Marco PANNELLA - Presidente del Consiglio Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
1978 - Governo IV Moro - Legislatura n. 6 - Seduta n. 306
  • Attività legislativa

signor presidente , dopo questo dibattito che mi pare interessante perché comincia a registrare, se non vado errato, una maggiore fiducia nello stesso e un accentuarsi del grado di interesse alla partecipazione da parte di gruppi non so se è un segno definitivo — come quelli del partito della Democrazia Cristiana , di Democrazia nazionale e del MSI-Destra Nazionale , ci troviamo, però, a dover constatare delle sbrigative reazioni della commissione, la quale nulla, anche là dove si trattava di un tentativo di contributo direi tecnico alla redazione delle norme di legge, ha accolto. si continua cioè ad opporre da parte della Commissione un rifiuto a cercare di trarre da questo dibattito, che pur continuerà, quanto di utile per tutto il Parlamento può venire da esso. tale atteggiamento mi pare non eccessivamente costruttivo e allora continuiamo in questo dialogo fra sordi nel quale i muti e i sordi non siamo noi e la forza del numero potrà probabilmente non risolversi poi, nella media scadenza, in forza politica di chi ha ritenuto che il numero fosse diritto, e fosse forza e gloria, in qualche misura, non dare ascolto a chi cerca anche di evitare che questa legge sia squalificata poi nella pratica di ogni giorno. questo perché, signor presidente , questo articolo 5, dopo l' analisi che abbiamo fatto e dopo gli interventi dei colleghi Armella e Cerquetti, interventi opposti ai nostri, sempre più chiaramente dimostra la fantasia non eletta di qualche scenografo il quale, avendo il problema dell' aborto, ha visto una sceneggiata, una scenografia: qual è, che cosa accade, che cosa deve accadere con termini di racconto propri dello scenografo e impropri per colui che ha il problema di trovare delle norme univoche, delle letture che siano corrispondenti alla perentorietà di una legge che si cerca di varare perché sia non forse disapplicata come quella Rocco, ma applicata in un modo diverso. continuiamo a dire allora alla commissione, alle forze politiche , che fanno un pessimo affare se votano una norma nella quale si comincia subito con il dichiarare che « il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici » (quali? perché o si dice « gli accertamenti medici » o, nel dire « i necessari » , si deve pensare che qualcuno si chiederà che cosa significa nell' intenzione del legislatore, nella oggettività della legge « gli accertamenti necessari » « hanno il compito in ogni caso » consultorio e struttura — « e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall' incidenza delle condizioni economiche, o sociali o familiari sulla salute della gestante » (vedete la scenografia! gli accertamenti necessari che secondo cinque clinici saranno sicuramente cinque diversi e qualcuno andrà ad adire le vie legali, perché questa norma, per esempio, sicuramente crea un diritto soggettivo del presunto o vero padre del concepito, del nascituro, diciamo noi; voi siate pur tranquilli che in questa sceneggiatura si vedrà tutta la forza perentoria che dovreste poter dare alla vostra legge, ma che non potete dare perché questa è una legge ad evitandum , questa è una legge per evitare di votare, di parlare, di consentire, di fare, per evitare il confronto, per evitare le donne dell' UDI, di giudicare che cosa si dice loro, che cosa accadrà) — « di esaminare con la donna e, quando sia opportuno e da lei richiesto, con il padre del concepito » — il quale o è colui che è indicato come padre del concepito dalla donna o altrimenti è (come voi scrivete, relatore Berlinguer) il padre del concepito; una donna, molto spesso, anche secondo le osservazioni e le previsioni del collega Armella, potrebbe, dinanzi a questo aborto di Stato che le viene imposto e che le viene riconosciuto, sentire il bisogno di non preoccupare troppo suo marito, perché suo marito saprà che l' aborto di Stato che la donna sceglie di praticare, oltre ad obbligarla alla menzogna, la costringe ad essere raschiata concretamente cioè ad avere emorragie o a rischiarle. allora, per pietà, per amore della famiglia (e non solo per il motivo peggiore) indicherà un fratello, un amico, come padre del concepito. facciamo però l' ipotesi — badate, è concreta legislativamente, giuridicamente, vi troverete dinanzi a questi fatti — che il padre presunto per legge (il marito) del concepito venga al corrente dopo. a questo punto una struttura che avrà dato l' autorizzazione in base, non già alla presenza e alla associazione alle decisioni del padre del concepito, ma di colui che è stato indicato — e che non lo è per la legge, in base alla presunzione del marito — come padre, sicuramente innesterà su questo un' azione; o può innestare nei confronti del consultorio un' azione per non aver avuto la diligenza del buon padre di famiglia nell' accertare che davvero associato sia il presunto, il vero padre del concepito e non l' accompagnatore prescelto. e un esempio, lo avete alla sesta riga. abbiamo detto: dite del nascituro (ecco perché forse « padre del nascituro » è più omogeneo, più corrispondente anche a certa giurisprudenza e non solo alle cose invocate); dite: « a colui che è indicato dalla donna come padre del nascituro » . nulla! che cosa poi volete pretendere? qui lo dico alle colleghe di ma certa parte politica . ma non vi pare che sia violenza? altro che autodeterminazione! dire che una donna che va alla struttura per praticare, ed essere aiutata nel praticare, l' interruzione di gravidanza, significa riconoscere che il compito istituzionale è quello di aiutare a rimuovere le cause per le quali va lì, che la porterebbero all' interruzione della gravidanza . questo è un dato dialogico. invece è molto serio secondo voi; no? chi chiede di essere. aiutato, chiede di essere aiutato non nella direzione opposta a quella per la quale chiede l' aiuto. la donna che ha chiesto o intende chiedere una interruzione di gravidanza non andrà sicuramente lì dove la legge prescrive che venga aiutata a non fare quello per il quale lei chiede un aiuto. vi può sembrare normale; a mio avviso è normale come ogni violenza contro la donna, come comincia ad apparirmi che questo venga accettato persino dall' Unione donne italiane , cosa che sembrerebbe, nel 1978, inconcepibile; che la porterebbero all' interruzione della gravidanza , di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre. lasciamo perdere perché abbiamo il tempo contato. veniamo all' altra enormità: voi state costringendo il medico di fiducia, dopo aver ascoltata la donna, a compiere gli accertamenti sanitari. signor presidente del Consiglio , signor presidente del Consiglio , si prepari... volevo solamente suggerire... io pregavo di averlo, e non protestavo perché non l' avevo. signor presidente del Consiglio , incidentalmente volevo informarla che sta scoppiando una rivoluzione che costerà poi sicuramente molta fatica al suo Governo. con questa legge, nientemeno, pare che si rivoluzioni la deontologia e la figura del medico. pensi un po' che in questa legge siamo tanto avanti in tema, oggi, di conquista di diritti civili che viene precisato che un medico di fiducia — signor presidente del Consiglio — è tenuto, dopo aver ascoltato la donna, a fare gli accertamenti sanitari sulla sua cliente di fiducia, nel rispetto della dignità e della libertà della donna stessa. visto che legge libertaria dell' UDI abbiamo? perché fino ad ora probabilmente no, il medico non doveva preoccuparsi di tutto questo. inoltre questo medico dovrà avere un consulente giuridico che sarà denunciato, probabilmente, per esercizio abusivo della professione di avvocato, perché questa legge prescrive che il medico di fiducia — e non la struttura — informi la donna su tutti i diritti a lei spettanti in base alla nostra giurisprudenza, accumulati negli anni, nonché sugli interventi di carattere sociale cui essa può far ricorso. ciò vuol dire che ogni medico della Repubblica, signor presidente — faremo un ordine del giorno in questa direzione che speriamo il Governo voglia accogliere, nonché un annuario di tutti gli enti assistenziali sopravvissuti alla legge numero 382, la San Vincenzo de' Paoli, il CISA eccetera — avrà l' obbligo ed il dovere di dare tutto questo alla donna di fiducia. questa legge, con tutti i doveri che impone al medico, come è noto è vista da una parte molto vicina alla mia come la più europea, la più avanzata, la meno disattenta al quoziente sociale. signor presidente la ringrazio, perché in effetti si potrebbe continuare molto inutilmente ma molto a lungo per un articolo che, torno a dire, è la pessima sceneggiata di un mediocre scenografo, e non un articolo di legge, di una legge di diritto positivo della nostra Repubblica.