Marco PANNELLA - Presidente del Consiglio Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 265 - seduta del 12-04-1978
sull'Alto Adige
1978 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 731
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghi e colleghe, se laico significasse non religioso, certamente questo articolo sarebbe non laico. se laico significa non clericale, certamente questo articolo è clericale, poiché esso, privo di qualsiasi tensione di religiosità laica o di religiosità cristiana o di qualsiasi altro tipo, realizza quattro gravi inconvenienti che rappresentano i quattro motivi che ispireranno il mio voto. in primo luogo esso instaura l' aborto di Stato con tutti i rischi concettuali e pratici del conferire allo Stato, a Cesare, il diritto di vita presunta o no: ma anche solo in ipotesi, il diritto di vita o di morte in relazione a questo tema è sicuramente un passo gravissimo di allineamento alle peggiori concezioni del braccio mondano di non si sa che cosa, di non si sa quale tipo di religiosità o di quale tipo, più concretamente di interesse mondano, sociale, sociologico, e di potere. il secondo motivo per il quale questo articolo è sicuramente non laico — se appuri non laico significa non religioso, della libertà o della verità — è che costituisce la più smaccata, chiara istigazione e costrizione alla menzogna, della propria vita e sopravvivenza. abbiamo un concentrato non della casistica ma della casuistica, areligiosa, perversa; quella che nega, attraverso i casi che evoca, un uso privilegiato, classista di quelle eventualità che in linea di principio , invece, sono a monte dichiarate impossibili. e un' istigazione e costrizione alla menzogna e alla colpa, perché attraverso il miraggio possibile della non concretizzazione di un reato e del non pagamento della sua sanzione, costringe a confessare a se stessi la condizione di peccato morale, se non di peccato confessionale. quanto più parliamo, quanto più ci ascoltiamo, tanto più mi pare grave l' efficientismo aziendalistico con il quale ci si risponde, con il silenzio totale, da parte del relatore e delle forze politiche di sinistra, a dubbi nostri che, sicuramente, possono essere in parte non comprensibili da chi possiede altri tipi di sensibilità, ma che in parte potrebbero costituire — e dovrebbero — la base per un minimo di possibilità di dialogo in previsione di una legge comunque migliore. e non credo che grande aiuto venga alla Democrazia Cristiana — a se stessa e a noi tutti — da questo atteggiamento efficientistico ed apparentemente saggio che lascia libere le parole di qualcuno sulla proclamazione di grandi casi di coscienza, quando in realtà l' unica religiosità che vi domina è quella connessa all' esercizio del potere, o meglio del Governo. colleghi democristiani, diciamocelo francamente, perché non potete tollerare di dialogare mezzo giorno di più? perché davvero incalza il referendum dell' 11 giugno? no, perché è stato stabilito un certo calendario di venti giorni, una « staffetta » in termini di efficienza governativa o di appoggio al Governo. la religiosità, quindi, della quale vi fate carico, è la religiosità delle apparenze, dell' esercizio delle esigenze di Governo. altrimenti questo dibattito potrebbe ancora dare a tutti noi delle possibilità di non compiere errori. invece, siamo di fronte ad un momento di elusione dei problemi; tuttavia, continuo a rivendicare questo momento e il carattere di parte del mio (i no » a questo articolo 4. voglio vedervi, colleghi della sinistra — se passerà questa legge — come vi comporterete poi di fronte al referendum abrogativo di questo « mostro » e di fronte ai problemi pratici! troverete, infatti, nei mesi prossimi che i consultori non ci saranno, che gli ospedali non saranno praticabili. sarà facile un uso di classe di questa legge, ma per l' alta classe, non per le donne qualsiasi; le strutture non saranno pronte: e vi troverete di fronte alla rivolta, alla frustrazione. avete indotto le donne dell' UDI a ritenere questa legge giusta e bella, tranne quello che dovrete cedere per ciò che riguarda le diciassettenni o le diciottenni; ebbene, saranno loro le più frustrate, perché le nostre compagne del miliardi non avranno frustrazioni da far valere contro una legge che sanno essere negativa. e quando, allora, già alcuni si preparano a chiedere il referendum abrogativo di questa vostra legge, e voi, per evitare il referendum abrogativo di quella Rocco (è una situazione di forza quella della depenalizzazione come elemento di base per le trattative per la regolamentazione), andrete poi invece a dover difendere contro quel referendum questo testo, quella pratica nei prossimi dodici mesi che ci saranno stati, con tutte le dimissioni ideali e culturali sullo zigote e sulla umanità della persona, sulla storicità della vita, su tutte queste cose fatte per la vecchia tabe della sinistra (il trasformismo crispino, in Italia) sempre con preoccupazione di Realpolitik cretine, ebbene, ci troveremo ad aver truffato noi stessi, ad aver truffato il paese e la donna. quindi « no » a questa, che è una delle tre strutture portanti della legge; « no » da parte radicale, con convinzione. ma sappiamo che il « sì » che passerà, se passerà, è un « sì » il cui prezzo carissimo sarà pagato da tutti voi che in modo diverso avrete concorso a determinarlo, per omissione o per impegno; perché quando un Parlamento sbaglia in questo modo su temi di questo genere, purtroppo non sono solo le maggioranze che pagano, ma è il Parlamento ed il paese intero.