Marco PANNELLA - Ministro degli Affari Esteri Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 266 - seduta del 13-04-1978
Politica estera
1978 - Governo II Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 186
  • Attività legislativa

signor presidente , su questo abbiamo già avuto occasione di fare delle osservazioni; abbiamo presentato degli emendamenti soppressivi dei commi precedenti e ci rendiamo benissimo conto di quali sono i motivi che hanno indotto una certa parte politica a proporre questo emendamento soppressivo. ma dobbiamo sicuramente constatare, comunque, che malgrado ci troviamo dinanzi ad una angolazione totalmente diversa di interessi, anche per noi, a questo punto, è opportuno chiedere all' Assemblea di sopprimere questo comma. ricordiamo che si tratta ancora una volta di tutta, questa operazione fondata sul caso di urgenza. la collega Bonino ha già ricordato che per quel che ci riguarda — riguarda un certo settore — ci sarà il fatto della disobbedienza civile che verrà praticata e promossa contro questa norma che appare anch' essa perentoria e che, in realtà, nella sua dinamica attuativa, non potrà che essere una volta di più un trabocchetto contro la equità e la serietà dell' applicazione della legge. quando il caso di urgenza viene presentato in un modo così generico dalla legge, quando una volta di più si invoca un particolare comportamento connesso ad una situazione e a circostanze non chiare e non chiarite, è evidente che torniamo ancora una volta a quella lettura di classe delle leggi clericali, nel senso che sono riservate alla comprensione di pochi, che si riduce poi sempre nell' acquisto di maggiori facilitazioni da parte di chi sa garantirsi un uso classista della legge. e evidente che esisteranno dei medici che metteranno a disposizione, anche per loro convinzione, il caso di urgenza. diranno, in coscienza e scienza, che se c' è un caso di urgenza istituzionale è questo, checché racconti la legge, pure ispirata di sinistra o da sinistra. ancora una volta siamo nella linea della economia della legge sulla quale stiamo intervenendo fin dall' inizio, contro quella conflittualità, contro quella iniquità, contro quei pericoli che possono essere insiti anche in una legge che pure avesse dei principi ispiratori (come non è il caso di questa). io insisto nel dire che questa legge sta per aprire una conflittualità sociale, un valore aggiunto di conflittualità e di frustrazione che non era evidentemente necessaria, vista la gravità della situazione assistenziale e sanitaria italiana e la inconsistenza, se non la inesistenza del punto di riferimento dei consultori. oltre a questo, c' è l' ultima parte di questa scenografia scritta da un cattivo scenografo, quella in cui « il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza sulla base delle circostanze di cui all' articolo 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l' avvenuta richiesta, e la invita a soprassedere per sette giorni, anche al fine di espletare i compiti di cui ai primi due commi del presente articolo » . questa sceneggiata supplementare, questo invito a ritornare e a bussare, questo ulteriore contributo alla colpevolizzazione, all' ipotecare la libertà spirituale, la serenità, la responsabilità della peccatrice a riflettere, con questo atto appunto di rinvio sul peccato che sta per commettere o vuole commettere (pensaci bene due volte!), anche questo ci pare abbia nei fatti, e avrà fatalmente nei fatti, un suono odioso o comunque un suono che indurrà sicuramente altre donne a continuare a scegliere diversamente rispetto al raschiamento finale di Stato — che è quello che non viene detto in questa scenografia; quando poi è terminato il copione, si apre l' altro, per oggi, in attesa della pillola del giorno dopo — al raschiamento obbligatorio, sul quale ostinatamente si continua a non voler riflettere. siamo poi contrari, per i motivi che abbiamo già illustrato, alla dizione dello ultimo capoverso. mi sembra, signor presidente , di aver anticipato già qualcosa e penso che i motivi per i quali siamo d' accordo sulla soppressione di questa ultima parte della sceneggiata, dovrebbero ormai essere chiari; ma mi si consenta di esprimere il rammarico che da parte della Commissione e dei relatori non si sia compreso l' interesse ad una potatura, ma una potatura seria di questo articolo e di questa scena prevista. perché chi pagherà questo? saranno certo le donne, sarà certo il principio di equità, ma saranno anche coloro i quali, poi, dovranno andare a difendere, contro i suoi effetti, una legge sull' aborto di questo tipo, nel referendum nel quale si rischia di essere perdenti, magari nel prossimo anno, visto che comunque tutto si è fatto per riuscire a non vincere quello di quest' anno.