Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
Provvedimenti per il riequilibrio dell'attuale situazione congiunturale
1978 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 91
  • Attività legislativa

qui ancora continuiamo, mi pare, ad avere dinanzi non serie giustificazioni, ma il tentativo della differenziazione di forze politiche , che cercano di giocare al rincaro. c' è una corrispondenza tra questo « gravissime o irreversibili » con cui si vuole dimostrare che si è più realisti del re, più cattolici della Dc, più puri nella difesa di elementi biologici, antropologici e di specie, di quanto non lo siano gli altri. allora, da una parte si dice « gravi pericoli » e qui « deformazioni gravissime » ; è un problema di qualificazione politica attraverso l' eccesso o attraverso la quantità, che corrisponde però, devo dire, anche alla percentuale di assenza dei colleghi proponenti. con i termini « deformazioni gravissime o irreversibili » si acquistano meriti rispetto all' elettorato di un certo tipo. abbiamo già una dizione che è molto grave, certo eccessiva, nel senso che non c' è bisogno, per ottenere quei risultati che si vogliono ottenere, di aggiungere altro. ma il collega Rauti propone di dire « deformazioni gravissime o irreversibili » senza precisare di che cosa. questo non è un tipo di dialettica legislativa, che serva a qualche cosa; però, non mi pare che qualitativamente risponda ad un' criterio molto diverso per chi tranquillamente sente che è necessario differenziarsi politicamente, dicendo che il pericolo deve essere grave e non altrimenti evitabile. forse avete perso una battuta e dovevate mettere « gravissimo » . che cosa aggiungono alla lettura e alla perentorietà di una legge di questo tipo gli aggettivi e i superlativi, non l' abbiamo ancora compreso. può darsi che dal collega Rauti o da altri ci venga questo contributo, ma ci pare che continuiamo ad assistere un po' ad una commedia degli emendamenti, tanto più abbondanti numericamente, quanto meno seria è la battaglia di pretese alternative. perché queste battaglie si fanno anche con il generale o con il caporale « tempo » , e si fanno anche con un certo impegno, che, in qualche misura, dobbiamo pur chiedere. a me dispiace di ritenere che sia giusto o doveroso e non sia eccessivo e non sia un fatto indebito, magari di tipo egoistico o egocentrico, continuare a fare questa battaglia, e vedere tanti colleghi i quali ritengono che questo non è necessario, appunto costretti a star qui, come gli uffici della Camera, i commessi e via dicendo, ai quali in questo momento ci si consenta di rivolgere un ringraziamento, anche per questo clima che mi pare andiamo ristabilendo tutti insieme.