Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 264 - seduta del 11-04-1978
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 264
  • Attività legislativa

chiedo di svolgerlo io, signor presidente , facendo presente che intendiamo svolgere singolarmente i vari emendamenti presentati dal nostro gruppo. per lo svolgimento degli emendamenti il regolamento prevede 20 minuti, per cui non parlerò molto a lungo. il nostro emendamento 1.3 tende a sopprimere l' articolo 1; qualora la maggioranza vorrà mantenere questo articolo, che contiene delle proposizioni di principio prese e mediate dalla Costituzione, dobbiamo dire ai colleghi che hanno dimenticato e tralasciato altre proposizioni di principio, mediate o meno dalla Costituzione, che a nostro avviso sembrano altrettanto importanti, per cui ci riserveremo di proporle noi in via subordinata . riteniamo però che sia sbagliato lasciare questo tipo di « cappello » , non solo per le ragioni svolte prima dal collega Mellini, ma per tutto ciò che esso comporta nei confronti della normativa generale, nei confronti di ciò che il singolo cittadino crede di avere come suo diritto, nel momento in cui va a leggere questa legge. o la legge è, infatti, un atto che viene fatto in Parlamento e qui rimane, o è una « cosa » che la gente deve usare. questa legge, all' articolo 1, promette e garantisce dei diritti che poi in realtà non saranno minimamente garantiti a coloro che l' andranno a leggere. alcune delle affermazioni più buffe le ha già illustrate il collega Mellini, io voglio ricordare solo la garanzia del « diritto alla procreazione, cosciente e responsabile » . quindi le donne avranno questo diritto da far riconoscere dallo Stato, con tutto quello che, in termini buffi, illustrava il collega Mellini. di affermazioni di questo tipo, che rappresentano una scelta particolare di alcune mediazioni costituzionali, noi potremmo aggiungerne altre 20 mila, per fare un cappello più illustrativo, fatto di parole che poi non servono a niente, perché non trovano concreta applicazione. ma allora, se fare una legge significa in termini di diritto positivo , predisporre cose che in concreto si possono o non si possono fare, dire, come si fa qui, che l' aborto non è un mezzo di controllo delle nascite, può comportare che se un cittadino o una cittadina italiani, che hanno un credo religioso diverso, ritengono che l' aborto possa essere un mezzo di controllo delle nascite commettono un reato di opinione, perché pensano in modo contrario a quello che sta scritto nel primo articolo di questa legge. a prescindere dal fatto che noi siamo totalmente contrari ai reati di opinione, sta di fatto che qui si stabilisce che l' aborto non deve essere usato ai fini della limitazione delle nascite; ma, cari colleghi , se non ci sono altri strumenti (come in realtà non ci sono, perché la vostra legge sui consultori che doveva occuparsi specificamente di contraccezione si occupa di tutto, e quindi di niente, e comunque non della contraccezione), se non ci sono in giro consultori funzionanti, se la contraccezione non è distribuita in modo capillare, l' aborto, anche se non viene pensato come sistema di controllo delle nascite (nessuna donna lo pensa), diventa in realtà l' unica possibilità di fronte ad una nascita indesiderata. l' aborto, quindi, non deve essere mezzo di controllo delle nascite nella misura in cui esistano altri metodi di limitazione delle nascite. ma se esiste solo quello, di fatto, pur non essendo da nessuno pensato come mezzo di limitazione delle nascite, non può essere altro che questo. secondo alcuni colleghi, le donne si suddividono in donne peccaminose e in donne che non sanno, e che, quindi, non sapendo, sono delle minorate sociali. anche se questa distinzione non è particolarmente affascinante, devo dire che per tutte le donne che non sanno c' è la vostra responsabilità politica di non voler far sapere, per esempio, che nel 1975 è stata approvata una legge che è assolutamente inapplicata. per fare un esempio, si è avuta una unica informazione televisiva sul metodo Billing, che è scientifica mente sicuro (dice l' onorevole Ines Boffardi): e, per essere più seri, siccome si tratta di un metodo contraccettivo che deve essere applicato dalla donna controllandosi il muco e il micamuco, in televisione ne hanno parlato cinque uomini; gli uomini non devono controllarsi niente...... ma vengono a dirci che è facilissimo, che è un metodo scientificamente sicuro, che si può fare con tranquillità. e a dirlo sono cinque uomini, che non si capisce dove e quando lo abbiano sperimentato. quindi, se le minorate sociali, quelle che non sanno, per cercare di sapere qualcosa guardano i vostri mezzi di informazione e di stampa, come per esempio la televisione, diventano forse meno minorate sociali solo perché vagamente conoscono il metodo Billing, tanto per fare un esempio? il problema non è però esattamente questo, perché non solo non c' è sulla contraccezione un' informazione corretta, non solo i contraccettivi esistenti non funzionano, oppure funzionano parzialmente o non sono comunque matematicamente sicuri, ma anche le informazioni che date non servono assolutamente ad evitare lo aborto, appunto perché quei metodi non sono sicuri. qui, signor presidente , siamo tutti maggiorenni, perché ci vuole una certa età per entrare in Parlamento. allora posso dire che la limitazione delle nascite in modo empirico l' abbiamo fatta tutti, ma proprio tutti; però oltre ai mezzi empirici esistono anche mezzi scientificamente un po' più seri; i mezzi empirici già non funzionano molto e anche quelli spacciati per seri sostanzialmente non è che funzionino tanto. e quindi la realtà è quella dell' aborto clandestino , ma oggi mi si viene a dire, con un' affermazione di principio, che d' ora in poi l' aborto non può essere un mezzo di contraccezione, senza però darmi in cambio nessun altro tipo di informazione. ci sono altre cose da dire, che chiariremo illustrando i subemendamenti, ma è un fatto che lasciare questo articolo 1 non significa, in termini di diritto positivo , assolutamente nulla. introduce un reato di opinione — come se ne avessimo pochi nel codice penale — e pone degli auguri, degli auspici (non so bene come chiamarli!) che l' aborto non sia più un mezzo di controllo delle nascite, in una realtà italiana in cui lo è di fatto anche se nessuno lo vuole. lo è di fatto perché non c' è alternativa; lo è di fatto perché voi forze politiche , in realtà alternative reali non ne avete poste in questi trenta anni e lo scoprite adesso; lo avete poi scoperto nel 1975 e avete fatto una legge talmente « pateracchio » che cominciava con un aggeggio di questo tipo, per esempio, e che non è stata mai applicata, quindi a mio avviso non è possibile cominciare una legge con questo tipo di cose. se non vi sono infatti altri strumenti che diano la concretezza reale di quello che voi andate auspicando, essa rimarrà uno splendido auspicio ed anche la semplice contraccezione, per la quale avete fatto una legge apposta, rimarrà un auspicio e una possibilità reale per le « non minorate sociali » , per quelle che il senatore Guarino chiama le donne che nei salotti profumati e sui cuscini di seta offrono le labbra tumide al peccato. ecco, quelle che offrono le labbra tumide al peccato probabilmente non sono minorate sociali perché quelle si presuppone che sappiano, evidentemente; allora, le donne col labbro tumido potranno applicare la legge e lo aborto non è per loro un mezzo di limitazione delle nascite. per le minorate sociali, vi piaccia o non vi piaccia, che poi il labbro non ce l' hanno né tumido né meno, per le minorate sociali, stante la situazione contraccettiva generale del nostro paese, l' aborto continuerà ad essere un mezzo di contraccezione delle nascite, fermo restando che commettono un reato di opinione.