentito nella rapida esposizione della Commissione che questo nostro emendamento ha trovato parere negativo, mentre da quel poco che abbiamo sentito dire ci sarebbero due emendamenti della Commissione che riguardano la figura del padre del concepito, che per altro era già prevista nella proposta di legge , ma con due modalità, e cioè che il padre del concepito doveva venire ascoltato quando fosse opportuno e quando fosse dalla donna richiesto. quindi, c' erano esattamente due momenti: una constatazione di opportunità e la richiesta della donna. da quello che ho capito, è stata modificata questa parte, e si verrà a dire che il consultorio valuta con la donna e con il padre del concepito, quando la donna consenta. quindi, la dichiarazione di opportunità non esiste più. e, siccome sembra a tutti estremamente importante questa figura del padre del concepito stabilita per obbligo dalla legge, vorrei esprimere subito non una nostra perplessità, ma un nostro augurio, che tuttavia è in contrasto con una recente legge riguardante i permessi. pongo, perciò, il problema della donna quando il padre del concepito si trovi in carcere. siccome l' altro giorno il sottosegretario di Stato per la grazia e la giustizia, in risposta ad una nostra interrogazione, diceva che questo non è un motivo eccezionale, facendo riferimento al caso di un permesso chiesto per sposarsi, faccio presente che in questa proposta di legge viene detto che sul momento abortivo l' intervento del padre del concepito, quando venga dalla donna richiesto, va assecondato. credo che questo porrà dei problemi, perché, come sempre, quando si parla in generale, non si riesce neanche a capire a quali piccoli inconvenienti si vada poi incontro. e che significa allora sollecitare le responsabilità del padre del concepito? ma stiamo attenti: questa proposta di legge , per esempio, dice che la donna per abortire deve fare tutta questa trafila. benissimo: viene arrestata una donna, va in carcere e fa richiesta di abortire. spero che sarà concessa dalle norme che voi state approvando la possibilità a questa donna di seguire questa vostra trafila, che richiede un numero di permessi non indifferente. questo porrà sicuramente dei problemi, ma io ritengo che non è rendendo difficile la trafila per ottenere lo aborto che si tutela socialmente la maternità, non è con questi sistemi che si tutela socialmente la maternità, ma è con questi sistemi che si invitano in pratica e in realtà le donne all' aborto clandestino , cioè si obbligano all' aborto clandestino . lo stesso avviene quando questo articolo dice che si invita la donna a soprassedere per sette giorni, e in realtà la si obbliga a soprassedere per sette giorni, perché l' invito è una di quelle cose che possono essere accolte o meno, mentre in questa proposta di legge si dice che la donna è invitata a soprassedere per sette giorni, ma, anche se non raccoglie l' invito, è proprio pregata di non presentarsi prima della scadenza di questo termine. rispetto ad un altro emendamento che è stato proposto dalla Commissione e del quale non è ancora arrivato il testo, che mi sembra confonda ancora di più e renda ancora più complessa la struttura già estremamente articolata dell' articolo 5 riguardo alle funzioni dei consultori, a me preme sottolineare una cosa che ritengo estremamente buffa e che è inserita in questo articolo. si stabilisce che la donna ha il diritto al rispetto della dignità e della riservatezza durante gli accertamenti necessari solo per quanto riguarda l' aborto, il che fa presupporre che per quanto riguarda gli accertamenti necessari per il parto o per qualsiasi altro colloquio con il medico, la dignità e la riservatezza non siano invece d' obbligo. ed è abbastanza strano che venga posto qui, perché sta a sottolineare che negli altri — 15471 interventi medici la riservatezza, la dignità insomma, non importano molto, ma qui viene stabilito che solo il momento abortivo deve avere questi attributi di riservatezza e di rispetto della dignità della donna. e tra l' altro stiamo attenti che qui ancora non siamo nella fase dell' intervento abortivo; siamo nella fase della consulenza. in realtà, questo articolo mi sembra estremamente grave perché medicalizza perfino la consulenza ed il colloquio. mi sembra, cioè, in linea con la tesi in cui la burocrazia medica prevarica la coscienza dell' individuo. qui è riaffiorata veramente la denuncia che faceva Lilli, cioè siamo in una situazione e in una società il cui il piacere, il soffrire e il disperarsi senza essere pazienti di un medico viene ritenuta una aberrazione. tanto è vero che qui si dice che si deve parlare dei propri problemi economici, personali, psicologici e familiari con un medico in relazione all' aborto. qui si medicalizza, in realtà, la sofferenza; non si riesce neanche a pensare che l' uscire di questa donna dalla solitudine voglia dire magari per lei parlare con altre donne. no, l' unico modo che ha lo Stato per far uscire le donne dalla solitudine è quello di metterle nelle mani di un medico! mi sembra, per questo, estremamente grave, perché medicalizza persino il momento primo della consulenza, perché medicalizza la sofferenza, perché medicalizza il dolore, quello psicologico. abbiamo uno Stato che si fa psicologo, perché qui c' è scritto che il consultorio rimuove gli ostacoli psicologici! non ho capito come avviene questa cosa, ma lo Stato, tramite il consultorio, rimuove i turbamenti psicologici! e quindi in quest' ottica in cui la burocrazia medica viene a prevaricare su qualsiasi condizione di coscienza della donna, perché neanche soffrire senza essere pazienti di un medico è più tollerato, io credo che, questo articolo, al di là del fatto che i consultori non ci sono ed al di là del fatto che poi non riescono ad operare, credo che proprio per questo, per questa impostazione di medicalizzazione totale di qualsiasi momento della nostra vita, proprio per questo è estremamente grave. per questo proponiamo di sopprimerlo. votazione segreta .