Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 163 - seduta del 14-07-1977
Sull'accordo programmatico tra Governo e i sei partiti
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 163
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole Galloni; mi rivolgo all' onorevole Galloni e non — come è d' uso — al signor presidente del Consiglio non certamente per offendere la pazienza e la tenacia silenziosa dell' onorevole Andreotti, che è al suo posto di lavoro e di ascolto, ma perché questo singolare dibattito è stato organizzato e voluto in guisa tale che l' interlocutore dell' opposizione è l' onorevole Galloni come rappresentante della « esarchia » e non il presidente del Consiglio , anche perché, come parlamentare e come segretario del partito, non ho ancora avuto modo di conoscere ufficialmente e direttamente il pensiero del presidente del Consiglio in ordine alla mozione presentata al Parlamento dalla « neoesarchia » . potrebbe anche darsi — per assurdo che il presidente del Consiglio non aderisse alla mozione o a parte di essa: non lo ha detto, forse lo dirà; risponderà in replica anche al nostro gruppo. per ora, io mi rivolgo, a proposito della mozione e della situazione politica che riguarda la mozione stessa, ai rappresentanti della « esarchia » . per essi, riconosciuto in questa sua funzione anche dall' onorevole Berlinguer, ha parlato l' onorevole Galloni: a lui, quindi, io mi rivolgo. l' onorevole Galloni ha dipinto in maniera totalmente negativa, attraverso una serie di negazioni e di esclusioni, l' oggetto misterioso che abbiamo davanti; anzi si tratta di due oggetti, uno più misterioso dello altro in un gioco di scatole cinesi : intendo riferirmi alla mozione ed al programma comparso il 30 giugno soltanto sul quotidiano del partito comunista . l' onorevole Galloni — voglio citarlo esattamente — ha detto che non si tratta di un' alleanza politica, che non si tratta di una maggioranza parlamentare , che non si tratta di una maggioranza di programma, che non si tratta di un atto interlocutorio o di tregua, che non si tratta di una proroga dell' assetto di questo Governo. non ha detto di che cosa si tratti, ma io sono nella condizione — assai facile, come vi dimostrerò — di confutare i « non » dell' onorevole Galloni, dato che si tratta esattamente di tutto ciò che egli ha voluto, a priori , escludere. debbo dire che le tesi dell' onorevole Galloni, e naturalmente le tesi dell' « esarchia » (perché egli ha parlato a nome di tutti e sei i partiti che hanno presentato alla Camera la mozione), sono addirittura indecorose ed offensive. al posto del presidente del Consiglio — e tornerò su questo argomento — io, che sono un modestissimo parlamentare, non avrei accettato una serie di schiaffi di questo genere. come si può pensare che un programma che il Governo — è scritto nel testo della mozione — si impegna a recepire e ad attuare con rigorosa puntualità non sia un programma, non sia una intesa — politica? che cos' è allora? e perciò talmente assurda la tesi sostenuta dall' onorevole Galloni che non varrebbe neppure la pena di insistere per confutarla. si tratta, infatti, di una intesa politica (Berlinguer ha appena finito di spiegarlo, sia pure in tono ultrasommesso); si tratta di una maggioranza parlamentare (come vi dimostrerò), dato, questo, estremamente importante, ma trascurato da tutti; si tratta di una maggioranza di programma — non v' è alcun dubbio — almeno fin quando essa sarà in piedi; si tratta anche di un atto interlocutorio e di tregua (Berlinguer ha detto infatti al Governo: non vi diamo molto tempo) e si tratta quindi di una proroga dell' assetto di Governo. tuttavia, anziché fermarmi alle confutazioni troppo facili di quanto ha sostenuto il rappresentante dell' « esarchia » , onorevole Galloni, io vi offro tre controprove, che sono maturate quest' oggi, in quest' Aula. noi, contrariamente a quasi tutti i colleghi, amiamo il colloquio parlamentare, seguiamo il dibattito, dal quale personalmente cerco di trarre delle conclusioni. stamane, con ancora meno ascoltatori di quanti ne abbia io in questo momento, ha preso la parola un esponente della Sudtiroler Volkspartei , il più piccolo dei partiti qui rappresentati, nei confronti del quale non abbiamo mai o quasi mai avuto occasione di buoni rapporti. ne abbiamo avuti anzi di pessimi, in momenti memorabili della nostra storia di partito. si dà il caso, tuttavia, signor presidente del Consiglio (e mi rivolgo proprio a lei), che la Sudtiroler Volkspartei , un anno fa, le abbia concesso la fiducia; si dà il caso che la Sudtiroler Volkspartei abbia votato « sì » ; insieme — pur se con diversissima consistenza alla Democrazia Cristiana . stamane il rappresentante della Sudtiroler Volkspartei ha testualmente detto che l' accordo richiamato dalla mozione è inaccettabile nella forma e nella sostanza. non sappiamo come questo gruppo voterà in questa occasione; è certo, comunque, che non voterà positivamente; forse voterà contro, forse si asterrà, non voterà però come ha votato un anno fa. orbene, quando nell' assetto costituzionale del nostro paese un partito politico , un gruppo parlamentare muta atteggiamento nei confronti del Governo in carica e passa dalla fiducia alla non fiducia o, addirittura, alla sfiducia motivata, io penso, signor presidente della Camera (mi appello anche a lei e al rispetto che ciascuno di noi deve ai colleghi), che, non sia importante il fatto che la Sudtiroler Volkspartei abbia qui tre rappresentanti anziché 200 o 300; credo sia importante il fatto che una delle componenti della maggioranza costituzionale si sia da essa staccata, adducendone i motivi. sicché parlare di « non mutamento » del quadro politico è, oltre tutto, una lesione di quel pluralismo politico e di quel rispetto della Costituzione di cui vi riempite la bocca e di cui si è riempito la bocca poco fa — e lungamente — l' onorevole Enrico Berlinguer. mi pare che basterebbe questo episodio di vita parlamentare per dimostrare il discredito, il disprezzo, il cinismo con il quale vi comportate nei riguardi dei disavventurati che vi hanno concesso la fiducia. trattate molto meglio noi! noi siamo discriminati, siamo all' opposizione; ci stiamo bene, ma il gruppo della Sudtiroler Volkspartei , che è stato così cortese, così leale nei vostri confronti, senza chiedervi nulla (se vi avessero chiesto qualche banca, forse oggi il discorso sarebbe diverso, ma vi hanno chiesto solo di mantenere gli impegni nei confronti dell' elettorato), è preoccupato per la situazione di cui tutta l' Italia è preoccupata e ritira la sua fiducia. questo dato politico, parlamentare, costituzionale, non viene neppure registrato e il capo provvisorio e posticcio dell' « esarchia » , il portavoce, lo speaker dell' « esarchia » , onorevole Galloni, ha la faccia tosta di dire che il quadro politico non è cambiato. vi è un secondo dato di fatto , che traggo dalla vita parlamentare di oggi, dal discorso dell' onorevole Berlinguer; e lo traggo anche da articoli apparsi sul quotidiano del partito socialista e sul quotidiano del partito comunista , a proposito della legge numero 382. tanto poco è mutato il quadro politico e tanto poco la mozione rappresenta un accordo programmatico di Governo che socialisti e comunisti richiamano bruscamente non la Democrazia Cristiana , ma il Governo, il presidente del Consiglio , alla osservanza rigorosa — ancor prima che la mozione sia votata, quando ancora non si sa ufficialmente cosa pensi il presidente del Consiglio sulla mozione — della lettera della mozione, tassativamente, urgentemente e perentoriamente. e se, a proposito della legge numero 382, non considera definitivo il parere della Commissione presieduta dal comunista onorevole Fanti, il Governo salta. leggiamo su Avanti! di questa mattina: « diciamo con franchezza al Governo che, se tentasse di svuotare la 382, verrebbe ad intaccare una posizione di principio, che aprirebbe immediatamente una questione di quadro politico » onorevole speaker Galloni, qui siamo nel quadro politico ; e siamo nel quadro politico ancor prima che il Governo, il povero presidente del Consiglio , abbia la possibilità di dire se questa nazione, con tutti gli impegni che contiene, gli va o non gli va, se l' accetta in tutto o in parte. quindi mi pare che stiamo in un quadro politico molto rigoroso e molto duro. al presidente della Commissione per le questioni regionali, onorevole Fanti, voglio dedicare un pensierino: voglio che il Parlamento sappia che io ho la disavventura di non poter parlare in piazza a Bologna, da alcuni anni a questa parte, perché ebbi l' imprudenza in piazza Maggiore a Bologna, di fronte a molta gente (erano tempi in cui ancora si poteva parlare), di chiedere all' onorevole Fanti la restituzione di un cappotto) militare, che egli aveva portato via ad un collega, anzi, ad un camerata, nella scuola allievi ufficiali della repubblica sociale italiana a Fontanellato. Fanti si è molto inquietato e il fatto che io abbia comunicato ai compagni di Bologna che egli era repubblichino quanto me lo ha indubbiamente irritato. il fatto che io lo abbia accusato, secondo verità, di essersi appropriato) di un cappotto di un camerata, lo ha irritato ancora di più. Fanti, ultrademocratico, comunista, regionalista, presidente della Commissione per le questioni regionali, così, si esprime su La Stampa di questa mattina: « il presidente del Consiglio dovrà dire in Aula se vorrà ritenere più, o meno vincolante il parere della Commissione... » . signor presidente del Consiglio , li accontenti, lo dica, si vincoli e dichiari vincolante il parere di una Commissione, esautori il Governo a priori , perché questo si vuole da parte di partiti politici i quali, per bocca dello speaker dell' « esarchia » , hanno la faccia tosta di dichiarare che non si tratta di accordi politici, ma si tratta di accordi di programma, che in fin dei conti lasciano immutate le posizioni e politiche e programmatiche delle varie parti. come terza controprova vi è il discorso pronunciato dall' onorevole Berlinguer questa mattina, che ho tentato di ascoltare, perché la voce suadente dell' onorevole Berlinguer era molto fievole. ho capito soltanto questa mattina che Berlinguer è un operaio perché ha parlato sempre nel nome della classe operaia ; non avevo riconosciuto prima d' ora in lui i tratti dell' operaio, ma io non ho avuto il piacere di riconoscere in lui, assieme tal linguaggio mellifluo dell' intellettuale sbagliato, anche il figlio dell' operaio, ché tale si proclama. l' operaio Berlinguer, riferendosi a quell' accordo che lo speaker, da lui riconosciuto come tale della « esarchia » dichiara non politico, non programmatico, niente, l' operaio, onorevole Berlinguer, dicevo, a nome del suo, partito, che mi sembra conti qualcosa più dell' onorevole Galloni, ha dichiarato: « si tratta di un passo avanti anche nei confronti, della situazione di un anno fa » . ora, signor presidente del Consiglio , se è stato compiuto, secondo il giudizio di uno dei partiti della non sfiducia, un passo avanti nei confronti della situazione di un anno fa, ciò vuol dire che la situazione politica, che il quadro politico , che il quadro costituzionale è mutato non importa se in avanti o indietro: sono giudizi opinabili — nei confronti di un anno fa. lo stesso onorevole Berlinguer ha dichiarato che « si è realizzato un mutamento nei rapporti fra i partiti e tra questi ed il Governo » . ora, quando si realizza un mutamento nei rapporti tra i partiti che hanno concesso la fiducia o la non sfiducia e il Governo, questo significa che si è realizzato un mutamento nel quadro politico , programmatico, istituzionale e costituzionale e non mi sarà difficile dimostrarlo ulteriormente. l' onorevole Berlinguer ha anche dichiarato che « la svolta vera, però ci sarà quando i due partiti (Democrazia Cristiana e partito comunista ) » — degli altri proprio non si è curato — « saranno insieme al Governo; e pertanto, questa fase, l' attuale fase non potrà, durare a lungo » . sicché mi pare dimostrato dagli eventi parlamentari di quest' oggi e da talune notizie giornalistiche di quest' oggi che nessuna fra le tesi sostenute dallo speaker della « esarchia » onorevole Galloni, ha un minimo di validità perché ci troviamo di fronte ad un mutamento del quadro politico , ad un nuovo programma e, nello stesso tempo, ci troviamo di fronte ad una fase interlocutoria e ad una proroga pura e semplice, condizionatissima, dell' assetto dell' attuale Governo. l' onorevole Galloni, quindi, ha detto — scusate la mia franchezza — un monte di bugie; e non è un bell' inizio per uno speaker cominciare mentendo, quando si ha il compito di esprimere la verità nel nome di ben sei partiti politici . la verità, fuori dalle indecorose menzogne, dai piccoli trucchi, dai tentativi di edulcorazione, di ovattamento, di imbottimento dei mani, di imbroglio nei riguardi della pubblica opinione , la verità, ripeto, qual è? la verità, che credo possiamo riconoscere tutti, dall' estrema destra fino all' estrema sinistra , con assoluta serenità, è che si è realizzata una tappa importante, lungo la strada che viene chiamata del compromesso storico o della via italiana al comunismo. è un' assoluta verità. qualcuno tra noi può considerare, più avanzata e più determinante questa tappa, altri tra noi la possono considerare meno, avanzata o meno importante, ma che ci si fa avvicinati — secondo noi in notevole misura — alla realizzazione piena ed integrale del compromesso storico , cioè dell' accordo a due fra Democrazia Cristiana e partito comunista , è assolutamente un dato di fatto . ed è grave che il metodo e il linguaggio adottati in una situazione così importante siano stati quelli dell' onorevole Galloni, che, d' altra parte, non è colpevole perché è per l' appunto lo speaker di un gruppo di partiti che hanno ritenuto di potersi e di doversi comportare in questo modo; ed è grave, gravissimo che, mentre così ci si comporta e mentre si tenta in ogni modo di mistificare la pubblica opinione , si cominci a parlare — è grave a (soltanto che si sia cominciato a parlarne; non credo che avranno il coraggio di inoltrarsi davvero lungo questa brutta strada — di rinvio ad epoca indeterminata di quel test elettorale del mese di novembre che avrà — credo, infatti, che si svolgerà senz' altro — una notevole importanza e che potrebbe rappresentare una prima risposta negativa del paese reale nei confronti delle evoluzioni incostituzionali rischiose, pericolose, deleterie, del cosiddetto paese legale che sta perdendo, persino al suo stesso interno, ogni vestigia di autentica legalità. come guardiamo noi a questa situazione? a conclusione del mio non lungo discorso parlerò del nostro atteggiamento e delle nostre posizioni. voglio qui riferirmi soltanto ad un nostro e, se mi si consente, anche mio personale, atteggiamento psicologico. guardo a questa situazione grave senza rassegnazione. sono convinto che tutti i giuochi non siano stati fatti, e sono anche convinto che non saranno fatti fino in fondo tutti i giuochi che sembrano voler portare, nella rassegnazione dei più, alla realizzazione del compromesso storico , e pertanto all' ulteriore, fatale, inevitabile tappa (nessuno si illuda) che, sarebbe la conquista del potere da parte dei comunisti per la realizzazione dello Stato comunista, come è avvenuto in ogni parte del mondo in cui sono state create le stesse premesse che, purtroppo, si stanno creando in Italia. noi guardiamo, dicevo, senza pessimismo e senza rassegnazione, con fermezza di volontà e, credo di poterlo dire serenamente, con qualche intelligenza politica, alla situazione. il nostro stato d'animo ci consente di guardare alla situazione pur grave, le per noi gravissima, con una serenità e con una certa lucidità, di intelligenza. però, la firma bel patto a sei è un fatto di storico rilievo. in esso si sono ritrovati i partiti — mutate, anche circostanze, d' altra parte secondarie — della « esarchia » , dopo 30 anni; il che vuol dire che l' antico disegno politico di Togliatti, che 30 anni fa andò a monte, tra il 1947 e il 1948, per un certo coraggio italiano, ma soprattutto per una certa iniziativa internazionale storicamente valida ritorna di attualità. nessuno può contestare che questo sia un atto storico di notevole importanza. nel quadro di un evento di questo genere si deve dare un' occhiata alla situazione delle nostre istituzioni e delle parti politiche. l' onorevole Berlinguer ha trovato un attimo di energia solo quando ha definito assolutamente pretestuose le tesi non soltanto nostre, ma di quasi tutta la stampa italiana (diamone atto ai giornali di tutte le tendenze che si sono occupati di queste vicende), a proposito dell' assalto alle istituzioni e della crisi dalle istituzioni connessa al metodo singolarissimo con cui la trattativa è stata condotta, la mozione è stata presentata alla Camera e l' accordo a sei è stato raggiunto. diamo un' occhiata alla condizione delle istituzioni del nostro paese in questo momento, a cominciare dalla Presidenza della Repubblica. la protesta molto vivace che nei giorni scorsi ho avuto l' occasione e l' onore di portare in parecchie piazze d' Italia contro il comportamento della Presidenza della Repubblica nelle scorse settimane, la debbo tradurre, perché è mio diritto e soprattutto mio dovere, a un corretto linguaggio parlamentare. mi dispiace di avere appreso la radio, proprio questa mattina, che il signor presidente della Repubblica è stato ricoverato in clinica per un intervento operatorio che la stessa radio ha definito di momento. molti auguri al signor presidente della Repubblica . ma la Presidenza della Repubblica che tale è stata scorretta, nelle scorse settimane. il presidente della Repubblica , che aveva compiuto l' anno scorso (lo ricorderete) un timido tentativo di servirsi del messaggio (tentativo che è fallito, debbo dirlo, non soltanto per la sua responsabilità: egli avrebbe potuto insistere, ma, il Parlamento, nella sua quasi generalità, buttò nel cestino il messaggio), questa volta non ha compiuto nemmeno tale tentativo. invito i colleghi a leggere attentamente la mozione. in essa è contenuta una parola che ho potuto cogliere anche nel discorso dell' onorevole Berlinguer, che ha voluto ripeterla. nella mozione si parla di « consultazioni » , che si sono svolte tra i partiti dell' « esarchia » per la durata di circa quattro mesi. considero provocatoria quella parola inserita apposta nella mozione. non può essere sfuggita, non dico all' onorevole Galloni, che è soltanto lo speaker, ma al vero estensore e ideatore della mozione, che è l' onorevole Moro, il quale sa scegliere le parole. non può essere sfuggita questa « sfida da parte della partitocrazia » , come l' ha chiamata questa mattina l' onorevole Berlinguer è stato un lapsus di sincerità), alle istituzioni, alla Costituzione prima di tutto, e poi alla Presidenza della Repubblica. si sono svolte, dopo 35-36 crisi extraparlamentari , consultazioni nel quadro di una lunga crisi, questa volta neppure extraparlamentare ma « antiparlamentare » . questa è la realtà. i partiti si sono consultati esattamente su materie in ordine alle quali la prassi costituzionale prevede ed impone la consultazione presso il Capo dello Stato . il notaio, questa volta, è stato Galloni, non il presidente della Repubblica . guardate quanti galloni si è guadagnato sul campo quest' uomo...! ha usurpato (per carità, non è colpa sua; non è un fatto personale contro di lui il mio, è una citazione cortese e corretta) i poteri del presidente della Repubblica nel metodo, il che è particolarmente grave. quando si apre il discorso sul metodo, vuol dire che quello di sostanza vacilla, che addirittura non si può più fare. la Presidenza della Repubblica non ha trovato alcun modo per reagire; anzi, se i giornali hanno esattamente riportato quanto avvenuto, il signor presidente della Repubblica , presiedendo di recente il Consiglio superiore della magistratura , si è « benignato » di esprimere il proprio compiacimento alle forme partitiche che si stavano mettendo d' accordo, a sua insaputa, attraverso consultazioni che avvenivano fuori del Quirinale, contro la Costituzione, quindi contro lo stesso Quirinale. a questo punto non abbiamo più una Presidenza della Repubblica in grado di funzionare costituzionalmente, lo debbo dire! credo di fare il mio dovere, dicendolo. ritengo, d' altronde , che la pensiate nello stesso modo, voi pochi colleghi che siete cortesemente presenti; che la pensino così anche coloro che non ci sono e che forse se ne compiacciano, come della rimozione di un inutile istituto. a questo punto, però, la Presidenza della Repubblica è stata umiliata, mortificata, declassata, esautorata. non c' è più, non può contare! si parlava anche ieri sera, da parte del ministro dell'Interno (tornerò su questo argomento), della necessità di creare intorno alle istituzioni uno stato d'animo di consenso popolare. ditemi voi quale stato d'animo di consenso popolare possa esservi nei confronti di una Presidenza della Repubblica che viene « snobbata » in questo modo dalla neorestaurata « esarchia » ! quanto alla usurpazione dei poteri delle Camere, ne ha parlato l' onorevole Pazzaglia che, anzi, ha usato giustamente questo termine invece del termine « espropriazione » , cui di solito io ricorrevo. in ordine alla usurpazione dei poteri delle Camere, dunque, il discorso è ancora più facile. non voglio, per non dilungarmi, ripetere quanto meglio di me ha detto l' onorevole Pazzaglia. faccio una sola osservazione integrativa, che non potevamo formulare prima perché non sapevamo tutto. francamente, quando siamo entrati in quest' Aula per dare inizio al dibattito, ritenevo che, al solito — avviene per temi di molto minore rilievo!, la discussione dalla Camera si spostasse al Senato. solitamente, i dibattiti politici che si concludono con una votazione importante ed impegnativa per il Governo si svolgono, stante il nostro bicameralismo (che può essere criticato quanto si vuole ma che è pur sempre nella Costituzione), in ambedue le Camere. già pregustavo il sapore del discorso fanfaniano! grande occasione — pensavo — per il presidente del Senato , di dire, finalmente, nell' Aula — non soltanto a confidenti, i quali riportano sempre male, le intenzioni del senatore Fanfani — il suo pensiero. magnifica occasione! per carità, hanno usurpato anche Fanfani... questo rilievo mi sembra piuttosto pesante! e pesante che lo si faccia noi soli e che tutti codesti « sepolcri imbiancati » (parlo degli assenti, naturalmente), che si riempiono contro di noi la bocca di Costituzione e dell' espressione « partiti costituzionali » , mettano sotto i piedi, in questo modo, la Carta Costituzionale ! ho detto del presidente della Repubblica e del presidente del Senato . cosa affermerà l' onorevole Fanfani? vedremo se reagirà. non credo lo farà; comunque, ove reagisse, tale sua reazione non potrebbe che confermare l' impotenza, non sua, ma dell' istituto; ed anche dell' istituto Camera dei Deputati . l' onorevole Ingrao non ha fatto la magra figura del senatore Fanfani, ma non ne è uscito bene anche lui! il presidente della Camera si è, infatti, visto, per tre mesi e mezzo, paralizzato, così come si è visto paralizzato il presidente del Consiglio , nel momento in cui l' intero paese e tutti i partiti reclamavano, semmai, una attività legislativa più intensa. onorevole presidente del Consiglio , ella ha dichiarato, in una recente intervista (cito testualmente) che « difficilmente l' attuale legislatura potrà avere una maggioranza e una minoranza nel senso tradizionale. si è creato » — ella ha detto — « un modello di Governo sostitutivo che è bene non sciupare, prima di avere accertato se ne esistono di nuovi » . stia attento che non la sciupino, onorevole Andreotti! io non lo sapevo, ma ora me ne rendo conto: è bene non sciupare un Governo come il suo! ci si ricorda del re Travicello : non sciupiamolo, non si sa mai, potrebbe arrivare il serpente che mangia tutti! teniamocelo, dunque, questo Governo, magari come un Governo di legislatura; senza, però, dirlo, perché appare ormai chiaro che sono valide le cose che non si dicono, o che si dicono a bassa voce, mentre non lo sono quelle che solennemente gli speakers, come l' onorevole Galloni, vanno affermando. il fatto è, onorevole presidente del Consiglio , che fin quando è lei personalmente che fa una cattiva figura io come oppositore posso anche rallegrarmene (ella mi perdonerà per questa, che non è neppure una dignità ma semplicemente un' espressione di franchezza); ma, quando il Governo, come tale, viene messo sotto i piedi anch' esso, quando la Presidenza della Repubblica, la Presidenza della Camera e la Presidenza del Senato vengono anch' esse messe sotto i piedi, restando in auge soltanto la partitocrazia — interpretata, quest' ultima, come « esarchia » in senso antipluralistico come risulta dalla discriminazione insolente che è stata posta in essere nei confronti dello stesso gruppo della Sudtiroler Volkspartei , fino ad ora sostenitore del Governo — mi si consentirà di dire che si è compiuta una svolta storica, in senso istituzionale e costituzionale. ci troviamo di fronte ad un nuovo assetto dello Stato, che si realizza proprio in questi giorni, e ciò anche a prescindere da quanto in avvenire riuscirà — o non riuscirà, come noi ci auguriamo — a fare l' onorevole Enrico Berlinguer. questo credo di poter dire sia l' aspetto più grave della situazione, che si è venuta a determinare. a questo punto passo al ragionamento politico; per esaminare sinteticamente tale situazione. è un luogo comune affermare che siamo ormai — e ciò in seguito al risultato delle elezioni del 1976 ed alla utilizzazione che di quel risultato hanno voluto offrire a se stesse le due forze dominanti — al bipolarismo rigido DC-PCI. uno spiritoso editoriale di questa mattina rappresenta i due partiti come assolutamente sereni: tanto la Democrazia Cristiana quanto il partito comunista affronterebbero questa nuova fase della loro vita, del loro incontro, se non proprio come sposini in luna di miele o come fidanzatini alla vigilia del matrimonio, quanto meno come due persone un po' attempate, che si sono conosciute finalmente un po' meglio, dopo essersi scontrate per tutto d' arco della loro vita, si sano strette la mano e pur diffidando, perché l' una guarda l' altra di sottecchi per scoprire dove tenga nascosto il coltello o la P38, trovano in definitiva interessante e un po' affascinante la nuova compagnia. e debbo darvi atto, colleghi della Democrazia Cristiana , che questo non vale soltanto per il fascino che su di voi indubbiamente merita, ora che si è pettinato e che parla a bassa voce, l' onorevole operaio Enrico Berlinguer, ma anche per il fascino che sull' onorevole operaio Enrico Berlinguer sta indubbiamente esercitando la Democrazia Cristiana : questa forza composita, della quale si dice sempre che è corruttrice, da parte di uomini ai quali non dispiacerebbe imparare come si fa a farsi corrompere, dopo trent' anni . c' è, insomma, un' atmosfera di incertezza, di scetticismo, non certamente di amore, di affetto, di tenerezza o di amicizia, bensì di tentazione a rapporti più intimi. questa è la situazione che caratterizza, io credo, i rapporti in epidermide tra la Democrazia Cristiana e il partito comunista . cerchiamo ora di andare un po' più a fondo. lo farò con molta discrezione e riferendomi non già a confidenze di corridoio, ma a quello che appare sui giornali. per quanto riguarda la Democrazia Cristiana , ho notato con interesse che un quotidiano come Il Tempo di Roma, il quale da tanti anni appoggia — e me ne dispiace — a spada tratta la Democrazia Cristiana , è uscito, ieri mattina, con un editoriale nel quale è scritto che la Democrazia Cristiana è giunta al livello più basso di credibilità come forza alternativa al partito comunista . Il Tempo non avrebbe certamente osato scrivere un giudizio di questo genere un anno fa, e neppure qualche mese fa. parlare di una Democrazia Cristiana arrivata al livello più basso di credibilità come forza alternativa al partito comunista ; da parte dal Il Tempo , significa che vasti ambienti della Democrazia Cristiana cominciano a temere quella che Guglielmo Giannini tanti anni fa definiva « la sola morte che voi temete » (scusate, lo diceva lui), « la morte elettorale » . quando i democristiani — diceva Guglielmo Giannini — temono la morte elettorale, allora veramente si sentono peccatori, forse sono perfino tentati di andarsi a confessare. ed infatti Il Tempo di Roma, notorio portavoce di un certo ambiente democratico cristiano , si confessa, temendo la morte elettorale. ci sono inquietudini di vertice nel partito della Democrazia Cristiana : sì, abbiamo letto questa mattina che undici deputati della Democrazia Cristiana hanno scritto una lettera al segretario del partito e chiederanno dei chiarimenti nel prossimo Consiglio nazionale . non c' è male ; come reazione di vertice, valeva la pena: il montanellismo ha prodotto degli ottimi effetti; questi sono i pargoletti del montanellismo, così coraggiosi che in Aula lasciano parlare alcuni colleghi. si tratta di colleghi bravissimi, due in particolare: spero di non far loro del male se mi compiaccio — pur nel dissenso dalle loro tesi, perché non si tratta certo di colleghi che la pensino come noi — per il loro coraggio; è piacevole sentire le parole di colleghi come Costamagna, come Carenini, che si sono espressi rettilineamente, secondo coscienza. certo, secondo coscienza si sono espressi — per lettera — anche gli undici deputati, che avrebbero fatto bene a venir qui a parlare, a dire in Parlamento, nella sede giusta, il loro pensiero. essi si riferiscono ad un prossimo Consiglio nazionale : io penso che il montanellismo sia al tramonto e che la classe dirigente della Democrazia Cristiana si trovi di fronte ad una durissima prova. se, infatti, voi pensate che il moroteismo sia tanto bravo da riuscire a trattare i comunisti come trattò i socialisti nel quinquennio in cui l' onorevole Moro fu presidente del Consiglio all' epoca del centrosinistra, allora siete in pace con la vostra coscienza. non ho questa impressione. ho letto una nota molto divertente di Giorgio Galli , che è sempre molto bravo, su La Repubblica , in cui, in maniera amena, egli distingue le esigenze e le richieste dei vari gruppi, e rileva che l' ultrasinistra chiede tutto e subito, i comunisti chiedono qualche cosa e subito, e Moro intende dare tutto e mai. molto divertente! se l' onorevole Moro riuscirà a concedere tutto e mai ai comunisti come riuscì a concedere tutto e mai ai socialisti durante un quinquennio, accomodatevi, e in definitiva non ci dispiacere del tutto; assisteremo a questa operazione con divertito e non rassegnato stupore. ma il partito comunista non è il partito socialista , non perché siano più bravi (presi singolarmente, sempre compagni sono, esposti — come saremmo noi, per carità! — a tutte le tentazioni umane), ma perché quelli sono una sètta, sono una chiesa, sono una cosa diversa. non c' è chiesa più spretata e sconsacrata di quella socialista, in Italia, ma la chiesa comunista ancora non l' ha sconsacrata nessuno; ci sono ancora i Lefebvre in quella chiesa, attenzione! mi pare quindi che vi stiate avviando ad un' avventura estremamente pericolosa; e debbo ripetere a voi quello che ho detto poco fa al presidente del Consiglio : se fosse pericolosa solo per voi, potrebbe perfino farmi piacere (mi dovete scusare); ma è pericolosa per il nostro paese, che sciaguratamente vi ha messo in grado di contare moltissimo. anche il partito comunista — consolatevi! — ha dei grossi problemi, ha in particolare un grosso problema: il partito comunista , a mio avviso (e credo di non dire nulla di originale), ha un problema, che consiste nel dover essere forza di maggioranza (il partito comunista teme le discriminazioni, teme ad oltranza il trovarsi all' opposizione), ma non deve perdere il contatto con la protesta. ecco, il tentativo che il partito comunista sta già facendo, e continuerà a fare, è proprio questo, di essere al tempo stesso Governo e opposizione, o piuttosto Governo e protesta, o, se vogliamo essere più chiari, Governo e masse popolari da agitare e da strumentalizzare. ora, poiché la protesta, poiché l' opposizione, poiché soprattutto le masse popolari da orientare, da guidare, da stimolare e da strumentalizzare, possono essere utilizzate, strumentalizzate, guidate, orientate, sfruttate solo in termini di lotta contro il potere; e poiché il potere in questo accordo è rappresentato dalla Democrazia Cristiana , amici della Democrazia Cristiana aspettatevi la frusta da parte di Berlinguer. forse non qui alla Camera: io l' ho ascoltato molto attentamente, perché volevo sentire se eventualmente gli fosse scappato qualcosa anche di lontanamente lesivo nei confronti della Democrazia Cristiana . per carità, Berlinguer d' altra parte legge — non so se scriva lui quello che legge: comunque legge — e quindi non può sfuggirgli nulla che altri o lui non abbiano meditato prima di scrivere. però, qualche giorno fa, l' onorevole Enrico Berlinguer (cito dal resoconto ufficiale de L'Unità ) ha pronunciato per le genti del Mezzogiorno, a Potenza, un discorso che deve farvi riflettere perché ne pronuncerà degli altri. è quanto più si stringerà accanto a voi al vertice del potere, tanto più vi frusterà nelle piazze, attraverso i sindacati, attraverso gli articoli de L'Unità e, qualche volta, anche in Parlamento. cito alcune tra le frasi più indicative del discorso pronunciato dall' onorevole Berlinguer a Potenza: « l' atto di accusa oggi si ripete anche contro il personale politico democristiano che ha sorretto, favorito e protetto la politica di rapina dei grandi gruppi capitalistici e che ha utilizzato il denaro pubblico per costruire una macchina di potere basata sui favori, sulle clientele, sui parassitismi. si è dato vita, da parte della Democrazia Cristiana , ad un assetto sociale ed economico fondato sulla sovvenzione, sul sussidio, sull' assistenza » — lo dicono proprio loro, fautori dello Stato assistenziale — « la politica governativa si è preoccupata essenzialmente di creare condizioni di favore per munificare l' iniziativa di ristretti, grandi gruppi politici , di grossi agrari e di speculatori di ogni risma, invece di fare leva sulle grandi risorse materiali ed umane del Mezzogiorno » . non voglio difendervi, ma perfino io, che non sono tenero nei confronti della Democrazia Cristiana , sento insorgere qualche cosa dentro di me. voi sgovernate da tanti anni l' Italia, ma non lo fate da soli; da parecchi anni a questa parte vi siete scelti i socialisti come compagni di strada , ma, soprattutto, da molti anni a questa parte, voi sgovernate l' Italia insieme con il potere sindacale che è uscito dal Parlamento per poter diventare potere di vertice senza controlli e che ha realizzato da molto tempo il patto triarchico, che ha preceduto, come condizione necessaria e sufficiente, il patto esarchico. quindi, voi sgovernate l' Italia non soltanto insieme coi socialisti, ma anche insieme con il signor Lama, la triplice sindacale, la Cgil. la politica assistenziale ed il fallimento della politica meridionalistica che vi vengono rimproverate sono state determinate in misura decisiva tanto da voi quanto dai socialisti e dai comunisti. i vertici della Cgil ne hanno tratto dei profitti anche personali; vi sono una quantità di sindaci comunisti mafiosi colti con le mani nel sacco, anche in questi ultimi tempi in Calabria. lo scandalo di Gioia Tauro non è soltanto quello di alcuni grossi agrari che hanno preso i soldi da voi per farci la campagna elettorale contro, ma è anche lo scandalo di speculatori di ogni risma e di mafiosi, soprattutto di sinistra, dai « manciniani » fino ai comunisti di stretta osservanza. tutti si sono buttati sul Mezzogiorno d' Italia come cavallette. in Sicilia, gli scandali più grossi riguardano rappresentanti della sinistra o del centrosinistra. quel tal Fagone, che è stato nominato anche in quest' Aula, in questo momento latitante sotto gravissime imputazioni, è un socialista notissimo, padrone di un intero paese — e non soltanto di quello in provincia di Catania; l' altro latitante Verzotto, della sinistra democristiana, era legatissimo ad interessi socialisti e comunisti. ancora, quel Ruffini, vicepresidente dell' ente per le cui malefatte il Verzotto è dovuto scappare, è un socialista di stretta osservanza. è una vergogna non che i comunisti mentano in questo modo, ma che voi vi lasciate trattare così da chi parla a bassa voce e con il linguaggio più mellifluo. comunque, amici democristiani aspettatevi dal partito comunista questo trattamento del bastone e della carota; il partito comunista non può perdere, fino a quando non sarà — Iddio voglia che ciò non accada mai — solo al potere, il controllo delle masse e della protesta. la frusta della protesta tenterà di scaricarla su di voi: su questo non c' è alcun dubbio. valutatene serenamente le conseguenze. non voglio fare, perché tra l' altro non è più di attualità, un discorso visceralmente anticomunista. voglio immaginare — non ci credo, ma voglio immaginarlo per assurdo — che il partito comunista sia cambiato, nel metodo è senza dubbio cambiato, nel linguaggio è senza dubbio cambiato, e anche questo conta; voglio immaginare che il partito comunista abbia subito una evoluzione. perché non avrebbe dovuto subirla? l' abbiamo subita noi, o per lo meno l' abbiamo pilotata noi; ogni altra forza politica che abbia cervello ha subito delle evoluzioni, e delle evoluzioni bisogna tener conto. voi, semmai, avete il grosso torto di tener conto, o di fingere di tenere conto solo delle evoluzioni quando esse vengono da sinistra e non quando vengono da altri settori, comunque non ha importanza. ripeto, voglio parlarne serenamente; però parlandone serenamente, parlandone in termini politici, freddamente, razionalmente politici, devo riconoscere a me stesso, nella mia coscienza — e anche voi dovete riconoscere — che si possono abbattere tutte le barriere, ma che ci sono tre limiti che il comunismo non toglierà mai a se stesso , perché se il comunismo — parlo del comunismo in Italia — non avesse questi tre limiti invalicabili, cesserebbe di essere tale, finirebbe di esistere, Iddio lo voglia , un comunismo in Italia. un limite è quello che si riferisce all' ordine pubblico , alla concezione dell' ordine, alla pratica dell' ordine; un altro limite si riferisce alla lotta di classe , alla concezione della lotta sociale; il terzo limite si riferisce all' Europa, o più esattamente ai legami fra il partito comunista italiano e la Russia sovietica . sono tre limiti invalicabili, e vi dimostro molto facilmente perché. il partito comunista italiano — lo riconosco — ha fatto già un grosso sforzo quando, nel testo della mozione e nel programma, in relazione all' ordine pubblico ha acceduto parzialmente ad una tesi a nostro avviso evidentissima, da noi sempre sostenuta, dalle sinistre sempre combattuta, cioè la tesi secondo cui non si può riconoscere nel disordine l' effetto esclusivo dei mali sociali di cui soffre il paese; perché se si attribuisce al disordine, alla sovversione, al terrorismo l' attenuante di principio della ragion sociale, si finisce — è scritto nel programma: l' ho sottolineato e mi fa piacere — per abbattere le fondamenta dello Stato democratico . riconosco che, aderendo a questa tesi il partito comunista ha fatto un notevole passo avanti, ma non ne può fare altri; tanto è vero che , nel momento stesso in cui il partito comunista firma l' accordo e la mozione e sembra accedere ad un concetto accettabile, in parte, dell' ordine, appare su L'Unità una lettera di pesante denunzia, firmata da un membro non sconfessato del comitato centrale del partito comunista , il solito Lombardo Radice — su L'Unità di tre o quattro giorni or sono — una lettera, ripeto, senza smentite, senza sconfessioni, non attenuata da un commento o da un titolo, in cui un dirigente nazionale del partito comunista prende posizione contro il carabiniere colpevole di avere ammazzato in un conflitto a fuoco il capo dei NAP. e non passa giorno senza che su L'Unità — peggio ancora, sull' Avanti! — compaiono lettere provocatorie, commenti provocatori, o nei confronti dei magistrati che fanno il loro dovere e che vengono messi all' indice, vedi Alibrandi, o nei confronti dei magistrati che non fanno, a nostro avviso, il loro dovere, e che il partito comunista e il partito socialista esaltano. a Roma c' è uno scandalo che si chiama lo « scandalo del dottor Marrone: è un noto ultrasinistro » , il quale si avvale di questa qualità per appoggiare i teppisti, i terroristi e per perseguire le persone perbene. scusate, non è forse vero che il cosiddetto « soccorso rosso » , è infarcito di avvocati iscritti al partito comunista ? non è forse vero che uno dei più autorevoli esponenti del « soccorso rosso » è il senatore Terracini? ma quando mai il partito comunista ha avuto il coraggio di sconfessare il senatore Terracini, apologeta degli anarchici e dei terroristi più sfrontati? voi direte che fa il suo dovere come avvocato. ma c' è mondo e mondo. quando un uomo politico , un esponente di partito prende volontariamente le difese, con determinati argomenti, di certi teppisti o terroristi, il risultato qual è? è quello che denunziava ieri sera in quest' Aula l' onorevole Cossiga, il quale ha parlato della tolleranza della violenza e di manifestazioni indecorosamente colpevoli — sono sue parole — o addirittura di apologia o di esaltazione della violenza, oppure di diffamazione e calunnia nei confronti di coloro che , facendo il loro dovere e spesso rimettendoci la pelle, combattono la violenza. non si può dire che il partito comunista non sia colpevole di tutto ciò. come vedete, sono generoso, perché non mi riferisco ai precedenti, come ha fatto benissimo l' onorevole Franchi; non vado a ricordare le proposte di legge per il disarmo della polizia portate avanti fino a qualche anno fa dal partito comunista e dal partito socialista ; non vado a ricordare la indecorosa gazzarra contro il primo degli agenti di polizia che perse la vita per una aggressione in piazza ad opera delle sinistre, il povero Annarumma: gli attivisti del Pci e del Psi scrissero per mesi e mesi sui muri: « dieci, cento, mille Annarumma » ; non ricordo la campagna vergognosa contro il commissario Calabresi a Milano ad opera di comunisti e socialisti e di intellettuali legati a questi due partiti. lasciamo stare i precedenti, ammettiamo pure (do ho ammesso!) che il partito comunista abbia fatto un qualche tentativo per venire avanti: ma ci sono dei limiti, perché il partito comunista non è nella condizione di controllare ciò che ha scatenato alla sua sinistra. l' onorevole Enrico Berlinguer, che è uomo prudente e intelligente, da questo punto di vista ha fallito, perché il partito comunista , seminando odio, ha raccolto alla sua sinistra il frutto di quanto ha seminato. adesso assistiamo ad una specie di disconoscimento di paternità, ma si tratta sempre di comunisti. si chiamano comunisti (e fanno bene a chiamarsi comunisti), portano la bandiera rossa (e hanno ragione a farlo), si definiscono, i veri comunisti rivoluzionari e sono in qualche modo perlomeno dei trotzkisti (se non dei veri comunisti rivoluzionari), che fanno capo al comunismo classico che è quello, che è sempre quello, che ha i due volti del comunismo di potere, uso esportazione e del comunismo di sovversione. sono serenamente convinto che l' onorevole Berlinguer consideri veramente dei provocatori i terroristi, i teppisti: le bande le associazioni, le organizzazioni che stanno alla sua sinistra: o, se non li considera veramente dei provocatori, li considera a buon diritto dei disturbatori perché disturbano la sua manovra, ma li combatte solo perché disturbano questa sua manovra, in questa fase del suo avvicinamento al potere. prontissimo, però: e necessitato ad arruolarli (e quindi per ora a difenderli in qualche modo: ad interpretarli, sia pure con tutta la prudenza possibile). perché sa che è gente sua, gente che risponde e risponderà sempre all' appello comunista, gente che — lo sa bene — è stata infatuata, illusa (e non ne parlo in questi termini per giustificarli, perché sempre di drogati e autodrogati della peggiore specie si tratta). drogata per anni in Italia dal comunismo, nel nome della Resistenza. come è stata dai comunisti interpretata (guerra civile e sangue, dall' oro di Dongo in poi), nel nome dell' odio nel nome del preteso antifascismo, del sinistrismo dell' operaismo, di tutto quello che volete. il partito comunista ha quindi scatenato alla sua sinistra queste masse, che adesso non riesce a controllare, anche se vorrebbe che stessero buone per qualche tempo, e che nello stesso tempo non può perdere di vista perché si tratta della massa di manovra e della massa d' urto del partito comunista : protesta popolare e al tempo stesso terrorismo. l' onorevole Berlinguer qui non lo ha detto per quanto io abbia cercato di seguire le sue dichiarazioni) ma, in una lunga intervista rilasciata a L'Unità nei giorni scorsi ha detto testualmente: « la intensificazione degli atti di provocazione e di terrorismo è in stretta connessione con il proposito di determinati gruppi politici di bloccare ogni ulteriore cambiamento della situazione politica e anzi di riportarla indietro » . l' onorevole Berlinguer che ha i suoi servizi di informazione, ha a questo punto il dovere di spiegarsi un po' meglio. parla di « determinati gruppi politici » : quali sono? non parla, più di trame nere non c' è stato nel suo lungo discorso di oggi (lo avete udito, se siete riusciti a capire il suono, non il senso, delle sue parole) un solo accenno antifascista: non osano nemmeno più di parlare di antifascismo, a proposito delle trame e degli intrighi! parlano di provocatori ma parlano anche di « determinati gruppi politici » . fuori il resto: a quali ambienti a quali dicasteri a quali legami interni e internazionali fanno capo? io credo che l' onorevole Berlinguer abbia il dovere di rispondere. e credo comunque di poter concludere questa parte nel senso che non ci si deve attendere mai né dall' onorevole Berlinguer in persona, né dal partito comunista un contributo serio al ristabilimento dell' ordine nel nostro paese. poi c' è l' altro limite, che è stato ben definito stamane dall' onorevole Gamner « razzismo classista » . c' è il razzismo classista del partito comunista tra l' altro molto demodé e arcaico che queste mattina l' operaio Berlinguer ha portato avanti in quest' Aula come lo ha portato avanti nell' intervista di pochi giorni fa su L'Unità , nella quale testualmente egli in questo momento auspica « l' avvento del movimento operaio alla direzione dello Stato » . sono espressioni, come ripeto, arcaiche e fuori moda, ma che non nascondono, anzi ostentano, un proposito che è classista in senso razzistico e discriminatorio. su questo mi pare non ci sia alcun dubbio. e se per caso qualcuno avesse dei dubbi, si riferisca per cortesia il discorso-quadro del dottor Lama al recente congresso della Cgil, nel quale egli, tentando di attualizzare in qualche guisa la sua stanca dottrina, ha detto sì alla partecipazione, dicendo immediatamente dopo no alla cogestione, perché la cogestione è l' antirazzismo, perché la cogestione è la strada che porta alla partecipazione. tra l' altro, dire partecipazione sì e cogestione no è indizio, se non frutto, di grande ignoranza e di incapacità dialettica. ad ogni modo, è chiaro che la cogestione è l' antidoto nei confronti della lotta di classe , così come è chiaro che la lotta di classe è la vera strada che porta il quello che essi, chiamano l' avvento della classe operaia alla direzione dello Stato, e cioè la strada che porta all' avvento del partito comunista — addio pluralismo! addio collaborazione! — da solo, al vertice dello Stato. sempre guardando all' interno del partito comunista , abbiamo notato con piacere e con — interesse che, al vertice del partito comunista , c' è qualche preoccupazione nei, nostri confronti per quel che concerne la gestione della protesta soprattutto nell' Italia meridionale. oggi l' onorevole Berlinguer non si è « benignato » di dedicarci un cenno diretto e solo indirettamente si è forse riferito a noi. ma nel discorso di Potenza, colleghi della Democrazia Cristiana , non se l' è presa soltanto con voi; se l' è presa anche con noi — e la cosa ci fa piacere — dicendo: « c' è la scomposta e rabbiosa reazione della destra fascista, che va cianciando di un fantomatico regime democristiano-comunista, che essa vorrebbe abbattere con una opposizione radicale, che in realtà è diretta invece contro lo Stato democratico sorto dalla lotta antifascista e dalla Costituzione » , che l' onorevole Berlinguer come tanti tra voi — si sta mettendo sotto i piedi. più che questi cenni all' onorevole Berlinguer, che sono davvero rabbiosi, inutili e inconsistenti, abbiamo notato due cose a proposito del comunismo nel Mezzogiorno d' Italia. in primo luogo, abbiamo notato la sua preoccupazione nei nostri confronti. ora ve lo documenterò: in secondo luogo, abbiamo notato l' assoluta incapacità da parte del partito comunista e dei sindacati a lui vicini di trovare oggi per il Mezzogiorno un linguaggio di protesta che possa avere una certa efficacia, una certa forza penetrativa, che possa portare avanti un discorso serio a vantaggio di quelle popolazioni. che cosa: hanno realizzato in realtà? a Reggio Calabria , dopo tutto ciò che è accaduto in quella città e durante il processo che si sta svolgendo a Potenza nei confronti del nostro senatore Ciccio Franco , che cosa hanno realizzato i comunisti, i socialisti, la « triplice » sindacale, e la Cgil? uno sciopero generale . nel momento in cui l' Italia — lo ha detto benissimo l' onorevole Valensise — si può salvare soltanto attraverso una ripresa di rito produttivo, i suggerimenti, le iniziative, specie nel Mezzogiorno, dei sindacati legati al partito comunista e da esso guidati consistono negli scioperi generali. siamo — ripeto all' arcaismo, all' archeologia sindacale. e ci fa, un pochino pena un atteggiamento di questo genere, ma ci fa pena nei riguardi delle popolazioni del Mezzogiorno, che in questo modo vengono ulteriormente impoverite. quanto a noi, coloro che , sono abituati a non calcolare la nostra presenza nell' Italia meridionale come un fatto determinante, sono cortesemente invitati a leggersi L'Unità del 7 luglio, nella quale Renzo Trivelli manifesta delle preoccupazioni gravi del partito comunista , dicendo che « se questo divario » cioè il divario tra nord sud « dovesse crescere ancora. dovrebbe riaprirsi un problema che il 20 giugno aveva avuto invece risposta positiva, quello di una crisi di fiducia verso le forze democratiche e di un riflusso a destra. non importa in quali forme. stiamo attenti che non si accumulino nel Mezzogiorno gli elementi di una controspinta nei confronti degli importanti e decisivi processi unitari in atto nel paese » . io credo che alla controspinta nel Mezzogiorno, ci siamo e voglio annunziare ai « democratici costituzionali » una buona notizia. sulle prossime barricate, a Reggio Calabria o altrove, non saremo soli, ci saranno i socialisti con noi, questi socialisti imprevedibili. lo ha dichiarato il socialista Gaetano Cingari, ex nostro collega, vicepresidente della Giunta regionale calabrese (quindi un uomo importante nel partito socialista ) il quale ha testualmente detto: « dalla disoccupazione e dalla arretratezza economica sorgono le ribellioni. Reggio è nuovamente una polveriera e se oggi dovesse scoppiare una rivolta, saliremmo anche noi socialisti sulle barricate » . quindi qui non ci vogliono proprio, ma sulle barricate, gradiscono la presenza di qualcuno: « anche noi » . vedremo quel che succederà quando sulle barricate tenterà di salire il partito socialista ; ho l' impressione che, almeno in Calabria, scenderebbero altrettanto precipitosamente di come cercherebbero di salirvi per autoproteggersi! ma ho voluto dirvi anche questa nel quadro dei colloqui democratici tra le varie forze politiche , per dimostrarvi — e non ne avete certamente bisogno — che codesto partito socialista è veramente quel circo Barnum di cui ha parlato spiritosamente il suo segretario onorevole Craxi a proposito delle trattative per la formazione del Governo. il terzo limite che si pone e si porrà sempre al partito comunista è il limite segnato dai rapporti tra il partito comunista e la Russia sovietica . non parlo su questo argomento, ne parlerà credo l' onorevole Tremaglia nel corso del dibattito; mi limito a rilevare che tutti i tentativi berlingueriani, paiettiani, eccetera, per sfuggire alla morsa della verità nei giorni scorsi sono stati letteralmente, e credo per sempre (perché è una specie di pietra tombale ), sotterrati da quel tale bravissimo — deve essere molto intelligente e simpatico — direttore di Tempi nuovi , la rivista sovietica, il quale ha testualmente detto: « noi » — i sovietici — « non siamo affatto in polemica con gli eurocomunisti e tanto meno con il partito comunista spagnolo. ci siamo semplicemente limitati a confutare e condannare come pericolosa l' interpretazione antisovietica che dell' eurocomunismo ha dato Carrillo nel suo libro » . siccome il partito comunista italiano si guarda bene dal dare interpretazione antisovietica all' eurocomunismo, avrete notato con quanta prudenza l' onorevole Berlinguer quest' oggi ha accennato, appena appena, ai problemi della politica estera , ed è chiaro che la pietra tombale è discesa sulla propaganda eurocomunista intesa come propaganda di disgiungimento, di distacco, di divaricazione anche parziale degli interessi del partito comunista italiano da quelli della Russia sovietica . quindi mi pare che abbiamo verificato insieme questi tre limiti — il limite relativo all' ordine, il limite relativo alla classe, il limite relativo alla soggezione nei confronti della Russia sovietica — che il partito comunista non supererà mai. sarà pertanto un compagno di viaggio estremamente autorevole, poco piacevole, in comodo, estremamente pericoloso e a questo punto non vi dico auguri, colleghi della Democrazia Cristiana , dico auguri all' Italia che sappia salvarsi dai vostri errori e dalla loro perfidia. debbo, per concludere, parlare di altri due argomenti: la funzione, in questo quadro, delle forze intermedie e la nostra funzione. abbiamo preso atto in questi giorni del decoroso decesso delle forze intermedie. dico decoroso perché si difendono, parlano ancora, fanno dei discorsi in Parlamento, assumono posizioni di parziale, meno cauta, cortese, corretta, prudente dissociazione da talune tesi che non ritengono di poter accettare, però, buonini buonini, firmano (chi si firma è perduto!). avete firmato, siete perduti nel senso che chi ha firmato la restaurazione dell' esarchia » insieme col partito comunista in questa situazione, diventa ancora meno credibile della Democrazia Cristiana come alternativa. infatti la Democrazia Cristiana , essendo una grossa forza, può tentare moroteisticamente, fanfanianamente, montanellianamente, di resistere e di salvarsi: glielo, auguriamo, ma i poverini, i tapini che hanno firmato il loro decesso, cosa contano? è evidente che l' elettore italiano, quando ci saranno le elezioni, amministrative o politiche, non voterà per i partiti-bis. se vorrà votare a sinistra voterà comunista e non socialista, perché poi i socialisti firmino gli impegni che il partito comunista ha ordinato di prendere; se vorrà votare democristiano, voterà democristiano e non liberale, socialdemocratico o repubblicano perché sa che i tapini poi finiranno per firmare le cose che mamma Democrazia Cristiana saggiamente consiglia, suggerisce ed impone. è finita la funzione dei partiti intermedi: ciò vuol dire che abbiamo ragione noi. non ne siamo gloriosi, sodisfatti o superbi: tuttavia prendiamo atto virilmente, apertamente ed alla luce del sole del fatto che in Italia non c' è più posto che per un tripolarismo in cui il terzo polo non può che essere rappresentato dalla destra. la destra, infatti, è l' unica forza in grado di rispondere ai tre limiti del partito comunista : una destra d' ordine è necessaria contro le incertezze comuniste; una destra di patto sociale , contraria alla lotta di classe , con un programma sociale di cogestione e di compartecipazione dei lavoratori alla direzione delle imprese, non soltanto alla spartizione degli utili; una destra di programma economico impegnativo, non coercitivo, non indicativo, una destra di collaborazione sociale è la sola risposta che si può dare a quell' altro limite del partito comunista . infine, una destra coraggiosamente e apertamente europeista, occidentale ed atlantica è l' unica risposta che si può dare al tentativo comunista di travolgere l' Italia nella terra di nessuno in un primo momento, e poi nella terra di tutti i sudditi di Mosca. prendiamo atto della esistenza del bipolarismo rigido democomunista con tutte le implicazioni e le conseguenze che ho illustrato; prendiamo atto, altresì, del decesso dei partiti intermedi: non parlo delle piccole forze mercenarie, di cui non mi occupo nemmeno perché non contano. bisogna che prendiate cortesemente atto della esistenza, piccola o grande che sia, del polo di destra, che è l' ultima alternativa possibile. perché ho detto « bisogna che ne prendiate atto » ? perché qui siamo in pochi: noi siamo pochissimi e pochi tra voi si brigano di ascoltarci. ma in piazza non è così. penso che abbiate le informazioni — anche localmente parlando — sulle sensibilità di piazza. penso che abbiate le informazioni dalle contrade d' Italia in cui si parla liberamente e senza incidenti; e le piazze sono superaffollate, ma penso che abbiate le informazioni anche da quelle zone d' Italia dove è difficile, arduo, rischioso e pericoloso parlare; ma quando si riesce a parlare le piazze si riempiono. in questi ultimi mesi abbiamo visto il popolo italiano — perdonate la presunzione — in maniera più diretta di quanto non lo abbiate visto voi. lo dico senza illusioni, perché non penso — sarebbe troppo bello — che alle presenze di piazza corrispondano in immediato i voti. sono processi che si debbono svolgere. ma sotto processo, ci siete voi, questo regime, questo tipo di potere, questo modo di mettersi sotto i piedi la Costituzione, questo modo di rinviare i problemi, questo modo di debilitare il Governo nel momento in cui tutti gli italiani, dall' estrema destra all' estrema sinistra , vorrebbero un Governo capace di governare, soprattutto in termini di ordine, di socialità e di economia. pertanto, vi invitiamo a non sottovalutare il terzo polo, come polo di opinione e di concreta tenuta del paese reale , di raccordo tra gli interessi, perché questo noi siamo, ci sforziamo di essere e questo possiamo essere. questi, onorevoli colleghi , sono i motivi per i quali ci siamo impegnati più di ogni altro gruppo in questo dibattito e non con propositi ostruzionistici: al contrario. sarebbe stato ridicolo ed assurdo. debbo ringraziare il nostro gruppo della Camera per il contributo che ha dato e che darà fino al termine di questa discussione; lo ringrazio per aver elaborato un documento di alternativa che onora tutto il gruppo e, di riflesso, il nostro partito. il documento di alternativa è stato e verrà fino alla fine di questo dibattito illustrato parte per parte. ma non pensiate che sia finita qui, perché il nostro documento, di alternativa lo porteremo a conoscenza del partito, dell' opinione pubblica , delle categorie che guardano verso di noi, per spiegare agli italiani, in primo luogo, che ormai si è determinato un regime in Italia e, in secondo luogo, che, essendosi determinato un regime, la opposizione non ha senso se non si indirizza da ogni punto di vista , con coerenza, con coraggio, con fermezza e con globale coralità, contro la tematica del regime di questo un regime tutto spostato a sinistra, che procede verso sinistra e che, come minaccia o promette l' onorevole Enrico Berlinguer, tende ad ulteriori evoluzioni verso sinistra. non si pensi che ci siano « le opposizioni » ; c' è « la opposizione » , perché le opposizioni di sinistra, anche se sono vivaci, anche se, in taluni momenti, possono essere apprezzate per il controcanto che vanno facendo nei confronti del partito comunista , vogliono subito le cose che il partito comunista vuole dilazionare nel tempo. ma vogliono le stesse cose. o meglio, forse il partito comunista vuole qualcosa di più ed esse, poverine, nella loro straordinaria ingenuità, non se ne rendono conto. sono perfino simpatiche quando credono di essere anticomuniste; in sostanza, invece, sono le mosche cocchiere di un regime che spinge verso sinistra, sotto la pesante pressione proprio del partito comunista . non ci sono, quindi, le forze intermedie, non ci sono le opposizioni: c' è « la opposizione » . questa: non può essere che di destra, non può essere lo ripeto — che per l' ordine, per il patto sociale , per una visione internazionale dei problemi che non scarichi l' Italia in una qualunque terra di nessuno. questa opposizione abbiamo cercato di interpretare coerentemente lungo l' arco di questo dibattito in Parlamento; questa opposizione eserciteremo con la massima energia nel paese.