Francesco COSSIGA - Ministro dell'Interno Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 171 - seduta del 26-07-1977
Istituzione e ordinamento del servizio per le informazioni e la sicurezza
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 171
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi . il Governo per mio tramite, come già il sottosegretario delegato dal presidente del Consiglio ha fatto in sede di Commissione speciale, porta la sua piena adesione al testo che la Commissione stessa ha elaborato con un così largo consenso da parte di un grande schieramento di forze democratiche, nel rispetto per altro del dissenso che qui è affiorato in forma di preoccupazione o in forma di critica; quel dissenso che è la testimonianza del carattere libero di questo Parlamento e del mantenimento del suo carattere pluralista nonostante — direbbe l' onorevole Pannella — il convergere o il compromettere di forze di cui per altro egli non disattende né l' origine democratica né l' origine popolare, limitandosi a considerarsi diverso rispetto ad esse. e fu un fatto molto importante, onorevole Pannella, e mi sembra che la sua presenza qui e quello che lei ha detto ne siano la testimonianza. credo che sia mio dovere anzitutto voler precisare la posizione procedurale del Governo in questo dibattito. l' onorevole Labriola, con parole molto ferme e decise, per altro temperate dalla cortesia che gli è connaturale, ha, se non posto sotto accusa, rilevato qualche sfasatura di carattere procedurale nella partecipazione del Governo a questo dibattito. voglio assicurare l' onorevole Labriola che, se vi può essere stata nella presenza fisica di qualche membro del Governo una qualche discontinuità, questo anzitutto non era difforme dalle consuetudini parlamentari secondo le quali molte leggi, anche importanti, sono seguite, non solo durante il dibattito in Commissione, ma anche in assemblea, dai sottosegretari di Stato. voglio assicurare comunque l' onorevole Labriola che questa assenza del ministro, atteso che il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa erano impegnati per motivi del loro ufficio di fuori del territorio nazionale , non aveva né voleva avere alcun significato politico e tanto meno un significato di poco rispetto nei confronti della Camera o di scarsa considerazione della materia. tanto che, non appena l' onorevole Labriola — in modo fermo ma, devo riconoscerlo, garbato — ha richiamato l' attenzione della Presidenza della Camera sulla opportunità della presenza di un ministro in Aula, questa si è potuto realizzare. devo dire anche all' onorevole Labriola che io conosco i motivi della sua critica nei confronti del decreto del presidente del Consiglio dei ministri con cui, in pendenza dell' esame del disegno di legge da parte della commissione, intese istituire un comitato interministeriale di coordinamento. può darsi che non tutto fosse perfetto, nel senso che non tutto potesse essere direttamente e — facilmente compreso nella formulazione di questo decreto; tuttavia esso fu pensato — posso assicurare in ciò l' onorevole Labriola — come uno strumento, non tanto di anticipazione della riforma, quanto piuttosto idoneo a poter garantire la riforma, se non nelle sue articolazioni concrete, almeno nello spirito, nella ispirazione politica, secondo le proposte dei vari gruppi politici . io credo che questo disegno di legge costituisca un fatto importante da un punto di vista sia politico, sia istituzionale, sia funzionale. ritengo che costituisca un fatto politicamente importante per il tipo e per la qualità del consenso che su di esso si è venuto formando, e non perché andiamo ad inseguire sempre e a tutti i costi l' unità, quasi fosse una sorta di formula magica, risolutiva di tutti i problemi, ma perché su un tema così delicato e così scottante, questa unità, formatasi nell' ambito di forze politiche che, proprio su questi argomenti, altre volte hanno avuto modo di contrapporsi tra loro, significa, da un lato, che è stata acquisita una comune coscienza circa le esigenze di sicurezza, di tutela dell' indipendenza e della legalità repubblicana nel nostro paese, e, dall' altro lato, che è stato possibile trovare un contemperamento tra i vari progetti ideali, consentendo su una struttura giuridica che si è ritenuto racchiudesse in sé la massima efficienza e la massima garanzia. il disegno di legge costituisce un fatto politicamente importante perché non si intende porre mano ad un' operazione « gattopardesca » cambiare qualcosa per lasciare tutto immutato; posso assicurare l' onorevole Rozzi che non si tratta di un semplice mutamento di sigle, bensì di costituzione di servizi nuovi, anche se lo Stato, che è sempre lo stesso, utilizzerà mezzi economici, strumentali e personali dei servizi che verranno a cessare. dicevo poc' anzi che il consenso politico registratosi su questo strumento legislativo acquista una particolare importanza. ciò perché esso stimola il Governo ad operare in questo settore e, allo stesso tempo, costituisce per questo Governo e per quelli futuri un monito; gli strumenti posti a sua disposizione sono talmente delicati che, nella loro gestione, non solo non si può perseguire una politica di partito, ma nemmeno una politica di Governo che in qualche modo tuteli interessi diversi da quelli che sono propri dell' intera comunità. si deve piuttosto fare una politica dello Stato. ciò varrà per la gestione dei servizi in tutti i suoi momenti, compreso quello, più delicato, della preposizione di uomini ai loro vertici. in quei momenti il Governo, proprio per l' estrema delicatezza di tali servizi, che devono godere della massima credibilità, dovrà garantir loro la massima affidabilità, muovendo dall' attenta valutazione del contesto politico che non solo ha appoggiato e renderà possibile l' approvazione di questa legge, ma che oggi sta assicurando una più efficace difesa dell' ordine costituzionale repubblicano. l' onorevole Pannella in un intervento che il presidente della Commissione ha definito « fascinoso » ... l' onorevole Pannella — dicevo — ha, in modo appassionato, enunciato una filosofia in un certo senso alternativa rispetto a quella che è alla base del consenso politico che si è formato sul disegno di legge . come tutte le filosofie alternative e radicali, con tutto quello che nella storia del pensiero umano questo aggettivo significa, si tratta appunto di filosofie « fascinose » , la cui formulazione, presentazione e presenza sono necessarie non per un fatto formale, per mantenere cioè qualcosa di diverso, ma perché l' esistenza di questo qualcosa di diverso è sempre, anche se gli altri non lo vogliono, uno stimolo alla critica e alla considerazione di quello che diverso è. una filosofia — direi — più ottimista di quella che ho io. una filosofia che muove da un giudizio sulla realtà e — in fondo — sulla natura umana diverso da quello che personalmente ho. vorrei far osservare all' onorevole Pannella che forse in questo caso si sbaglia, perché si troverebbe dalla parte della controriforma ed io da quella della riforma, perché il rapporto pessimismo-ottimismo, era nettamente inverso. io rispetto le sue idee, onorevole Pannella, ma credo che ella dovrebbe trarre qualche rassicurazione dal carattere non eversivo o disastroso dello strumento legislativo che andiamo ad approvare e dal tipo di consenso politico che si è realizzato intorno ad esso. credo che ella, onorevole Pannella — diversamente sarebbe molto grave — non vorrà disconoscere la base popolare e democratica dei partiti che su questa proposta di legge si sono incontrati. onorevole Pannella, ella non dovrebbe avere più alcun ottimismo se fosse vero che questa è una legge eversiva e che essa viene approvata da partiti con così largo seguito in Parlamento, da partiti che su questo tema si sono scontrati e che oggi invece si sono trovati d' accordo. se questa legge fosse eversiva e venisse approvata da un così largo schieramento politico, non ci sarebbe più da sperare nella nostra democrazia perché ci troveremmo di fronte non soltanto ad uno schieramento politico formato di ciechi, ma di fronte ad un paese non più in grado di esprimere classi dirigenti , e profondamente distaccato da quelle forze popolari che fino a questo momento ne hanno incarnato i desideri e le aspirazioni. l' importanza politica della approvazione, che io mi auguro sollecita — ed essendo il Governo, come dice la dottrina, interlocutore di entrambe le Camere, non trovo le remore che trova il presidente della Commissione speciale ad auspicare una sollecita approvazione anche da parte dell' altro ramo del Parlamento — di questo strumento legislativo va ricercata anche nelle soluzioni che sono state adottate. la tutela della sicurezza e la raccolta delle informazioni è un momento delicato, importante e non eliminabile nella vita di qualunque Stato. ricordo che con il non conformismo che sempre ha contraddistinto non solo il suo insegnamento ma la sua vita, Arturo Carlo Jemolo, nel momento più bruciante della polemica sul giugno-luglio 1964, di fronte alla estremizzazione di alcune tesi da parte di organi della magistratura e di forze politiche , scrisse un non dimenticato saggio intitolato « il diritto dello Stato a conoscere » la tutela della sicurezza non coincide — se così fosse non vi sarebbe bisogno dei servizi di sicurezza in nessun paese — funzionalmente con la repressione del reato. la tutela della sicurezza attiene prevalentemente ai presupposti, alla possibilità di applicazione dell' ordinamento giuridico e riguarda fatti che si muovono nella direzione dell' eversione, anche se ancora non costituiscono eversione. vorrei chiedere agli onorevoli colleghi se essi ritengano pericoloso o no, ad esempio, che una potenza estera inizi, avvalendosi delle norme del nostro codice civile , l' acquisto di testate di giornali; o se ritengano più o meno pericoloso che potenze estere inizino l' acquisto o l' installazione, anche sulla base della legge, nel nostro territorio di stazioni radiotelevisive, o che pongano in essere, attraverso manovre economiche, manovre commerciali e manovre finanziarie (mi attengo ad un terreno strettamente politico-finanziario e non militare) una serie di fatti la cui concatenazione può creare le premesse per il compimento di reati. quindi, la sicurezza nazionale attiene essenzialmente ai presupposti del mantenimento dell' ordine democratico. onorevole Pannella, lei sa che vi è un certo pudore in tutti gli Stati: si chiama attività di informazione quella che è la raccolta, l' analisi, l' elaborazione di notizie riguardanti situazioni estere. conoscere all' interno e all' esterno ciò che può essere importante per la sicurezza del nostro paese e ciò che può essere importante per la difesa nazionale, è qualcosa che forse noi potremmo auspicare che un giorno non sia più necessaria alla vita degli Stati; ma, fino a quando la comunità degli Stati sarà dominata non tanto dalla legge del conflitto, quanto, sembra, dalla legge dell' equilibrio, è proprio questa legge dell' equilibrio che richiede che ognuno conosca quello che l' altro fa. si tratta per altro di attività estremamente delicate. Bene ha fatto la Commissione a non attribuire la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria agli agenti di questo servizio e a sospenderla per coloro che , pur avendo questa qualifica, ne entrino a far parte. Bene ha fatto, per far sì che una raccolta di informazioni, un' attività volta alla tutela della sicurezza, non si trasformi immediatamente in una attività di repressione, perché una cosa è raccogliere informazioni e un' altra è portare una persona sul banco degli imputati. l' aver tolto la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria o l' averla sospesa è stato sempre considerato in paesi di tradizione democratica come il nostro, che non hanno subito per altro le interruzioni che noi abbiamo subito (ad esempio la Gran Bretagna ), è stato sempre considerato — dicevo — una garanzia del cittadino. molti degli istituti oggi proposti al Parlamento non sono frutto della fantasia, ma sono frutto del lavoro attento, della acquisizione di conoscenze da parte della Commissione, con la collaborazione del Governo, e sono già conosciuti in altri ordinamenti. nell' ordinamento britannico, come in quello tedesco, la legge non vuole che gli agenti dei servizi di protezione interna (tanto meno quelli di protezione esterna) abbiano la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria , per tener distinto il momento informativo dal momento repressivo o dal momento giudiziario. rimane sempre fermo il principio che qualunque organo dello Stato, abbia o non abbia la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria , ha l' obbligo di collaborare con l' autorità giudiziaria per la repressione dei reati, e specie di quei reati che, come nel campo in esame, sarebbero reati contro l' essenza stessa e l' esistenza della Stato. la delicatezza dell' attività svolta da questi servizi richiedeva necessariamente due cose: un maggior grado di controllo politico e una più chiara definizione dei propri compiti. attività di questa natura in democrazia non possono svolgersi se non sotto la responsabilità di chi la Costituzione indica come i responsabili di fronte al Parlamento della conduzione esecutiva degli affari del paese. d' ora innanzi nessun ministro si troverà nelle condizioni di non sapere; aver posto infatti alle sue dipendenze il servizio, significherà non certo che il ministro diventa l' operatore pratico del servizio, bensì che egli avrà il dovere di dare le direttive e di effettuare i controlli necessari, assumendosi la responsabilità di ciò che i subordinati fanno, per coprirli quando agiscano in conformità alle direttive da lui impartite, per sconfessarli quando operino di propria iniziativa al di fuori delle direttive legittime date dal Governo. questa non è cosa da poco; abbiamo cioè tutti convenuto che l' attività relativa alla informazione e alla sicurezza — attenendo, per quanto riguarda l' interno, a delicatissimi problemi relativi alla riservatezza e ai diritti dei cittadini e attenendo, per quanto riguarda l' esterno, al delicatissimo problema dei rapporti internazionali, del rispetto reciproco e dell' etica internazionale — non può svolgersi se non secondo le direttive, con il controllo e con la piena assunzione di responsabilità da parte di coloro che la Costituzione — ripeto — indica come gli organi naturalmente responsabili della gestione dell' Esecutivo; vale a dire i ministri competenti, quelli che il Parlamento — come in questo caso — indica come ministri competenti e cioè rispettivamente il ministro della Difesa e il ministro dell'Interno . una attività di questa natura poi non poteva non confluire nella responsabilità del presidente del Consiglio dei ministri . nel corso di questo dibattito è intervenuto anche l' onorevole Bozzi, il quale per la sua formazione giuridica è certamente più legato alla asciuttezza dei vecchi testi legislativi che non alla ridondanza di quelli moderni. mi creda, onorevole Bozzi, l' aver voluto in un disegno di legge , scrivere espressamente che il presidente del Consiglio dei ministri è responsabile dalla politica generale, con quel che segue, non è stato un voler aggiungere o un ritenere di voler aggiungere qualche cosa alla funzione di indirizzo politico e di coordinamento che è propria di un presidente del Consiglio dei ministri . ha voluto significare una specificazione e una sottolineatura della necessità di un controllo politico che, attenendo a funzioni fondamentali dello Stato, non si può e non si deve esaurire nella potestà di direzione e di controllo dei singoli ministri, ma deve trovare, anche se sotto forma del coordinamento, un punto di imputazione anche allo stesso presidente del Consiglio dei ministri . quindi, da questo momento, quando questa legge sarà approvata, non solo i ministri non saranno più in condizione di non poter sapere, ma vi sarà anche il presidente del Consiglio dei ministri che non potrà non sapere, e io credo che questa sia una garanzia per il funzionamento di queste istituzioni. vi è poi il terzo aspetto, cioè quello del modello che è stato scelto per questi servizi. il Governo aveva presentato un modello di carattere unitario ohe univa in sé quelle che sono chiamate le funzioni informative di carattere militare e di carattere politico, quelle che sono chiamate, con pudore, le attività controinformative di carattere militare e di carattere politico, e quelle che sono chiamate le attività informative e operative per la tutela della sicurezza interna. alla base di questa scelta non vi è una filosofia, onorevole Miceli, né tanto meno una filosofia politica . mi sembra, dunque, improprio il paragone fatto con altri servizi di altri Stati a diverso ordinamento. si riteneva soltanto, in questo modo, di poter raggiungere il massimo di coordinamento e, contemporaneamente, il massimo di concentrazione e di unità di responsabilità politica . certo, so bene come questo modello presentasse accanto agli aspetti positivi — che sono quelli che ho indicato — anche degli aspetti negativi, vuoi sotto il profilo funzionale e operativo, vuoi sotto il profilo politico. vi era, cioè, una concentrazione di responsabilità, ma anche una concentrazione di poteri, vi era una esaltazione del momento del coordinamento, ma vi era, altresì, una attenuazione del necessario raccordo tra l' attività che è propria del ministero dell'Interno , quella del nuovo servizio di sicurezza interna e l' attività ché è propria del ministero della Difesa , oltre a quella del nuovo servizio per l' informazione e la sicurezza militare. il presidente del Consiglio dei ministri , nel suo intervento in sede di Commissione speciale, disse quali erano i motivi che avevano spinto il Governo a presentare un certo disegno di legge , dopo un confronto all' interno della compagine governativa, dove emergevano posizioni diverse, perché diverse erano le responsabilità e le esperienze. affermò, dunque, che questo era il modello che il presidente del Consiglio offriva. disse, altresì, che tale modello lo offriva in quanto voleva, attraverso lo stesso, affermare i principi della responsabilità politica , della efficienza operativa e funzionale, del controllo politico e del coordinamento. aggiunse che ove questi valori fossero stati realizzati anche attraverso un diverso modello, quale è quello che è stato poi prescelto a larghissima maggioranza dalla Commissione, il Governo, che era legato più ai valori in questione che non allo strumento ed al modello proposto, avrebbe accettato tale modello come questa sera fa, dinanzi alla Camera, in modo definitivo. ho ascoltato attentamente, a cagione della carica da lui ricoperta, l' intervento dell' onorevole generale Vito Miceli. ho ascoltato la difesa che egli ha fatto del Sid. ho ascoltato tutto, onorevole Milani. vorrei dire all' onorevole collega, generale Miceli, che nessuno, dai banchi del Governo — e ritengo anche dai banchi dei parlamentari — ha inteso esprimere un giudizio globale, senza appello, di condanna nei confronti del servizio informazioni della difesa. con sfumature e con gradi diversi, per fatti che sono al vaglio dell' autorità giudiziaria , ciò che si è condannato è solo quanto di non ordinato ai fini propri del servizio è stato posto in essere. non è stata mai, da alcuno, espressa una condanna generale e globale su un servizio che conta, tra i suoi appartenenti, ufficiali, sottufficiali e militari i quali hanno servito fedelmente le istituzioni della Repubblica, assumendosi gravi responsabilità personali, e che hanno tutelato interessi vitali del nostro ordinamento, anche in momenti delicati, in cui la nostra sicurezza interna era minacciata dal terrorismo, non soltanto interno ma anche internazionale. non si tratta, quindi, né di pronunciare una condanna generale, né di formulare, in base a questa mancata condanna generale, una generale assoluzione. lo dico con molta serenità, ritenendo e sperando che nel nostro paese — forse in questo caso sono ottimista, mentre ella, onorevole Pannella, è pessimista — alla fine, la forza delle istituzioni democratiche e dell' opinione pubblica democratica siano di conforto e di presupposto anche al funzionamento degli organi giudiziari, senza con ciò trascurare l' innegabile necessità del concorso degli organi governativi, al fine dell' accertamento della verità: una verità che è necessario conoscere per sancire responsabilità, se esse vi sono, ma soprattutto per dimostrare che in democrazia è possibile fare giustizia. il modello che è stato scelto, come avviene sempre nelle vicende italiche, è originale e nuovo rispetto ai modelli scelti in altri paesi. la Commissione ha ritenuto infatti di dover scegliere un modello che non fa riferimento alla natura delle funzioni, ma alla natura degli interessi protetti: da un lato, dunque, gli interessi della difesa del paese che hanno carattere militare, dall' altro gli interessi della sicurezza del paese che possiamo definire di natura politico-istituzionale. per la difesa di queste due specie di interessi si sono costituiti due servizi; e parlo di due, e non di tre servizi, perché nessuno ha mai pensato di istituire quello che è stato definito il « super-SID » presso il presidente del Consiglio dei ministri . si è invece proposto di istituire, presso il presidente del Consiglio dei ministri , un organo del tipo di quelli che esistono in tutti i paesi nei quali vi sia una duplicità di servizi. un organo di questo genere esiste in Francia, in Germania, in Gran Bretagna , negli Stati Uniti d'America ; per non parlare dell' Olanda, paese del quale è stata citata, se non erro dall' onorevole Ricci, la legislazione, esemplare nella sua semplicità, dove esiste addirittura una figura tipica, che è quella del coordinatore, che coordina, ahimè, non soltanto due, ma addirittura tre servizi. quanto alla figura del principe consorte, ritengo, onorevole Milani, che l' Olanda democratica abbia dimostrato che essa non poteva essere di ostacolo all' attuazione della giustizia. sinceramente, onorevole Milani, non posso che invidiarle il suo buonumore, che la induce ad introdurre argomenti assolutamente estranei al dibattito, in un' ora in cui l' unico argomento da sostenere sarebbe quello di concludere al più presto i nostri lavori. per tornare a quanto stavo dicendo, debbo rilevare che, a mio avviso, il modello che abbiamo adottato è valido. aggiungo che, in sede di esame degli articoli, chiederò a nome del Governo, delle spiegazioni alla commissione, avendo la commissione costituito un momento di centralità nell' elaborazione del provvedimento in esame. questo perché è assolutamente necessaria una chiara definizione di competenze, che sia in grado, nel momento in cui si rifondano i servizi speciali nel nostro paese, se non di escludere, quanto meno di ridurre al minimo, confinandola tra quelle meramente ipotetiche, la possibilità di conflitti o di sovrapposizioni. ritengo infatti che la concorrenza, utile a mio modesto avviso nel campo imprenditoriale, non sia invece utile in questo settore, specie in un momento così delicato della vita del paese. non volendo noi compiere una operazione gattopardesca, ma volendo rifondare dei servizi di informazione secondo un' ottica rinnovata di tutela degli interessi democratici, non di una parte del Governo ma dello Stato e della comunità nel suo complesso, dobbiamo premunirci in modo chiaro e preciso affinché quegli elementi di disturbo umano che possono derivare dalla duplicità dei servizi non diventino un elemento di disturbo funzionale ed un innesco di pericolose deviazioni di carattere politico. credo che con questo provvedimento, anche se evidentemente non in tempi brevissimi proprio perché di rifondazione stiamo parlando e non di semplice operazione gattopardesca, si possa contare su validi strumenti per la tutela di interessi essenziali dello Stato all' esterno, per la tutela della sua sovranità e autonomia, pur in quella collaborazione con paesi della Alleanza Atlantica che, appunto per essere alleanza, non comporta un rapporto di subordinazione, e all' interno del paese per la tutela delle istituzioni e per la lotta ad ogni forma di eversione, che si può battere soprattutto con il possesso di un valido strumento informativo. sul segreto di Stato ha già parlato l' onorevole presidente della Commissione speciale. è stato fatto un passo avanti nella definizione certa del segreto di Stato , definizione che, naturalmente, dovrà essere integrata. sono stati fissati dei principi, in armonia con la sentenza della Corte costituzionale , che dovranno essere attuati in un momento successivo e in un settore più vasto della nostra legislazione penale e processualistica. Il Parlamento ha riconosciuto che in uno Stato in cui non tutto può essere sempre composto in modo perfetto vi possono pur essere contrasti tra gli interessi dello Stato inteso nella sua complessità, e quelli che attengono ad un singolo procedimento; ma ha responsabilizzato questo momento di gestione del conflitto, istituendo anche una sede parlamentare di controllo e salvaguardando le esigenze della giustizia. è stato infatti stabilito che il magistrato, ove ritenga che una notizia di cui non gli è stata data comunicazione, perché segreta, sia essenziale per l' istruttoria, non può esercitare l' azione penale affinché non derivi nocumento a diritti di singoli dalla protezione di un interesse che la legge considera legittimo tutelare, ma non fino al punto di consumare un' ingiustizia. onorevoli colleghi , a nome del Governo ringrazio il presidente ed i membri della Commissione speciale, coloro i quali hanno consentito come coloro i quali hanno dissentito perché dissentendo hanno introdotto elementi di critica costruttiva o certamente elementi di meditazione per la fase di attuazione. credo che approvando questo disegno di legge si chiuda un periodo tormentato della vita delle nostre istituzioni, che ha gettato ombre in settori delicati ed importanti dello Stato, un periodo tormentato che, se ha avviato un processo di risanamento di questi stessi settori, aveva tuttavia — non era possibile altrimenti — anche introdotto elementi di paralisi o di arresto nella loro attività. sono convinto che gli uomini che il Governo, una volta che la legge sarà approvata, porrà a capo di questi servizi, gli uomini che chiamerà ad operare nel loro ambito e che dovranno essere di sicura fede democratica, non per una affermazione generica ma perché dovranno sentire la delicatezza della funzione che andranno ad esercitare, tenendo conto del contesto politico specifico del paese, da questo vasto consenso trarranno al tempo stesso conforto per la loro azione ma anche monito, comprendendo che le funzioni ad essi attribuite, le facoltà ad essi accordate sono ordinate esclusivamente alla tutela degli interessi della democrazia del nostro paese, della sua indipendenza, autonomia e sovranità. il Governo, da parte sua, farà tutto ciò che è necessario perché la legge, una volta approvata, venga attuata non solo nella lettera ma anche, e soprattutto, nel suo spirito, che è spirito di servizio alla Repubblica.