Francesco COSSIGA - Ministro dell'Interno Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 244 - seduta del 10-01-1978
Sulla situazione dell'ordine pubblico, in particolare a Roma
1978 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 244
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , rispondo a nome del Governo alle interrogazioni poste all' ordine del giorno , a cominciare dalla destinazione ad altro incarico del questore di Roma, dottor Migliorini, per arrivare fino ai tragici episodi di criminalità politica che tanto hanno turbato l' opinione pubblica in questi ultimi giorni. in ordine al trasferimento del dirigente generale di Pubblica Sicurezza dottor Domenico Migliorini dall' ufficio di questore di Roma al ministero, con incarico di ispettore generale capo di Pubblica Sicurezza , ed in relazione alle sue successive ed immediate dimissioni, accettate dall' amministrazione, devo precisare quanto appresso. il dottor Domenico Migliorini durante la sua carriera ha dimostrato sempre ottime doti di funzionario, assolvendo incarichi di notevole importanza ed impegno, e per questo è stato a suo tempo nominato questore di Roma. l' amministrazione, ed in particolare i dirigenti politici di essa, ministro e sottosegretari, più di una volta anche in Parlamento hanno assunto la difesa del suo operato rispetto ad accuse che si ritenevano non fondate o comunque sproporzionate alla realtà dei fatti. per altro, le funzioni di questore di una città così vasta, complessa e articolata qual è Roma, capitale dello Stato, debbono svolgersi in condizioni di assoluta certezza. la situazione venutasi a creare nella città stessa e nell' amministrazione di Pubblica Sicurezza della capitale ha reso necessaria, al di là di una valutazione — che rimane immutata — delle qualità personali dell' uomo e del funzionario, l' adozione del provvedimento di trasferimento per motivi di servizio. le dimissioni del dottor Migliorini sono un atto umanamente comprensibile da parte di un funzionario che ha dedicato tutta la sua intemerata vita all' amministrazione. per altro, le dimissioni presentate dal dottor Migliorini subito dopo il provvedimento assunto dalle legittime autorità, a parte ogni considerazione di natura giuridica sul carattere unilaterale che l' istituto delle dimissioni ha nell' attuale ordinamento del personale, non potevano che essere accettate, dovendo riaffermarsi la responsabilità e il potere dell' amministrazione di provvedere alla preposizione agli uffici secondo la legge, ma con la piena discrezionalità politica e amministrativa ad essa riservata dalla legge stessa. respingo sdegnato, per me e per gli alti funzionari dell' amministrazione, diretti collaboratori del ministro, l' accusa — che è frutto solo di una evidente e volgare strumentalizzazione politica — di aver ceduto alle pressioni di chicchessia. per quanto mi riguarda, questa accusa è in contrasto con tutto il mio operato, ispirato esclusivamente al servizio dello Stato e dell' amministrazione cui sono preposto, senza pregiudizi ma senza debolezze; ed è ingiusta verso gli alti funzionari dell' amministrazione il cui avviso e consiglio è stato sempre ispirato agli stessi criteri e agli stessi sentimenti. e veniamo ora agli episodi di violenza di cui è cenno nelle interrogazioni all' ordine del giorno . nel pomeriggio del 24 dicembre si è verificata una aggressione ai danni della famiglia del giornalista del quotidiano XX secolo , Mario Pucci. tre giovani, col volto coperto ed armati di pistole, si sono presentati all' abitazione del giornalista ed hanno esploso cinque colpi contro la moglie del Pucci, signora Franca Mosco, che è stata ferita al braccio destro . è stato colpito anche il giornalista; fortunatamente le lesioni riportate non sono di grave entità, ma questo nulla toglie alla volgarità e viltà dell' attacco. ai due feriti esprimo la solidarietà mia e del Governo, deplorando, non più con meraviglia ma con tristezza, come in queste azioni delittuose siano sempre più coinvolti gli operatori della pubblica informazione ed ora, purtroppo, anche le loro famiglie. un altro episodio di intolleranza politica si è verificato nella notte tra il 25 e il 26 dicembre. il giovane Roberto Giunta La Spada , collaboratore dell' emittente privata di estrema sinistra Radio Città Futura , mentre camminava per piazza Vittorio , è stato colpito da alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da due giovani a bordo di una motovespa. il giovane è stato ferito a un fianco e ad un avambraccio. altro gravissimo episodio, che ha profondamente turbato l' opinione pubblica negli ultimini giorni dell' anno, è quello che è costato la vita ad Angelo Pistolesi, già iscritto al MSI-Destra Nazionale fino al giugno 1976, e nei cui confronti il partito ha adottato provvedimenti in quanto coinvolto nei noti fatti di Sezze Romano . egli era infatti alla guida di una delle autovetture utilizzate per il raid squadristico a Sezze Romano organizzato dal noto deputato Sandro Saccucci e che costò la vita al giovane Luigi De Rosa . come è stato già largamente riferito dagli organi di stampa, poco dopo le ore 8 del 28 dicembre, il Pistolesi, appena uscito dalla sua abitazione, è stato raggiunto alla schiena da tre colpi di arma da fuoco. il ferito, soccorso da alcuni passanti, è deceduto durante il trasporto all' ospedale San Camillo . nel corso dei primi rilievi, gli organi di polizia hanno accertato che i criminali aggressori si sono allontanati dal luogo del delitto a bordo di una FIAT 600 rubata, che è stata rinvenuta poco dopo in una via vicina. le indagini sull' efferato delitto sono in pieno svolgimento e l' azione investigativa, condotta con il massimo impegno per acquisire ogni utile indizio atto ad assicurare alla giustizia i responsabili, si sviluppa su largo raggio, non tralasciando alcuna ipotesi, anche in ambienti non politici, data la complessa personalità della vittima. in ordine alla circostanza segnalata dall' onorevole Almirante nella sua interrogazione, e relativamente alla divulgazione dei precedenti penali del Pistolesi, debbo far presente che da parte degli uffici della questura di Roma non è stata data alcuna diffusione di tali notizie, pur essendo in possesso della questura stessa. non possiamo, comunque, non deplorare, sul piano soprattutto morale, che in questa vicenda così tragica la ricerca e la diffusione a mezzo della stampa di notizie di un certo effetto abbiano trasceso i limiti di quel rispetto che sempre è dovuto di fronte alla morte e all' umano dolore. circa la situazione dell' università di Roma, segnalata dall' onorevole Preti, debbo far rilevare che l' intervento della polizia nell' ambito universitario è da sempre e tradizionalmente subordinato alla richiesta dei rettori per i poteri di polizia loro conferiti dalla legge, come alla richiesta dei rettori è subordinato l' intervento di servizi di polizia di carattere continuativo nell' interno dell' ateneo. ad ogni modo, a parte il fatto che la occupazione dell' università di Roma non è di carattere permanente, gli ultimi incidenti risalgono a qualche mese fa e l' intervento delle forze dell'ordine , effettuato d' intesa con il rettore, è sempre valso a ricondurre l' ordine nell' ambito dell' ateneo. le forze di polizia sono comunque sempre pronte ad intervenire per ogni eventuale emergenza, d' ora in poi anche di propria iniziativa in caso di necessità. gli altri due fatti criminosi, cui si riferisce un' altra interrogazione, sono entrambi accaduti la sera del 28 dicembre. il primo riguarda l' aggressione subita da quattro giovani davanti al bar Polo nord in via Gaspara La Stampa a Roma. da una autovettura è scesa una persona con una pistola in pugno, che ha esploso numerosi colpi contro i quattro, ferendone tre. i feriti venivano subito trasportati all' ospedale policlinico, ove per uno di essi i sanitari si riservavano la prognosi. sul grave fatto di sangue gli organi di polizia hanno immediatamente avviato, e stanno tuttora conducendo, attivissime indagini per l' individuazione dei criminali aggressori. si è anche proceduto al sequestro dell' immobile di via Ferdinando Martini numero 29, sede della sezione del MSI-Destra Nazionale della zona, ai sensi dell'articolo 3 della legge 8 agosto 1977, numero 533. l' altro deprecabile gesto di intolleranza politica, cui si richiama la stessa interrogazione, si è verificato nella stessa tarda serata del 28 dicembre, quando veniva lanciato un ordigno incendiario contro il portone dello stabile di lungotevere della Vittoria numero 1, ove abita lo scrittore Alberto Moravia. fortunatamente la deflagrazione ha provocato solo lievi danni all' ingresso del palazzo. anche in ordine a quest' ultimo atto di teppismo — come del resto per tutti gli altri episodi che ho riferito — sono in corso approfondite indagini da parte della polizia, d' intesa e sotto la direzione dell' autorità giudiziaria competente. in merito ai tragici eventi che hanno funestato la giornata di sabato 7 gennaio, va detto innanzitutto che la conferma del nostro convinto dissenso dalle motivazioni, dagli obiettivi e dai metodi dell' azione che il MSI-Destra Nazionale svolge nel paese, non impedisce assolutamente — anzi — la più piena, incondizionata e vigorosa condanna e deprecazione per la violenza omicida che è stata portata contro i giovani aderenti a quel partito. la nostra condanna ideale e pratica, storica ed attuale, delle ideologie, contro le quali il popolo italiano ha combattuto nella grande lotta nazionale patriottica antifascista della Resistenza e della libertà, che sono state ripudiate dalla Costituzione della Repubblica, rende il nostro sdegno moralmente più impegnato e politicamente più convinto nel condannare atti criminali che offendono le comuni leggi di umanità e di civile convivenza e quella legalità repubblicana e democratica con cui non è compatibile il ricorso alla violenza e l' uso di essa come metodo di lotta politica, contro chiunque essa sia rivolta. a nome del Governo e mio personale esprimo il sentimento più sincero e sentito di cordoglio per le famiglie precipitate nel dolore sconfinato per vite giovani, brutalmente troncate da freddi e spietati gesti criminali; cordoglio che doverosamente si estende ai parlamentari che in questa libera Camera rappresentano la parte politica cui i giovani appartenevano. la dinamica del gravissimo fatto di sangue può essere così sommariamente ricostruita, sulla base dei primi accertamenti degli organi di polizia. verso le ore 18,15 di sabato 7 gennaio, nel quartiere Tuscolano, e precisamente in via Acca Larenzia , i giovani Franco Bigonzetti di 19 anni, Francesco Ciavatta, di 18 anni, Vincenzo Segneri di 17 anni e Maurizio Lupini di 19 anni, mentre stavano uscendo dalla sezione del MSI-Destra Nazionale — partito di loro appartenenza — venivano fatti segno a numerosi colpi di arma da fuoco, sparati contro di loro da persone appostate nelle vicinanze che si dileguavano subito dopo nelle strade adiacenti. Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta sono deceduti all' ospedale San Giovanni , ove erano stati prontamente trasportati; Vincenzo Segneri veniva ricoverato nello stesso ospedale per ferita a1 braccio destro ; l' altro giovane, Maurizio Lupini, rimaneva fortunatamente illeso. gli organi di polizia, i carabinieri e la Pubblica Sicurezza hanno immediatamente avviato le più rigorose ed ampie indagini che proseguono di concerto. sul luogo del crimine sono stati rinvenuti undici bossoli di cartucce calibro 32 e sono state altresì raccolte testimonianze, in base alle quali è emerso che il gruppo degli attentatori era composto da cinque o sei elementi, fra cui una o due ragazze, tutti in giovanissima età. il sanguinoso attentato determinava nella zona un acuto e crescente stato di tensione che, circa un' ora e mezzo dopo il delitto, culminava in altri gravissimi episodi. verso le ore 20, un gruppo di dimostranti, che nel frattempo si erano radunati nei pressi della sezione del MSI-Destra Nazionale , aggrediva violentemente alcuni cronisti della televisione, danneggiando anche le loro apparecchiature e ferendo il giornalista Carlo Ceccherini; veniva altresì danneggiata un' autovettura dei carabinieri. successivamente, un altro gruppo di giovani aderenti al MSI-Destra Nazionale , in via Evandro , all' angolo con via Numitore , inscenava una manifestazione di protesta per quanto era accaduto, inveendo contro le forze dell'ordine e lanciando sassi ed altri corpi contundenti contro un reparto dell' Arma dei carabinieri , prontamente intervenuto nella zona. i carabinieri si vedevano costretti a reagire per controllare il tumulto, con l' impiego di lacrimogeni. un ufficiale dell' Arma, il capitano Eduardo Sivori, comandante interinale della compagnia Roma-Trastevere, che si trovava al comando di un reparto in servizio di ordine pubblico in largo Orazi e Curiazi, interveniva con alcuni militari in aiuto di un carabiniere, il cui automezzo era stato bloccato in via Numitore da manifestanti che cercavano di sottrarre al fermo uno di essi. a questo punto un lancio di lacrimogeni faceva arretrare il gruppo di dimostranti, che reagivano esplodendo colpi di arma da fuoco contro l' ufficiale ed i carabinieri. qualche colpo finiva anche contro l' edificio alle spalle dei carabinieri stessi. l' ufficiale era costretto a prendere posizione dietro l' autovettura militare per difendersi dall' attacco e con la propria pistola d' ordinanza esplodeva tre colpi in aria, ma, permanendo lo stato di pericolo, ed essendosi la sua pistola inceppata, si muniva di un' altra arma in dotazione al reparto. da parte dei dimostranti continuavano il lancio di sassi e gli spari contro l' ufficiale, il quale veniva colpito da sassi al ginocchio ed alla spalla, per cui cadeva a terra e dall' arma che impugnava partivano due colpi. uno dei giovani del MSI-Destra Nazionale , Stefano Recchioni, di 19 anni, gravemente ferito alla testa nel corso dell' episodio e subito trasportato all' ospedale San Giovanni , vi veniva ricoverato con prognosi riservata. purtroppo il giovane è deceduto nella serata di ieri. l' uccisione dei giovani Bigonzetti e Ciavatta è stata — come la stampa ha già largamente reso noto — rivendicata da una organizzazione che si definisce « Nuclei armati per il contropotere territoriale » , sigla già nota a Roma per l' attentato contro una sezione della Democrazia Cristiana avvenuto nel novembre scorso. il volantino trovato allora sul luogo dell' attentato e il messaggio che rivendica gli omicidi di sabato scorso, per la follia e la freddezza che li ha dettati, pongono questi terroristi sullo stesso piano delle più ciniche manifestazioni criminali del partito armato . l' assalto contro il gruppo dei giovani appartenenti al MSI-Destra Nazionale presenta carattere di particolare gravità, per l' obiettivo prescelto e per il metodo con cui è stato eseguito. si è attaccato e si è sparato per uccidere e per ferire l' avversario politico, aprendo il fuoco contro un gruppo di avversari non identificabili, proditoriamente e indiscriminatamente e perfino al di fuori di qualunque situazione attuale di contrasto; una azione, quindi, volutamente, deliberatamente, freddamente e selvaggiamente omicida, per la quale non possono essere portate da nessuno che crede, non dico nell' imperio della legge, ma nei più elementari valori di umanità, non solo attenuanti (che di fronte a fatti simili sarebbero comunque impossibili) ma neppure motivazioni o spiegazioni, fossero anche le più assurde o, al limite, provocatorie. la condanna deve essere ed è da parte del Governo totale, piena ed incondizionata. si è attaccato e si è sparato con una azione terroristica da vero e proprio commando, che per la fulminità dell' intervento e dello sganciamento — ad opinione delle forze di polizia — rivela un addestramento ed una pianificazione tragicamente accurati. e la scelta dell' obiettivo è perfettamente coerente con le modalità e i tempi dell' azione per quanto riguarda i fini politici di essa: cioè l' innesco di un processo di reazioni e disordini, un innalzamento del livello di tensione, un coinvolgimento dell' apparato dello Stato. all' azione terroristica del commando hanno infatti corrisposto azioni di violenza fermamente condannabili e deprecabili. infatti, come ho già detto, contro un reparto dell' Arma dei carabinieri intervenuto per controllare la situazione, impedire la sua degenerazione, sedare i tumulti, è stato aperto il fuoco. nel contrasto, il giovane Stefano Recchioni è rimasto ferito ed è poi deceduto. di fronte ad una giovane vita umana spenta in un mare di violenze non si può non esprimere dolore sincero e angoscia profonda. vi è però anche il dovere, che per me è primario, di un giudizio politico sul crimine di chi apre il fuoco contro le forze dell'ordine , e il giudizio non può che essere grave e di aperta condanna. i giovani missini che stazionavano davanti ad una sede del loro partito, organizzandosi per effettuare un' azione di volantinaggio, sono stati assaliti a mano armata, su di essi si è sparato, due di essi sono caduti. per quanto è accaduto si deve esprimere, come ho già espresso, condanna ed esecrazione incondizionate. ma dalla parte aggredita, all' intervento doveroso e legittimo delle forze dell'ordine accorse per controllare la situazione, si è risposto con la resistenza, con l' aggressione, aprendo il fuoco contro un reparto dell' Arma dei carabinieri . l' autorità giudiziaria accerterà i fatti e valuterà i comportamenti. ma nella mia responsabilità affermo che comunque le forze dell'ordine hanno il diritto di reagire alla violenza, specie quando è armata, nell' esercizio delle facoltà ad esse attribuite non solo dall' articolo 52, cioè per legittima difesa , ma anche per l' articolo 53 del codice penale , cioè con l' uso legittimo delle armi per respingere l' aggressione e la violenza altrui. sono però convinto che la dimensione degli avvenimenti e le loro conseguenze siano tali da non poter tessere valutate soltanto sul piano del pur doveroso richiamo al rispetto delle leggi. se è indubbio che l' eccezionale gravità del proditorio assassinio non consente comparazioni sul piano morale e sul piano giuridico, è altrettanto vero, però, che ci sono delle doverose valutazioni da fare, in base alla constatazione dei fatti, sui problemi generali dell' ordine pubblico e sulle tragiche spirali delle ritorsioni. lo Stato, i partiti democratici, le associazioni sindacali, le categorie professionali e produttive hanno resistito all' urto della violenza, hanno reagito compostamente e responsabilmente all' aggressione grave, anche omicida, non hanno accettato, hanno anzi respinto la provocazione, e questa è la linea che responsabilmente tutti dobbiamo seguire per rendere vano il disegno eversivo. però nessuno può sostituirsi alla Costituzione, alla legge, agli organi dello Stato , arrogandosi un inesistente diritto di sanzione, invocando inesistenti legittimazioni a giudicare e condannare un partito politico presente in Parlamento con brutale giustizia sommaria che altro non è che spietato assassinio. gli organi dello Stato hanno il dovere di tutelare e proteggere imparzialmente tutte le organizzazioni politiche, e, sempre, tutti i cittadini, qualunque sia il loro credo politico. ma ciò significa che nessuna parte politica , neppure in nome della offesa o violenza subita, può d' altro canto sostituirsi agli organi dello Stato o permettere o tollerare che suoi appartenenti ciò facciano, ricorrendo alla ritorsione, o anche solo allo stupido vandalismo. i luttuosi eventi di sabato 7 gennaio hanno avuto un seguito, nella giornata di domenica 8 gennaio e di lunedì 9 gennaio, con reazioni quasi a catena, con ulteriori episodi di violenza e di intolleranza politica che hanno funestato la capitale e varie altre città d' Italia. a Roma, nella mattinata di domenica, l' insegnante Giovanni Walker, simpatizzante dell' estrema sinistra , è stato aggredito da un gruppo di giovani mentre transitava per largo Argentina , tenendo sotto il braccio il giornale Lotta Continua . nella stessa mattinata venivano aggrediti e malmenati in via dei Fori Imperiali due giovani simpatizzanti dal partito comunista italiano. i tutori dell' ordine, prontamente intervenuti nella circostanza, hanno arrestato tre degli aggressori, risultati aderenti a movimenti di estrema destra . successivamente, presso la sezione del MSI-Destra Nazionale di via Acca Larenzia , dove erano accaduti i fatti di sabato, si raccoglievano numerose persone ed improvvisamente una cinquantina di giovani aderenti al MSI-Destra Nazionale si dirigevano di corsa verso piazza dell' Alberone ove assalivano le sedi, in quel momento chiuse, del comitato di quartiere Appio Tuscolano e della sezione « Alberone » del partito comunista italiano, appiccandovi il fuoco e provocando notevoli danni. l' intervento delle forze dell'ordine riusciva ad allontanare gli aggressori, i quali, riunendosi nuovamente a piccoli gruppi nelle strade del quartiere, davano vita a vere e proprie azioni di piccola guerriglia urbana , durante le quali veniva gravemente danneggiata la sezione « Appio » del partito socialista democratico italiano in via Niso , veniva danneggiata la sezione « Pontelungo » del partito socialista italiano in via Appia e date alle fiamme alcune autovetture private. in via Capponi , il giovane Aldo Codan, simpatizzante di sinistra, veniva accoltellato alle spalle da un gruppo di facinorosi. nel pomeriggio, all' uscita dell' ospedale San Giovanni , un gruppo di giovani di sinistra veniva aggredito da altri giovani di diverso orientamento politico. altri atti di violenza e di vandalismo si sono verificati, nella serata della stessa domenica, nella zona di via Cola di Rienzo , ove gruppi di facinorosi hanno dato alle fiamme alcune autovetture ed hanno danneggiato le vetrine di un ufficio bancario e di negozi. in via Marcantonio Colonna un automezzo dell' ATAC è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco e due passeggeri hanno riportato lesioni per la rottura dei vetri. nella zona Trionfale, in via Festo Avieno , sono stati esplosi colpi di arma da fuoco contro un' automobile, a bordo della quale si trovavano due giovani, di cui uno, rimasto lievemente ferito, frequentatore della vicina sezione del partito comunista italiano. questo ultimo attentato è stato rivendicato, con telefonata anonima a Il Messaggero , da un movimento autodefinitosi « Giustizia nazionale rivoluzionaria » . in via Cortina d'Ampezzo veniva appiccato il fuoco alla porta dell' abitazione del vicedirettore del quotidiano Il Messaggero , Felice La Rocca , e tale attentato, che provocava fortunatamente solo danni materiali, veniva rivendicato, con una telefonata anonima alla redazione di Paese Sera , da un fantomatico gruppo, denominato « Gruppo fascisti rivoluzionari » . a Napoli estremisti di destra, armati di bastoni, danneggiavano le vetrate del teatro San Ferdinando , mentre era in corso la rappresentazione della « Nuova compagnia di canto popolare » . i facinorosi esplodevano anche alcuni colpi di pistola, lanciavano bottiglie incendiarie e danneggiavano alcune autovetture in sosta. a seguito delle indagini, prontamente avviate, sono stati arrestati quattro giovani, noti estremisti di destra: Vincenzo Melluso, Raffaele Fiore, Vincenzo D' Alessandro e Maurizio Ruggiero. a Milano (Sesto San Giovanni ), la sera del 7 gennaio, due giovani di estrema sinistra sono stati fatti segno a colpi di pistola sparati da una autovettura; uno di essi è rimasto ferito in modo non grave. sempre a Milano, nella giornata dell' 8 gennaio, alcuni gruppi di destra hanno attuato azioni di violenza danneggiando autovetture in sosta, lanciando sassi contro vetture tranviarie e bottiglie incendiarie contro uno stabile di via Correggio , occupato da elementi di estrema sinistra . la mattina del giorno 9 gennaio è stato perpetrato un attentato all' abitazione del dottor Natale Meterangelis, dirigente dell' ufficio politico della questura di Milano. l' attentato è stato rivendicato con telefonata anonima all' Ansa, con il seguente messaggio: « l' esercito combattente anticomunista rivendica l' attentato al dottor Meterangelis, sicario di Cossiga » . a Trieste, nel pomeriggio di domenica 8, alcuni giovani hanno aggredito tre iscritti a democrazia proletaria , tra cui un componente del direttivo provinciale della Cgil, che riportava lievi ferite. nella medesima città, la sera del 9, è stato danneggiato con bottiglie incendiarie il portone della sede provinciale della Democrazia Cristiana . a Trento è stato rinvenuto in una cabina telefonica un manoscritto con minacce di morte contro un noto esponente di Lotta Continua da parte di un « Nucleo combattenti Ordine nuovo Mario Tuti » . a Padova sono stati compiuti attentati incendiari contro la redazione del quotidiano Il Gazzettino , ed in un sottopassaggio della stazione ferroviaria le forze di polizia hanno tratto in arresto otto giovani di destra trovati in possesso di bottiglie incendiarie. ulteriori atti di vandalismo sono stati perpetrati in varie altre località, per lo più con ordigni incendiari, a sezioni di partito e ad abitazioni di esponenti politici. azioni del genere sono avvenute a Messina, Torino, Bolzano, Bologna, Verona, Terni, Castelfidardo, Cagliari, Bari, Alessandria e Pescara. in relazione al moltiplicarsi di azioni frammentarie e diffuse di violenza a persone e cose, con aggressioni a singoli cittadini o con distruzioni e danneggiamenti di beni pubblici e privati per opera di singoli o di piccoli gruppi formatisi di volta in volta, nell' impossibilità pratica di effettuare un' azione preventiva attraverso la protezione e la vigilanza individualizzate, sono state adottate misure ancora più strette di vigilanza delle città, con controllo sistematico specie nelle zone più interessate agli episodi di violenza. queste misure saranno rafforzate in questi giorni. le forme e la qualità che le turbative dell' ordine pubblico , e in particolare l' attività terroristica, hanno assunto negli ultimi tempi, in particolare portando la violenza organizzata e preordinata nelle scuole e nelle piazze, ha richiesto la progettazione e l' adozione, già in fase avanzata, di nuove misure organizzative, addestrative, di equipaggiamento e armamento delle forze dell'ordine . sul piano organizzativo sono in corso di realizzazione forme più incisive di coordinamento tra le varie forze dell'ordine , anche sul piano dei mezzi tecnici, sia al vertice, sia alla periferia. parallelamente all' attuazione della legge sui servizi di informazione e sicurezza, è in corso , in particolare, la riorganizzazione, nell' ambito della direzione generale di Pubblica Sicurezza e delle questure, segnatamente dei capoluoghi di regione, dei servizi investigativi e operativi che operano in riferimento all' ordine pubblico e alla violenza politica, con particolare riguardo al terrorismo, quali gli uffici fin qui chiamati politici e le squadre di intervento operativo del Corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza . parallelamente si sta anche provvedendo al riordino degli analoghi servizi e reparti dell' Arma dei carabinieri . siamo ormai prossimi anche al pieno approntamento delle unità di intervento speciale particolarmente addestrate, equipaggiate e armate per fronteggiare situazioni di particolare gravità, analogamente a quanto già realizzato in altri paesi della Cee . nel campo dell' addestramento e delle tecniche di controllo dell' ordine pubblico , si sono già adattati nuovi schemi di azione e si è predisposto un programma di non lunga realizzazione per garantire al personale delle forze dell'ordine un addestramento proporzionato alla qualità dei nuovi fenomeni. sul piano dell' equipaggiamento e dell' armamento sta per essere integralmente realizzata la pianificazione e sarà completato l' approvvigionamento dei mezzi necessari per la maggiore tutela dell' incolumità degli operatori di polizia, per una più elastica, articolata ed efficace opera di prevenzione e, quando necessario, di repressione, in attuazione delle misure urgenti per il potenziamento delle forze dell'ordine approvate con la legge del luglio 1977. secondo i dati raccolti dall' Arma dei carabinieri e dalla direzione generale del Corpo di Pubblica Sicurezza sarà per altro necessario provvedere rapidamente al rifinanziamento della legge stessa per completare un programma che, se non realizzato interamente, avrebbe un' efficacia molto inferiore a quella necessaria. accanto a queste misure di carattere organizzativo vi sono però le indispensabili misure giuridiche, che furono già concordate nel luglio scorso e che, trasformate tempestivamente dal Governo in disegni di legge , si trovano ora nella maggior parte dei casi all' esame dei due rami del Parlamento, mentre si profila l' esigenza, già da me indicata al Senato della Repubblica , dell' adattamento e dell' integrazione sia di esse sia di quelle già vigenti, sempre nell' ambito dei principi generali e particolari cui esse si ispirano. vi è da auspicare che i partiti politici , costituenti gran parte di questo Parlamento, che hanno già iniziato e svilupperanno, a quanto è dato sapere, in tempi brevi contatti e confronti aventi per oggetto anche i programmi politici e parlamentari per affrontare la presente situazione, daranno rilievo primario ai problemi dell' ordine e della sicurezza pubblica, siccome pregiudiziali alla soluzione di ogni altro problema e in quanto volti a garantire la indispensabile cornice di certezza legale e di sicurezza democratica al paese. i partiti non mancheranno di valutare con senso di realismo le condizioni effettive dello stato dell' ordine e della sicurezza pubblica, approntando con la fattiva collaborazione del Governo e con il contributo, tramite questo, dell' esperienza tecnica dei responsabili delle forze dell'ordine , misure adeguate alla delicatezza del momento, tenendo presente che la tutela della libertà e della democrazia dei cittadini e della pace civile è indispensabile per assicurare credibilità allo Stato e alla legge democratica. Il Parlamento , le forze politiche democratiche, il Governo sono contro ogni forma di violenza, perché violenza vuol dire ingiustizia, vuol dire rifiuto del dialogo e del confronto, vuol dire violazione dei principi fondamentali che sono a base della nostra pacifica convivenza di paese libero e democratico. proprio perché queste sono le motivazioni morali della nostra profonda avversione alla violenza: proprio perché questa è la nostra più autentica moralità democratica che è diventata storia, la nostra coscienza politica e civile che è diventata storia e legge costituzionale del nostro Stato; per tutto ciò noi respingiamo con fermezza la violenza in ogni e qualsiasi forma si manifesti, contro chiunque essa si diriga. è quindi contro la violenza e contro la violazione delle nostre leggi che noi intendiamo lottare; è la violenza che noi intendiamo reprimere per riaffermare la forza dell' ordine democratico nella legalità del nostro ordinamento. respingiamo con orrore gli strumentalizzati e infamanti appelli, che purtroppo anche in questi giorni sono risuonati, di chi arriva a distinguere i morti sulla base della loro collocazione politica. la condanna per l' assassinio di giovani cittadini non è per noi soltanto un fatto umanitario, è una sincera e chiara condanna politica e morale, fondata sulla certezza che il rispetto della vita è un cardine fondamentale su cui poggia il nostro Stato democratico . per questo, nella mia responsabilità, rivolgo un pressante appello a quanti, anche dinanzi ai drammi che il nostro paese sta vivendo, mostrano di non aver ancora adeguata consapevolezza che è dovere di tutti respingere le suggestioni dell' autodifesa, della ritorsione, del ricorso ad una violenza che concorre a creare un clima in cui aumentano le vittime, anche proprie, in particolare tra quei giovani verso i quali — come ha ricordato la mamma di un ucciso — tutti dovremmo invece essere impegnati per insegnare il rispetto dei diritti , la civile tolleranza, l' uso di mezzi pacifici nella lotta politica e nel confronto ideologico. è questa un' azione che dev' essere condotta da tutti e in profondità, e in primo luogo da chi ha la responsabilità di essere presente in Parlamento con le garanzie della Costituzione, per impedire l' affermarsi ulteriore di un costume e di una mentalità di violenza, che dalla grottesca espressione grafica sui muri e dalla incoscienza di certi fogli si tramuta poi in sangue nelle strade e nelle piazze; per impedire che dalla turbativa dell' ordine pubblico si continui a passare all' azione terroristica isolata e da questa all' azione di commando fino a degenerare in aperti scontri urbani e in vera e propri a guerriglia. la fedeltà ai permanenti valori umani e civili del nostro popolo, la coerenza alla nostra tradizione giuridica e ideale, l' adesione morale e politica alla Costituzione della Repubblica, ai valori storici di cui essa è testimonianza e ai valori statuali di cui essa è espressione, non ci farà deflettere — anzi oi impegnerà più fermamente — dall' impegno di difendere lo Stato dalla violenza di qualsiasi tipo e contro chiunque rivolta.