Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 257 - seduta del 16-03-1978
1978 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 171
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , abbiamo tutti, credo, la consapevolezza di vivere l' ora più drammatica della nostra Repubblica. dopo aver sacrificato decine di vite di cittadini che compivano il loro dovere (forze dell'ordine , magistrati, avvocati, giornalisti) queste bande di terroristi sono arrivate al vertice della nostra vita politica democratica. con Aldo Moro essi, questi banditi, non hanno colpito soltanto il presidente della Democrazia Cristiana , ma hanno colpito anche un uomo che, per le sue elevate qualità morali ed intellettuali, per il suo saper guardare lontano, per saper vedere le luci e le ombre della nostra vita democratica , per aver saputo misurare il passato e prevedere l' avvenire, rappresenta appunto il vertice del nostro impegno democratico, la sostanza stessa della nostra dialettica. d' altra parte, onorevoli colleghi , pensiamoci bene: dove avrebbero potuto mirare con più efficacia le bande terroristiche? che cosa potevano colpire più in là di quello che hanno colpito? ci siamo resi conto di ciò? non c' è un altro traguardo da raggiungere. il traguardo cui si mirava per colpire lo Stato è stato raggiunto. a me pare di poter dire che c' è quasi la espressione di un tragico dileggio nei nostri confronti; proprio una sfida sfrontata. quasi si sconta la nostra impotenza, quasi si prevede il nostro vaniloquio. credo che a questo occorra reagire. guai a pronunciare discorsi di circostanza, perché questa non è una circostanza. si è dichiarata guerra allo Stato, si è proclamata la guerra allo Stato democratico . ma lo Stato democratico risponde con dichiarazione di guerra . e non parlo così — come è stato detto questa mattina — perché sono stato preso dai nervi, ma perché conosco i rischi e i pericoli della vita politica. una democrazia cui si rivolge una sfida di guerra non risponde con proclamazioni di pace. quante volte, onorevoli colleghi , in questi giorni ho pensato a Monaco! ricordate per quanti anni Monaco è stata l' emblema della debolezza e dell' impotenza della democrazia? ci si è riscattati da questo giudizio con milioni di morti. ebbene, onorevoli colleghi , qualche volta ho l' impressione che stiamo vivendo una terribile Monaco interna; quasi non ci accorgiamo più di nulla. salta la economia, saltano le finanze, salta l' ordine pubblico , si uccidono magistrati, avvocati, poliziotti, saltano i vertici della vita democratica ; e noi siamo qui a discuter della fiducia al Governo. è un po' poco onorevoli colleghi . la mia vecchia esperienza e la mia vecchia età mi fanno dire che nessuno può proteggere noi, anche se cittadini che fanno il loro dovere pagano la nostra protezione; nessuno può proteggere noi. e forse noi abbiamo bisogno di essere protetti. i reggitori dello Stato non hanno bisogno di essere protetti. certo è che noi abbiamo troppo rischiato per irridere a questa minaccia. continueremo a circolare ma se nessuno può proteggere noi, noi con le nostre leggi, possiamo proteggere tutti, e questo è il nostro dovere di legislatori. nessuno, ripeto, può proteggere i reggitori dello Stato, ma l' ultimo dei cittadini ha diritto alla nostra protezione, e questo deve essere il nostro impegno. a situazioni di emergenza debbono corrispondere provvedimenti di emergenza; altrimenti, questa emergenza finisce per diventare nient' altro che un luogo comune , e non serve che a riempirci la bocca. onorevole presidente del Consiglio , noi voteremo la fiducia al suo Governo, ma nel contempo la preghiamo, in un momento così grave, così difficile e così tormentato della nostra vita democratica , in un momento in cui il mondo intero guarda a noi ed in cui abbiamo vista allontanare da noi una delle più alte figure della nostra vita democratica e — consentitemi di dire — un amico personale, la preghiamo, dicevo, onorevole presidente del Consiglio , di riunire i segretari dei partiti per trovare il modo di fare quel che è necessario, perché i cittadini hanno diritto alla nostra protezione e devono sentirci presenti. facciamo alfine il nostro dovere, con fermezza, con autorità, con determinazione.