Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
Sul patto atlantico
1978 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 191
  • Attività legislativa

c' era un solo modo, collega Castellina, per non colpire le sedicenni e non lasciare delusi coloro che erano incaricati di mandarci dei telegrammi, perché ce li hanno mandati. non lo diciamo con il senno del poi. lo abbiamo detto da quattro anni, lo abbiamo detto da cinque anni, lo abbiamo confermato in questa settimana e ne abbiamo fatto un punto di confronto polemico. c' era un solo modo per risparmiare anche, forse, alla Democrazia Cristiana , di affermarsi su un così triste obiettivo. triste perché, comunque, io penso che questo articolo non darà gioia a nessuno e non credo che potrà essere accampato con affermazioni di un principio morale. il modo era quello di respingere la legge, perché questa legge è ipocrita, come è ipocrita dire che poteva avere un contenuto diverso nel quadro politico in cui avete voluto che si discutesse. e ipocrita dire che chi ha votato ancora ieri, chi si è comportato politicamente ancora ieri in modo tale che si arrivasse alla votazione di questa sera ora è sorpreso. tutti sanno, tutti sapevano — e noi lo dicevamo — che arrivare a questo voto non poteva essere che arrivarci in questo modo. e per questo che dicevamo che c' era un quoziente di slealtà da parte del partito comunista e del vertice del partito comunista nei confronti dell' UDI. dobbiamo però dire che la slealtà è ancora più profonda da parte di chi non aveva nemmeno l' alibi della ragion di Stato e di partito, del potere per giustificare questa operazione. non siamo certo lieti di poter dire questo, ma ancora una volta, a chi sale in cattedra per spiegare che il referendum lacerano non so che cosa, io credo di poter affermare che noi non abbiamo fatto l' ostruzionismo per il referendum, perché saremmo stati semplicemente degli idioti a farlo per quaranta giorni, ma lo abbiamo fatto dichiarando di farlo in polemica con un intero calendario, che significava una corsa agli ostacoli per l' eliminazione di tutti i referendum, e che significava innanzitutto l' abrogazione per un mese in Parlamento di tutte le misure di emergenza, in nome delle quali avevate costituito la vostra maggioranza, eravate stati messi in crisi a gennaio, dinanzi appunto a questa sagra della menzogna, a questo marché des dupes , a questo modo duplice, triplice, quintuplice di fare politica... dinanzi a questo io credo che abbiamo tentato di ribellarci e ci siamo riusciti, perché sono convinto che almeno grazie a questa operazione politica... in fondo, colleghi, 48 ore, 36 ore di lavoro comune, questo grande crimine di questi smoderati e smodati radicali... credo invece che abbiamo dato un contributo, perché questa operazione che si voleva far passare come una piccola vergogna da celare, se possibile prendendo in giro soprattutto dai democristiani la parte democristiana, dai comunisti la parte comunista, invece domani sarà credo conosciuta (miracoli di Miriam Mafai o del Tg2) e sarà chiaro che qui c' è stata un' unica maggioranza generale, con le varie ali, Castellina o Delfino, una unica maggioranza generale che ha operato in direzione di un aborto di Stato, che non poteva poi non trovare questa economia e questa logica di conclusione. e credo di poter dire senza presunzione, signor presidente , che abbiamo anche la fierezza di non esserci distaccati necessariamente dalla coscienza di nessuno, men che mai nel nostro comportamento per il quale si pensava di poterci linciare; i radicali che rivengono a votare, disposti a far numero con i democristiani, con i fascisti del Movimento Sociale Italiano , con i demonazionali; abbiamo accettato questo rischio di linciaggio, adesso possiamo dire che qui c' è stata una forza politica che conseguentemente, con le firme dei referendum, con le battaglie del Movimento di liberazione della donna con il carcere di Emma Bonino, con il carcere di Adele Faccio, ha detto da solo « no » per 48 ore — non è molto, no — a questo aborto di Stato; e l' ha detto in impossibilità profonda di convergenza fra la coscienza socialista e la coscienza cristiana, in contrapposizione con quella ragione di Stato, collega Zaccagnini, che troppe lacrime a voi già costa, ma costa anche a noi. la ragion politica e la ragion di Stato vi lasciano piangenti, nudi, come lasciano tutti, e come religiosi nella religione della libertà e nella religione della democrazia e nella religione, in fondo, dello stato di diritto . perché è l' ora di finirla con le ragioni di Stato per affermare invece il diritto della sedicenne, ma soprattutto il diritto a cammini lineari, a cammini di verità, e di verità umile e laica, di verità suscettibile di errore, ma di quella verità poi per la quale ci si sbaglia e domani si legge quello che leggeremo nelle statistiche sulla percentuale di sedicenni che avrete votato alla più dura delle solitudini e delle disperazioni, proprio perché le avete ricacciate nel dialogo dal quale fuggivano, e al quale forse potevamo ricondurle proprio accogliendole nella società per riportarle al dialogo con i padri. ecco, questa verità umile avrebbe consentito a tutti di non chiederci una volta di più che cosa abbiamo fatto, con una legge della Repubblica, e della Repubblica, e della legge, e di noi che proclamiamo di volerla servire ed affermare.