Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 259 - seduta del 04-04-1978
1978 - Governo Ciampi - Legislatura n. 11 - Seduta n. 176
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

avevo l' intenzione di non intervenire in questo dibattito, avendo già espresso il mio pensiero e quello dei repubblicani nell' intervento da me svolto nel dibattito sulla fiducia al Governo. tuttavia, avendo appreso che è stato inviato un nuovo messaggio dalle Brigate Rosse contenente una lettera dell' onorevole Moro, ho ricevuto dagli amici l' invito a prendere la parola e la prendo, perché quel messaggio indica il senso dell' estrema gravità della situazione attuale, che io ho cercato di esprimere, gravità forse rispecchiata in questi ultimi documenti. ho vissuto questi giorni in piena angoscia, onorevoli colleghi , e nessuno di voi può certo pensare che non mi sia sentito quasi continuamente, incessantemente dentro la cella in cui si trova l' onorevole Moro. lasciatemi dire che ne ho vissuto quasi minuto per minuto le sofferenze, i dolori, le angosce. ho avuto sempre presenti le sorti dello Stato democratico : anni di lotta, di Resistenza, di fede, di passione; lo Stato democratico , la realizzazione di questo Stato, la sensazione precisa che esso oggi è in pericolo, se non siamo inflessibili, se non siamo forti, se non abbandoniamo la retorica e il ritualismo, se ricordiamo il dramma oggi e rasentiamo quasi la farsa ormai quando discutiamo dei limiti che bisogna dare alle forze dell'ordine , che hanno seminato di vittime il loro impegno. ebbene, siamo di fronte a questa prova, onorevoli colleghi . noi abbiamo raggiunto l' unità delle forze politiche , e questo è il grande, forse il solo patrimonio che abbiamo in questo momento. ci si rimproverano molti errori. le Brigate Rosse rimproverano alle forze politiche molti errori. tutti abbiamo commesso errori, non solo errori di gestione dello Stato, ma anche errori di massimalismi ideologici, di impostazioni che non avevano alcun fondamento nella realtà della vita del nostro paese, nella realtà dei suoi bisogni. l' emarginazione non è frutto degli errori di un solo partito, ma è frutto degli errori di tutti i partiti. noi non abbiamo saputo prevedere le condizioni di emarginazione che si creavano nella nostra società. la responsabilità è di tutti, e l' unità è la espressione del riconoscimento della nostra responsabilità. adesso, onorevoli colleghi , dobbiamo ripensare a fondo quello che dobbiamo fare. c' è un uomo che sta pagando non per noi ma perché la legge dello Stato democratico prevalga. e se questa legge farà vittime, ricordiamoci quante vittime ha fatto la Resistenza. quanti giovani amici ho sentito torturare nelle caserme del fascismo e del nazismo! sono ore di angoscia, ma noi dobbiamo fare il nostro dovere fino in fondo: difendere lo Stato, e difenderlo con tutti i mezzi che è necessario adottare perché questa difesa sia efficiente. non distraiamoci, onorevoli colleghi , non ritorniamo alle vecchie polemiche politiche, non troviamo distrazione nel fatto che ci occupiamo dell' economia nel mezzo della crisi della nostra organizzazione politica. mi sono occupato per 15 anni di economia. da quando l' onorevole Moro è finito nelle mani dei brigatisti rossi non esiste più l' economia: esiste, come dicevo, la difesa dello Stato democratico , della Repubblica, di questa civiltà che attraverso mille sofferenze abbiamo costruito. ebbene, se in questi giorni non abbiamo meditato fino in fondo su quello che dobbiamo fare per affrontare la situazione, onorevoli colleghi , abbiamo sempre tempo per farlo, ma non sottovalutiamo i pericoli che minacciano, oltre che la nostra sorte personale, la sorte democratica del nostro paese.