Marco PANNELLA - Presidente del Consiglio Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 259 - seduta del 04-04-1978
1978 - Governo II Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 174
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor presidente del Consiglio , noi fummo i soli, il 16 marzo scorso, a rifiutare di ridurre in ossequio al diktat delle Brigate Rosse un dibattito, che avrebbe dovuto essere invece più approfondito e sereno, sulla politica e sul Governo di cui il nostro paese aveva bisogno, così come ne ha bisogno in questo momento, per combattere la criminalità politica e comune. riteniamo che anche questo dibattito di oggi sia una finzione, frutto della scelta che avete fatto di rispondere ad interrogazioni e non a interpellanze, sminuzzando, una volta di più, come fate da quattordici mesi, in una litania di comunicazioni senza possibilità di vera risposta, quello che dovrebbe essere un autentico dibattito sull' ordine pubblico , che da quattordici mesi avete negato al paese. voi e la vostra maggioranza, da quattordici mesi, malgrado gli impegni assunti in sede di conferenza dei capigruppo e qui in Aula, non avete tollerato che il Parlamento repubblicano vi desse il sostegno delle sue critiche, delle sue polemiche, delle sue opposizioni; e non avete così consentito all' opposizione nonviolenta di esprimere essa, in questa sede, le sue preoccupazioni e le sue indicazioni alternative. così, oggi ve le ritrovate, trasmesse dai vostri servizi di Stato, abbinate ai crimini dei violenti: le cose che tante volte noi abbiamo detto qui vengono riprese e « condite » nell' ambito delle cronache del processo di Torino: come la condizione delle carceri, che oggi diventa alibi suggestivo per i criminali di Torino. il modo in cui avete tentato di rispondere in questi quattordici mesi vi ha portato solo a delle sconfitte: è l' unica cosa che oggi possiamo registrare. in quattordici mesi non avete voluto un dibattito sull' ordine pubblico e non ce lo consentite neppure oggi: né ce lo consentirete fra quattro giorni, perché mentite quando lo rimandate al momento dell' esame del bilancio dello Stato , visto che in quella sede non avremo il tempo di fare un vero ed autonomo dibattito sull' ordine pubblico . la realtà, colleghi della maggioranza, è che da quattordici mesi questa maggioranza, questo Governo, questo Stato sono battuti dalla criminalità politica di poche decine o centinaia di delinquenti, di criminali che hanno scelto la politica dell' assassinio come politica alternativa, alla quale voi avete consentito di installarsi nel paese come unica opposizione che avesse il diritto di esprimere il suo pensiero. al di là di ogni ipocrisia, signor presidente del Consiglio , si deve dire che oggi l' unico veicolo per portare una politica alternativa al giudizio del paese (magari perché la condanni fino in fondo) è rappresentato dal fatto che queste dichiarazioni vengano accompagnate dal corpo di un assassinato. allora, sì, scattano la vostra televisione, la vostra stampa, la vostra comune ideologia, che dimostrano come in realtà la vostra convinzione è la stessa del collega Almirante; cioè che agli assassini si debba rispondere con l' assassinio, non in nome di uno stato di diritto , ma in nome di una concezione etica dello Stato e del potere, che non è semplicemente quella del Movimento Sociale Italiano , ma che sta affermandosi sempre di più come quella del vostro Stato. signor presidente del Consiglio , voi potete continuare ad illudervi di essere furbi e buoni uomini di Governo consentendo che si trattino in un certo modo nelle carceri le opposizioni non violente. lei, signor presidente del Consiglio , può ritenere di aver fatto un ottimo affare chiudendo la crisi di Governo pagando il solo prezzo — perché altri non ne avete pagati — della liquidazione dei referendum, della beffa ai 6 milioni di cittadini che avevano apposto le loro firme autenticate alle richieste di referendum. non credetelo! state per essere battuti, stiamo per essere battuti per colpa vostra noi opposizione non violenta dalla opposizione violenta, perché voi state istigando alla disperazione, alla rabbia, al disprezzo della legge, le migliaia di ragazzi che avevano scelto piuttosto che la P38, la matita o la Lenna attorno ai tavoli, per le strade, sui marciapiedi, facendo propaganda ad un istituto costituzionale che era stato usato solo dal professor Gabrio Lombardi e mai, invece, per iniziativa di altre forze democratiche costituzionali. questo è il bilancio! cosa andremo a dire, signor presidente del Consiglio ? se il ministro dell'Interno , se il ministro della Giustizia si occupassero di queste cose... forse sapreste ed avreste già detto che nelle carceri se sono state sospese e se sono state a lungo battute le rivolte violente ciò non è stato dovuto ai vostri generali Dalla Chiesa — i quali danno alibi, quegli alibi tremendi che oggi noi leggiamo sul Il Corriere della Sera , su La Stampa , ai brigatisti rossi — quanto piuttosto al fatto che noi siamo riusciti ad affermare la convenienza, l' opportunità, la moralità maggiore e la forza di metodi non violenti . non andremo avanti molto a lungo: di nuovo nelle carceri, Dalla Chiesa , o no, Cossiga o Bonifacio o no, signor presidente del Consiglio , la situazione, anche lì, andrà mutando ben presto. avete fatto strage di verità, avete fatto strage di legalità. siete troppo disinvolti: signor presidente del Consiglio , io non le consento di evocare « certe romantiche tendenze permissive » come cause di concorso di colpa, se non di dolo, nell' attuale situazione come lei ha fatto. vi sono invece certe certissime ciniche pratiche elusive proprie di chi crede nelle armi autoritarie, nel Governo autoritario, che essi producono momenti di permissività di classe, o di ipocrisia, o di altra natura. nello stato di diritto e in chi lo propugna come noi, non v' è margine per il permissivismo, non vi sono casistiche gesuitiche o laiche che consentano dei canoni di permissività. la legge dovrebbe essere uguale per tutti. ma, signor presidente del Consiglio , proprio ieri in questa Roma è stata fatta la prima retata (e L'Unità oggi se ne duole!) in base al decreto legge che andremo, o meglio che andrete ad approvare! quando organizzate queste risposte, voi credete veramente di prepararvi ad essere i vincenti, usando proprio le armi per le quali siete stati battuti? signor presidente del Consiglio , in questi venti giorni vi è stato l' errore (veramente l' errore: lo dico da e a questi banchi) dell' autogratificazione. quando il 16 marzo siamo riusciti e si è riusciti tutti quanti ad assicurare quella risposta organizzata « spontanea » e, se volete, anche popolare, certamente era giusto sottolineare l' importanza di questa mobilitazione. ma adesso dobbiamo trarre il bilancio di questi venti giorni, della vostra opera di Governo e di maggioranza; siete convinti, colleghi e compagni, che le Brigate Rosse , giorno dopo giorno, non stiamo guadagnando altro terreno ed altro spazio? siete convinti che il messaggio firmato dalle Brigate Rosse — che era rivolto a duecento persone e che invece è giunto a cinquanta milioni di persone, perché immediatamente è stato trasmesso da tutti i servizi di Stato e da quella stampa di regime che è la stampa sovvenzionata, e che senza questa « promozione » di Stato sarebbe stato una proclamazione ideologica abbastanza insulsa non contenga anche degli elementi suggestivi? vi è, infatti, un fondo di verità in quelle critiche; si tratti di quelle stesse critiche che erano state avanzate da parte radicale, ma che la gente non ha mai conosciuto come critiche radicali; e che si abbinavano proprio alla predicazione della non violenza come unica risposta a voi per quelle colpe e per quegli errori che noi. vi attribuivamo, e che oggi anche quelli evocano. nel momento in cui queste critiche, che avete soffocato venendo da noi, vengono avanzate da chi pratica l' assassinio, d' un tratto il vostro Stato presenta brecce e falle dappertutto. e davanti a quel testo, trogloditico ma anche suggestivo — perché fumettistico, perché della cultura di oggi dei Diabolik e di altri personaggi di questo genere quanti ragazzi — e no — , dopo averlo letto, davanti allo schifo che abbiamo attorno, non avranno detto, a torto o no, che in fondo i brigatisti hanno qualche o molte ragioni? e chi legge sul Il Corriere della Sera la cronaca di ieri del processo di Torino non può forse arrivare alle stesse conclusioni? credete che le Brigate Rosse non continuino a crescere? ma perché, compagni e colleghi? perché quelle stesse cose sulle carceri, quelle stesse cose sulla realtà, a volte, della repressione che qui vengono dette e sono state dette per giustificare l' alternativa nonviolenta, per giustificare un modo diverso di vivere tutti insieme e di essere Stato — quelle cose non le hanno mai conosciute quando sono state dette all' interno del Parlamento. quelle cose sono state censurate, sono state ritenuto smodate ed estremistiche. sono stati censurati gli « estremismi » del linguaggio dei radicali, che giustificavano poi in quei signori lassù della stampa, anche la loro censura, oltre che la totale, continua censura da parte dei servizi di Stato. e adesso lei, signor presidente del Consiglio , dai sei o sette mesi usa la nuova parola nonviolenza. a proposito, i nonviolenti la usano tutta attaccata, signor presidente : è una parola sola. ma cos' è la nonviolenza con chi le siede in questo momento accanto, signor presidente del Consiglio , la nonviolenza con la realtà della violenza del processo sul 12 maggio dell' anno scorso ! lei dice: si concorre in un modo diverso contro il crimine, la violenza e l' assassinio. lei crede che chi andava alla festa di Piazza Navona per firmare e udire musica ed è stato sottoposto al tentativo di strage, che non si è verificato in modo più ampio e più cruento: ci sono stati 14 feriti gravi da colpi di arma da fuoco, una persona assassinata, altri 80... ebbene, ancora oggi non è stato sentito nemmeno un testimone dei 150 che su tutto il corso di quella giornata possono testimoniare; da deputati non più solamente di democrazia proletaria e del partito radicale , ma anche di altri settori, perché oggi finalmente le bocche si slegano rispetto a quella situazione. quindi, io ripeto che noi tutti dovremo impegnarci quando discuteremo dell' ordine pubblico . e fino a quando — ancora una volta — quante volte ha sentito questa « solfa » radicale, signor presidente del Consiglio ! — fino a quando non ci curveremo a vedere chi siano stati i responsabili della strage di Peteano, della morte di quei carabinieri e non ci occuperemo — una per una — della strage di Trento e delle tante altre, quale che sia stata la sentenza della magistratura, chi può garantirci davvero che noi sappiamo chi sono le Brigate Rosse ? potremo mai saperlo? d' un tratto, da quando la sinistra vi porta i voti, qui in Parlamento sorge il problema sempre più urgente di capire come sia possibile la vostra inefficienza, perché nessuno certo — io per lo meno no, signor presidente del Consiglio — pensa che lei voglia proteggere chissà chi e quindi non voglia che il suo ministro dell'Interno trovi gli assassini e i complici degli assassini. bisogna però capire perché, come mai siete così incapaci, così sconfitti, giorno dopo giorno. capirlo, senza fare ricorso solo alla demonologia di questa o quella internazionale del crimine, dell' organizzazione-spettro che dappertutto riuscirebbe a operare. analizziamo lo specifico italiano: sono o no quei generali quanto meno colpevoli — ce l' han detto i giudici, mai più in un dibattito politico da quando c' è la svolta storica, la nuova maggioranza — di avere omesso o di avere commesso? non una parola in questi quattordici mesi, per arrivare a questo dibattito sull' ordine pubblico . per Aldo Moro, per gli assassinati, per tutti coloro che sono vittime, da una parte o dall' altra, della violenza non dobbiamo consentire che la gente davvero pensi che si è, collega Pazzaglia, alla guerra e che come alla guerra, quindi, non ci si possa più permettere l' « eleganza » di richiami allo stato di diritto . perché non si sa mai chi comincia, ma quando si comincia a dire che c' è la guerra, poi muoiono non le sole Giorgiane Masi, ma anche i vostri ragazzi. e molto spesso non sono necessariamente dei teppisti. muoiono, ma voi applaudite sempre al fucile, chiunque spari, perché c' è la guerra e, anche se sparano contro i vostri o contro i nostri, poi abbiamo sempre il 12 maggio, l' onorevole Rauti che si alza a dire che poco aveva fatto la polizia contro i nonviolenti a Piazza Navona , o contro Pinto e gli altri. risulta dal processo stenografico del 13 maggio dell' anno scorso , quando l' onorevole Cossiga ha sottolineato — diciamo così — che il deputato Pinto era stato battuto perché si era comportato male. e registrato nello stenografico del 13 maggio. se non è vero, domani parli sul processo verbale , collega Rauti! il collega Rauti diceva che troppo poco era stato fatto contro Pinto, o qualcosa del genere. ho buona memoria su quel giorno! ho buona memoria sa quel giorno, perché Adelaide Aglietta può essere a Torino a fare quello che fa e noi possiamo essere come siamo, oppositori strenui della violenza, anche se la stampa non lo dice e non lo dirà, per il nostro comportamento in giorni come quelli... ben prima e ben più di quanto non facciano oggi come speculazione le Brigate Rosse , che appunto cercano di speculare sui vostri errori, sul violenze effettive del vostro Stato, mentre non è certo per questo, non è certo perché vogliono lo Stato senza violenza che essi fanno quello che fanno ed hanno la politica che hanno. ebbene, proprio se assicuriamo giustizia anche contro quelle violenze, anche contro quelle morti, si potrà guardare in faccia con serenità e con severità coloro che fanno del processo di Torino — e ci riescono attraverso la vostra stampa, per la verità — un processo con due imputati: lo Stato e loro, e pongono i giudici ed i giurati in una situazione sempre più difficile... il collega Guarra dimostra quello che sostengo. il suo Stato etico infatti è proprio questo regime, è in concreto questo potere in ogni suo momento; è piegare il diritto alle pretese necessità di repressione violenta e non piegare la violenza, la forza al diritto, incanalandole e dando loro un alveo costituzionale, giuridico e civile. comunque, con le risposte che state dando, signor presidente del Consiglio , con le vostre rapine di referendum, con le vostre modifiche alla legge Reale , con i vostri decreti, con questa maratona che si impone al Parlamento. di che cosa discuterete, infatti, nei prossimi giorni, colleghi deputati, mattina e sera, giorno e notte probabilmente? sull' emergenza. l' emergenza sociale, l' emergenza economica, con l' equo canone , con l' edilizia? di che cosa discuterete per dieci giorni voi della maggioranza prima ancora che il Governo? dell' ordine pubblico ? no. discutere dell' inquirente, della legge manicomiale , della legge Reale , dell' aborto e via dicendo. ecco la vostra emergenza! il Parlamento è convocato per combattere contro il nemico radicale, contro il pericolo pubblico numero uno, ministro Cossiga, quelli dei comitati per il referendum. il nostro lavoro è sequestrato, nelle prossime settimane in quella direzione, non un minuto in un' altra; invece questa, non altra, è la verità: emerge da questo dibattito. è questa la verità della situazione nella quale, venti giorni dopo, ci troviamo. credo si debba dire con chiarezza che le Brigate Rosse continuano a colpire; che ogni giorno sono loro che qui segnano punti, signor ministro dell'Interno , signor presidente del Consiglio , e non voi. la soglia ormai di disperazione, di fronte alla vostra incapacità diventa grande; noi non ci auguriamo governi imbelli e impotenti perché quanto più siete imbelli e impotenti tanto più subite la tentazione della violenza. noi ci augureremmo la vostra efficacia. ma quando non siete riusciti a reggere le sorti nel paese avendo la panoplia, incredibile ed irripetibile in tutta Europa, dei codici Rocco, dei codici militari fascisti, della legge Reale , delle leggi Cossiga e Bonifacio, e continuate a chiederci altre leggi? come farvi credito? sembra che quel che fate sia qualcosa di deciso dallo stato maggiore delle Brigate Rosse , e non so per quale demoniaca vicenda, che siete voi a rendervene gli scrivani, a divenire i loro esecutori.