Marco PANNELLA - Presidente del Consiglio Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
1978 - Governo V Moro - Legislatura n. 6 - Seduta n. 476
  • Attività legislativa

io penso che, se questo intervento non servisse ad altro che a consentire ai colleghi, ai parlamentari e magari anche ai relatori di maggioranza di rileggere con attenzione questo comma lungo ed articolato, già avremmo ottenuto, probabilmente, un risultato che ci auguriamo costituisca la premessa per un risultato anche formale. in questo comma, del quale non vediamo assolutamente la necessità, vediamo sommata una serie di enunciati che ci preoccupano. rileggiamoli: « quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi » — il medico di fiducia — « dopo averla ascoltata... » . scusatemi, ma voglio dire che qui ancora si stabilisce che un medico, quando vede una donna, quando riceve una donna, una cliente, una paziente, la ascolta; perché altrimenti non la ascolta. guardate, questa preoccupazione del tipo di legge che noi facciamo è grave, perché nelle leggi tutte le parole hanno valore di legge, colleghi: tutte, ed è per questo che le leggi tendenzialmente sono essenziali, non hanno troppi attributi, troppi aggettivi, al contrario di quello che si imputa ai nostri interventi. ma se voi inserite « dopo averla ascoltata » , obbligo giuridico del medico di ascoltare la donna, ascoltarla su che..., perché..., d' accordo. comunque, qui il medico di fiducia deve ascoltarla. « compie gli accertamenti sanitari che ritiene necessari » . scusatemi, quali sono? l' ho già ricordato ieri: se noi per legge stabiliamo che un medico deve compiere le cose che ritiene necessarie... prendiamo cinque medici, cinque direttori di clinica e andiamo a vedere se per caso, a livello delle loro pure e semplici informazioni scientifiche, hanno la stessa idea di quali siano le operazioni sanitarie necessarie, possibili, praticabili e necessarie, « nel rispetto » — ci siamo! « della dignità e della libertà della donna » . mi pare che sia un po' perverso che in una legge venga stabilito adesso... non so se ci sentono i relatori di maggioranza, ma anche le forze politiche , ma anche il singolo deputato. ma perché non andare, magari tutti i singoli, da questi compagni relatori e dire: « scusate, ma le parole » nel rispetto della dignità e della libertà della donna » dobbiamo proprio metterle, nella legge? cioè, è concepibile che non ci sia questo rispetto? non esiste la deontologia professionale? non esiste il diritto della donna o del cliente o dell' uomo nell' ambito del rapporto con il medico, la struttura sanitaria ed il medico di fiducia? badate che poi l' assurdo qual è? e che voi esigete il rispetto della dignità e della libertà della donna dal medico di fiducia della donna. ecco, la donna va da un medico di fiducia, nel quale ha fiducia e poi voi sentite il bisogno di stabilire, per legge, che il medico deve compiere gli accertamenti sanitari nel rispetto della dignità della donna. o avete un novum legislativo: cioè non c' è sempre il rispetto, d' obbligo da parte del medico, della dignità e della libertà della donna; o non c' è sempre, e allora voi lo innovate. ed, è davvero una legge rivoluzionaria, se nel 1978 c' è bisogno di questo perché quel risultato sia ottenuto. o altrimenti qual è l' economia di questo inserimento, di questa cosa superflua, se non quella, lo ripeto, di buttare a noi stessi del fumo negli occhi per poter dire che il tono della legge è liberatorio, è progressista, è più avanzato di quello svedese, olandese, danese? ma guardate che solo in un paese barbaro, sottosviluppato, io credo (non so se l' Uganda... non vorrei che il ministro degli Esteri ricevesse poi delle proteste...), in un paese di civiltà diversa dalla nostra forse avrebbe senso che il Parlamento stabilisse che una visita medica da parte del medico debba essere fatta nel rispetto della dignità e della libertà del paziente. e un po' offensivo pensare che voi vi apprestate a legiferare in questo quadro invocando ciò solo all' interno, e specificamente all' interno di questa pratica (che in questo momento poi è ancora in una fase preliminare perché non porterà, non necessariamente porterà a qualcosa). e allora, siccome una legge invece va bene ; e tutti la possono leggere, se non evidenziate le sue cose proprie, noi chiediamo che questa roba vada via, perché è fonte di confusione, non si capisce, perché è un assurdo, perché un ragazzino si mette a ridere! la donna va dal medico di fiducia, c' è scritto. che cosa significa per il bambino? il medico nel quale la donna ha, stabilisce di avere fiducia. e un rapporto fiduciario e nel rapporto fiduciario... cosa presupponete? la donna stupida, vittimista, masochista che invece va lì e chiede dal suo medico il non rispetto della sua dignità? e grave, continuiamo a dire; non si può, fare una legge chilometrica di questo tipo, perché in questo modo solo si riesce a coprire l' essenza, la proprietà. il medico poi cosa fa, colleghi? valuta con la donna stessa. scusatemi, che cosa significa? e una legge, voi state dando un ordine, un ordine di comportamento. lo chiedo alle compagne, alle colleghe: che cosa significa, che cosa intendete nel fatto che il medico valuta con la donna stessa? ecco, quindi allora abbiamo attori, l' ho già detto, da una parte il medico e la donna, due soggetti i quali valutano; e, quando sia opportuno e da lei richiesto, c' è il padre del concepito. tre attori, i quali valutano insieme. ma scusatemi, che indicazione è? cosa significa valutare in termini di legge? che operazioni chiedete? questi tre, riuniti assieme, che cosa, Giovanni Berlinguer , che cosa devono fare? ce lo volete spiegare? è ostruzionistico chiedervi e chiederci che cosa significa? ed è del tutto allarmistico che, nelle pieghe di disposizioni generiche, imprecise, ci si vada a chiedere qual è l' economia e la ragione di questa imprecisione, dell' inserimento di cose superflue, improprie, in una legge come questa, che domani potrà essere utilizzata? e un monumento, a mio avviso, di trappole, questo comma: « e quando sia opportuno » ; mentre invece il collega Bruno Orsini e gli altri dicono: « e se possibile » ; « da lei richiesto » ... ma guardate che bello: colleghi, che cosa dice questa legge? ci sono già arrivato prima: « quando sia opportuno e da lei richiesto » . allora, se è inopportuno e da lei richiesto, cosa succede? cioè, si presume che è possibile che sia da lei richiesto e inopportuno. giustamente, Armella dice: di mettere « o » , se proprio dovete mantenere questa storia. ma è un monumento, veramente, proprio parole dopo parole, inciso per inciso... « con il padre del concepito » : e qui torniamo a dire: è fonte certa, colleghi e colleghe, di procedimenti, di guai, dare l' ordine al medico, al consultorio... nella legge ci scrivete: « con il padre del concepito » . preferiremmo la dizione: « il padre del nascituro » ; ma comunque volete mantenere quell' espressione perché meglio volete dire che siete andati nella direzione di padre Gemelli o di Gedda o di non so chi altro? va bene , mantenetela; mi pare grave, ma mantenetela. ma se voi dite: « il padre del concepito » , e invece viene sentita l' opinione di un individuo che non è il padre vero del concepito, ma è colui che la donna « fraudolentemente » indicherà al medico di fiducia come padre del concepito, allora avremo un' azione legale, un intervento del padre presunto — il marito, che è padre presunto, putativo — il quale dirà: « ma il padre del concepito sono io, non è quell' altro. e voi medici, voi consultori, avete sentito, appunto, colui che è invece un complice di questa donna che vuole escludere me, e siete complici anche voi! » . quindi, se mi consentite, anche in questo caso, o mutate questa dizione nella direzione che vi suggeriamo, e dite: « colui che è indicato come padre del nascituro » semmai; ma se non apporterete quei mutamenti, noi dovremo intervenire. badate: i tre (la donna, il medico, il presunto padre del concepito), insieme, sulla base degli accertamenti sanitari, la donna e quest' altro signore devono essere in grado di valutare le circostanze che la determinano a chiedere l' interruzione della gravidanza . ed allora qui abbiamo questo collegio di tribunale composto dal medico, dal presunto padre e dalla donna i quali, assieme, valutano le circostanze che determinano la richiesta di interruzione della gravidanza . possono essere d' accordo o no; e se non sono d' accordo, come si sviluppa tutto questo? « quando tale richiesta sia motivata dall' incidenza delle condizioni economiche, 3 sociali o familiari, sulla salute della donna » . badate, voi vi rivolgete a medici professionisti; chiedete che quando la richiesta di interrompere la gravidanza è motivata dall' incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della donna, il medico la informi (non so cosa pensi l' ordine dei medici, ma vedremo di informarla d' urgenza, se non se ne sono accorti). il medico per legge, colleghi e colleghe, con il pretesto, in occasione dell' aborto... voi stabilite che lo studio medico ormai debba avere, oltre alla segretaria (se ce l' ha), anche un impiegato, addetto a che cosa? badate: il medico informa la, donna sui diritti a lei spettanti, dopo di che la informa sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso. allora faremo un ordine del giorno (ma non stupitevi) in cui chiederemo che il Governo si faccia carico subito di fornire o un collaboratore a spese dello Stato al medico di fiducia, oppure di fare una pubblicazione. presenteremo degli ordini del giorno per aiutarvi ad attuare queste norme, se veramente andrete a votarle. vi rendete conto di che cosa significa? voi stabilite per legge che il medico deve informare la donna sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso. (la San Vincenzo de Paoli ? la Croce verde ? il CISA? c' è poi anche tutto l' annuario telefonico, alla voce « assistenza sociale » , malgrado l' abrogazione degli enti inutili). il medico deve altresì informare la donna « sui consultori e le strutture socio-sanitarie » . non si comprende che cosa voglia dire: la informa forse sui consultori esistenti nella zona? la informa sull' esistenza del consultorio nella legge, ma non nella realtà? voi, colleghi, sapete che i consultori non esistono. la deontologia e l' etica dei consultori dovrebbero consistere nel garantire che la donna fosse aiutata a non abortire abortendo: a non abortire nel consultorio, abortendo invece presso la mammana. vi pare che sia ostruzionistico far presente che quantomeno la formulazione di questo comma, parola dopo parola, frase dopo frase, è un mostro legislativo? non stiamo dettando comportamenti, stiamo dettando qualcosa che determinerà l' impossibilità dei comportamenti; non stiamo dettando un qualcosa che chiarisca una procedura, stiamo dettando le condizioni affinché le procedure da seguire per giungere all' aborto di Stato non siano adottabili, e si debba invece andare, per dirla alla romana, a morire ammazzati, magari letteralmente, dalla mammana. questo, almeno, è semplice. con il tam-tam dell' aborto clandestino si trova la mammana. pazienza, raschierà anche la mammana: tanto, il vostro aborto è il raschiamento obbligatorio, nelle strutture pubbliche non si applica il metodo Karman né l' aspirazione. si avrà qualche sfondamento in più dell' utero, ma comunque la procedura da seguire è abbastanza chiara. mi chiedo dunque che cosa si debba fare in questa fase. bene o male, i giorni passeranno; ma non potremmo usarli in qualche modo questi giorni, colleghi e colleghe? al di là dello scontro delle parti, non c' è qualche collega che possa farsi carico di riferire al relatore o al suo capogruppo le nostre osservazioni, proponendo di farle proprie? vivaddio, capisco che esistono momenti dogmatici, anche a livello del Parlamento, ma non comprendo perché si debba avere una sorta di in un progetto esaminato e riesaminato dalla Camera e dal Senato, e che comunque dovrà essere riesaminato ancora dal Senato. invito i colleghi a riflettere anche su questo: forse si potrebbe risparmiare tempo, perché potrebbe darsi che alcune delle nostre osservazioni siano accolte da qualcuno al Senato per amor d' arte, ed in tal caso il testo dovrebbe tornare alla Camera. cerchiamo di dare corpo a questi dibattiti: chi è che li fa diventare ostruzionistici? non c' è un minimo di attenzione, un minimo di risposta. per questi motivi abbiamo proposto in alternativa la soppressione di questo comma ed abbiamo smembrato le nostre obiezioni in altri sei emendamenti. come i colleghi vedono, non si tratta di ostruzionismo. possibile che di tutti questi emendamenti non ne vengano accolti almeno due o tre? possibile che non si interpelli il Comitato dei nove o il relatore? sono stati accolti emendamenti presentati dai colleghi Armella, Bruno Orsini; perché non altri? visto che comunque questo oscuro disegno, questa trama radicale, costringono tanti di noi ad essere qui presenti sarebbe bene che tanti di noi si facessero carico di essere presenti in un modo diverso, di divenire un po' legislatori. invece, i legislatori presenti sono pochi: quattro o cinque, forse due o tre. si ritiene che la questione riguardi soltanto i relatori, e non gli altri, e che pertanto non sia opportuno intervenire, altrimenti si farebbe l' ostruzionismo insieme con i radicali. ieri sera siamo riusciti a provocare — e ne siamo stati tutti felici, quelli che hanno ascoltato — un intervento persino di un rappresentante della Democrazia Cristiana , ed è stato bello da parte sua, visto che la Dc collabora a far ritenere che qualsiasi tentativo di miglioramento della legge equivale ad ostruzione e ad ostruzionismo, riservandosi solo di far prendere la parola ad uno per tutti, per dieci minuti, al termine della seduta. scusate, devo dire che, se a questo punto c' è un attore di questo progetto, questi non è identificabile in coloro che presentano questo progetto; a mio avviso non è normale che si presumano tutti tranquilli e sereni su questo testo, ma devo dire che è politicamente comprensibile che non parlino troppo. il fatto che la Democrazia Cristiana su questo non parli, non cerchi di convincere, non intervenga se non quel minimo al di là del quale essa sarebbe non dimezzata, ma inesistente, scomparsa completamente, mi pare un pessimo servizio a tutti quanti noi. un pessimo servizio, perché dall' intervento di Armella e dalla risposta che gli è stata data sono emerse sicuramente due o tre possibilità di dizioni migliori sul piano tecnico, e quindi unificanti, da inserire nella legge. e invece no, signor presidente , parlare è peccato. in realtà abbiamo voluto colpevolizzare, con questo aborto « libero » , se sorretto dalla menzogna obbligata, le donne. e attraverso questo comportamento della Dc e degli altri, signor presidente , si vuole anche colpevolizzare il parlamentare che applichi il regolamento; ma forse fa qualcosa di più: cerca di lavorare seriamente, e quindi le due cose vanno assieme.